Trasporto aereo.Sindacati: stop per totale assenza

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Transcript Trasporto aereo.Sindacati: stop per totale assenza

ISSN 0010-6348
Anno 69 - N. 18
SABATO 28 GENNAIO 2017
Quotidiano della Cisl
fondato nel 1948 da Giulio Pastore
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Trasporto aereo. Sindacati: stop per totale assenza di un piano industriale e scelte unilaterali di disdetta contratto
Alitalia,aterrail23febbraio
U
na prima azione di sciopero di
quattro ore, dalle 14 alle 18,
giovedì 23 febbraio per l’osti nazione dell’azienda a perseguire una condotta di chiusura. È
l’annuncio dello sciopero del personale Alitalia proclamato da Filt Cgil,
Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl TA, secondo cui "lo sciopero si conferma in
questa fase l’unico strumento democratico per la tutela dei diritti dei
lavoratori". I sindacati hanno deciso
per lo stop, si legge nella nota, "per
la totale assenza di un piano industriale; le scelte unilaterali di disdetta del contratto nazionale del trasporto aereo che violano gli accordi
interconfederali vigenti e cancellano
automatismi di adeguamento retributivo e le ripetute violazioni dei numerosi accordi integrativi al contratto nazionale". Intanto in merito alla
collaborazione prospettata da Ryanair - interviene Emiliano Fiorentino, segretario nazionale Fit-Cisl.
L’Ad fa confusione sul rispetto delle
regole e ruolo del sindacato. In attesa della convocazione ufficiale di Alitalia - spiega Fiorentino vogliamo ricordare che ci stiamo battendo per
salvare posti di lavoro e salari, diritti
che non crediamo possano essere garantiti da una compagnia che in Ita-
lia crea solamente dumping sociale,
destabilizzando l’industria del trasporto aereo. Relativamente poi alla
proposta dell’Ad di cooperare con
Alitalia ben venga qualsiasi progetto
arrivi da altri competitor che tuteli
l’industria del trasporto aereo italiano, purché - conclude Fiorentino - si
giochi sulle capacità imprenditoriali
e non sulla pelle dei lavoratori".
Cecilia Augella
Collasso Abruzzo
Cgil, Cisl e Uil denunciano:
numerosi lavoratori
di imprese artigiane, del
commercio e dei servizi sono
rimasti senza lavoro.
Urgente un incontro con
i parlamentari abruzzesi
per trovare rapidamente
risorse di sostegno al reddito
I
l dramma che sta vivendo l'Abruzzo con
le scosse di terremoto degli ultimi giorni, le
violente nevicate, le alluvioni richiedono un
impegno concreto che
metta in sicurezza le popolazioni e il territorio e
che dia risposte ai grandi disagi che i cittadini
stanno vivendo. I segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil Sandro Del Fattore, Maurizio Spina, Roberto Campo chiedono
alla Regione di attivarsi
subito presso il Governo nazionale per chiedere: di poter prorogare
gli interventi di Cig e mobilità in deroga perchè
possano essere adottati
nelle aree colpite dalle
recenti calamità naturali (neve, terremoto, alluvioni) in particolare per
venire incontro ai lavoratori delle piccole e piccolissime imprese attualmente esclusi dagli
ammortizzatori sociali
Istat. Nel 2016 retribuzioni
ferme (+0,6%) minimo dal 1982.
Cala la fiducia dei consumatori
tiene quella delle imprese
ma crolla quella del commercio.
I bilanci delle famiglie tornano ai
livelli pre crisi, ma pochi ridono
Gagliardi
a pagina 2
ordinari o soggetti al Fis
o ai Fondi di solidarietà
bilaterali; di potere utilizzare immediatamente le eventuali risorse residue dei fondi già assegnati dal D. Lgs. 185 del
24/09/2016 e successive circolari; di richiedere ulteriori assegnazioni
di fondi, in relazione alle richieste che perverranno nei prossimi giorni.
Cgil, Cisl e Uil richiedono quindi un incontro ur-
gente ai Parlamentari.
Ma non finisce qui.
L'emergenza in atto nel
territorio aquilano, dovuta agli eventi calamitosi delle ultime settimane, in particolare lo
sciame sismico che ha
colpito l'Alta Valle
dell'Aterno e che non è
ancora scemato, impone una seria riflessione
sul futuro economico e
occupazionale del nostro comprensorio. Le
imprese sono al collas-
Coop metalmeccaniche,
firmato il contratto.
Aumento da 92 euro,
welfare e formazione
al centro.
Fim: accordo storico
Cisl: segnale positivo
D’Onofrio
a pagina 3
so. Necessitano di aiuti
concreti e del supporto
fattivo degli enti e delle
associazioni presenti
nel territorio, a partire
dalla Camera di commercio dell'Aquila, deputata alla valorizzazione del tessuto imprenditoriale locale". Anche il
segretario provinciale
della Cisl, Paolo Sangermano, e il responsabile
Cisl L'Aquila, Elvezio
Sfarra, lanciano l’enne simo allarme e sollecita-
no una maggiore incisività da parte dell'ente camerale aquilano, che, dicono, "raggruppa tutte
le associazioni e il mondo imprenditoriale della provincia dell'Aquila
e, come tale, è deputato alla programmazione
degli interventi e delle
attività sul territorio ma
che, nonostante la piena emergenza, non ha
ancora assunto alcuna
iniziativa".
Rodolfo Ricci
Colombia. Così Prosegur
si fa beffe dei diritti
dei lavoratori.
la denuncia dei sindacati
americani contro
la multinazionale
al ministero del Lavoro Usa
Masucci
a pagina 5
Questo giornale è stato chiuso in redazione alle ore 18,45
2
2
Privatizzazioni
Luciano(Cisl)
Governosi fermi
suferrovie
eposte
I
dati economici continuano ad avere un
andamento altalenante che non consente eccessi di ottimismo.
Nel 2016, fa sapere
l’Istat, la retribuzione
oraria è cresciuta in media dello 0,6% rispetto
all’anno precedente,
segnando l’aumento
più basso mai registrato
in almeno 34 anni. Le serie storiche sono disponibili infatti a partire dal
1982. Nel 2015 gli incrementi era stati pari quasi al doppio (+1,1%). A
dicembre l’indice delle
retribuzioni contrattuali orarie è rimasto invariato rispetto al mese
precedente ed aumentato dello 0,4% nei confronti di dicembre
2015. Si tratta, anche in
questo caso, dell’au mento tendenziale mensile più basso rilevato
dall’Istat e già toccato a
novembre 2016.
Nell’intero anno l’in cremento è stato dello
0,8% per i dipendenti
del settore privato e nullo nel pubblico impiego
a causa del blocco della
contrattazione. Ci sono
stati aumenti significativamente superiori alla
media nei comparti: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,4%);
commercio; trasporti,
servizi postali e attività
connesse
(entrambi
1,6%); energia elettrica
e gas (1,5%); alimentari,
bevande e tabacco
(1,3%). Le variazioni più
contenute si sono rilevate invece nel credito e
assicurazioni (0,3%) e
nei servizi di informazione e comunicazione
(0,2%). Non si sono riscontrati incrementi nei
settori della metalmeccanica, dell’acqua e servizi smaltimento rifiuti,
delle telecomunicazioni. Quanto al solo mese
I
Attualità
sabato 28 gennaio 2017
ntesa Comune-sindacati
sul fronte degli appalti legati al Patto per Napoli. Il sindaco Luigi de Magistris, nella
sua duplice veste di primo cittadino partenopeo e della Città metropolitana, e Cgil, Cisl
e Uil hanno siglato un documento in cui convengono sul
fatto che la sottoscrizione del
Patto per Napoli sia positiva
perché ”risponde alla necessità di una più stringente collaborazione istituzionale come condizione essenziale per
rispondere ai bisogni della città”.
