Dott.ssa Elisa Papa – albo n° 5343 del 3/3/2008 Associazione MeC Educational www.meceducational.it.
Download
Report
Transcript Dott.ssa Elisa Papa – albo n° 5343 del 3/3/2008 Associazione MeC Educational www.meceducational.it.
Dott.ssa Elisa Papa – albo n° 5343 del 3/3/2008
Associazione MeC Educational www.meceducational.it
“Né la scuola, né la famiglia possono
farcela da sole oggi.
Educare è troppo difficile, è un compito
che non sopporta più la solitudine.”
Milani P., Co-educare i bambini, Pensa MultiMedia, Lecce, 2009, p. 9
.
“La scuola perseguirà costantemente l’obiettivo
di costruire un’alleanza educativa con i genitori.
Non si tratta di rapporti da stringere solo in
momenti critici, ma di relazioni costanti che
riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino
vicendevolmente
nelle
comuni
finalità
educative.”
Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo dell’Istruzione,
MPI, 2007, p. 18.
Fragilità matrimoni e convivenze
Pluralità di tipologie di “famiglia”
Doppia carriera dei genitori
Transizione alla genitorialità in età sempre più
avanzata e forte investimento sul figlio (spesso
unico)
Mancanza di modelli educativi intergenerazionali e
di reti di sostegno familiari e nella comunità
Scarsità di politiche familiari
Aumento delle incertezze occupazionali e delle
difficoltà economiche
“Di fronte alla complessa realtà sociale, la scuola ha bisogno
di stabilire con i genitori rapporti non episodici o dettati
dall’emergenza, ma costruiti dentro un progetto educativo
condiviso e continuo.
La consapevolezza dei cambiamenti intervenuti nella società
e nella scuola richiede la messa in atto di un rinnovato
rapporto di corresponsabilità formativa con le famiglie, in
cui con il dialogo si costruiscano cornici di riferimento
condivise e si dia corpo a una progettualità comune.”
Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo dell’istruzione, MPI, 2007, p. 19
“Ricordiamo l’adolescenza come il periodo
dalle emozioni più intense e dalle
esperienze più vere.
Un adolescente si butta con ogni cellula del
suo corpo in quel che fa, se non altro perché
è la prima volta”.
Stephen Littleword
"L'adolescente è al tempo stesso egoista al massimo e tuttavia
capace di sacrificio come mai più sarà nella vita successiva;
stabilisce le più appassionate relazioni amorose, ma le
interrompe con la stessa immediatezza con cui le ha iniziate;
passa da un'entusiastica partecipazione alla vita della
comunità, ad un'invincibile propensione alla solitudine; da una
cieca sottomissione ad un capo ad una caparbia ribellione
contro qualsiasi autorità.
E' egoista e materialista e contemporaneamente altamente
idealista. A volte rozzo e irriguardoso verso chi gli è accanto, è
personalmente sensibilissimo ad ogni umiliazione; il suo umore
oscilla tra il più sconsiderato ottimismo e un dolore universale,
tra un entusiasmo infaticabile e un'assoluta indolenza..."
L' adolescenza è una fase della vita caratterizzata dalla
ricerca della propria identità.
E’ un periodo fisiologico (14-20 anni per il maschio; 12-18
per le femmine) di transizione molto complesso e delicato
in cui avvengono trasformazioni fisiche, psichiche,
emotive e relazionali a volte laceranti.
Questo processo di crescita è raramente indolore sia per
l'adolescente che per i genitori e appare quindi come una
fase che accomuna, nella turbolenza e nella messa in
discussione, i figli, i genitori e la famiglia intera.
L'adolescente suscita sconcerto e sentimenti
contrastanti: da un lato fa tenerezza perché
appare tanto fragile, dall'altro suscita irritazione
perché proietta sull'ambiente circostante le sue
lotte interiori e i suoi conflitti.
una crescita ed una modificazione improvvisa del
corpo con un conseguente cambiamento dello
schema corporeo e dell’immagine che il soggetto ha
di sé.
una maturazione sessuale legata ad una emergenza
di pulsioni sessuali di notevole intensità,
sviluppo cognitivo: passaggio qualitativo da un tipo
di pensiero operativo-concreto ad uno astrattoipotetico-deduttivo.
