Marangoni, la lente sugli investimenti

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Transcript Marangoni, la lente sugli investimenti

Rovereto
l'Adige
INDUSTRIA
Dalvit: Trento ci dia report
sui presunti investimenti
durante quattro anni di Cigs
venerdì 14 febbraio 2014
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Al Cdm, musica e impresa
Un divieto in corso Bettini
Domani al Cdm si terrà un workshop per musicisti e studenti. L’appuntamento è per le 18.30 al
Cdm. L’incontro è rivolto anche a manager, imprenditori e personale coinvolto in processi di
innovazione di impresa. La lezione è a cura di
Alessandro Garofalo (nella foto), mentre alcuni
musicisti metteranno in musica i concetti discussi. Al centro della performance il parallelismo
tra musica e innovazione di impresa. La partecipazione è gratuita. Per info: www.cdmrovereto.it
Per la 21ª «Coppa città della Pace» che si terrà
sabato 1 e domenica 2 marzo il Comune ha emanato una ordinanza con cui sabato 1 sarà disposto il divieto di sosta con rimozione coatta nel
tratto di corso Bettini tra via Sticcotta e via Paganini dalle ore 14 dell’1 marzo e fino a fine manifestazione e comunque entro le ore 20. Viene
anche istituito l’obbligo di svolta a sinistra verso via Paganini per chi proviene da piazza Rosmini e si immette su corso Bettini.
Marangoni, la lente sugli investimenti
Sindacati: «Che utilizzo
dei milioni già ricevuti?»
Lunedì prossimo, quando il tavolo trilaterale Provincia - azienda - sindacati si riunirà per la terza volta, parte dei
giochi sarà fatta. Perché al massimo
lunedì mattina, se non già da oggi, si
saprà se l’azienda ha intenzione di attendere l’esito delle trattative o di avanzare unilateralmente con il piano di riduzione del costo del lavoro operando sulle paghe. Come anticipato ieri
dall’Adige, uno dei primi provvedimenti, preannunciato da una mail interna
all’attenzione dei capiufficio amministrativi, l’assorbimento dei superminimi in concomitanza dell’applicazione del nuovo contratto nazionale gomma plastica che inquadra il centinaio
scarso degli impiegati in forza in via
del Garda, per annullare di fatto l’au-
L’insolito asse Lega-Cisl:
le promesse di rinnovo
dello stabilimento le
abbiamo già sentite nel
2010, in occasione del
lease-back da 41 milioni
mento salariale di 60 euro lordi. Almeno per gli impiegati.
Dalle scrivanie alle linee produttive il
discorso cambia. Qui i superminimi
non ci sono. L’idea che già da oggi (o
al massimo lunedì) i cedolini degli stipendi siano ritoccati al ribasso è considerata, da lavoratori e sindacati, improbabile. «Ma di certo non c’è nulla»
aggiungono subito, in attesa del primo
riscontro fattuale dall’esplosione del
«caso Marangoni», un paio di settimane fa, con la pubblicazione da parte
della stampa del piano di rilancio aziendale e di taglio costi: 10% in meno a
fronte di un investimento da otto mi-
IL CASO
lioni per un nuovo centro mescole (3
milioni di euro), per gli stampi (1,2 milioni), per i processi produttivi (2 milioni) e per il movimento terra (600mila euro). Un piano ambizioso, salutato con agitazioni, scioperi e il primo
corteo di tute blu sulla Ss12 dopo 12
anni.
Il deterioramento dei rapporti sindacali in Marangoni, dinamica da sempre denunciata, influisce su tutta la
partita. L’ultimo esempio, prima dell’aprirsi del confronto oggi in essere,
l’11 gennaio scorso, con la critica da
parte di Cisl e Uil del modo in cui
l’azienda aveva prorogato la cassa integrazione per altre 13 settimane. Il
verbale di consultazione sindacale per
mettere a zero ore settimanali 25 lavoratori e ridurre l’orario da 24 a 32 ore
ad altri 285 dipendenti fu fatto firmare a solo tre membri dalla Rsu su un
totale di nove, senza convocare i sindacati. Una ruggine di vecchia data,
che si fa sentire anche ora. «Abbiamo
richiesto - spiega Corrado Dalvit della
Femca Cisl - con fermezza alla Provincia di esplicitare e consegnare alle organizzazioni sindacali le relazioni di
verifica sugli investimenti della Marangoni durante i periodi di cassa integrazione straordinaria (cigs)». In pratica,
alla proposta di tagliare gli stipendi in
cambio di investimenti sulla produzione i sindacati hanno risposto chiedendo di vedere i report sugli investimenti già effettuati (una partita da 8,2 milioni) durante i quattro anni di applicazione cigs. Richiesta che non sarebbe stata finora esaudita. «È un passaggio fondamentale per anche solo pensare di reinstaurare un rapporto di fiducia tra sindacati ed azienda» commenta Alan Tancredi della Uiltec. «Abbiamo anche richiesto - aggiunge Dalvit - la disponibilità di costituire un “osservatorio”, coadiuvato anche da
esperti esterni, con il compito di monitorare l’eventuale investimento e la
realizzazione del piano industriale nel
periodo previsto. A riguardo la Maran-
goni non ha posto veti».
