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Mercati
Giovedì 1 Dicembre 2016
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CON GLI ACQUISTI DI IERI, I SOCI DI EOLO (30,6%) HANNO SUPERATO LA QUOTA DI FRI-EL (28,18%)
Edison-F2i primi su Alerion
Il gruppo ritiene pertanto di poter già
controllare il cda della società eolica
Domani stop alle due offerte pubbliche
di Francesco Colamartino
A
due giorni dal rush finale del 2 dicembre tra le
opa di Eolo e Fri-El su
Alerion, Edison ed F2i
(che controllano Eolo)
hanno effettuato il sorpasso diventando, insieme, il
primo azionista della società eolica con il 30,69%.
I due hanno così superato
la quota di partecipazione
che Fri-El vuole ottenere
con la sua opa sul 29,98%,
dopo essere arrivata due
giorni fa al 28,18% con
acquisti fuori offerta. Il
gruppo ritiene di potere
già controllare il cda della
società eolica. F2i e Edison hanno sottoscritto patti
parasociali, che prevedono
specifici obblighi di governance per la gestione
di Alerion a offerta conclusa.
Nel dettaglio, Eolo ha acquisito ieri il 2,13% del capitale di
Alerion, salendo al 14,66% di
quest’ultima. Una quota che si
somma al 16,03% che già fa
capo a F2i. La differenza tra le
due offerte è che gli azionisti
aderenti a quella di Fri-El (sul
29,98% a 2,6 euro) incasseranno di più ma dovranno subire
un riparto e non riusciranno a
Marc Benayoun
vendere a Fri-El tutte le loro
azioni, mentre quella di Eolo
(sul 100% a 2,46 euro, con una
soglia minima di controllo del
50%) darebbe la possibilità ai
Pillarstone Italy avrà il controllo di Premuda
di Nicola Capuzzo
om’era prevedibile Pillarstone Italy divenC
terà il nuovo azionista di controllo della
società armatoriale genovese Premuda. In una
nota Premuda ha annunciato che è stata redatta
una proposta di manovra finanziaria che prevede: la conversione in capitale di larga parte
dei crediti unsecured oggi in capo a Pillarstone
(quelli rilevati da Unicredit, Intesa Sanpaolo
e Banca Carige); il saldo parziale degli altri
finanziamenti unsecured con stralcio della parte
residua (o la conversione di parte del debito
in strumenti finanziari partecipativi aventi caratteristiche di equity e lo stralcio della parte
residua); il riscadenzamento dei finanziamenti
secured nei limiti degli importi coperti dal valore di mercato delle garanzie; lo stralcio di parte
dell’eccedenza; e la conversione del residuo in
strumenti finanziari partecipativi aventi caratsoci di Alerion di monetizzare
tutte le azioni da essi possedute
e di farlo prima che le azioni
diventino meno liquide a causa
della contrazione del flottante.
Secondo quanto messo in luce
dalla società controllata da Edf
e guidata da Marc Benayoun,
il piano di creazione di valore
elaborato da Fri-El (che prevede incrementi della capacità
Il progetto Fico Eataly
sbarca a Hong Kong
installata) richiederebbe l’approvazione da parte di due terzi
dell’assemblea. Di contro sarebbe sufficiente il voto di un
terzo dell’assemblea per bloccare un conferimento. Siccome
Fri-El punta al 29,9% del capitale di Alerion significa che, al
termine dell’opa, non solo non
avrà i due terzi dell’assemblea
ma non ne avrà neanche un ter-
Saipem balza del 10%
sull’effetto Gazprom
di Franco Polacco
di Elena Filippi
I
S
l referendum costituzionale,
per il quale si voterà domenica 4 dicembre approda a Hong
Kong. Il tema politico è stato
uno dei temi sollevati dagli investitori internazionali alla conferenza stampa di presentazione
del progetto agro-alimentare
Fico Eataly World all’11esima edizione del Mipim Asian
Property Summit tenutasi nei
giorni scorsi. «Quali instabilità
Tiziana Primori
ci saranno in Italia se al referendum dovesse vincere il no?», è
stato chiesto da alcuni operatori esteri al team di professionisti
che, dopo la tappa di New York, ha presentato anche in Far East
il progetto agroalimentare che sarà inaugurato nel settembre del
2017 a Bologna (80 mila mq di riconversione industriale che
coinvolgerà oltre 2 mila aziende, creando complessivamente 3
mila posti di lavoro e per il quale sono attesi più di 6 milioni di visitatori). Insomma, la politica ha avuto il sopravvento
sull’immobiliare all’evento che ha richiamato a Hong Kong 850
operatori del settore con una presenza italiana che comprendeva
le Generali (con la branch di Singapore), la Feidos di Massimo
Caputi, Ernst&Young, i vertici di Fico Eataly World a partire
dall’ad Tiziana Primori ed esponenti delle maison di moda Prada
(quotata alla borsa locale) e Ferragamo: questi due ultimi gruppi
sono interessati allo sviluppo di iniziative retail in Asia.
I soci promotori del progetto agro-alimentare emiliano, ovvero
il Caab di Bologna, la Eataly promossa da Oscar Farinetti e partecipata dalla Tip di Gianni Tamburi, e Prelios che, nel 2014 su
iniziativa dello stesso Caputi, definì la creazione del fondo Pai
che svilupperà l’iniziativa alla quale parteciperanno investitori
internazionali. Ma la missione asiatica dei promotori e manager
di Fico è legata anche al fatto che si vuole riproporre il progetto
anche in altri mercati: oltre a quelli europei si sarebbero poste le
prime basi per avviare un cantiere simile in Australia. Inoltre la
volontà dei soci promotori è anche quella di trovare interlocutori
nel Far East per dare vita a piattaforme distributive dei prodotti
alimentari tipici del made in Italy anche in quei mercati. (riproduzione riservata)
teristiche di equity.
