SOLE 24_Parte1

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Transcript SOLE 24_Parte1

€ 1,50 *
In Italia
Mercoledì
4 Gennaio 2017
Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003
conv. L. 46/2004, art.1, c. 1, DCB Milano
EFFETTO TRUMP / 1
L’agenda
del G20
e l’incognita
americana
di Luca Ricolfi
di Domenico Lombardi
C
L
he il 2016 sia stato, per il
mondo occidentale, un
anno di svolta decisivo
l’abbiamo capito un po’ tutti
dopo la duplice onda d’urto populista della Brexit nel Regno
Unito (giugno) e dell’elezione
di Trump negli Stati Uniti
d’America (novembre), due
eventi che hanno finito per
oscurarne altri due di segno simile, ma accaduti dopo, in due
paesi meno cruciali: il 4 dicembre l’Austria consegnava quasi
la metà dei consensi a Norbert
Hofer, candidato alla presidenza della Repubblica per la destra
nazionalista e anti-immigrati; e
nello stesso giorno, in Italia, le forze ostili alla riforma istituzionale,
egemonizzate dalle
formazioni più populiste del sistema politico italiano, riportavano una clamorosa vittoria elettorale.
Quel che forse non è altrettanto chiaro, invece, è che, in
Europa, non dovremo attendere più di qualche mese, in questo 2017 appena iniziato, per
saggiare le prime conseguenze
della svolta. Una imperscrutabile congiunzione astrale dei
pianeti della politica, infatti, fa
sì che i mesi centrali del 2017 siano affollati da una sequenza
di appuntamenti elettorali
quanto mai significativi per
valutare la forza e la tenuta dell’onda populista.
A marzo si voterà in Olanda,
dove il governo di grande coalizione di Mark Rutte rischia di
essere travolto da una vittoria
del Partito della libertà di Geert
Wilders, una formazione populista anti-islamica e anti-europea. Il suo leader ha di recente
subìto un processo per le sue
idee anti-immigrati, rimediando una assoluzione (per istigazione all’odio razziale) e una
condanna (per istigazione alla
discriminazione), ma il partito
è in grande ascesa nei sondaggi,
difficile dire se grazie o nonostante il processo intentato a
Wilders da migliaia di membri
delle comunità musulmane. In
caso di vittoria Wilders promette una linea più dura sull’immigrazione e un referendum sulla permanenza dell’Olanda nell’area euro.
A
nche nel giorno in cui si è insediato con solennità il
nuovo Congresso a maggioranza repubblicana,
Trump ha voluto giocare da protagonista: ha litigato con
la base repubblicana, ha attaccato la General Motors e
ha incassato un “favore” dalla Ford: certi investimenti
messicani si faranno in America! Continua u pagina 15
Con l’attentato
di Istanbul
finisce il sogno
neo-ottomano
di Vittorio Emanuele Parsi
L’
ultimo attentato di
Istanbul ha fornito lo
spettacolo di una Turchia
letteralmente alla mercé dei
suoi nemici, interni ed
esterni; indifesa, incapace di
proteggere se stessa.
Basilea 4, slittano le regole
sul capitale delle banche
Draghi: «Continueremo a lavorare per finalizzare le riforme»
e recenti, discusse nomine
nel campo degli affari esteri, della difesa e della sicurezza nazionale, le prime sortite,
altrettanto discusse, di Donald
Trump nel campo minato degli
affari internazionali inducono a
chiedersi quale sarà la postura
della sua presidenza rispetto alla
governance dell’economia mondiale. Del resto, la stessa domanda se la sono posta le varie delegazioni nazionali, inclusa quella
americana, convenute di recente a Berlino per inaugurare la
presidenza tedesca del G20.
Dalla sua elevazione
nel 2009 a forum per i
leader delle economie sistemiche, il
G20 si è focalizzato su due macro
aree di lavoro: le
politiche di crescita
per l’economia mondiale e la governance del
sistema finanziario internazionale. Sulla prima, i risultati sono stati modesti negli anni recenti ma, in prospettiva, è dove si potranno registrare maggiori convergenze o minori frizioni. Sulla
seconda, si è registrata una maggiore efficacia, tuttavia è l’area
dove si potrà verificare lo stallo.
Ma procediamo con ordine.
Come ha affermato il segretario nominato al Tesoro Steven
Mnuchin, l’obiettivo è di arrivare a una crescita del 3-4 per cento
per l’economia americana. Anche se eccessivamente ambiziosa, gli analisti concordano, in
ogni caso, su una performance di
crescita generalmente più elevata dei livelli attuali. Un ruolo
potenzialmente importante
avranno gli investimenti infrastrutturali che la nuova amministrazione si propone di effettuare incentivandone il finanziamento soprattutto da parte del
settore privato, forse anche con
la creazione di una nuova banca
delle infrastrutture.
L’esigenza di maggiori investimenti nell’economia mondiale come strumento di sostegno alla domanda aggregata, di
espansione dell’offerta e di riforma strutturale politicamente
fattibile è stata da tempo sostenuta dal G20, appoggiata dall’amministrazione uscente, ma
contrastata dalla Germania e,
infine, arenatasi per l’assenza di
una vera e propria iniziativa
programmatica.
Continua u pagina 14
CACCIA AL KILLER
di Mario Platero
Manca l’accordo tra Usa e Ue, rinviato l’incontro - Titoli bancari in crescita: tempi più lunghi per gli aumenti
Il 2017
sarà l’anno
dei populismi
in Europa?
pRinviato a data da desti-
FTSE Mib
A
0,04
-5,60
19573,48
L
variaz. %
var. % ann.
pStabili le Borse europee (Mi- La discesa dell’euro
lano +0,04%), l’euro scivola a
1,0339 dollari (minimo dal 2002)
poi risale sopra 1,04. In Germania
l’inflazioneboom(+1,7%adicembre)innescalevenditesuititolidi
Stato. Servizi e analisiu pagina 5
1,050
1,045
Minimo
1,0339
La battaglia
finale tedesca
(ed europea)
contro gli Usa
Colombo, Stafile e Venanzi
u pagine 28 e 29
PANORAMA
Brexit, si dimette l’ambasciatore
britannico all’Unione europea
Doveva trattare l’uscita di Londra
L’ambasciatore britannico a Bruxelles ha rassegnato le dimissioni a pochi mesi dall’inizio dei negoziati sulla Brexit. Sir Ivan Rogers, che avrebbe svolto un ruolo cruciale nelle trattative per
l’uscita di Londra dalla Ue, ha lasciato il suo posto per via di tensioni con Downing Street.
u pagina 11
Ha pagato per il suo «realismo»
Leonardo Maisano u pagina 11
Grillo: «Giuria popolare per stampa e tv»
Bufera sul leader M5S. Ok al codice etico
Il codice etico del M5s passa con il 91% dei 41mila voti espressi sul
blog. Ma da Grillo arriva un attacco all’informazione con la proposta di una «giuria popolare contro le balle di stampa e tv» che bolla
come «fabbricatori di notizie false».
u pagina 13
FIUTO POLITICO & DERIVE PERICOLOSE
di Alessandro Graziani
L’
Europa delle banche, a
guida tedesca, segna un
improvviso colpo (provvisorio) a proprio favore nella
battaglia apparentemente
già quasi persa sulle regole
del credito contro i colossi
americani, approfittando
della temporanea «vacatio»
di poteri negli Usa in attesa
che si insedi l'amministrazione di Donald Trump. E'
questo il senso politico della
decisione di ieri del Comitato di Basilea di rinviare a
data da destinarsi l'approvazione delle nuove regole per
la revisione dei modelli
interni di rating.
Continua u pagina 2
Trovate bislacche, materiali sensibili
di Paolo Pombeni
F
orse è eccessivo scomodare
la libertà di stampa e tanto
meno porre subito questioni di
democrazia per commentare la
trovata bislacca di Beppe Grillo
di formare giurie popolari per
mettere sotto esame stampa e tg
e far denunciare le “falsità” che a
suo dire le infarciscono.
Continua u pagina 13
Rai: bocciato il piano per le news, si dimette Verdelli
Non passa il piano del direttore editoriale Verdelli sull’informazione Rai. Criticato, tra l’altro, il trasferimento del Tg2 a Milano.Verdelli dopo la decisione del Cda si è dimesso.
u pagina 12
Rivolta nel centro migranti. Pronto piano del Viminale
Un centinaio di migranti verrà trasferito da Cona in provincia di
Venezia a strutture dell’Emilia-Romagna. Nel centro si era verificata una rivolta in seguito alla morte di una giovane.
u pagina 12
1,040
DOPO I TAGLI DELL’OPEC
Petrolio, in vista
un trend di rialzi
1,042
1,038
di Davide Tabarelli u pagina 5
47 MILIARDI DI INTERESSI
1,034
Il 2017 anno pesante
per i bond italiani
1,030
9:00
di Isabella Bufacchi u pagina 4
3/12/2017
20:20
SCENARI - I CONFINI DEL NUOVO MERCATO GLOBALE
Media-Tlc e le leggi da riscrivere
di Andrea Biondi
L
o scontro fra Mediaset
e Vivendi ha messo sotto i riflettori l’assetto nor-
Dow Jones I.
19881,76
0,60
15,94
variaz. %
02.01 Var% in.an.
FTSE MIB (31.12.97=24401,54)
19573,48 19566,53
0,04
1,76
FTSE It. Mid Cap (31.12.02=20146,67) 32807,57 32538,78
0,83
2,21
FTSE It. Star (28.12.01=10000)
27872,51 27715,37
0,57
2,53
55,26
0,76
2,18
1147,55 1139,54
0,70
2,08
70104
L
var. % ann.
1,85
Xetra Dax
11584,24
-0,12
12,65
B
variaz. %
var. % ann.
mativo e regolatorio che fa
(e dovrà fare) da terreno di
gioco per quel che sta succedendo e che fa (e dovrà
fare) da base per un merca-
FTSE 100
7177,89
0,49
17,80
L
variaz. %
var. % ann.
¤/$
B
1,0385
-0,76
-4,71
variaz. %
var. % ann.
Brent dtd
54,89
0,42
47,32
to audiovisivo del futuro
in cui, alle porte, bussano
con forza i colossi da Oltreoceano.
Continua u pagina 18
Oro Fixing
L
1151,00
-0,70
6,35
variaz. %
var. % ann.
B
variaz. %
var. % ann.
Strait Times
2898,97
0,63
2,22
L
variaz. %
var. % ann.
PRINCIPALI TITOLI - Componenti dell’indice FTSE MIB
QUANTITATIVI TRATTATI ¤
INDICI
Titolo
03.01
Azioni: numero
1.029.684.524
Azioni: valore
2.770.608.713
Titoli di Stato
655.547.688
Obbligazioni
19.151.079
Paese/Indice
BORSE EUROPEE
D.J. EuroStoxx
Amsterdam Am. Exc.
Bruxelles Bel 20
Francoforte Dax
Helsinki Omxh Gen
Lisbona Psi 20
Londra Ftse 100
Madrid Ibex 35
Parigi Cac 40
Vienna Atx Index
Zurigo Swiss Mkt
353,89 0,25
487,99 0,33
3657,05 0,74
11584,24 -0,12
9012,50 -0,03
4725,41 -0,18
7177,89 0,49
9494,70 0,81
4899,33 0,35
2685,02 1,13
8316,18 1,17
ALTRE BORSE
New York DJ Ind.
New York S&P 500
New York Nasdaq C.
Tokyo Nikkei 225#
Hong Kong Hang S.
San Paolo Brsp Bov.
Shanghai Comp.
Sydney All Ordin.
Singapore Straits T.
Toronto 300 Comp.
19881,76 0,60
2257,83 0,85
5429,08 0,85
19114,37 -0,16
22150,40 0,68
61813,83 3,73
3136,28 1,05
5784,63 1,15
2898,97 0,63
15403,03 0,76
A2A
Atlantia
Azimut H.
Banca Mediolanum
Banco BPM
Bper Banca
Brembo
Buzzi Unicem
Campari
CNH Industrial
Enel
Eni
Exor
FCA-Fiat Chrysler
Pr.Rif.¤
Var.%
1,261
22,480
16,950
6,950
2,680
5,470
60,350
23,020
9,260
8,320
4,168
15,630
42,080
9,125
-0,08
-1,23
5,02
0,51
7,20
3,80
0,58
-2,13
-1,07
-0,60
-1,28
-0,06
0,02
1,90
FTSE ITALIA
ALL SHARE
+0,14
Base 31/12/02=23.356,22
21550
21450
21350
9 770391 786418
Cambio euro/dollaro
1,046
0,14
Continua u pagina 14
Continua u pagina 3
L’euro scivola sotto 1,04 dollari
Inflazione all’1,7% in Germania
FTSE It. All Share (31.12.02=23356,22) 21322,93 21292,78
Comit Globale (1972=100)
rie, arbitrarie e cicliche,
mentre dovrebbero essere
caratterizzate dalle proprietà opposte: semplici,
universali, non discrezionali e a-cicliche.
La valuta unica tocca il minimo dal 2002, poi recupera - Borse stabili
Var%
55,68
inviare è una scelta saggia, se serve a migliorare le decisioni da prendere.
Il disegno delle regole bancarie concepito da Basilea 3
è sbagliato: sono regole
complesse, discriminato-
di Antonella Olivieri u pagina 2
BORSA ITALIANA
Mediobanca (2.1.06=100)
R
Schivata «tassa»
da 859 miliardi
el finale di seduta le Borse europee hanno ridimensionato il rialzo parziale conseguito nella
prima parte della giornata. Al termine degli scambi il
Ftse Mib di Piazza Affari è risultato pressoché invariato (+0,04%) mentre il Dax 30 di Francoforte ha girato
in territorio leggermente negativo (-0,12%). In rialzo
(+0,79%) la Borsa londinese che nelle contrattazioni
del 2 gennaio era rimasta, al pari di Wall Street, chiusa.
03.01
di Donato Masciandaro
GLI ASSET A RISCHIO
N
Indici Generali
FOCUS
Occasione da non sprecare
Davi, Lops e Pavesi u pagine 2 e 3
Continua u pagina 14
Mercati
IL COMMENTO
narsi il vertice per il completamento delle regole predisposto dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria.
Draghi: «Rimaniamo impegnati per questo obiettivo».
Guida: pensioni
anticipate,
welfare aziendale
e cumulo facile
Il primo scontro con il Congresso
Andrea Malanu pagina 17
SCENARI
LE NOVITÀ 2017
EFFETTO TRUMP / 2
La Ford taglia l’investimento
in Messico da 1,6 miliardi $
Anno 153˚
Numero 3
21250
Prezzi di vendita all’estero: Austria €2, Germania €2, Monaco P. €2, Svizzera Sfr 3,20, Francia €2, Inghilterra GBP.1,80, Belgio €2
apertura chiusura
Titolo
Ferrari
FinecoBank
Generali
Intesa Sanpaolo
Italgas
Leonardo-Finmecc.
Luxottica
Mediaset
Mediobanca
Moncler
Monte Paschi Si
Poste Italiane
Prysmian
Recordati
S. Ferragamo
Saipem
Snam
STMicroelectr.
Telecom Italia
Tenaris
Terna
UBI Banca
Unicredit
Unipol
UnipolSai
Yoox Net-A-Porter
Pr.Rif.¤
Var.%
56,150
5,445
14,450
2,504
3,758
13,410
50,350
4,100
8,150
16,670
15,080
6,400
24,350
27,220
22,770
0,571
3,914
10,550
0,852
17,180
4,330
2,860
2,808
3,560
2,112
27,130
-0,09
-0,82
0,70
2,29
-1,47
—
-2,71
-1,25
2,90
-0,77
—
—
-2,44
-0,33
-0,91
2,06
-1,31
-2,41
-0,76
-0,41
-2,30
4,38
0,14
1,66
2,03
-1,77
02.01
570.637.548
1.389.439.299
435.158.725
13.103.686
FUTURES
03.01 Var
FTSE MIB mar 2017
19541 21
Eurex Bund 10a(mar 17) 163,21 -1,26
I CAMBI DELL’EURO (rilev. BCE)
Valuta
03.01
Dollaro Usa
1,0385
Yen giapponese 122,7500
Sterlina inglese
0,8457
Franco svizzero
1,0702
Renminbi cinese 7,2285
Dollaro canadese 1,3962
Corona svedese
9,5348
Dollaro austral.
1,4387
Diff.
-0,0080
-0,1700
-0,0058
-0,0009
-0,0405
-0,0108
-0,0090
-0,0187
MATERIE PRIME
Prezzi uff. a Londra ($/t)
Alluminio
Caffè rob
03.01 Var.%
1702,0 -0,10
2137,0 -1,00
03.01 Var.%
INDICE CAMBI (22 valute)
Indice Sole-24Ore
104,83 -0,59
# Borsa chiusa
con “Operazioni Straordinarie” € 9,90 in più; con “L’Impresa” € 6,90 in più; con “Norme e Tributi” € 12,90 in più; con “Aspenia” € 9,90 in più; con “Transfer Pricing” € 9,90 in più; con “Sovraindebitamento” € 9,90 in più; con “Processo del Lavoro” € 9,90 in più; con “Guida Pratica alla Rottamazione Cartelle” € 9,90 in più; con “Auto e Fisco” € 9,90 in più; con “Affitti” € 9,90 in più; con “Errori Fiscali” € 9,90 in più; con “La Relazione dei Revisori” € 9,90 in più; con “Nuovo Codice Doganale” € 9,90 in più; con “How To Spend It” € 2,00 in più;
con “IL Maschile” € 2,00 in più
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
2
La questione bancaria
BASILEA E LO SCONTRO EUROPA-USA
Posizioni contrapposte
I tedeschi impongono lo stop alle regole sulle banche
approfittando della «vacatio» Usa in attesa di Trump
“
LE CHIAVI DI POTERE
DEL CLUB
FRANCO-TEDESCO
E IL CONTO
CHE PAGA L’ITALIA
Le sofferenze sono
diventate lo stigma
del banking europeo
e dietro di esse ci sono
le chiavi di potere
di un club della finanza
internazionale dove
Riproduciamoalcunibranidell’editoriale
deldirettore,RobertoNapoletano,
pubblicatoil30dicembre
Se Germania ed Europa
provano a resistere
al dominio bancario Usa
tedeschi e francesi
comandano, gli spagnoli
si “aggiustano”, e gli
italiani pagano il conto di
tutti. Pagano le colpe loro
(sono tante, di ieri
e di oggi) ma anche
u Continua da pagina 1
R
evisione che avrebbe pesanti impatti sul capitale
delle banche, così come la
ridefinizione dei cosiddetti modelli Tlac (per le banche di interesse sistemico, tra cui l’italiana
UniCredit) che avrebbero avvantaggiato le grandi banche
Usa grazie al modello societario
basato sulla holding company. I
temi sono iper tecnici, ma è bene
ricordare che in ballo, se passasse la nuova Basilea 4 così come
concepita inizialmente, ci sono
circa 860 miliardi di futuri aumenti di capitale delle banche
europee. Capitali difficili da attrarre, stanti gli attuali livelli di
redditività del settore in Europa.
