Eni, otto mesi per pagare Astana

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Mercati
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Venerdì 3 Febbraio 2017
IL KAZAKHSTAN CHIEDE 1,6 MILIARDI $ AL GRUPPO E AGLI ALTRI PARTNER DI KARACHAGANAK
Eni, otto mesi per pagare Astana
Prorogato fino a settembre il versamento del conguaglio fiscale reclamato dal governo kazako,
altrimenti sarà avviato un arbitrato. La produzione del giacimento giant intanto è aumentata
di Angela Zoppo
Per Shell profitti ai minimi da dieci anni
I
l governo del Kazakhstan
ha dato tempo fino a settembre a Eni e agli altri
partner del consorzio Kpo,
che sviluppa il giacimento di
Karachaganak, per saldare un
conguaglio fiscale a nove zeri.
La cifra reclamata da Astana
ammonterebbe a 1,6 miliardi
di dollari e la proroga è stata
concessa in un ultimo tentativo
di trovare un accordo stragiudiziale prima di passare definitivamente alle vie legali.
Il consorzio che sviluppa Karachaganak è guidato da Eni e
Shell, ciascuna con una quota del 29,5%. Ne fanno parte
anche Chevron (18%), Lukoil
(13,5%) e l’oil company pubblica kazaka KazMunayGaz
(10%). La produzione del giacimento nel frattempo è salita
a 78,8 milioni di barili, stando
agli ultimi dati ufficiali che risalgono a metà 2016, con un
aumento dell’11,3% rispetto a
un anno prima. Da qui viene
circa il 45% del gas prodotto
di Antonio Lusardi
oyal Dutch Shell chiude il 2016 con profitti per 3,5
R
miliardi di dollari, in calo dell’8%. Si tratta dell’utile
più basso dell’ultimo decennio per la major petrolifera
ENI
16
Claudio
Descalzi
14
complessivamente nel Paese. Il ministro dell’Energia
Kanat Bozumbayev ha detto
che se dal consorzio arriverà
un’offerta soddisfacente non
si procederà con un arbitrato
e che la volontà di arrivare a
un accordo è dimostrata proprio dall’estensione dei termini. La richiesta iniziale di
Astana era di circa 2 miliardi
di dollari. Non sono mai stati
forniti i dettagli della richiesta, ma si tratterebbe di una
sorta di maxi-conguaglio sul
contratto Psa (Production
Sharing Agreement) che re-
Accordo con Planova
Terna cresce in Brasile
di Marco Fusi
MF-DowJones
T
quotazioni in euro
15
erna, in linea con i progetti di crescita all’estero,
tramite la controllata Terna
Plus, ha firmato un accordo
con Planova, società brasiliana impegnata nella reaMatteo
lizzazione di opere civili e
Del Fante
infrastrutturali, finalizzato
all’acquisizione di due concessioni per realizzare ed
TERNA
esercire complessivamente
quotazioni in euro
4,5
circa 500 km di infrastrutture elettriche nel Paese suda4,3
mericano. Le due concessioni,
che avranno una durata tren4,1
tennale, porteranno alla costruIERI
zione di 158 km di nuove linee
3,9
4,15 €
nello Stato del Rio Grande do
+1,37%
Sul e 350 km nello Stato del
3,7
Mato Grosso. Il valore com2 nov ’16
2 feb ’17
plessivo del contratto, spiega
l’azienda guidata da Matteo
Del Fante, è di circa 180 milioni di dollari. L’accordo prevede per il gruppo Terna la titolarità di concessione ed esercizio
della linea, mentre tutte le attività di sviluppo, progettazione
e costruzione (Epc) saranno affidate a Planova, in qualità di
realizzatore per conto di Terna. Tale accordo, spiegano da Icbpi
(neutral e target di 4,9 euro confermato), rientra nella strategia
di espansione ribadita a novembre quando è stato specificato il
progetto di sviluppo a livello internazionale attraverso la ricerca
di opportunità di acquisizioni a basso rischio regolatorio, in
particolare in America Latina. Stesso rating e stesso target anche
da parte di Banca Akros e Mediobanca Securities. Questo deal,
spiegano da Akros, «è parte della strategia internazionale inclusa
nel piano industriale 2016/2019 che dispone 200 milioni di
euro per perseguire progetti internazionali che supporteranno
crescita e creazione di valore nel lungo termine». Akros giudica positivamente la notizia per Terna che, concludono gli
esperti, potrebbe rafforzare ancora i suoi sforzi internazionali
nel nuovo piano. (riproduzione riservata)
13
12
2 nov ’16
IERI
14,2 €
+0,21%
2 feb ’17
gola la licenza affidata a Kpo
a seguito di una non corretta
divisione dei profitti. In caso
di esborso cash sia il gruppo
guidato da Claudio Descalzi
sia Shell dovrebbero staccare
un assegno di circa 470 milioni di dollari.
