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Mercati
Martedì 7 Marzo 2017
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DEUTSCHE BANK INTERVISTA DI CNBC AL CEO DOPO LA RICAPITALIZZAZIONE DA 8 MILIARDI
Cryan: aumento in stile Unicredit
Lo sconto non è così ampio, dice il banchiere. L’operazione è sufficiente anche perché raccoglieremo
almeno altri 2 miliardi tramite alcune cessioni. Il mercato è favorevole e siamo pronti ad approfittarne
un’unica banca di investimento sotto lo stesso tetto
e una leadership comune.
di Geoff Cutmore
CNBC
C
nbc ha intervistato il ceo
di Deutsche Bank, John
Cryan, dopo l’annuncio
dell’aumento di capitale da 8 miliardi di euro.
Domanda. Perché ricorrere
al mercato proprio adesso?
Risposta. Innanzitutto in risposta al riscontro avuto dal
mercato stesso, che nutriva
ancora perplessità sul livello
di capitale, in qualche modo
condivise dai nostri clienti e
dalle controparti. Abbiamo
chiuso lo scorso anno con
un bel buffer rispetto al minimo, ma il costo del debito
non ha ancora riflettuto il
rafforzamento della capitalizzazione e il costo del capitale proprio appare ancora
piuttosto elevato. Come noto,
stiamo valutando la questione Postbank e ci siamo trovati in una posizione in cui
se volevamo tenerla dovevamo rifinanziarne il mantenimento. Sommate le due cose
sembrava il momento giusto
per rivolgersi al mercato.
D. Sulla chiusura di venerdì
scorso lo sconto è notevole:
un aumento di capitale in
stile Unicredit. Perché?
R. In realtà lo sconto non è
così ampio. In generale il mercato va a guardare lo sconto
di quello che viene chiamato
theoretical extradites price,
fissato intorno al 30%, e il
range può arrivare fino a 35%.
Detto questo, è piuttosto una
questione di diritti: una nuova
azione per ogni due detenute,
e penso che il prezzo sia abbastanza giusto. I diritti stessi
non hanno effetto diluitivo dal
punto di vista del valore se i
nil paid rights trattano in maniera efficiente. Pertanto dovremmo essere meno preoccupati per il livello di sconto
e di più per l’adeguatezza dei
proventi che raccoglieremo.
John Cryan
Ma il titolo finisce al tappeto sul listino (-8%)
di Rosario Murgida MF-DowJones
il caso dei mutui subprime in Usa, e rappresenta
un’inversione di rotta rispetto alle strategie finora
e misure di ristrutturazione e rafforzamento pa- perseguite dal management. I vertici hanno infatti
trimoniale varate nel week-end dai consigli di finora puntato sul taglio dei costi, la sospensione
gestione e sorveglianza di Deutsche Bank hanno dei dividendi e la riduzione dei bonus ma evidenteavuto un impatto pesante sul timente l’impatto delle controversie
tolo che ieri ha lasciato sul terrelegali, la debolezza di un contesto
DEUTSCHE
BANK
operativo caratterizzato da bassi
no l’8% a 17,59 euro. La banca
quotazioni in euro
20
tassi di interesse e i sempre più setedesca, seguendo l’esempio di
veri diktat delle autorità di vigilanUnicredit e confidando su un
19
za sui requisiti di capitale sono stasuccesso analogo, ha deliberato
ti sufficienti per far cambiare idea.
un aumento di capitale di 8 mi18
La ricapitalizzazione consentirà a
liardi Deutsche Bank, assistita
IERI
da un consorzio di underwriter
Deutsche Bank di raggiungere un
17
17,6 €
Core Tier 1 del 14,1% e un levecomposto da banche del cali-7,89%
rage ratio del 4,1%. Oltre all’aubro di Credit Suisse, Barclays,
16
mento di capitale l’ad John Cryan,
Goldman Sachs, Bnp Paribas,
6 dic ’16
6 mar ’17
che nell’intervista in pagina spiega
Commerzbank, Hsbc, Morgan
Stanley e Unicredit, emetterà
ragioni e obiettivi dell’operazione,
687,5 milioni di azioni al prezzo di 11,65 euro, ha optato per un serie di misure volte a ristrutturare
con un sconto del 39% rispetto ai 19,14 euro del- e rafforzare il perimetro operativo. Deutsche Bank
la chiusura del titolo venerdì scorso. L’emissione prevede infatti di raccogliere fino a 2 miliardi dalla
segue il recente andamento positivo del titolo, che cessione di alcuni asset nonché dalla quotazione
ha quasi raddoppiato il suo valore dopo i minimi di una partecipazione di minoranza di Deutsche
storici registrati a settembre in scia alle indiscre- Asset Management tramite un’ipotesi da condurre
zioni sull’accordo di patteggiamento per chiudere entro 24 mesi. (riproduzione riservata)
L
coefficienti patrimoniali. Non
è prevista una distribuzione
immediata, a parte il mantenimento e l’integrazione di
Postbank, e poi ripristineremo
i dividendi. Inoltre l’aumento
va a migliorare la solidità patrimoniale della banca.
D. Che dire della retromar-
cia nell’investment banking? La strategia definita
nel 2015 sembrava molto
chiara e ora siete tornati
sui vostri passi.