Il Patto può diventare ”cata lizzatore di una prima riflessione sugli assetti futuri della
città metropolitana, e per
questo va costruito su questa
dimensione di scala. Il Patto
I
l Governo si fermi e convochi il sindacato
prima di ipotizzare ulteriori quote di privatizzazioni di aziende importanti come le
Ferrovie o le Poste. E’ l'appello del segretario confederale Cisl Giovanni Luciano.
”Le notizie riportate da alcuni giornali ci
lasciano molto perplessi. Per quanto riguarda Ferrovie è sbagliato porre sul mercato quote del cosiddetto ’segmento a
mercato’, cioè solo di ciò che produce
guadagni. Se l’unico settore che fa utili cospicui viene venduto, il resto, il trasporto
delle merci e le tratte locali peraltro in rosso, costeranno ancora di più alle tasche
dei cittadini”. Per quanto riguarda le Poste ”pensavamo che la saggezza avesse
prevalso quando il Governo Renzi congelò
il processo. Ora leggiamo che si pensa di
mettere sul mercato la residua parte del
30% ancora in possesso del Mef, dopo il
35,5% già alienato e il 30% ora in possesso
di Cassa Depositi e Prestiti. Un’operazio ne in perdita”. Dai dati resi noti da Poste
Italiane si ipotizza una chiusura del 2016
con un utile che sfiorerà addirittura il miliardo di euro. Si chiede Luciano: ”Quan to ha già perso lo Stato avendo ceduto il
65,5% della sua quota? I vecchi carrozzoni
da anni ormai producono utili, anche grazie ad enormi sforzi anche sindacali per
farle diventare aziende vere. Ora che queste producono ricchezza perché andrebbero cedute al capitale privato?” E’ dunque ”migliore la scelta dei dividendi costanti che non quella dei prezzi di saldo”.
G.G.
Istat. Retribuzioni praticamente ferme, crescita più bassa dal 1982, famiglie in bolletta non spendono
Traspicciedecimali
lafiducianonrisale
di dicembre, le retribuzioni contrattuali hanno
registrato un incremento tendenziale dello
0,5% per i dipendenti
del settore privato e
una variazione nulla per
quelli della pubblica amministrazione.
A fine anno sono stati recepiti due nuovi accordi
(metalmeccanica e servizio smaltimento rifiuti
- aziende private), mentre nessuno è venuto a
scadenza. I contratti in
attesa di rinnovo sono
47 relativi a circa 6,5 milioni di dipendenti, di
cui nella P.a. circa 2,9
milioni.
Il lavoro, insomma, viene remunerato sempre
di meno.
Non c’è da stupirsi,
quindi, se la fiducia del
consumatori rilevata
dall’Istat a gennaio peggiori, trascinata verso il
basso dalle opinioni sul
clima economico e su
quello futuro, scendendo da 110,9 a 108,8.
Mentre l’indice composito del clima di fiducia
delle imprese (Iesi) fa segnare un leggero aumento da 100,2 a 102,5
con l’eccezione - indicativa - del commercio al
dettagli che fa registrare un calo da 107,5 a
103,3.
Nel comparto manifatturiero migliorano sia i
giudizi sugli ordini sia le
attese sulla produzione
e il saldo dei giudizi sulle scorte diminuisce.
Nelle costruzioni, i giudizi sugli ordini peggiorano mentre le aspettative sull’occupazione sono improntate ad ”un
deciso miglioramento.
Nei servizi, i giudizi e le
attese sul livello degli ordini sono in progresso
mentre
le
attese
sull’andamento
dell’economia mostrano segnali di deterioramento. Mentre nel commercio al dettaglio, per
il quale gennaio è un mese chiave per i saldi, peggiorano sia i giudizi sulle
vendite correnti sia le attese sulle vendite future. Quanto ai consumatori il clima economico
e il clima futuro mostrano segnali negativi passando, rispettivamente, da 133,3 a 124,8 e da
116,0 a 111,6. I giudizi e
le aspettative circa la situazione economica del
Paese, dopo la crescita
rilevata a dicembre, mostrano un ”deciso peggioramento” come evi-
Francesco Gagliardi
Più stringente collaborazione istituzionale per rispondere ai bisogni della città
Appalti,intesa sindacati-De Magistris
legataalPattodiNapoli
deve essere, al di là degli interventi che vi sono inclusi,
l’occasione per una sistematizzazione ragionata su priorità condivise di tutti gli investimenti e gli interventi previsti
almeno su scala metropolitana”. Occorre quindi ”defini re modalità strutturali di confronto con le parti sociali per
definire una visione comune
delle linee di sviluppo della
città e della sua area metropolitana”.
denziano i rispettivi saldi che scendono da -41
a -52 per i giudizi e da
-17 a -28 per le aspettative. Anche le attese sulla
disoccupazione per i
prossimi 12 mesi, dopo
il calo di dicembre, tornano a salire, mentre
sul fronte dell’inflazio ne aumenta, rispetto al
mese scorso, la quota di
coloro che ritengono i
prezzi in aumento.
Per la prima volta
dall’inizio della crisi, a
gennaio le opinioni dei
consumatori sul proprio bilancio familiare
raggiungono il livello
medio del periodo pre
crisi (gennaio-febbraio
2007). Ma i giudizi sono
all’insegna della stabilità per il 54,1% del campione, appaiono migliorati o molto migliorati
solo per il 28% e risultano peggiorati o molto
peggiorati per il 16,1%.
Segno che la forbice reddituale resta ancora
troppo ampia per far
sperare in una ripresa
della domanda interna
e che durante la crisi
qualcuno ha guadagnato (accumulando senza
investire), qualcun altro
ha perso (spesso anche
il lavoro) e oltre la metà
sono rimasti dov’erano
(sulla soglia di galleggiamento).
Il che non è proprio un
bel vedere.
A un tavolo tecnico verrà affidata la predisposizione di protocolli di intesa che regolino
la progettazione e la realizzazione degli interventi contenuti nel Patto ispirati a principi di legalità e trasparenza,
"al fine di promuovere e tutelare il lavoro regolare, assicurare criteri di economicità e
trasparenza nell’utilizzo delle risorse pubbliche e prevenire qualsiasi fenomeno di infiltrazione mafiosa e di corru-
zione negli appalti pubblici in
coerenza con le linee guida
Anac”; e di sicurezza e prevenzione, ”irrinunciabile”
nei cantieri, con il rispetto
della normativa di settore.
