Nell’era di Internet, della comunicazione veloce e globalizzata, la mobilità delle persone all’interno della vasta Europa dei 27 diventa un imperativo per.
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Transcript Nell’era di Internet, della comunicazione veloce e globalizzata, la mobilità delle persone all’interno della vasta Europa dei 27 diventa un imperativo per.
Nell’era di Internet, della comunicazione veloce e globalizzata, la
mobilità delle persone all’interno della vasta Europa dei 27 diventa
un imperativo per tutti.
Noi studenti, attraverso l’apprendimento delle lingue straniere,
abbiamo nelle mani l’opportunità di stabilire contatti e creare
legami con studenti di altre nazionalità.
Gli scambi diventano quindi un modo efficace per conoscere
culture, condividere esperienze,confrontarsi e crescere dal punto di
vista umano e professionale.
Abbiamo voglia di cogliere queste
rispondere a queste sfide!
chances e
Gli alunni delle classi:
3^A/igea - 3^B/mercurio - 3^D/iter
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Il territorio
Le città
La popolazione
Le tradizioni locali
Gli itinerari enogastronomici
Le abitudini e stili di vita
I periodi di scambio interculturale
Trani
Il nome di Trani da Tirenum oTurenum. Secondo un’antica leggenda Trani
fu fondata da Tirreno figlio di Diomede. Trani nel corso dei secoli X-XII si
affermò come emporio tra il Levante e gli altri stati d’Italia. Il suo porto
divenne uno tra i più importanti dell’Adriatico. Il centro storico è ricco di
stupende chiese e di palazzi nobiliari, testimonianze di un illustre passato.
Il Castello Svevo di Trani fu fatto costruire da Federico II nel 1233 e
compiuto nel 1249, per opera del barese Stefano Romualdo.
Il castello fu trasformato nel ‘400 e nel ‘500 e poi deturpato da aggiunte
posteriori; fino a pochi anni or sono era un carcere.
Il Castello Svevo
Trani: la Cattedrale
La cattedrale romanica è senza dubbio una delle
più belle chiese del romanico pugliese. Dedicata a
San Nicola Pellegrino fu edificata subito dopo la
canonizzazione del santo avvenuta nel 1099.
La splendida posizione sul mare e l’utilizzo della
pietra locale donano alla costruzione una particolare
luminosità. La chiesa superiore, in stile romanico,
ad impianto basilicale poggi su due cripte; quella di
San Nicola il pellegrino e quella di Santa Maria. Il
portale della cattedrale è impreziosito dalla porta
bronzea scolpita da Barisano da Trani. Di
particolare pregio è l’elegante campanile tra i più
belli di Puglia.
Bari: una città crocevia di genti e culture
Durante l’età Romana Bari diventò un centro
importante di smistamento dei traffici grazie alla
costruzione di una strada chiamata Traiana che la
collegava a Benevento e Taranto.
Nel medioevo fu occupata dai goti e poi se la
contesero Bizantini, Longobardi e Saraceni. Sotto
questi ultimi Bari divenne un centro fiorente di
commercio con i porti d’Africa.
Influssi arabi pervasero anche il campo culturale e
scientifico nonché quello dell’architetture e della
scultura.
Lo splendido Corso Vittorio Emanuele separa la
città in due parti distinte: la nuova e la vecchia.
L’antica città medievale che si affaccia sul mare a
mantenuto la sua pianta medievale per secoli e
costituisce la veduta artistica più importante della
città.
La città nuova iniziata nel 1813 con decreto di
Gioacchino Murat ha un fascino vivace e moderno
con i suoi viali e i suoi edifici eretti grazie alla
trasformazione urbana degli ultimi due secoli.
Bari: la Basilica di S. Nicola
Percorrendo il Lungomare Imperatore Augusto si raggiunge la Basilica di
San Nicola che domina la città vecchia. E’ uno degli esempi più rilevanti
dello stile Romanico Pugliese.
Iniziata dall’abate benedettino Elia nel 1107 per ospitare i resti mortali di
San Nicola fu completata nel 1197.
La basilica ha una magnifica
imponente facciata con tre portali
circondati da due torri tronche.
Bari: il castello Svevo
Il castello Svevo costruito da Federico II su preesistenti
fondamenta Normanne di cui conserva la pianta interna e le due
torri. Il castello fu la sontuosa residenza delle duchesse Isabella
d’Aragona e Bona Sforza.
La Cattedrale
Fondata secoli prima dell’arrivo dei Romani, Ruvo custodisce una
meravigliosa testimonianza del suo passato: la Cattedrale dell’Assunta, la
cui costruzione ebbe inizio nel tardo XII secolo, segue uno stile Romanico
pugliese
e
Gotico
svevo.