In gioco vi sono la leadership
economica mondiale, in attesa
che le banche cinesi decidano di
giocare un ruolo da protagoniste, e il controllo del mercato dei
capitali a livello globale. La sfida
è politica oltre che finanziaria e
la Germania, che ha in Deutsche
Bank l’ultimo concorrente globale delle grandi investment
bank Usa, ha deciso di provare a
resistere allo strapotere americano. Per una volta l’interesse tedesco, e quindi europeo (stanti
gli attuali rapporti di forza
nell'Unione europea), coincide
con quello italiano e di altri Paesi
del vecchio continente.
Lo snodo principale della riforma in via di definizione è la
sostanziale equiparazione dei rischi di credito a quelli di mercato. In generale, le grandi banche
Usa hanno elevati rischi di mercato e pochi di credito poichè i
prestiti a privati e imprese vengono «impacchettati» e ricollocati come bond a una vasta platea di investitori globali. In Europa invece, e in particolare in Italia, il credito è l’attività
principale delle banche e un
eventuale bocciatura dei model-
li di rating interni avrebbe serie
riperussioni sul fabbisogno di
capitale dei singoli istituti.
I tentativi di trovare un compromesso tra Europa e Usa sono
per il momento falliti. L’ipotesi
negoziale, sponsorizzata dalle
banche e Autorità Usa, era di definire un «floor» dei modelli interni pari al 75% dei rischi standard. Ma si trattava di un piano
che avrebbe di fatto fotografato
le posizioni attuali delle big Usa
(Bank of America, JP Morgan,
Citigroup, Wells Fargo e Morgan Stanley) che si posizionano
già ora su tali livelli, con la sola
Goldman Sachs che supera
l’85%. L’impatto delle nuove regole di Basilea 4 non avrebbe
DEUTSCHE BANK
Berlino vuole avere un grande
player globale dell’investment
banking per supportare
il suo bacino di medie
e grandi imprese clienti
LA PAROLA
CHIAVE
Tlac
7La sigla sta per Total loss
absorbing capacity, ossia la
capacità di assorbimento totale
delle perdite. Si tratta di un
requisito previsto dal Financial
stability board e istituito dal G20
nel 2015 per le banche di rilevanza
sistemica globale (le cosiddette GSIBs). Le grandi banche globali
che devono disporre di
determinati quantitativi di titoli
per essere in grado di assorbire, in
caso di crisi finanziarie, le perdite
senza pesare sui risparmiatori.
dunque avuto praticamente alcuna conseguenza sul capitale
delle banche Usa, a differenza di
quanto sarebbe avvenuto sugli
istituti europei.
La sfida delle regole diventa
quindi essenziale per il futuro
del credito globale. Un’Europa
fragile e divisa si presenta come
facile terreno di conquista per le
grandi banche Usa, che peraltro
non vanno troppo per il sottile
quando cercano consensi in Europa, come dimostra il reclutamento da parte di Goldman Sachs dell’ex presidente della commissione Ue Manuel Barroso.
La Germania, con al seguito la
Francia, prova ad opporsi a un
disegno che (ri)porterebbe il dominio dell’intero mercato dei capitali mondiali sotto l’egida delle
grandi banche Usa. Una battaglia da cui da tempo si sono ritirate le banche svizzere (sia Ubs
che Credit Suisse hanno ridimensionato le proprie ambizioni di investment bank globali) e
quelle inglesi, con Barclays che
dopo ambiziose acquisizioni anche negli Usa ha poi battuto in ritirata. Il sistema-Paese tedesco
non rinuncia invece all’idea di
avere un grande player globale
dell’investment banking che ha
un senso in quanto ha alle spalle
un bacino di medie e grandi imprese clienti su cui nessun altro
Paese europeo può contare.
Per una volta, la battaglia delle
regole globali impostata dalla
Germania può avere effetti benefici anche per le banche domestiche e per l’Italia. Per le banche, perché le nuove regole sui
modeli di rating penalizzerebbero il credito all’economia e il
modello di business di banca
commerciale. Per l’intero Paese
perché, in caso di future crisi del
debito e tensioni sui tassi, è meglio non dipendere da poche
«centrali» americane di acquisto di titoli di stato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
“
quelle degli altri.
Questa è la verità e questo
è ciò che accade da troppo
tempo intorno al tavolo
europeo della geopolitica
della finanza
internazionale (...).
(...) : un’idea pericolosa di
leverage (indica l’adeguatezza
del capitale rispetto agli attivi
bancari) che si accontenta del
3% e, cioè, del livello di leverage
di Lehman quando è saltata e
un’altra idea, addirittura
La fotografia del credito
Cet 1
attuale
Internal
Rating
based
Approccio
standart
Rischio
operativo
Rischio
marchio
60%
floor
1.574
249
132
Leverage
Ratio
202
55
Cet 1
Basilea 4
2.433
50
69
102
90%
floor
+55%
Fonte: www.ebf.eu
I PROGRESSI DEL SISTEMA BANCARIO EUROPEO
Dati riferiti a giugno
Core Equity Tier 1
15
CET1 shortfall
(mld di euro) al 4,5%
CET1 shortfall
(mld di euro) al 7%
30
600
29
11,8%
10
0
14,7%
15
12,3%
10
10
200
2015
Totale Capital
15
400
10
0
0
150
2015
LCR shortfall
(mld di euro)
2.100
411
8
2011
18
0
2015
2011
Net Stable Funding
Ratio
NSFR Shortfall
(mld di euro)
150
2.100
100
1.200
71%
700
0
2015
89%
105%
50
33
0
2011
400
2015
1.800
1.400
50
544
200
128%
100
2015
600
0
Liquidy Coverage
Ratio
2011
600
200
2011
2015
Totale Capital Shortfall
(mld di euro)
5
2015
1
0
Tier 1 Capital Shortfall
(mld di euro)
400
8,1%
6,8%
2011
5
2011
0
0
2011
Tier 1 Capital
20
277
5,3%
2011
2015
Fabio
Pavesi
Banche, mercato
e il dilemma
tra solidità
e profittabilità
I
Aumento
5
mortale, che riguarda la
“tutela” dei level 3 assets e
permette così alle banche
francesi e tedesche di custodire
nella pancia dei propri bilanci
questa specie di “Zombie
Bank” (...)
L’ANALISI
IL «COSTO» DI BASILEA 4
Aumento totale Cet 1. Valori in miliardi di euro
Lo stop alle nuove regole globali di Basilea e il tentativo
di sfuggire all’egemonia americana sul mercato dei capitali
di Alessandro Graziani
La trattativa naufragata
Il limite del 75% del «floor» negoziale
avrebbe tutelato le grandi banche americane
1.400
700
341
0
0
2011
2015
2011
2015
Fonte: Eba
n quell’annoso e mai
risolto dilemma che vede
contrapposte solidità e
profittabilità, e che occupa la
mente di regolatori e
banchieri dallo scoppio della
crisi Lehman, pare arrivata
una pausa di riflessione. È di
ieri la notizia del rinvio della
finalizzazione del percorso di
Basilea 3, complice il dissidio
tra europei e americani sul
calcolo degli attivi a rischio e
che a cascata determinano le
esigenze di capitale. Una
pausa che il mercato ha
accolto con favore. Lo Stoxx
bancario europeo è salito del
2,8% con rialzi diffusi tra tutte
le banche continentali. Sarà
forse una forzatura legare le
reazione di borsa di ieri alla
notizia, ma è un fatto che da
fine novembre le banche
hanno ritrovato nuova verve
sul listino. In particolare le
italiane che hanno visto dei
consistenti progressi nelle
quotazioni. Un titolo come
Intesa , la banca più solida tra i
big, dai minimi relativi di fine
novembre sotto i 2 euro è salita
a 2,5 euro. UniCredit, Ubi e
Banco-Bpm hanno realizzato
performance nello stesso
periodo superiori al 30%.
Persino la malandata Carige
alle prese con lo smaltimento
delle ingenti sofferenze ha
recuperato un buon 31%. Il
risveglio della banca ligure è
indicativo del clima nuovo che
si è respirato sul mercato. La
consapevolezza da parte degli
investitori che un intervento
pubblico (leggi Mps in primis)
sarebbe a questo punto
arrivato ha riacceso i motori
del settore. Le banche in crisi
hanno ora un ombrello di
protezione e le banche sane
non dovrebbero più essere
chiamate a soccorrere i pezzi
malandati del sistema. Questo
vale per l’Italia, ma il
movimento corale è stato di
fatto europeo. La Deutsche
Bank è in forte ripresa con un
+20% da fine novembre e un
sonoro +47% da quest’estate. E
in effetti dopo un avvio di 2016
pessimo per le banche di tutta
Europa, dall’estate scorsa ha
preso il via un forte rimbalzo.
L’indice Stoxx bancario con il
rally post-estivo ha di fatto
riagguantato i valori di un
anno fa, portando in pareggio
gli investimenti nel settore. A
fare da spartiacque gli stress
test della Bce che, a parte la
bocciatura eccellente di Mps,
hanno di fatto dato semaforo
verde alla stabilità del sistema.
Del resto la storia recente è
contrassegnata da ripetuti
aumenti di capitale e da forti
deleverage degli attivi a
rischio. Occorreva mettere in
sicurezza il sistema evitando
ogni possibile crac. Una
stretta necessaria su cui i
regolatori hanno premuto
fortemente ma che ha avuto
come effetto collaterale,
complice la profonda
POSIZIONI INCONCILIABILI
I regolatori vogliono
più capitale (mina per
la redditività), gli
investitori guardano
a breve con Roe più alti
stagnazione europea, una
fortissima contrazione della
redditività sul capitale. Il
sistema bancario europeo ha
di fatto visto più che
dimezzarsi il Roe dagli anni
pre-crisi. E tuttora la
redditività media delle banche
europee è al 4% contro un 9%
delle banche Usa. La crisi
borsistica di questi ultimi anni,
con banche che finivano per
trattare multipli sotto il loro
valore patrimoniale, è legata
proprio alla profonda frenata
della redditività. Il mercato
che guarda a breve non si
accontenta di Roe che non
remunerano il capitale. I
regolatori che hanno a cuore la
solidità degli istituti nel tempo
vogliono più capitale a
discapito della profittabilità.
Ecco i corni del dilemma che
hanno tenuto sotto scacco le
banche europee per lungo
tempo. Ora il mercato è
tornato a scommettere e la
pausa su Basilea3 giunge (per
il mercato) propizia. Chissà
per quanto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’impatto. I big europei evitano di dover adeguare immediatamente il Cet1 in una fase congiunturale ancora debole
Schivata una «tassa» da 859 miliardi
Resta il nodo degli asset a rischio
di Antonella Olivieri
L
o scampato pericolo, per
ora, si misura in una “tassa“
evitata di 859 miliardi a carico delle banche europee. Questo sarebbe stato l’adeguamento
del Cet1, calcolato nelle simulazioni della Federazione bancaria
europea per l’applicazione di Basilea 4 con le ipotesi più stringenti (floor al 90%).
Lo stop alla revisione dei criteri di Basilea 3 in realtà è solo temporaneo, nessuno può dire quanto durerà e quale sarà il punto di
caduta finale. Tuttavia l’impressione che si raccoglie sul mercato
è che si vada verso una soluzione
che dia un po’ di respiro alle banche, pressate in questi anni da richieste regolamentari sempre
più esigenti col rischio - visto che
si va sempre a impattare soprattutto sul business tradizionale non solo di rendere il credito
troppo selettivo in una fase con-
giunturale ancora debole, bensì
anche di allontanare gli investitori da un settore che, per rincorrere in continuazione requisiti patrimoniali sempre più prudenziali, non è più in grado di assicurare una redditività interessante.
Sul mercato c’è chi ipotizza che
l’asticella possa essere posta più
in basso di quello che si pensava
prima dello stop e chi immagina
un adeguamento graduale con le
voci che si spingono addirittura a
collocare al 2025 l’anno di implementazione piena dei nuovi criteri. Così, se in generale il rinvio
di Basilea 4 è giudicato positivo in
Borsa, almeno in Piazza Affari,
IL CONFRONTO
Calcolando i risk weighted
assets in rapporto all’attivo
le banche italiane risultano
più solide rispetto a quelle
tedesche e del Nord Europa
non ci si spinge a pronosticare un
re-rating del settore, che lo scorso anno ha pesato in modo determinante sulla performance negativa del listino, perchè l’incertezza non è mai apprezzata dal mercato. E perchè sulle banche
italiane la principale incognita
resta il trattamento e la risoluzione del problema dell’accumulo
delle sofferenze.
Analogamente gli analisti non
si spingono a calcolare istituto
per istituto quale sarebbe il rischio di dover adeguare il capitale in conseguenza dell’applicazione di Basilea 4 e di quanto si
può supporre che questo rischio
sia diminuito. Del resto non si azzardano a fare previsioni neppure le stesse banche. UniCredit,
per esempio, nel pianificare la ricapitalizzazione da 13 miliardi
non ha tenuto conto delle possibili ricadute del giro di vite regolamentare, supponendo tuttavia di
potervi far fronte con una ridu-
zione del pay-out nella distribuzione degli utili. Il punto principale in discussione riguarda la revisione degli effetti dell’adozione
dei modelli interni avanzati che,
migliorando le procedure con
l’approvazione delle autorità di
vigilanza, ha permesso di allentare la ponderazione dei risk weighted assets (attivi ponderati per
il rischio) che sono alla base del
calcolo dei ratio di vigilanza, riducendo così in sostanza di qualche
misura il ricorso al mercato per
gli adeguamenti di capitale. Tutte
le grandi banche italiane quotate
ne hanno tratto beneficio, con
l’eccezione di Bpm che si riproponeva di ricorrere ai modelli interni quest’anno dopo la fusione
con il Banco Popolare che già li ha
adottati, e di Mediobanca che però non è una banca commerciale.
Stabilire un “floor” ai benefici derivanti dall’adozione dei modelli
interni avanzati rispetto al modello standard (che usano invece
gli americani) avrebbe dunque
impatto sulle banche italiane in
misura variabile - più o meno agevolmente gestibile - a seconda del
livello della correzione.
Se quindi allo stato è impossibile scendere nel dettaglio, qualche
indicazione, per quanto grossolana, si può trarre però dalla comparazione per Paese della “densità”
dei risk weighted assets, data dal
rapport Rwa/totale dell’attivo
(nella tabella a fianco sono riportati i dati elaborati da R&S-Mediobanca, aggiornati alle ultime
semestrali, delle 21 principali banche europee). Facendo riferimento ai dati Factset, relativi ai bilanci 2015, emerge a riguardo una
situazione realtivamente “migliore” per le banche italiane rispetto, per esempio, a quella delle
banche nordiche o tedesche. Più
bassa è la “densità” degli Rwa e
più penalizzante in teoria sarebbe
stata l’applicazione dei criteri di
Basilea 4 sulle basi su cui si stava
ragionando. Per 14 banche italiane prese in considerazione, infatti, il rapporto Rwa/Total assets risultava pari a 0,48, con il Common equity tier 1 (il ratio patrimoniale di vigilanza) in media pari al
12,1%. Per le banche svedesi (quattro ricomprese nei dati) la densità
degli Rwa era invece ben più bas-
sa, lo 0,21, riflettendosi anche in
una maggiore dotazione di capitale, con un Cet1 del 19,6%, al top
continentale. Analogo il quadro
in Danimarca (tre istituti presi in
considerazione) con un rapporto
tra asset ponderati per il rischio e
totale dell’attivo di bilancio di
0,26 e il ratio Cet1 del 16,1%, abbondantemente superiore alla
media europea (13,1% nel 2015 relativamente a un gruppo di 70
banche continentali). In termini
relativi l’Italia risultava messa
meglio anche della Germania dove, rispetto a nove istituti di credito considerati, la densità media
dei risk weighted assets risultava
pari allo 0,28 con un Cet1 all’11,4%.
E meglio anche della Francia (6
banche) con lo stesso rapporto tedesco di 0,28 sulla densità e un ratio patrimoniale più basso e pari al
10,9%. Paradossalmente, ad aver
meno da temere dall’applicazione di Basilea 4 sembrerebbero essere le quattro banche greche, ricapitalizzate a forza nel 2015: il risultato della cura da cavallo, alla
fine di quell’anno, si è tradotto infatti in un Cet1 medio del 16,3% e in
un rapporto Rwa/total assets dello 0,65, vale a dire - insieme con la
Polonia (Cet1 al 15,6% e densità a
0,68) - il miglior mix in Europa.
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Il confronto europeo
RWA/TotaleAttivo(%)agiugno2016
Danske
21,2
Rabobank
28,0
Ubs
21,9
Media
30,8
Deutsche Bank
22,3
Bpce
31,0
Société Générale
22,8
Commerzbank
32,4
Crédit Suisse
24,7
Ing Group
36,0
Lloyds Banking Group
25,3
Intesa Sanpaolo
38,0
Bnp Paribas
26,8
Hsbc
39,3
Barclays
27,0
Banco Santander
42,3
Rbs
27,2
UniCredit
43,8
Crédit Agricole
27,5
Standard Chartered
43,9
Nordea
27,7
BBVA
52,0
Fonte: R&S
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
3
La questione bancaria
I tempi
Il varo era atteso nel fine settimana
ma è stato rinviato senza specificazioni
LE NUOVE REGOLE SUL CREDITO
LE CHIAVI DI POTERE
DEL CLUB
FRANCO-TEDESCO
E IL CONTO
CHE PAGA L’ITALIA
Riproduciamoalcunibranidell’editoriale
del direttore, Roberto Napoletano,
pubblicato il 30 dicembre
“
Questa è l’Europa che la
politica italiana non può
più accettare perché alla
fine di tale circolo vizioso lo
scenario più probabile è che
le banche francesi si
comprino quelle italiane,
finanzino, ben pagando,
l’acquisto di Made in Italy e,
magari, mobilitando
unitariamente il sistema
francese, fatto di credito,
compagnie assicurative,
tecnocrati e politica,
arrivino a stringere il collo
anche alle Generali. Mentre
tutti parlano delle
sofferenze bancarie
italiane, le banche
spagnole...hanno ripulito il
monte-sofferenze (...)
