Luciano Rondanini

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GLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

compiti e impegni per le scuole e i docenti

Isp. Luciano Rondanini

ATTENZIONE AGLI EQUIVOCI Alunni

con

difficoltà di apprendimento

sono situazioni che possono indurre indecisioni , rallentamenti, ritardi nel percorso formativo dell’alunno, che però si risolvono con un supplemento di attenzioni ordinarie e interventi specifici

Alunni

con

disturbi Specifici di Apprendimento ( DSA)

sono disturbi limitati ad una specifica abilità mentale (lettura, scrittura, calcolo), diagnosticate sul piano clinico , che richiedono didattiche, strumenti, misure personalizzate. Tali disturbi possono sussistere separatamente o insieme (art.1 comma 6 della legge 170/2010)

Alunni

con

disabilità ( legge 104-1992) Bisogni Educativi Speciali

termine “ombrello” che allarga l’area dello svantaggio a fasce di alunni che incontrano significativi ostacoli nell

’apprendimento,

in modo continuativo o temporaneo, comprendente gli alunni con disabilità e con DSA

individuazione Strumenti diagnostici Progettualità educativa Criteri di valutazione

DALLA DISABILITA’ AGLI ALUNNI CON BES

ALUNNI CON DISABILITA’ ALUNNI CON DSA ALUNNI CON BES Asl, commissione medico – legale,INPS Certificazione con riferimento all’ICD 10 e diagnosi funzionale PEI SERVIZI ASL, specialisti o strutture accreditate Diagnosi clinica del disturbo ai sensi della legge 170/2010 PDP Gruppo docente (scuola primaria) CdC (scuola di 1 ° e 2 ° grado) Eventuale segnalazione dei servizi sociali (Enti esterni) o criteri deliberati nel Coll.Doc

PDP Valutazione coerente con gli obiettivi del Pei art.318 DLgs 297/1994 Valutazione coerente con gli obiettivi del PDP art. legge 170/2010 Valutazione in relazione al PDP

Piano annuale per l’inclusività a livello istituzionale

1. La normativa, risorsa educativa 2.

La corresponsabilità del team docente 3. La classe come gruppo 4. Le caratteristiche del nostro PDP 5.

6.

L’osservazione iniziale La valutazione dell’alunno con BES 7. La collaborazione scuola - famiglia 8.

L’integrazione scuola - territorio

FONTI NORMATIVE RELATIVE AGLI ALUNNI CON BES MIUR

Indicazioni Nazionali per il curricolo - 2012  Direttiva del 27 dicembre 2012  C.M. del 6 marzo 2013, n.

8

  Nota del 27 giugno 2013, prot. N^

1551

Nota del 22 novembre 2013, prot. N^

2563 USR-ER

Note: 29 maggio 2013, prot. 6721 e 21 agosto 2013, prot. 13588

IL PUNTO DI PARTENZA

 Direttiva del MIUR del 27.12.2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” in cui si afferma: ...gli alunni con disabilità si trovano inseriti all’interno di un contesto sempre più variegato, dove la discriminante tradizionale –

alunni con disabilità/alunni senza disabilità

– non rispecchia pienamente la complessa realtà delle nostre classi (Direttiva, 2012)

L’IDEA DI BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE

 La Direttiva ridefinisce il

tradizionale approccio

all’integrazione scolastica, basato solo sulla certificazione di un deficit, allargando il campo di intervento e di responsabilità della scuola ad un’area più vasta , quella degli alunni con

Bisogni Educativi Speciali

(BES).

 Questa area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei BES (in altri Paesi europei: SEN,

Special Educational Needs

)

L’AREA DEI BES

comprende gli alunni : • con

disabilità

, certificati da un’apposita Commissione medico-legale. La persona handicappata è definita nella legge –quadro 104/92 ( art.3) • con

disturbi specifici di apprendimento

(DSA) ; è prevista la diagnosi clinica ai sensi della legge 170/2010, preferibilmente da parte dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile delle ASL; • con altri disturbi non ricadenti nè nella legge 104/1992 né nella legge 170/2010. In particolare , alunni con disturbi ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), con funzionamento cognitivo borderline; • provenienti da

contesti svantaggiati sul piano socio-economico, linguistico, culturale

. Tali tipologie dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi, non di

tipo clinico,

(operatori dei servizi sociali) o di fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche (es.: difficoltà derivanti dalla non- conoscenza della lingua italiana, da contesti culturalmente deprivati o socialmente degradati,…)

1. ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI 1.1. Alunni con disabilità ( legge 104/1992) 1.2 Alunni con disturbi specifici: - DSA ( legge 170/2010) 1.3 Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività: - Alunni con problemi A.D.H.D. ( quadro clinico grave: legge 104/1992) “ con disturbi della condotta, d’ansia, d’umore, fobìe,… 1.4 Alunni con funzionamento cognitivo limite: - QI globale tra i 70 e gli 85 punti - disturbo evolutivo specifico misto ( F83) 1.5. Alunni provenienti da ambienti ad elevato disagio socio-economico e culturale

UN NUOVO MODELLO DI INCLUSIONE

 Il concetto di Bisogno Educativo Speciale va correlato al

modello ICF

(International Classification Functioning) dell’ O.M.S. (2002).