La facciata presenta tre portali: quello centrale ricco di decorazioni
vegetomorfe, zoomorfe e antropomorfe.
Nella parte più alta della facciata si aprono una bifora e un grande rosone.
Alla sua sommità, in una piccola nicchia, una statua di difficile
interpretazione.
L’interno si presenta diviso in tre navate e sul fondo si aprono tre alte
absidi, visibili all’esterno.
In alto il finto matroneo, mai completato. Anche all’interno uno splendido
repertorio scultoreo caratterizza le mensole del cornicione e divide la parte
inferiore dal matroneo; si tratta, ancora una volta, di una grande singolarità;
infatti la Cattedrale di Ruvo si presenta al visitatore come una delle più
belle perle di Puglia.
Il museo Jatta
Il museo Jatta, situato a Ruvo di Puglia, fu costruito fuori città: un
vero e proprio palazzo, progettato dall'architetto di Bitonto Luigi
Castellucci, con lo scopo di accogliere le due parti della collezione
fino ad allora divise tra l'antica casa della famiglia qui a Ruvo, e la
residenza napoletana di Giovanni Jatta.
Il palazzo è stato ideato come una vera e propria casa-museo:quì i
vasi sono sistemati secondo un criterio di "bellezza" seguendo il
gusto dell'epoca.
Il museo si divide in quattro stanze.
La storia di Terlizzi ha radici remote, risalenti al periodo
dell’espansione longobarda in Puglia, all’inizio del secolo
VIII. La testimonianza documentaria è data da un atto
notarile, stipulato tra il 778 e 797 con cui un gastaldo di
nome Wacco dona alla abbazia di Montecassino alcuni
possedimenti fondiari tra cui un casale in TRELICIO. La
successiva conquista normanna costituisce un momento di
svolta importante, poiché Terlizzi diventa terra feudale.
Nel 1073 il conte Amico ne fa una fortezza così che tale
feudo da locus passa a castellum o castrum e infine a
civitas ( 1133 ). Le vicende successive sono poi legate
all’avvicendarsi delle varie dinastie ( Sveva, Angioina,
Aragonese, Spagnola, Borbone) sino al 1779 che segna
l’anno del definitivo riscatto da ogni dipendenza feudale.
Le origini di Ruvo sono antichissime.
Ruvo fu capitale della Peucezia avendo i re peuceti stabilita in essa la
loro sede.
Con la colonizzazione dei Greci, iniziata verso la metà dell’VIII sec. aC.
iniziò per Ruvo un periodo florido che la porterà ad essere una delle più
importanti città della Magna Grecia.
La città raggiunse il suo massimo splendore tra il IV e il III sec. aC.
come è documentato dagli oltre 1.700 vasi raccolti nel locale museo
Jatta.
L’impero romano trasformò Ruvo in Municipium, come attesta una lapide
che sicuramente appartenne ad un monumento a Gordiano III.
Il nome di “ Rubi ”, “ Ruborum ” è presente in menzioni di carattere
letterario ( Orazio, Frontino, Plinio).
La bellissima cattedrale Romanico-Pugliese testimonia il rifiorire di una
vita spirituale artistica in epoca medioevale.
Alla stessa epoca risale il Castello da cui il 13 febbraio 1503 partirono 13
francesi che si scontrarono con altrettanti cavalieri italiani nella celebre
“ disfida di Barletta ”.
Dal 1509 al 1906 il feudo fu tenuto dai Carafa per seguire
successivamente la sorte di tutti i comuni dell’Italia meridionale.
I bambini terlizzesi non aspettano
la notte di Natale o la sera della
Befana per avere i regalini come
premio per il buon comportamento
e qualche volta anche i carboni per
ricordare le marachelle. La sera
della vigilia di San Nicola, il 5
dicembre di ogni anno, i bambini
terlizzesi mettono ai piedi del
caminetto o del fracassè una loro
scarpetta
ben
lustrata
con
all'interno la letterina di richiesta
nella quale hanno elencato i
regalini che desiderano ricevere.
Quella sera i bambini vanno a letto
presto, perché sperano di cogliere il
minimo rumore nella speranza di
veder scendere dalla "ciumener"
(camino) San Nicola affannato con il
suo sacco pieno di doni.
Il giorno di San Nicola, c'è grande
festa nelle case di Terlizzi dove i
bambini ricevono ogni sorta di dono.