“
Le differenze
Rimane elevato il livello di scontro fra Usa e Ue
sulla revisione dei modelli di rating interni
Basta tappare buchi o
urlare a scoppio ritardato,
si concepisca e si realizzi
una strategia adeguata per
una forza di sistema:
l’Italia metta in
discussione il criterio
adottato di leverage,
ponga un veto sulle
sofferenze se non si parla
parallelamente e non si
disciplinano in modo
differente anche i level 3
assets o i “repossessed”
spagnoli. Si usino le carte
giuste e, superato l'esame
Mps, potremo ancora
giocarcela e ripartire, ma
sia chiaro a tutti che ci
muoviamo sul filo spinato
di un terreno impervio (...)
Basilea 4, slittano le nuove regole sul capitale
Manca l’accordo tra Usa ed Europa sulle banche - Draghi: «Continueremo a lavorare per finalizzare le riforme»
Luca Davi
pSi attendeva il triplice fischio
nella partita di Basilea 4. E invece
ieri è arrivato il rinvio a data da
destinarsi. O meglio, il rinvio a un
«prossimo futuro», come dichiarato dal Ghos, il gruppo dei
governatori e dei capi della vigilanza delle principali banche
centrali al mondo.
L’organo direttivo del Comitato
diBasileanelweekenddel7e8gennaioavrebbedovutometteilpunto
finale sulla riforma delle regole di
Basilea3,unsetdiregolemeglioconosciute acome Basilea 4. Così facendo, il Ghos avrebbe approvato
in maniera definitiva una bozza di
proposta esaminata in un incontro
tenuto a fine novembre a Santiago
del Cile. In una nota diffusa ieri il
Ghos ha però fermato tutto e buttato la palla avanti, affermando che è
necessariopiùtempoperfinalizzare alcuni lavori, come la calibrazio-
IL CONFRONTO
Il Comitato di Basilea deve
ancora «prendere le misure»
all’amministrazione Trump
e alla sua volontà
di ammorbidire le regole
ne finale del quadro normativo. Solo allora il Ghos - che ha reso noto
«di accogliere con favore il progresso segnato dal completamento delle riforme normative del dopo-crisi» - potrà esaminare «il pacchetto di proposte e dare il suo ok
definitivo». Nessuna indicazione
sulla data in cui si terrà il futuro incontro del Comitato. Un’ipotesi
tuttavia è che occorra attendere almeno fino al prossimo marzo, vista
la complessità della vicenda e la diversità delle posizioni in campo.
Per Mario Draghi, presidente
del Ghos e della Bce, «il completamento di Basilea 3 è un passo importante per ripristinare la fiducia
negli indicatori di capitale e manteniamo l’impegno per raggiungere
questo obiettivo». Il Comitato, ha
detto ancora Draghi, «continuerà a
lavorare per finalizzare le riforme
che puntano a correggere le imperfezioni messe in luce dalla crisi finanziaria al fine di rendere le banche più sicure e resilienti».
Uno dei motivi che potrebbe
spiegare il congelamento della riforma è il fatto che il Comitato di
Basilea debba prendere ancora le
misure con la nuova amministrazioneUsatargataDonaldTrump.Il
nuovo presidente americano non
ha mai fatto mistero di voler ammorbidire le regole per banche
d’affari e società finanziarie americane e rivedere i cardini della riforma voluta dall’amministrazione
Obama a valle della crisi del 2008.
Nelle prossime settimane si capirà
forse quale è la posizione finale di
Trump sul tema e le conseguenze
eventuali sulle valutazioni di Fed e
delle banche americane. Ma soprattuttosicapiràselavogliadiammorbidimentodelnuovoinquilino
della Casa Bianca aiuterà anche le
banche europee ad uscire dalla
morsaregolatoriadegliultimianni.
Nulla è scontato, anzi. Tra banche (e Vigilanza) del Vecchio Continente e quelle americane il livello
di scontro rimane elevato. Tema
del contendere in particolare è la
revisione dei modelli di rating interni, con i quali le banche calcolanolaarischiositàdeiloroattivieaccantonano capitale di conseguenza. Il dossier interessa da vicino le
banche del Nord Europa - Olanda,
Svezia, Danimarca in particolare che sono particolarmente esposte
sui mutui immobiliari e sarebbero
costrette, in caso di una stretta regolamentare, a un’ondata di aumenti di capitale. Gli Usa, da parte
loro, tifano per un ritorno ai modellistandardconilqualepuntanoaridurre al minimo l’impatto in terminidirichiestedicapitale:unpo’perchèlastragrandemaggioranzadelle banche americane già adotta tali
schemi, un po’ perchè il rischio di
credito è una parte minoritaria delle attività delle banche americane;
un po’ perchè spesso le banche a
stelle e strisce tendono a cedere o
cartolarizzare i mutui immobiliari,
svuotandosi così dal rischio.
Ecco perchè il rinvio dell’incontro segna in qualche modo un punto a favore delle banche e dei regolatori europei, che infatti miravano
a prendere tempo sul dossier. Il timore diffuso è che Basilea 4 aumentilerichiesteprudenzialiperle
banche europee e costringa gli istituti a dare una nuova stretta al credito. Secondo le stime della Federazione bancaria europea, Basilea
4 potrebbe comportare una carenza patrimoniale per oltre 860 miliardi di euro. Non proprio una
buona notizia in un momento in
cui, vista la crescita a singhiozzo
del Vecchio Continente, il sostegno delle banche alle economie nazionali e agli investimenti diventa
sempre più essenziale.
@lucaaldodavi
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Il confronto
IL COMMENTO
Effetto Basilea sulle banche. Variazione % di ieri
Banco
Bpm
+7,2
Bank of
Ireland
+6,8
Credit
Suisse
+6,4
Raiffeisen
Bank
+6,0
Donato
Masciandaro
Julius
Baer
+5,4
Ubs
Group
+4,7
Ubi
Banca
Commerz
bank
+4,4
+4,3
Il rinvio
è un’occasione
da non sprecare
per l’Europa
u Continua da pagina 1
I
L’impatto sui listini. L’indice europeo guadagna il 2,84%
I titoli bancari scattano in Borsa:
tempi più lunghi per gli aumenti
Vito Lops
pDue su due. Per le banche eu-
ropee il 2017 prosegue all’insegna degli acquisti. Anche la seconda seduta dell’anno si è chiusa con un netto rialzo. L’indice
Stoxx Europe 600 Banks ha guadagnato ieri il 2,84% portando al
3,4% il “bottino” di questo primo
scorcio dell’anno. Meglio le banche italiane che - dopo il +2,1% di
ieri - in due giornate si sono apprezzate del 4,4%. Tra i singoli titoli a Piazza Affari si è ancora
messo in luce il nuovo Banco
Bpm (nato dalla fusione tra Banco popolare e Bpm) con una performance del 7,2%. A ruota Ubi
(+4,3%), Bper (+3,8%) e Mediobanca (+2,9%).
In realtà gli acquisti sul comparto bancario sono partiti molto prima. Osservando i grafici bisogna tornare indietro alla scorsa estate. È stato allora che il settore ha toccato i recenti,
profondi, minimi di periodo. La
data chiave è il 6 luglio. A quel
punto, rispetto ai valori di gennaio 2016, le banche europee accusavano un ribasso del 34% mentre le italiane, in appena sei mesi,
avevano mediamente più che di-
mezzato la capitalizzazione
(-56%). Da allora il comparto del
credito ha messo a segno un corposo rimbalzo che, tra alti e bassi,
ha poi visto una brusca accelerazione da fine novembre. Gli acquisti hanno portato l’indice delle banche europee ad annullare
ieri le perdite accumulate lo
scorso anno e a riportarsi sugli
stessi valori di inizio 2016. Quanto alle banche italiane, benché
dai minimi di luglio siano risalite
del 52% e del 34% nell’ultimo mese, i livelli di 12 mesi fa restano ancora molto lontani: -33%.
Ma perché gli investitori sono
tornati a comprare le banche? Le
aspettative di un rialzo dei tassi e
dell’inflazione (riverberate anche sui rendimenti dei titoli di
Stato) sono una parte della riposta. Tassi di interesse più alti fanno lievitare i margini dell’attività
tradizionale degli istituti di credito (prestiti), margini che negli
ultimi anni sono stati schiacciati
proprio dalla politica monetaria
ultraespansiva (quella dei tassi a
“0”, quando non negativi) attuata dalla Banca centrale europea.
Un’altra parte della risposta
riguarda le regole europee sulla
base delle quali vengono stretti
o allentati i vincoli sul capitale
necessario a garantire gli attivi.
A fine luglio dagli stress test
condotti dall’Eba (European
banking authority) il settore è
uscito nel complesso rafforzato
con solo un istituto (Banca
Mps), sui 51 analizzati, bocciato
in un ipotetico scenario avverso. Sullo stesso fronte ieri è arrivata una notizia che va nella direzione dell’allentamento della
morsa sul capitale (si vedano gli
altri articoli in pagina). L’approvazione delle nuove regole di
Basilea 4 - che potrebbe costare
ricapitalizzazioni supplementari per il sistema europeo pari a
860 miliardi euro - è stata rinviata a un «prossimo futuro». Per le
banche del Vecchio Continente,
che facendo più prestiti rispetto
a quelle statunitensi sono più
penalizzate nella formula del
calcolo dei livelli di rischio (il
cosiddetto Rwa, Risk weighted
assets), rimandare il problema a
un indefinito futuro è come
prendere una bella boccata
d’ossigeno.
@vitolops
© RIPRODUZIONE RISERVATA
l rinvio deve essere allora
una occasione da non
sprecare per l’Unione
Europea per definire quale è
il modello di
regolamentazione bancaria
più adatto per coniugare
crescita economica e
stabilità finanziaria.
La Grande Crisi del 2008
sembra essere avvenuta
invano, se si guardano le
regole che si vogliono
approvare con la nuova
Basilea 4. La peggior
recessione dei Paesi avanzati
dalla Seconda Guerra
Mondiale è stata originata
dalla incapacità di definire e
mettere in atto una
regolamentazione che
evitasse un sviluppo della
finanza caratterizzata da tre
aspetti tossici, tra loro
interconnessi: eccesso di
debito, complessità ed
interconnessione. Anzi: i tre
difetti della finanza erano il
risultato diretto di una
regolamentazione sbagliata,
sotto almeno quattro punti di
vista. Che purtroppo ancora
permangono.
Innanzitutto la
complessità. Il primo
eccesso è quello
dell’indebitamento rispetto
al capitale proprio. Nelle
imprese diverse dalle banche
– almeno nei mercati più
sviluppati – il capitale
proprio non è mai inferiore al
trenta per cento del proprio
indebitamento. Ma anche le
banche, almeno fino al
diciannovesimo secolo,
avevano un capitale proprio
all'incirca pari al cinquanta
per cento del debito. Poi
progressivamente si è
chiesto sempre meno
capitale alle banche. Prima
della crisi, i requisiti di
Basilea Due consentivano
alle banche di avere un
capitale proprio minore del
tre cento. L’eccesso di debito
è stato possibile grazie ad
una regolamentazione che,
illudendosi di poter misurare
il rischio, ha consentito gradi
di libertà sempre più ampi ai
banchieri. La
regolamentazione
prudenziale, aggiustata dalla
ponderazione al rischio, ha
consentito alle banche
quell’eccesso di
indebitamento che è poi
deflagrato con la Crisi. La
lezione? Il capitale proprio
deve essere aumentato,
utilizzando regole semplici
che evitino gli arbitraggi
regolamentari oggi possibili,
anche semplicemente
giocando sulla diversità delle
definizioni contabili. Eppure,
ancora oggi, con Basilea 3
sarà ancora possibile avere
un capitale proprio del tre
per cento rispetto al debito
complessivo.
In secondo luogo le regole
non devono riguardare
principalmente le banche. La
Crisi è avvenuta perché si è
lasciato sviluppare il sistema
finanziario ombra, che è
divenuto sempre più
complesso ed interconnesso.
I costi della regolamentazione
– indispensabili per
aumentare la stabilità del
sistema – devono essere
sopportati da tutti gli
intermediari finanziari. Oggi
invece la regolamentazione
continua ad essere
discriminatoria e strabica: un
eccesso di regole sulle
banche, mentre una miriade
di operatori finanziari magari anche più o meno
esplicitamente collegati a
quelli bancari – sono bancario
ancora in grado di eludere almeno in termini relativi - gli
oneri regolamentari.
Non solo: la
discriminazione avviene
anche all’interno del settore
bancario. La possibilità che le
banche hanno di scegliersi il
modello di ponderazione del
rischio, unita alla
discrezionalità che le
autorità di vigilanza hanno di
applicare regole eterogenee
nell'ambito di uno stesso
perimetro bancario – è il caso
della nostra ancora
pericolosamente incompleta
Unione Bancaria – finisce per
creare svantaggi competitivi
che sono legati vuoi alla
dimensione delle banche,
vuoi alla loro
specializzazione, vuoi
addirittura alla loro
nazionalità.
In terzo luogo le regole
bancarie non devono essere
uno strumento di
stabilizzazione del ciclo
economico e finanziario. Gli
operatori bancari e finanziari
devono poter definire le loro
scelte allocative in un
perimetro in cui almeno le
regole bancarie e la relativa
vigilanza – la cosiddetta
supervisione micro
prudenziale – deve essere il
più possibile stabile e non
discrezionale. Le politiche di
stabilizzazione del ciclo
devono essere quelle
monetarie e macro
prudenziali. Oggi invece – lo
vediamo soprattutto e
purtroppo in Europa con
l'azione di Daniele Nouy – la
vigilanza micro prudenziale
ha abbondantemente
tracimato il suo alveo,
svolgendo nei fatti una
azione ciclica, quindi
dannosa. È il quarto difetto
dell’attuale progetto di
riforma delle regole.
Dunque rinviare per
decidere meglio può essere
una scelta saggia. Purché
l’Unione Europea colga
l’occasione per domandarsi
se una regolamentazione
inutilmente complessa e
costosa, opaca ed
eccessivamente
discrezionale e
dannosamente ciclica sia
quello che serve per
superare questo difficile
momento per l'integrazione
dei nostri Paesi. È una
illusione? È meglio essere
illusi che ciechi.
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Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
4
Mercati globali
Il peso degli altri Paesi
Di gran lunga inferiori le emissioni della Germania
con 145 miliardi e della Francia a quota 210 miliardi
LE ATTESE PER IL NUOVO ANNO
Il costo del debito
Il costo medio alla raccolta dovrebbe restare
molto contenuto dopo il record del 2016
Un 2017 «pesante» per i titoli di Stato
Italia primo emittente dell’Eurozona con aste lorde per 260-267 miliardi - Interessi a 47 miliardi
Isabella Bufacchi
pIl 2017 sarà impegnativo per
il Tesoro, sotto tutti i punti di vista, per fattori quantitativi e
qualitativi, esogeni ed endogeni. Anche quest’anno l’Italia sarà il primo emittente di titoli di
Stato nell’Eurozona con emissioni a medio-lungo termine attorno a €260 miliardi. Dovrà
sborsare €214 miliardi circa per
i titoli di Stato in scadenza
(esclusi BoT e bond esteri) oltre al pagamento più elevato in
Europa per le cedole sul debito
pubblico, pari a €47 miliardi.
In un anno dominato dal rischio politico italiano ed europeo, l’Italia si trova sotto la spada di Damocle della minaccia di
declassamento di Dbrs, che dovrebbe decidere il 13 gennaio
sulle sorti della “A-low” italiana. Intanto il debito/Pil italiano,
il secondo nell’Eurozona, non
cala, la crescita stenta e il settore bancario è frenato nella palude dei non-performing loans.
Ad alleggerire il peso della
gestione del debito pubblico
I RIMBORSI
I titoli a medio-lungo
termine ammonteranno
quest’anno a 216 miliardi,
oltre 30 miliardi in più
del 2016, escludendo i Bot
2017, tuttavia, incideranno tuttavia una serie di fattori in
chiave positiva: il costo medio
alla raccolta anche quest’anno
è atteso vicino ai minimi storici, in virtù di rendimenti molto
bassi che potrebbero salire relativamente poco nonostante
il reflation trade dagli Usa e i
rialzi “soft” dei tassi della Federal Reserve; lo spread BTp/
Bund è visto stabile nel 2017
(per alcuni in lieve allargamento, per altri in leggero calo, al netto di tail risks), grazie
al continuo supporto del QE
della Bce; la domanda sui titoli
di Stato italiani dovrebbe confermarsi sostenuta anche quest’anno, per l’abbondanza della liquidità (maxi-rimborsi +
maxi-cedole + QE) e per il fatto
che il collocamento dei titoli di
Stato resta concentrato sul
mercato domestico presso le
mani forti degli investitori istituzionali italiani.
I numeri, in termini assoluti e
anche relativi, sono comunque
pesanti per la gestione del debito pubblico italiano anno2017. I
titoli di Stato a medio-lungo in
scadenza ammonteranno quest’anno a circa 216 miliardi
(escludendo i BoT saranno oltre 30 miliardi in più rispetto al
2016 rileva il Tesoro nelle sue
Linee guida 2017): si tratta del
calendario di rimborsi più pesante dal 2010. Questo ammontare è ancor più eclatante se
messo a confronto con i titoli di
Stato tedeschi e francesi in sca-
denza nel 2017, due Paesi con Pil
più grande dell’Italia: quest’anno rimborsano 145 miliardi circa di titoli di Stato ciascuno contro i 214 italiani.
