Nota storica - Cividale del Friuli

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CLUB ALPINO ITALIANO
Sottosezione “VAL NATISONE”
GLI APPRESTAMENTI DIFENSIVI
SUL MONTE GORIANE
di
Mariano Moro
Alla fine degli anni trenta la politica espansionistica tedesca culminò nell’annessione dell’Austria al
III Reich (Anschluss austriaco del 13 marzo 1938). Questo fatto ebbe come conseguenza il diretto
contatto dell’Italia con la Germania.
La Val Canale, che da sempre è la più rapida via di comunicazione fra il Friuli e, attraverso
Tarvisio, la conca di Villacco, entrò in quel periodo nella sfera degli interessi degli Alti Comandi
militari italiani che decisero di realizzare in quell’area degli adeguati apprestamenti difensivi.
Questi entrarono a far parte del più ampio sistema di fortificazioni permanenti appartenenti al Vallo
Alpino del Littorio.
La fascia di confine del Monte Goriane (1693 m.), raggiungibile da buone mulattiere e carrarecce
provenienti sia dal versante austriaco che da quello italiano, risultava vulnerabile in caso di attacco
nemico poiché le truppe avversarie avrebbero potuto aggirare da tergo le difese previste presso la
conca di Tarvisio.
In considerazione di tale nefasta eventualità, verso la metà del 1938 iniziarono gli studi per la
sistemazione difensiva delle suddette posizioni. In questo primo studio era prevista la costruzione
di sei opere (compresa una batteria) da realizzare prevalentemente in caverna e/o in calcestruzzo ed
amate con mitragliatrici e con pezzi di artiglieria.
Nel corso della stagione lavorativa 1939 i lavori per la realizzazione del caposaldo proseguirono
molto a rilento tant’è che alla fine del mese di ottobre le varie opere non erano ancora
completamente terminate, tranne che per la casermetta difensiva (dalla capacità di tre plotoni, circa
1
120 uomini) che sarà occupata dai reparti
della Guardia alla Frontiera (G.a.F)
nell’anno
successivo.
Alla fine del 1939, in applicazione della circolare ministeriale n. 15000 datata 31dicembre1939, la
quale prevedeva una più robusta organizzazione difensiva delle frontiere alpine, nella zona del
Monte Goriane furono predisposti degli interventi atti adeguare le strutture difensive secondo i
dettami della predetta circolare 15000 (aumento della dotazione di armi di difesa e lavori per
l’aumento delle capacità di resistenza dei malloppi). Venne inoltre previsto in quel luogo, allo
scopo di battere le provenienze di oltre confine, di posizionare una batteria d’artiglieria “S.P”
(sempre pronta) .
Alla fine del 1941, tutte le opere previste per il caposaldo di monte Goriane1, ad eccezione di una
che non fu mai portata a termine, erano state ultimate e, nel corso del 1942, vennero assegnate ai
reparti della G.a.F del XVII settore di copertura, competente per il tratto Chiusa di Ciurcele Monte Mangart del primo sistema difensivo2.
BIOGRAFIA:
A. BERNASCONI G. MURAN, Il Testimone di Cemento, Danilo Zanetti, La Nuova editrice,
maggio 2009, Udine (UD);
1
2
Op. n.1: in calcestruzzo con una mitragliatrice; Op.2: in calcestruzzo, per 2 mitragliatrici; Op.3 : in calcestruzzo, per un Fucile mitragliatore e 2
mitragliatrici; -Op.4 in calcestruzzo, prevista per 1 fucile mitragliatore – 2 mitragliatrici a pag. 437 e 438 di A. BERNASCONI G. MURAN, Il
Testimone di Cemento, Danilo Zanetti, La Nuova editrice, maggio 2009, Udine (UD).
Tale sistema difensivo si sviluppava dal fondo della Val Bartolo (in corrispondenza dell’omonimo sbarramento posto a q. 900 m.) proseguiva in
direzione N-E lungo il contrafforte del Monte Carpin di Ponente per poi proseguire lungo la cresta di confine verso i monti Goriane e Carpin di
Levante a pag.436 il Testimone di Cemento Op. Cit.
2