Fedro - Liceo Classico D`Annunzio

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Transcript Fedro - Liceo Classico D`Annunzio

NOTIZIE
BIOGRAFICHE
Nacque sotto il principato di Augusto, intorno al
15 a.C, ma fu attivo sotto Tiberio, Caligola e
Claudio. E' uno dei pochissimi autori di nascita
non libera nella letteratura della prima età
imperiale: egli era infatti uno schiavo di origine
tracia (ma dovette avere una discreta educazione
letteraria, se è vero - come egli stesso confessa che da fanciullo legge Ennio), e nei manoscritti
delle sue opere è citato come liberto di Augusto
(sembra, quindi, che fosse stato liberato proprio
dall'imperatore, da cui avrebbe ricavato il
prenome Gaio e il nome Giulio: ma non
conosciamo le circostanze dell'affrancamento).
Negli anni tra il 13 e l’11 a.C. avvenne la
repressione di una rivolta in Tra cia;
A dire il vero, nel prologo del III libro, che contiene
notizie autobiografiche, Fedro dice che la madre lo
generò << sulle balze del monte Pierio >> e quindi in
Macedonia; potrebbe però trattarsi di una civetteria
letteraria, giacché proprio sul quel monte gli antichi
favoleggiavano che Mnemosine, resa madre da Giove,
avesse dato alla luce le Muse
In effetti ai vv. 52-59 il poeta si definisce << molto più prossimo a
lla coltissima Grecia >> di quanto fossero stati il frigio Esopo e lo
scita Anacardi, ma non più vicino dei traci Lino e Orfeo; l’origine
tracia non è dunque da escludere. Sempre nella stessa opera
(prologo del III libro), si evince che il poeta sarebbe stato inoltre
perseguitato da Seiano, il braccio destro di Tiberio, rimasto offes
o da allusioni colte in alcuni scritti. Queste persecuzioni furono in part
e mitigate dai suoi amici Eutico, Particulone e Filato. Dopo la condanna
, Fedro soffrì umiliazioni e, probabilmente, la povertà: visse abbastanza
a lungo, ma - oltre ciò - nulla di più certo si sa della sua vita. Segno,
questo, che la sua produzione evidentemente non ebbe molta fortuna
ai suoi tempi. Morì nel 50 d.C.
LUPUS
ET AGNUS

FEDRO

Ad rivum eundem Lupus et Agnus venerant
siti compulsi: superior stabat Lupus, longeque
inferior Agnus: tunc fauce improba latro
incitatus jurgii causam intulit. Cur, inquit,
turbulentam fecisti mihi istam bibenti? Laniger
contra timens, qui possum, quaeso, facere
quod quereris, Lupe? A te decurrit ad meos
haustus liquor. Repulsus ille veritatis viribus,
ante hos sex menses male, ait, dixisti mihi.
Respondit Agnus: equidem natus non eram.
Pater hercle tuus, inquit, maledixit mihi. Atque
ita correptum lacerat injusta nece.
Haec popter illos scripta est homines fabula,
qui ficti caussi innocentes opprimunt.
IL LUPO E L’AGNELLO


Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a
bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte,
mentre l'agnello beveva a una certa distanza, verso
valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e
allora disse: "Perché osi intorbidarmi l'acqua?"
L'agnello tremando rispose: "Come posso fare questo
se l'acqua scorre da te a me?"
"E' vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte
parole".
"Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato".
"Allora" riprese il lupo "fu certamente tuo padre a
rivolgermi tutte quelle villanie". Quindi saltò addosso
all'agnello e se lo mangiò.
Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono
i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.
SISTEMA DEI PERSONAGGI
LUPUS = ANTAGONISTA

IL FORTE OPPRESSORE
IL DEBOLE OPPRESSO
AGNUS = PROTAGONISTA
ANALISI LINGUISTICA
COMPLEMENTI STATO
IN LUOGO Ad rivum
COMPLEMENTO OGGETTO
ALTRI COMPLEMENTI
AVVERBI
SOSTANTIVI
1 DECLINAZIONE
Causam , Incitatus, menses injusta scripta fabula
2 DECLINAZIONE
Rivum Lupus Agnus incitatus haustus Repulsus
AGGETTIVI
VERBI
PRESENTE lacerat
IMPERFETTOintulit stabat venerat
FUTURO bibenti
VULPUS ET CICONIA (FEDRO)

Nullinocendum est:si quis vero laeserit, haec
fabella admonet eum simili iure multandum
esse. Vulpes ad cenam dicitur ciconiam prior
invitasse et illi in patina liquidam posuisse
sorbitionem,quam nullo modo gustare, quamvis
esuriens, potuerit ciconia. Quae vulpem cum
revocasset, intrito cibo plenam lagonam
apposuit: huic rostrum inserens satiatur ipsa et
torquet conviva fame. Quae cum lagonae
collum frustra lamberet, accepimus peregrinam
volucrem sic locutam esse:"Sua quisqe exempla
debet aequo animo pati".
LA VOLPE E LA CICOGNA


Non si deve nuocere a nessuno. Questa storiella
ammonisce che chi ha fatto del male deve essere
punito con la stessa pena. si dice che una volpe invitò
per prima a cena una cicogna e le mise una bevanda
liquida in un piatto che lei non poteva in nessun modo
bere, sebbene fosse assetata. Avendo lei invitato la
volpe, pose una brocca piena di cibo non tagliato:
essa introducendovi il becco si sazia, a l'invitata si
contorce per la fame . mentre la volpe lambisce
invano il collo della brocca, sappiamo che il volatile
disse così : " ognuno deve sopportare la propria
punizione di buon animo"