L’Italia si conferma nel 2017
primo emittente di gran lunga
di titoli di Stato in euro a medio-lungo termine, con aste
lorde attese dagli addetti ai lavori attorno ai 260-267 miliardi, contro i 145 miliardi della
Germania (120 miliardi in meno dell’Italia) e i 210 miliardi
della Francia. Gli esperti del
credito di Scope Ratings, nell’outlook sui rischi sovrani europei, sottolineano che il debito/Pil medio tra Italia, Spagna,
Francia e Regno Unito salirà al
106% nel 2017 mentre l’unico
grande Stato con debito/Pil in
calo sarà ancora una volta la
Germania che dovrebbe scendere al 67% (dal 71% del 2015)
nonostante una crescita non
brillante (Scope Ratings prevede Pil spagnolo + 2,2% contro
+1,1% di media tra Italia, Germania, Francia e Regno Unito).
L’Italia quest’anno pagherà
anche il più elevato quantitativo di cedole e quindi di interessi
sul debito: 47 miliardi i coupon
italiani contro 39 della Francia e
i 22 della Germania (quest’ultima aiutata dai titoli tedeschi acquistati nel 2017 dal QE per 140
miliardi contro i 100 italiani).
Il costo medio alla raccolta
per l’Italia tuttavia dovrebbe rimanere molto contenuto quest’anno: secondo Unicredit, invariati i livelli attuali, sarà in
media dell’1,5% sul medio-lungo termine (tra 2 e 50 anni ma
con più emissioni sul lungo tratto). Il tasso medio sullo stock
dei titoli di Stato è ora al 3%. Il
QE della Bce continuerà anche
quest’anno a esercitare una
pressione al ribasso sui rendimenti, al rialzo sui prezzi: tenuto conto delle emissioni nette di
BTp (44 miliardi circa), Bnp Paribas stima che il Public Sector
Purchase Programme della Bce
(fino a marzo su un totale di 80
miliardi e in seguito 60 miliardi
mensili) acquisterà 103,35 miliardi di titoli di Statoitaliani,
portando le emissioni nette negative a quota 60 miliardi.
Lo spread tra BTp e Bund potrebbe muoversi in qualsiasi direzione, ma quel che importa è
che dovrebbe allargarsi o restringersi molto poco. Société
Générale consiglia ai clienti di
acquistare i core e preferire i
Bonos ai BTp, mentre Crédit
Agricole è positiva sui titoli italiani e vede il gap BTp/Bund
stringersi attorno a quota 140
verso fine 2017. Il rischio politico resta la vera grande fonte di
incertezza e turbolenza per la
gestione del debito pubblico
quest’anno: al netto delle incognite di Trumponomics e
Brexit, naturalmente.
@isa_bufacchi
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L’andamento
Rimborsi dei titoli di stato italiani a medio-lungo termine.
In miliardi
+38
214
193
191
196
180
176
170
160
155
155
140
120
100
2010
2011
2012
Fonte: UniCredit Research
2013
2014
2015
Titoli di stato a medio e lungo termine. Anno 2017, valori in miliardi di euro
ASTE
TITOLI IN
SCADENZA
CEDOLE
QE
TOTALE
857,0
718,5
173,3
522,3
Finlandia
15,0
11,0
1,9
10,0
Germania
145,0
142,0
21,7
142,7
Olanda
35,0
43,6
7,9
32,1
Belgio
35,0
36,8
10,9
19,7
Irlanda
10,0
6,3
4,0
8,3
Francia
210,0
146,8
39,3
113,1
Austria
21,0
17,9
6,2
15,6
Spagna
110,0
86,8
27,6
71,8
Portogallo
16,0
6,8
4,6
9,0
ITALIA
260,0
213,1
47,1
100,0
Grecia
0
7,4
2,1
0
Isabella
Bufacchi
La vulnerabilità
del Paese
in un anno ricco
di incertezze
L
e aste lorde dei titoli di
Stato italiani, compresi i
BoT, quest’anno
andranno ben oltre quota 400
miliardi: tra rimborsi di bond in
scadenza, deficit e
finanziamento del fondo per le
banche a tutela del risparmio,
lo stock del debito pubblico
difficilmente calerà. Ben che
vada, il debito/Pil resterà
attorno al 132%-133%. Lo spread
si muoverà poco, i rendimenti
si manterranno bassi: se anche
dovessero salire, lo scenario
base dei grandi player del
mercato è per rialzi contenuti.
Il 2017 potrebbe essere l’anno
del tirare a campare, per il
debito pubblico. E questo è un
bene e un male.
È un bene perché il 2017 è per
l’Italia, l’Europa, lo Uk, gli Usa,
la Cina e i mercati emergenti un
anno di transizione, di
incertezza e instabilità. E se
tutto questo alla fine non avrà
un impatto negativo sul
debito/Pil e sul rating dell’Italia,
sarà un gran risultato.
L’Italia è il terzo Pil
dell’Europa ma è uno dei Paesi
più vulnerabili dell’area
dell’euro: per questo
vivacchiare è un male. La
Germania cresce poco più
dell’Italia ma è riuscita a far
calare il debito/Pil dal picco
dell’85% raggiunto durante la
Grande Crisi al 67% previsto
per la fine di quest’anno. Il 60%
è in vista. La Francia ha
problemi strutturali molto più
vicini a quelli italiani ma ha un
debito/Pil sottoil 100%.
Essere vulnerabili di questi
tempi è un lusso che l’Italia può
permettersi solo perché
protetta dal QE della Bce che
anche quest’anno acquisterà stando alle stime degli addetti ai
lavori - attorno ai 100 miliardi di
BTp e terrà spread e
rendimenti sotto controllo.
Persino il rischio di
declassamento di rating è
modesto, quest’anno, per
l’Italia: se DBRS dovesse
declassare l’Italia, la perdita
dell’ultima singola “A-low”
colpirebbe un poco le banche
(uno sconto, un haircut
maggiore sui bond italiani usati
come collaterale nelle
operazioni di rifinanziamento
principale presso la Bce).
L’Italia resterebbe nella fascia
della tripla B, minacciata da un
solo outlook negativo, Fitch sul
2016
2017
rating più alto (BBB+), stabile
per ora l’outlook sulla Baa2 di
Moody’s e sulla BBB- di S&P’s.
Sarà meglio per l’Italia che
nulla vada storto, quest’anno,
che i cosiddetti “tail-risks” non
si manifestino. Tutto deve filare
liscio sul fronte di Brexit . I
partiti di protesta anti-euro
dovranno uscire dalle elezioni
con le ossa rotte in Francia,
Germania e Olanda ( il tail risk
olandese è sottotraccia per
ora). Negli Usa, basterà che
Trump inizi a imbastire anche
solo metà o meno della metà
delle sue promesse elettorali, e
tutti saranno contenti. Le
politiche fiscali espansive in
Cina e Usa, con aumento della
spesa pubblica per sostenere la
crescita, daranno sollievo
indirettamente anche dal
debito/Pil italiano: purché non
esploda qualche bolla cinese. E
RISCHIO DECLASSAMENTO
L’impatto delle scelte
di Dbrs è modesto
perché restiamo a livello
di tripla B e sotto
l’ombrello del Qe
purché il nuovo inquilino alla
Casa Bianca non destabilizzi il
mondo con slanci di
protezionismo e caccia grossa
all’immigrato. In quanto alle
banche centrali, nonostante il
rialzo dei tassi Fed negli Usa e
un primo taglio agli acquisti
mensili nel PSPP da parte della
Bce (visto come l’anticamera
del tapering), le banche centrali
è bene per l’Italia che restino
ancora per un po’ dove sono e
dove il mercato le vuole, dietro
la curva.
@isa_bufacchi
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Il calendario
Gli appuntamenti per il rating
sovrano dell’Italia
Agenzia
Data
DBRS
13 gennaio
Moody’s
10 febbraio
DBRS
18 marzo
Fitch
21 aprile
S&P’s
05 maggio
Moody’s
09 giugno
DBRS
14 luglio
Moody’s
06 ottobre
Fitch
20 ottobre
S&P’s
27 ottobre
UpBilancio. Effetto dello scostamento di 0,5% del Pil
«Allentamento italiano
superiore a media Ue»
pIl «grado di aggiustamento
220
200
Il quadro nell’Eurozona
L’ANALISI
o allentamento strutturale»
delineato dai documenti programmatici di bilancio (Dpb)
dei 18 paesi dell’area euro
(Grecia esclusa) varia molto
da un caso all’altro. Ma l’impostazione di bilancio programmata dall’Italia nel Dpb (0,5%
di maggiore espansione) risulta «superiore alla media dell’area». È quanto rileva l’Ufficio parlamentare di bilancio
nel focus pubblicato ieri. Secondo la ricostruzione dell’UpB «nessuno dei 18 paesi
presenta rischi di grave non
conformità al Patto di stabilità
e crescita (Psc): in dieci casi i
Dpb esaminati sono pienamente in linea (Germania,
Olanda, Lussemburgo, Estonia, Slovacchia) o sostanzialmente conformi (Francia, Irlanda, Lettonia, Malta e Austria) con il Psc; per i restanti
otto paesi (tra questi Belgio,
Italia e Spagna), secondo l’opinione della Commissione, la
conformità (compliance) è invece a rischio».
Nei Dpb presentati dai di-
versi paesi «si conferma in generale il proseguimento del
sentiero di riduzione sia del disavanzo sia del debito in rapporto al Pil. In media - si rileva
nel focus - il disavanzo passerebbe dal 2% nel 2015 all’1,4%
nel 2017, il debito dal 91,2 all’88,97. Per l’Italia, nel 2017 sia il
disavanzo in rapporto al Pil
(2,3%) sia il debito in rapporto
al Pil (132,6%) sono previsti superiori alla media». Nello specifico, in Italia «lo stock di debito in rapporto al Pil nel 2017 è
atteso ridursi rispetto al 2016
ma sarà ancora pari al 132,6%,
quindi leggermente superiore
(0,3%) a quello registrato nel
2015». Per quanto riguarda il
deficit, «solo la Spagna presenta un rapporto disavanzo/Pil
superiore al 3%». Infine l’Upb
rimarca come «nel biennio
2016-17 è previsto in media un
leggero peggioramento (0,1%
all’anno) del disavanzo in termini strutturali; ciò significa
che la riduzione del disavanzo
effettivo è dovuta alle migliorate condizioni cicliche».
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Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
5
Mercati globali
Positività
ll flusso delle notizie ha fornito elementi
confortanti per entrambe le sponde dell’Oceano
LA GIORNATA
Analisti divisi
Sul dato tedesco c’è chi vede un taglio del piano
di riacquisti e chi l’avvicinamento ai target Bce
Il superdollaro spinge l’euro sotto 1,04
Forte volatilità sulle valute: la moneta europea torna ai livelli del 2002, poi parziale recupero
Cheo Condina
pSeduta di consolidamento
per le Borse europee che ieri
hanno chiuso quasi tutte positive, con Milano poco sopra la
parità (+0,04%) e Francoforte
unica negativa (-0,12%), ma
comunque decisamente sotto
i massimi di giornata causa il
rallentamento di Wall Street.
Un andamento a due facce –
nel primo pomeriggio Piazza
Affari era arrivata a guadagnare l'1,2% - replicato anche da
euro e petrolio: la moneta unica nella mattinata di ieri si è
riavvicinata ai minimi dal 2002
sul dollaro per poi risalire oltre quota 1,04 mentre il greggio, dopo avere toccato i massimi da 15 mesi sia col Brent che
col Wti, ha visto prevalere i realizzi. Tutto ciò mentre il mercato obbligazionario ha registrato un leggero allargamento dello spread decennale Btp
Bund a ridosso di quota 160,
chiudendo per la precisione a
169 punti base. Sul fronte macroeconomico, peraltro, la
giornata era ricca di dati, che
hanno fornito notizie confortanti per entrambe le sponde
dell'Oceano. In Europa le statistiche chiave sono state
quelle della Germania, dove la
disoccupazione si è confermata ai minimi dal 1992, a quota
6%, e soprattutto a dicembre
l'inflazione ha registrato un
insperato rialzo: un'accelerazione sopra le attese pari allo
0,7% congiunturale e all'1,7%
su anno. Anche dagli Stati Uniti sono pervenute indicazioni
sul consolidamento della ripresa economica che ha spinto la Fed a spingere l'accelera-
tore sul rialzo dei tassi: a novembre le spese per costruzioni sono salite dello 0,9% (dallo
0,6% di ottobre), mentre gli
analisti attendevano un aumento dello 0,5%; anche l'Ism
manifatturiero in dicembre è
salito a 54,7 punti, dai 53,2 del
mese precedente a fronte di un
consensus pari a 53,6 punti.
Piazza Affari ha così chiuso
in rialzo dello 0,04% con l'Ftse
Mib e dello 0,14% con l'All Share aggiornando seppur marginalmente i massimi da metà
IL CONTRIBUTO
Dagli Stati Uniti sono
arrivate indicazioni
sul consolidamento della
ripresa che ha indotto la Fed
a spingere sui tassi
gennaio 2016; positive anche
Parigi (+0,35%) e Londra
(+0,49%) mentre Francoforte
ha ceduto lo 0,12%. Due i settori sotto i riflettori degli operatori: le banche, già in forte rialzo l'altro ieri grazie alla leggera risalita dei tassi sul mercato
obbligazionario, con lo stoxx
europeo di settore che ha recuperato il 2,8%, e le auto
(+1,2%) sulla scia dei dati positivi sulle immatricolazioni nei
principali Paesi del Vecchio
Continente. A Milano Banco
Bpm ha chiuso ancora come
migliore dell'Ftse Mib a +7,2%,
seguito da Ubi Banca (+4,3%) e
Bper (+3,8%). Acquisti anche
su Azimut (+5%) e Fca (+1,9%),
che ha riagganciato così quota
9 euro (non accadeva da otto-
bre 2015) sulle voci di nuove
operazioni straordinarie in
Usa e grazie all'ulteriore crescita delle immatricolazioni in
Italia (+14,1% a dicembre). Bene anche Mediobanca (+2,9%)
e Intesa Sanpaolo (+2,3%), è
proseguito il recupero di Saipem (+2%) mentre in coda al listino principale si sono distinte Luxottica (-2,7%), Prysmian
(-2,4%) e St (-2,4%). In ribasso
anche Terna (-2,3%) che paga
la difficile seduta per le utility
in tutta Europa: a Francoforte
E.On ha ceduto l'1,3%, a Milano
vendite su Enel (-1,28%),
Snam (-1,3%) e Italgas
(-1,47%). Giù anche Mediaset, che ha lasciato sul terreno l'1,2% dopo la corsa
dell'ultimo scorcio di 2016.
Fuori dal listino principale, le
migliori sono state Premuda
(+22,4%) e Ceramiche Ricchetti (+19,9%) mentre è continuato il rally di Mondadori,
che avanza di un altro 3,9%.
Per dare uno sguardo all'Europa, a Parigi hanno brillato
SocGen (+3,7%), Credit Agricole (+3,2%) e Bnp (+2,6%); bene anche Peugeot (+3,3%) dopo i dati sulle immatricolazioni. A Francoforte è proseguito
il recupero di Commerzbank
(+4,3%) seguita da tutto il comparto auto con Volkswagen
(+1,9%) e Daimler (+1,3%); giù
E.On (-1,3%). Infine a Londra,
dove l'indice principale ha
chiuso sul nuovo record storico (lunedì la Borsa della City
era chiusa) hanno brillato le
materie prime con Fresnillo in
prima fila (+3,7%) e gli istituti
bancari con Barclays (+3,8%).
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La risposta degli indici azionari europei
LE BORSE
Variazioni % di ieri
Milano
Francoforte
Cac 40
Ftse Mib
Dax
+1,55%
+0,81%
+0,49% +0,35%
+0,04%
−0,12%
IL CAMBIO
Quanti dollari per un euro
1,14
1,1053
1,10
1,066
1,0457
1,040
1,02
NOV
DIC
GEN
Reddito fisso. Il rendimento del Bund decennale risale allo 0,26%, ma il BTp accelera ancora di più (1,87%) e riporta lo spread Italia-Germania a 161 punti base
L’inflazione tedesca raddoppia,
forti vendite sui titoli di Stato
Maximilian Cellino
pEccola l’inflazione che molti
temono di veder riapparire in
forze nel corso del 2017. Un aumento per il mese di dicembre lo
avevano messo in conto un po’
tutti, se non altro per l’inevitabile
effetto base creato dai valori del
petrolio. Pochi però si aspettavano che l’indice dei prezzi al consumo tedesco potesse registrare
un incremento più che doppio rispetto al mese precedente, passando da 0,7% a 1,7% in un sol colpo. E il fatto che l’impennata si sia
appunto registrata in Germania,
cioè il Paese storicamente più
preoccupato per l’inflazione e
anche più critico nei confronti
delle politiche ultra-espansive
della Banca centrale europea
(Bce) è stato sufficiente ieri per
innescare una vera e propria
svendita sui titoli di Stato.
Ieri il rendimento del Bund è risalito allo 0,26%, ma il movimento
sui «periferici» è stato ancora più
accentuato tanto che il BTp si è attestato all’1,87% e lo spread ItaliaGermania è quindi tornato a 161
punti base. Tutto questo perché,
appunto, una lettura più forte del
previsto del dato sui prezzi tedeschi porta gli investitori a pensare
che il compito di Mario Draghi nel
trovare un accordo in seno al con-
EFFETTO PETROLIO
In Germania i prezzi al consumo
balzano dallo 0,7% all’1,7%
a dicembre e fanno sorgere
nuovi dubbi sul «Qe» della Bce
Crescono le attese per il dato
di oggi sull’intera Eurozona
siglio Bce per mantenere le misure di stimolo si farà sempre più difficile nei mesi a venire. E che anzi
possano aumentare gli spazi per
un ridimensionamento del piano
di riacquisti, che per il momento
procederà comunque al ritmo di
80 miliardi di euro mensili fino a
marzo e poi si ridurrà a 60 miliardi
fino al termine dell’anno.
Chi è di questo parere, fra gli
analisti, fa notare come le aspettative di inflazione nell’Eurozona a
medio/lungo termine si stiano
approssimando all’obiettivo stesso dell’Eurotower. Prova ne sia
che il tasso atteso fra cinque anni
per i successivi cinque, cioè il cosiddetto «5y5y» che è una delle
misure preferite dai banchieri
centrali, è risalito all’1,76% quando la scorsa estate stava sotto
l’1,30%: viaggia ai massimi dal
marzo 2015 (quando il «quantitative easing» venne ampliato) e
non è poi più così lontano dal 2%,
livello al quale la dinamica dei
prezzi si dovrebbe avvicinare secondo quanto previsto dallo statuto stesso Bce.
