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Corso di Teoria e tecnica delle costruzioni storiche A.A. 2014-2015
Prof.Paolo Faccio
Lezione 31 Ottobre 2014
Arch.Elisa Fain
Prima parte: tecniche costruttive utilizzate per l’edificazione dei templi
greci
Seconda parte: interventi di restauro in calcestruzzo armato nelle aree
archeologiche e problemi di conservazione.
Materiali moderni e tecniche costruttive antiche
Tra ‘800 e ‘900 lo sviluppo di materiali da costruzione moderni, con profilati ferro e in un
secondo momento con opere in calcestruzzo armato, trasforma radicalmente il mondo delle
costruzioni e dei restauri.
L’approccio introdotto dai nuovi materiali è di carattere ingegneristico; grazie ai numerosi
vantaggi offerti la loro diffusione è rapidissima e contribuisce alla progressiva perdita dell’arte
del costruire con materiali tradizionali, sviluppatasi dall’antichità fino all’800.
La grande fiducia per le nuove tecniche contribuisce ad una loro rapida diffusione anche
nell’ambito dei restauri e delle ricomposizioni di monumenti antichi.
In questi casi ciò che prevale è la ricomposizione della forma dell’architettura antica, senza alcun
interesse verso le tecniche costruttive antiche. I nuovi schemi costruttivi si sovrappongono e
trasformano quelli antichi.
Note sul nuovo materiale da costruzione
“Il calcestruzzo nasce come un materiale fluido (calcestruzzo fresco) che deve poter essere messo in opera, in genere
all’interno di una cassaforma dove sono presenti le armature. Questa fase prevede la miscelazione delle materie prime, il
trasporto, il getto entro la cassaforma e la compattazione per espellere le bolle di aria intrappolate. Successivamente il
materiale deve essere sottoposto a una stagionatura che consenta un corretto sviluppo della sua resistenza e ne prevenga un
danneggiamento precoce.”
Conglomerato cementizio: cemento + aggregati + acqua
Cemento Portland:
Clinker di cemento Portland = cottura di una miscela di calcare e argilla a 1450 °C
Formazione di silicati, alluminati, piccole quantità di ossidi (carattere alcalino)
….
Gesso
+
Aggregati: particelle di materiali lapidei (sabbia, ghiaia, pietrisco)
+
Acqua
Armature: acciaio
Posa in opera, presa e indurimento
Restauri dell’Acropoli, 1898-1940
Partenone, ponteggio 1896
peristasi Nord durante i restauri di ricomposizione del 1922-1930
Partenone, 1860 ca
Partenone dopo i restauri di ricomposizione del 1922-1930
1922-1930 anastilosi della colonnata Nord del Partenone
Integrazione di un elemento di cornice
Rocchi integrati con pietra del Pireo rivestita con cemento colorato
Riconfigurazione della porta della cella con
inserimento di architrave in calcestruzzo armato.
Architrave della porta delle cella del Partenone realizzata da Balanos con c.a. L’assenza del copriferro non è dovuta
esclusivamente al degrado ma anche alla realizzazione di saggi nelle campagne in corso per verificare lo stato di ossidazione.
Partenone peristasi Sud. Alcune integrazioni dei rocchi
realizzate da Balanos in cemento armato sono ancora in opera
ed in buono stato di conservazione.
Ricomposizioni di templi in Italia
Ricomposizione del Tempio C a Selinunte;
lavori diretti dall’Arch.Francesco Valenti
(1925-1926); preliminare consolidamento dei
capitelli a mezzo di telai metallici e staffe in
cemento armato nascoste, rinforzo degli
architravi con il collocamento di ferri a
doppio T incastrati nel piano di posa,
integrazione di parti dei capitelli con getti di
calcestruzzo armato rivestiti.