Secondo l’OMS, la salute non è assenza di malattia , ma piena realizzazione della propria

capability

(benessere bio-psico sociale).

Tale approccio amplia considerevolmente il modello medico tradizionale , incentrato su una comprensione esclusivamente clinica del disturbo.

 Il modello ICF, invece, considera la globalità e la complessità dei funzionamenti delle persone, soprattutto dei

fattori personali e ambientali

.

Approccio

educativo

v.sus approccio

clinico

benessere bio -psico –sociale integrità bio-strutturale promozione di un contesto inclusivo etichettamento del soggetto corresponsabilità educativa del CdC delega ad una specifica figura miglioramento dell’

ordinarietà

accentuazione dell’

eccezionalità

la classe come sostegno appoggio al singolo alunno

la qualità della didattica d’aula

CRITERI DI VALUTAZIONE

LE TIPOLOGIE DI BES DOVRANNO ESSERE INDIVIDUATE SULLA BASE DI

ELEMENTI OGETTIVI

( ES. SEGNALAZIONE DEGLI OPERATORI DEI SERVIZI SOCIALI), OVVERO DI BEN FONDATE CONSIDERAZIONI PEDAGOGICHE E DIDATTICHE ( c.m. 8/2013)

IL CONSIGLIO DI CLASSE E IL PDP

L’attivazione di un percorso personalizzato per un alunno BES è deliberata in

CdC

-

gruppo docente

(scuola primaria) da tutti i docenti e dà luogo ad un PDP,

firmato

dal

dirigente scolastico

( o docente delegato), dai

docenti

e dalla

famiglia

( C.M. 8/2013)

INDIVIDUALIZZARE E PERSONALIZZARE LA DIDATTICA

Individualizzazione

: è un approccio differenziato dell’insegnamento per il raggiungimento di obiettivi comuni.

Il principio di fondo è l’adattamento delle strategie educativo didattiche alle caratteristiche cognitive individuali degli studenti.

Personalizzazione

: mira a differenziare i percorsi formativi a partire dalla caratteristiche di ciascun soggetto. Lo scopo principale è quello di far sì che ognuno sviluppi i propri talenti.

PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE PAI Nel Piano dell’offerta formativa dovrà essere esplicitato il modello di inclusione della scuola attraverso i seguenti passaggi: - La normativa di riferimento intesa come risorsa in vista del miglioramento della qualità educativa e didattica; La corresponsabilità del gruppo docente e del CdC nella lettura dei bisogni e nella definizione del PDP; La collegialità della gestione della classe e la promozione di metodologie didattiche cooperative; - Il rapporto tra docenti e genitori - La tenuta di una adeguata documentazione

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO

1- L a fase dell’osservazione

da parte i ciascun docente del team o del CdC

SCUOLA / Alunno – a

: vissuti personali, senso di soddisfazione, benessere

Docente/alunno-a

: ascolto, incoraggiamento, valorizzazione dei progressi

Alunno –a/coetanei

: accettazione, disponibilità all’aiuto, comprensione

Alunno –a/studio:

interesse per le discipline, motivazione, resistenza alle frustrazioni,…

2- La fase della progettazione

Il coordinatore di classe raccoglie le osservazioni dei colleghi e avvia la fase realizzativa, individuando nel team o nel CdC i possibili percorsi: - Aiuto psicologico - Intervento di recupero disciplinare - Attivazione di particolari strategie didattiche (cooperative learning,…) - Uso di specifiche tecnologie, di software didattici, di strumenti compensativi e misure dispensative ……………………………………………….

3- La valutazione degli apprendimenti Fase dell’accertamento fase della valutazione

Osservazione diretta Somministrazione delle prove espressione del giudizio sulla base di criteri (assoluto,relativo, progresso individuale) attenzione agli obiettivi indicati nel PDP

CRITERI PROFESSIONALI

• Sensibilità • Pazienza educativa • Collaborazione

CRITERI EDUCATIVI

• Reversibilità • Riduzione dell’impatto stigmatizzante

LA CLASSE CHE INCLUDE diversità inclusione l’ambiente di apprendimento nuova cittadinanza competenze chiave

(comunicare, partecipare,…)

La storia sbagliata … di GUIZZINO

nel momento dell’assemble a è stata riletta la storia di Guizzino, ma in modo particolare …

Perché non disegniamo la storia “ sconfusionata”?

LA QUALITA’ DELLA VITA domini Benessere emotivo Relazioni interper.li

Benessere materiale Sviluppo personale Benessere fisico Auto det.

Inclusione sociale Di ritti variabili inclusione esclusione