Statali, accordo sul contratto L`aumento medio è di 85 euro

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LA STAMPA
GIOVEDÌ 1 DICEMBRE 2016
Primo Piano .7
.
LAVORO
I numeri
1
Statali, accordo sul contratto
L’aumento medio è di 85 euro
Per il rinnovo del pubblico impiego stanziati quasi 5 miliardi in tre anni
milione
Al tavolo
Sono
i dipendenti
pubblici
occupati nel
settore
della scuola,
(per l’esattezza
1.038.606).
La retribuzione
media
è di 29.130 euro
In primo
piano
la ministra
Marianna
Madia
Di fronte
Carmelo
Barbagallo,
Susanna
Camusso e
Annamaria
Furlan
313
mila
È il numero
degli occupati
nelle forze
di poliziaZ
La loro
retribuzione
media
è di 37.930 euro
34.348
euro
È la retribuzione
media dei dipendenti pubblici
italiani. Quelli
che guadagnano
di più sono i
magistrati
(142.554 euro
annui), seguiti
dai prefetti
(91.922 euro) e
dai diplomatici
(87.925 euro)
Intervista
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
Segretario Annamaria Furlan,
è contenta?
«È stata una bellissima giornata, sono strafelice: dopo 7
anni finalmente abbiamo
sbloccato la contrattazione
per milioni di lavoratori. Ma
non solo: finalmente la contrattazione riafferma il suo
primato sulla politica e sulla
legge, che in tanti modi ne
aveva espropriato di competenze la contrattazione».
Sono 85 euro di aumento medio per ogni dipendente, cinque miliardi in tutto.
«Risorse che verranno distribuite come si deciderà nei
singoli contratti di settore,
ovviamente guardando innanzitutto ai lavoratori che
più di altri hanno patito gli effetti della crisi e del blocco. E
ROBERTO MONALDO/LAPRESSE
PAOLO RUSSO
ROMA
Per i 3,2 milioni di pubblici dipendenti è in arrivo un aumento medio di 85 euro lordi mensili, che non faranno però perdere gli 80 euro qualora con il nuovo contratto si superi la fatidica
soglia dei 1.500 euro entro la
quale si ha diritto al bonus. Dopo una trattativa no-stop dei tre
leader di Cgil, Cisl e Uil con il
ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, alla fine è
arrivata la sospirata firma. Un
accordo quadro che dovrà ora
essere recepito dall’Aran che, di
fatto, aprirà il confronto vero e
proprio per il rinnovo dei contratti, fermi al palo oramai da
ben 7 anni. Un arco di tempo
durante il quale, secondo i calcoli dell’Unione consumatori, i
travet hanno perso oltre quattromila euro pro capite tra passo del gambero dei salari ed
erosione da inflazione.
«Dopo 7 anni la volta buona
3,2
milioni
Sono
i dipendenti
pubblici
italiani
per i dipendenti pubblici. Riconoscere il merito, scommettere
sulla qualità dei servizi», twitta
Matteo Renzi, confidando probabilmente che l’accordo una
spintarella al Si finirà per darla.
La Madia riferendosi agli aumenti rimarca invece l’aggettivo «medi», «sul quale abbiamo
7
anni
È il periodo
trascorso
senza
un rinnovo
contrattuale
In Italia e in Europa
L’inflazione torna a crescere
n Piccoli rincari dei prezzi in Italia e un’inflazione che
accelera nell’Eurozona. I dati provvisori di Istat e Eurostat mostrano un tasso di inflazione che torna leggermente positivo in Italia, allo 0,1%, dopo il -0,2% di ottobre, e che nell’insieme dei 19 Paesi della moneta comune raggiunge lo 0,6%, il livello più alto da aprile 2014,
oltre due anni e mezzo fa. Un segnale importante per la
Bce che l’8 dicembre dovrà decidere sui tassi di interesse
e sull’eventuale estensione del quantitative easing.
insistito per dare una maggiore
attenzione e un maggior sostengo ai redditi più bassi. Non
è detto che gli aumenti saranno
uguali per tutti».
Ed è stato proprio quel «medi» a lasciare fino all’ultimo in
sospeso la firma dell’accordo da
parte dei sindacati, che hanno
rischiato di arrivare divisi alla
meta, con la Cgil più refrattaria
degli altri a chiudere su quell’aumento «medio» di 85 euro
ben distante dalla stessa cifra
rivendicata dai tre confederali,
ma come «minimo». Sembra
questione di lana caprina ma
aver detto che si sarebbe partiti
da 85 euro avrebbe significato
concedere aumenti medi per
circa 160 euro. Troppi per un
rinnovo che può contare su soli
850 milioni per il primo anno
stanziati in bilancio, che per il
2017 non potranno assicurare
più di 30 euro lordi mensili. Anche se «nel triennio il governo si
è impegnato per un totale di 5
“Il clima è finalmente cambiato
Le riforme si fanno con i sindacati”
Furlan (Cisl): “Motivi elettorali? Conta il risultato”
poi ci sarà la contrattazione di
secondo livello, che potrebbe
trovare una parte delle risorse
nella lotta alle disorganizzazione e agli sprechi della pubblica
amministrazione. Questo significa anche una partecipazione attiva e da protagonisti
dei lavoratori nella riorganizzazione: con un lavoro di qualità c’è anche più qualità nei servizi per i cittadini».