Immagini pubblicate in P.MARCONI,
Ricostruzione di Templi Greci in Sicilia, in Le Vie
d’Italia, 7, 1929, pp.547-551 e in AA.VV., La
conservation des monuments d’art et d’historie,
Institut de coopération intellectuelle, Paris,
1933
Tempio C a Selinunte
Legittimazione dell’utilizzo del calcestruzzo armato: la Conferenza di Atene per la conservazione
dei monumenti (1931)
AA.VV. La conservation des monuments d’art e d’historie, Parigi, 1933
Da GIOVANNONI G., La conferenza internazionale di Atene
pel restauro dei monumenti, in Bollettino d’Arte, Fasc.IX,1932,
pp.408-420
La Conferenza di Atene per la conservazione dei monumenti, 1931
Capitolo IV I materiali del restauro
Al calcestruzzo armato si riconoscono numerose qualità:
-economicità
-plasticità
-versatilità
-possibilità di migliorare le prestazioni strutturali delle costruzioni storiche, in particolare
incrementando la resistenza a flessione e taglio
-resistenza al fuoco
-presunta infinita durabilità
Il difetto principale:
-aspetto estetico
….messa in opera in forme celate o opportunamente dissimulate.
Caratteristiche del calcestruzzo armato particolarmente utili negli interventi di
ricomposizione di resti archeologici
-possibilità di utilizzo di manodopera non specializzata
-facile reperibilità dei materiali per l’impasto nelle vicinanze del sito
-versatilità nel realizzare integrazioni adattandosi alle diverse dimensioni e conformazioni degli
elementi lapidei conservatisi
-possibilità di modulare il grado di definizione delle superfici (ad es. per armonizzarsi con
scanalature antiche erose) e di realizzare dettagli costruttivi
-possibilità di ‘inglobare’ e tenere in opera anche frammenti di piccole dimensioni, di ricollocare
elementi lapidei ‘in falso’
-buone prestazioni in sezioni ridotte con possibilità di essere celato all’interno dei resti antichi
-capacità di restituire una configurazione di equilibrio a costruzioni che si trovano in una
condizione di incompletezza (ruderi)
Anastilosi del Teatro romano di Sabratha, Libia 1928-1936
Elementi dell’architettura ordinati sul terreno
Messa in opera delle armature ai vari livelli
Il teatro dopo la ricomposizione
Caratteristiche del calcestruzzo armato particolarmente utili negli interventi di
ricomposizione di resti archeologici
-possibilità di utilizzo di manodopera non specializzata
-facile reperibilità dei materiali per l’impasto nelle vicinanze del sito
-versatilità nel realizzare integrazioni adattandosi alle diverse dimensioni e conformazioni degli
elementi lapidei conservatisi
-possibilità di modulare il grado di definizione delle superfici (ad es. per armonizzarsi con
scanalature antiche erose) e di realizzare dettagli costruttivi
-possibilità di ‘inglobare’ e tenere in opera anche frammenti di piccole dimensioni, di ricollocare
elementi lapidei ‘in falso’
-buone prestazioni in sezioni ridotte con possibilità di essere celato all’interno dei resti antichi
-capacità di restituire una configurazione di equilibrio a costruzioni che si trovano in una
condizione di incompletezza (ruderi)
Interventi di ricomposizione degli anni ‘50-’60
Tempio E di Selinunte: ruderi prima dei lavori di anastilosi
Ricomposizione delle colonne sul terreno
Tempio ricomposto 1956-1959
Tempio E a Selinunte
Tempio E a Selinunte
Tempio E a Selinunte
Tempio E a Selinunte
Caratteristiche del calcestruzzo armato particolarmente utili negli interventi di
ricomposizione di resti archeologici
-possibilità di utilizzo di manodopera non specializzata
-facile reperibilità dei materiali per l’impasto nelle vicinanze del sito
-versatilità nel realizzare integrazioni adattandosi alle diverse dimensioni e conformazioni degli
elementi lapidei conservatisi
-possibilità di modulare il grado di definizione delle superfici (ad es. per armonizzarsi con le
antiche scanalature erose) e di realizzare dettagli costruttivi
