Sequenze narrative “Scirocco chiaro e tramontana scura, mettiti in mare senza paura” I.

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Transcript Sequenze narrative “Scirocco chiaro e tramontana scura, mettiti in mare senza paura” I.

Sequenze
narrative
“Scirocco chiaro e tramontana scura, mettiti in mare senza paura”
I. Dopo le disfatte, i lupini della Speranza.
II. La sorte diventa matrigna.
III. La famiglia come valore supremo.
IV. La morte bussa alla Casa del Nespolo.
V. La sconfitta di Padron ‘Ntoni.
VI. La Casa del Nespolo senza padroni.
Narratore
“Io sono come il muro basso, che ognuno ci si appoggia e fa il comodo suo, perché non so parlare
come un avvocato, e non so dire le mie ragioni”
Verga compone e scompone la materia narrativa
in modo oggettivo ed imparziale. Egli si
immedesima nel narratore corale: “si identifica
con le voci dei paesani, con la mentalità, i
costumi, le convinzioni ed i pregiudizi". L’autore
si propone di descrivere le vicende in modo
asciutto e realistico.
Personaggi
“‘Ntroi ‘ntroi, ciascuno coi pari suoi.”
I “Malavoglia” fa parte del ciclo dei Vinti: tutte le classi, tutte le forme di
organizzazione sociale sono regolate dagli stessi meccanismi. Verga presenta i
personaggi attraverso i loro gesti, comportamenti e parole. L'autore fa ciò
attraverso due parallelismi: uno traccia le differenze che ci sono tra la
famiglia protagonista del romanzo e la restante parte di coloro che popolano il
paese. Infatti Padron 'Ntoni insegna ed impone alla propria famiglia i valori
dell'onore e della laboriosità e il resto dei cittadini viene sopraffatto dal futile
quanto pericoloso mito del denaro e del successo sociale, spesso a scapito degli
altri. L'altro parallelismo si ha nella divisione della stessa famiglia Toscano:da
una parte gli Eneadi, i membri della famiglia a cui fa capo Padron 'Ntoni,
ormai rassegnati ad una tragica fine e dall'altra parte gli Ulinidi, ovvero la
parte più "giovane" della famiglia, capeggiata da 'Ntoni ed alla continua
ricerca di qualcosa di diverso.
Tempo e
Spazio
“Buon tempo e mal tempo non dura tutto il tempo”
La storia si svolge tra il 1865 e il 1878, ma il tempo e lo
spazio sono individuati e scanditi secondo la prospettiva
di Trezza. Le coordinate temporali sono le festività
religiose e le stagioni. Le vicende si svolgono negli spazi
noti in paese, luoghi di ritrovo degli abitanti. I paesaggi
sono simboli della realtà siciliana. Infatti il mare è un
ulteriore personaggio del racconto; il paese di Trezza,
situato a nord di Catania, è emblema della Sicilia.
Stil
e
“Chi fa credenze senza pegno, perde l’amico, la roba e l’ingegno. Al giorno d’oggi nessuno è contenuto
del suo stato e vuol pigliare il cielo a pugni”
Verga è considerato un innovatore linguistico, in quanto il suo
intento è "tradurre l’oralità in scrittura" e nel calare il dialetto
siciliano nelle forme dell'italiano parlato. Particolarmente
rivelanti sono i proverbi: essi sono indice di un atteggiamento
mentale di Verga, in quanto non aiutano a comprendere e
affrontare la realtà, ma servono a illudere. Il suo linguaggio si
basa sui monologhi, dialoghi e detti siciliani, evidenziando
nella dicitura un tono lirico. Infine si noti la frequente
presenza di "ca" siciliano (“che” italiano), l'eccessivo uso del
discorso indiretto (libero) e la brevità dei periodi.
Provvidenza
“Il mare è amaro e il marinaro muore in mare”
Ad Acitrezza nel periodo verghiano vi era
un culto per la Madonna della
Provvidenza ed era uso comune da parte
dei pescatori, prima di andare in mare,
passare e fare una preghiera alla loro
protettrice.
Per gli umili del Verga, che si rassegna al destino, non esiste il concetto
della “divina provvidenza”: gli unici punti di riferimento per questa gente
sono la famiglia (focolare domestico) e “la roba”. L’imbarcazione da pesca
dei Malavoglia affondata, infatti, per ironia dello scrittore, si chiama
Provvidenza.
I Malavoglia nel loro
tempo
“Il galantuomo come impoverisce diventa birbante”
Questo racconto è lo studio profondo del come probabilmente debba arrecare in una
famigliola vissuta sino allora relativamente felice, la vaga bramosia dell’ignoto,
l’accorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio. Il titolo “I Malavoglia”,
scomposto nei suoi costituenti lessicali, può alludere al tentativo negativo di ascesa
sociale della famiglia Toscano. Per Verga la vita è lotta, fatica e, spesso, fallimento sia
per chi difende le tradizioni e i valori umani, sia - e ancor più - per chi si getta nella
fiumana della competizione economica. Le persone che devono essere maggiormente
ammirate sono quelle che, appartenendo alle classi povere, lottano per il bene della
famiglia, valore supremo della vita. L’autore dà voce agli esclusi, agli emarginati, ci
ricorda il prezzo del progresso. Il costo che gli individui, mossi da irrequietudini,
avidità, egoismo, debolezze, vizi, passioni, pagano percorrendo il cammino fatale e
faticoso per emergere da una società in cui le classi sociali sono immobili e non è
lasciata nessuna possibilità alla libera iniziativa.
I Malavoglia nel nostro
tempo
“Il motto degli antichi mai mentì”
All'odierna solitudine metropolitana si contrappone la curiosità dei
paesani, il giudizio della gente, non necessariamente la solidarietà
perché ciascuno è legato al proprio interesse. Relazionato ai nostri
giorni, Padron ‘Ntoni si può considerare come un operaio, che stenta
ad arrivare a fine mese e non riesce a sostenere le spese della famiglia.
Nonostante ciò, quest’uomo ha spirito di iniziativa e non cede alle
lusinghe della malavita. Di contro ‘Ntoni è colui che accetta la
sconfitta e si abbandona all’illegalità anche allontanandosi dalla Sicilia,
rinunciando al suo amore per la “patria” (concetto riconducibile al
brano musicale). Il concetto di provvidenza, assente nei Toscano, è la
fede in Dio, Colui che aiuta a sperare in un futuro migliore.
Cecere Maria
Cimmino Francesco
Di Lullo Giuseppe
Ogni citazione presente come sottotitolo nelle diapositive è un proverbio di Padron
‘Ntoni.
Inoltre ringraziamo Giovanni Verga che ci ha permesso, grazie al suo lavoro, di creare
questo progetto.
Fragnito Marco
Rubino Martina