Secondo molti osservatori c’è
una ragione evidente che ha pesato nella decisione di sbloccare
i rinnovi: il referendum.
«Hanno pesato i mesi di lavoro
svolto insieme al ministero da
Cgil, Cisl e Uil. Questo negoziato da molti mesi procede con
incontri e con un lavoro preparatorio molto serio. La firma
dell’accordo quadro ripaga
l’impegno che ognuno di noi ha
speso perché si arrivasse a un
accordo».
Una firma che arriva proprio alla
vigilia del voto, dopo una lunga
stagione di parole e toni molto
severi del governo nei confronti
dei sindacati?
La legge Fornero sulle pensioni,
fatta senza un minuto di confronto
coi sindacati, ha prodotto
gli esodati e problemi gravissimi
Annamaria Furlan
Segretario generale della Cisl
«Mah, non so. So che in questo ultimo anno abbiamo realizzato molti accordi importanti. Quello che ha portato al
cambiamento della riforma
previdenziale, i contratti di
metalmeccanici ed alimentaristi, gli accordi sul nuovo modello contrattuale con la Confapi,
con gli artigiani e con Confcommercio. Stiamo parlando
di milioni di lavoratori. Il 7 inizieremo il confronto con Con-
Segretaria
Annamaria
Furlan
58 anni,
genovese,
è segretario
generale
della Cisl
dall’8 ottobre
2014
miliardi destinati ai rinnovi»,
ha assicurato la leader della
Cgil Susanna Camusso uscendo da Palazzo Vidoni. «Abbiamo fatto un buon lavoro e firmato un buon accordo che avvia la
stagione contrattuale», aggiunge soddisfatta. «Un accordo così un anno fa ce lo potevamo sognare», gli fa eco il numero uno
della Uil, Carmelo Barbagallo.
Perché se i sindacati hanno alla
fine ceduto alla Madia sugli aumenti, incassano però sia la garanzia che gli 80 euro continueranno ad essere percepiti anche da chi con gli aumenti superasse la soglia di reddito che ne
da diritto, sia la proroga dei
contratti dei precari della pubblica amministrazione, in scadenza il prossimo 31 dicembre.
Nella partita dei rinnovi sarà
compreso anche il comparto
scuola, come richiesto a più riprese dai confederali per evitare che la legge Brunetta, in via
di superamento con i nuovi accordi, rimanga invece in vigore
per gli insegnanti, visto che la
normativa sulla “buona scuola”
vi fa più volte esplicito riferimento. Quindi i premi di produttività, per tutta la pubblica
amministrazione, riprenderanno ad essere assegnati in base
al raggiungimento degli obiettivi dei diversi uffici e non dei singoli dipendenti, come la Brunetta prevedeva, assegnando
solo al 25% dei più meritevoli la
metà delle risorse. L’accordo siglato ieri prevede però che nell’assegnazione dei premi un
ruolo lo giochino anche le presenze sul lavoro. Una mossa per
scoraggiare gli assenteisti che
per essere tradotta in pratica
avrà bisogno ora di «criteri e indicatori», è scritto nell’accordo.
Via libera anche al welfare
aziendale, al quale i quattro
contratti della Pa, funzioni centrali (leggi ministeri), funzioni
locali (comuni e regioni), sanità
e conoscenza (scuola, università e ricerca), dovranno dare
spazio puntando esclusivamente su sanità e previdenza integrativa.
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findustria: io penso che anche
qui l’accordo sia alla portata.
Mi sembra che il clima sia cambiato. E sono convinta che sia
cambiato anche per la serietà e
l’impegno di Cgil, Cisl, e Uil. Se
poi, anche un po’ maliziosamente, si vuole affermare che
ci sono anche altre ragioni, per
me l’importante è il risultato».
Ma Renzi & C. non avevano affermato che i sindacati e la concertazione erano ferri vecchi, se
non vere e proprie palle al piede
del Paese?
«La verità è che attraverso i
contratti e gli accordi si ottengono risultati migliori: la legge
Fornero sulle pensioni, fatta
senza nemmeno un minuto di
confronto coi sindacati, ha prodotto gli esodati e problemi
gravissimi. E poi, se la vogliamo dire tutta, il fatto che Cgil,
Cisl e Uil in questi due anni abbiano lavorato con piattaforme
e proposte unitarie, sulla previdenza, per i contratti o sul modello contrattuale, ha pagato. E
ha portato risultati che altrimenti sarebbero sembrati irraggiungibili».
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