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Data : Ven, 27 Gennaio 2017 @ 18:17
Categoria : Comunicati S. Stampa Giunta
Ilva Taranto: Emiliano oggi a visita Commissione Industria del Senato
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, esprime soddisfazione per l’apertura della
Commissione Industria del Senato alla proposta di decarbonizzazione dell’Ilva, fortemente
sostenuta dalla Regione Puglia. Con la stessa sincerità Emiliano però ribadisce che: "la situazione
dell'Ilva non appare affatto migliorata in relazione al diritto alla salute dei cittadini. I parziali
adempimenti dell'Aia non hanno avuto riflessi apprezzabili sull'inquinamento, che risulta
diminuito solo perché lo stabilimento ha dimezzato i suoi livelli produttivi". Significativo è stato
il passaggio espresso questo pomeriggio dal Presidente della commissione, senatore Massimo
Mucchetti, sul “prezzo del gas”, che un tempo rendeva economicamente non fattibile la
decarbonizzazione mentre oggi non rappresenta più un limite per l’operazione. “Considero – ha
detto Emiliano riguardo l’intervento del sen. Mucchetti – le parole che sono state pronunciate
motivo di speranza e di giustizia. E dunque mi permetterà di sentirmi quasi liberato dalle sue
parole e ringrazio la Commissione. E sono d’accordissimo: se esistono altri sistemi innovativi che
non inquinano, diversi dagli impianti di preridotto elettrici o alimentati a gas, la Regione Puglia
non ha nessuna particolare predilezione per questo o quell’altro sistema. La cosa fondamentale,
finché l'impianto verrà ritenuto strategico per legge, dallo Stato, è che vengano rimosse le sorgenti
di inquinamento". Emiliano ha visitato questa mattina lo stabilimento Ilva di Taranto,
accompagnato dal direttore dipartimento Infrstrutture e Ambiente della Regione Barbara
Valenzano, insieme ai senatori della Commissione Industria. “Abbiamo visto – ha dichiarato
Emiliano al termine del sopralluogo - da lontano alcuni punti deboli della fabbrica, come l'area
GRF (gestione rottami ferrosi), l'altoforno 4, non abbiamo visto l’acciaieria 1 e le discariche. È
evidente che il percorso di avvicinamento di quella fabbrica alla legalità è molto lento, farraginoso,
sia dal punto di vista ingegneristico che finanziario. E nonostante le acrobazie, compresi questi
due patteggiamenti che non sono stati ancora vagliati dai giudici, si deve ricordare che c’era
qualcuno che aveva annunciato risarcimenti da un miliardo di euro da dare alla sanità tarantina fin
da Natale. Ma si deve sapere che ancora adesso i giudici non hanno omologato i patteggiamenti e
non è detto che lo facciano, perché i giudici stanno lì per questo: per valutare se è possibile o non è
possibile. In più bisogna sapere come verranno utilizzati questi soldi e di questo abbiamo discusso
nell’audizione che abbiamo tenuto davanti alla commissione in fabbrica. Ovviamente abbiamo
specificato che non siamo sicuri che questi soldi si possano utilizzare per qualunque intervento
dell’AIA. Siamo dell’idea che debbano essere utilizzati per le bonifiche e non per gli impianti e
la relativa attività produttiva. Poi consegneremo alla commissione la lettera che ho spedito al
presidente Gentiloni per chiedere che gli acquirenti che inseriscano nella loro offerta i principi
della decarbonizzazione siano preferiti rispetto a coloro che non lo faranno. E in secondo luogo,
trasmetteremo alla commissione la richiesta formale di riesame dell’AIA, che abbiamo formulato
anche sulla base dei dati epidemiologici che ci portano a ritenere la necessità di irrigidire le
prescrizione dell'autorizzazione. Esattamente il contrario di quello che probabilmente si stanno
accingendo a fare i commissari nel valutare il piano ambientale, che mette in mano a chi vuole
comprare la fabbrica l’iniziativa sul piano ambientale. Ora infatti sono loro che devono fare la
proposta allo Stato e non lo Stato a dire a che condizioni si può far funzionare quella fabbrica.
Insomma è una vicenda molto complessa, che però sto seguendo con la stessa attenzione
meticolosa di quando facevo il magistrato. Cioè la sto studiando foglio per foglio, carta per carta,
come ho fatto sempre nella mia vita. Verificheremo il patteggiamento non appena sarà pubblico:
verificheremo se le parti civili abbiano la possibilità di soddisfarsi e se per ipotesi questo
patteggiamento non porti via loro i soldi per il risarcimento e soprattutto continueremo a seguire la
procedura di vendita dell’Ilva perché chi la compri non pensi di farla funzionare come hanno fatto
i Riva. Perché esistono tecniche, come la decarbonizzazione, che scoprono tutti gli altarini.
Quindi chi vuole comprare l’Ilva lo può fare a queste condizioni, essendo anche caduta la
questione del costo del gas. Proprio il risarcimento che i Riva devono pagare dimostra che il
carbone costa molto di più del gas perché provoca danni che poi devono essere risarciti e quindi ai
costi materie prime vanno aggiunti costi ambientali e sanitari. Quindi chi utilizza il gas non corre il
rischio di dover pagare come hanno fatto i Riva. Il gas è l’alternativa per i prossimi trent’anni”.
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