Gli scettici invece non possono
che rilevare come questa fiammata sia non solo in gran parte attesa, ma dovuta quasi esclusivamente all’effetto materie prime e
petrolio (ai massimi da 18 mesi).
Se quindi a livello di Eurozona
l’indice generale dei prezzi al
consumo di dicembre (i cui dati
saranno diffusi oggi) potrebbe secondo gli analisti di Barclays Capital accelerare dallo 0,6% all’1,1
per cento, l’inflazione «core» che
rileva la tendenza di fondo perché esclude le componenti più
volatili rischia invece di restare
BTp 10 anni
Rendimento %
2,3
1,868
2,0
1,244
1,7
1,4
1,1
03/10/16
03/01/17
ancorata a un poco rassicurante
+0,8 per cento.
Certo, la tendenza alla reflazione (cioè un periodo di moderato
incremento dei prezzi successivo
a una fase di deflazione) è un fenomeno ben presente su scala globale, in primo luogo negli Stati Uniti
dove si fa soprattutto affidamento
sulle misure fiscali espansive promesse da Donald Trump e dove,
non a caso, la Federal Reserve ha
già avviato un ciclo rialzista sui
tassi mentre i rendimenti dei titoli
di Stato decennali si sono portati a
ridosso del 2,50 per cento.
L’Europa dei bond si sta muovendo nella stessa direzione, in
parte di riflesso al movimento
globale e in parte seguendo dati
sull’inflazione come quello di ieri,
ma i dubbi restano. Per Simon
Wells e Fabio Balboni di Hsbc siamo ancora molto lontani dall’assistere a un rialzo dell’inflazione di
fondo sostenibile nel tempo: il
tasso «core» difficilmente salirà
molto oltre l’1% e potrebbe anzi
attestarsi appena all’1,2% nel 2018.
Prima o poi anche il mercato potrebbe prenderne coscienza.
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Energia. Occhi puntati sull’avvio del piano dei tagli produttivi da parte dei Paesi Opec e non-Opec, ma la corsa della divisa Usa (ai massimi dal 2002) pesa sui prezzi del barile
La valuta Usa «rovina la festa» del greggio
Balduino Ceppetelli
pSe il mercato del petrolio
cercava certezze circa un graduale e nuovo stabile recupero
sulla scia delle attese di una implementazione dei tagli produttivi decisi dall’Opec, allora la
prima seduta dell’anno non
sembra essere stata certo di
buon auspicio. I prezzi infatti
hanno subito evidenziato oscillazioni violentissime. Dopo il
forte recupero delle quotazioni
del barile registrato nel 2016
(+45% circa) la seduta si era
aperta all’insegna dell’euforia,
con il Brent e il Wti saliti rapidamente di oltre il 2,5% per toccare
i massimi da circa un anno e
messo rispettivamente a quota
58,37 e 55,24 dollari al barile. A
surriscaldare gli scambi sono
state le notizie giunte da Kuwait
e Oman. I due paesi infatti hanno già annunciato di aver rispettato gli impegni presi proprio in
tema di riduzione delle estrazioni. Tuttavia con il passare
delle ore - complice l’ulteriore
rafforzamento della divisa Usa
(il dollar index è salito ieri sera
ai massimi dal 2002) - i prezzi
hanno invertito tendenza per
cedere oltre il 2% e dirigersi verso quota 55,50 per il Brent e 52,40
per il nordamericano Wti.
Le prospettive tuttavia appaiono sempre favorevoli per le
quotazioni del barile. Dollaro a
parte (i suoi rialzi mettono sotto
pressione tutte le asset class denominate nella divisa Usa fre-
LO SCENARIO
Al via il piano del cartello
per limitare l’offerta:
Kuwait e Oman i primi
a ridurre le estrazioni
Nonostante il calo di ieri
le prospettive restano positive
nandone gli acquisti), a catalizzare l’attenzione del mercato è
chiaramente catalizzata dall’implementazione del piano di
tagli Opec-non Opec per 1,8 milioni di barili al giorno entrato in
vigore il primo gennaio. «Il
mercato - ha commentato un
analista della Confluence Investment Management di St.Louis
(Missouri) - si sta muovendo
sulle attese che i tagli produttivi
vengano realmente effettuati e
che contribuiscano a ridurre le
elevatissime scorte». Da Kuwait e Oman sono arrivati «i primi segnali sul ridimensionamento del surplus di offerta»
hanno detto dalla Abn Amro di
Amsterdam. «Il settore è in attesa di capire se i limiti alle estrazioni verranno realmente rispettati soprattutto nella prima
fase dell’accordo» hanno aggiunto alla Cmc Markets. E simili sono i commenti dei broker
della londinese Pvm Oil Associates: «Il 2016 è stato l’anno delle parole, il 2017 deve essere
quello dei fatti».
E al riguardo segnali positivi
giungono da molti Paesi Opec e
non-Opec circa il rispetto degli
impegni presi. Su tutti l’Arabia
saudita, capofila Opec che ridurrà l’ouput di 486mila bg a
circa 10 milioni di bg e che non
può permettersi “distrazioni”
anche per motivi politici, tanto
che ha già annunciato un calo
delle consegne in Europa. La
Russia poi - primo dei Paesi
“non allineati” - in dicembre ha
visto la sua produzione viaggiare al livello record di 11,2 mbg (il
massimo da circa 30 anni), ma si
è impegnata a tagliare l’output
di 300mila bg, obiettivo non difficile da raggiungere frenando
l’attività nella Siberia Occidentale, dove peraltro le estrazioni
sono già in calo. Inoltre i merca-
Brent
In dollari al barile
60
55
55,89
50,89
50
45
40
03/10/16
03/01/17
Le speranze
di Wall Street
con l’avvio
dell’era Trump
Il petrolio
e quella via
verso un trend
di solidi rialzi
G
I
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Parigi
Ftse 100
OTT
Davide
Tabarelli
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Londra
Ibex 35
1,06
Marco
Valsania
ti non sembrano preoccupati
dai livelli produttivi in Nigeria e
Libia, dove l’attività petrolifera
- sia pur in lenta ripresa - sta pagando gli effetti di guerre e rivolte interne.
Quanto alle prospettive appare interessante un rapporto
Moody’s sul settore che parla di
prezzi ancora “tiepidi” per il
2017 con un mercato ancora caratterizzato da un’elevata volatilità. Moody’ pronostica per il
barile prezzi compresi tra i 40 e i
60 dollari. E per il settore un’elevata attività di M&A soprattutto in Nord America, dove con la
presidenza Trump è in vista una
politica incentrata sullo sviluppo domestico e sulla deregolamentazione. Moody’s comunque parla, per il comparto della
trivellazione e dei servizi per i
giacimenti, un altro anno “duro”, caratterizzato ancora da un
elevato numero di insolvenze a
causa della sempre debole domanda, dell’eccesso di capacità
e dell’elevato indebitamento.
Madrid
Ase
1,1209
L’ANALISI
li indici della borsa
americana e la valuta
che li sottende hanno
festeggiato in ritardo in
Capodanno, ma alla festa
non hanno certo rinunciato:
il Dow Jones è tornato a
corteggiare la soglia dei
ventimila punti in una
seduta inaugurale del 2017
che ha pasteggiato con
spumeggianti rialzi. Il
super-dollaro ha
accompagnato come una
fedele ancella la corsa degli
asset azionari statunitensi
nell’anno zero dell’era
Trump, schiacciando l’euro
sempre più verso la parità, a
quota 1,04.
Che exploit azionari e
dollaro forte siano più d’un
semplice vaticinio lo
sostengono numerosi
analisti e operatori dei
mercati. Questo destino
sarebbe scritto in
un’espansione a stelle e
strisce capace di scuotersi di
dosso eccessive fatiche, in
una politica almeno in parte
più pro-business e in una
Federal Reserve di
conseguenza in grado di dar
corso a propositi di maggior
normalizzazione della
politica monetaria a colli di
modesti ma continui
aumenti del costo de denaro.
Uno sguardo sobrio dopo
allegre libagioni a simili
propositi di inizio anno però
s’impone anche per i
mercati. I guadagni di ieri
hanno visto nel ruolo di
protagonisti anzitutto i soliti
noti: le banche, con il
comparto finanziario che ha
guidato l’indice S&P 500
dall’alto di un balzo
dell’1,33%, aiutate da
revisioni positive dei target
di numerosi istituti - JP
Morgan, Wells Fargo, Bank
of America - cortesia della
collega Barclays. Goldman
Sachs è stato da parte sua il
titolo leader tra i trenta del
Dow. Con i finanziari si sono
mosse di concerto i titoli
delle società dell’energia,
incoraggiati in questo caso
da prezzi del petrolio
lievitati ai massimi da 18
mesi, a 60 dollari al barile.
È un ottimismo sostenuto
- o gonfiato - da attese ben
precise: di rapide quanto
efficaci azioni firmate dal
prossimo presidente Donald
Trump sul fronte della
deregulation e delle riforme
fiscali e d’una tenuta
dell’accordo tra i paesi
produttori di greggio sul
taglio della produzione
entrato in vigore proprio in
queste ore. Entrambi questi
presupposti appaiono
tuttavia discutibili o
quantomeno interamente da
dimostrare. Meno fragile
potrebbe essere lo stato
dell’economia, ma Wall
Street è già reduce da un
rally che ha visto il 2016
chiudersi con un guadagno
del 13,4%, il migliore in tre
anni, costruito in buona
parte negli ultimi due mesi
all’indomani delle elezioni
dell’8 novembre. È certo
possibile, come sostengono
gli ossarvatori, un nuovo
rialzo dei mercati americani
quest’anno, più o meno
rilevante. Ma volatilità e
correzioni rimangono in
agguato con le incognite
domestiche e internazionali.
La stessa marcia del dollaro
può ad un certo punto
penalizzare crescita e ancor
più le performance
aziendali. Bisognerà vedere
se saranno i fondamentali ad
adeguarsi agli slanci di Wall
Street oppure, piuttosto,
Wall Street a dover fare i
conti con fondamentali
meno roboanti.
Atene
0
L’ANALISI
prezzi del petrolio Brent
iniziano il 2017 all’insegna
della volatilità ma le
prospettive parlano del
proseguimento del recupero
iniziato l’anno scorso. Il Brent,
che ieri a inizio seduta aveva
superato i 57 dollari (il massimo
dal luglio 2015) nelle ore
successive ha invertito
tendenza ma l’obiettivo è
sempre il raggiungimento dei 60
dollari per le prossime
settimane (solo un anno fa il
barile quotava 35 dollari). Il
mercato attende conferma del
trend che dura dall’accordo
Opec del 30 novembre,
rafforzato poi da quello non
Opec del 10 dicembre. Entrambi
sono entrati in vigore il 1°
gennaio e in queste ore arrivano
le conferme dei tagli alle
vendite: il primo è stato il non
Opec Oman, poi il membro
storico del cartello, il Kuwait,
vicino all'Arabia Saudita e
sempre allineato a quello che fa
Riad. Se loro hanno tagliato,
significa che sono sicuri che lo
stesso faranno i sauditi. Quasi
metà del taglio complessivo
Opec, 0,5 su 1,2 milioni barili
giorno, se lo prendono i sauditi,
mentre il resto è spartito in
piccoli volumi fra gli altri
membri. Il Kuwait guida il
comitato di controllo che si
riunirà il 21 gennaio a Vienna,
con Algeria e Venezuela,
membri Opec, e Russia e Oman
per i non Opec. Il Venezuela, al
di fuori del Medio Oriente, si sta
dando da fare come raramente
accaduto per far rispettare gli
impegni. Vengono rispolverati
vecchi obiettivi di politica
terzomondista, quelli che negli
anni ’70 fecero grande l’Opec e
che oggi aiutano, in maniera più
pragmatica, a creare disciplina
per l’obiettivo comune. La
Russia, come l'Arabia Saudita, si
è presa gran parte del taglio non
Opec, 0,3 su 0,6 mbg . Per il
momento ha solo confermato i
record produttivi di fine 2016 a
11,2 mbg, livelli non visti da 30
anni. Oggi, il picco sembra
raggiunto e la riduzione di 0,3 è
poca cosa, sia in termini relativi,
2,6% del totale, sia rispetto alla
fisiologica riduzione della
produzione da molti giacimenti.
Tagliare è inevitabile, mentre la
leadership politica assunta in
Medio Oriente, anche con la
recente tregua in Siria, impone a
Mosca coerenza su quanto
promesso. Gli altri produttori o
non si sono impegnati in tagli o
hanno riduzioni molto risicate.
Fra quelli che non si sono
impegnati, l’Iran ha raggiunto
quanto chiedeva: tornare a 4
mbg. La Nigeria è sempre
bloccata per problemi di
guerriglia interna. La Libia sta
tornando, ma lentamente. Negli
Usa, ben lontani da qualsiasi
accordo, il numero di trivelle
sale per la settima settimana di
fila a 558, ma il valore è inferiore
di 40 rispetto a un anno fa e di
due terzi più basso dei picchi del
2014. Occorrono prezzi più alti, e
tempi lunghi, per un robusto
balzo della produzione Usa. Sul
lato della domanda, occhi
sempre puntati sulla Cina, dove i
consumi di diesel danno segnali
di crescita, ma sempre rallentata
rispetto al passato. Tuttavia, dal
1° gennaio sono entrati in vigore
limiti ambientali più stringenti
che renderanno necessario un
maggiore import di prodotti di
migliore qualità, con impatto
rialzista, come accaduto in
passato per le normative
europee e Usa. Alla forza del
trend credono anche i finanzieri
che, si sono riportati con acquisti
massicci sulla borsa a termine
Nymex. L’ottimismo, magari
gonfiato, circa l’economia Usa
per l’arrivo del nuovo
presidente, aiuta la spinta al
rialzo del greggio, per il
momento, però, ben fondata
anche su elementi reali.
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Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
6
La ripresa difficile
Le previsioni
Nel 2017 la produzione delle macchine utensili
dovrebbe salire del 4%, verso il record del 2008
LE MISURE PER LE IMPRESE
La proroga di un anno
Il decreto finanzia le riduzioni di orario
iniziate nel 2016 e in prosecuzione quest’anno
Industria 4.0, spinta del 10% sui macchinari Cigs, altri 117 milioni
FOCUS. LA NOVITÀ NEL «MILLEPROROGHE»
Le stime dei produttori sull’effetto 2017 delle nuove agevolazioni scattate dal 1° gennaio
Carmine Fotina
ROMA
pSe
il consolidamento
della crescita passa in buona
misura per gli investimenti
privati, il 2017 sarà l’anno di
una risposta decisiva, in un
senso o nell’altro. L’inedito
combinato disposto di agevolazioni per investimenti
effettuati a partire dal 1°
gennaio 2017 - super e iperammortamenti, Nuova Sabatini, bonus ricerca rafforzato e anche i nuovi contratti di sviluppo - include benefici fiscali, finanziamenti
agevolati e in alcuni casi
contributi diretti alla spesa:
arriverà la svolta?
L’Ucimu, l’associazione
dei produttori di macchine
utensili, professa ottimismo e
ha appena aggiornato al rialzo le stime sugli investimenti
del 2017: +9-10% le consegne
dei costruttori italiani sul
mercato interno alla luce delle norme più strettamente
correlate a Industria 4.0, ovvero maggiorazione degli
ammortamenti e Nuova Sabatini. Un dato che si sommerebbe al +20,5%, per 2,2 miliardi, realizzato nel 2016 quando
era in vigore solo il superammortamento al 140% e non ancora la versione iper al 250%
per i beni funzionali alla digitalizzazione. Nel 2017 la produzione delle macchine utensili dovrebbe salire a 5,7 miliardi (+4%), avvicinandosi al
valore record di 6 miliardi registrato nel 2008.
L’iperammortamento come detto è la vera novità per il
2017 e si applica solo per i beni
consegnati a partire dal 1°
gennaio: in altre parole non è
possibile beneficiare dell’agevolazione per beni consegnati entro il 2016 ma la cui
entrata in funzione scatta nel
2017. La maggiorazione della
deduzione vale solo per beni
strumentali nuovi e da quest’anno include anche i software (140%) purché funzionali alla trasformazione tecnologica in chiave Industria
4.0. A questo tipo di vantaggio fiscale si può cumulare la
Nuova Sabatini, che a sua
volta prevede benefici rafforzati per investimenti collegati a Industria 4.0.
Lo sportello per presentare
domande di accesso ai contributi della Nuova Sabatini è
stato riaperto il 2 gennaio, dopo l’inserimento nella legge di
bilancio di 560 milioni. Fino a
quel momento, lo strumento
aveva raccolto 19mila domande di agevolazione per contri-
LE NOVITÀ
Scatta l’iperammortamento
per i beni digitali. Per la «Nuova
Sabatini» in chiave Industry 4.0
i contributi sui finanziamenti
salgono al 3,6 per cento
LA PAROLA
CHIAVE
Industria 4.0
7 Il termine Industria 4.0, nella
definizione dell’indagine
conoscitiva della Camera, è
utilizzato per indicare una
serie di rapide trasformazioni
tecnologiche nella
progettazione, produzione e
distribuzione di sistemi e
prodotti. In quest’ottica la
manifattura non va più
considerata come una
sequenza di fasi separate ma
come un flusso integrato
immaterialmente
grazie alle tecnologie digitali.
buti pubblici pari a 360 milioni. Le nuove risorse pubbliche
serviranno a coprire la proroga di due anni - al 31 dicembre
2018 - dei contributi pari all’ammontare degli interessi
calcolati al tasso del 2,75% sull’importo di finanziamento
bancario. La novità però è la
possibilità di accedere a un
contributo maggiorato del
30% - si arriva quindi quasi al
3,6% annuo - per la realizzazione di investimenti in tecnologie digitali, ad esempio
nell’ambito dei big data, del
cloud computing, della cybersecurity, della realtà aumentata o della manifattura 4D.
