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Venerdì 6 Gennaio 2017
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Gentiloni: No a equazioni tra migrazioni e radicalismo islamico. Minniti: pronti i nuovi Cie
Terrorismo, rischio carceri e web
Turchia, attentato a Smirne: 4 morti. Elezioni, Renzi accelera
DI
GIAMPIERO DI SANTO
C
arceri e Web sono i
luoghi di coltura ideali per il terrorismo
hjihadista. E anche
se in Italia il fenomeno non è
così diffuso come altrove, per il
presidente del consiglio Paolo Gentiloni e per il ministro
dell’Interno, Marco Minniti,
è chiaro che il radicalismo
islamico trova terreni fertili
proprio nelle prigioni e in rete.
Come ha dimostrato uno studio della Commissione sul fenomeno della radicalizzazione
e dell’estremismo jihadista coordinata da Lorenzo Vidino,
esperto di terrorismo islamico
e violenza politica. I contenuti del rapporto, illustrato da
Vidino a Gentiloni e a Miniti,
sono stati resi noti proprio
in uno dei giorni di massima
polemica nei confronti dei
Centri di identificazione ed
espulsione che il governo
vuole rimettere in funzione sotto nuove forme e che
come ha spiegato Minniti
«saranno diversi da quelli
del passato, perché non si
occuperanno dell’accoglienza», ma soltanto delle espulsioni. In sostanza, Minniti
ha spiegato che si tratterà
di una ventina di centri,
uno in ogni regione, con un
massimo di 100 ospiti in attesa di espulsione per struttura, per un numero medio
di 1.500-1.600 persone in
tutta Italia». Del progetto
si parlerà nella Conferenza
Stato Regioni del 19 gennaio. Insomma, niente a
vedere con i Centri attuali,
ormai falliti completamente nei loro obiettivi secondo
la commissione dei diritti
umani. Certo è che l’equazione tra migranti e terrorismo, secondo quanto ha
detto Gentiloni, va respinta:
«La necessità di vigilare sulla
potenzialità che i fenomeni
migratori che interessano anche il nostro paese alimentino
la minaccia del terrorismo non
autorizza a equazioni improprie tra femoneni migratori e
minaccia terroristica, ha detto
il premier. ««Sappiamo bene
che la vigilanza deve essere
massima per il rischio che
queste minacce si ripropongano: c’è bisogno di prevenzione
e di politiche migratorie sempre più efficaci che coniughino la grandissima attitudine
umanitaria del nostro paese e
la capacità di avere politiche
di rigore ed efficacia. Questa è
la bussola del governo». Certo
è che per ora, almeno secondo
il rapporto consegnato a palazzo Chigi, l’allarme in Italia suona con minore intesità
che altrove: «In Italia ci sono
meno persone radicalizzate e
meno foreign fighters rispetto
ad altri paesi dell’Occidente»,
ha sottolineato Gentiloni. «C’è
una specificità nel nostro pae-
se per certi versi più rassicurante in termini di dimensioni
numeriche per via anche del
periodo da quando sono cominciati alcuni flussi, alcuni
percorsi di radicalizzazione: il
fatto di avere un numero minore di persone radicalizzate
o di foreign fighters non deve
comunque indurci a sottovalutare il fenomeno. Resta la
necessità di capirlo». A testimonianza del fatto che in ogni
caso la preoccupazione c’è ed
è forte, anche il vertice di ieri
mattina a palazzo Chigi, dove
Gentiloni ha convocato i ministri degli Esteri, Angelino
Alfano, dell’Interno, Marco
Minniti, della Difesa, Roberta Pinotti per un esame della
situazione sul fronte della sicurezza, dell’immigrazione e
degli eventi che si succedono
in Libia. Alla riunione erano
presenti anche il segretario
protettiva. Il web è il punto sul
quale l’Isis può far crescere la
sua capacità asimmetrica», ha
aggiunto Minniti ha detto che
questo «problema che riguarda
il web non può essere limitato
solo a un paese» e ha auspicato
«una cooperazione molto forte
tra i governi e i grandi provider, è l’orizzonte futuro, a maggior ragione se noi ci troviamo
di fronte a una situazione in
cui lo Stato islamico appare
in difensiva sempre di più sul
fronte militare». Il ministro ha
aggiunto che «bisogna lavorare
alla deradicalizzazione dei foreign fighters, un processo da
affidata a esperti che sappiano
tenere insieme più aspetti, medico, assistenziale, sociologico»
e ha annunciato che sul tema
dell’immigrazione presenterà «una proposta organica e
complessiva al parlamento
italiano, come giusto che sia».
Ma che senso ha sui Cie dare
ragione alla destra, dopo che
in gran parte erano già stati
chiusi perché non solo violano
i più semplici diritti umani ma
sono anche inefficaci? Misteri
della politica e di una strana
vocazione al suicidio che la sinistra mostra già da tempo»
Paolo Sisto, ha avvertito l’ex
premier. «Ci aspettiamo che il
Pd abbandoni gli atteggiamenti oltranzisti sul Mattarellum,
la sindrome da capoclasse e
l’ansia da prestazione, per dar
vita a un confronto ponderato
e proficuo. per una legge ampiamente condivisa».