Individuazione e separazione sono i due principali
compiti e processi evolutivi che riguardano
l'adolescente e la sua famiglia. Processi che
avvengono spesso in modo conflittuale.
Oggi l'adolescente, a differenza di un tempo, ha
sempre meno punti fermi, non conosce i dettagli
del suo futuro e percepisce l'atmosfera generale di
incertezza; questo lo rende impaurito.
L'adolescente
giovane
può
Ulisse
essere
che,
considerato
terminate
le
un
lotte
dell'infanzia, ha bisogno di esplorare il mondo,
vivere coinvolgenti passioni per poi ritornare a
Itaca, a casa, dove la fedelissima Penelope (la
famiglia) lo aspetta. Il conflitto con i genitori
viene risolto solo quando questi permettono al
giovane di scegliere la sua strada e il suo destino
senza condizioni.
La separazione dai miti affettivi e dalle utopie
dell'infanzia passa attraverso sia la delicata fase di
elaborazione del lutto sia l'esperienza narcisistica.
L'adolescente compensa la perdita di interesse delle
figure genitoriali idealizzate dell'infanzia e la "morte
del bambino", con il potenziamento narcisistico del
Sé. La richiesta di approvazione delle proprie
capacità
e
il
senso
di
onnipotenza
che
caratterizzano il suo vissuto sono funzionali al
processo di crescita.
Il gruppo di coetanei sostituisce in parte il ruolo affettivo
familiare. In questa comunità di adolescenti che aggrega
membri provenienti da vari ambiti (scuola, sport, attività
ricreative ecc.) i ragazzi trovano sostegno, solidarietà e
diversi stimoli.
Il coinvolgimento affettivo dell'adolescente nel gruppo e il
profondo senso di appartenenza favoriscono il suo processo
di socializzazione e lo aiutano a separarsi gradualmente
dalle figure genitoriali. L'esperienza del gruppo offre inoltre
all'adolescente valori ideali di riferimento e un progetto
comune in cui riconoscersi.
Da un punto di vista psicologico se non c'è conflitto può
voler dire che questo non viene mostrato o addirittura non
è permesso.
I contesti in cui non si litiga affatto sono sospetti, poiché il
contrasto ci deve essere.
Il conflitto è fisiologico e fondamentale, talvolta duro,
ma dopo il conflitto genitori e figli cominciano a guardarsi
maggiormente come esseri autonomi.
Lo scontro è utile e opportuno, anzi ad un certo
punto è inevitabile, ad esempio quando i figli
cominciano a pensare di poter uscire di casa e
rientrare quando vogliono e si scontrano con la
regola imposta dai genitori. Chiaramente a quel
punto la vita dell'adolescente diventa difficile, ma
deve essere così, è opportuno come spinta verso
l'esterno. I genitori, da parte loro, si chiedono
sicuramente come ci si deve comportare con i figli
adolescenti che si ribellano.
L’adolescente inoltre è spesso vittima delle
incongruenze degli adulti, delle volte gli viene
chiesto di comportarsi come un bambino: “queste
cose sono da grandi, non hai ancora l’età per farle…
ecc.”; e invece altre di dover saltare all’età adulta
con un jet supersonico per comportarsi in modo
che,
giustamente,
ancora
potrebbe
non
appartenergli: “ormai sei adulto e devi capire che…
ecc., ecc.”.
L’adolescente possiede tutte le caratteristiche del
pensiero
anticipatorio,
quello
che
ha
la
caratteristica del “possibile”, il quale gli permette di
iniziare a pensare al futuro e a tutto ciò che lo
caratterizza, di stendere teorie su se stessi e sul
mondo, ecc
Egli, possedendo tutte le caratteristiche del
pensiero adulto, desidera anche metterle in pratica.
Ma questo non gli risulta facile perché, anche se
possiede un’intelligenza ben sviluppata, nello
stesso tempo non possiede una simile maturità
nella sua intelligenza emotiva. Per cui ciò è di
ostacolo ad esistere in modo ben definito.
