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02 marzo 2017 delle ore 18:12
Cartoline da New York/3. Le prime gallerie
italiane viste all'Armory si distinguono per
proposte di qualità
Chissà se l'ultimissimo ciclone che si sta
abbattendo sulla presidenza Trump smorzerà un
po' gli entusiasmi dell'apertura di ieri sull'onda
lunga del pacato e molto presidenziale discorso
al congresso. Perché è notizia della notte scorsa,
qui negli States (mattina per l'Italia) che le
senatrici democratiche Nancy Pelosi e
Elisabeth Warren hanno chiesto le dimissioni di
Trump. Secondo il Washington Post, il Ministro
della Giusizia Jeff Sessions avrebbe avuto più
di un colloquio con l'ambasciatore russo a
Washington Sergej Kisliak e non ha rivelato il
fatto durante le audizioni al senato per la sua
conferma. Insmma, il Putingate si allarga e
diventa una seria minaccia per la sicurezza
nazionale. Come reagirà la borsa (se reagirà) e
di conseguenza quanto ottimismo circolerà tra
i corridoi dell'Armory lo vedremo nei prossimi
giorni. Intanto ci piace segnalare due
significative presenze italiane incontrate nella
sezione "Focus". Si tratta di Apalazzo Gallery
di Brescia che popone un solo show (foto sopra)
dell'artista ganese Ibrahim Mahama, che
ricordiamo per aver tappezzato il passaggio
estreno dell'Arsenale nella scorsa Biennale di
Venezia, e di Michela Rizzo di Venezia, per la
prima volta a New York, che propone una
raffinata mostra di Roman Opalka (home page).
Tutta la sezione "Focus", dove la qualità sale
decisamente, è centrata sul solo show, format
che in fiera si conferma vincente dando la
possibilità di conoscere meglio un artista in una
platea affollata e spesso anche un po' confusa
quale è quella di una fiera. Auguri alle italiane
in pista!
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