L’avvio dei cantieri, del resto, sarà occasione per lavoro e occupazione, con la promozione di iniziative ”tese
all’assunzione di lavoratori
disoccupati o percettori di
ammortizzatori sociali nazionali anche in deroga e in pos-
sesso delle professionalità richieste. Per gli appalti saranno definiti protocolli tecnici
specifici che nei capitolati,
nei quali la stazione appaltante ”si adopererà affinché,
nei casi di inadempienza o
evasione da parte degli appaltatori e dei terzi (ivi compresi
i subappaltatori), sia garantito prioritariamente il pagamento delle spettanze e delle contribuzioni a tutti i lavoratori”, e che contengano la
clausola sociale che, nel caso
di avvicendamento di operatori economici per cambio appalto, implica il riassorbimento del personale dipendente
dell’appaltatore uscente. Il
contratto di lavoro di riferimento economico e normativo per i lavoratori impegnati
nella realizzazione delle opere civili, chiamati in qualsivoglia forma di dipendenza (impresa appaltatrice, affidataria, subappaltatrice o titolare
di contratti di sub affidamento) sarà quello collettivo nazionale. Nei bandi di gara, la
griglia prevederà l'offerta
economicamente più vantaggiosa e non il massimo ribasso.
G.G.
Vertenze
Fca, ora
l’Europa
pesa di più
Anche sui
posti di lavoro
P
er i 20mila lavoratori
delle cooperative metalmeccaniche arriva il
rinnovo del contratto
nazionale. Un accordo sulla
falsariga di quello che Fim
Fiom e Uilm hanno firmato
con Federmeccanica, dunque
con tratti innovativi specie sul
versante della formazione e
del welfare.
Agli addetti delle cooperative
andrà un amento medio di 92
euro. Agli 85 euro cui si arriva
sommando il recupero dell’in flazione e le poste di salario indiretto (12 per la sanità, 19,69
per il welfare integrativo,
7,69 per la previdenza complementare) vanno aggiunti 7,69
euro per le attività di formazione.
Viene poi introdotto il diritto
soggettivo alla formazione,
proprio sul modello di quanto
concordato dai sindacati con
Federmeccanica, che dopo
quello su salute e sicurezza,
rappresenta uno dei diritti
fondamentali per il lavoro futuro, assieme ad un rinnovato
ed aggiornato diritto allo studio.
Viene ampliato lo spazio alla
partecipazione dei lavoratori-soci e del sindacato nelle
scelte strategiche aziendali
elemento già insito nelle imprese cooperative, e nel sistema di relazioni sindacali consolidato nel mondo cooperativo. Le parti mirano inoltre a
promuovere a livello territoriale una maggiore diffusione
della contrattazione anche
nelle piccole imprese cooperative.
Nel menu dell’accordo c’è
spazio anche per una serie di
interventi sul versante di salute e sicurezza, a cominciare
dal potenziamento del ruolo
degli Rls. Rafforzato anche il
fondo per l’assistenza sanitaria integrativa Coopersalute
G
enova (nostro servizio) - Una sanità sociale, umana, per tutti e
soprattutto nel rispetto di
infanzia ed anziani, fasce
più deboli della società, e
privatizzata. E' quanto chiedono i sindacati in Liguria insistendo sulla linea seguita
da sempre dalle forze sociali ma anche in replica a dichiarazioni del presidente
della Regione, Giovanni Toti, circa l'obiettivo di privatizzare il quindici per cento
della sanità ligure.
Nuovo scenario, spiega Paola Bavoso, segretario Cisl Liguria, che indica un indirizzo della riforma sanitaria
non condiviso da Cgil, Cisl e
Uil. “Diciamo no alla privatizzazione degli ospedali –
afferma la Bavoso – e rivendichiamo invece un modello sanitario più presente
F
orse per la Borsa, che giovedì, dopo la
presentazione del bilancio 2016, ha premiato il titolo, conta meno della crescita degli utili o del calo del debito. Ma per i sindacati l’aumento dell’occupazione in Fca è
un risultato cui brindare. Tra il 2014 e il
2016 negli stabilimenti europei del gruppo
si sono registrati 2800 posti di lavoro in più
(ora i dipendenti in totale sono 82.489). Ovviamente si tratta di una media. Ciò significa che il calo dell’occupazione in alcuni
paesi è stato più che compensato dai nuovi
sabato 28 gennaio 2017
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ingressi verificatisi in altri. L’Italia, con le
sue 6.200 assunzioni, è tra questi ultimi. I
numeri sono emersi dal confronto tra i sindacati riuniti nel Cae (il Comitato aziendale
europeo) e Fca che si è concluso ieri a Torino. Una due giorni nel corso della quale,
spiega il segretario nazionale della Fim Ferdinando Uliano, ”abbiamo sollecitato la direzione aziendale rispetto alle situazioni ancora critiche presenti in alcuni stabilimenti
come Pomigliano, Mirafiori e Melfi ci è stato assicurato la fattibilità dell'obiettivo del-
la piena occupazione per tutti gli stabilimenti italiani alla luce della conferma del
piano industriale e di tutti i nuovi modelli li
previsti”. L’obiettivo della piena occupazione per gli stabilimentiitaliani nel 2018
viene ad ogni modo confermato. Merito degli investimenti e degli accordi che li hanno
propiziati, ricorda Uliano: ”E’ la dimostrazione che abbiamo salvato stabilimenti e
occupazione nel settore industriale più importante del nostro Paese”.
C.D’O.
Firmato il contratto. Aumento di 92 euro. Largo a formazione e welfare aziendale
Coop meccaniche,
c’èilrinnovo
(156 euro totalmente a carico
delle aziende, riconosciuti a
tutti i lavoratori metalmeccanici e ai loro familiari a carico,
anche ai conviventi) e il fondo
di previdenza integrativa
Fon-Coop, che vede aumentare il contributo a carico
dell’azienda dall’1,6% al 2%
per incentivare e valorizzare
uno strumento fondamentale
per le pensioni del futuro, so-
prattutto per i giovani.
Per la Fim il nuovo contratto
introduce ”elementi nuovi o
rinnovati che puntano sulla
partecipazione, le competenze e il riconoscimento della
professionalità dei lavoratori
e dei soci lavoratori delle
coop”.
Parla di ”risultato di valenza
storica per il mondo cooperativo” il segretario generale
Marco Bentivogli. ”Con questo contratto - sottolinea - si
compone un altro tassello della tutela contrattuale dei lavoratori metalmeccanici. Ancora una volta il modello della
cooperazione fa rima con partecipazione e valorizza il protagonismo del lavoratore”.
Plaude all’intesa anche la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan: ”Compli -
menti alla Fim Cisl ed agli altri
sindacati per la firma del contratto per le cooperative metalmeccaniche - afferma - La
stagione dei rinnovi contrattuali si è arricchita di un altro
tassello importante. Tre contratti nel giro di due giorni è
un segnale positivo di vitalità
del sindacato e della contrattazione nel nostro paese”.
Per Furlan “la firma del contratto delle cooperative metalmeccaniche è certamente
un fatto positivo che valorizza
il ruolo negoziale che ha sempre avuto la Cisl nel mondo
della cooperazione, puntando sempre di più sulla partecipazione e sulla valorizzazione
della professionalità dei lavoratori e dei soci lavoratori Nel
caso specifico - aggiunge la
leader della Cisl - va dato atto
alla Fim Cisl di aver portato a
casa un bel risultato sul piano
dei benefici economici per le
lavoratrici ed i lavoratori, con
importanti elementi di novità
sul piano della sanità integrativa, del welfare aziendale, della previdenza complementare e della formazione. Siamo
convinti - conclude - che la
strada da seguire sia propria
questa, verso un nuovo modello di relazioni industriali
sempre più innovativo con un
ruolo centrale dei lavoratori".