Anche i nuovi contratti di
sviluppo, strumento destinato prevalentemente a
grandi investimenti produttivi, sono stati rimodellati
guardando al piano Industria 4.0. Infatti la riforma,
pubblicata sulla Gazzetta
ufficiale 297 dello scorso 21
dicembre, prevede forme
speciali di Accordi tra ministero e regioni per progetti
di rilevanti dimensioni o
con determinate caratteristiche, come appunto la presenza di investimenti funzionali alla digitalizzazione
della produzione.
Sempre dal 1° gennaio 2017,
inoltre, sugli investimenti in
ricerca e sviluppo si può applicare la nuova versione del
credito d’imposta, elevato dal
25 al 50% per tutte le tipologie
di spesa, compresi i costi del
personale tecnico indipendentemente dal fatto che si
tratti di dipendenti altamente
qualificati. L’importo massimo annuale riconosciuto a
ciascun beneficiario passa da
5 a 20 milioni. E dopo un lungo
confronto con l’agenzia delle
Entrate, il “bonus” potrà essere utilizzato anche dalle multinazionali con sede in Italia.
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Gli strumenti subito operativi
alle aziende in aree
di crisi industriale
Claudio Tucci
ROMA
SABATINI BIS
SUPERAMMORTAMENTI
IPERAMMORTAMENTI
Riparte lo sportello
Ripartono le domande di accesso
ai contributi Mise a fronte di
finanziamenti bancari
quinquennali per l’acquisto di
macchinari, impianti e
attrezzature. Il contributo riduce
del 2,75% annuo gli interessi
sugli investimenti ordinari.
Possibile accedere a un
contributo maggiorato del 30% quindi al 3,575% annuo - per gli
investimenti in tecnologie
digitali «4.0». Per quest’ultimo
sarà però un provvedimento del
direttore generale incentivi del
Mise a definire termini e modalità
di presentazione delle domande
Prorogata l’agevolazione
Prorogato per un anno il
superammortamento del
140%, fino al 31 dicembre
2017, con consegna
possibile fino a giugno 2018
(con ordini accettati dal
venditore entro il 2017 e
acconto per almeno il 20%
da versare nello stesso
anno). Per quanto riguarda i
veicoli e i mezzi di trasporto,
nel 2017 il beneficio è
riconosciuto solo a
condizione che essi
rivestano un utilizzo
strumentale all’attività di
impresa
Debutta il super bonus
Dal 2017 l’iperammortamento
sale al 250% per i beni digitali,
legati a Industry 4.0. I beni
agevolabili sono divisi in
quattro aree: beni strumentali
con funzionamento controllato
da sistemi computerizzati o
sensori e azionamenti; sistemi
per assicurare qualità e
sostenibilità; dispositivi per
l’interazione uomo macchina e
per il miglioramento
dell’ergonomia e della
sicurezza del posto di lavoro
4.0; beni immateriali connessi
a investimenti in beni
materiali Industria 4.0.
BONUS RICERCA
START UP
CONTRATTI DI SVILUPPO
Potenziato l’attuale credito
Nella nuova versione il
beneficio sale al 50% per
qualsiasi tipologia di spesa
(mentre oggi per le spesa intra
muros delle aziende è al 25%)
e il tetto del credito d'imposta
annuo per beneficiario sale da
5 a 20 milioni. Il credito sarà
calcolato in percentuale delle
spese incrementali rispetto
alla media degli investimenti
realizzati nel triennio 20122014. Il bonus si
estendeanche alla ricerca
effettuata dalle imprese
attraverso contratti con
multinazionali.
Crescono le detrazioni fiscali
Salgono al 30% le detrazioni
fiscali già in vigore per chi
investe in startup e Pmi
innovative, rispetto all’attuale
19% (per soggetti Irpef) e
20% (soggetti Ires).
Raddoppia il limite massimo
di investimento su cui
calcolare la detrazione
d’imposta per i soggetti Irpef
(1 milione di euro). Le misure
di finanza d’impresa
prevedono in tutto un
impegno pubblico di 450
milioni tra il 2017 e il 2020 per
mobilitare risorse private
superiori a 2,5 miliardi.
Corsia veloce per industria 4.0
Anche i nuovi contratti di
sviluppo, strumento destinato
prevalentemente a grandi
investimenti produttivi, sono
stati rimodellati guardando al
piano Industria 4.0. Infatti la
riforma prevede forme speciali
di Accordi - con corse di
approvazione dei contratti più
veloci e semplici - tra ministero
e regioni per progetti di
rilevanti dimensioni o con
determinate caratteristiche,
come appunto la presenza di
investimenti funzionali alla
digitalizzazione della
produzione
I
l governo mette sul piatto altri 117 milioni di euro per concedere, anche nel 2017, un intervento di integrazione salariale straordinaria (Cigs), sino a un
massimo di 12 mesi, alle aziende
operanti in una delle aree di crisi
industriale complessa (a condizione, però, che l’impresa interessata presenti un piano di recupero occupazionale).
La novità è contenuta nel decreto «milleproroghe» che sbarcherà oggi alla Camera (AC
4201): si modifica, nuovamente,
uno decreti attuativi del Jobs act,
con l’obiettivo di estendere le tutele ad aziende e dipendenti che,
esauriti tutti gli ammortizzatori
sociali, si trovano ancora nella
necessità di attuare sospensioni
o riduzioni di orario di impiego
con decorrenza 2017 (ed eventuale seguito anche nel 2018).
La possibilità di “derogare” i
vigenti tetti di durata dei sussidi,
con ulteriori 12 mesi di Cigs, è stata prevista a settembre scorso
con il Dlgs 185 del 2016, e limitata
alle sole situazioni industriali
più complicate (le cosiddette
aree di crisi complessa), con la
motivazione di voler iniziare a
dare una primissima (e parziale)
risposta alle richieste di maggior
protezione avanzate all’allora
esecutivo Renzi da Confindustria e sindacati. Sul piatto sono
stati messi 216 milioni di euro,
per il 2016, appunto (per consentire, cioè, ai datori di lavoro che,
avendo beneficiato di precedenti trattamenti di Cigs nel corso
del 2016, non hanno potuto più ricorrere, sempre lo scorso anno, a
nuovi sussidi straordinari).
Con il nuovo finanziamento
di 117 milioni di euro, invece, si
apre adesso alla concessione di
nuova Cigs anche nei casi in cui
le sospensioni o riduzioni di orario siano iniziate nel 2016, ma si
protraggono quest’anno, fermo
restando, comunque, il limite di
durata massimo di 12 mesi. Questa possibilità, ha chiarito subito
il ministero del Lavoro, resta in
ogni caso subordinata «alla presentazione, da parte dell’azienda interessata, di un piano di recupero occupazionale che preveda appositi percorsi di politiche attive, concordati con la
Regione e finalizzati alla ricollocazione dei lavoratori».
Sempre in tema di lavoro, il
decreto «milleproroghe» interviene inoltre sui dipendenti dei
centri per l’impiego, prorogan-
CENTRI PER L’IMPIEGO
Prorogata la possibilità,
per le province e le città
metropolitane,
di stipulare contratti
a tempo determinato
do al 31 dicembre 2017 la possibilità, per le province e le città metropolitane, di stipulare contratti a tempo determinato per consentire la continuità dei servizi
erogati dai centri in questa fase di
transizione verso il completamento del processo di riordino
delle politiche attive (con il decollo della nuova Agenzia nazionale, Anpal).
I centri per l’impiego sono interessati pure da un’altra norma,
di carattere generale, che prevede la possibilità, per le pubbliche
amministrazioni, di stipulare
contratti di collaborazione anche per il 2017 (in deroga al Jobs
act - e in attesa che la Funzione
pubblica riordini l’utilizzo dei
contratti flessibili nella Pa).
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Mercoledì
4 Gennaio 2017
www.ilsole24ore.com
@ 24ImpresaTerr
IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE
t
IL BAROMETRO DELL’ECONOMIA
IL FUTURO PARCO DELLA SCIENZA
Jacopo Giliberto u pagina 18
Sara Monaci u pagina 9
Chimica: ripresa
ma senza scatti
Expo, via alla gara
per il masterplan
Previsioni. Secondo il Rapporto Coop, nel 2017 la crescita si fermerà allo 0,7% (e i prezzi cresceranno dell’1,1%)
Consumi, un altro anno a rilento
Gli italiani che aumenteranno la spesa sono il doppio di quelli che la taglieranno
Emanuele Scarci
MILANO
pUn Paese ancora in surplace
e che, dopo gli anni bui della recessione, spera nel futuro ma di
ripresa decisa dei consumi non
se ne parla, almeno per quest’anno. Sono queste, a sorpresa, le previsioni per il 2017 del
Rapporto Coop.
Il nuovo anno farà segnare un
rallentamento del potere d’acquisto delle famiglie. Di conseguenza il ciclo dei consumi
«dopo un biennio a ritmi superiori all’1%, subirà una battuta
d’arresto», con una stima che si
attesta a +0,7% (come il Pil), dovuto soprattutto alla ripresa
dell’inflazione. Per quest’anno
Coop prevede anche la crescita
dei prezzi dell’1,1% dopo l’apnea del 2016, -0,1%.
Come spiegare la frenata dopo anni in cui abbiamo tirato la
cinghia? La risposta sta soprattutto in un fatto tecnico. «L’Istat
- spiega Albino Russo, direttore
dell’ufficio studi di Ancc-Coop ha rivisto al rialzo la spesa delle
famiglie del biennio 2015/16 a un
tasso del +1,4/1,5%. Quindi abbiamo recuperato sulla storico
ma per l’anno in corso prevediamo un calo della crescita allo
0,7%, soprattutto per la ripartenza dell’inflazione». Russo
spiega anche che i rinnovi contrattuali dei lavoratori sono stati realizzati su basi modeste e
quindi «ne risentirà il potere
d’acquisto delle famiglie. Eppoi
è probabile che non rivedremo
gli 80 euro in busta paga».
Tra le parole del rapporto Co-
op con cui gli italiani descrivono
l’anno che è appena iniziato si
confermano quelle che avevano
già caratterizzato il 2016 ovvero
“speranza” (la usa il 33% del
campione, era il 33,8% un anno
fa), “cambiamento” (12% a fronte di un 14,3%), “timore” (10% rispetto a un più robusto 14,2% del
2016). Scostamenti però tutto
sommato poco significativi.
Ma quali sono i driver di crescita del 2017? Nella top ten dei
consumi figura ancora la telefonia (+8%), gli acquisti di computer (+ 7,3%), i servizi ricreativi (+
2,8%). Tra le voci che scivolano
LA PAROLA
CHIAVE
Spesa delle famiglie
7Nella spesa per consumi delle
famiglie rientra tutti i beni e servizi
acquistati, compresi il valore
monetario degli affitti figurativi
(case di proprietà o in usufrutto) e
quello dei beni prodotti e
consumati dalla famiglia. Come
riferisce ref.ricerche, lo scorso
dicembre Istat ha rivisto al rialzo la
serie storica della spesa delle
famiglie dal 2012. Quindi la spesa
per consumi 2015 ha beneficiato di
una “rivalutazione” di 4 decimi e il
2016 di 2 decimi. Che nel
complesso fanno mezzo punto.
invece ancora più in basso nel
gradimento degli italiani le spese per la manutenzione della casa, i giornali e i libri. Le utenze, il
carburante e le spese sanitarie
sono i comparti dove le famiglie
prevedono di spendere di più. Il
ciclo dei consumi è sempre più
guidato dai Millenials che punteranno ancora sulla casa, su
viaggi e vacanze e dei servizi legati a benessere e svago (palestra, pay-Tv, teatro, stadio).
Dal Rapporto Coop emerge che
nella spesa alimentare gli italiani che contano di aggiungere
valore al carrello alimentare
(+13%) sono il doppio rispetto a
chi pensa di comprimere la spesa (+8%). «Ci sono piccoli segnali - sottolinea Russo - per lo
più trainanti dal biologico e dal
salutistico. Del resto se gli italiani aprono il portafoglio per
acquistare l’auto, i nuovi smartphone e accendere il mutuo
per la casa per l’alimentare e il
l’abbigliamento rimangono pochi spiccioli».
Infine, la grande distribuzione, che nel 2016 ha sofferto lo debolezza dei prezzi, chiude l’anno in parità beneficiando di un
micro-miglioramento delle
vendite registrato nelle ultime
due settimane. Tradotto significa che «nella settimana di Natale - conclude Russo - le vendite
sono balzate del 18% ma nell’ultima dell’anno sono crollate. Alla fine è un sostanziale pareggio
sull’anno prima».
mercati italiani delle commodities. Il bilancio del 2016 chiude
infatti con il segno positivo e lascia prevedere un quadro decisamente positivo, migliore rispetto al gennaio scorso. Sullo
scenario internazionale la Fao
rileva che a novembre l’indice
mondiale dei prezzi agricoli segna una crescita dello 0,4% su
ottobre e del 10,4% rispetto al
novembre di un anno fa. Sette
mesi di crescita ininterrotta delle quotazioni trainata dalla buona performance dei cereali
(+7,9%) e dei derivati del latte, il
cui indice dei prezzi sale a 186,4
punti in crescita del 3,6% rispetto a ottobre e dell'1,8% sul novembre 2015. Performance positiva anche per il comparto dei
cereali: l’indice Fao registra un
incremento del 7,9% in rapporto alle quotazioni del 2015. In
questo contesto internazionale
si sono mossi anche i mercati
nazionali, dopo un avvio d’anno
difficile per comparti importanti come quello del latte e dei formaggi, delle carni suine e dell’ortofrutta. Secondo Ismea l’indice dei prezzi alla produzione
del settore agricolo aumenta a
quota 114,65 in ottobre, con un
incremento del 2,4% su settembre. Numeri più che positivi per
frutta (+6,2%), per le quotazioni
dei suini (+18,3%) e dei semi oleosi (+4,7%). Tutto ciò si riflette
positivamente sull’andamento
dei redditi del settore, il cui indice Ismea passa dai 99,29 punti di
giugno 2016 ai 112,14 punti di ottobre, ormai prossimo alla soglia dei 113 punti dell’ottobre
2015, anno giudicato pi che positivo per l’andamento dei mercati. Il quadro nel suo insieme lascia prevedere quindi un avvio
d’anno di conferma delle tendenze rialziste, in particolare
nel lattiero caseario dove la domanda internazionale è in forte
ripresa e la produzione in maggiore equilibrio. Bilancio più
I SETTORI
Alla Borsa telematica
incrementi rilevanti
anche per l’ortofrutta:
il controvalore transato
vicino ai 500 milioni di euro
che soddisfacente anche per
Borsa merci telematica italiana
(Bmti), sia dal punto di vista dei
numeri che delle attività realizzate. I dati relativi ai primi undici mesi dell’anno indicano una
crescita del numero di contratti
telematici che sfiora il +55% rispetto allo stesso periodo del
2015. Un risultato ottenuto grazie alla crescita dei contratti telematici di cereali, lattierocaseari e, soprattutto, ortofrutta, con
un +47% su base annua. Note positive anche sul fronte dei quantitativi scambiati, con 1,7 milioni
Industria
Ritrovare
fiducia
nel valore
del consumo
I
di tonnellate nell’arco dei primi
undici mesi dell’anno ed un +4%
rispetto al 2015. Segno più anche
per il controvalore transato,
prossimo ai 500 milioni di euro
(+3% su base annua), «nonostante il 2016 – sottolinea Annibale Feroldi direttore di Bmti sia stato un anno che, soprattutto nella prima metà, ha registrato diffusi ribassi per i prezzi all’ingrosso in molti comparti dell’agroalimentare nazionale».
Borsa merci telematica ha quindi consolidato i mercati attivi,
ad oggi 93, e ha proseguito nell’attività di promozione e di diffusione della Borsa merci telematica nei confronti dei soggetti abilitati all’intermediazione
favorendo - sottolinea un comunicato - il consolidamento e lo
sviluppo di servizi accessori alle contrattazioni telematiche,
quali il servizio “mercato telematico sicuro” ovvero i servizi
assicurativi sulle transazioni.
Servizio assicurativo che ha
rappresentato un importante
traino per la crescita degli scambi telematici: tra gennaio e novembre i contratti assicurati sono cresciuti del +60% su base
annua. «I risultati – aggiunge Feroldi – assumono peraltro maggiore importanza se valutati in
relazione alle criticità che la società ha dovuto affrontare a causa degli interventi normativi
che negli ultimi anni stanno investendo il sistema camerale».
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Aziende in campo
emanuelescarci.blog.ilsole24ore.com
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Ma per le materie prime
è prevista ancora crescita
pFine d’anno con il botto per i
GLI ACQUISTI CHE CRESCERANNO DI PIÙ...
Variazioni % medie annue (stime)
Vincenzo
Chierchia
l quadro d’insieme è a
tinte grigie. Certamente
mancano i chiari raggi di
sole. Quelli che distendono
l’animo e invitano al
buonumore. Insomma,
dall’indagine previsionale
Coop sui consumi delle
famiglie nei prossimi due
anni non emergono motivi di
schietto e corposo ottimismo.
Gli italiani stanno a guardare,
dicono i ricercatori.
Dopo anni di confronto sui
consumi deboli, sulle
dinamiche da prefisso
telefonico dopo i capitomboli
di qualche anno, il quadro è
oggettivamente deludente.
La scossa alla domanda
interna si è rivelata un fuoco
di paglia, semmai c’è stata.
L’impressione è che emerga
un sentiment di disillusione
per certi versi. Una buona
dose di smarrimento che fa
poi guardare alle tipiche
spese da evasione come i
viaggi, o i beni rifugio per il
futuro, come le abitazioni.
L’indagine Coop mette a
fuoco un punto chiave, un
elemento debole della
politica economica: il 2017
sarà l’anno del rallentamento
del potere di acquisto delle
famiglie, che fino al 2016
hanno goduto di fattori
favorevoli, ma transitori.
Questo è uno dei punti
chiave. Servono interventi
mirati per i consumi, ma che
diano fiducia alle famiglie,
certezze durature. Peraltro si
intravvede una
considerazione
dell’inflazione come fattore
frenante dei consumi. Mentre
finora si è combattuta la
deflazione per evitare
l’effetto di avvitamento sui
redditi.
C’è questa contraddizione
di fondo. Si vorrebbe
consumare meglio, ma ci si
sente più poveri o si tira la
cinghia per mancanza di
fiducia sulle prospettive
(produttività, occupazione,
crescita nel tessuto sociale).
