TEMATICA: IL BAMBINO ADHD NEL CONTESTO CLASSE SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA •Ruggieri Tatiana Diego •Gariazzo Valentina •Guerri Stefano • Giammarioli Chiara •Landrini Elisa •Hysembegasi Eva •Lolli L’APPROCCIO.

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Transcript TEMATICA: IL BAMBINO ADHD NEL CONTESTO CLASSE SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA •Ruggieri Tatiana Diego •Gariazzo Valentina •Guerri Stefano • Giammarioli Chiara •Landrini Elisa •Hysembegasi Eva •Lolli L’APPROCCIO.

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TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 2

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 3

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 4

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 5

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 6

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 7

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 8

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 9

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


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TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 11

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 12

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 13

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 14

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 15

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 16

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 17

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 18

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 19

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 20

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 21

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?


Slide 22

TEMATICA: IL
BAMBINO ADHD
NEL CONTESTO
CLASSE

SOTTOTEMATICA: LA PRESA IN CARICO DEL BAMBINO ADHD E DELLA FAMIGLIA
•Ruggieri

Tatiana
Diego
•Gariazzo Valentina
•Guerri Stefano
• Giammarioli Chiara
•Landrini Elisa
•Hysembegasi Eva
•Lolli

L’APPROCCIO MULTIMODALE
Studio coordinato dal National Institute of Mental Health (NIMH) degli Stati Uniti

Caratteri dell’approccio
579 bambini con ADHD di età
compresa tra i 7 e i 9 anni
Trattamenti:
-Psicologico
- Comportamentale intensivo (parent
training, behaviour modification e
social skill training per i bambini,
training e supervisione per gli
insegnanti)
- Esclusivamente farmacologico
- Combinato farmacologico e
psicologico

Confronto con

Trattamento
di Routine

L’APPROCCIO MULTIMODALE
- Terapia farmacologia
- Terapia Combinata

Più efficaci

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

No differenze

Trattamento
Combinato

- Intervento psicologico intensivo
senza farmaci
- Trattamento di routine

Trattamento Combinato

moderatamente più
efficace per i ADHD con
disturbi d’ansia associati

Trattamento
esclusivamente
farmacologico

L’APPROCCIO MULTIMODALE - ANALISI ALTERNATIVA
Soggetti che risultano clinicamente indistinguibili dai bambini senza ADHD

Analisi Alternativa %
70
60
50
40
30
20
10
0

25

34

55

67

L’APPROCCIO MULTIMODALE, CONSIDERAZIONI
1.

2.

3.

Ogni intervento terapeutico per i
bambini con ADHD deve essere
accuratamente personalizzato
preceduto da una accurata valutazione
clinica e seguito con frequenti visite di
controllo (almeno mensili).
La terapia farmacologica costituisce una
risorsa efficace e potente per aiutare
questi bambini. Pertanto, tale tipo di
terapia dovrebbe essere disponibile per
tutti quei bambini per i quali il
trattamento psicologico risulti solo
parzialmente efficace.
La combinazione del trattamento
farmacologico con l’intervento
psicologico offre alcuni vantaggi rispetto
al trattamento esclusivamente
farmacologico: migliora le relazioni tra
coetanei, aumenta le soddisfazioni dei
genitori per il trattamento, permette di
utilizzare minori dosi di farmaci.

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE INTERAZIONI SOCIALI
-

-

I problemi nelle interazioni sociali
possono sorgere in quanto i
bambini con ADHD hanno delle
difficoltà nel modificare le loro
reazioni in risposta a dei
cambiamenti nei compiti o nelle
situazioni.
I bambini con ADHD non possono
elaborare i segnali sociali
accuratamente e possono trarre
conclusioni sbagliate per quanto
riguarda le intenzioni altrui

L’APPROCCIO MULTIMODALE, LE TECNICHE D’INTERVENTO








Le tecniche che possono essere applicate per
sviluppare le abilità basilari di conversazione,
fanno crescere le abilità sociali nella
risoluzione dei problemi e rinforzano
direttamente i comportamenti sociali
appropriati
I ragazzi con ADHD più moderato possono
trarre beneficio dalla partecipazione ad attività
sociali supervisionate insieme ai loro coetanei
Per bambini con livelli di iperattività più gravi
possono essere maggiormente utili programmi
più strutturati.

