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PRIMO PIANO
Giovedì 5 Gennaio 2017
13
PERISCOPIO
COMMENTI
Grillo si scaglia contro le bufale online. Bravo, è importante fare autocritica.
Filippo Merli
Ognuno ha l’opposizione che si merita.
Claudio Cadei
Cos’era il partito dei contadini
In un’efficace rievocazione di Cesare Maffi, pubblicata ieri
da ItaliaOggi, sull’instabilità dei governi italiani, leggo che,
negli anni Cinquanta, si ricorreva al voto di singoli parlamentari «contadini» e di «Comunità». Chi erano?
Carlo Belforti
Risponde Cesare Maffi, autore dell’articolo: Il partito
dei contadini d’Italia, radicato nelle Langhe già prima del
fascismo, ottenne un deputato nel 1946 e nel ’48. Nel ’53, collegato con il partito monarchico, confermò il deputato (Alessandro Scotti) e spuntò pure un senatore (Giuseppe Bosia).
Comunità fu un movimento, culturale prima, politico poi,
fondato dall’industriale Adriano Olivetti, il quale ne risultò
l’unico eletto alla Camera nel ’58; dopo le sue dimissioni, nel
’59 gli successe il sociologo Franco Ferrarotti.
Nostalgie totalitarie
Nella nostra epoca di crisi della democrazia emergono pericolose
nostalgie dei regimi totalitari. Mein Kampf di Hitler ha venduto
in Germania 85 mila copie; da noi contro i mass-media falsificatori viene invocato un «Tribunale del popolo», vecchia invenzione
di Robespierre perfezionata da Stalin; e alcuni leader autoritari
si sentono padroni e guru del loro popolo politico, nel solco di
quello che scriveva il giurista Carl Schmitt, appena Adolph andò
al potere: «Il Capo è il garante del diritto, dato che decide lo
stato eccezionale» (Der Führer schützt das Recht, 1934). Ricordi
lugubri, senza dubbio, ma almeno quei dittatori non lo facevano
in nome della democrazia diretta e della sovranità popolare.
Gianfranco Morra
Poco reddito, molti appartamenti
È vero che i lavoratori dipendenti sono strozzati dal fisco fino
all’ultimo cent mentre (come si apprende dal Diritto & rovescio di ieri) il sindaco di Abano Terme che, al massimo, aveva
dichiarato un reddito di 5 mila euro lordi al mese, ha potuto
acquistarsi ben 12 appartamenti che il fisco non considerava
indizio di un reddito ben più alto e che sono emersi solo perché
la magistratura l’ha scoperto con le mani nel sacco del suo Comune. Anche le pmi però non scherzano quanto a strizzatura
fiscale. Dall’inizio crisi sono state chiuse 700 mila attività micro
imprenditoriali. E pensare che Renzi dichiarava che le cose
vanno meglio, perché nel 2016 ne sono scomparse meno che
negli anni trascorsi. E tte credo: ormai per la maggior parte
sono defunte.
Piera Graffer
Sono uno che come Grillo…
Grillo dimostra sempre di più la sua totale ignoranza di cosa
sia la democrazia e la sua assoluta tendenza verso un regime
dittatoriale. Solo uno che nemmeno conosce la storia può
parlare di «tribunali del popolo» come di uno strumento di potere democratico. E solo uno che non concepisce la libertà di
pensiero e di parola, può attaccare un’intera categoria come
«fabbricatori di menzogne». E solo uno che nemmeno conosce
l’italiano può usare fabbricatori al posto di fabbricanti. E solo
uno che non ha il senso del pudore può rimangiarsi le sue tesi
giustizialiste, invocate e applicate fino a ieri, per diventare un
maleolente «garantista».La maggioranza dei favorevoli alla
revisione che ufficialmente dichiara che chi è indagato non
è, solo per questo, un sicuro malfattoren, è bulgara: 96%. Ma
il gregge votante, quello guidato, ipnotizzato e ammaestrato
sotto l’etichetta 5stelle, si è ridotto della metà rispetto al
comjnque poco cospicuo numero di accaniti sostenitori della
democrazia diretta su base web. Buon segno.