C.D’O.
Il caso. Il governatore: fuori dal pubblico il 15% degli ospedali. Cgil Cisl e Uil: no ai tagli
Liguria,scontrosullaprivatizzazione
dellasanitàtraTotieisindacati
sul territorio per alleggerire
Dea e pronto soccorsi, già
oberati di lavoro e che in
momenti come questi,
quando la gente ha delle
paure, leggendo di meningite ed altro e in un periodo di
influenza, sono strapieni”.
Una buona organizzazione
secondo l'effettiva casistica
costituisce, per la sindacalista, adeguata risposta alle
giuste richieste dell'utenza.
“Sul territorio vanno declinate strutture e case salute
che prendano in carico il paziente da un punto di vista
sanitario ma anche sociale.
Occorrono presidi di medicina generale e pediatri di libera scelta, che possano intervenire sui casi di quella
che potremmo definire
“normale amministrazione”, bisogni della cittadinanza quotidiani. E che funzioni 7 giorni su 7, pur capendo che chiediamo uno
sforzo al sistema, ai medici”.
Ma al di là di tutto ciò, reputa il segretario Cisl ligure, occorre riorganizzare il sistema, “dove la parte sociale
gestita del Comune lavori in
sintonia con la parte sanitaria. Se non c'è unione di intenti appare difficile dare risposte concrete in una zona
dove la presenza di anziani
è sempre maggiore e quindi
ci troviamo tante persone
che, dismesse dall'ospedale non sanno dove andare,
cosa fare; faticano a capire
come andare avanti con terapia e ospedali. Ci vuole
una rete di informatizzazione tra ospedale e territorio.
Solo così riusciremo a creare una rete servizi”. Circa
invece la distonia con la Regione, i sindacati denunciano che “il nuovo modello
sanitario della Liguria clona
il ricco modello lombardo veneto, che poco si adatta
alle condizioni liguri, mentre di fatto, si sta logorando
il servizio sanitario pubblico, non si assume il personale necessario ed aumentano i dirigenti”. Toti, proseguono Cgil Cisl e Uil, indica
come target per la privatizzazione ”l'Emilia Romagna, dimenticando che quel
modello, che certamente in-
tegra quote di privato in
convenzione, parte da un disegno costruito e adeguato
nel tempo, fortemente pubblico e rispondente ai bisogni dei propri cittadini”.
“Se non si parte da questo
anche in Liguria – osservano i sindacati in un documento congiunto - avremo
solo il tentativo di riduzione
dell'indebitamento e della
spesa sanitaria”. Ed i sindacati dichiarano di essere in
attesa di convocazione
dell'ente “per capire qualcosa di questo modello
“condiviso” della Regione”. Posizione determinata per cui indicano che non
si esiterà “a prendere ogni
possibile strada necessaria
ad arginare un disegno di sanità che, allo stato attuale,
riteniamo inadeguato”.
Dino Frambati
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sabato 28 gennaio 2017
Dibattito
marcia indietro che sorprende e
mette in discussione una trattatiScuola, Gissi: Unache
va fruttuosa sulla mobilità nella scuoquesto l’esito dell’ultimo incontro
sorprende la.traE’sindacati
e Miur sull'articolato del contratto sulla mobilità 2017/2018. Il cambio
marcia indietro di posizione dell'Amministrazione, sottolila segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, “ha rimesso in didel Miur nea
scussione quanto già concordato sulla nedi prevedere un livello di contrattasu assegnazione cessità
zione integrativa d’istituto cui demandadei criteri per l'assegnasedi al personale rezionela definizione
della sede di servizio al personale in
organico, qualora l’istituzione scolastica
comprenda sedi situate in comuni diversi”. Il dietrofront inatteso, secondo Gissi,
pone una questione politica “che a tale
livello andrà risolta, con l'obiettivo che la
definizione delle regole per l’assegnazio ne del personale alle sedi, talvolta in comuni a notevole distanza l’uno dall’altro, avvenga col pieno coinvolgimento delle rappresentanze sindacali”. Per Cisl Scuola è
un punto dirimente “collocare il contratto, sotto questo aspetto, su una linea di
coerenza con l’intento di valorizzare le relazioni sindacali contenuto nell’intesa sul
lavoro pubblico del 30 novembre”. Da
qui l’invito al Miur ha essere coerenti rispetto all’accordo di novembre.
“Riguardo il contenuto del testo contrattuale - aggiunge Maddalena Gissi - risulta
accolta la nostra richiesta di valutare anche per il personale ATA, oltre che per i
docenti, il servizio preruolo con punteggio
pari a quello di ruolo nei trasferimenti a
domanda. È invece opportuna, la scelta di
confermare, la diversa valutazione (come
attualmente previsto ) dei servizi di ruolo
e non di ruolo prestati in area diversa”.
I. S.
Sindacati ottengono risultati su welfare e organizzazione del lavoro. Stenta la formazione
Mibact,comecambia
ilministeropiù“anziano”
C
ompiuta l’im presa del ricongiungimento da
11 a 4 comparti,
anche nella Pubblica amministrazione il capitolo
welfare comincia a farsi
largo. Non stupisce
quanto la Pa sia in retroguardia nella classifica
europea; sorprende, invece, che un relativamente giovane Ministero, il Mibact, un nuovo
welfare al passo coi tempi lo insegue, e non senza fatica. Sono bastate
una manciata d’ore e
qualche conversazione
nei suoi corridoi per apprendere come, da solo,
esso abbia una strutturazione organica a ragnatela sul territorio che lo avvicina, per copertura, alla Sicurezza Pubblica,
con Soprintendenze in
diversi centri, anche
non Capoluogo. Eppure,
nel generalizzato comparto “Ministeri”, le
peculiarità di dicasteri
complessi come quello
trattato rischiano un livellamento indistinto. A
partire dal fattore età.
Con ben due punti percentuali in più rispetto a
quella totale della Pa
(57anni contro 55), il Mibact si aggiudica il podio
per Amministrazione
più vecchia con tutta la
particolare modulazione di welfare che ne consegue. E tra normazioni
erga omnes per l’intera
Pa, anacronistiche (indicizzate al 2009), invariate poste del Fondo Unico Amministrazione ed
interventi spot, la rappresentanza sindacale
tenta di mandare qualche tiro a segno. Dall’al tro lato, il fermo al turn over e il prolungato blocco al rinnovo dei contratti hanno, come da recente denuncia del commissario Cisl Funzione Pubblica, Maurizio Petriccioli e del segretario confederale Maurizio Bernava, azzerato il reclutamento di nuove professionalità e denutrito la
ancora più fondamentale formazione nel cambio di passo verso la tele-
matizzazione. In questa
cornice, al Mibact anche
solo il capitolo ‘welfare
integrativo’ si incresta
in un mare magnum. Del
salario tabellare, intanto, il quale assorbe l’in dennità di perequazione solo per il 50%, destinandone il restante 50
alla voce ‘competenze
accessorie’. Il Fondo
Perseo Sirio (previdenza
e sanità complementari
per tutta la Pa) prevede
la destinazione volontaria dell’1% degli emolumenti utili ai fini del TFR
e maturazione di interessi validi ai fini pensionistici. Se, invece, quel restante 50% dell’indenni tà di perequazione dirottasse in busta paga, i dipendenti Mibact recupererebbero un cumulo
pensionistico aggiuntivo al comparto integrativo, peraltro volontario,
e una quiescenza più generosa. Sul fronte sanità
vige invece la convenzione Mutua Basic Assistance, costo d’affiliazione
600 euro l’anno; il pun-
to di caduta verosimile è
che il dipendente Mibact assicurato, a parte
la detrazione fiscale del
19%, non ammortizzi il
costo di affiliazione per
non accessione alle prestazioni. La valida alternativa del sistema voucher, sulla falsa riga del
privato e di gran lunga
più opportuno, non è
momentaneamente percorribile stante la scelta
politica di assottigliare
al massimo l’iniziativa
privata e della contrattazione nell’offerta dei
servizi alla Pa. Anche sul
fronte ‘interventi assistenziali’ si soffre; e ancor di più al Mibact dove
per apposita regolamentazione interna rientrano sotto l’ombrello delle agevolazioni fiscali solo i redditi familiari entro 31mila euro. Limite
interdicente se si considera che il solo scaglione di reddito medio pro
capite è di 24mila, addirittura lievitabile per intervenuti straordinari
e/o lavoro in conto terzi.