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
INTERVENTI COMPORTAMENTALI
 Sono volti ad insegnare al soggetto le
abilità di regolazione del
comportamento che non possiede


Vengono insegnate attraverso meccanismi
di premio e punizione

INTERVENTI COGNITIVI
 Cercano di far sviluppare al bambino
abilità di self-control e di risoluzione
dei problemi
 Esempi:


Self-instruction → Istruire gli individui ad
utilizzare strategie “self-talk” attraverso una
tecnica che suddivide la risoluzione dei
problemi in varie tappe: identificazione di un
problema, la generazione di alternative, la
scelta, la realizzazione e la valutazione di
una soluzione.



Training specifico per le tecniche di
controllo della collera

INTERVENTI TERAPEUTICI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Gli interventi cognitivocomportamentali migliorano il
comportamento all’interno del
contesto familiare e accrescono
l’autostima, ma non modificano
in modo significativo la
situazione in classe.
E’ opportuno affiancare
interventi meta-cognitivi (abilità
di comprensione del testo,
problem solving)

PARENT EDUCATION
Valutazione situazione genitoriale
Eventuale ricorso ad una terapia
psicologica del genitore
Fornire ai genitori informazioni sulle
caratteristiche del disturbo del figlio ed
eventualmente metterli in contatto con
associazioni di supporto
Parent-training

1.
2.
3.

4.
1.

2.

Parte Cognitiva: ristrutturare le
attribuzioni di senso dei genitori circa i
comportamenti negativi dei loro figli.
Parte Strategica: ricorso strategie
comportamentali →
- fornire un alto grado di attenzione
positiva conseguente alla compliance e
ad altri comportamenti desiderabili;
- sviluppare delle aspettative chiare,
coincise e coerenti per il
comportamento;
- utilizzare delle conseguenze negative,
non fisiche, per i comportamenti
problematici in modo non punitivo;
- concordare e far rispettare un numero
minimo di regole comportamentali

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI
È

necessaria la
comunicazione tra casa,
scuola e professionisti.
 Unire i programmi di
ricompense a casa e a
scuola (il bambino
guadagna dei punti a
scuola che può riscattare
con privilegi extra a casa).

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI




Consulenza sistematica: prevede incontri
regolari durante tutto l’anno scolastico, con
una frequenza quindicinale per i primi tre
mesi e mensile nel periodo successivo.
Obiettivi:














informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul
trattamento che viene proposto
fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e
tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici
mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le
proprie risorse emotive e di autocontrollo e migliorare la
relazione con l’alunno, attraverso la ridefinizione delle
attribuzioni
spiegare come utilizzare specifiche procedure di
modificazione del comportamento all’interno della
classe
informare su come strutturare l’ambiente classe in base
ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD
suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare
l’apprendimento dell’alunno con ADHD
spiegare come lavorare, all’interno della classe, per
migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i
compagni.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Accorgimenti per aiutare l’alunno con
ADHD a migliorare il rapporto coi
compagni:









rinforzare gli altri alunni quando
includono il bambino con ADHD nelle loro
attività;
programmare attività in cui il bambino
con ADHD possa dare il suo contributo;
programmare attività nelle quali la
riuscita dipende dalla cooperazione tra gli
alunni;
quando è possibile, assegnare al
bambino con ADHD incarichi di
responsabilità;
rompere i raggruppamenti fissi tra i
bambini.