Tempo addietro, San Nicola riservava
ai bambini regali molto più semplici:
tamburini, bambole di pezza, i
"tittazzinni", passeggini di legno per
le femminucce, fichi secchi imbottiti
con le mandorle, ed anche allora era
festa per quei bambini. Così di
generazione in generazione, sin dalla
notte dei tempi, Terlizzi coltiva la
tradizione dei regali di San Nicola.
La cultura dell’olio
La coltivazione dell’olivo e l’olio che si estrae dai
suoi frutti possono considerarsi tra i motivi
unificanti della cultura del territorio. La vita è
scandita dalla presenza dell’olio, sia
quotidianamente nel cibo, sia per il suo valore
rituale ed emblematico.
La pianta di origine dell’ulivo è l’Oleastro; al
Neolitico risalgono le scoperte in terra di Puglia che
attestano come le olive costituivano, già da allora,
alimento di importanza fondamentale per gli
uomini della Puglia.
L’olio extravergine di olive pugliesi presenta
diverse caratteristiche.
La qualità più delicata di olio extravergine, di
colore giallo oro, è l’ideale per le preparazioni
servite crude.
Il tipo medio, di colore giallo intenso,. Si adatta
perle preparazioni cotte a vapore al sale.
Il tipo più intenso, di colore giallo verdognolo, si
adatta per grigliate ed arrosti.
L’olio extravergine di oliva, inoltre, è l’ideale per le
fritture poiché non modifica la sua struttura
chimica fisica a temperature alte, quindi non è
dannoso per la salute.
La cucina pugliese
L’olio, l’olive e le verdure, cioè i prodotti più tipici dell’agricoltura, caratterizzano la
cucina pugliese che risulta particolarmente gustosa.
L’alimento preferito dai Pugliesi è la pasta.
Al di là della produzione industrializzata resiste ancora la tradizione della pasta
fatta in casa.
Soprattutto nei paesi le donne ancora oggi preparano orecchiette, lasagne,
“strascenate”, “mignucchie”, “chiancarelle”, “troncoli” e “pociacche”.
La tradizione popolare è legata al pane e alle sue varietà come la “frisedda”
Le “specialità”
I Panzerotti
Ingredienti
150 gr. Farina
50 gr. Sugna o burro
150 gr. Ricotta
150 gr. Mozzarella
100 gr. Salame
30 gr. Formaggio
Parmigiano
2 uova
Pepe, sale, olio di semi
Preparazione
Con farina, burro o sugna e con un po' di acqua tiepida si ottiene
una pasta morbida ed elastica, lavorandola per circa 10-15
minuti. Mentre la pasta riposerà in frigorifero o comunque in un
luogo fresco, stemperate la ricotta e mescolatela con le uova,
con il salame ed il fiordilatte tagliati a dadini, con il formaggio
grattugiato e un po' di pepe. Stendete quindi la pasta in una
sfoglia piuttosto sottile e, mettendovi il ripieno con un
cucchiaino a circa tre cm. dal bordo, formate dei mucchietti
distanti l'uno dall'altro circa tre-quattro cm. Ripiegate il bordo
che avevate lasciato libero in modo che copra i mucchietti e
tagliate i panzerotti con un bicchiere in forma di una mezzaluna.
Passate quindi a preparare una seconda fila di panzerotti fino
all'esaurimento della pasta e del composto. Friggeteli nell'olio
bollente a fuoco brillante e rigirateli dolcemente. Poiché i
panzerotti faranno parte del fritto sarà bene tenerli in caldo in
un forno appena intiepidito.
Le “specialità”
I Bocconotti
INGREDIENTI
1 kg di mandorle
800 gr di zucchero
7 uova
1 bicchierino di liquore (limoncello)
1 cucchiaio di polvere di cannella
600 gr di crosta di pasta
Cesti di alluminio
PREPARAZIONE
Bollire le mandorle in un pentola per 20 minuti.
Sbucciarle e pulirle con uno strofinaccio.
Tritarle fino ad ottenere una pasta omogenea.
Aggiungere lo zucchero e un bicchiere di
acqua in pentola e lasciarlo cucinare a fuoco
lento. Portare via l’impasto dal fuoco e farlo
raffreddare. Aggiungere le mandorle il tuorlo e
gli altri ingredienti. Frustare le uova fino ad
irrigidire l’impasto. Mescolare bene. Adesso la
pasta di mandorle è pronta. Stendere la pasta
e fare dei dischi di 10 cm di diametro.
Inumidire con l’olio il cesto e mettere i dichi
dentro. Mettere le mandorle sopra e mettere i
cesti nel tegame.