Se ci mettessimo ad osservare un adolescente,
noteremmo chiaramente nel suo comportamento la
coesistenza sia di impulsi verso l’autonomia, nonché
l’inerzia delle esperienze infantili.
Tale realtà causa un certo tipo di comportamenti e i
loro opposti (forti ribellioni alternate a passive
sottomissioni; presenza di forte iniziativa ma
facilmente
seguita
di
forte
pigrizia;
ecc..).
Insomma, tutto questo indica chiaramente nel
conflitto adolescenziale, la simultanea presenza di
un
forte
desiderio
di
andare
avanti
verso
l’autonomia ed un bisogno altrettanto forte di
tornare indietro verso la dipendenza.
Quando i figli diventano adolescenti ci si trova a un punto
centrale del matrimonio, in cui le modalità interattive tra i
componenti del nucleo seguono un certo tipo di copione
abbastanza stabile.
Nel tempo si sono ormai stabilite determinate regole di
relazione che regolano i rapporti e gli scambi tra i componenti
della famiglia.
E ci possiamo trovare di fronte
a un
equilibrio più o meno funzionale al benessere famigliare che
l'adolescenza dei figli mette SEMPRE in discussione.
I comportamenti dei figli non sono sempre facili da
comprendere
e
gestire
e
sono
alla
base
di conflitti frequenti. E’ una crisi per tutta la famiglia. Tutto
ciò richiede alla famiglia di riorganizzarsi, rinegoziando
relazioni, regole e ruoli al suo interno.
Da una parte abbiamo un giovanissimo che all'improvviso
sembra fare l'esatto contrario di ciò che gli e' stato
insegnato:
perennemente
arrabbiato,
insolente
e
aggressivo, sfida l'autorità e provoca costantemente una
reazione da parte dei propri genitori.
Dall'altra parte, abbiamo una coppia coniugale che
diviene ancor più complice nel preoccuparsi di un
figlio/a che mostra segni di disagio importanti, e
che mina profondamente la tranquillità familiare.
In questo clima di guerra, la coppia appare
totalmente assorbita dal " problema figlio" e quindi
la mancanza di affetto, comunicazione, tempo,
contatto fisico tra i due, viene così giustificata.
Inoltre ci si comincia a rendere sempre più conto
che prima o poi
questi se ne andrà di casa e
ritorneranno a essere solo coppia.
Inoltre può essere che la coppia nel tempo si sia
abituata a scontrarsi soprattutto per questioni
inerenti i figli, evitando così di affrontare problemi
che la riguardano direttamente, mantenendo una
certa stabilità nel rapporto coniugale.
L’adolescenza del figlio inevitabilmente rifletterà ai
genitori ciò che sono.
Potrebbe svelare la solitudine della coppia, il non senso
della vita personale, la mancanza di stimoli e passioni e
quindi la crisi sarà ancora più profonda e duratura.
Ma se mamma e papà hanno mantenuto una propria
vita slegata dalla genitorialità, se ne riapproprieranno,
riducendo il tempo da dedicare al figlio e riscoprendo
quello per la coppia e/o per la vita personale.
- Imparate a rispettare le idee, i pensieri e i
sentimenti di vostro figlio/a qualunque essi siano;
- la casa e' il luogo dove sentirsi accolti come
giovani adulti e non accuditi come bambini;
- un adulto che conserva un suo spazio personale
insegna al figlio il rispetto di se' e dell'altro non
come puro atto formale ma sostanziale;
- una coppia viva e passionale e' un modello di
relazione d'amore sana per i figli;
- una coppia in crisi che non si nasconde e' un esempio
di coraggio e lealtà, nel rispetto della distanza
emotiva;
- dove c'e' un conflitto, nessuno ha ragione o torto, ma
i più maturi devono comprendere i più giovani e
fornire loro nuovi strumenti per superare le
difficoltà.
“Chi si mette in atteggiamento di ascolto è
aperto in un modo fondamentale. Senza questa
radicale apertura reciproca non sussiste alcun
legame umano. L’essere legati gli uni agli altri
significa sempre, insieme, sapersi ascoltare
reciprocamente”.