Sul versante dell’orga nizzazione del lavoro, il
cantiere è, invece, aperto. C’è un telelavoro da
mettere ancora in sicurezza, ma è profondo il
convincimento che il
suo più agile successore, lo smartworking, oltre all’attrezzatura facilmente dotabile coi fondi strutturali, sia il canale su cui maggior benessere del lavoratore, maggiore produttività ed efficienza del servizio al cittadino si sintonizzino, incrociando la frequenza,
spinosa, della premialità
a risultato. Fortemente
voluta dalla Legge Brunetta, oggi è applicata
solo ai Dirigenti. Rimessa a valutazioni, non misurabile né qualificabile,
corredata da criteri normativi di fondo ma non
da un metodo, naviga
sulla cresta del divario
generazionale tra dipendenti anziani che seguono consolidata disciplina ordinamentale e leve
più giovani cui è d’in dubbio riconoscimento
il possesso di competenze di ultima generazione. A rimaner dolente è,
invece, la nota ‘formazi one’. Se ne fa poco e male. Eccepita la Scuola Nazionale Amministrazione riservata a Funzionari e Dirigenti, i 28mila annui in dotazione ministeriale costringono all’affi damento a titolo gratuito ad Enti come il Formez. Si aggiunge alla
non proprio eccellente
qualità dei prodotti formativi multimediali in
quanto ad audio e trasmissione, il persistere
di un generale sostrato
di analfabetismo nelle
lingue straniere, sistemi
informativi e digital devices. E i fondi interprofessionali (estesi dalla Circolare Inps 140/2012 in ottemperanza della legge
92/2012 ai tempi determinati nella PA), son poca roba dal momento
che il Mibact non ha reclutamenti a termine. La
buona notizia è che la
nuova Direzione Generale ‘Educazione e Ricerca’, insieme alle parti sociali, sta velocizzando
l’aggiornamento del catalogo delle professionalità, rimasto fermo al
2010, per contemplarvi
nuovi profili come il
Fund Raiser o il Marketer territoriale o, ancora, specifiche del filone
“Turismo” di cui il Mibact è sguarnito. La brutta notizia è però che, arrivati alla certificazione
delle competenze, si resta col cerino in mano su
un terreno ad oggi inesplorato. Rincara la dose la formazione in maternità non regolamentata, pur essendoci la
piattaforma
Moodle
con chiavi di accesso da
remoto; né sono previsti piani d’invecchia mento attivo per la vecchia guardia impiegatizia. Questo l’identikit
‘welfare’ di un Ministero responsabile del settore non a torto definitivo “l’oro
nero”
dell’economia italiana
e cui fa attualmente
sponda un universo
dell’associazionismo
che vanta all’attivo ben
250mila addetti. Un Mibact dove, a ben vedere,
i rudimenti per un buon
welfare esistono, a mancare è la messa in sinergia strutturata.
Gabriella La Nunziata
Global
Messico. A
nonostante
Trump,
Bosch
conferma
investimenti
nche nella era Trump Bosch conferma per il
2017 i suoi investimenti in Messico. Lo ha detto Werner Struth, del board del gruppo tedesco,
durante un incontro con la stampa internazionale
a Stoccarda. Dal 2012 al 2016 Bosch ha investito
1,3 miliardi in Usa e 400 in Messico, l’anno scorso
400 milioni in Usa e 90 in Messico. Negli Usa Bosch ha 50 siti, di cui 23 produttivi, 11 in Messico.
“E’ trascorsa solo una settimana dal insediamento del nuovo Presidente - ha aggiunto - bisogna
vedere quali saranno gli sviluppi e le decisioni presi della nuova amministrazione. Seguiamo con attenzione quel che succede”. Ma intanto, prorio
ieri, il nuovo inquilino della Casa Bianca ha annun-
ciato il lancio di una “iniziativa” per creare occupazione nel settore manifatturiero, anche se non
è ancora chiaro in cosa consista nel dettaglio. Dopo avere incontrato lunedì scorso alcuni rappresentanti del comparto e il giorno successivo i vertici di Fiat Chrysler Automobiles, Ford e General
Motors, il presidente americano intende ora convocare quelli che lui stesso ha definito i “leader
aziendali più creativi e di successo al mondo” per
condividere le loro esperienze e punti di vista. Come spiega una nota della Casa Bianca, Trump “ce rcherà continuamente informazioni da una vasta
gamma di leader aziendali, su come meglio promuovere la crescita dell'occupazione e su come
sabato 28 gennaio 2017
5
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ridare lavoro agli americani”. Tra i nomi indicati
dalla Casa Bianca non c’è Werner Struth della Bosch ma ci sono i sindacalisti Thea Lee e Richard
Tumka dell’Afl-Cio e poi tutti coloro che lunedì si
sono recati al civico 1600 di Pennsylvania Avenue
a Washington: Andrew Liveris, Ceo di Dow Chemical, Michael Dell (Dell Technologies), Jeff M. Fettig (Whirlpool), Alex Gorsky (Johnson & Johnson),
Marillyn A. Hewson (Lockheed Martin), Klaus
Kleinfeld (Arconic), Mario Longhi (U.S. Steel),
Elon Musk (Tesla), Kevin Plank (Under Armour),
Mark S. Sutton (International Paper), Mark Fields
(Ford Motor) e Wendell P. Weeks, (Corning).
E.C.
La denuncia dei sindacati americani e colombiani contro la multinazionale al ministero del Lavoro degli Usa
CosìProsegursifabeffe
deidirittideilavoratori
A
ncora una volta una multinazionale è invitata ad attenersi
agli standard internazionali
nell'ambito delle attività svolte in paesi in cui le autorità locali non
risultano particolarmente interessate
a far rispettare i diritti dei lavoratori. Il
sindacato mondiale dei servizi Uni ha
denunciato la Prosegur presso il governo spagnolo per violazione dei diritti
dei suoi dipendenti in America Latina e
in India. Fra i paesi in cui la Prosegur è
attiva vi è la Colombia dove la violazione dei diritti dei lavoratori è all'ordine
del giorno. Una situazione di cui molte
multinazionali approfittano portando
a pretesto la conformità alle pratiche
locali. E' proprio per rompere il circolo
vizioso dello sfruttamento che i sindacati americani dell'Afl-Cio e quelli colombiani hanno presentato un esposto al ministero del Lavoro degli Stati
Uniti che ha risposto riconoscendo e
avallando le denunce. Il procedimento, avviato nell'ambito del trattato
commerciale fra Usa e Colombia, seguirà ora il suo corso ma i risultati sono
tutt'altro che certi, considerando che
Kazakistan. I
Vietato anche
losciopero
dellafame
il trattato si limita a prevedere l'apertura di un “dialogo” della durata di nove mesi fra le parti coinvolte.
