Uno chef un vino: il Franciacorta Berlucchi a prova di chef

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Uno
chef
un
vino:
il
Franciacorta
Berlucchi
a
prova di chef
La storica azienda ‘Guido Berlucchi’, guidata dalla famiglia
Ziliani, ha dato il via ad una serie di appuntamenti, a
cadenza periodica, in cui uno chef dedica un piatto
all’abbinamento con l’ultimo risultato della cantina, il
Franciacorta Millesimato Berlucchi, ’61 Nature 2009.
Nel progetto “Uno chef un vino”, il cuoco si racconta e si
sofferma sul piatto preferito e appositamente dedicato, di cui
narra la realizzazione e la peculiarità di accostamento al
Nature. L’abbinamento vino-cibo è poi approfondito dal
sommelier del ristorante.
Nella prima puntata Vittorio Fusari, nato e vissuto sul lago
di Iseo e pertanto intriso della cucina franciacortina, dal
2015 ai fornelli del ‘Pont de Ferr’, storico ristorante sui
Navigli di Milano, ha accostato a Nature una delle sue visioni
culinarie in chiave minimalista: il manzo all’olio.
Nella seconda puntata si è esibito Claudio Sadler, che nel
2016 ha festeggiato i trent’anni del suo ristorante ‘Sadler’ a
Milano, 2 stelle Michelin. Ha abbinato Nature al risotto
all’acqua di funghi porcini con polvere d’oro e di funghi
trombetta.
Protagonista della terza puntata è Giancarlo Perbellini, chef
e patron di ‘Casa Perbellini’ a Verona, 2 stelle Michelin e
Quattro Cappelli della Guida dei Ristoranti de “L’Espresso”.
Il suo locale si caratterizza per
la cucina a vista in un’unica sala
per soli ventiquattro coperti, dove
i convitati hanno la possibilità di
ammirare, a contatto diretto con lo
chef e la brigata, l’arte della
preparazione dei piatti, in un’atmosfera che coniuga la
genuina ospitalità alla spettacolarizzazione del processo
creativo, come gli “Gnocchi di grano arso e ricotta di bufala,
vongole, caviale, limone”. Piatto che, secondo il sommelier
Marco Matta, è ben adatto a sposarsi con Berlucchi ’61 Nature
2009.
A questo punto è giusto capire perché questo spumante si
chiama ’61 Nature e perché Guido Berlucchi è sinonimo di
Franciacorta. Prima di tutto perché la bottiglia appartiene
alla collezione che porta l’anno di nascita del primo
Franciacorta in assoluto e primo spumante italiano a metodo
classico. Fu un’audace proposta del neo diplomato enologo
Franco Ziliani a Guido Berlucchi, un distinto signore di
campagna, discendente della nobile famiglia dei Lana de’
Terzi, che già produceva un Pinot bianco nella cantina
sotterranea alla casa padronale (che oggi si estende per 15
mila metri quadrati). La proposta era di fare un vino
spumeggiante “alla maniera dei Francesi”. Dopo sei anni di
sperimentazioni, nel 1961 furono create le prime tremila
bottiglie di Pinot di Franciacorta, diventando capostipite di
tutta la produzione locale (un centinaio di aziende con 15
milioni di bottiglie) caratterizzatasi con la denominazione
storica del territorio e riconosciuta nel 1995 con la
Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Berlucchi ’61 Nature nasce nel 2009
dalle uve Chardonnay (80%) e Pinot
Nero (20%), provenienti dai migliori
vigneti della proprietà (Arzelle,
Rovere, San Carlo e Ragnoli), tra
Corte Franca e Provaglio d’Iseo, a
15 anni di età maturi per dare uve
da millesimato. È affinato sui lieviti almeno 5 anni e
proposto in versione ‘Nature’, ossia senza sciroppo di
dosaggio.
Per la sua buona struttura e ottima persistenza del perlato, è
considerato da tutto pasto, e persino con la pizza, al posto
di altre bevande.
Maura Sacher