18 10 TESTIMONI DEL VANGELO TRA LE GENTI

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ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA - OTTOBRE MESE MISSIONARIO
TESTIMONI DEL VANGELO
TRA LE GENTI
P. Diego Spado;o
Annunciare il Vangelo è quesDone di cuore, di passione. Lo so;olinea la nuova Le;era della
Congregazione per gli isDtuD di vita consacrata e le società di vita apostolica: ai consacraD e alle consacrate
tesDmoni del Vangelo tra le genD. La Le;era, dopo le tre precedenD: Rallegratevi, Scrutate, Contemplate,
ricorda che il cuore dei consacraD dovrebbe avere per sua natura una dimensione essenzialmente in uscita,
cioè rivolta agli altri. Per loro vocazione, essi sono gli specialisD della missione, dell’annuncio di Cristo al
prossimo, idenDficato con ogni uomo e ogni donna che incontrano quoDdianamente sulla loro strada. Sono
chiamaD a non passare oltre con indifferenza, ma a interessarsi a lui, alle sue necessità e alle sue a;ese. Per
questo a;eggiamento di apertura agli altri sono i primi ad essere, secondo l’espressione molto cara a Papa
Francesco, “in uscita”, sempre pronD a cambiare mentalità, a compiere una conversione. Francesco, come
aveva fa;o nella Evangelii Gaudium, chiede con forza nuovo slancio, coraggio che non indietreggia di fronte
alle difficoltà, tenacia nel compiere la missione che Dio ha affidato a ogni consacrato. In parDcolare, vuole
anche da noi Cavanis, che ritroviamo il carisma delle origini, dei Padri Antonio e Marco, vuole che le nostre
comunità siano sempre più simili alla primiDva Chiesa, quella degli apostoli. La vita consacrata è chiamata a
svolgere la sua missione «fuori della porta e lungo il fiume», a essere presente nelle «situazioni di miseria e
di oppressione, di dubbio e di sconforto, di paura e di solitudine, manifestando che la tenerezza di Dio non
ha limiD».
Tu;o ciò richiede energie, preghiera, sacrificio e fermezza, perché la “periferia” non resD solo una parola
astra;a, ma sia una realtà quoDdiana in cui verificare in ogni momento la propria vocazione. Cristo vuole
che i consacraD vadano oltre, senza paura, perché la Parola giunga ai confini della terra. Si tra;a di trovare
nuove modalità per camminare con i poveri, i più bisognosi, accompagnandoli nella loro quoDdianità:
«Stare in periferia aiuta a vedere e capire meglio». Guardando il mondo dalle periferie si trova infa[ il
coraggio di affrontare nuove sfide, sperimentando soluzioni e logiche diverse. È più facile svegliare il mondo
se si è abituaD alle periferie, qualunque esse siano, perché facilitano l’a;eggiamento a rivolgersi a
desDnatari non scelD in base a considerazioni di comodo, ma su criteri de;aD dalla compassione e
dall’ardire. Una scelta de;ata non da una moda o fervore passeggero, ma che diventa autenDca forma di
vita, perché: «servire i poveri è a;o di evangelizzazione» (san Gregorio Magno). La familiarità con i poveri è
sempre stata la cara;erisDca di ogni nuovo inizio e di riforma. Senza dimenDcare che le periferie non sono
solo un luogo fisico, ma anche una situazione morale, di disagio, culturale e sociale: “Cristo è la grande
tunica dei sacerdoD” (San Giovanni XXIII)
Si contribuisce alla felicità di altre persone proprio nelle misura in cui si è personalmente felici nel
vivere la missione. Per annunciare il Vangelo, specialmente al cuore e alla mente dei giovani, è necessario
che il missionario me;a insieme, in se stesso, mente e cuore, per tesDmoniare che ci sono scelte di valori
che vanno fa;e prima di quelle materiali; che c’è bisogno di imparare e rifle;ere prima di fare, altrimenD è
solo fumo, è solo scena. Il missionario è chiamato a tesDmoniare che molte delle abitudini quoDdiane,
possono essere abbandonate per servire di più il prossimo e per guadagnare in freschezza e umanità. Gli
affli[, coloro che piangevano, gli esclusi, fecero Gesù cambiare abitudini, tradizioni e piani di viaggio, così
lui ha mostrato che si può vivere libertà, misericordia e felicità, anche nella contraddizione, nella
persecuzione, nella sofferenza, nel disprezzo, nella derisione, nell’incomprensione e nel rifiuto. Nel suo
ministero, Gesù non ha strumentalizzato il bisogno altrui per senDrsi giusDficato o necessario; non ha
scaricato sugli altri le colpe per le ingiusDzie subite, cercando capri espiatori, non ha vissuto come
soffocante e umiliante la vicinanza degli oppressi e degli umiliaD.