Numero 16 - 22 Gennaio 2017 - Basilica Parrocchia Santa Fara

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Transcript Numero 16 - 22 Gennaio 2017 - Basilica Parrocchia Santa Fara

I L C IELO
E IL
C ERVELLO
di Gianfranco Ravasi
Anno XXV - n. 16 - Bari, 22 Gennaio 2017 - 3a Domenica del Tempo Ordinario - Anno A
Un’ottima riflessione, valevole sia per gli esseri umani sia per le Istituzioni
compresa la stessa Chiesa cattolico-romana!!!
Tutto lo studio di donna Prassede era di secondare i voleri del cielo: ma faceva spesso
uno sbaglio grosso, che era di prendere per
cielo il suo cervello.
L’ironia manzoniana è spesso fulminante.
Lo è soprattutto quando lo scrittore vuole colpire i luoghi comuni, le figure ipocrite, le banalità paludate. È il caso di questa battuta su
donna Prassede, la moglie del dotto (e altrettanto supponente) Ferrante, a cui è affidata in
custodia Lucia dall’Innominato. Manzoni,
poi, continua puntualizzando l’errore di questa signora: «Con le idee donna Prassede si
regolava come dicono si deve fare con gli
amici: n’aveva poche; ma a quelle poche era
molto affezionata. Tra le poche ce n’era per
disgrazia molte delle storte; e non erano quelle che le fossero meno care».
Un po’ di donna Prassede abita in tutti noi.
Certo, il nostro cervello è una realtà mirabile,
una sorta di “micro-cielo”, se pensiamo che è
costituito da un centinaio di miliardi di neuroni, tante quante sono le stelle della Via Lattea.
Ma rimane pur sempre una realtà circoscritta
e limitata, se consideriamo l’enorme massa di
misteri che ci circonda e soprattutto l’infinita
grandezza di Dio e del suo pensiero. Di fronte
alla tentazione di scambiare il nostro cervello
per il cielo, cadendo nell’illusione della superbia, bisognerebbe certo esercitare umiltà,
modestia, semplicità, discrezione, virtù un po’
ignorate ai nostri giorni. Ma forse basterebbe
un po’ di auto-ironia…
ADORAZIONE
EUCARISTICA
PA R R O C C H I A L E
“A SCUOLA DI PREGHIERA
CON FRANCESCO E CHIARA
DI ASSISI: CERCARE IL SIGNORE
E SCOPRIRE UNA SORGENTE
INTERIORE”.
Giovedi 26 Gennaio - Ore 20.00
in Cripta
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Santa Fara n. 16
L’amore di Dio è la cura della nostra tristezza
Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e
ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi,
perché il regno dei cieli è vicino». (Mt 4,17)
Giovanni il Battista è
stato ap pena arrestato, è
accaduto qualcosa di minaccioso che, anziché impaurire e rendere prudente
Gesù, lo fa uscire allo sco perto, a dare il cambio a
Giovanni. Abbandona famiglia, casa, lavoro, lascia Nazaret per Cafarnao, non
porta niente con sé, solo
un an nuncio. Che riparte
da là dove Gio vanni si era
fermato: convertitevi perché il regno dei cieli è vicino. So no le parole inaugurali del Vangelo, generative
di tutto il resto. Convertitevi. Noi interpretiamo co me «pentitevi», mentre è l’invito a rivoluzionare la vita: cambiate logica, spostatevi, non vedete dove vi porta questa strada? È
l’offerta di un’opportunità: venite con me, di
qua il cielo è più azzurro, il sole più caldo, le
persone sono più sane, la vita più vera. E subito aggiunge il motivo, il per ché della conversione: il regno si è fatto vicino. Che cos’è
il regno dei cieli, o di Dio? È la vita che fiorisce in tutte le sue forme, un’offerta di solarità. Il regno è di Dio, ma è per gli uomini, per
una nuova architettura del mondo e dei rapporti umani, per una terra come Dio la sogna.
Questo regno si è fatto vicino. È co me se
Gesù dicesse: tenete gli oc chi bene aperti
perché è successo qualcosa di importantissimo: Gi ratevi verso la luce, perché la luce è
già qui. Dio è qui, come una forza che circola
ormai, che non sta ferma, come un lievito, un
seme, un fermento.
Il Vangelo termina con la chiama ta dei
quattro pescatori e la promessa: vi farò pescatori di
uomini.