In Turchia il terrore va
ancora in onda. Attacco
a Smirne fa 4 morti. Forse
sono stati i curdi del Pkk
Muore Tullio De Mauro,
gigante della linguistica
Massima attenzione e prevenzione evidentemente non
funzionano in Turchia, dove
dopo l’attentato di Capodanno
alla discoteca Reina di Istanbul con 39 morti e decine di
feriti, ieri un poliziotto e un impiegato del tribunale sono rimasti uccisi a Smirne durante
l’esplosione di due autobomba
davanti al Palazzo di Giustizia,
e nel successivo scontro
a fuoco tra terroristi e
polizia. Due attentatori
sono stati uccisi, il terzo è ancora in fuga. Ma
due sospetti sono stati
arrestati. I feriti sono
dieci, tra questi alcuni
agenti. Secondo il governatore della provincia,
Erol Ayyildiz, dietro
l’attentato ci sarebbero
gli indipendentisti del
Pkk.
Legge elettorale, il Pd
tenta di accelerare.
Ma Fi frena
Vignetta di Claudio Cadei
generale della Farnesina,
Eliabetta Belloni, il capo di
Stato maggiore della Difesa,
Claudio Graziano, il direttore del Dis, Alessandro Pansa,
e il capo della Polizia, Franco
Gabrielli. Subito dopo il vertice, appunto, la riunione con
la commissione di studio. E la
dichiarazione di Gentiloni sulla necessità di politiche che coniughino la massima vigilanza,
la prevenzione e l’accoglienza.
«Il governo è impegnato su politiche migratorie sempre più
efficaci che devono coniugare la grandissima attitudine
umanitaria e di accoglienza
che ci caratterizza e che ci
caratterizzerà a «politiche di
rigore ed efficacia nei rimpatri». Minniti ha poi spiegato
che «il fenomeno della radicalizzazione è per sua natura in
evoluzione perché le sue forme
cambiano in modo molto significativo e in tempi molto rapidi.
Abbiamo di fronte un fenomeno che io chiamo il ‘malware
del terrore’, di fronte al quale
dobbiamo costruire una rete
Minniti ha anche contestato
che l’Italia sia «la porta girevole del terrorismo» e ha precisato che «il nostro è un sistema che funziona, ma che può
certamente essere migliorato.
Negli ultimi due anni abbiamo
espulso dal Paese 133 persone
preventivamente per terrorismo. Anche per quanto riguarda la protezione della costiera
adriatica e della Puglia c’è
massima attenzione e prevenzione». Certo è che i piani del
governo sui Cie non piacciono
al M5S, a Sinistra Italiana, a
Forza Italia e al governatore
della Toscana Enrico Rossi,
che ha scritto su Facebook una
lettera aperta a Minniti: una
letttera - «Quando si tira la
volata alla destra si dimentica
che poi la gente preferisce sempre gli originali», ha sottolineato a proposito delle esplulsioni.
«Il problema dell’immigrazione
è importante e decisivo per il
futuro economico sociale, per
la sicurezza e per la politica
nel nostro paese. Bene quindi
affrontarlo e volerlo risolvere.
Il segretario del Pd
Matteo Renzi tornerà a Roma la prossima
settimana per aprire un
confronto ampio sulla
legge elettorale. Anche
con eventuali incontri
al Nazareno per cercare una convergenza
su un testo da depositare in
parlamento. L’ex premier è intenzionato a accelerare i tempi
per raggiungere l’obiettivo già
dichiarato di andare alle urne
nel mese di giugno.Il passaggio decisivo sarà il 24 gennaio,
con il pronunciamento della
Corte Costituzionale, ma uno
dei compromessi sul quale
convergere potrebbe essere
il Consultellum, turno unico
proporzionale con un premio
non alto di maggioranza. Al
momento la posizione del Pd
è quella del Mattarellum, ma
l’ipotesi di una mano tesa a
Berlusconi su un sistema di
voto non sgradito a Fì resta
plausibile. sul tavolo. Se però
non fosse possibile raggiungere l’intesa auspicata dal
presidente della Repubblica
Sergio Mattarella, Renzi potrebbe riunire la direzione del
Pd, illustrare l’impossibilità di
raggiungere l’intera e far votare una mozione che chieda al
presidente della repubblica di
considerare finita la legislatura. Ma Fi, tramite Francesco
È morto Tullio De Mauro. Linguista, docente universitario, saggista, aveva 84
anni. Ha introdotto in Italia
gli studi linguistici. Docente
di Filosofia del linguaggio alla
Sapienza di Roma, è stato poi
ordinario di Linguistica generale presso la stessa università. Dal 2000 al 2001 è stato
ministro della Pubblica Istruzione nel governo Amato..
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