Migranti, Tusk: `Pronti a chiudere rotta Libia-Italia`

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Migranti, Tusk: ‘Pronti a chiudere rotta Libia-Italia’ | 1
giovedì 02 febbraio 2017, 18:50
Esteri: il Punto
Migranti, Tusk: ‘Pronti a chiudere rotta Libia-Italia’
Trump, nuovo scontro con Messico e Australia. Ucraina, altri morti nel Donbass
di Daniele Petroselli
«La Ue ha dimostrato di essere capace di chiudere le rotte di migrazioni irregolari, come ha fatto nella rotta del
mediterraneo orientale. Ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all'Italia». Così Donald Tusk dopo l'incontro col premier
libico Fayez al Serraj. Un messaggio chiaro di Tusk, che ha confermato anche l'appoggio dell'italia in merito: «Ho parlato a
lungo col premier Gentiloni ieri e posso assicurare che possiamo riuscirci. Quello che serve è la piena determinazione a farlo.
Lo dobbiamo prima di tutto a chi soffre e rischia la vita, ma lo dobbiamo anche agli italiani e a tutti gli europei». Ue e Libia,
ha osservato Tusk, hanno «interesse comune a ridurre i numeri di migranti irregolari che rischiano le loro vite nel
Mediterraneo centrale», un flusso che «non è sostenibile né per la Ue né per la Libia». E punta il dito Tusk sui trafficanti, che
«minano l'autorità dello stato libico per il loro profitto», e promette nuove misure per «combattere più efficacemente le reti
di trafficanti e gestire meglio i flussi migratori». Poi Tusk ha anche «ribadito il pieno supporto» della Ue per il governo di
accordo nazionale di Serraj, ma ha anche lanciato un appello agli avversari di Serraj sottolineando che servono «ulteriori
risultati, in senso costruttivo per coinvolgere coloro che in Libia non si sono uniti alle nuove istituzioni». Al Serraj invece ha
confermato che la Libia è «impegnata nella lotta al terrorismo e continuerà ad esserlo», ma «speriamo che i meccanismi
della Ue per aiutare la Libia saranno più concreti: non parliamo dell'ammontare di soldi dedicato a questo aiuto, perché è
molto poco. Dobbiamo essere abbastanza seri da raggiungere insieme l'obiettivo di stabilizzare la situazione». Poi in serata
per il leader libico la visita a Roma al premier Paolo Gentiloni, per firmare un accordo che ha al centro i flussi migratori e il
controllo dell'immigrazione clandestina. Negli Usa Donald Trump continua a mantenere toni accesi contro tutti. Prima ha
minacciato, secondo quanto carpito da 'Associated Press' da una telefonata di venerdì scorso, il presidente messicano
Enrique Pena Nieto di inviare le truppe americane se il suo governo non fermerà quelli che ha definito i 'bad hombres'. Il
ministero degli Esteri messicano però ha smentito il contenuto della telefonata, affermando invece che i due «sono giunti
all'accordo di continuare a lavorare e che gli staff dei due paesi continueranno ad incontrarsi per giungere ad un'intesa
positiva». Poi, secondo il 'Washington Post', avrebbe alzato la voce al telefono anche con l'alleato australiano Malcolm
Turnbull, accusandolo di voler esportare negli Stati Uniti terroristi, come gli attentatori della maratona di Boston. la
richiesta agli Usa da parte di Turnbull è quella di mantenere l'accordo di accogliere 1.250 rifugiati al momento nelle carceri
australiane. E in merito a questa decisione è stato lo stesso Trump a prendere una posizione, prima della telefonata, su
Twitter: «Potete crederci? L'amministrazione Obama si e' detta d'accordo nel prendere migliaia di immigrati illegali
dall'Australia. Perché? Studierò questa stupida intesa». Dall'Australia non ci sono repliche al momento. Intanto Trump
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/migranti-tusk-pronti-a-chiudere-rotta-libia-italia/
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incassa nuovi complimenti dal Cremlino per la nomina a segretario di Stato dell'ex Ceo di Exxon Mobile Rex Tillerson.
Passiamo all'Ucraina, dove nel Donbass continuano gli scontri. Si parla di due soldati morti e 10 feriti ieri tra le file ucraine.
Si combatte soprattutto nella zona di Avdiivka, vicino Donetsk, con governativi e separatisti che si accusano a vicenda
riguardo l'inizio della nuova escalation. In Francia invece torna a parlare Marine Le Pen, presidente del Front National e
candidata alle presidenziali. In un'intervista a 'Le Monde', ecco spiegate le priorità del suo programma, ossia occupazione e
aiuto di 80 euro al mese per le fasce più deboli. E parla nello specifico di «una tassa addizionale su qualsiasi nuovo contratto
fatto a dipendenti stranieri. Il ricavo sarà versato nelle casse per il sussidio ai disoccupati. Così un certo numero di persone
vorrà ripartire perché la Francia smetterà di incitare all'immigrazione. E per il resto, si farà in modo che le persone che
accettiamo rispondano ad alcuni criteri e non pesino sulle finanze pubbliche». E ripete: «La base di tutto questo è il
patriottismo, ogni misura adottata e ogni euro speso deve difendere l'interesse dei francesi». In Gran Bretagna presentato
il Libro Bianco del governo May, che in 12 punti spiega i principi negoziali del divorzio dall'Ue. Il ministro per la Brexit, David
Davis, ha ribadito l'intenzione del Regno di «riprendere il controllo delle sue leggi» e ha aggiunto che «i tempi migliori
devono ancora arrivare». Mentre l'opposizione laburista protesta per il poco tempo per dibatterlo e per le misure poco
incisive presenti nel documento. Si scaldano gli animi in Spagna, dove il premier Mariano Rajoy attacca il referendum
sull'indipendenza della Catalogna, promesso entro settembre dal presidente catalano Carles Puigdemont. Secondo i media
spagnoli, Rajoy è disposto a impedire il referendum con la forza. In particolare si pensa di prendere il controllo dei Mossos
d'Esquadra, la polizia regionale catalana, e impedire l'accesso ai seggi elettorali . La Ue bacchetta la Romania. A farlo
il vicepresidente della commissione europea Frans Timmermans: «E' preoccupante quello visto negli ultimi due giorni: i
decreti d'urgenza e i progetti legislativi non possono essere interpretati se non come un passo indietro rispetto a quanto
visto nell'ultimo decennio». Mentre si anima il dibattito politico interno. E a sorpresa arrivano le dimissioni del ministro del
Commercio Florin Jianu, che sui social ha spiegato che il suo gesto avviene «per ragioni morali, per il bene dei suoi figli».
Dall'Afghanistan arriva la conferma invece che i talebani hanno sequestrato ieri sera due medici nella provincia occidentale
di Badghis. I medici erano in missione per una verifica dello stato dell'assistenza sanitaria quando un commando li ha
sorpresi. Una persona è stata rilasciata perché si è presentata come l'autista. Chiudiamo con la Francia, dove i problemi per
Francois Fillon non finiscono. Dopo l'indagine sui presunti impieghi fittizi della moglie Penelope, ecco che a finire nel mirino
sono anche i due figli maggiori della coppia. Secondo il settimanale 'Le Canard Enchainé', Fillon avrebbe pagato i figli come
assistenti parlamentari tra il 2005 e il 2007, percependo 83.735 euro in 21 mesi. E intanto i sondaggi lo danno in netto calo
di consensi.
di Daniele Petroselli
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