Tifo, chilometri e ironia Quindici anni di Commando

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L'ANNIVERSARIO
Tifo, chilometri e ironia
Quindici anni di Commando
» SASSARI
Quindici anni fa la Dinamo si
arrabattava in serie B, con
l'obiettivo di tornare a calcare almeno quella A2 in cui era
stata protagonista negli anni
Novanta. Al palazzetto c'era
uno zoccolo duro di tremila
fedelissimi, ma difficilmente
si vedeva il pienone. È in quel
periodo che un gruppo di tifosi si è compattato per seguire le partite in maniera attiva,
dietro uno striscione.
Era il 2002 e nasceva 0
Commando, destinato a
prendere il posto degli
"antenati" Onda d'Urto e Alta Marea, che nel frattempo
si sono dissolti. Quindici anni, due categorie più in alto e
molti trionfi più tardi, quello
stesso gruppo è la colonna
principale del tifo biancoblù,
collocata nella parte bassa
del settore C. «Questa ricorrenza per noi del Commando
è molto importante - sottolinea Roberto Scotto, una delle
attuali guide del gruppo -.
Domenica scorsa siamo stati
premiati dalla società ed è
stato emozionante. Questo
weekend saremo a Brescia e
per noi sarà una trasferta celebrativa: partiremo in tantissimi da Sassari ma con noi ci
saranno tantissimi degli amici che ogni trasferta ci rag-
giungono dal nord Italia».
Già, perché Milano, dopo
Sassari, può essere considerata la seconda città per numero di tifosi della Dinamo. «A
fondare il gruppo sono stati
Mario Simula, Luigi Canu e
altri, io sono arrivato dopo spiega Scotto -. Il Commando è composto da circa 150
persone, una ventina delle
quali attive sette giorni su sette per organizzare le attività
del gruppo, che non si esauriscono nel tipo o nella coreografia domenicale. Poi ci sono gli emigrati e i simpatizzanti che stanno nella Penisola, che ormai fanno parte a
tutti gli effetti della nostra famiglia e ci supportano un pò '
ovunque».
Una famiglia che gira su e
giù per l'Italia e da qualche
anno si avventura anche in
Europa. «Se qualche anno fa
- sorride Scotto - ci avessero
detto che avremmo avuto
l'opportunità di portare il nostro striscione e le nostre voci
in città come Madrid, Mosca,
Istanbul o Berlino ci saremmo messi a ridere, invece abbiamo fatto anche quelle
esperienze. Ma non dimentichiamo i periodi di magra, e
chi è stato a Osimo o a Veroli
ricorda quelle trasferte con lo
stesso piacere con cui si ricor-
SERIE A
da gara7 al Forum di Assago
l'anno dello scudetto, che
per molti di noi resta la trasferta più bella di sempre.
Persino meglio di gara7 al PalaBigi, che pure non è stata
cosìmale...».
Tanti amici in giro per l'Italia, pochissimi problemi con
i tifosi avversari e una filosofia chiara: «Noi tifiamo e sosteniamo la Dinamo sempre,
nel bene e nel male. Abbiamo gemellaggi storici come
quelli con i ragazzi di Reggio
Emilia e Novara, ma negli anni abbiamo sistemato anche
alcune rivalità, per esempio
con la curva di Pistoia, con la
quale in passato c'erano stati
dei problemi e con cui ora è
stato tutto chiarito. Facciamo tanti sacrifici per seguire
la squadra ovunque possiamo, proviamo a coinvolgere
e reclutare nuove leve, gioiamo e ci adiriamo come tutti i
tifosi, ma cerchiamo sempre
di prendere tutto alla leggera».
Lo dimostrano gli striscioni e i cori ironici di questi anni: da "non abbiamo mai vinto un e..." a " non succede, ma
se succede", ora finiti definitivamente in soffitta. Perché in
questi 15 anni, di cose alla Dinamo e al Commando ne sono successe, eccome.
A.Si.
Il settore C, cuore pulsante del tifo biancoblù
La coreografia di domenica scorsa e, sotto, il Commando premiato in campo dal presidente Stefano Sardara
SERIE A
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