R. Abbiamo leggermente
riorganizzato la gestione interna, ma gli elementi costitutivi restano identici. A due
divisioni per l’investment
Standard Life si prende Aberdeen Asset Management
di Antonio Lusardi
D. Ovviamente c’è un tema di credibilità della sua
persona. A gennaio aveva
detto «mai dire mai», ma
nessuno aveva previsto che
in un così breve periodo di
tempo sareste tornati a rivolgervi al mercato. questo è
il terzo aumento di capitale
dal 2013. Come affronta la
questione anche in vista del
suo futuro?
R. Le precedenti emissioni
sono state sfruttate in modo
efficace, ma mi sono trovato consistenti oneri pregressi e spero che la stragrande
maggioranza siano ormai
alle nostre spalle. L’effetto
di questo aumento di capitale
sarà l’innalzamento dei nostri
banking corrispondono due
infrastrutture interne: uno
spreco. Quindi le stiamo
riunendo, il che porta a un
significativo taglio dei costi.
Solo grazie a questo accorgimento avremo 700 milioni
all’anno di risparmi in termini di efficienza. Non è
insolito per il settore avere
on si ferma il processo di aggregazioni nel
N
settore dell’asset management in scia alla necessità di creare economie di scala e all’avanzata
dei gestori passivi low-cost specializzati in Etf.
In Europa l’ultima operazione, annunciato ieri,
è quella tra le società scozzesi Aberdeen Asset
Management e Standard Life. L’operazione avrà
la forma di una fusione carta contro carta, con
Standard Life nel ruolo di compratore, i cui azionisti avranno i due terzi della futura società, che
dovrebbe avere una capitalizzazione intorno a
11 miliardi di sterline (in base alla somma degli
attuali valori di borsa dei due gruppi). Il restante 33,3% delle azioni del futuro gruppo verrà
detenuto dai soci di Aberdeen, mentre tutti gli
azionisti riceveranno dividendi ad interim per gli
ultimi semestri chiusi dalle due società. La nuova
società avrà in gestione asset per 660 miliardi
di sterline e oltre 11 mila dipendenti. L’accor-
do tra le due società scozzesi è solo l’ultimo di
una serie che ha visto il caso più vicino all’Italia
nell’acquisto di Pioneer da parte della francese
Amundi, ma anche la fusione tra Janus Capital
ed Henderson Group. La stessa Aberdeen aveva
inizialmente presentato un’offerta per Pioneer. I
gestori di fondi attivi, come le suddette compagnie, si trovano sempre più in difficoltà di fronte
alla concorrenza di colossi della gestione passiva,
basata sugli Etf, come la statunitense Vanguard.
Questi gestori low-cost stanno guadagnando una
fetta di mercato sempre maggiore con una politica di prezzi estremamente aggressiva, forzando
i gestori attivi a realizzare fusioni per ridurre le
basi di costi e restare competitivi. Non a caso
l’accordo tra Standard Life e Aberdeen non assegna un premio alle azioni di quest’ultima, che,
come ha commentato un analista, «data la sua
mancanza di capitale, sarebbe altrimenti stata costretta a mettere in cantiere una ristrutturazione».
(riproduzione riservata)
D. A gennaio sosteneva
che l’attività di asset management fosse un tassello
fondamentale per il futuro
di Deutsche Bank. Oggi
annunciate un’ipo di minoranza di parte di questo
business. Perché?
R. Prima di tutto non crediamo che la divisione ottenga il
giusto riconoscimento quando la banca viene considerata dal mercato: molti report
nemmeno la citano. Inoltre,
gli aspetti positivi di avere
un titolo quotata per questo
business sono due. Primo:
per ora è presto, ma in futuro conferirebbe all’attività un
mezzo di pagamento in caso
di acquisizione. Secondo:
anche se rimarrà sotto l’ombrello della banca, resterà
una sussidiaria sotto stretto
controllo, quindi soggetta a
norme bancarie in relazione
alla compensazione. Potremo
produrre piani retributivi più
attraenti per le risorse umane
in entrata, ma anche per trattenere i talenti. Potremo inoltre offrire un’incentivazione
diretta sulla performance del
risparmio gestito.
D. Quindi non ci sarà nessuna ulteriore raccolta di capitali per quanto sia possibile
prevedere in questa fase?
R. Siamo impegnati anche
con altre misure, inclusa la
cessione di una quota nel settore della gestione. Ci aspettiamo di raccogliere almeno
due miliardi da un certo numero di cessioni. Si tratta di
parti molto piccole del nostro
gruppo e i processi saranno
portati a compimento nell’arco dei prossimi 12-24 mesi,
il che dovrebbe significare altri 2 miliardi almeno.
Considerate tali misure, e
al netto di quanto sappiamo
oggi, è sufficiente.
D. Come è cambiato il contesto economico per la banca? Perché questa nuova
struttura calzerà meglio?
R. Stiamo rifocalizzando la
banca verso la crescita. Crescita controllata in un contesto
di mercato che, a noi, sembra
molto favorevole. Il mercato
statunitense è quasi in fase di
boom. Questo sta avendo ricadute positive anche nella zona
euro, osservabili negli indici
che stanno comunicando un
vero e proprio miglioramento della fiducia del mondo
degli affari nell’Unione europea. Nei nostri principali
mercati stiamo percependo
uno slancio verso la crescita
e vogliamo parteciparvi. (riproduzione riservata)