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Data : Mer, 18 Gennaio 2017 @ 18:50
Categoria : Comunicati S. Stampa Giunta
Emiliano a Commissione Bilancio Camera: "Revisione AIA ILVA e decarbonizzazione"
“La Regione Puglia si accinge a chiedere la revisione dell’Aia, e intendiamo farlo prima che la
procedura di acquisto dell’Ilva si completi. Chiediamo inoltre che nel decreto venga inserita la
decarbonizzazione quale BAT (best available techniques) di settore, nel rispetto degli impegni
assunti dall’Italia alla Conferenza sul Clima di Parigi”. Lo ha annunciato il presidente della
Regione Puglia Michele Emiliano oggi pomeriggio a Roma,nel corso dell’audizione V
Commissione Bilancio, a Montecitorio, per “l’esame DL 243/2016 recante interventi per la
coesione sociale e territoriale con riferimento a situazioni critiche in alcune aree del
Mezzogiorno”, a Montecitorio. Con il presidente, Barbara Valenzano direttore dipartimento
Infrastrutture e Ambiente, e il capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi. Emiliano ha concentrato la
sua attenzione sul caso Ilva e ha ricordato, in apertura di intervento, che la Regione Puglia ha
impugnato l’ultimo decreto Ilva dinanzi alla Corte Costituzionale. Inoltre ha ribadito che la
Regione Puglia, grazie al lavoro dei suoi tecnici, ha realizzato una proposta di decarbonizzazione,
che riguarda oltre l’acciaieria di Taranto anche la centrale Enel di Cerano, ovvero i due
stabilimenti alimentati a carbone più grandi di Europa. Proprio l’utilizzo del carbone determina
danni all’ambiente catastrofici collegati a dati epidemiologici fuori scala. Dati registrati dalle
perizie agli atti del processo presso la Corte di Appello di Taranto per avvelenamento di sostanze
alimentari e disastro ambientale, e contenuti anche negli studi più aggiornati. “La proposta di
decarbonizzazione - ha dichiarato Emiliano – l’abbiamo presentata al Governo, nelle mani
dell’allora Presidente del Consiglio, esattamente due anni fa. Ma non abbiamo mai ricevuto
risposta. Eppure la nostra proposta ha suscitato l’attenzione dell’OMS, l’Organizzazione mondiale
della sanità, e della comunità scientifica internazionale. Abbiamo scoperto che le imprese in grado
di produrre acciaio con forni elettrici e impianti a preridotto e gas sono essenzialmente italiane e
lavorano in tutto il mondo. La decarbonizzazione determinerebbe la minimizzazione delle
emissioni nocive (“zero emission”) e il recupero della Co2 prodotta da questi impianti. Queste
tecniche sono peraltro obbligatorie per lo Stato Italiano dalle direttive e regolamenti europei”.
“Siccome il decreto interviene anche per facilitare la vendita dell’Ilva – ha aggiunto Emiliano chiediamo di inserire nella prospettiva dell’ottimizzazione del processo industriale la
decarbonizzazione in qualità di BAT, ossia migliore tecnica disponibile per raggiungere il livello
più elevato di protezione dell’ambiente. Questo significa far sì che le aziende partecipanti alla
procedura di acquisto inseriscano nella loro offerta definitiva la decarbonizzazione quale criterio
qualificante. Siccome il Governo non considera la decarbonizzazione una BAT ci auguriamo che
il Parlamento possa intervenire in tal senso recependo le indicazioni delle ultime BAT conclusion
acciaio. Le BAT non sono una variante discrezionale né per voi né per il Governo, sono norme
tecniche obbligatorie per le imprese” “Anche perché – ha detto Emiliano rivolgendosi ai
parlamentari - non potrete promulgare per sempre provvedimenti che riducano il diritto alla salute
dei tarantini e dei pugliesi, come è stato fatto sino ad ora. Non lasciatevi ingannare dalle
apparenze. La fabbrica oggi inquina di meno solo perché produce la metà rispetto a prima. I dati
relativi alle malattie oncologiche e alla mortalità sono fuori scala. Per questo ci accingiamo anche
ad avanzare la richiesta di revisione dell’Aia, e vogliamo farlo prima che la procedura di acquisto
dell’Ilva si completi. Per rispetto alla Commissione e al Parlamento non abbiamo ancora
depositato questa istanza e, in questa sede, la consegniamo in bozza. Abbiamo un timore, relativo
al faticoso lavoro che la magistratura ha fatto per recuperare le somme per la cosiddetta
ambientalizzazione. Se non abbiamo la certezza che il piano ambientale e le intenzioni degli
acquirenti siano finalizzate a garantire il diritto alla salute, c’è il concreto rischio che quel denaro
recuperato dalla magistratura venga impiegato per la ristrutturazione di impianti che reiterano il
reato già commesso. Questo non ve lo potete permettere dal punto di vista storico e politico. E di
sicuro non lo permetterà la Regione Puglia. Faremo tutto ciò che è nella nostra legittima possibilità
per impedire che ciò accada”. “Come diceva il dott. Greco, procuratore della Repubblica presso il
Tribunale di Milano, l’utilizzo di una fonte energetica diversa dal carbone è un’ipotesi
percorribile. Ricordo che era stata avanzata anche dal precedente commissario Bondi. “Ho sentito
una pressione enorme in questo anno e mezzo. Non vorrei che questa storia del carbone sia così
importante per qualcuno non per ragioni scientifiche ma per ragioni di natura privata che
inquinerebbero non solo l’ambiente ma anche la vita pubblica”. Emiliano ha aggiunto che nel
piano di decarbonizzazione è inserito un elemento di grande importanza: “sulle coste pugliesi sta
per arrivare il gasdotto Tap che porterà 20miliardi di metri cubi di gas l’anno. Al di là delle
questioni dell’approdo, rimane il fatto che dal punto di vista economico è assolutamente possibile
fare un accordo col Consorzio Tap che ha grande desiderio di arrivare in Puglia con il consenso
della popolazione. È possibile giungere ad un accordo coerente con il piano industriale affinché
venga garantita la fornitura di gas allo stesso prezzo di mercato del carbon coke. Potrebbe cosi
essere superata anche ogni eccezione economica alla nostra proposta. Anche alla luce degli elevati
costi sanitari e ambientali attualmente sopportati dalla Regione Puglia. E comunque ribadisco che
una produzione sebbene strategica non può essere letale per la salute pubblica”. “Su questo tema
non ci sarà distrazione da parte dei tarantini e dei pugliesi”.
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