-possibilità di ‘inglobare’ e tenere in opera anche frammenti di piccole dimensioni, di ricollocare
elementi lapidei ‘in falso’
-buone prestazioni in sezioni ridotte con possibilità di essere celato all’interno dei resti antichi
-capacità di restituire una configurazione di equilibrio a costruzioni che si trovano in una
condizione di incompletezza (ruderi)
Immagini del cantiere: armatura degli
spigoli delle scanalature, i ferri collegano il
rocchio di base allo stilobate
Rocchio a seguito dell'integrazione
Crepidoma e colonne ricomposte e
integrate
Tempio E a Selinunte
Caratteristiche del calcestruzzo armato particolarmente utili negli interventi di
ricomposizione di resti archeologici
-possibilità di utilizzo di manodopera non specializzata
-facile reperibilità dei materiali per l’impasto nelle vicinanze del sito
-versatilità nel realizzare integrazioni adattandosi alle diverse dimensioni e conformazioni degli
elementi lapidei conservatisi
-possibilità di modulare il grado di definizione delle superfici (ad es. per armonizzarsi con
scanalature antiche erose) e di realizzare dettagli costruttivi
-possibilità di ‘inglobare’ e tenere in opera anche frammenti di piccole dimensioni e di
ricollocare elementi lapidei ‘in falso’
-buone prestazioni in sezioni ridotte con possibilità di essere celato all’interno dei resti antichi
-capacità di restituire una configurazione di equilibrio a costruzioni che si trovano in una
condizione di incompletezza (ruderi)
Villa Adriana, Edificio con tre esedre
Villa Adriana, Edificio con tre esedre
Villa Adriana, Tholos di Venere Cnidia, ricomposto 1958-1959
Caratteristiche del calcestruzzo armato particolarmente utili negli interventi di
ricomposizione di resti archeologici
-possibilità di utilizzo di manodopera non specializzata
-facile reperibilità dei materiali per l’impasto nelle vicinanze del sito
-versatilità nel realizzare integrazioni adattandosi alle diverse dimensioni e conformazioni degli
elementi lapidei conservatisi
-possibilità di modulare il grado di definizione delle superfici (ad es. per armonizzarsi con
scanalature antiche erose) e di realizzare dettagli costruttivi
-possibilità di ‘inglobare’ e tenere in opera anche frammenti di piccole dimensioni, di ricollocare
elementi lapidei ‘in falso’
-buone prestazioni in sezioni ridotte con possibilità di essere celato all’interno dei resti antichi
-capacità di restituire una configurazione di equilibrio a costruzioni che si trovano in una
condizione di incompletezza (ruderi)
Grande diffusione negli anni ‘30
Brescia, Capitolium, 1938-1940
Rodi, Acropoli di Rodi, Tempio di Apollo Pizio
Asportazione del nucleo centrale del capitello originale per l’inserimento dell’anima in calcestruzzo armato
Rodi, Acropoli di Rodi, Tempio di Apollo Pizio: stato attuale
Ossidazione dei ferri di armatura e distacco del copriferro
Durabilità del calcestruzzo armato
Degrado del calcestruzzo:
Attacco da gelo e disgelo
Dilavamento
Attacco solfatico
Reazione alcali-aggregati
Corrosione armature:
Corrosione da carbonatazione
Corrosione da cloruri
Fattori che incidono sulla durabilità
Interni: difetti di progettazione delle strutture (difetti di geometria, spessore del copriferro)
errori nel ‘mix design’
elevato rapporto a/c (porosità, segregazione, bleeding)
errori nella posa in opera (presenza di aria nell’impasto, insufficiente vibrazione, modalità di
maturazione)
Esterni: eventi eccezionali, condizioni di esposizione ad agenti aggressivi
Calcestruzzo armato nelle aree archeologiche: fattori che accelerano i fenomeni di
degrado – cause esterne
Le condizioni più aggressive sono quelle in cui le strutture sono esposte ciclicamente
all’asciutto (ingresso nel cls di ossigeno e anidride carbonica) ed alla pioggia (ingresso di
acqua) che contribuiscono a neutralizzare la calce del conglomerato e ad alimentare
l’ossidazione del ferro.