Obbligare le multinazionali a riconoscere le proprie responsabilità e a mantenere gli impegni assunti nelle sedi internazionali, o nell'ambito dei trattati
commerciali, continua a rappresentare una delle principali sfide dei sindacati globali. L'esposto dell'Uni riguarda il
comportamento della multinazionale
spagnola Prosegur che, secondo i sindacati, continuerebbe a violare le linee guida Ocse, nonostante un precedente esposto presentato nel 2013. Sarebbe addirittura il peggioramento della situazione dei dipendenti della Prosegur ad aver spinto il sindacato globale a presentare una nuova denuncia a
Madrid. Nella denuncia dell'Uni, la
multinazionale è accusata di non aver
tutelato i diritti dei lavoratori contro il
comportamento antisindacale delle dirigenze locali. In particolare, si porta
all'attenzione del governo spagnolo, il
caso di un dipendente colombiano, minacciato per la sua appartenenza al sindacato Sintravalores e successivamen-
diritti sindacali si stanno rapidamente deteriorando in Kazakistan. Lo scorso 21 gennaio, la
polizia di Aktau ha arrestato due dirigenti sindacali della Confederazione dei sindacati indipendenti della Repubblica del Kazakistan (Kntuk). Sigla che è stata recentemente messa fuori legge dalle autorità. I leader arrestati sono
Nurbek Kushakbaev, vice presidente di Kntuk, e
Amin Yeleusinov, presidente della filiale del Kntuk all’interno della Oil Construction Company.
Su Kushakbaev pende l’accusa di aver partecipato a uno sciopero della fame illegale. Secon-
te assassinato, nell'aprile del 2016, in
circostanze mai del tutto chiarite.
E' proprio la situazione in Colombia a
destare le maggiori preoccupazioni. I
diritti dei lavoratori continuano ad essere violati mentre gli accordi di libero
scambio non sembrano, nonostante le
rassicurazioni di governi e multinazionali, in grado di cambiare la situazione.
Al contrario, sarebbero molte le imprese occidentali che, grazie a capitoli del
lavoro che enunciano principi ma non
prevedono meccanismi sanzionatori,
ad affidare l'intera responsabilità delle
operazioni alle dirigenze locali che, notoriamente, operano con metodologie più che discutibili. Un recente rapporto dell'Afl-Cio denuncia come, da
cinque anni a questa parte, e precisamente dall'annuncio dell'Action Plan
da parte dei rispettivi presidenti, Obama e Santos, nulla sia cambiato in termini di tutela dei lavoratori e dei loro
rappresentanti: dal 2011, 126 sindacalisti sono stati assassinati mentre 74 sono sopravvissuti ad attentati. Il governo colombiano continua dunque a
non proteggere i suoi lavoratori dalla
do quanto riferito, almeno altri 16 partecipanti
allo sciopero della fame, che ha raggiunto più di
700 adesioni, sono stati oggetto di multe da un
minimo di 135 dollari (in valuta locale), fino ad
un massimo di 340 dollari, che rappresentano
cifre considerevoli per i lavoratori kazaki.
Yeleusinof è anche accusato di appropriazione
indebita dei fondi del sindacato e rischia una
sentenza tra i 7 e i 12 anni di reclusione. La polizia però finora si è rifiutata di dichiarare pubblicamente a quanto ammonterebbe la cifra di cui
Yeleusinof si sarebbe appropriato. Secondo i
violenza ma anche dal punto di vista
della formalizzazione dell'impiego i risultati sono deludenti, con un aumento del 10% del lavoro in nero. Una situazione drammatica, sottolineano i
sindacati americani, che finora non ha
condotto a una singola condanna, nonostante le centinaia di denunce presentate alle autorità competenti.
A seguito dell'ennesimo esposto presentato dai sindacati americani e colombiani, il ministero del Lavoro statunitense ha risposto con un rapporto in
cui si confermano le violazioni che prevedono la mancanza di meccanismi di
monitoraggio e di applicazione delle
leggi, un alto tasso di informalità funzionale all'impedire una corretta azione sindacale, un esasperante clima di
paura fra i lavoratori consapevoli dei
rischi e della mancanza di protezione.
Il responso del ministero rappresenta,
secondo i sindacati, un importante passo in avanti anche se le speranze di raggiungere risultati concreti attraverso i
capitoli del lavoro degli accordi commerciali sono ridotte al minimo.
Manlio Masucci
rappresentanti del Kntuk i procedimenti penali
sarebbero stati fabbricati ad arte per fermare lo
sciopero della fame di massa dei lavoratori della Oil Construction Company. La confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) e le organizzazioni sindacali affiliate stanno conducendo una campagna contro lo scioglimento forzato della Knutk e, attraverso il sito Labourstart, è
possibile dare il proprio contributo inviando
una lettera al presidente del Kazakistan.
E.C.
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Cronache
sabato 28 gennaio 2017
Bari. Sindacati L
e associazioni
firmano
una Piattaforma
per l’inclusione
dei migranti
e buone notizie per i migranti possono anche arrivare da quel Sud che troppo spesso
li sfrutta come schiavi e non li accoglie come persone nel pieno rispetto della loro dignità. È questo il caso della ”Piattaforma per
l’inclusione dei cittadini migranti”firmata a
Bari da 25 tra organizzazioni sindacali (Cgil,
CIsl e Uil provinciali) e associazioni, nella sede della Città Metropolitana di Bari. Cardini
della Piattaforma sono l’apertura di tavoli di
confronto e l’attivazione dei Consigli territoriali per l’immigrazione. Finalità della Piattaforma la riattivazione ed il potenziamento degli strumenti di partecipazione dei migranti
alla programmazione delle politiche regiona-
li. Inoltre il percorso della Piattaforma andrà
in parallelo con la stesura del nuovo Piano
triennale sull’immigrazione al quale la Regione Puglia comincerà a mettere mana dal prossimo 9 febbraio. ”La nostra regione - spiegano i rappresentanti sindacali - è stata sempre
protagonista nell’affrontare i temi legati
all’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, nel contrasto del lavoro nero, dello
sfruttamento e del fenomeno del caporalato
che coinvolge immigrati e autoctoni. Cosi, però, l’immigrazione è rimasta chiusa nei confini dell’emergenza e le politiche dell’integra zione non hanno potuto vedere la luce”. Secondo i dati diffusi dal centro Studi e ricerche
sull’Immigrazione (Idos) al primo gennaio
2016 gli stranieri (comunitari e non) residenti
in provincia di Bari sono 41.082 unità (12.495
nella sola città di Bari, prevalentemente albanesi, romeni e georgiani) che rappresentano
il 3,3% della popolazione residente totale e il
33,5% dei residenti stranieri in Puglia. Di questi più del 50 per cento sono donne e un quinto minorenni, mentre il numero degli studenti universitari stranieri nella provincia di Bari
ammonta a 828. L’84,4 per cento di tutti gli
occupati stranieri lavora in micro-imprese
prevalentemente nei settori dell’agricoltu ra, dei servizi e dell’edilizia.
