Valanga su hotel Rigopiano. Estratti 3 corpi, 2 persone in salvo

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Transcript Valanga su hotel Rigopiano. Estratti 3 corpi, 2 persone in salvo

Valanga su hotel Rigopiano.
Estratti 4 corpi, 2 persone in
salvo. 25 dispersi
Mentre dentro l’albergo
finanzieri e vigili del fuoco spalano la neve con le mani tra le
macerie, ora dopo ora diminuiscono le speranze di poter trovare altri
superstiti della valanga di neve e ghiaccio che ha letteralmente
investito ed annientato l’hotel Rigopiano, nel comune di Farindola,
sul versante pescarese del Gran Sasso. Da questa mattina le squadre di
soccorso hanno estratto quattro corpi senza vita, l’ultimo è stato
localizzato sotto la neve dai soccorritori dell’Esercito.
Ambulanze bloccate
La neve caduta, almeno due
metri, ha reso difficilissimi i soccorsi, con le ambulanze bloccate a
circa un chilometro dall’albergo. A raggiungere l’albergo i
soccorritori del vigili del fuoco e un rianimatore, portati con
l’elicottero e un mezzo cingolato dei vigili che può caricare fino a 8
persone. I primi ad arrivare nella notte sono stati gli uomini del
soccorso alpino della Guardia di Finanza che hanno raggiunto l’albergo
con gli sci e le pelli di foca.
Resta fermo a due il numero delle persone in salvo al momento . Oltre
venti il numero dei dispersi, rispetto alle 35 presenti all’interno
dell’albergo , come ha reso noto il sottosegretario regionale con
delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca: “Le persone registrate
in Questura ufficialmente sono di meno, ovvero 22 ospiti e sette
dipendenti. Ma è verosimile che vi fossero degli ospiti“. La Procura
di Pescara ha aperto un’indagine per omicidio colposo. resta da capire
a questo punto a cosa serva….
la colonna dei mezzi di soccorso della Polizia di Stato
I sopravvissuti
Le due persone messe in salvo sono Giampiero Parete e Fabio Salzetta,
i quali si trovavano al momento della slavina all’esterno della
struttura e sono riusciti a lanciare l’allarme. Sono in buone
condizioni fisiche: si erano riparati all’interno dell’auto. “Sono
salvo perché ero andato in auto a prendere una medicina per mia moglie
che aveva mal di testa. Mentre tornavo verso l’hotel ho sentito rumori
e scricchiolii e ho visto la montagna cadere addosso all’edificio. Ha
travolto anche me, ma parzialmente. Ho visto gran parte dell’albergo
ricoperto dalla neve” ha raccontato Parete 38 anni. “Ho provato a
entrare dentro – dice ancora Parete, – ma ho rischiato di rimanere
intrappolato; allora mi sono aggrappato ad un ramo e sono riuscito a
tornare verso la macchina. Poi ho incontrato il manutentore
dell’albergo e insieme abbiamo lanciato l’allarme. Dall’interno
dell’hotel non ho sentito alcun rumore o movimento. I miei due figli e
mia moglie sono nell’hotel“.
I dispersi
Fulvio, fratello di Marco Vagnarelli, uno dei dispersi ricorda:
“L’ultimo contatto con Marco risale alle 16,30 di ieri pomeriggio e
ancora la slavina non era venuta giù: poi più nulla“. Marco Vagnarelli
e la sua compagna Paola Tomassini, di Castignano (Ascoli Piceno) sono
ancora sotto le macerie. “Ci siamo messaggiati su WhatsApp, mi ha
scritto che stavano per ripartire, ma c’erano ritardi per via della
neve. C’erano dieci auto in fila e stavano aspettando che fosse
liberata la strada. Il viaggio di soli due giorni stava per finire:
dovevano andar via al mattino ma a causa del maltempo che bloccava la
strada sono dovuti rimanere, fermandosi anche a pranzo. Si era
impaurito per la scosse di terremoto, ma non per il maltempo. L’ultimo
messaggio mio fratello lo ha mandato a mio figlio – racconta ancora
Fulvio Vagnarelli -. Lo ha avvisato che, visto che non riuscivano
ancora a ripartire, rientrava in hotel e che, dentro, il telefono non
prendeva. Da quel momento non abbiamo più notizie di Marco e Paola“.