Serena Gana Cavallo
Le Figaro sempre più italiano
Ormai per le indiscrezioni italiane Le Figaro batte tutti. Il
Corriere della Sera, ad esempio, cita lo scoop di Le Figaro sulla
cordata italiana formata da storici azionisti del Biscione, contro la scalata di Vivendi su Mediaset. ma sono tante le notizie
transitate nell’ultimo anno in anteprima sul giornale francese,
anche nell’edizione on-line: una tra tutte, l’opa amichevole di
Campari su Grand Marnier. Un attivismo fatto anche a colpi
di interviste: l’altro giorno, chi si è preso la briga di intervistare il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi sul
tema dell’Erasmus, in vista dei 30 anni dell’invenzione che
ha permesso ai giovani studenti di viaggiare nel continente?
Le Figaro, ovviamente.
Pierre de Nolac
DI
PAOLO SIEPI
La mia prima relazione l’ho
avuta
a sedici anni. Ricordo che
a
lei
l aveva gli occhi azzurri. Paolo
o Gentiloni. Un giorno da
pecora.
Radio Rai1.
p
Non ho potuto sempre dire tutto quello che
volevo, ma non ho mai scritto quello che non
pensavo. Indro Montanelli.
Era figlia del suo collega Carlo Laurenzi che,
all’inizio, non la prese bene. Poi, quando seppe che Laura aspettava un bambino, disse:
«Speriamo che sia femmina». Era femmina.
Ora lavora a Londra, alla Bbc. Abbiamo anche un maschio. Non entrai poi a Repubblica
credo per il parere negativo dell’allora moglie
di Scalfari: Simonetta De Benedetti, la figlia
di Giulio. Non mi aveva perdonato lo scontro
con il padre. Donna di valore, peraltro. Curiosa, volitiva. Piena di humour. Enzo Bettiza,
giornalista. ( Aldo Cazzullo). Corsera.
Ho paura. È inutile negarlo: la paura di chi
lancia la prima molotov al tiranno. Walter
Siti, Exit strategy. Rizzoli.
Mi sento fino in fondo Pupi
Avati
quando riesco a preservaA
re
r il ragazzetto che sono stato.
Ci
L’esperienza è il software degli uomini.
C provo da una vita intera. Anche
Philippe Bouvard, Journal drôle et imc con il cinema. Non essermi
pertinent. J’ai lu, 1997.
ffatti
tti carico
i di tutti i dolori e i mali del mondo, non aver scelto una bandiera, non aver
La scuola mi annoiava e sono stato un pes- indicato con il dito il male assoluto e il bene
simo studente. Tutti coloro che si occupano sommo, qualche prezzo me l’ha fatto pagare.
di insegnamento dovrebbero continuamente E dall’altra parte, mi ha avvantaggiato. La
ricordare l’antico motto latino ludendo docere, mia modesta identità è rimasta assolutamencioè «insegnare divertendo». Piero Angela, te incontaminata. Fisicamente sono molto indivulgatore televisivo (Severino Salve- vecchiato, ma per il resto sono quel che ero
molti anni fa. Pupi Avati (Malcolm Pagani
mini). Sette.
e Fabrizio Corallo). Il Fatto.
L’eterno problema della sinistra. Pensare
Franco Fortini era coltissimo, vanaglorioche senza i voucher tutti avrebbero un posto
di lavoro sicuro. La politica come bacchetta so, sospettoso, maldicente, anche divertenmagica. Alberto Mingardi, Istituto Bruno te per tante sue ubbie. In realtà un uomo
insopportabile. Ricordo che una volta gli ho
Leoni.
proposto la prefazione, sempre per i grandi
libri Garzanti, di un romanzo di Solgenitsyn
In un mio racconto c’è un
appena tradotto dalla Olsufieva (che viveva
personaggio che va nelle chiese
a Firenze), Divisione Cancro. Lui sospettò
e circumnaviga i confessionali
un tiro mancino politico e al telefono inveì
per sentire i peccati degli altri.
contro la mia ipocrisia. Non ho mai capito
Una volta sente una donna dire
al prete: «Padre, ho detto a mio marito
arito che l’ho però in che cosa sarebbe consistito questo
tradito, ma non era vero. Ora non mi crede tiro mancino. Una volta mi disse che solo al
e soffre». Sembra la prima scena di un film. cattivo gusto di fiorentini, come Baldacci e
Paolo Sorrentino, regista (Antonio D’Or- me, si deve la fama immeritata di un pessimo
scrittore come Tozzi. Piero Gelli già edirico). Sette.