Con che cosa, con quale
rete pe scheranno gli uomini? Ascolta, qualcuno
ha una cosa bel lissima da
dirti, così bella che appare
incredibile,
così
affascinan te che i pescatori ne sono sedot ti, abbandonano tutto, come
chi trova un tesoro. La notizia bellis sima è questa:
la felicità è possi bile e vicina. E il Vangelo ne pos siede la chiave. E la chiave
è que sta: la nostra tristezza infinita si cura
soltanto con un infinito a more (Evangelii
Gaudium). Il Vangelo è la chiave: è possibile
vivere meglio, per tutti, perché la sua parola
risponde alle necessità più profonde delle
persone. Perché quando è narrato adeguatamente e con bellezza sicuramente il Vangelo
risponde ai bisogni più profondi dei cuori e
mette a disposizione un tesoro di vita e di amore, che non inganna, che non delude. La
conclusione del brano di oggi è una sintesi affascinante della vita di Gesù. Camminava e
annunciava la buona novella, camminava e
guariva la vita. Gesù cammina verso di noi,
gente delle strade, incontro a noi, gente dalla
vita ordinaria e mostra con ogni suo gesto
che Dio è qui, con amore. E questa è l’unica
cosa che guarisce la vita. Questo sarà anche il
mio annun cio, a ciascuno: Dio è con te, con
amore.
Ermes Ronchi
22 Gennaio 2017
L A S PERANZA CRISTIANA :
7. G IONA : SPERANZA E PREGHIERA
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UDIENZA DEL SANTO PADRE DEL 18 GENNAIO 2017
Cari fratelli e sorelle, buongiorno.
Nella Sacra Scrittura, tra i profeti di Israele, spicca una figura un po’ anomala,
un profeta che tenta di sottrarsi
alla chiamata del Signore rifiutando di mettersi al servizio
del piano divino di salvezza. Si
tratta del profeta Giona, di cui
si narra la storia in un piccolo
libretto di soli quattro capitoli,
una sorta di parabola portatrice
di un grande insegnamento,
quello della misericordia di
Dio che perdona.
Giona è un profeta “in
uscita” ed anche un profeta in
fuga! E’ un profeta in uscita
che Dio invia “in periferia”, a Ninive, per convertire gli abitanti di quella grande città. Ma Ninive,
per un israelita come Giona, rappresentava una
realtà minacciosa, il nemico che metteva in pericolo la stessa Gerusalemme, e dunque da distruggere,
non certo da salvare. Perciò, quando Dio manda
Giona a predicare in quella città, il profeta, che conosce la bontà del Signore e il suo desiderio di perdonare, cerca di sottrarsi al suo compito e fugge.
Durante la sua fuga, il profeta entra in contatto
con dei pagani, i marinai della nave su cui si era
imbarcato per allontanarsi da Dio e dalla sua missione. E fugge lontano, perché Ninive era nella
zona dell’Iraq e lui fugge in Spagna, fugge sul
serio. Ed è proprio il comportamento di questi uomini pagani, come poi sarà quello degli abitanti di
Ninive, che ci permette oggi di riflettere un poco
sulla speranza che, davanti al pericolo e alla
morte, si esprime in preghiera.
Infatti, durante la traversata in mare, scoppia una
tremenda tempesta, e Giona scende nella stiva della
nave e si abbandona al sonno. I marinai invece, vedendosi perduti, «invocarono ciascuno il proprio
dio»: erano pagani (Gn 1,5). Il capitano della nave
sveglia Giona dicendogli: «Che cosa fai così addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà
pensiero di noi e non periremo» (Gn 1,6).
La reazione di questi “pagani” è la giusta reazione davanti alla morte, davanti al pericolo; perché è allora che l’uomo fa completa esperienza
della propria fragilità e del proprio bisogno di salvezza. L’istintivo orrore del morire svela la necessità di sperare nel Dio della vita. «Forse Dio si
darà pensiero di noi e non periremo»: sono le parole della speranza che diventa preghiera, quella
supplica colma di angoscia che sale alle labbra dell’uomo davanti a un imminente pericolo di morte.
Troppo facilmente noi disdegniamo il rivolgerci a Dio
nel bisogno come se fosse
solo una preghiera interessata,
e perciò imperfetta. Ma Dio
conosce la nostra debolezza,
sa che ci ricordiamo di Lui per
chiedere aiuto, e con il sorriso
indulgente di un padre, Dio risponde benevolmente.
Quando Giona, riconoscendo le proprie responsabilità, si fa gettare in mare per
salvare i suoi compagni di
viaggio, la tempesta si placa.
La morte incombente ha portato quegli uomini pagani alla preghiera, ha fatto sì che il profeta, nonostante tutto, vivesse la propria vocazione al servizio degli altri accettando di sacrificarsi per loro, e
ora conduce i sopravvissuti al riconoscimento del
vero Signore e alla lode. I marinai, che avevano
pregato in preda alla paura rivolgendosi ai loro dèi,
ora, con sincero timore del Signore, riconoscono il
vero Dio e offrono sacrifici e sciolgono voti. La
speranza, che li aveva indotti a pregare per non
morire, si rivela ancora più potente e opera una
realtà che va anche al di là di quanto essi speravano: non solo non periscono nella tempesta, ma si
aprono al riconoscimento del vero e unico Signore
del cielo e della terra.