Napoli. Firmata convenzione tra la Regione e il Ministero del Lavoro: stanziati 33 milioni di euro
Campania,soluzioneLsu
grazieaprogettidistabilizzazione
N
apoli (nostro servizio). Trentatrè
milioni di euro
per garantire la
continuazione
delle attività degli oltre
quattromila lavoratori
BREVI FNP
a cura di Ileana Rossi
socialmente utili (di cui
2.500 su Napoli e Provincia) attualmente impegnati presso gli enti locali della Campania. Le risorse assegnate alla Regione Campania con la
firma della Convenzione
avvenuta nei giorni scorsi con il ministero del Lavoro, saranno utilizzate
per assicurare, per tutto
l'anno 2017, la copertura dell'assegno per attivi-
tà socialmente utili e
dell'assegno al nucleo familiare a tutti i lavoratori impegnati negli enti locali del territorio regionale. La Convenzione prevede anche un impegno
Veneto: 700 mila euro dalla Regione
per l’invecchiamento attivo
Sorvegliare scuole, parchi, giardini, occuparsi delle persone più
deboli, gestire orti urbani, diffondere e promuovere attività culturali, informare i cittadini sui servizi offerti nel proprio
comune. Sono queste alcune attività di utilità sociale
che adulti ed anziani possono svolgere nel territorio e
per la comunità, migliorando così la qualità della propria vita e della vita degli altri. In questo contesto si
inserisce il disegno di legge della Regione Veneto
sull'invecchiamento attivo, che prevede un primo finanziamento di 700mila euro e che potrebbe essere approvato già in primavera. L’iniziativa si inserisce nel progetto europeo ”Active ageing going
local”, per cui il Veneto è partner italiano insieme a Marche e Puglia. La Consulta regionale per
l’invecchiamento attivo, voluta dai sindacati
pensionati, cui fanno parte vari soggetti (Regione, Comuni, sindacati, Centro di servizi per anziani, Terzo settore, Centro di Servizio per il
Volontariato, Conferenza regionale del Volontariato, cooperatori sociali), triennalmente individuerà progetti che coinvolgano gli anziani
in attività socialmente utili. Le attività considereranno le differenze di genere ed il rapporto tra generazioni. Fondamentale, quindi, il confronto sociale nel territorio con sindaci e rappresentanti dei pensionati. “Si amo contenti del testo elaborato sul tema
dell’invecchiamento attivo - sottolinea a
nome di Spi, Fnp e Uilp Luigi Bombieri, responsabile Fnp Veneto - perché ci consente di mettere a fuoco ed evidenziare i punti fondamentali di uno dei fenomeni deci-
S. B.
sinergico fra Regione e
Ministero per realizzare
un programma concreto
di azioni mirate allo svuotamento del bacino, con
particolare riferimento
alla realizzazione dei processi di stabilizzazione,
bacino che dal 1997 ad
oggi si è sensibilmente ridotto. Basti pensare che
la platea iniziale era di
circa 34 mila lavoratori.
Grande soddisfazione in casa Cisl e Felsa Campania che
in questi mesi hanno seguito costantemente l’evolver si della situazione, informando e incontrando i lavoratori
presso i vari enti utilizzatori
sull’intero territorio. “La
costante azione di merito e
di pressing condotta nei confronti delle Istituzioni, in piena sintonia con la Confederazione nazionale e la continua interlocuzione sui contenuti portata avanti in particolare nell'ultimo mese con
la struttura dell'assessorato
al Lavoro della Regione Campania, hanno prodotto il primo importante, e tanto atteso, risultato”, affermano i
dirigenti cislini che attendono ora da parte della Regione, “la medesima assunzione di responsabilità per individuare tutti i percorsi possibili finalizzati alla stabilizzazione di questi lavoratori
che aspettano ormai da oltre venti anni una risposta
concreta alle loro aspettative”.
Raffaella Cetta
sivi del nostro tempo: l’invecchiamento. Questo progetto è stato costruito e condiviso in un percorso cui hanno partecipato i
diversi soggetti della rappresentanza e dell’offerta sociale di
tutto il Veneto”. In Veneto gli over 60 superano il milione.
Cavalletti (Pensionati Cisl) ER:
‘Basta attacchi alle pensioni’
“Le affermazioni del presidente dell’Inps Boeri sono gravi e
inaccettabili: (‘la riforma contenuta nella legge di Stabilità favorisce i pensionati ‘ricchi’ a danno delle generazioni future’), in
quanto lui gestisce soldi versati dai lavoratori e dalle aziende e
l'accordo è stato condiviso da queste forze, oltre che dal governo. Se Boeri fosse coerente con il suo dissenso si dimetterebbe”. Così Loris Cavalletti, responsabile Fnp Emilia-Romagna.
Circa l'aumento sulla 14, criticato da Boeri perché potrebbe andare anche a chi non si trovi in una situazione di disagio, l’espo nente Fnp non ha dubbi: “È basato sui contributi versati, mentre il richiamo al riferimento Isee è fuorviante a meno che lui lo
proponga per tutte le pensioni, passare e future”. Ricordando
che ciò che incide sulle future generazioni è l'evasione contributiva, Cavalletti chiede al presidente dell’Inps “cosa ha fatto
per recuperare i soldi di chi ha intascato pensioni non dovute”.
Ma non solo. “Boeri non si può limitare a denunce - esorta il
segretario dei Pensionati Cisl - deve agire, ne ha gli strumenti.
Se invece vuole fare propaganda per crearsi una buona immagine per il futuro politico continui così”. Infine, Cavalletti auspica
che si apra il confronto sulle pensioni future, che “devono essere dignitose e tenere conto della nuova realtà del mercato del
lavoro, dal precariato all'introduzione della robotica dell'industria 4.0”. Infine. “Nella seconda parte del confronto con il
governo e nell'accordo (criticato da Boeri), l’esponente Fnp ribadisce che “c'è concretezza e attenzione ai giovani, mentre
nelle parole del presidente Inps solo acredine contro i pensionati”.
Focus
L
sabato 28 gennaio 2017
Memoriaeimpegno
control’indifferenza
e celebrazioni per la Giornata
della Memoria, che ricorda
ogni anno una delle pagine più
buie del secolo scorso, il genocidio perpetrato nei confronti degli
Ebrei d’Europa da parte della Germania nazista, ci spingono sempre a nuove riflessioni nel tentativo di leggere
e non sottovalutare quei fenomeni
che ancora oggi sfuggono all’insegna mento della storia e rappresentano
un rischio concreto che ciò possa ripetersi. Ecco perché è nata questa ricorrenza, perché ricordare, soprattutto
per le nuove generazioni, vuol dire difendersi e saper riconoscere tutto ciò
che offende il genere umano, priva le
persone della loro dignità e la vita di
ogni suo intrinseco valore.
I racconti dei superstiti, delle loro sofferenze, le visite in quei luoghi della
morte, rappresentano la “buona semina” contro chi vorrebbe sconfessare e collocare nell’alveo delle
“invenzioni” qualcosa di incredibile
e abominevole come l’Olocausto.
