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Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Andrea Ussia
23 febbraio 2017
Pellicola che sciorina facili moralismi sull’abuso del web, ma che
finisce per dimostrarsi una commedia che punta al
riavvicinamento familiare, Beata ignoranza funziona
principalmente quando Giallini e Gassman battibeccano. Anche
perché la morale del regista Bruno è uno sterile gioco che tende
a sottolineare lo stereotipo.
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Ernesto e Filippo si conoscono da una vita, ma non si vedono da 25 anni a
causa dell’amore che provavano entrambi per Marianna. Il destino li vede
insegnare nella stessa scuola e si scoprono estremamente differenti
soprattutto nell’approccio con la tecnologia. Ernesto non ha un computer
ed è terrorizzato dal dilagare dei social media, invece Filippo è dipendente
dal computer, dai selfie e dalle chat. Lo scontro è inevitabile e viene
ripreso in un video che ottiene un enorme successo.
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Bruno continua nel suo percorso di rappresentazione della società di oggi
e, se le precedenti commedie avevano restituito un manipolo di
personaggi privi di spessore e poco credibili, Beata ignoranza non ci
prova nemmeno a distanziarsi dalla tipologia di cinema del regista. Infatti
solamente la deriva drammatica di Gli ultimi saranno ultimi aveva
messo in luce qualche forzato sprazzo di credibilità, eppure era chiaro
quanto quel film fosse solo un esperimento che, nonostante tutto, non
aveva convinto molto il regista stesso. E allora ecco che Bruno torna alla
commedia (moralista, stereotipata e banalmente malinconica) che non
appassiona e appiattisce qualsiasi spunto narrativo interessante. Perché
se l’idea di confrontare i due modi opposti di gestire la comunicazione
(tecnologico o “letterario”) può essere portatrice di sane risate e genuine
domande sull’abuso del web, lo sviluppo della tematica è farraginoso e
poco coinvolgente.
Nonostante le schermaglie tra Giallini e Gassman si dimostrino punti di
forza della pellicola, Beata ignoranza ostenta dei personaggi privi di
spessore e le figure femminili hanno la peggio. Difatti il personaggio
impersonato dalla Crescentini è debole e portatore di lacrime di
coccodrillo, Nina (la figlia “in comune” tra i due professori) è
un’apparizione che determina la vicenda, ma che non lascia il segno,
mentre la professoressa ninfomane e social addicted Margherita è un
personaggio fumoso e deleterio.
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Cinema stereotipato e poco soddisfacente, Beata ignoranza esibisce
l’incapacità di gestire adeguatamente il reale e il virtuale, sottolineando le
differenze tra chi si è in rete e chi si è nella vita di tutti i giorni. Tuttavia
l’impressione è che il tema venga affrontato fuori tempo massimo e
questo ritardo porta il film di Bruno a essere un banale e scontato esempio
di rappresentazione della società moderna.
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Titolo originale: Beata ignoranza
Regia: Massimiliano Bruno
Sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Herbert Simone Paragnani, Gianni Corsi
Attori principali: Marco Giallini, Alessandro Gassman, Valeria Bilello, Carolina Crescentini, Teresa
Romagnoli, Giuseppe Ragone, Malvina Ruggiano, Emanuela Fanelli, Luca Angeletti, Luciano Scarpa
Fotografia: Alessandro Pesci
Montaggio: Consuelo Catucci
Musiche: Maurizio Filardo
Prodotto da Italian International Film, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 102′
Genere: Commedia
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