Cucinare nel forno (200° C) per un’ora e mezza.
Farli raffreddare e togliere i bocconotti dai
cesti. Dopo poche ore bagnare la pasta con il
liquore e dopo con lo zucchero
Le “specialità”
Le Cartellate
Le cartellate cono un
dolce natalizio tipico di
Ruvo e Terlizzi.
INGREDIENTI:
farina,
zucchero,
margarina vegetale,
uova,
olio d’oliva
vin-cotto.
Sesemidde
INGREDIENTI:
Farina
Vin cotto
Nocciuoli
Uova
Zucchero
Olio, limone, arancio
Cannella, garofano
Cacao e cioccolata
sminuzzata
Le “specialità”: la pasta
fatta in casa
Orecchiette, Strascinati, Cavatelli e Capunti
Tipi di pasta fatta in casa con farina, semola di grano duro e acqua. Le
massaie sono abilissime nel modellare i dischetti di pasta cava dette
orecchiette. Quando la pasta viene “strascinata” sulla spianatoia si ottengono
dei dischetti allungati e piatti chiamati appunto strascinati. Le orecchiette e gli
strascinati si cuociono con erbe di campagna o verdure d’orto, oppure si
condiscono con ragù di carne di cavallo e ricotta dura salata.
I cavatelli sono una sorta di corti gnocchi incavati di semola di grano duro da
abbinare a legumi cotti in pignatta. I capunti, più lunghi e sottili dei cavatelli,
sono ideali con il ragù o con sughi ai frutti di mare.
Capunti
Cavatelli
Orecchiette
Strascinati
Strascinati con le cime di rape
INGREDIENTI:
400 gr. di semola rimacinata
di grano duro
1 dl di acqua tiepida
600 gr. di cime di rapa
4 acciughe
100 gr. di olio extra vergine di oliva
peperoncino rosso, aglio, sale.
PREPARAZIONE:
Versate su un tagliere di legno la semola con un pizzico di
sale, fate una conca e unite l'acqua tiepida; lavorate il tutto
per una decina di minuti finché non si otterrà un impasto
sodo e liscio, dopo di che copritelo con un panno umido.
Staccate un pezzetto di pasta e arrotolatelo sul tagliere
infarinato fino a ottenere un cilindretto dello spessore di
una matita; tagliatelo a pezzetti lunghi un centimetro e con
la punta arrotondata di un coltello trascinate ogni pezzetto
sul tagliere in modo che la pasta, curvandosi, diventi simile
a una conchiglietta. Sistemate le orecchiette su di un telo e
lasciatele riposare per una notte. Mondate accuratamente
le cime di rape e lavatele in acqua fredda. Mettete a bollire
abbondante acqua in una casseruola e tuffateci le
orecchiette e le cime. Nel frattempo mettete a scaldare in
una padella l’olio con due grossi spicchi d’aglio, il
peperoncino e le acciughe lavate, diliscate e tagliate a
pezzettini. Quando gli spicchi d'aglio risulteranno ben
dorati toglieteli dalla padella e allontanate questa dal
fuoco. Scolate le orecchiette e le cime di rape cotte al
dente e versatele in una coppa da portata dove
aggiungerete l'intingolo bollente. Rimestate il tutto e
servite subito.
I DOLCI
IL FEKKAS
GHRUIBA CON CIOCCOLATO
BASTAILA
CHABKIA
IL FEKKAS CON CIOCCOLATO
I PIATTI
TAJINE CON LA CARNE E PATATE
TAJINE CON IL POLLO E PATATE
IL CUS CUS NEL TAJINE
La cucina albanese è molto semplice ed è costituita da elementi naturali e
genuini che la terra produce come olio, farina e vino.
Come in tutti i paesi, anche in Albania, ogni festività ha variegati menù.
Nel periodo natalizio, già dal giorno di Santa Lucia, si respira aria di festa e
hanno inizio i grandi preparativi gastronomici. In segno di buon augurio si
fanno assaggiare a gli amici più cari i krustulit, xhurxhullet, qinullilet.
Sempre nel periodo natalizio, ai parenti si mandano “le fritture natalizie”
insieme ad una bottiglia di vino novello. La cena della vigilia di natale
presenta un banchetto imbandito con tredici pietanze a base di pesce, visto
che è vietato mangiare carne.
Il tipico piatto è il “baccalà” che può essere accompagnato da acciughe con
la mollica.
La Pasqua è caratterizzata invece da delle vere e proprie leccornie. Il dolce
più buono è il “çiçi”, “tarallet” (gustosi taralli) il “kulaçi” (un largo pane con
un largo buco al centro) e la “riganata”.
