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FLP Affari Esteri
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Flp Affari Esteri
L’UNSA
E “L’ASILO MARIUCCIA”
Ora che con malcelata soddisfazione abbiamo inoltrato all’onorevole ministro Alfano il comunicato n. 9 dell’UNSA, onde fornirgli
adeguate argomentazioni per una compiuta, esaudiente, risposta all’interrogazione parlamentare del M5S - abbastanza adulto per
giudicare da solo - che ha osato chiedere spiegazioni su situazioni che riguardano i contrattisti e che considerano, diciamo così,
delicate, possiamo a nostra volta occuparci dello stesso comunicato, per commentarlo a nostra guisa.
Sin qui, visti i precedenti, eravamo convinti che l’UNSA si affidasse alla valida, formidabile, irrinunciabile, collaborazione di onorevoli
eletti all’estero, che si spellano le mani, si fanno in quattro, per i loro beniamini, perché naturalmente sperano di essere rieletti grazie
al loro massiccio sostegno attraverso i loro oscuri poteri che l’UNSA, con impareggiabile ironia, definisce extraterrestri. Dobbiamo
ricrederci! Il comunicato n. 9 c’insegna inequivocabilmente che, l’UNSA, non ha bisogno di alcun aiuto: le stupidaggini sono tante,
troppe, e riesce a dirle da sola, molto bene, da titolo olimpionico in materia. Tuttavia, quelle stupidaggini, che nemmeno “l’asilo
Mariuccia” riuscirebbe a concepire, non servono a distrarre l’attenzione sui privilegi, sempre più scandalosi e insopportabili, di cui
godono, certamente non tutti, ma parecchi contrattisti.
Ribadiamo quali, ancora nel dettaglio.
1. Stipendi favolosi, tanto che in molti Paesi dell’America Latina l’impiego più ambito e redditizio non è fare
il presidente della Repubblica, ma il contrattista MAE che consente anche di accumulare cospicui
patrimoni. E non soltanto perché l’incarico presidenziale è a tempo determinato, mentre il contrattista,
come si sa, è come un diamante: per sempre!
2. Tassazione di favore su tali lauti stipendi, che vengono tassati soltanto in ragione del 50%: un’ulteriore
palese ingiustizia rispetto a tutti gli altri lavoratori.
3. Prove di selezione per accedere all’impiego, ora sostanzialmente virtuali. Non è dunque immotivata
l’esigenza di svolgerle a Roma, a prescindere dall’analisi del sangue e delle feci, incarico che lasciamo
alla speciale commissione UNSA, onde permettere a tantissimi giovani laureati e disoccupati, ma che
conoscono anche la lingua italiana, di concorrere. Inoltre si toglierebbe ad esse, quel carattere di
ereditarietà che hanno ormai assunto in diversi Paesi dell’America Latina.
4. Il privilegio apprezzabile della tranquillità di una vita radicata nella stessa sede, con tutti i presumibili
vantaggi, prosperità economica e rango sociale.
Rinnoviamo la richiesta delle prove selettive da svolgere a Roma. Argomento su cui si stanno orientando vari
parlamentari di diversi partiti, sensibili alla dilagante disoccupazione giovanile.
Ulteriori riflessioni, al momento opportuno, se ancora provocate.
Roma, 27 febbraio 2017
UFFICIO STAMPA