Non bisogna stanare o combattere
“mostri” ma soprattutto l’indiffe renza, quel non-sentimento che ha
avuto grandi responsabilità nell’at tuazione del progetto politico del nazismo. Alcune indagini su quell’epo ca confermano che circa il 70% dei tedeschi, pur non mostrando particola-
re entusiasmo nei confronti di Hitler,
si mostrò indifferente verso la sua politica.
Fu la passività della stragrande maggioranza dei cittadini a permettere a
pochi fanatici di mettere in pratica lo
sterminio degli ebrei. E’ proprio l’in differenza quella che si sta consumando anche oggi di fronte a migliaia di
uomini, donne e bambini in fuga da
guerre e conflitti, spesso pagando
con la propria vita, in cammino verso
un nuovo e più promettente futuro.
Guardare le immagini di costoro, bloccati in campi improvvisati, sotto la neve e il gelo, impossibilitati a proseguire il cammino a causa dei tanti “mu ri” innalzati nella nostra civile Europa, richiama alla mente quelle tristi
immagini che soprattutto in questo
periodo scorrono copiose sugli schermi tv nelle nostre case. Sono le immagini dei volti spenti e impassibili dietro ai cancelli di Auschwitz all’arrivo
dei soldati russi nel gennaio del ‘45.
Senza fare impropri paragoni, come
Cisl e Coordinamento nazionale donne, vogliamo richiamare ancora una
volta l’attenzione dell’Europa su un
problema come quello dell’acco glienza dei profughi che riguarda non
solo i Paesi prossimi a quelli di fuga
ma l’intera Unione e il mondo, e che
necessita quindi di una gestione co-
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munitaria più condivisa e solidale per
essere sostenibile. Erigere muri e rinchiudersi in se stessi, sotto la spinta
della paura e dei tanti populismi, non
fa altro che accentuare il disagio e la
sofferenza di tante persone, in particolare donne e bambini, costrette a
viaggiare in condizioni disumane e prive di sicurezza, anche nei territori di
passaggio, dove la mancanza di controlli e le sistemazioni promiscue favoriscono stupri e soprusi di ogni tipo.
L’indifferenza, dunque, e il disinteresse per ciò che ci accade intorno, sono
il terreno fertile per la diffusione di
ideologie razziste e violente. Le generazioni future un giorno ci chiederanno conto di quanto abbiamo fatto per
impedire tutto questo. L’indifferen za - come ha detto Papa Francesco - è
la grande malattia del nostro tempo,
ci rende sordi di fronte alle guerre e al
grido di chi fugge dai conflitti. Un virus che paralizza, rende inerti e insensibili, che porta verso un nuovo tristissimo paganesimo, il paganesimo appunto dell’indifferenza.
Per la Cisl, Memoria ed Impegno, della società in tutte le sue espressioni,
sono il dogma per contrastare efficacemente egoismi e xenofobia.
Liliana Ocmin
Osservatorio
Cronacheeapprofondimenti
delleviolenzesulledonne/357
PARI OPPORTUNITÀ.
A FIRENZE
APRE LO SPORTELLO
INFORMADONNA
Un nuovo servizio gratuito del Comune di Firenze è a disposizione delle
donne e aiuterà nella ricerca del lavoro oltre a fornire sostegno in caso di
violenza. Si tratta dello sportello Informadonna dedicato al sostegno
delle donne di tutte le età e nazionalità, in supporto del loro percorso personale e professionale. Lo sportello
Informadonna è un servizio di primo
orientamento su lavoro e formazione, per agevolare le donne all’ inserimento, stesura del curriculum vitae,
conoscenza di opportunità sul territorio, corsi, imprenditorialità femminile, finanziamenti e bandi. Informadonna sarà anche impegnato attivamente nella promozione del contrasto ad ogni forma di violenza, grazie
ad iniziative di sensibilizzazione e raccordo con associazioni e centri antiviolenza. Infine Informadonna organizzerà incontri ed eventi culturali,
come corsi per il tempo libero, presentazioni di libri e letture teatrali.
Violenza sulle donne.
VITTIME DI VIOLENZA.
A CATANIA
L’OSPEDALE CANNIZZARO
ATTIVA UN PERCORSO
DEDICATO
Si rafforza l’azione di sostegno alle
vittime di violenza sessuale a Catania. Grazie ad un accordo tra l’azien da Ospedale Cannizzaro il Centro antiviolenza Galatea è stato attivato un
percorso dedicato per le donne vittime di violenza. Il protocollo d’intesa
punta ad incrementare la protezione
di vittime di violenza che ricorrono alle cure del Pronto Soccorso, sensibilizzando al contempo il personale sanitario. Oltre alle consuete segnalazioni alle forze di polizia, l’intesa tra
il Centro Galatea e l’azienda Cannizzaro prevede l’opportunità di ricorrere ai servizi dei volontari dell’asso ciazione già in Pronto soccorso sia generale sia ostetrico-ginecologico.
Inoltre è stato creato uno ”sportello
virtuale” di ascolto e sostegno solidale, gestito dalle operatrici del Centro Galatea che funzionerà alla chiamata da parte delle utenti o degli
operatori sanitari: una telefonata al
numero 333/9000312, attivo h24, farà scattare le attività di ascolto, accoglienza, supporto, ricerca di casa-rifugio, collaborazione con altri soggetti
e professionisti della rete.
(A cura di Silvia Boschetti)
conquiste
delle
donne
La Cisl di RC dedica “I Venerdì della
conoscenza”
alla Giornata della Memoria
Ieri 27 gennaio, presso il salone della Cisl di Reggio Calabria, in Via Mazzini, nell'ambito dei "Venerdì della
Conoscenza", è stata rievocata la
Giornata della Memoria a cura di
cinque studentesse del quinto anno
del “Liceo Tommaso Gulli” di Reggio Calabria. L'evento, dal titolo
“Narratrici di Memoria”, è stato
organizzato dal Coordinamento
Donne Cisl, guidato da Nausica Sbarra, e dalla Cisl, segretaria generale
Rosi Perrone. Sara Autellitano, Maria Teresa Barreca, Adriana Calluso,
Laura Pensabene, Daniela Ripepi,
coordinati dalla prof.ssa Caterina
Marra, hanno illustrato quattro profili di donne che hanno vissuto da
protagoniste, seppur con destini diversi, il periodo della seconda guerra mondiale. Da Edith Stein a Mafalda di Savoia, da Suor Pascalina Lehnert, assistente di Papa Pio XII, a
quello più inquietante di Eva Braun,
amante del Fuhrer, le studentesse
hanno tracciato un quadro significativo di alcuni passaggi legati alla deportazione degli Ebrei e alle difficili
vicende del secondo conflitto mondiale. La scelta non casuale, ha voluto includere ed esplorare tali profili
femminili aventi implicazioni storiche forti e significative, a volte per
opposti motivi. L'ascolto delle sintesi cui si è pervenuti attraverso un'intensa fase di studio, accompagnato
dalla lettura di documenti autentici, è servito a dare senso a memorie
che ci interpellano e che non possono essere "dimenticate".
A cura del Coordinamento Nazionale Donne Cisl - www.cisl.it - [email protected] - telefono 06 8473458/322