Il “çiçi”, formato da un bastone di
pasta piegato in due ed intrecciato
alle due estremità per dare
l'espressione di un grappolo di uva.
XHURXHULLET: torrone di sesamo
INGREDIENTI: 500 gr di sesamo,
500 gr di zucchero, ¼ di mele,
300 gr di mandorle pelate.
PREPARAZIONE: Lavate i semi di sesamo, sgocciolateli e lasciateli
asciugare su una spianatoia. Quando saranno asciutti, versateli in una
padella e fateli rosolare leggermente aggiungendo lo zucchero, il miele e le
mandorle; girate continuamente con un mestolo di legno, fino a quando il
tutto avrà acquisito un colore caramellato. Versate, quindi, il composto sulla
spianatoia bagnata con acqua o succo d'arancia; inumidite le mani con
acqua e comprimete il composto ottenendo uno spessore di un centimetro
e mezzo circa. Lasciate intiepidire, tagliate a strisce larghe circa tre
centimetri e da ogni striscia ricavate dei rombi. Disponete la "xhurxullea"
su un vassoio e decorate con foglie di arancio.
La Popolazione
Da una ricerca presso gli uffici anagrafe dei Comuni di Ruvo e Terlizzi emergono i
seguenti dati sulla popolazione calcolati al 31 dicembre 2006
Comune di Ruvo
Comune di Terlizzi
M+F
Numero totale
residenti
Immigrati
Provenienza
25922
317 (182 M, 135 F)
Albania 145
Marocco 104
Altre provenienze
68
M+F
Numero totale
residenti
27436
Immigrati
430 (246 M, 184 F)
Provenienza
Albania 285
Marocco 72
Altre provenienze
73
Gli immigrati sono diventati una componente importante nella nostra società. La
scuola ospita figli di immigrati e, a tutti i livelli, avvia percorsi di integrazione e di
promozione della pluralità delle culture. La società civile si attiva per integrare i
nuclei familiari extracomunitari e per facilitarne l’inserimento attraverso leggi
appropriate. Società e scuola quindi rivalutano la diversità come elemento di
arricchimento per la società intera.
Italia:da paese di emigrazione a paese di
immigrazione
CAUSE DI IMMIGRAZIONE
1. CARESTIE
2. DISCRIMINAZIONE RAZZIALE
3. SCONVOLGIMENTI
POLITICO-ECONOMICI
4. INTOLLERANZE RELIGIOSE
5. PER MOTIVI DI LAVORO
FASI IMMIGRAZIONE
1a FASE ( 1950-1967 )
2a FASE ( 1967-1980 )
3a FASE ( 1980-2007 )
FASI IMMIGRAZIONE
•1 FASE(1950-1967)
Domanda di lavoro dei paesi industrializzati dell’Europa centrosettentrionale
•2 FASE(1967-1980)
Trasformazione da paese di emigrazione(Europa Meridionale) a paese di
immigrazione(paesi extracomunitari)
•3 FASE(1980-2007)
Crisi globale dei paesi sottosviluppati e ripresa delle economie capitaliste
Aumento di migrazioni influenzato da 3 fattori:
•Fattori di espulsione dai paesi di provenienza (demografico)
•Fattori di attrazione del paese di accoglienza(economico)
•Fattori di scelta politiche(politico)
0
ECUADOR
SENEGAL
TUNISIA
POLONIA
FILIPPINE
CINA
POPOLARE
UCRAINA
ALBANIA
MAROCCO
ROMANIA
Per motivi di lavoro
14
12
10
8
6
4
2
OGGI
I nuovi viaggiatori del Mediterraneo: un problema o una risorsa?
Il rapporto con gli
extracomunitari è certo
difficile. La maggior parte dei
cittadini risulta essere
indifferente, altri sono
addirittura contrari; più di un
terzo degli intervistati però li
considera senz’altro una
risorsa.
I giovani dimostrano una
mentalità aperta ed
accogliente.
“Nessun uomo deve sentirsi straniero in
qualunque luogo e in qualunque nazione”
(Papa Benedetto XVI )
Una importante iniziativa a Ruvo per dar voce agli immigrati.
