NATI PER STRADA - Agenzia giornalistica Opinione

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 C ONSIGLIO DELLA P ROVINCIA A UTONOMA DI T RENTO
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Gruppo Consiliare CIVICA TRENTINA
Trento, 19 febbraio 2017
ILL. MO
BRUNO DORIGATTI
PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO PROVINCIALE
INTERROGAZIONE
“NATI PER STRADA”
DA MAZZIN A PREDAZZO PER PARTORIRE IN AUTO
QUESTO IL FRUTTO DELLE OTTUSE SCELTE POLITICHE SANITARIE
PUNTI NASCITE:
PROVINCIA E MINISTERO RIVEDANO I CRITERI STUDIATI NEI SALOTTI ROMANI!
L’ASSESSORE ZENI PENSI ALLE DIMISSIONI
NESSUNA GARANZIA SULLA SICUREZZA PER MADRI E NASCITURI!
“Nati per strada”. Questo il nuovo status per qualche neonato trentino,che,in conseguenza delle
ottuse scelte politiche che caratterizzano i tempi dei tagli sulla sanità territoriale, vede mamme e
nascituri stessi, a rischio proprio dalla paradossale politica sulla sicurezza neonatale, che
evidentemente è stata studiata nei salotti romani, con l’accettazione politicamente servile di chi o
coloro, che in quei salotti, non ha saputo rappresentare con argomentazioni valide, la territorialità
dei luoghi di montagna, qual è quello trentino nella sua interezza.
Così, ancora una volta, un parto per strada, che ha trasformato il parcheggio dei trampolini, a
Predazzo, in improvvisata sala parto, dove alla 17.02, è nato Elia di 3,040 chilogrammi di peso, che
si è preso gioco di tutte le lectio magistralis che si sono susseguite, nelle tesi a sostegno della
chiusura dei punti nascita, a sostegno di una sicurezza che sarebbe garantita solo nei centri cui sono
garantiti almeno 500 parti.
Eppure-ci si garantisce- che in quel parcheggio è il primo parto, dove grazie alla perizia
dell’ostetrica che, grazie alla sensibilità del padre, alle urla della mamma, al tempismo dei
Vigili del fuoco e del personale del 118, si è dato alla luce ad Elia, alla faccia delle scelte che la
sanità trentina ha messo in campo.
Nascita avvenuta in ambulanza, alla presenza di almeno 5 persone, con le conseguenze che una
donna-una mamma-è immaginabile perdurino, anche di ordine psicologico, nonostante il buon esito
del parto stesso.
Preoccupazioni che l’amica mamma Ivana, ancora qualche mese fa, aveva avuto modo di
esprimermi personalmente, davanti all’ipotesi della paventata chiusura del centro nascite di
Cavalese-poi trasformatosi in centro nascite in orario d’ufficio!!- e che oggi, si sono rivelate
fondate proprio perché se i collegamenti fossero stati efficienti, la coppia, non sarebbe partita
per Trento a fronte delle prime contrazioni propedeutiche al lieto evento.
Ora probabilmente, il grigiore della politica provinciale,verosimilmente,invece che valutare ,visto il
ripetersi dei casi, dove il sistema messo in campo per garantire la sicurezza delle nascite, abbia
oggettivi momenti di carenza ,scaricherà le colpe sulla coppia, ma in realtà le coscienze(se ancora
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esistono!!) dovrebbero vibrare dalla vergogna, per essere artefici di questi gravi reali pericoli che
lasciano questi genitori da soli a dover scegliere tempi e metodi ,trasformando parcheggi e strade, in
sale parto improvvisati e sicuramente meno sicure che quella di Cavalese in ordinario
funzionamento, pur non secondo i criteri dei quartieri romani.
Una vergogna che mamma Ivana e papa, partendo dall’alta val di Fassa, hanno dovuto subire, loro
malgrado, con l’appagamento del solo fatto che, comunque, anche stavolta è andata bene, ma che
non può si pensare, che tale insicurezza di prospettiva in tema di nascite, diventi prassi magari-visto
che siamo a carnevale-da inserire in qualche risparmioso protocollo.
Tutto ciò detto e salutando la nascita di Elia, che potrebbe diventare simbolo della richiesta di
un deciso cambio di rotta sulle politiche sanitarie relativamente ai punti nascite “partorite”
nei salotti romani, si apre necessariamente la discussione sulle strategie da adottare per la
salvaguardia della territorialità, in ordine al concetto di sicurezza che sempre di più, quello imposto,
ha una labilità evidente e su come la Provincia di Trento, abbia il dovere di garantire l’accesso
sicuro a mamme e nascituri, nei centri periferici e di come il servizio di ostetricia, possa essere la
vera e grande novità in Trentino, da implementare, garantendo una presenza capillare.
Da ultimo, visto il susseguirsi dei casi di neonati nati per strada o comunque in assenza di garanzie
e sicurezza, un invito all’assessore provinciale di merito che, seppur giovane, ha potuto essere
arbitro di scelte che si stanno dimostrando fallimentari, politicamente centraliste, prive di
orgoglio territoriale e vuote nei contenuti e nei programmi, se sia il caso di farsi da parte,
anche per interpretare coraggiosamente, la protesta legittima e fondata, dei territori trentini,
nei confronti della politica fatta con il pallottoliere, probabilmente partorita nei salotti
romani.
Tutto ciò premesso,
Il sottoscritto Consigliere
interroga
Il Presidente della Giunta provinciale e l'Assessore provinciale competente per sapere:
• Se, visto il ripetersi dei casi dei “nati per strada”, improvvisamente presentatisi proprio
nella piena attuazione della chiusura dei centri nascite territoriali o, come a Cavalese, nei
centri operanti in orario d’ufficio(!!!), si intenda rivedere la politica sanitaria in merito,
garantendo la sicurezza sin dalla partenza da casa delle partorienti, evitando così il
trasformarsi in improprie sale parto, parcheggi o bordi strada, nella totale insicurezza per
madre e nascituri;
• Quali siano, in forma concreta, le evidenti discrasie tra esigenze reali delle donne in procinto
di partorire e sistema sanitario messo in atto per garantire sicurezza e certezze e che invece
oggi avrebbe prodotto esattamente il contrario;
• Se l’assessorato provinciale competente intenda in modo concreto-ma anche a fronte del
ripetersi di parti per strada-attivarsi nei confronti del Ministero competente, affinché riveda i
cervellotici criteri delle soglie di sicurezza imposti al limite di 500 parti annuo, dato che non
tiene minimamente in considerazione la territorialità montana che ci caratterizza da tutti i
punti di vista;
• Se, a fronte di un’azione forte su questo tema, ci sia almeno il tentativo di rimettere il
mandato da assessore, proprio per protestare contro la politica romana sui punti nascita che,
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nei fatti, in Trentino, ha creato tante insicurezza e fughe di professionisti dagli ospedali
cosiddetti periferici, ma che nella realtà, sono il sostegno alla sopravvivenza territoriale e
turistica del Trentino;
• Come si intendono ringraziare i Vigili del fuoco locali, gli addetti del 118 e il servizio
profuso dall’ostetrica di turno, per il buon esito del parto improvvisato di mamma Ivana,
dove attraverso il loro servizio, anche se nell’evidente imbarazzo di mamma e papà, hanno
reso semplice un passaggio difficile quale il dare alla luce Elia, in un parcheggio;
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.
Cons. Claudio Civettini
LISTA CIVICA TRENTINA