Il censimento del personale degli Enti locali: numeri che devono fare

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PERSONALE
Il censimento del personale degli Enti locali: numeri che devono fare riflettere
Vengono esaminati i dati forniti dal censimento del personale degli enti locali e resi noti dal
Ministero dell'Interno.
Marcata diminuzione del numero dei dipendenti degli enti locali, in particolare di quelli in servizio
a tempo indeterminato, ripresa delle progressioni orizzontali e calo di poco meno del 30% delle
risorse destinate alla produttività: sono questi gli elementi di maggiore rilievo che caratterizzano la
condizione del personale degli enti locali nell'anno 2015 per come rilevato dal "Censimento
generale del personale in servizio presso gli enti locali", i cui dati sono stati resi noti nei giorni
scorsi dal Ministero dell'Interno.
Va ricordato che le informazioni per il Censimento del personale degli enti locali sono acquisite
con il conto annuale del personale delle amministrazioni pubbliche; tale rilevazione viene
effettuata annualmente dalla Ragioneria Generale dello Stato.
Questi dati devono fare riflettere il legislatore perché si deve avere chiaro che le scelte fin qui
compiute stanno incidendo in profondità sulla organizzazione delle amministrazioni locali: con una
battuta si può dire che a furia di grattare si sta toccando il fondo e che si rischia di determinare
contraccolpi pesantemente negativi per l'attività delle amministrazionilocali .
Il primo dato da mettere in evidenza è la diminuzione del numero dei dipendenti a tempo
indeterminato: nel 2014 erano in servizio negli enti locali 440.284 dipendenti ed alla fine del 2015
erano 422.168, per cui, si registra un calo di 18.116 unità, pari in valore percentuale al 4,11%.
Come si vede un dato molto significativo, che è stato determinato in buona parte dalla
destinazione delle capacità assunzionali del 2015 e del 2016 all'assorbimento del personale in
sovrannumero degli enti di area vasta, oltre che dalla contrazione delle capacità assunzionali.
Ancora maggiore, in valore percentuale, la diminuzione dei dirigenti a tempo indeterminato: da
5.479 del 2014 si è passati a 5.083 del 2015, con una diminuzione in valore assoluto di 396
dirigenti ed in valore percentuale del 7,2%.
E' strettamente connesso anche il drastico calo della incidenza della spesa del personale sulla
spesa corrente: dal 31,8% del 2014 si è infatti passati al 23,8% del 2015.
In un solo anno una diminuzione di incidenza dell'8%, un dato ancora più significativo se si tiene
conto della progressiva diminuzione della spesa corrente.
Nel 2015 si è avuta una forte riduzione delle assunzioni per concorso pubblico: 1.972 unità rispetto
a 2.436 del 2014; praticamente, non si sono avute stabilizzazioni (appena 14 ex LSU).
Emerge inoltre la diminuzione ulteriore del numero delle collaborazioni coordinate e continuative;
da 4.640 contratti con 4.067 soggetti del 2014 si è passati a 3.589 contratti con 3.714 soggetti del
2015.
Va sottolineato che anche negli anni precedenti si era registrato un significativo calo e che, dal 1°
gennaio 2017, non sarà più possibile conferire nuovi incarichi di Co.Co.Co o prorogare/rinnovare
quelli esistenti.
Quanto alla mobilità volontaria, tale istituto ha interessato nel 2015 un numero di 3.248 unità in
entrata e di 5.564 in uscita, a fronte di 4.031 unità in entrata e 4.510 in uscita nel 2014; come si
vede un fenomeno in calo in entrata ed in aumento in uscita.
Un secondo dato di grande rilievo è la ripresa delle progressioni orizzontali.
Nel corso del 2015 se ne sono registrate per 10.702 dipendenti, rispetto ai 2.152 del 2014; quindi,
in valore percentuale, circa solo il 2.5% dei dipendenti in servizio a tempo determinato nel 2015 ne
ha goduto.
Un dato non rilevante in valore assoluto, ma che lo diventa se viene messo in relazione alle ridotte
risorse disponibili nei fondi per la contrattazione decentrata.
Il terzo elemento di grande rilievo è che nel 2015 per la produttività individuale sono stati spesi
120.818.561,00 euro a fronte di 164.234.224,00 euro del 2014. Per la produttività collettiva nel
2015 sono stati spesi euro 128.875.205,00 euro a fronte di 183.814.489,00 euro del 2014.
Quindi una diminuzione in valore assoluto di 47.415,663 euro per la produttività individuale e di
54.939.284 euro per la produttività collettiva; in valore percentuale, il calo di risorse per la
produttività individuale è stato pari al 28,8% e per la produttività collettiva del 29,9%.
Questi dati mettono in evidenza la assoluta necessità di ripensare le scelte fin qui effettuate sulle
assunzioni di personale e sulla contrattazione collettiva.
Per le prime, tranne che non si voglia obbligare i Comuni alla limitazione delle proprie attività,
occorre passare dalla politica del blocco indiscriminato a quella di limitazioni più flessibili,
limitazioni che devono tenere conto da un lato del numero di dipendenti in servizio rispetto alla
popolazione ed alla spesa corrente e dall'altro delle professionalità di cui le amministrazioni hanno
bisogno, professionalità che si concentrano in termini generali soprattutto su professionalità e
competenze elevate.
Per la contrattazione collettiva occorre prendere atto che la contrazione delle risorse sta
determinando la riduzione delle risorse disponibili per le performance e per la meritocrazia,
andando in direzione esattamente opposta rispetto alla scelta del D.Lgs. n. 150/2009 di riservare la
quota maggiore della incentivazione del personale alla remunerazione delle performance.
Fonte: Personale enti locali del 31/12/2016
Autore: Arturo Bianco
Vedi allegato Censimento personale Enti locali - Anno 2015