LA CITTA’ LUOGO DI NUOVA CITTADINANZA
Proposte emerse nell’ambito della conferenza tenuta a Ruvo di
Puglia in data 16-12-06:
• Gestione del problema da parte delle associazioni locali
•Azioni progettuali che adottino strategie culturali ed economiche
efficaci
•Sostegno alla produttività locale da parte degli immigrati
Costruiamo la premessa per una nuova cittadinanza: gli immigrati
nel consiglio comunale
LA PUGLIA, TERRA DI PASSAGGIO
Terra tra due mari, balcone sul Mediterranneo. La Puglia è
attraversata da mille rotte che ricordano memorabili
peregrinazioni mitiche: quelle dei Pelasgi, i mitici approdi
dei greci, le navigazioni letterarie dell’Eneide e
dell’Odissea, ma anche le migrazioni storiche dei Japigi,
Dauni, Peucezi e Messapi.
La Puglia è anche terra di accoglienza, proprio in memoria
di tante migrazioni passate.
Tra la Murgia e il mare
La terra di Bari con la sua provincia: Andria, Corato, Trani, Ruvo,
Terlizzi, è una terra affascinante che offre al turista impagabili
bellezze naturali. Il fascino di questa terra deriva anche dalla sua
storia, dalle sue musiche e dalla leggenda. E’ la terra dell’Adriatico,
delle sue coste, della maestosità del Castel del Monte, del paesaggio
selvaggio, delle colline e dei rilievi murgiani. E’ la terra dei muretti a
secco e delle masserie, delle cattedrali, dei dolmen, delle grotte, dei
castelli, dei santi patroni, degli antichi vigneti, degli ulivi.
La Murgia
La Murgia dal latino murex, sasso sporgente è una vasta
area carsica di 90000 ettari il territorio ha una grande
importanza naturalistica è rappresenta l’ultimo esempio di
pseudo-steppa mediterranea presente nell’italia peninsulare
è uno dei più importanti paesaggi di tutto il mediterraneo.
Lo spazio è caratterizzato da
colline, pascoli, grave, doline,
grotte, e un grande silenzio che
domina tutto il paesaggio. L’area
appare un solitario deserto di
pietra. Tuttavia tra le pietre si
scorge un oasi vitale per le
numerosissime specie animali e
vegetali.
Le città sulla costa
Molfetta
Polignano
Trani
Bari
Bisceglie
Barletta
Otranto
Un capitolo affascinante della storia pugliese è
rappresentato dalle tradizioni popolari, così varie e
complesse pur sempre pregnanti di contenuti simbolici e
culturali. Tra queste un posto preminente spetta alle feste
patronali dei nostri paesi in quanto esse sono le
manifestazioni più emblematiche del folklore, le cui
connotazioni religiose sono dettate dal culto devozionale
verso i santi patroni e, soprattutto, dalla pietas mariana
verso le proprie antiche icone, spesso di origine bizantina,
venerate sotto tanti titoli e circondate, talvolta, da un alone
di prodigio e di mistero. La principale dimensione del
folklore è la spettacolarità.Tutto si svolge e si realizza
secondo uno schema tradizionale con l'accentuazione
degli elementi meravigliosi, peraltro sempre presenti
nell'agiografia dei racconti popolari.
Nel culto mariano verso la Madonna di
Sovereto a Terlizzi si avvertono anche
aspetti legati alla materialità, che ne
hanno
assicurato
il
profondo
radicamento, tra cui soprattutto la
sinergia della spettacolarità del
maestoso carro trionfale alto 22 metri
e dell'esaltante coinvolgimento della
massa dei fedeli nel solenne rito
processionale della festa patronale
nella prima domenica d'agosto.
La processione dell'immagine della Madonna di Sovereto per le vie
principali della nostra cittá, trasportata sul Carro Trionfale, orgoglio dei
terlizzesi, deriva dalla legenda che si narra relativa al ritrovamento della
stessa immagine della Vergine.
Si racconta che intorno all' XI - XII sec. un pastorello bitontino pascolava il
suo gregge nel "bosco del suvro", presso la contrada del Sovero. Il
pastorello si accorse che una sua pecorella aveva una zampa impigliata
in una buca.
Dopo aver liberato la zampa della pecorella, si rese conto
che in fondo alla buca s'intravedeva una lucina che
illuminava una piccola grotta. In fondo ad essa, si trovava
una tavola di legno con una immagine dipinta della
Madonna con Bambino. Sul luogo del ritrovamento
accorse una moltitudine di gente, sia bitontina che
terlizzese che intendeva appropriarsi dell'icona per
venerarla. Per risolvere la contesa, si decise di
posizionare l'immagine su di un carro trainato da due buoi.
L'icona sarebbe stata della città verso cui si fossero diretti i
buoi.
Il caso volle che predominò il bue
proveniente da Terlizzi e, così, i terlizzesi
festosi attribuirono tale evento al volere divino.
