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lunedì 09 gennaio 2017, 08:30
Gerusalemme: di nuovo vehicular terrorism in scena
Ecco perchè i camion sono raccomandati da ISIS: economici, facili da usare, non danno nell'occhio
di Redazione
Camion, morti, l’ombra dell’ISIS -per quanto fino ad ora quest’ultima non abbia rivendicato. Di nuovo. Questa volta a
Gerusalemme. Si parla di 'Vehicle Ramming' (speronamento/investimento veicolare) o 'Vehicular Assault' o, ancora,
'Vehicular Terrorism' (attacco o terrorismo veicolare): si tratta della tecnica di lanciare veicoli contro edifici e persone
adottata da gruppi terroristici, lupi solitari e criminali comuni. Come a Berlino il 19 dicembre, come a Nizza il 14 luglio scorso,
ieri a Gerusalemme un palestinese alla guida di un veicolo pesante ha investito un gruppo di soldati israeliani
che era appena sceso da un pullman durante un tour culturale della città santa: 4 morti, tre donne e un uomo, tutti
giovanissimi, e 15 feriti di cui tre in gravi condizioni. E' accaduto su una strada panoramica in prossimità
dell'insediamento di Armon Hanatziv, nella parte est della città, a maggioranza araba. Il palestinese è stato poi ucciso
dalla Polizia che ha subito confermato che si è trattato di un attacco terroristico e che l'aggressore era residente a
Gerusalemme est, nel quartiere di Jabal Mukaber, non lontano dal luogo dell'attacco. Dopo qualche ora il Premier Benjamin
Netanyahu ha fatto sapere che in base agli elementi raccolti, l'attentatore era un sostenitore dell'ISIS. Un
portavoce di Hamas, il movimento islamista al potere nella Striscia di Gaza, Abdul-Latif Qanou, citato dalla ‘Bbc’, ha
elogiato l'‘eroico’ attacco e ha chiesto ai palestinesi di ‘intensificare la resistenza’. Un altro portavoce, Hazzem Qassem,
ha detto che l'attacco dimostra che l'Intifada iniziata nell'ottobre 2015 «non è transitoria», ma è una «decisione di
ribellione del popolo palestinese finchè non otterrà la liberazione dall'occupazione israeliana». Il bilancio del Ministero degli
Affari Esteri israeliano parla di 169 attacchi dal 13 settembre 2015 a ieri. I media israeliani hanno riportato un comunicato
diffuso dal braccio militare di Hamas, le brigate Qassam, e in cui si dice che l'autore dell'attacco era stato rilasciato dalle
carceri israeliane. L'agenzia palestinese ‘Maan’ lo ha identificato come Fadi Ahmad Hamdan. Netanyahu ha detto che
l'azione potrebbe essere connessa con altre stragi compiute con un camion, in Francia e in Germania. I tir come ‘arma
mortale per i crociati’: accurate istruzioni per l'impiego dei camion nel compimento di attentati sono contenute nel
numero di novembre di ‘Rumiyah’, il magazine dell'ISIS. «Pochi comprendono la mortale capacità dei veicoli a motore di fare
un gran numero di vittime se usati nella maniera giusta, come dimostrato a Nizza dall'attacco lanciato dal fratello Mohamed
Lahouaiej Bouhel che ha ucciso 86 crociati ferendone altri 434», si legge, riferisce il portale ‘Analisidifesa.it’, sulla rivista
dell'organizzazione terroristica, diffusa in più lingue. I veicoli sono come coltelli estremamente facili da acquistare,
ma diversamente dai coltelli, non fanno sorgere sospetti perché diffusi in tutto il mondo. «Per questo sono uno dei
metodi più efficaci di attacco e offrono a chiunque sia in grado di guidarli la possibilità di provocare terrore»,
sottolinea ‘Rumiyah’, suggerendo anche i bersagli contro cui usare i camion: strade affollate, celebrazioni, mercati
all'aperto, festival, parate, raduni politici. Gli attentati di Nizza, Berlino e ora Gerusalemme compiuti utilizzando un
camion, «rappresentano l'evoluzione ed il ritorno di una tecnica sempreverde. I vantaggi del terrorismo veicolare
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/gerusalemme-di-nuovo-vehicular-terrorism-in-scena/
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risultano esser così numerosi -l'estrema disponibilità e semplicità d'impiego di veri e propri 'moltiplicatori di forza' in primis da aver fatto propendere sempre più per questa tipologia di attacchi», rileva ‘Analisidifesa.it’ in un approfondimento ospitato