L’interesse per la
sperimentazione resta alto.
Rimane un valore condiviso,
ma relativamente
sperimentato.
L’alimentare offre
opportunità. L’interesse c’è,
ma con quote limitate. La
tecnologia resta regina in
questo ambito. I viaggi – tanto
cari ai Millennials – sono un
banco di prova di
sperimentazione
interessante. Così se
mettiamo mano al portafoglio
lo facciamo per cose cui
diamo valore: la ristorazione
– sia essa costosa, di qualità e
sperimentazione oppure low
cost di socializzazione e
divertimento –, la cultura e il
tempo libero, oppure le
comunicazioni. Non
dimentichiamo che il mondo
del consumo e della vita è
sempre più social, in Italia
come all’estero. La
connessione tlc è per le 24
ore. In conclusione, il punto è
che occorre ridare valore
condiviso alle esperienze di
cui il consumo è parte, così
come servono decisioni che
stimolino la fiducia.
Prezzi all’origine. Latte e derivati e cereali continuano la corsa anche in Italia
Roberto Iotti
L’evoluzione dei consumi
ALL’INTERNO
L’ANALISI
Telefoni ed equipaggiamento
telefonico
2017
2018
8,0
8,5
Articoli audiovisivi, fotografici,
computer ed accessori
2017
2018
7,3
7,7
Servizi ricreativi e culturali
2017
2018
2,8
3,1
Piccoli elettrodomestici, inclusi
accessori e riparazioni
2017
2018
2,4
1,7
Servizi domestici e per l'igiene
della casa
2017
2018
2,1
2,2
Assicurazioni
2017
2018
2,0
2,2
Altri articoli ricreativi
ed equipaggiamento
2017
2018
1,9
2,1
...E QUELLI CHE CALERANNO
Variazioni % medie annue (stime)
Servizi postali
2017
2018
-1,7
-1,5
Combustibili e lubrificanti
2017
2018
-1,8
-1,6
Libri
2017
2018
-1,9
-1,6
Tessuti per la casa
2017
2018
-1,9
-1,7
Giornali ed articoli di cancelleria
2017
2018
-2,4
-2,1
Manutenzione e riparazione
dell'abitazione
2017
2018
-2,6
-2,4
Servizi telefonici, telegrafi
e telefax
2017
2018
-3,0
-2,7
Fonte: elaborazioni Ref Ricerche per Ancc-Coop
SIDERURGIA
Le banche escono
dalla ex Lucchini
Matteo Meneghellou pagina 10
TORINO
Piano Nova Coop
da 350 milioni
Filomena Grecou pagina 9
Stili & tendenze
DAL VENETO ALL’INDONESIA
I gioielli Tecnigold
passano a Yahya
Katy Mandurinou pagina 9
LUSSO
Ferragamo sceglie
il «patent box»
Marta Casadeiu pagina 9
Lavoro
ALMA DIPLOMA
Trova lavoro
un tecnico su due
Claudio Tucciu pagina 10
CONTRATTI INTEGRATIVI
Avio Aero, premio
da 3.900 euro
Filomena Grecou pagina 10
Edilizia
ANCE SU LEGGE BILANCIO
Alle infrastrutture
+23% di risorse
Alessandro Aronau pagina 10
ACQUA
Depuratori al Sud,
commissario unico
Giuseppe Latouru pagina 10
SU INTERNET
Commercio
LE OFFERTE DI GENNAIO
Al via i saldi:
ecco il calendario
regione
per regione
Dossier
LE NOSTRE INCHIESTE
I barometri
dell’economia
e dei territori
8
Impresa & territori
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
IL BAROMETRO DELL’ECONOMIA
L’analisi. Puccioni (Federchimica): in un contesto non sempre favorevole
le aziende resistono grazie a un mix di innovazione e flessibilità
I SETTORI
Bonifiche. Il caso delle super fideiussioni
Le lancette della chimica
EXPORT CHIMICO ITALIANO
Variazione %
-5
0
IL CONFRONTO
L’export chimico dei principali produttori europei. Variazione %
5
10
15
20
25
30
35
Chimica
2007-2015
Gen-Ott 2016
Chimica di base e fibre
2007-2015
Gen-Ott 2016
-0,2
Chimica fine e specialistica
2007-2015
Gen-Ott 2016
Chimica extra-Ue
2007-2015
Gen-Ott 2016
Chimica intra-Ue
2007-2015
Gen-Ott 2016
0
5
10
15
20
25
30
35
5,2
34,3
1,3
30,4
Domanda interna
110
100
90
pNel 2014 l’Italia ha rece-
70
2007
Germania
2010-2015
Gen-Set 2016
2009
2011
2013
2015
2017
LE PROSPETTIVE / 2
Previsioni per l’industria chimica in Italia. Variazione %
Belgio
2010-2015
Gen-Set 2016
+1,3
+2,4
+2,5
+1,2
Domanda
interna
Importazioni
Esportazioni
Produzione
Fonte: Federchimica
Chimica, ripresa ma senza scatti
Sull’andamento della produzione pesano le forti cautele degli utilizzatori finali
Jacopo Giliberto
MILANO
pLe imprese chimiche italia-
ne restano in attesa della ripresa
robusta che qualche indicatore
lasciava presagire. Ecco Cesare
Puccioni, presidente di Federchimica: «Dopo un finale d’anno non brillante, confidiamo
che l’inizio del 2017 possa offrire
qualche spunto di crescita in
più, anche se di poco superiore
all1%». A differenza di quanto si
possa pensare, per il settore chimico il +1% non è una crescita
perché per reggere la competizione mondiale le imprese devono innovare senza mai fermarsi, devono fare ricerca con
tenacia, devono insistere in
nuovi prodotti e nuovi cicli di
produzione, devono tutelare
l’ambiente e la sicurezza. E per
fare ciò, per non perdere posizioni nel loro mondo internazionalizzato, serve una crescita
più robusta e consolidata.
C’è però una nota positiva.
Le imprese chimiche e farmaceutiche italiane resistono grazie all'intelligenza e all'esperienza di chi vi lavora. «In un
contesto gravoso per le produ-
zioni italiane, dovuto ai vincoli
burocratici, al costo dell'energia e alla logistica, le nostre imprese confermano di saper fare
bene chimica nel nostro Paese
— conferma Puccioni — grazie
a un mix di qualità: innovazione sempre più basata sulla ricerca e diffusa tra moltissime
imprese, grande flessibilità e
capacità di gestione dei processi produttivi, necessaria per far
fronte a costi più elevati. Sono
caratteristiche proprie anche
di quelle che noi chiamiamo
imprese italiane a capitale estero, che investono qui per continuare a produrre e fare attività
innovativa in Italia».
I numeri
Nel mondo, rileva la nuova edizione del Panel congiunturale
della Federchimica, il settore
non va molto bene perché risente dello sviluppo non eccezionale dell'economia; in Europa il
fenomeno è più sensibile, con
una crescita dello 0,5% ha i sintomi della stagnazione. Nel
2016 il rallentamento della crescita globale unito alla debolezza degli scambi internazionali si
è tradotto per la chimica mondiale in un anno di crescita inferiore al normale (poco sopra al
2%). Nel mondo forse il 2017 andrà un pochino meglio (+2,8%).
La crescita cinese, seppur formidabile rispetto all'Italia, con
il +6% si colloca in una specie di
(pur invidiabile) stasi.
La stasi dell’Italia
In Italia si conferma verso la fine dell'anno il segnale di estrema debolezza della chimica. Un
segnale di incertezza. In un contesto generale di forte incertezza e bassa crescita, la produzione chimica in Italia ha proseguito lungo un cammino di moderato
recupero
ancora
caratterizzato da un andamento fortemente altalenante, connesso alla fiducia, alle aspettative e quindi alle modalità di acquisto dei settori clienti a valle.
Termometro dell’economia
Il segmento della chimica difatti rifornisce con i suoi prodotti e
i suoi intermedi tutti i settori industriali e quindi è un anticipatore ottimo dei cicli industriali.
È un termometro molto accura-
to della temperatura economica. E quando il domani è chiaro,
le fabbriche riempiono il magazzino delle materie prime.
Ma quando non ci sono certezze sul domani e sul dopodomani, quando non si riesce a presagire come andranno la produzione o i prezzi delle materie
prime, allora le imprese aspettano a ordinare collanti, coloranti, vernici, intermedi, tensioattivi, surfattanti e tutto quell’armamentario chimico indispensabile alla produzione.
Oggi, secondo gli analisti della
Federchimica, siamo davanti a
questa situazione di incertezza
e gli ordinativi chimici partono
solamente quando gli scaffali
delle materie prime sono vuoti.
Le aziende chimiche però
hanno una speranza. Nei prossimi mesi - questa la stima degli esperti - la domanda ripartirà perché l’industria a valle dovrà comunque riempire il magazzino delle materie prime,
ma anche perché i prezzi del
petrolio in ripresa si tradurranno nei prossimi mesi in rincari per i prodotti chimici e
quindi molti clienti si affrette-
ranno a comprare.
Domanda interna
Nel corso del 2016 la domanda
interna si è confermata in crescita: alla robusta performance
dell'auto e componenti si affiancano settori a forte domanda chimica come farmaceutica,
gomma-plastica e metallurgia.
In ripresa anche il mobile e primi segnali di una fine dello stop
nell'edilizia.
L’export cresce piano
Le esportazioni chimiche crescono, rileva il Panel congiunturale Federchimica, ma crescono ancora in una logica di
medio periodo. Le esportazioni
sono andate bene non soltanto
in Italia - Paese in cui le condizioni del mercato interno costringono a cercare sbocchi
all'estero - ma in tutta Europa.
Le multinazionali, “cuore” dell’industria chimica e farmaceutica nel mondo, ogni giorno
confrontano le condizioni della
produzione nei differenti Paesi
e non si fanno remore di spostare le sedi produttive a seconda
delle convenienze: ebbene, le
imprese italiane a capitale estero continuano a esportare dall’Italia e insistono nel mantenere in Italia produzioni di valenza internazionale nonostante le
difficoltà del Paese.
Se l’export della chimica italiana continua, significa che la
crisi non è strutturale ma congiunturale. Significa che le imprese riescono a reggere la
concorrenza nonostante le
condizioni disastrate in cui lavorano, nonostante i costi
dell'energia, a dispetto delle
leggi contraddittorie, nonostante le incertezze continue,
anche se attraverso i tempi di
pagamento le aziende fornitrici coprono le sofferenze bancarie dei clienti a valle.
Confronto europeo
Dopo la Spagna quella italiana è
la migliore performance tra
quelle dei principali competitor europei. In particolare,
l’export di chimica delle specialità continua a crescere a tassi
robusti, anche a valori (+5,2%
dopo essere cresciuta del 34,3%
nel periodo 2007-2015).
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«In Italia investiamo nelle competenze»
pC’è chi chiama queste im-
prese — facendo ricorso a toni
polverosi di decenni — con il
termine multinazionali. Nel
mondo della chimica però queste aziende vengono chiamate
più semplicemente “imprese
italiane a capitale estero”; il settore della chimica e delle materie prime farmaceutiche è per
sua natura internazionalizzato
da sempre perché — dovunque
si produca e di qualunque mix di
nazionalità siano formati gli investimenti — le formule chimiche hanno un linguaggio universale e la competizione internazionale della chimica si gioca
su altre caratteristiche, quelle
caratteristiche che anni fa l’imprenditore Giorgio Squinzi definiva «la più importante materia prima: la materia grigia». Anche se il capitale è di provenienza straniera, le “multinazionali”
della chimica presenti in Italia
hanno vertice italiano, addetti
italiani, laboratori di ricerca ita-
50
milioni
L’investimento di Augusta
Il valore del nuovo impianto di
cogenerazione della Sasol Italy
liani perché ciò che conta è appunto quella, pur sempre troppo rara, materia prima.
Una conferma viene da Filippo Carletti, amministratore delegato della Sasol Italy, filiale
della “multinazionale” sudafricana della chimica. «Le aziende
chimiche internazionali operano in Italia non per occupare
mercato locale: qui si acquistano competenze», dice.
La Sasol in Italia produce soprattutto tensioattivi, cioè la base di detersivi, detergenti e altri
prodotti usati in mille settori
differenti. Le maggiori materie
prime sono di origine petrolifera, «le paraffine» specifica Car-
letti. E così le sedi si trovano vicino alle raffinerie: nella Bassa
lodigiana a Bertonico dove sorgeva la raffineria (ora smantellata) della Gulf, ad Augusta dove c’è il polo petrolchimico siracusano che arriva fino a Priolo, a
Sarroch in Sardegna vicino alla
raffineria della Saras dei Moratti. Ma la storia è più antica, risale
ai tempi della Liquichimica creata mezzo secolo fa dall’intervento dello Stato, poi passata
per l’Anic, l’Enimont, l’Enichem, poi rilevata vent’anni fa
dalla Rwe Dea e infine con i sudafricani della Sasol.
Le aziende chimiche a capitale straniero producono in Italia
per il mercato mondiale. Nel caso della Sasol Italy, «il 30% della
nostra produzione è destinato
ai clienti italiani, un altro 50% va
sia al mercato sia alle altre nostre ulteriori lavorazioni del
gruppo collocate in Europa,
un’Europa allargata fino alla
Turchia», specifica l’amministratore delegato. E il resto della
produzione italiana? «Il 20% è
destinato al resto del mondo,
con una maggiore concentrazione verso Medio Oriente e
Nord Africa e verso il Messico».
Per questo motivo le aziende
investono. Perché l’Italia per la
chimica non è una colonia. Nel
caso della Sasol, «ad Augusta
pito la direttiva Ied (Industrial emissions directive)
la quale dice che, per le attività sottoposte ad autorizzazione integrata ambientale (Aia), l’azienda deve
valutare con una relazione
lo stato di contaminazione
del suolo e delle acque sotterranee da parte di sostanze pericolose pertinenti
usate, prodotte o rilasciate
dallo stabilimento. Quando
la fabbrica verrà chiusa, si
farà una nuova relazione di
riferimento e dalla differenza fra le due diverse “fotografie” ambientali si capirà che impatto ha avuto la
fabbrica, in modo da attribuire correttamente i costi
di risanamento.
In Italia si è deciso che
tutti gli impianti con Aia rilasciata dal ministero dell’Ambiente devono obbligatoriamente presentare la
relazione di riferimento; gli
impianti di competenza regionale o provinciale invece sono soggetti agli umori
delle diverse autorità locali.
Inoltre in Italia (caso unico)
è stato deciso di imporre alle aziende di pagare una fideiussione preventiva sui
costi di disinquinamento.
Il metodo imposto per
decreto per calcolare i costi
ipùotetici di inquinamenti
futuri prevede fideiussioni
altissime e insostenibili.
Rifiuti - Sistri
Dal gennaio 2010 le imprese
italiane produttrici di rifiuti pericolosi devono confrontarsi con la beffa del Sistri (Sistema per la tracciabilità dei rifiuti) che non ha
migliorato la gestione dei
rifiuti e non ha consentito
una maggiore efficacia dei
controlli e delle azioni di
contrasto alla gestione illegale dei rifiuti. Però il Sistri
ha generato costi e aggravi
amministrativi per le imprese italiane, non richiesti
dalla vigente normativa comunitaria. Nella proposta
di revisione della direttiva
quadro sui rifiuti è prevista
l'istituzione di un registro
elettronico per i rifiuti pericolosi, ma solo come registrazione elettronica della
produzione e movimentazione dei rifiuti, senza le
pazzie di burocrazia introdotte inutilmente in Italia.
Rifiuti - Sottoprodotti
Tutti parliamo di economia circolare e di riciclo
dei rifiuti. È in arrivo un de-
IL CASO
È in arrivo un decreto per
facilitare le rigenerazioni
degli scarti, ma le
complessità burocratiche
potrebbero creare difficoltà
creto che potrebbe facilitare la rigenerazione degli
scarti, definiti sottoprodotti (cioè normali prodotti) anziché rifiuti, a patto
che chi produce e chi riutilizza i sottoprodotti si
iscriva a un apposito albo
istituito dalle Camere di
commercio, bisognerà usare una scheda tecnica su fogli vidimati e una dichiarazione di conformità, la movimentazione e il deposito
va fatto come per i rifiuti
pericolosi e così via. Insomma, l’economia circolare sarà favorita a parole e
impedita nei fatti.
J.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un settore solido
Incidenza delle sofferenze bancarie. Ottobre 2016. % sui prestiti
Costruzioni
31,8
Legno-arredo
27,0
Moda
Multinazionali. Parla Filippo Carletti, al vertice di Sasol Italy (tensioattivi): la qualità del capitale umano è determinante per i successi del gruppo
MILANO
Disinquinamento,
le imprese rischiano
maxi-oneri
MILANO
80
Francia
2010-2015
Gen-Set 2016
15,7
Export
120
Italia
2010-2015
Gen-Set 2016
11,4
-1,1
-5
Spagna
2010-2015
Gen-Set 2016
21,0
-4,9
-10
40
LE PROSPETTIVE / 1
Domanda interna ed export di chimica. Indici in volume, 2007=100
23,5
Totale industria
abbiamo appena investito in un
impianto di cogenerazione di
energia costato 50 milioni», aggiunge Carletti. «L’impianto
produce elettricità e vapore. Alcuni dei nostri vicini, aziende ad
altissima domanda energetica
che produce gas tecnici, acquistano l’elettricità della nostra
centrale e in cambio ci forniscono l’azoto e l’ossigeno». I nuovi
impianti hanno prodotto un numero contenuto di assunzioni,
«ma è stato accolto in modo
molto positivo dai nostri dipendenti e dagli stakeholder locali
perché, mentre molte imprese
lanciano segnali di stanchezza,
invece noi confermiamo il desiderio del gruppo restare in Italia
per crescere».
22,5
Mezzi di trasporto
19,0
Carta
17,4
Elettrotecnica
17,4
Metalli e altri minerali
17,0
Gomma e plastica
14,5
Alimentare
12,9
Meccanica
12,9
Chimica e farmaceutica
5,3
J.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: Federchimica
Innovazione. Ricavi in crescita per l’azienda specializzata in accessori di plastica per catering d’alta fascia
Siderurgia. Ceduti i principali crediti vantati nei confronti dell’amministrazione straordinaria
Gold Plast punta su polimeri di design
Le banche escono dalla ex Lucchini
LOMBARDIA
Katy Mandurino
ARCISATE (VA)
pPolimeri
tradizionali altamente selezionati che ne garantiscono la riciclabilità al 100% e che
possono dunque avere una seconda vita, ma anche nuovi materiali
bioplastici e polimeri di ultima generazione per realizzare calici
soffiati o nuove linee di prodotto a
bassissimo impatto ambientale.