Calcestruzzo armato nelle aree archeologiche: fattori che accelerano i fenomeni di
degrado – cause esterne
Rodi, Acropoli di Rodi, Tempio di Apollo Pizio: stato attuale
Calcestruzzo armato nelle aree archeologiche: fattori che accelerano i fenomeni di
degrado
Le condizioni più aggressive sono quelle in cui le strutture sono esposte ciclicamente
all’asciutto (ingresso nel cls di ossigeno e anidride carbonica) ed alla pioggia (ingresso di
acqua) che contribuiscono a neutralizzare la calce del conglomerato e ad alimentare
l’ossidazione del ferro.
Cause interne: ristagno di acqua, difficoltà nella
compattazione in sezioni ridotte, scarso controllo del
copriferro
Calcestruzzo armato nelle aree archeologiche: fattori che accelerano i fenomeni di
degrado
Attacco da cloruri, presenti ad esempio nell’acqua di mare, con cui il calcestruzzo armato può
entrare in contatto direttamente o attraverso aerosol marino.
Basilica di Kephalos a Coo
Acropoli di Lindo a Rodi
Calcestruzzo armato nelle aree archeologiche: fattori che accelerano i fenomeni di
degrado – cause interne
Difficoltà di controllo dello spessore del copriferro; uno spessore del copriferro non
sufficiente accelera i tempi di penetrazione degli agenti aggressivi e di corrosione delle
armature.
Ginnasio Occidentale, Coo
Calcestruzzo armato nelle aree archeologiche: fattori che accelerano i fenomeni di
degrado – cause interne
Difficoltà di controllo dello spessore del copriferro; uno spessore del copriferro non
sufficiente accelera i tempi di penetrazione degli agenti aggressivi e di corrosione delle
armature.
Ginnasio Occidentale, Coo
Ginnasio Occidentale, Coo
Rodi, Acropoli di Lindo
Rodi, Acropoli di Lindo, Stoà inferiore, 1912
Rodi, Acropoli di Lindo, Stoà inferiore, 1938
Lavori di ricomposizione della Soprintendenza italiana, 1936-1938
Rodi, Acropoli di Lindo, Stoà inferiore
1912
2012
1972
1978
1938
2012
1955
1997
Integrazione delle trabeazioni con blocchi in calcestruzzo armato
Integrazione delle trabeazioni con blocchi in calcestruzzo armato
Armature in calcestruzzo armato collocate all’interno dei rocchi antichi appositamente conformati
Armature in calcestruzzo armato collocate all’interno
dei rocchi antichi appositamente conformati e
collegate al crepidoma
Armature in calcestruzzo armato collocate all’interno dei rocchi antichi appositamente conformati
Un rocchio antico dopo la rimozione dell’armatura in calcestruzzo armato
Rodi, Acropoli di Lindo, Tempio di Atena
Rodi, Acropoli di Lindo, Tempio di Atena
Rodi, Acropoli di Lindo, Tempio di Atena
Rodi, Acropoli di Lindo, Tempio di Atena
Bibliografia
Prima parte:
A.ORLANDOS, Les materiaux de construction et la technique architecturale des anciens Grecs, 1966
R.GIORGIO, Guida alla lettura degli ordini architettonici antichi, 1994
M.KORRES, From Pentelicon to the Parthenon, 1995
M.C.HELLMANN, L’architecture grecque, les principes de la construction (vol I), 2002
M.BIANCHINI, Le tecniche edilizie nel mondo antico, 2010
Seconda parte:
G.GIOVANNONI, La Conferenza internazionale di Atene pel restauro dei monumenti, in Bollettino
d’Arte, 9, 1932, pp.408-420
N.BALANOS, Les monuments de l'Acropole: relevement et conservation, 1938
C.CESCHI, Teoria e storia del restauro, 1970, (in particolare il Capitolo 9: Ricerche archeologiche e
restauro di monumenti antichi in Italia)
G.CARBONARA, Restauro e cemento in architettura 1, 1981
G.CARBONARA, Restauro e cemento in architettura 2, 1984
P.PEDEFERRI, L.BERTOLINI, La durabilità del calcestruzzo armato, 2000
C.DI BIASE (a cura di), Il degrado del calcestruzzo nell'architettura del Novecento, 2009