Diapositiva 1 - Gruppo PDL – Berlusconi Presidente – Forza Italia

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• L’ITALIA IGNORATA A DAVOS
• APPROFONDIMENTO CINA
21 gennaio 2017
a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati
Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Forza Italia
L’ITALIA IGNORATA A DAVOS
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Al vertice di Davos quest'anno non si è parlato in alcun modo di
Italia. Come scrive Fubini sul Corriere "a differenza degli scorsi
anni, questa volta il nostro Paese non è stato citato, come se non ci
fosse".
(http://www.corriere.it/opinioni/17_gennaio_21/italia-ignorata-davos-silenzio-che-fa-rifletterea489324c-df40-11e6-ac31-10863be346e7.shtml)
L’ITALIA IGNORATA A DAVOS
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Gli interessi del Forum sono stati tutti per gli effetti della
vittoria di Trump alle elezioni americane e per quelli della
Brexit.
Il premier inglese Theresa May è stata di fatto ignorata dai
leader europei nel suo intervento, dopo aver espresso la
scelta per la "HARD BREXIT" del Regno Unito dalla UE.
Francia e Germania stanno ragionando su come ottenere il
massimo dei profitti dalla Brexit durante le prossime
negoziazioni.
L’ITALIA IGNORATA A DAVOS
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Se Londra uscisse dal mercato unico europeo, come ha
promesso la May, le società finanziarie che operano nella
City perderebbero il cosiddetto "diritto di passporting"
ovvero la possibilità di svolgere attività finanziarie con altri
paesi dell'Unione.
Per continuare a farlo dovrebbero spostare la loro sede in un
altro paese europeo. HSBC, Lloyd's, JP Morgan e Goldman
Sachs hanno già dichiarato che sposteranno parte del loro
staff a Parigi (per i servizi di trading) e a Francoforte (per le
attività di clearing).
Milano è di fatto stata ignorata, anche perché l'Italia sul
caso Brexit è del tutto assente.
L’ITALIA IGNORATA A DAVOS
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Da che parte starà Gentiloni? Si accoderà a Merkel e
Hollande per sottrarre business agli inglesi, magari in cambio
di maggiore flessibilità sui conti, o sposterà l'asse Trump-May
contro la Germania, diventando il principale alleato
nell'attuale UE?
Il problema non sembra nell'agenda del governo italiano che,
senza una posizione chiara, non avrà nessun potere
contrattuale nelle trattative.
Ignorata nelle conferenze del WEF, l'Italia è comunque
entrata in alcune statistiche presentate a Davos.
L’ITALIA IGNORATA A DAVOS
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In base al rapporto su crescita e sviluppo inclusivo, l'Italia si
pone al 27 posto su 30 paesi, ai primi posti per tasso di
povertà, disuguaglianza, corruzione e sfiducia nella classe
politica, con un sistema di welfare "né generoso, né
efficiente", una scarsa mobilità sociale e la percezione che i
funzionari pubblici siano asserviti agli interessi delle lobby.
Padoan si è espresso molto negativamente contro l'UE,
dichiarando che i problemi nascono a Bruxelles e Francoforte.
Contro questa Europa, le sue regole fiscali, le sue politiche
monetarie (che però sono state fatte da Draghi su misura per
l'Italia, che non ne ha approfittato) e critico contro l'asse
repubblicano-conservatore di Trump e May.
L’ITALIA IGNORATA A DAVOS
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L'impressione è quella di un governo che, oltre a non avere
le idee chiare sull'economia, non ha una idea di politica
estera e di quale alleanze sposare.
A Davos si è parlato anche del ritorno dell'inflazione in
Europa e USA e che presto potrebbe cambiare le cose nelle
politiche monetarie di FED e BCE.
La prima ha già rialzato i tassi e proseguirà in questo
aumento anche nel 2017.
L’ITALIA IGNORATA A DAVOS
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La BCE non lo sta facendo ancora ma le pressioni della
Germania su Draghi per un aumento dei tassi stanno
crescendo, a fronte di una inflazione tedesca che presto
supererà il 2%.
L'Italia invece è in deflazione, come certificato dall'ISTAT,
lontana dai tassi di inflazione medi degli altri paesi UE.
Certamente la BCE dovrà guardare al tasso di inflazione
medio dell'Eurozona e non a quello dell'Italia per prendere le
sue decisioni
APPROFONDIMENTO CINA
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Come scrive Barbera per ‘La Stampa’ «Il discorso del leader
cinese Xi Jinping, sembra scritto da uno dei ghostwriter di
Obama. Difende la globalizzazione, cita Dickens, si mostra
preoccupato per il futuro delle nuove generazioni, parla di
progresso, bellezza, condivisione dei valori.
Si spinge a magnificare le lodi della libertà di movimento dei
capitali, che pure in Cina non è granché difesa.
Xi Jinping conquista la platea del World Economic Forum,
strappa perfino un applauso a scena aperta. Per qualche
minuto le élite dell’Occidente democratico dimenticano cos’è
ancora la Cina: una nazione in cui i diritti non sono tutelati e
internet è censurata».
APPROFONDIMENTO CINA
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La storia recente della Cina insegna che politica,
commercio ed economia non devono camminare sullo stesso
piano. Xi voleva mandare un messaggio chiaro
all’Europa e il discorso di Davos lo ha legittimato: la
Cina si propone come argine all’isolazionismo di Trump.
Xi non poteva scegliere momento migliore per il suo
discorso a Davos: mentre Trump si insedia alla Casa Bianca
al grido America first, mentre Theresa May annuncia
l’uscita dall’Unione europea, Xi si fa portavoce di chi
chiede un mondo aperto e solidale.
Ovvero un mondo in cui le merci cinesi viaggiano
liberamente.