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Recensioni cinema e film | Persinsala.it Michele Parrinello
12 gennaio 2017
Biopic solido e atipico, si prende i suoi tempi e si serve della
vertiginosa ascesa di Ray Crok (interpretato da un Michael
Keaton perfetto) per gettare uno sguardo obliquo sull’ambizione
dell’uomo e sull’ingiustizia di un sistema che schiaccia i più
deboli sull’ara del profitto.
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1954. Ray Crok inventa soluzioni tecnologiche avanguardistiche
nell’ambito della ristorazione e va in giro per gli Stati Uniti cercando di
venderle a ristoranti e drive in. L’ultima sua idea, un frullatore in grado di
preparare fino a sei frappé contemporaneamente, non sta fruttando come
sperato, finché Ray non riceve un ordine di sei unità da parte di un piccolo
ristorante californiano.
Incuriosito, attraversa la Route 66 e trova l’efficientissimo locale dei fratelli
McDonald. Estasiato dalle sue potenzialità, propone loro di occuparsi dello
sviluppo del franchise, ma all’iniziale proficua collaborazione si sostituisce
presto un attrito sempre più marcato sulle linee d’investimento da seguire.
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The Founder è la storia di come il primo piccolo ristorante McDonald, a
conduzione familiare, sia diventato il capostipite di uno dei marchi più
importanti del panorama mondiale.
I fatti sono noti. A seconda di chi racconta la storia, Ray Crok è stato un
genio, uno spietato alligatore, un bastardo senza cuore, o un fine
investitore con un gran fiuto per gli affari e senza il timore di sporcarsi le
mani rimanendo nella zona indistinta al limitare del campo legislativo. La
pellicola quindi non vive della tensione e della curiosità di sapere come si
dipanerà la vicenda, quanto della raffigurazione dell’ignominia e delle
bassezze cui un uomo può arrivare per ottenere ciò che brama.
Michael Keaton dà vita a un giocatore d’azzardo che dietro un viso
amichevole e una loquacità ipnotizzante nasconde il più mefistofelico dei
ghigni. Un uomo per il quale, in un’inversione di punti di vista che è il
nucleo stesso della pellicola, si finisce per penare quando si trova in
difficoltà e gioire delle sue vittorie, senza comprendere (o voler vedere)
cosa sta macchinando. Quando infine il trucco si palesa è troppo tardi per
tornare indietro, perché nel frattempo lui ha già spazzolato tutto il denaro
dal tavolo.
The Founder è un film sulle oscure profondità dell’ambizione umana e su
come l’esplosione economica del secondo dopoguerra ha riscritto le regole
del libero mercato e dato il via alla deriva verso la massificazione, la
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quantità a discapito della qualità e la rapidità d’esecuzione che travalichi
la cura del dettaglio. Politiche, queste, che sarebbero diventate le uniche
possibili nei decenni immediatamente successivi.
La regia di John Lee Hancock è misurata, non invasiva, precisa e
totalmente al servizio della storia e dei suoi interpreti, ai quali lascia tutto
l’iniziale spazio per crescere, svilupparsi e trovare il proprio posto prima di
farli precipitare nel vortice di un finale sinistro e profetico.
The Founder si fonda sull’universo del fast food e dell’usa e getta (di
bicchieri e di cartoni alimentari, ma anche di persone spremute e non più
utili a puntellare le vertiginose vette della bramosia e della megalomania),
ma la sua eco rimane nello stomaco come un’unta porzione delle patatine
del famoso marchio di cui racconta la genesi. Il malessere che provoca
nello spettatore è però benefico, perché funzionale e necessario alla
catartica presa di coscienza che il mondo è fatto di squali, e solo quello più
furbo di essi sopravvive.
Titolo originale: The Founder
Nazionalità: Stati Uniti
Anno: 2016
Genere: Drammatico, Biografico
Durata: 115′
Regia: John Lee Hancock
Interpreti: Michael Keaton, Nick Offerman, John Carroll Lynch, Linda
Cardellini, Patrick Wilson, B.J.Novak, Laura Dern
Sceneggiatura: Robert D. Siegel
Produzione: Don Handfield, Karen Lunder, Jeremy Renner,
FilmNation Entertainment, The Combine
Distribuzione: Videa
Fotografia: John Schwartzman
Montaggio: Robert Frazen
Musiche: Carter Burwell
Nelle sale italiane da giorno 12 Gennaio 2017
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