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20 gennaio 2017 delle ore 21:03
Sliding doors un corno
Qualcuno, con l'albergo di Rigopiano, ha giocato identificando la scena con il film "Sliding Doors".
Cosa sarebbe cambiato nella vita degli ospiti e dei dipendenti se si fosse lasciato l'hotel qualche
ora prima? Ed è giusto lanciare accuse mentre ancora si contano "dispersi"?
La vicenda dell'albergo di Rigopiano, in
provincia di Pescara, ha del paradossale.
Rischio valanghe a 4 su una scala di 5, un
terremoto a valle, un proprietario che fa il
check-out agli ospiti che sono pronti, e uno
spazzaneve che non passa. Finché la montagna
non crolla addosso, un paio d'ore prima
dell'arrivo programmato del suddetto. Che poi
non è detto sarebbe arrivato davvero, visto che
la scena che si dipinge è apocalittica. E mentre
l'Abruzzo trema, Pescara è sottacqua, e qui pare
che tutta questa neve non si vedesse da
trent'anni, è andato in scena il più beffardo dei
destini. La slavina c'è stata davvero, ma forse il
suo rischio è stato sottovalutato. E ora, sotto la
neve e tra le macerie, a meno 10 gradi, ci sono
ancora decine di corpi. Che possa succedere
anche questo, in Paese civile? Forse sì, perché
la natura non fa sconti, non segue orari né
burocrazie. Ma la Procura ha aperto
un’inchiesta per omicidio colposo e l'unico
superstite, uscito per prendere un'aspirina in
macchina, pare abbia lanciato messaggi che
nemmeno la Prefettura è stata a sentire. Come
se questo angolo di mondo nel bianco - e ora
nel fango - non esistesse nemmeno in un'idea.
Difficile pensare a un inferno bianco,
impossibile dispensare le giuste colpe nella
bufera. E in uno stato di emergenza che non
accenna a finire dove la soluzione unica e
possibile sembra andarsene. Ammesso che
qualcuno aiuti nella fuga. (MB)
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