Ma la volontà di arrivare a un
accordo stragiudiziale manifestata dal governo e l’esten-
ango-olandese. Nel 2015 i profitti erano stati di 3,8 miliardi di dollari. A pesare sui conti della multinazionale
energetica sono stati un quarto trimestre particolarmente
negativo (utili scesi del 44% a 1 miliardo), la persistente
debolezza del prezzo del greggio negli ultimi 12 mesi e le
difficoltà della messa in opera del piano di integrazione
di BG Group, acquisita nel febbraio 2016 per 52 miliardi
di dollari. «Stiamo cambiando il volto di Shell», ha commentato il ceo Ben van Beurden. «Il 2016 è stato l’anno di
transizione, mentre il 2017 vedrà il completamento della
trasformazione». (riproduzione riservata)
sione dei termini di altri otto
mesi aprono a delle soluzioni alternative per trovare
una diversa forma di compensazione, considerando
anche l’importante impegno
finanziario che attende ora
i partner del consorzio, con
gli investimenti stimati per
la seconda fase di sviluppo
in circa 12 miliardi di dollari
Alerion, Josef Gostner
è il nuovo presidente e ad
di Francesco Colamartino
e redini del controllo di
Lte nelle
Alerion sono ufficialmenmani dell’altoatesina
Fri-El. Quanto salde siano è
ancora da capire. Ieri il cda di
della società eolica ha nominato Josef Gostner (ad di FriEl) presidente e amministraJosef
tore delegato, confermando
Gostner
tutte le deleghe del suo predecessore. Georg Vaja è stato
ALERION
nominato vice presidente con
quotazioni in euro
3,0
deleghe operative, mentre altre deleghe sono state assegnate
a Patrick Pircher. Il board ha
2,8
inoltre nominato il Comitato
Controllo e Rischi, il Comitato
IERI
2,6
Remunerazione e Nomine e il
2,85 €
Comitato per le Operazioni con
-0,07%
Parti Correlate. Prossima tap2,4
pa del tragitto di Fri-El verso il
2 nov ’16
2 feb ’17
consolidamento del controllo di
Alerion è l’assemblea dei soci
dell’altoatesina, che l’8 febbraio saranno chiamati ad approvare
l’ops lanciata dalla società di Gostner. Si tratta di bond di Fri-El a
3 euro, da emettere tra fine marzo e aprile, in cambio di azioni di
Alerion. E sarà una scommessa su cui puntare forte, dal momento
che a oggi Fri-El detiene solo il 29,9% di Alerion, contro il 38,9%
del sindacato Eolo-F2i. Ciò significa che, allo stato attuale, Fri-El
si troverebbe a negoziare, in occasione di ogni decisione cruciale
per le sorti di Alerion, equilibri ogni volta nuovi con quel 10% di
azionisti retail che in assemblea ha fatto, e continuerà a fare, da
vero ago della bilancia. Con rischi di stallo decisionale da non
sottovalutare. Sarà una scommessa anche perché va detto che gli
azionisti di Alerion, pur avendo scelto la lista di Fri-El per il cda
in segno di rottura con la precedente gestione, non sono mai stati
particolarmente entusiasti delle offerte messe sul piatto dai due
contendenti. Le due opa di Fri-El a 1,9 e 2,6 euro, seguite dall’ops,
insieme alle due opa di Eolo a 2,46 euro, sono state ben al di sotto
del valore di 3,5 euro che gli azionisti di Alerion attribuiscono ai
loro titoli. (riproduzione riservata)
proprio a partire da quest’anno. Non è nemmeno la prima
volta che i kazaki minacciano
sanzioni miliardarie per poi
trovare un’intesa. Uno dei
tanti precedenti riguarda proprio Karachagana. Nel 2010
infatti le autorità di Astana
avevano già provato a comminare una sanzione simile
ma poi si sono accordati con i
partner del consorzio. In quel
caso il compromesso era stato
raggiunto facendo entrare la
compagnia di Stato KazMunaiGas (Kmg) con una quota
del 10%. Non si esclude perciò che un compromesso del
genere possa essere nuovamente tentato, proponendo di
aggiustare ancora al rialzo la
partecipazione del campione
energetico nazionale kazako.
Localizzato onshore nella parte occidentale del Paese, Karachaganak è un giacimento
giant che produce petrolio,
condensati e gas naturale.
Le operazioni condotte dal
consorzio Kpo sono regolate da un Production Sharing
Agreement che andrà avanti
ancora per 20 anni, fino al
2037, mentre gli accordi per
la vendita del gas sono validi
fino al 2038, con la fornitura
garantita dei volumi prodotti
all’impianto di trattamento di
Orenburg. Il 93% della produzione di liquidi è trattata però
nell’impianto Kpc (Karachaganak Processing Complex)
della capacità di circa 250
mila barili al giorno per la
successiva commercializzazione sui mercati occidentali
attraverso il Caspian Pipeline
Consortium (Eni 2%) e tramite la pipeline Atyrau-Samara
che si connette con i sistemi
di esportazione russi. La fase
di espansione del giacimento
prevede la realizzazione di
impianti per il trattamento
gas e per la reiniezione degli
idrocarburi prodotti. (riproduzione riservata)
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