online. «La tattica di lanciare veicoli contro edifici e persone adottata da gruppi terroristici, lupi solitari e criminali comuni
viene definita 'Vehicle Ramming' (speronamento/investimento veicolare) da cui 'Vehicular Assault' e 'Vehicular
Terrorism' (attacco o terrorismo veicolare)». A decenni di attacchi con armi da fuoco ed esplosivi «le forze di sicurezza
hanno risposto con misure e provvedimenti più o meno efficaci che ne hanno limitato l'accessibilità. Perciò, unitamente al
fatto di non richiedere un particolare addestramento, esperienze pregresse o contatti diretti con i gruppi leader della
galassia jihadista, la tattica del ramming non è mai passata di moda; anzi il trend previsto è quello di un sempre maggior
impiego». Tra i vantaggi che questa tecnica comporta, ‘Analisidifesa.it’ cita «la facilità d'emulazione, l'economicità, la
pochissima o quasi inesistente pianificazione, coordinazione e logistica necessaria, oltre alla quasi totale riduzione di
rischi legati al traffico, produzione ed approvvigionamento di materiali illegali. Inoltre i terroristi sono già dietro le 'linee
nemiche' e le 'armi' sono presenti e legalmente circolanti nel Paese. Il tutto con potenzialità paragonabili o superiori ad
auto/camion-bomba». Si tratta, viene rilevato, di una tattica che «pare essersi affinata ed il crescente protagonismo
acquisito dai lupi solitari o cellule indipendenti ha portato ad un considerevole miglioramento delle loro prestazioni». A poche
ore dall’attentato di Berlino, il Presidente di Conftraporto (Confcommercio), nonché e deputato di Forza Italia, Paolo Uggè,
aveva invocato misure volte a stringere le maglie dei controlli e alzare il livello dei requisiti di sicurezza per le
imprese dell'autotrasporto. «Abbiamo automezzi in giro che sono bombe viaggianti: trasportano prodotti chimici che, se si
rovesciano, possono creare problemi drammatici. Immaginiamo cosa può fare una autocisterna con 30mila litri di acido o di
gas. Può provocare una strage di dimensioni inimmaginabili». L'Austria ha chiesto che tutti i mezzi che arrivano sul suo
territorio che vengono da Paesi extra Ue debbano compilare un formulario una settimana prima. «Bisogna
applicare questo criterio a tutta Europa e per tutti i mezzi, anche quelli europei». In questo modo, è il
ragionamento, grazie alle telecamere già presenti sulle strade, saranno immediatamente intercettati i mezzi non
autorizzati. Sul formulario, spiegava Uggè, le aziende dovrebbero essere tenute a indicare il titolare dell'azienda, l'autista,
il percorso, il carico. I controlli a campione così potrebbero facilmente individuare situazioni anomale. Certo, «è impensabile
controllare tutti. Ma creare una rete di controlli sarebbe un deterrente, anche se questo non dà la certezza di evitare il
ripetersi di simili tragedie». «Ho provato ad avanzare questa proposta già un mese e mezzo fa dopo il ritrovamento casuale
di armi su un automezzo, ma non ho ottenuto risposta. Prevalgono le valutazioni di natura economica, ma se siamo di
fronte all'emergenza questa va affrontata. Bisogna affrontare la questione a livello europeo tenendo conto delle
esperienze di chi conosce il settore. In primis estendendo a tutti i mezzi le tecnologie che vengono già adottate: «Le
imprese che fanno trasporti internazionali sono molto strutturate e hanno strumenti per sapere dov'è il mezzo e quello
che succede nella cabina. Certo, c'è un problema di privacy con le telecamere, ma in questi momenti bisognerebbe
essere tutti più severi. Siamo in fase di guerra». Le grandi imprese dei trasporti hanno la possibilità di verificare dalla
centrale tutti i movimenti dei propri camion. La strada è quella di dare vita «a un sistema unico per interfacciare tutte le
informazioni». Nella stessa direzione, poi, va la riduzione del trasporto su gomma, politica che, secondo l'ex parlamentare,
recentemente sembra essere stata però abbandonata dall'Europa, che, anzi, pensa di introdurre i maxi Tir, automezzi di
portata superiore, un controsenso rispetto all'ambiente, alle emissioni, e ora anche rispetto alla sicurezza.
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