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20 – INTERCEDERE
Parrocchia di S.Maria del Monte – Varese – 0332.229.223
Più che il disinteresse, dobbiamo cercare
la felicità di chi ci sta accanto.
“C'è una forma di preghiera che ci stimola particolarmente a
spenderci per il Vangelo e ci motiva a cercare il bene degli altri: è
l'intercessione” [Evangelii Gaudium, 281], che convoca volti e nomi
davanti al Signore, e noi davanti alla loro carne.
“Intercedere” vuol dire letteralmente “mettersi in mezzo”,
interporsi tra due persone, tra Dio e le creature, per riannodare i fili
strappati delle relazioni, diventare vene che fanno circolare l'amore
sulla terra.
C'è un eremo nell'Umbria francescana, dove le sorelle (che la
fondatrice chiamava con infinita tenerezza le “Allodole”) intercedono
per le persone che si affidano a loro, secondo una modalità
particolare: pronunciano solo il loro nome. E così accade che nella
notte di Natale, in una liturgia di intercessione speciale, si accende
sul monte una costellazione di nomi amati interminabile... Un intero
mondo di dolori, di attese e di sorrisi sale fino all'eremo e la notte si
illumina per questo atto di amore per delle creature e di fede nel
Creatore, intrecciandoli insieme.
Una modalità di preghiera facile, leggera, spontanea, che
sgorga dal cuore e dalla vita, e che forse potremmo tutti con
semplicità ripetere e introdurre nelle nostre case e comunità.
“La contemplazione che lascia fuori gli altri è un inganno”
[Evangelii Gaudium, 281]. Vita vera non c'è senza affetti.
La testimonianza di una di loro ne dà la conferma: “Superiore
all'affetto non c'è nulla. Val più una goccia di affetto che un mare di
spiritualità. Tutti abbiamo debiti d'amore e quelli dovranno passare
sempre innanzi ai così detti interessi spirituali. Di un segno di
affetto ha estremo bisogno l'animo umano. Si pensa a dare il pane.
Sì. Ma chi domanda pane può non averne bisogno estremo; di
questo pane ha invece bisogno ogni cuore stanco... E ogni cuore è
stanco” (Sorella Maria, dell'eremo di Campello).
L'intercessione è uno dei modi con cui l'eremo
evangelizza e le sorelle diventano buona notizia: la loro preghiera
scorre tra terra e cielo, stringe il mondo con fili di comunione, lo fa
poggiare sulla pietra angolare della fiducia e con la fonte amorosa
del creato e del cuore.
Ecco perché dobbiamo imparare a intercedere e a ringraziare
per le persone, che sono la cosa più bella del mondo.
“Quando si prega così, il cuore è diventato più generoso e lo
sguardo puro, non più incredulo, negativo, senza speranza”.
[Evangelii Gaudium, 282].
La Città
sul
Monte
[email protected] - www.sacromontedivarese.it
[177]
III domenica dopo l'Epifania – 22 gennaio 2017
La contemplazione del mistero
della tua assunzione, ci conferma,
o Maria, che c'è un mondo
anche al di là e al di fuori
del nostro spazio misurabile.
In questo regno misterioso,
dove Cristo risorto,
seduto alla destra del Padre, regna, partecipando
alla sua gloria infinita, Dio ha voluto anche te,
la Madre sua, senza aspettare l'ultimo giorno.
Nella Chiesa orientale, proprio nel giorno dell'Assunta,
si pensa che anche tu ti sei “addormentata”.
L'evangelista Giovanni aveva avuto da Gesù in croce
il mandato di assisterti come se fossi sua madre;
per questo si dice che tu abbia trascorso con lui a Efeso
gli ultimi giorni della tua vita terrena.
Comunque noi ti onoriamo assunta in cielo nell'anima
e nel corpo, nell'integrità composta del tuo essere.
PAOLO VI – Omelia nella festa dell'Assunzione (15.8.1973)