Oltre alla coppia di Castignano, non si hanno notizie di Domenico Di
Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo,
della moglie Marina Serraiocco, 37, di Popoli, e del loro bambino.
Dispersi anche Emanuele Bonifazi, 31 anni, di Pioraco, dipendente
dell’hotel, e Marco Tanda, 25 anni, residente a Macerata. Era con la
fidanzata 24enne Jessica Tinari, anche lei dispersa, originaria di
Lanciano, in provincia di Chieti. Tra i dispersi anche un dipendente
dell’hotel, Alessandro Riccetti, 33enne di Terni; un uomo originario
di Cosenza; una famiglia di tre persone di Osimo, composta da padre,
agente di polizia, madre, commerciante e il loro bimbo di 6
anni;Luciano Caporale, 54 anni, e la moglie, Silvana Angelucci, 46
anni, di Castel Frentano (Chieti), entrambi parrucchieri
L’uomo, residente a Montesilvano (Pescara),è arrivato in stato di
ipotermia e viene assistito dal personale della Rianimazione
dell’ospedale di Pescara e dagli psicologi della Asl, , ma il quadro
clinico non è preoccupante. “Giampiero e tutti gli altri ospiti
dell’albergo avevano pagato ed avevano raggiunto la hall, pronti per
ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve. Gli avevano detto
che sarebbe arrivato alle 15, ma l’arrivo è stato posticipato alle 19.
Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via”
ha raccontato Quintino Marcella, ristoratore e datore di lavoro di
Parete. È proprio al ristoratore che Parete ha lanciato l’allarme dopo
la valanga. “Ho ricevuto la chiamata alle 17,40, ho lanciato l’allarme
ma non mi credevano“, ha ggiunto.
Nella corso della notte
sono arrivati sul posto una decina di finanzieri scialpinisti, i primi
a raggiungere la località ed a insinuarsi tra le macerie, ed una
colonna mobile preceduta da una turbina è giunta sul luogo dove si
trovava il tetto dell’hotel. Il piazzale è stato quindi reso agibile e
liberato ed i mezzi meccanici hanno iniziato a scavare. Sul posto
intervenute anche le unità cinofile dei Vigili del Fuoco, che
purtroppo non registrano segnali di vita sotto la lastra di ghiaccio
che ha letteralmente coperto ed ibernato l’hotel. Si cerca nella zona
della sauna dell’albergo, ma la violenza della valanga ha sparso
tutto per centinaia di metri Emblematico e drammatico il commento
dei Vigili del Fuoco, di fronte al disastro: “L’albergo è stato
spazzato via, non esiste più”
La colonna dei soccorsi ha raggiunto l’albergo soltanto alle 13 di
oggi, grazie ai mezzi di soccorso pesanti. Utilizzata la turbina ha
creato uno slargo per i mezzi. dopo aver rimosso alberi, massi e
materassi misti a neve.
Sembra che alcuni ospiti siano riusciti ad andar via prima che la
slavina si abbattesse sulla struttura ma ancora non è chiaro quanti
siano riusciti a mettersi in salvo. Ieri, poco prima della tragedia,
la direzione dell’hotel aveva informato che “a causa delle condizioni
atmosferiche e delle forti nevicate, le linee telefoniche erano
interrotte“, invitando i clienti a contattare l’hotel all’indirizzo di
posta elettronica. “Aiuto aiuto stiamo morendo di freddo”: così una
coppia ospite dell’albergo ha scritto ai soccorritori con un sms.
