EDITH STEIN SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE VERGINE E MARTIRE ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire Compatrona d'Europa (1891-1942) A V A N Z A M E N T O M A N U A L E 1891.
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
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1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
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1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
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1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
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1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
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A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
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A
N
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A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
Slide 11
EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
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U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
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1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
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1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
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E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
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U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
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M
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N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
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U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
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A
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T
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M
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A
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E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
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A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
Slide 21
EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
Slide 22
EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
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L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
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A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
Slide 25
EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
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U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
Slide 2
EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
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A
M
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N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
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Z
A
M
E
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T
O
M
A
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U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
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L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
Slide 6
EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
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A
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M
A
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A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
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M
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N
T
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M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
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Z
A
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E
N
T
O
M
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A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
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E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
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L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
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Z
A
M
E
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T
O
M
A
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U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
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M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
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Z
A
M
E
N
T
O
M
A
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U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
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Z
A
M
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T
O
M
A
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U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
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L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
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L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli
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EDITH STEIN
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
VERGINE E MARTIRE
ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire
Compatrona d'Europa
(1891-1942)
A
V
A
N
Z
A
M
E
N
T
O
M
A
N
U
A
L
E
1891. EDITH
nasce a Breslavia,
allora in Germania,
undicesima e ultima
figlia di una coppia
di sposi ebrei.
Breslavia
(attualmente
è la città
polacca di
Wroclav)
A due anni rimane orfana di padre .
La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna
profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica.
Verso i quindici
anni abbandona la
fede in cui è stata
educata …
Tutta la sua
adolescenza si
protende nel culto
verso la verità
come sviluppo
della conoscenza,
e verso la difesa
della dignità
della donna.
1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città.
Si trasferisce all’Università di
Gottinga, dove fa il primo
incontro determinante della sua
vita, quello con il filosofo
Edmund Husserl, fondatore
della fenomenologia.
Fenomenologia:
Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano.
Husserl ha una grande stima di
Edith e la sceglie come sua
assistente all’università di
Friburgo.
1917:
Edith si occupa di decifrare e sistemare
l’enorme produzione di manoscritti e appunti
del maestro, molto esigente.
Alcuni fenomeni particolari, da cui viene
interiormente toccata, cominciano a farle
scoprire il fenomeno religioso:
l’incontro con la personalità affascinante di
Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito;
poi due anni di esperienza al fronte come
crocerossina durante la prima guerra
mondiale, che la mette a contatto col
mistero della sofferenza . . .
. . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in
una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio.
“… Al
vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per
una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita
a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.”
L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella
chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
Edith è convinta di trovare la
giovane vedova nel lutto e
nella disperazione.
Trova invece un’atmosfera di
indicibile pace e vede l’amica
con il volto segnato dal
dolore, ma come trasfigurato.
(Successivamente la vedova
Reinach diverrà cattolica).
“… Fu quello il mio
primo incontro con la
Croce, con quella forza
divina che la Croce dà a
coloro che la portano . . “
“ E’ per questo che, nel
prendere l’abito di Carmelitana,
ho voluto aggiungere al mio
nome quello della Croce “
Una sera del 1921 Edith è ospite in
casa di amici e sceglie a caso un libro
dalla loro biblioteca:
Vita di Santa
Teresa d’Avila
scritta da lei stessa
“Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata
alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!”
Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino
andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò
a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla
prima Santa Messa della sua vita.
“Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola
cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo
un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con
molto stupore …
-Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?
Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo
Padre, mi interroghi –”
Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era
nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita.
Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in
quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di
“Teresa”.
Dal 1928 al 1931 numerosi
congressi e conferenze a
Colonia, Friburgo, Basilea,
Vienna. Salisburgo, Praga e
Parigi.
1932:
Libera docente
a Münster
1933:
Il nazismo avanza. Hitler impone
l’allontanamento degli ebrei da ogni
pubblico impiego.
25 Febbraio 1933:
Edith Teresa tiene la sua ultima lezione.
Le viene concesso di
entrare al Carmelo di
Colonia, dove prende
il nome di
Teresa
Benedetta
della Croce.
In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che
nulla sanno della sua fama né delle sue capacità.
I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica:
rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno.
I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e
l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario
della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis
1938: viene trasferita
al Carmelo di Echt,
in Olanda.
1939: scoppia la
seconda guerra
mondiale
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei.
In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26
luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente
le deportazioni di tutti gli ebrei.
Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un
discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi
la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i
cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori
nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si
presenta al monastero di Echt per
prelevare la “monaca ebrea”.
Sul suo tavolo la Scientia Crucis
è quasi finita.
Le ultime parole di
Edith che le consorelle
odono sono rivolte alla
sorella Rosa, con lei al
monastero:
Vieni, andiamo per
il nostro popolo
Aveva scritto, nel 1939:
“Sotto la croce
avevo capito il
destino che per il
popolo di Dio
cominciava ad
annunciarsi in quel
tempo … Certo,
oggi so meglio che
cosa voglia dire
essere sposata con
il Signore nel segno
della croce. Capirlo
veramente non lo si
potrà mai: è un
mistero “.
Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento
descrive l’immagine di una donna che
“si distingueva per il comportamento pieno di
pace e l’atteggiamento calmo”.
Suor Teresa
Benedetta si occupò
dei bimbi piccoli,
li lavò, li pettinò,
procurò loro
il nutrimento e le
cure indispensabili
Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il
suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano
smarriva – in buona maggioranza – la sua
fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel
sangue ariano ….
Nella sua stessa persona Edith espresse
questo vero dramma teologico:
uccisa come ebrea …
perché non aveva “sangue nordico”,
da ex-cristiani che si dedicavano a
inventare un nuovo paganesimo, …
… uccisa perché cristiana,
per vendetta contro i vescovi che quel
paganesimo avevano voluto condannare.
In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla:
“…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si
può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata
convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”.
Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani:
a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e
a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana)
… si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa …
Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287
Elaborazione : Laura Baravelli