La vicenda Marangoni ha il merito di
avere generato un insolito asse tra sindacati e Lega Nord. Identica richiesta
di controllo sugli investimenti già effettuati arriva infatti dal Carroccio, che
in Provincia con Civettini ricorda che
«il lease back concesso nel 2010 alla
Marangoni segnava l’inizio di una serie di concessioni a realtà produttive
che avrebbero dovuto mettere i beneficiari nella condizione di sostenere la
trasformazione necessaria ad affrontare la crisi. Il business plan di allora
vedeva nella “ricerca e innovazione”
e conseguente adeguamento struttu-
rale la via maestra. Ora, mentre sul sito dell’azienda si annunciano nuove
aperture (l’ultima di luglio 2013 in Argentina) con impianti all’avanguardia,
nello stabilimento roveretano si cercherebbe di scaricare sui dipendenti
la compressione del costo del lavoro
in cambio di investimenti ed innovazione. L’imbarazzo è tangibile poiché,
nelle argomentazioni per la concessione del lease back (nel 2010 la Marangoni ha ricevuto 40,9 milioni di eurio,
ndr), sarebbero stati presentati uguali impegni. Si chiede quindi quali controlli sull’attuazione del business plan
sono stati attuati dai concedenti».
Trattativa
Il vicepresidente della
Provincia Alessandro Olivi
durante l’incontro con i
lavoratori a Trentino Sviluppo
il 31 gennaio scorso. Olivi
presiede il tavolo trilaterale
per la risoluzione della
vertenza interna. «Il costo del
lavoro problema reale - ha
dichiarato - che però non va
scaricato sui dipendenti»
L’acquisto del terreno ex Tessiture fu regolare: ribaltato il primo grado
Evasione, Vidi assolto in appello
te. E l’unico bene posseduto (e
quindi aggredibile) dalla Me&Me
era quell’immobile: venderlo
equivaleva a toglierlo dalle mani del fisco.
Una tesi che la difesa contestò
fin dal primo grado, facendo notare che su quell’immobile pendeva un finanziamento ipotecario della Btb: comunque fosse
andata, quei soldi sarebbero comunque finiti alla banca, in
quanto creditore privilegiato. Al
contrario, spiegarono gli imputati, il passaggio intermedio dalla «Immobilia» era utile perché
sul terreno c’erano trattative in
corso con un compratore, ma
serviva tempo per concretizzarle. I soci avevano però il problema della linea di credito, che era
in scadenza. Da qui l’operazione, che nulla aveva a che fare
con le pretese del fisco. Tanto
più - si è osservato - che quelle
pretese sono state ritenute eccessive dalla commissione tributaria. Come dire, mancava anche il movente. Una tesi questa
che ha convinto i giudici d’appello. Che fanno notare come «è
indubbio che l’uso strumentale
della costituzione di una socie-
tà per realizzare uno scopo che
non è quello immediato di svolgere un’attività di impresa possa suscitare perplessità. Ciò però, si ribadisce, non determina
alcuna illiceità e nemmeno rende di per se stessa implausibile
la ragione di quest’uso strumentale». E quindi «non vi è alcun
elemento che consenta di affermare che l’intera vicenda (...)
sia stata concepita per sottrarre garanzie all’erario, oltretutto
per crediti futuri, del tutto eventuali, non conosciuti, solo ipotizzabili al momento dei vari atti, contestati in sede giudiziaria
e di importo del tutto incerto».
Matinèe in casa Mozart domenica alle 11
Eterno gioco di poesia e musica
Cristina Gagliardi
Matinèe in casa Mozart dopodomani alle 11, in via della Terra 48. Il tema è «poesia e musica», un rapporto, spiegano gli
organizzatori, che «ha sempre alimentato la fantasia dei compositori di ogni tempo. La poesia, esattamente come le immagini, crea insieme alla musica una quintessenza dell’emozione dello spirito umano generando quella sottile alchimia comprovata da una perenne intesa tra Poeti
e Musicisti. Maria Cristina Gagliardi leggerà dodici poesie di Lucia Montauro accompagnata dal quartetto d’archi «Pop’s
Harmonic String Quartet». Le composizioni in programma sono firmate da Mozart, Giorgio Seropian e Marco Grasso».
R3102201
La compravendita del terreno
dell’ex Tessiture fu regolare. A
dirlo è la Corte d’appello che, a
quasi due anni e mezzo di distanza dalla sentenza di primo
grado, ribalta il verdetto. Il tribunale rovertano aveva condannato Riccardo Vidi (nella foto a
destra), noto imprenditore di
Pinzolo e Pierluigi Vernazza, per
aver frodato il fisco. Una tesi che
tuttavia non ha retto all’appello.
La vicenda era intricata e riguardava l’area dell’ex Tessitura, la
fabbrica cioè andata distrutta
in un incendio di cui non sono
mai state chiarite le cause.
L’area, nel 2007, era di proprietà della società «Me&Me», di cui
Vernazza era legale rappresentante e Vidi amministratore di
fatto. La Me&Me cedette quell’area alla «Fin.Co srl», ma non
si trattò di una transizione immediata: il bene passò da una
terza società, la Immobilia srl.
Un passaggio - questa era la tesi d’accusa - all’unico scopo di
frodare il fisco. Perché la
Me&Me aveva ricevuto un accertamento fiscale di quelli pesanti, dall’Agenzia delle Entra-