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18 – ANIMARE
Parrocchia di S.Maria del Monte – Varese – 0332.229.223
La dottrina cristiana non è un sistema chiuso, incapace di generare
domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa animare.
Come parlare di Dio in un mondo che pensa di non averne
bisogno? Come animare una società indifferente a tutto, polemica e
divisa, irriverente e talora aggressiva, e una Chiesa spesso chiusa e
rassegnata?
Fanatismo e fondamentalismo da una parte, indifferenza e
disinteresse dall'altra formano un contesto complesso e confuso...
Guardiamo ai primi secoli cristiani, in cui l'Impero Romano
non era per niente favorevole all'annuncio del Vangelo, che però si
radicò e fruttificò: “Non una nuova morale, ma una sconvolgente
liberazione” (G. Vannucci). “Quando si riesce ad esprimere
adeguatamente e con bellezza il contenuto del Vangelo, sicuramente
quel messaggio risponderà alle domande più profonde dei cuori”
[Evangelii Gaudium, 265].
Il cuore semplice del Vangelo inizia con un “sei amato” e si
conclude con un “amerai”. Se abbiamo ricevuto l'amore di Gesù al
punto che ne siamo affascinati, siamo pronti ad animare il mondo:
amare infatti basta a una vita, amare riamati basta a riempire molte
vite.
Seguo Cristo – è la motivazione di fondo di ogni scelta di
fede – perché mi ha fatto felice. Non sono migliore degli altri, sono
più ricco. Non siamo più buoni degli altri, siamo depositari di un
bene grande che umanizza e aiuta ad animare una vita buona.
Per “una stagione evangelizzatrice più fervorosa, gioiosa,
generosa, audace, piena d'amore fino in fondo e di vita contagiosa”
[Evangelii Gaudium, 261], il Vangelo cerca annunciatori “col fuoco”,
innamorati.
Prima di tutto amiamo l'umanità di Cristo, riportando al cuore
i brividi di umanità che affiorano dalle vicende e dalle parole di
Gesù: le relazioni coi bambini, le donne, gli amici, col sole e il vento,
gli uccelli e i fiori e col Padre; e poi il suo modo di avere paura e
coraggio, come piangeva e come gridava, la sua carne bambina e la
sua carne piagata... E il suo volto vestito di luce sul Tabor.
Non stanchiamoci di contemplare la bellezza umana e divina
di Cristo, che in sommo grado si manifesta nella sua Pasqua. Lo
vediamo morire d'amore e poi risorgere, dimostrando che l'amore e
Dio sono più forti della morte e che rotoleranno via tutte le pietre
all'imboccatura del cuore.
I suoi discepoli prima di altri hanno capito che una vita così
bella non può essere che... da Dio! “La nostra tristezza infinita si
cura soltanto con un infinito amore” [Evangelii Gaudium, 265].
La Città
sul
Monte
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Battesimo del Signore – 8 gennaio 2017
Maria, vogliamo conoscerti meglio
come il modello autentico
e ideale dell'umanità redenta.
In te, creatura limpidissima,
Eva senza alcun peccato, figlia di Dio,
il pensiero creatore, primigenio,
intatto di Dio si rispecchia nella tua
innocente e stupenda perfezione.
Maria, sei la bellezza umana, estetica ed essenziale,
nella sintesi con l'Amore divino, con la bontà, l'umiltà,
la spiritualità e la chiaroveggenza del Magnificat.
Sei la Vergine e la Madre nell'espressione
più pura e più autentica; sei la Donna vestita di sole,
nella cui visione si devono abbagliare i nostri occhi,
tanto spesso offesi e acciecati dalle immagini profane
dell'ambiente pagano da cui siamo circondati.
Sei il “tipo” sublime non solo della creatura
redenta dai meriti di Cristo, ma il “tipo” altresì
dell'umanità pellegrinante nella fede.
PAOLO VI – Udienza (30.5.1973)