Luigi Tenco, un suicidio difficile da spiegare

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venerdì 27 gennaio 2017, 02:30
Accadde Oggi - 50 anni fa
Luigi Tenco, un suicidio difficile da spiegare
50 anni ed ancora 'mistero'. Alle 2:30 del 27 gennaio 1967: 'Ciao amore ciao', ciao Tenco
di Gianni Lucini
Alle ore 2:30 del 27 gennaio 1967, a poche ore dall’annuncio della decisione della giuria del Festival di Sanremo di
escludere dalla finale la sua canzone 'Ciao amore ciao', sul pavimento della camera n° 219 dell’Hotel Savoy di
Sanremo viene ritrovato il corpo senza vita del cantautore Luigi Tenco. Era la prima volta che saliva sul
palcoscenico del Festival della Canzone. Solo pochi anni prima aveva detto a un cronista di 'Sorrisi e canzoni' «Non andrò
mai al Festival di Sanremo: è una manifestazione che non mi interessa e che considero negativamente». Perché poi cambia
idea? All’inizio del 1967, quando la notizia della sua partecipazione al Festival è ufficiale sulle pagine dello stesso giornale
spiega così la decisione: «… non sono io che sono cambiato ma il pubblico, che mostra un interesse nuovo per
quella linea melodica che si riallaccia al folclore…». È così convinto che di fronte a un gruppo di giovani che
sostengono si sia fatto 'incastrare' dal sistema come Domenico Modugno, risponde secco: «Padroni di pensarla come
volete. Io ho preso una strada che a me sembra buona e non la mollo. Anzi, mi sembra tanto buona che vorrei avere un
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/luigi-tenco-un-suicidio-difficile-spiegare/
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pubblico sempre più grande, immenso…». Sono pezzi di un dibattito duro, in cui si sprecano parole importanti e contenuti
oggi impensabili per una manifestazione come quella sanremese. In quegli anni il Festival di Sanremo è una sorta di
vetrina primaverile dell’industria discografica e dell’editoria musicale italiana. I numeri sono impressionanti se
paragonati a quelli attuali: un brano che vende meno di centomila copie è un fiasco e il 'disco d’oro' viene consegnato solo a
chi ha venduto almeno un milione di copie dello stesso disco. In questo panorama chi sbaglia paga un prezzo altissimo.
Gli sbagli, però, non sono misurabili direttamente con la classifica finale del Festival. Tutti gli anni Sessanta sono costellati
d’esempi di brani maltrattati dalle giurie sanremesi e poi benedetti dal mercato o viceversa tanto da rendere ancor più
incomprensibile e stonata l’ipotesi di chi vorrebbe motivare la morte di Tenco con le votazioni della giuria. In questo quadro
il Festival del 1967 è certamente speciale e dà ragione allo stesso Luigi Tenco quando parla di un
cambiamento sostanziale che starebbe alla base della sua partecipazione. Se Tenco non si fosse ucciso
probabilmente lo ricorderemmo come il Festival di Mick Jagger, il leader dei Rolling Stones, arrivato a sostenere la
sua compagna di allora Marianne Faithfull, accoppiata all’ex leader dei Camaleonti, Riki Maiocchi nell’interpretazione
del delizioso brano 'C’è chi spera', eliminato come quello di Tenco dalle giurie. La lista degli eliminati comprende star
internazionali come Cher che le giurie bocciano come solista nel brano 'Ma piano (per non svegliarmi)' e come
componente del duo Sonny & Cher in 'Il cammino di ogni speranza', una canzone scritta dal cantautore Umberto
Napolitano e interpretata anche da Caterina Caselli. Lo stesso destino tocca anche agli Hollies di Graham Nash che
interpretano insieme allo sconosciuto Mino Reitano 'Non prego per me', un brano dell’altrettanto sconosciuto Lucio
Battisti. Anche Milva se ne deve andare dopo che le giurie hanno bocciato la sua 'Uno come noi', interpretata anche dai
Los Bravos, un gruppo che all'epoca è all’apice del successo con 'Black is black'. Gli eliminati illustri non finiscono qui.
All’elenco vanno iscritti anche Bobby Solo, Connie Francis, Fred Bongusto e il mitico Domenico Modugno. Il brano con il
maggior successo di vendite sarà 'Quando dico che ti amo', scritto da Tony Renis e interpretato da Anna Rita Spinaci
accoppiata ai Bachelors. Alla fine lo vincono Claudio Villa e Iva Zanicchi con 'Non pensare a me', ma quello sparo nella
camera n° 219 dell’Hotel Savoy e gli eventi successivi hanno già finito per confinare in una sorta di contorno minimale la
manifestazione in sé. https://www.youtube.com/watch?v=TB-9jtUH4hE
di Gianni Lucini
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/luigi-tenco-un-suicidio-difficile-spiegare/
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