Amat: 44 dipendenti indagati

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Transcript Amat: 44 dipendenti indagati

I “furbetti” dell’ Amat: 44
dipendenti indagati
A conclusione dell’ attività investigativa svolta dalla Squadra
Mobile della Questura di Taranto , relativa ad un’inchiesta
sull’assenteismo, è stato notificato l’avviso di conclusione delle
indagini (ex art. 415 bis) a 44 impiegati dell’“AMAT” , l’ azienda
municipalizzata dei trasposti di proprietà del Comune ddi Taranto.
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono truffa e false attestazioni
in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di
relazioni di prestazioni di opera.
L’indagine, coordinata dal
pm Lucia Isceri.della procura della Repubblica di Taranto, è partita
nel 2014 a seguito di una segnalazione che denunciava una serie di
irregolarità commesse all’interno dell’azienda, poste in essere da
parte del personale dipendente. Le attività sono state svolte anche
mediante l’ausilio di telecamere di videosorveglianza, attraverso le
quali è stato possibile osservare e verificare l’ingresso e l’uscita
dei dipendenti, con particolare riguardo all’apparecchio per timbrare
i badge.
Confrontando le immagini riprese dalle telecamere con i dati della
macchinetta marcatempo, è stato possibile individuare con esattezza i
responsabili delle violazioni rilevate, i cui ingressi sono stati
monitorati per alcuni periodi sia nel 2014 che nel 2015.
L’esito dell’attività di controllo ha consentito di accertare come
diversi dipendenti si sarebbero assentati arbitrariamente dal posto di
lavoro, ponendo in essere una truffa ben strutturata ai danni
dell’Azienda, che si ripeteva in maniera abituale per l’intero turno.
In particolare, è stato verificato e comprovato che alcuni dipendenti
timbravano il badge di altri colleghi per attestarne la presenza in
ufficio, consentendo loro di raggiungere in netto ritardo il posto di
lavoro o, addirittura, di assentarsi per l’intero turno lavorativo.
In atri casi, invece, avveniva un vero e proprio scambio di “favori”,
cioè colui che strisciava l’ingresso per uno o più colleghi, a sua
volta poteva lasciare l’ufficio in anticipo, in quanto la sua uscita
veniva smarcata dal collega “ritardatario”. In questo modo il
dipendente che arrivava in orario permetteva ai colleghi di arrivare
in ritardo ed egli, in cambio, poteva lasciare anzitempo il luogo di
lavoro. Infine, una parte dei dipendenti indagati si allontanava dal
posto di lavoro dopo aver strisciato regolarmente l’ingresso, o dopo
qualche ora, e poi rientrava in azienda soltanto per strisciare
l’uscita.