Da allora i terlizzesi portano in processione su di un
carro, per le vie della cittá, l’immagine della Vergine di
Sovereto. Con il passar degli anni, essi lo hanno voluto
rendere il carro sempre più grandioso fino a raggiungere
le dimensioni che attualmente ammiriamo.
In ricordo di quegli eventi i terlizzesi festeggiano in due momenti distinti la
Madonna di Sovereto:
- Il 23 Aprile di ogni anno essi riportano in pellegrinaggio l’effige sul luogo
del ritrovamento, a Sovereto, dove fu eretta una chiesa;
- Nella prima domenica di Agosto durante la quale la protettrice della cittá
viene posta sul Carro Trionfale, ricostruito per l'occorrenza e portata in
processione tra un tripudio di gente in festa, per le vie principali della città.
Alcune tradizioni locali a Ruvo di Puglia
Il mercoledì delle Ceneri viene appesa sulle strade una pupattola vestita
in nero con un’arancia su cui sono infisse sette penne. Porta tra le mani
un fuso e una conocchia.
Le penne rappresentano le sette settimane della Quaresima e il fuso e
la conocchia il lavoro casalingo delle donne che non devono dare
scandalo nel periodo di penitenza.
La mattina di Pasqua, al passaggio
del Risorto, le Quarantane vengono
bruciate. È finita l’astinenza e la
penitenza. Cristo ha vinto la morte, la
natura si sveglia, la vita risorge.
Le processioni di Pasqua
Molto curate sono le processioni
della Settimana Santa che il popolo
segue religiosamente. Sfilano per
le strade del paese, anche di notte,
i simulacri quaresimali a partire
dalla Vergine Desolata.
Tra le statue più venerate vi è
quella di Cristo al Calvario.
Viene seguita da fedeli e dai bimbi
che mettono abiti rossi e portano la
croce sulla spalla.
La notte del giovedì santo passa per il centro storico il gruppo
statuario della deposizione di Gesù, portato nel sepolcro.
L’Ottavario
La festività dell’ “Ottavario”è tipicamente ruvese. Si tratta della
ripetizione solenne della processione del Corpus Domini.
L’origine della festa sembra risalire al 17esimo secolo.
L’istituzione della festa sarebbe stata voluta dal Conte Carafa per
porre rimedio all’interruzione della processione del Corpus
Domini per l’impennata della sua cavalcatura.
La raffigurazione dell’istituzione di tale festività è nei due dipinti di
Mario Praier della prima metà del 900’, che si ritrovano nelle
lunette della cappella del SS Sacramento della chiesa di San
Giacomo.
La festa popolare
Processione del
Corpus Domini
Il presepe
I francescani del convento di San Michele Arcangelo, dai tempi di San
Francesco, che la tradizione vuole sia passato da Ruvo, costruiscono
in tutto l’ambito della chiesa, un immenso presepe con statuine e
scene di vita caratteristica. Quella tradizione è divenuta popolare e
ogni famiglia a natale costruisce il suo piccolo presepe.
La famiglia italiana
I giovani in Italia, quando terminano la scuola superiore hanno
grosse difficoltà nel trovare lavoro e quindi vanno all’Università
oppure si trasferiscono al Nord dove, talvolta ci sono più
opportunità di lavoro.
Di conseguenza l’età per sposarsi si sposta sui 35/40 anni e
nell’ambito del matrimonio si tende a mettere a mondo pochi figli.
La presenza di molti stranieri in Italia ha determinato un numero
elevato di matrimoni civili e non cattolici.
Attualmente è in discussione un progetto di legge che mira a
regolamentare e tutelare i diritti e i doveri delle coppie conviventi
non legate da forme di matrimonio tradizionale. Tale progetto
prende il nome di DICO.
Giovani e tempo libero
Nelle nostre città i giovani trascorrono la serata insieme ai loro amici. Tutte le
sere dopo lo studio passeggiano lungo il corso, si incontrano “in villa” oppure
in piccoli locali che essi stessi affittano in gruppo. Il tempo è dedicato alle
chiacchiere, ai commenti sulla giornata trascorsa, all’ascolto di musica, alla
playstation. La serata termina tardi. Il rientro a casa avviene intorno alle
undici.
Il sabato sera si va talvolta in discoteca. I giovani delle nostra città
frequentano poco il teatro, il cinema: i biglietti sono costosi e l’interesse è
scarso.
Molti giovani si dedicano ad attività sportive pomeridiane. Molto frequentati
sono i campi di calcio, lo sport nazionale per eccellenza. Tra gli altri sport
praticati il basket, il nuoto e il tennis.