tor Garzanti, Einaudi e Rizzoli (Antonio
Corrado Augias ha una vasta e solida fami- Gnoli). la Repubblica.
glia, ben piazzata nel mondo dei media che
Dio, che sconcia cosa è il temè l’habitat degli Augias. La moglie è Daniela
Pasti, che fu cronista di Repubblica. La figlia, po, misurato sul viso di una
Natalia, è giornalista di lungo corso al Tg1. donna. Mario aveva lasciato,
Il genero (marito di Natalia) è Pietro Suber, trent’anni prima, una creatura
in forze al Tg5 della berlusconiana Mediaset, ancora bella, una diva ammiracompama orgogliosamente anti Cav e piantagra- ta, anche se malata di nervi; ora
ra gli compa
ne. Forse per questa iper presenza televisiva riva davanti una signora anziana, il seno e i
di un unico nucleo familiare, l’impertinente fianchi sformati, i denti appannati, la fronte
massmediologo del Corsera, Aldo Grasso, solcata da rughe parallele. I capelli erano
prende spesso di mira il patriarca. Mirando trascurati. Cribbio, pensò Mario, baciandola
all’intera schiatta augiasiana, ha così lapida- sulle guance sudaticce, è costei la diva dei
to il quartetto: «Gli Augias (ce ne sono tanti) telefoni bianchi, la moglie dei piloti eroici, la
sono gli idoli del ceto medio riflessivo, soddi- studentessa seducente che usava la lavanda
sfatti di apparire credendosi un’apparizione». come segnalibro? Nantas Salvalaggio, Il
salotto rosso. Mondadori.
Giancarlo Perna. La Verità.
Troppi romani già sicuri che
Roma
sia «caput mundi» (l’ex
R
vicesindaco
Mauro Cutrufo si
v
spinse
a dire che da sola «ha il
s
30-40%
dei beni culturali del
3
mondo»:
mondo : bum!)
bum! han visto la conferma di una
loro convinzione: «Sempre qua devono veni’».
E, se i turisti di tutto il pianeta «devono» venire a Roma, sono i romani a fare loro una gran
gentilezza accettando di farsi pagare per farli
dormire in alberghi che sono talvolta delle
topaie, dare loro da mangiare spesso male
a cifre folli, scorrazzarli col taxi (tirando a
volte pacchi terrificanti: «tassametro rotto,
broken…»), fornire loro tre tiramisù e tre
cappuccini per 72 euro come un bar di via
Cavour... Su tutti, svetta il caso della trattoria
Passetto vicino a piazza Navona, chiusa dopo
avere rifilato a due fidanzati giapponesi un
conto di 695 euro di cui 115,50 di «mancia»,
che i due non si erano mai sognati di autorizzare. Sergio Rizzo e Antonio Stella.
Corsera.
Il mio rapporto con Eugenio Scalfari è
ottimo. Mi propose di andare a Repubblica.
Visitai con lui la redazione deserta in un giorno di sciopero. C’era una sola giornalista, di
passaggio: Laura Laurenzi. Ora è mia moglie.
Per primo, Orfei, vide arrivare, nel 1898,
nel centro di Milano, i carabinieri. Forse non
avevano ancora ricevuto ordini drastici e si
accontentarono di esortare i dimostranti a
sciogliersi, minacciandoli con i calci dei fucili. Gli operai,specialmente le donne dall’alto
del tram, cominciarono a vituperari. Una
vecchia dalla voce bianchissima, come una
nenia da chiesa, fece un lungo a solo chiamando i militari «Facc de palta», approvata da risate e applausi. Partì qualche colpo
sparato in aria e volarono i primi sassi mal
diretti. Improvvisamente, dall’alto, piovvero
sui tutori dell’ordine delle tegole abbastanza
fitte: provenivano dal vicino palazzo Saporiti,
e parecchie andarono a segno. Fu aperto il
fuoco in direzione delle grondaie di quel Palazzo. Luigi Santucci, Orfeo in Paradiso.
Mondadori, 1964.
«Pronto? Potrebbe passarmi il signor Bianchini?». «E chi gliela fa! Pesa 105 chili!». Bramieri, Barzellette. De Vecchi editore.
1977.
1
Le virtù mi hanno fatto soffrirre più dei vizi. Roberto Gervasso. Il Messaggero.
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