INTERVENTI EDUCATIVI E COINVOLGIMENTO DEGLI INSEGNANTI


Strategie didattiche:










Modifica funzionale dell’ambiente
classe
Attenzione alle tempistiche
Scelta di materiale altamente
stimolante
Presentazione graduale dei materiali
Ricorso a metodologie come il
tutoring e l’apprendimento
cooperativo
Modificare metodi di insegnamento
e di valutazione
Manipolare le conseguenze dei
comportamenti desiderabili o
indesiderabili

SOTTOTEMATICA: CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA'

CARATTERISTICHE
PRINCIPALI

LA STORIA
1903

•Still
•Deficit
Controllo
morale

1952

•DSM1
•Due categorie
di disturbi
psichiatrici
infantili:
schizofrenia,
disturbo di
adattamento

1987

Anni
‘20

1968

•DSM3-R
•Introduzione
DDAI, lista di 14
tipologie di
comportamento.
Aumento del
26% di soggetti
diagnosticati

•Autori Vari
•Nessi causali
con precedenti
encefaliti

•DSM2
•Importanza
aspetto
motorio

1994

Anni
‘30

•Autori Vari
•Legame tra
disattenzione e
iperattività

1980

•DSM3
•DDA. Priorità
all’aspetto
cognitivo, causa di
deficit motorio.
Sottotipi: con e
senza iperattività.
16 sintomi in 3
tipologie:
disattenzione,
impulsività,
iperattività

•DSM4
•Riprende DSM3
su suddivisione
sintomi in
disattenzione,
impulsività,
iperattività

DATI STATISTICI
Associazione degli Psichiatri Americani il DDAI
Campione: popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%;

Soggetti con DDAI – Rapporto Maschi/Femmine
9
9
8
7
6
5

Maschi
Femmine

4

4
3
2
1
0

1

1

SINTOMI PRIMARI
Disattenzione

Iperattività

• Difficoltà a
rimanere attenti
o a lavorare su
un compito per
un periodo
prolungato
• Si manifesta in
situazioni
scolastiche,
lavorative,
sociali e ludiche
• A Scuola: Errori
di distrazione,
Disordine, lavori
incompleti

• Eccessivo livello
di attività
motoria o
vocale, continua
agitazione,
movimento
continuo
durante i
compiti e il
gioco,
movimenti del
corpo non
armonici.

Impulsività

• Difficoltà a
dilazionare una
risposta, ad
attendere una
gratificazione,
persistente
impazienza,
azioni
pericolose
senza valutare
le conseguenze
• Caratteristica
stabile durante
lo sviluppo

IPOTESI CAUSALI
Questione intricata e tuttora irrisolta

ELABORAZIONE DATI
Influenza

Fattori genetici tra il
70% e il 91%
Fattori ambientali tra
il 9% e il 30%

Sono i fattori neurobiologici controllati da specifici geni che determinano
l’insorgenza del DDAI, ma la gravità, l’evoluzione e la prognosi dei sintomi dipendono
da fattori legati all’educazione e all’ambiente sociale in cui si trova inserito il
bambino (Barkley, 1998)

L'ALUNNO IPERATTIVO E DISATTENTO A SCUOLA
Caratteristiche:

- Motivazione all’insegnamento
- Tolleranza stress
- Formazione psico-pedagogica
- Tono dell’umore
- Convinzioni personali
Non Conoscenza
ADHD
- Burn Out

Conoscenza
ADHD
- Strategie
efficaci

Insegnante

Comportamenti – problema
- Strategie di gestione
- Variabili che influenzano le reazioni
- Progetto
- Procedure di modifica del
comportamento
- Errori da evitare
- Successo dell’intervento

Obiettivi:
- Autocontrollo
- Incremento comportamenti funzionali
- Incremento attenzione
- Autocontrollo collera
- Moglioramento dell’azione
- Potenziamento dell’apprendimento
- Incremento autostima

Pianificazione Intervento
- Intervento congiunto
- Ambito scolastico/psicologico
- Tecniche/strategie opportune
- Valutazione della motivazione
- Emozioni e comportamenti prevalenti
- Risorse personali

Metodo cognitivo-comportamentale
- Osservazione diretta e precisa
- Descrizione dei comportamenti- problema
- Programmazione dettagliata dell’intervento
- Procedure derivanti da principi
- Coinvolgimento persone significative
- Verifica sistematica risultati

CONCLUSIONE

FINE?