L’esposizione finanziaria del gruppo al 31 ottobre scorso era di 335,4 milioni di euro e i
crediti incagliati rilevati da Pillarstone sono
la larga maggioranza dell’esposizione verso
le banche. La comunicazione di Premuda si
conclude spiegando che il poco incoraggiante
andamento del mercato dry e liquid bulk, oltre al conseguente deprezzamento degli asset
patrimoniali, «rendono probabile l’eventualità
di una perdita integrale del capitale sociale con
inevitabili effetti sulla quotazione del titolo. La
ricostituzione del capitale a seguito del suo probabile azzeramento per copertura delle perdite
di periodo con aumento riservato a Pillarstone
(con conseguenti possibili effetti in termini di
delisting del titolo) è ipotesi prevista nell’ambito delle negoziazioni in corso». Per il fondo si
parla di un investimento inferiore a 20 milioni
di euro. (riproduzione riservata)
SAIPEM
quotazioni in euro
aipem in gran spolvero a Piaz- 0,44
za Affari. Il titolo ha infatti
0,42
chiuso la seduta di ieri con un
rialzo del 9,61% a 0,4241 euro. 0,40
Tutto il comparto oil e oil service ha brillato per via dell’ac- 0,38
cordo raggiunto dall’Opec sul 0,36
IERI
taglio della produzione di pe0,424 €
0,34
trolio (vedere articolo a pagina
9,61% 30 nov ’16
30 ago ’16
2), ma Saipem ha decisamentte
sovraperformato rispetto al settore per le anticipazioni riportate ieri da MF-Milano Finanza
in merito all’arbitrato su South Stream.
Secondo quanto riportato da questo giornale, Gazprom ha
effettuato un impairment test sui costi residui del contratto
relativo al gasdotto South Stream per circa 800 milioni, cifra
molto vicina ai 760 milioni inizialmente richiesti da Saipem
in arbitrato a titolo di corrispettivo dovuto per effetto sia della
sospensione dei lavori sia della successiva termination for
convenience del contratto notificata l’8 luglio 2015; nel frattempo il gruppo italiano ha ridotto l’importo a 679 mln. «Nelle
nostre stime non stiamo incorporando un potenziale incasso
dall’arbitrato con Gazprom su South Stream, che sarebbe una
notizia molto positiva per il titolo e potrebbe compensare altri
claim contro Saipem (ad esempio le investigazioni in Algeria).
Nello scenario migliore di un incasso del 100% dell’importo richiesto da Saipem, avremmo un impatto positivo sulla
nostra valutazione di 0,07 euro per azione (+15% rispetto
ai livelli attuali). Tuttavia al momento la visibilità su esito e
tempistica della fine dell’arbitrato è ancora bassa», commenta
Equita Sim (rating hold, prezzo obiettivo a 0,44 euro). Per
Banca Akros (neutral con prezzo obiettivo a 0,43 euro) «è
ragionevole credere che la disputa si risolva con una compensazione in contanti o con l’attribuzione alla società guidata
da Stefano Cao del contratto per i lavori di costruzione del
Turkish Stream». In tutto ciò, «la somma è alta, specialmente
considerando l’indebitamento netto di Saipem». Banca Imi
ritiene che la notizia «potrebbe essere positiva per l’azione nel
breve termine; ad ogni modo, l’esito del meeting dell’Opec
oggi sarà comunque un grosso driver nel lungo periodo per il
prezzo del titolo».(riproduzione riservata)
zo, cioè la quota necessaria a
bloccare eventuali operazioni.
A questo si aggiunge il fatto che
si verrebbe a creare un conflitto
di interessi tra Alerion e il suo
azionista di minoranza Fri-El in
materia di sviluppo. Conflitto
che non si porrebbe, invece,
con Eolo, perché l’operazione
punta a delistare la società.
Sul piano industriale, su entrambi i fronti ci sono in ballo
i succulenti numeri del business
eolico. Con questa operazione,
così come con altre, Edison
punta, infatti, a diventare il
primo operatore eolico in Italia, superando Erg. Anche se
molto dipenderà dall’esito
dell’asta per l’assegnazione di
nuova capacità a cui i francesi
hanno appena partecipato per
160 megawatt. L’azienda altoatesina, da parte sua, è il quarto
operatore italiano con 482 megawatt e punta a ingrandirsi tallonando i colossi dell’energia,
per poi spuntare, in un secondo
tempo, un’alleanza strategica.
Già oggi Fri-El ha partnership
con la francese Edf (alla quale
contende Alerion) con i tedeschi di Rwe e con Golden Agri
Resources, una società attiva a
livello mondiale nella produzione di olio di palma.
Va ricordato, infine, che Unicredit e Intermonte (che sono i
consulenti di Alerion) sembrano preferire all’opzione Fri-el
(molto allettante in termini di
prezzo) quella di Eolo, motivo
per cui non avrebbe molto senso
tenere il titolo non partecipando
alle due offerte. Soprattutto alla
luce del fatto che il titolo Alerion sta diventando sempre più
illiquido e già ora, considerati
gli attuali volumi di scambio,
occorrono circa sette mesi per
vendere sul mercato l’1% del
capitale. Domani si giocherà la
finalissima, quella che deciderà
le sorti di Alerion e, in parte,
dell’energia eolica in Italia. (riproduzione riservata)
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