Durante le festività....
Le feste importanti di Natale e Pasqua sono un rito da celebrare in famiglia. La
famiglia si riunisce in forma allargata e si raccoglie attorno al presepe, all’albero di
natale e soprattutto attorno ad una tavola imbandita e piena di prelibatezze.
I giochi da tavolo sono il passatempo preferito del periodo natalizio: tombola e
giochi di carte. Familiari e amici trascorrono momenti indimenticabili attorno al
tavolo da gioco.
Altre occasioni di festa
La famiglia si ritrova anche per festeggiare altre ricorrenze.
Si organizzano ricche feste con pranzi abbondanti offerti ad un gran numero di
invitati in occasione di battesimi, Prime Comunioni, cresime, 18° compleanno e
soprattutto matrimoni e anniversari di matrimoni.
Una terra sempre tormentata, che ha
saputo difendere con fierezza, con
ostinazione,
con un’intransigenza talvolta
sorprendente la propria identità e la
propria diversità.
Un paese rimasto tagliato fuori
dal
mondo
per
quasi
cinquant’anni, che cerca oggi di
trovare una soluzione ai mille
problemi che lo travagliano,
ricorrendo anche all’aiuto di noi
italiani.
Sava, una nostra compagna albanese,
ci ha stimolati a scoprire i costumi popolari dell’Albania,
a non barricarci nel “nostro” mondo
evitando ogni contatto con lo “straniero”,
ad avere un’apertura mentale di accoglienza.
I costumi albanesi sono
particolarmente sontuosi.
Quelli
femminili
sono
ricchi di ornamenti. Le
gonne sono lunghe e
larghe.
Canti e strumenti tipici caratterizzano la musica albanese; i canti più
antichi parlano di eroi e d’amore; i canti storici invece esaltano eroi
mitologici.
In occasione delle feste di nozze si balla il “Logu” che riprende il
corteggiamento e comprende la “Kërcimi me Spata” (danza delle spade).
Come tutte le donne del Mediterraneo, anche le donne albanesi portano
sulle spalle il peso della vita; infatti hanno lavorato la terra, cresciuto i
figli, rafforzato il processo di civilizzazione.
Abdessamad Taouil
I suk sono i tipici mercati arabi. Un
personaggio tipico del mercato è
el halka, il racconta storie, intorno
a lui si raduna molta gente che poi
gli lascia del denaro.
La festa di Aid El Kebir è la festa dell’ agnello e ricorda
il sacrificio di Abramo che è raccontato anche dalla
Bibbia.
Il giorno di Aid El Kebir ogni famiglia uccide un agnello
secondo un rito particolare e poi lo cucina e lo mangia.
Il Corano
Il
Corano
è
il
libro
sacro
dei
Musulmani. Comprende 114 capitoli in poesia
rimata chiamati “sura”; ciascuna sura è divisa in
versetti (ayat).
La religione Islamica si fonda sulla relazione
universale tra Dio e l’uomo può integrarsi nella
società con la stretta osservanza della legge
religiosa e sociale.
Pilastri fondamentali dell’Islam:
la testimonianza che non c’è divinità, tranne Allàh e che Muhammad è
l’Apostolo di Allàh (SHAHADA)
il pagamento delle imposte (CORANICA) ( ZAHAK)
l’esecuzione dell’adorazione (SALAH)il
digiuno del mese di Ramadàn (SAWN)
il pellegrinaggio alla Kaaba-Mecca (casa di Allàh)
Soggiorno a Ruvo dal 4 al 15 marzo 2007
L’arrivo
L’accoglienza
Nei laboratori
Sulla Murgia
Visita a Bari
Visita a Castel del Monte
Andria: azienda Mucci
L’arrivo: 4 marzo 2007
L’accoglienza
L’accoglienza
Nei laboratori
Grotte “Lama del Vagno”
Degustazione di prodotti tipici
Visita a Bari
Visita a Castel del Monte
Visita al Museo del confetto
Soggiorno in Slovacchia dal 16 al 29 aprile 2007
Žilina
Visita della scuola
Castello di Bojnice
Visita a Bratislava
Castello di Strečno
Castello di Kežmarok
Monti High Tatras
Visita a Rajecká Lesná
Castello di Budatin
Žilina, città del nordovest della
Slovacchia sul fiume Vah
Visita della scuola
Il Castello di Bojnice
Visita a
Bratislava
Visita a
Bratislava
Visita a Bratislava
Il Castello di Strečno
Il Castello di Kežmarok
Monti High Tatras
Visita a Rajecká Lesná
Visita a Rajecká Lesná