Nel frattempo a Penne (Pescara) si lavora per allestire un punto di
raccolta per i parenti delle persone disperse sotto la valanga. Molti
dei familiari degli ospiti dell’albergo sono nella cittadina già da
ieri sera e il Comune si è occupato dell’assistenza. Il punto di
raccolta dovrebbe essere allestito nei pressi del Centro operativo
comunale, dove da ieri, su disposizione del Prefetto di Pescara, è
attivo il Posto di coordinamento avanzato per la gestione
dell’emergenza maltempo.
Il terremoto non si ferma
Critica la situazione anche nel resto dell’Abruzzo. Un uomo è morto
sotto un edificio crollato nel Teramano, mentre un altro risulta
disperso per una slavina nell’Aquilano. Proseguono intanto le scosse
di terremoto, dopo le quattro di magnitudo superiore a 5 registrate
ieri: dalla mezzanotte ne sono state registrate oltre 80 (considerando
solo quelle di magnitudo non inferiore a 2), tra cui due di magnitudo
3.5. A causa del maltempo risultano disalimentate 98mila utenze
elettriche in Abruzzo e 14 mila nelle Marche. Il problema sono ancora
le moltissime frazioni isolate dalla neve. Molte scuole sono chiuse
per effettuare sopralluoghi. E, secondo il monitoraggio della
Coldiretti, sono circa tremila le aziende agricole in difficoltà a
causa dei nuovi crolli, animali morti per il freddo e la difficoltà
per alimentarli.
Aumenta il rischio valanghe
Le abbondanti nevicate degli ultimi giorni, associate al vento forte,
insieme a quelle previste nelle prossime 24 ore, stanno determinando
in tutte le aree montane dell’Appennino centrale (Marche, Abruzzo,
Lazio e Molise), un aumento sempre più significativo del pericolo
valanghe attualmente sul grado “forte” 4 in aumento (il massimo è
Molto forte 5). Lo rende noto il Comando Unità Tutela Forestale,
Ambientale e Agroalimentare Carabinieri.
L’inchiesta
La Procura di Pescara, pm Andrea Papalia, ha aperto un fascicolo di
indagine per fare luce sulle eventuali responsabilità.L’ipotesi è
omicidio colposo. Le indagini relative alla tragedia di Rigopiano sono
affidate ai Carabinieri Forestali, i quali in queste ore stanno già
acquisendo documenti e testimonianze. Tra i documenti già a verbale
anche l’allerta valanghe emesso giorni fa dal Meteomont, cioè il
servizio nazionale prevenzione neve e valanghe, che indicava livello
4, il massimo è 5, di pericolo nella zona del Gran Sasso. Spetterà
alla Procura quindi valutare se il rischio emesso è stato rispettato o
valutato, se c’erano le condizioni per far emettere dalla Regione,
fino agli enti locali, le ordinanze di evacuazione nelle zone a
rischio. La Procura, oltre all’allarme valanghe, dovrà valutare se ci
sono state negligenze o colpe in relazione alla morte degli ospiti
dell’hotel alla luce delle cause del loro decesso. Nel caso di morte
per assideramento, per esempio, dovrà stabilire se i ritardi nei
soccorsi potevano essere o meno evitati; se era stato richiesto lo
sgombero della strada da parte dei proprietari della struttura, e da
qui se la tragedia è da imputare al mancato arrivo o ritardo degli
spazzaneve.
La vicenda degli abusi edilizi
L’hotel Rigopiano,nel 2008 era stato al centro di una inchiesta della
procura di Pescara con l’ipotesi di alcuni abusi edilizi nel corso
della sua ristrutturazione, che aveva visto amministratori locali alla
sbarra assieme agli ex proprietari. L’ipotesi dell’accusa era che in
cambio di favori, sette imputati avessero agevolato una sanatoria per
consentire all’albergo di superare problemi con l’occupazione di suolo
pubblico necessaria per ampliarsi. Il processo si è concluso
un’assoluzione “perché il fatto non sussiste” ma in ogni caso i fatti
erano già andati prescritti.