Successivamente, anche gli abitanti di Ninive,
davanti alla prospettiva di essere distrutti, pregheranno, spinti dalla speranza nel perdono di Dio. Faranno penitenza, invocheranno il Signore e si convertiranno a Lui, a cominciare dal re, che, come il
capitano della nave, dà voce alla speranza dicendo:
«Chi sa che Dio non cambi, […] e noi non abbiamo
a perire!» (Gn 3,9). Anche per loro, come per l’equipaggio nella tempesta, aver affrontato la morte ed
esserne usciti salvi li ha portati alla verità. Così,
sotto la misericordia divina, e ancor più alla luce del
mistero pasquale, la morte può diventare, come è
stato per san Francesco d’Assisi, “nostra sorella
morte” e rappresentare, per ogni uomo e per ciascuno di noi, la sorprendente occasione di conoscere la
speranza e di incontrare il Signore. Che il Signore ci
faccia capire questo legame fra preghiera e speranza. La preghiera ti porta avanti nella speranza e
quando le cose diventano buie, occorre più preghiera! E ci sarà più speranza. Grazie.
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Santa Fara n. 16
LITURGIA DEL GIORNO
3ª Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
(22 - 28 Gennaio 2017) - Liturgia delle Ore: 3ª settimana
Dom 22 - 3ª Domenica del Tempo Ordinario - Anno A
Il Signore è mia luce e mia salvezza
8:30 Per Intercessione allo S. Santo (fam. Di Fonzo)
10:00 Pro Populo
11:30 Pro Vincenzo (fam. Binetti)
Pro Concetta (fam. Buono)
Pro Giuseppe (fam. Piumelli)
Pro Francesco (fam. Morgese)
Pro Pasquina (fam. Monti)
19:00 Pro Giuseppe (De Giglio)
Lun 23 - Santi Clemente ed Agatangelo Martiri
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie
7:30 Pro Angelo e Tina
Pro Donato e Gino
19:00 Pro Giuseppe (fam. Negro)
Pro Anna e Silverio (fam. Milillo)
Mar 24 - San Francesco di Sales Vescovo e dottore della Chiesa
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà
7:30 Pro Filomena e Michele
Pro Antonio
19:00 Pro Vincenza - Trigesimo (fam. Cantatore)
Pro Michele (fam. Valerio)
Mer 25 - Conversione di San Paolo Apostolo
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo
7:30 Pro Giovanni e Vittoria
Pro Luigina e Antonio
19:00 Pro Teresa - Trigesimo (fam. Maggi)
Pro Umberto (fam. Marasco)
Gio 26 - Santi Timoteo e Tito Vescovi
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore
7:30 Pro Antonio e Carmina
Pro Domenico
19:00 Pro Antonia (fam. Pentrelli)
Ven 27 - Sant'Angela Merici Vergine, fondatrice
La salvezza dei giusti viene dal Signore
7:30 Pro Lucia e Filippo
Pro Raffaele
19:00 Pro
Sab 28 - San Tommaso d'Aquino Sacerdote e dott. della Chiesa
Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo
7:30 Pro Ettore e Ada (fam. Ivoi)
Pro Rosa e Francesco
Pro Generosa
19:00 Pro Severina e Italo (fam. Stefanelli)
Avvisi
1 Corso Matrimoniale:
Venerdì 27 Gennaio ore 20:00
Salone San Francesco.
1 Giornata di Formazione Permanente per i Ministri Straordinari
della Comunione:
In preparazione alla XXV Giornata
mondiale del malato. Sabato 28
Gennaio ore 15:30-19:00 Politecnico Bari.
1 Catechismo:
Sabato 28 ore 17,30 Incontro Genitori di Cresima.
APPELLO
DI
CARITÀ
Si richiedono i seguenti alimenti:
zucchero,
t on n o , ol i o,
pelati, latte,
riso e prodotti per l’igiene da distribuire alle famiglie bisognose.
Foglio d’Informazione settimanale:
“Basilica Parrocchia Santa Fara”
Via G. N. Bellomo, 94 - Bari - Tel. / Fax: 080.561.82.36
Web: www.santafara.org - Email: [email protected]
Responsabile
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Raffaele Massari
(Parroco - Rettore)
Piero Errico
(Vice Parroco)
Maurizio Placentino (Vice Parroco - Guardiano)
Gianpaolo Lacerenza (Maestro Studenti)
Orario Ufficio Parrocchiale
Mercoledi e Venerdi 16.30 - 18.30
Orario Sante messe:
dal Lunedì al Sabato 7:30 Cripta - 19:00 Basilica
la Domenica ore 8:30 - 10:00 - 11:30 - 19:00