Sono questi i «segreti» del successo di Gold Plast, azienda di Va-
rese da 34 milioni di fatturato
(2016) e un Ebitda di 4 milioni, con
una crescita media del 10% ogni
anno, che conta 700 addetti totali
in 2 siti produttivi (a Padova e in
Romania), 4 centri logistici e 100
uffici commerciali nel mondo. I
materiali con cui la Gold Plast produce accessori per la tavola destinati ai catering di fascia alta (drink
safe, stoviglie, contenitori per finger food, posate) sono brevettati e
altamente innovativi, infrangibili,
resistenti ai lavaggi e senza Bpa.
«Lavoriamo in una nicchia di
mercato in forte crescita, caratterizzata da altissimi volumi - dichiara l’ad del gruppo, Domenico
Zaccone -, che oggi vale nel mondo 13 miliardi di dollari di cui 3,5 in
Europa. Puntiamo sull’innovazione, alla quale dedichiamo ogni anno il 5% del fatturato, e sul design
partendo dalle esigenze dei professionisti e dei grandi chef con
cui lavoriamo».
Per questi scopi è stato creato
nel quartier generale lombardo
l’Innovation Center, dove i designers assieme ai team marketing e
ai tecnici della ricerca & sviluppo
studiano nuovi prototipi e ingegnerizzano nuove linee. «Puntiamo a raddoppiare il fatturato entro il 2022 e ad espanderci in nuovi
mercati - continua Zaccone - men-
tre a livello europeo prevediamo
uan crescita del 5% ogni anno per i
prossimi 5 anni».
La Gold Plast, il cui 80% è stato
acquisito nel 2015 da investitori
internazionali, che ha anche il
marchio Party Style, esporta attualmente in 39 Paesi del mondo.
È l’unica impresa a lavorare con
la tecnologia brevettata di stampaggio per soffiaggio con cui realizza - nello stabilimento di Padova - i calici traspaerenti, prodotto all’avanguardia nel food
design. Allo studio sono anche la
linea di calici per vini di alto livello e per le birre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Matteo Meneghello
MILANO
pLe banche si sbarazzano
dei crediti Lucchini. Negli ultimi mesi lo stato passivo del
gruppo siderurgico in amministrazione straordinaria (il
commissario è Piero Nardi)
ha subito significative modifiche, a causa di operazioni di
cessione di credito che, in alcuni casi, riguardano «pacchetti» rilevanti.
Sono coinvolti in queste
operazioni tutte le principali
banche creditrici, oltre che società e consorzi: soggetti che
hanno preferito incassare su-
bito (secondo gli addetti ai lavori il valore della transazione
è tra l’8 e il 10% del credito ceduto) piuttosto che attendere
la proposta che emergerà alla
chiusura della procedura.
Il totale delle cessioni, secondo quanto decreta lo stesso Nardi nella relazione finale
sulla procedura, è di 465,5 milioni, vale a dire più della metà
dei complessivi 774 milioni di
crediti chirografi. A comprare
ci sono realtà specializzate,
come Guber credit management, Thyche spa, Leonardo
Investment opportunities, Sc
Lowy Pi, Illiquidx capital ltd.
Ubi e Bpm hanno ceduto alla bresciana Guber crediti per
circa un centinaio di milioni,
mentre il Banco popolare ha
provveduto a disfarsi di un
credito di quasi 56 milioni,
«girandolo» a Leonardo investment opportunities, insieme ad altri 6,2 milioni del Credito bergamasco; stessa scelta
per Unicredit, che ha ceduto
oltre 80 milioni di credito.
Banca nazionale del lavoro ha
invece scelto Sc Lowy Pi di
Conegliano Veneto per un
credito di oltre 57 milioni
(stessa scelta di Natixis banques populaire, che vantava
nei confronti dell’amministrazione straordinaria un
credito di 39 milioni), mentre
il credito di Banca monte dei
Paschi (oltre 107 milioni) è andato a Morgan Stanley. Tra le
aziende che hanno scelto questa strada anche Sol spa, Swiss
steel, Cliffs North america coal, Fonderie di San Zeno e realtà del territorio toscano (come il Consorzio logistica trasporti di Piombino) o legate
ad altre realtà del gruppo presenti sul territorio italiano (è il
caso di Battazza spa e Brambilla scalo di Lecco).
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Impresa & territori
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Il dopo Expo. Il bando da 3 milioni è stato aperto ieri, le offerte entro fine febbraio - L’aggiudicazione prevista a settembre
Milano alla gara per il masterplan
Mobilità
Missione Univa
Un piano
semaforico
nella città
Il vincitore gestirà per 50 anni anche gli investimenti privati, stimati in 2 miliardi ambrosiana
LOMBARDIA
Sara Monaci
MILANO
pUna concessione che durerà 50
anni e un «valore stimato dell’iniziativa pari a 2 miliardi». È con queste caratteristiche fondamentali
che si apre finalmente il bando per
la ricerca dell’advisor che scriverà e poi gestirà- il masterplan e il business plan del dopo Expo (escluso lo
Human Technopole e il campus
universitario). Ad aprire la gara è la
società Arexpo, proprietaria dei
terreni, controllata con il 39% dal
ministero dell’Economia e delle finanze e copartecipata dal Comune
di Milano e dalla Regione Lombardia con il 21% ciascuno (più una
quota minore in mano alla Fondazione Fiera Milano).
Entra così nel vivo la riqualificazione dell’area dell’evento universale, già infrastrutturata e
estesa per 1,2 milioni di metri quadrati tra Milano e Rho, che in base
alle indicazioni del governo Renzi dovrà trasformarsi in uno spazio per aziende tecnologicamen-
te avanzate che ruotano intorno al
centro di ricerca biomedico “Human technopole”, affiancato dalle facoltà scientifiche dell’Università Statale di Milano, con i
suoi 18mila studenti.
Questo l’iter. Da ieri la gara internazionale per la ricerca dell’advisor è aperta. La base d’asta è
di 3 milioni e verrà usato il criterio
del massimo ribasso. Il 28 febbraio verranno vagliate le offerte e
entro fine marzo partiranno le
lettere per invitare gli offerenti a
mostrare un “semi lavorato” del
masterplan. A giudicare sarà una
commissione esterna, che a settembre sceglierà il vincitore. Il
contratto, infine, verrà sottoscritto a fine 2017.
Il documento descrittivo del
bando parla appunto di un valore
stimatodi2miliardidiinvestimento: si tratta di una cifra ipotetica sostenuta da soggetti terzi, non vincolante per Arexpo, che potrebbe
esserespesasui250milametriquadrati di terreno edificabile (su un
totale di 480mila) dedicato alle attività private. Sono esclusi da questa cifra quelli di pertinenza pubblica, come il campus universitario, lo Human Technopole e
l’eventuale presenza di un’Authority internazionale (si era parlato
nei mesi passati del trasferimento
da Londra a Milano dell’Ema,
l’agenzia del farmaco).
L’aggiudicatario - ed è questa la
novità della gara - non solo farà il
masterplan, ma avrà anche l’onere
e l’onore della gestione per 50 anni
di questa porzione di terreno. Questa sorta di project financing appli-
LE DISMISSIONI
Oltre allo spazio pubblico
per ricerca e università
e a quello privato per le aziende,
è previsto anche un piano
di vendite per coprire il debito
cato alla concessione di terreni
rappresenta in Italia un unicum,
mentre è stato già sperimentato in
altri paesi europei. È con questo
modello, ad esempio, che verrà realizzata la riqualificazione dell’area londinese post Olimpiadi.
Il piano seguirà un modello
ibrido. Spiega l’ad di Arexpo Giuseppe Bonomi «che il progetto
deve stare in piedi finanziaria-
mente, quindi rispondere alle
esigenze vere di mercato e non
solo alle regole estetiche». Quindi ci sarà un’area gestita da questo
nuovo operatore, secondo le linee del masterplan condivise
con gli stessi vertici di Arexpo;
un’altra area dove sorgeranno i
servizi pubblici e sociali, come lo
Human Technopole, gestito dallo stessa società dei terreni che
farà da sviluppatore, e le facoltà
scientifiche dell’università; infine un piano di dismissioni di cui si
occuperà lo stesso vincitore della
gara, per poter rientrare dal debito bancario che oggi ammonta a
circa 90 milioni.
I vertici di Arexpo presenteranno la gara dell’advisor il 10 gennaio a
Milano e l’11 a Londra. Per quanto riguarda lo scenario politico nazionale Bonomi si dice abbastanza tranquillo: «È vero che la spinta maggiore per il dopo Expo è stata data dal
governoRenzi,eadessononsappiamo quando andremo a votare e con
quale maggioranza - spiega - però
sono già stati presi impegni, scritti
nerisubiancoconleggedibilancioe
patto per la Lombardia. È impensabile tornare indietro».
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AGF
L’area. Operai al lavoro nel sito dell’Esposizione universale
I numeri
50
anni
La concessione
Il vincitore della gara gestirà
direttamente 250mila mq di area
2
miliardi
Spesa privata
Attesi 2 miliardi di investimenti
iniziali da parte di aziende
Gdo. Tre nuove aperture tra cui il superstore nelle aree ex Mirafiori - Entro l’anno la sperimentazione sui “Drive” per il ritiro della spesa online
Nova Coop investe 350 milioni su Torino
PIEMONTE
Filomena Greco
TORINO
pSi
radica nella rete della
grande distribuzione organizzata in Piemonte – dove è il secondo operatore dopo Carrefour – e programma investimenti per 350 milioni, concentrati soprattutto a Torino. Si
tratta della tabella di marcia di
Nova Coop, una realtà da oltre
un miliardo di ricavi nel 2015, un
2016 che promette una tenuta
dei volumi e una crescita del
fatturato, 160mila metri quadri
di superficie di vendita e più di
4.800 dipendenti. Con un occhio all’innovazione, come sottolinea il presidente Ernesto
Dalle Rive ricordando il progetto Fiorfood – flagship store
dedicato alla vendita e alla ristorazione – realizzato in Galleria San Federico a Torino un anno fa, e l’altro ai nuovi progetti
di aree commerciali.
A Torino sembra riaprirsi la
partita dei nuovi punti vendita
Nova Coop, dopo il rallentamento determinato dal cambio
di guardia dell’amministrazio-
350
milioni
L’investimento
Novacoop punta ad allargare
il busines soprattutto su Torino
ne comunale. Tre le nuove
aperture in programma nei
prossimi anni. E tra i progetti
che potrebbero entrare nella
fase esecutiva già nei prossimi
mesi, c’è quello relativo all’area
commerciale nella zona ex Mirafiori, gestita da TNE. A dicembre, infatti, è arrivato l’ok
da parte dell’amministrazione
guidata da Chiara Appendino al
piano esecutivo per l’insediamento del superstore sulle aree
ex Fiat di corso Settembrini,
mentre a breve Novacoop do-
vrebbe ritirare il permesso di
costruire per lo store progettato sull’area ex Alfa Romeo. «In
entrambi i casi – anticipa Dalle
Rive – realizzeremo un nuovo
modello di superstore con superfici tra i 4mila e i 4.500 metri
quadri, con un forte carattere
innovativo per la presenza di
piattaforme tecnologiche, ad
esempio, ristorazione, e con
una focalizzazione sui freschi e
i freschissimi». Difficile, ancora, prevedere i tempi per la realizzazione, non prima di un an-
no e mezzo stima Dalle Rive.
Altra novità che arriverà nei
prossimi mesi, l’apertura di due
“drive”, aree dove i consumatori potranno ritirare la spesa fatta online. Un drive sarà a Beinasco, prima cintura di Torino, a
ridosso dell’iperstore già presente, e l’altro in città. «Abbiamo lavorato in questi anni di
crisi per mantenere i volumi di
vendita, lavorare sulle marginalità per offrire la massima
convenienza, e per sperimentare nuovi modelli commerciali, ora entriamo in una fase, ci
auguriamo, più esecutiva»
conclude Dalle Rive.
MILANO
Imprese
negli Usa
per scoprire
industria 4.0
VARESE
pA Milano scatta il piano se-
mafori: una manovra da tre
milioni di euro per interventi
su più di 600 semafori in città.
Con una delibera di Giunta è
stato dato il via all’attuazione
del progetto studiato da A2a
per gli impianti semaforici. Un
insieme di operazioni, spiega
il Comune, che vanno dalla
manutenzione straordinaria
alla progressiva centralizzazione della gestione di 600 degli oltre 730 impianti cittadini
e del controllo dei tempi semaforici in remoto da un’unica centrale del traffico.
Il collegamento di quasi tutti
i semafori a un’unica centrale
consentirà di migliorare la gestione nei momenti di traffico
intenso per evitare code e ingorghi. È inoltre prevista la manutenzione straordinaria di 12
impianti esistenti e la riparazione di quelli danneggiati da
ignoti per danni che ammontano a circa un milione di euro.
Nel complesso dei lavori rientrerà anche la sostituzione delle luci semaforiche con quelle
nuove a led e la collocazione
dispositivi per non vedenti.
«Prosegue l’impegno del
Comune per l’ammodernamento della rete dei semafori spiega l’assessore alla Mobilità, Marco Granelli -. La manutenzione di alcuni impianti si
accompagna alla centralizzazione della quasi totalità dei
dispositivi, questo significa
disporre di maggiore controllo, sicurezza ed efficienza del
sistema».
A questo proposito, è stato
approvato il progetto di Amat
(Società Agenzia Mobilità
Ambiente) per il potenziamento delle attività della centrale del traffico di piazza
Beccaria, che prevede l’ottimizzazione e il miglioramento del sistema di rilievo del
flusso di traffico.
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9
pÈ atterrata ieri a Phoenix
R.I.T.
una delegazione di imprenditori italiani, sbarcata negli Stati
Uniti per andare alla scoperta
dell’industria 4.0 americana.
Fino al 9 gennaio alcune imprese guidate dall’Unione degli Industriali della provincia di Varese (Univa), in collaborazione
con il Consolato americano di
Milano e con il patrocinio dell’American chamber of commerce, faranno tappa in quelle
che sono le mete più rappresentative per il settore della
produzione digitale. La missione negli Stati Uniti è la terza
consecutiva in poco più di due
anni per l’Unione industriali
varesina, e toccherà le realtà
più innovative al mondo.
Tre gli obiettivi principali, la
visita al Consumer electronics
show 2017 (Ces) di Las Vegas,
la più importante fiera internazionale dell’elettronica di consumo, dove sarà possibile toccare con mano le novità e i nuovi trend nel mondo dell’Ict. Il
secondo obiettivo della missione è approfondire il mercato emergente che gravita attorno all’Internet of things
(Iot) sia al Ces che nella Bay
Area dove per la delegazione
sarà possibile confrontarsi
con alcune imprese leader nell’offerta di tecnologie Iot. Lo
stesso avverrà anche a Phoenix. Il terzo scopo è cogliere
spunti operativi e ispirazioni
utili alla definizione di nuove
strategie aziendali confrontandosi con alcune delle migliori case history che si stanno
affermando in Silicon Valley.
La missione vede coinvolte
una quarantina di persone.
Fanno parte della delegazione
anche ricercatori della Liuc –
Università Cattaneo, imprenditori di altre province d’Italia
ed esponenti del sistema Confindustria, tra cui il presidente
della Piccola industria di Confindustria, Alberto Baban.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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In breve
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Distretti. L’azienda vicentina in crisi per la concorrenza cinese
Tecnigold (gioielli)
passa al colosso
indonesiano Yahya
Piano di rilancio
mirato sull’export
nel mercato Usa
e nel Nord Europa
Katy Mandurino
VICENZA
pIl 2017 sarà l’anno del rilan-
cio per la Tecnigold di Borso del
Grappa (Vicenza). L’azienda
orafa ha chiuso il suo periodo
più buio, firmando la cessione
del 100% del pacchetto azionario al gruppo indonesiano Ubs
Gold. In crisi da tempo e posta in
concordato in continuità dal
Tribunale di Treviso, l’impresa
manifatturiera del distretto
orafo passa nelle mani di Starlight Harmony, società con sede
a Hong Kong facente capo a Ubs
Gold, gruppo familiare asiatico
da 4mila dipendenti, a sua volta
controllata dalla holding della
famiglia indonesiana Yahya,
con interessi che spaziano dall’oro agli alberghi, dalle compagnie di navigazione al trattamento dei rifiuti. Il valore dell’acquisizione è di 10 milioni di
euro; l’aggiudicazione, al termine di una procedura competitiva che ha visto la presentazione
di una sola offerta, si è svolta lo
scorso 23 dicembre. Le parti sottoscriveranno il contratto di
cessione entro la scadenza di
novanta giorni.
Il gruppo indonesiano aveva
già rilevato in affitto Tecnigold tramite Sola Grazia, società appositamente costituita
in Italia, per assicurare la prosecuzione dell’attività e il mantenimento dei dipendenti. Attualmente l’azienda di Borso
del Grappa impiega circa 60 lavoratori. «Questa operazione
– commenta Pierantonio Scodro, rappresentante dei nuovi
acquirenti – è una grande opportunità per il marchio di Borso del Grappa. Uniamo la capacità manifatturiera italiana ai
capitali e alla visione globale di
un gruppo internazionale dalle
grandi ambizioni. Il marchio
Tecnigold resterà saldamente
legato al suo territorio, che
vanta una storia e una specializzazione che non ha eguali
nel mondo».
Tecnigold è stata fondata nel
1978 dalla famiglia Piotto e si è
specializzata nella produzione
di collane e bracciali in oro di
IN CIFRE
65%
Quota export in Asia
La Tecnigold, fondata nel 1978 a
Borso del Grappa (Vicenza), si è
specializzata nella produzione di
collane e bracciali in oro di fascia
media per lo più destinati
all’export , soprattutto in Asia
(65%) e Messico.
52
milioni
Fatturato pre-crisi
La crisi del comparto orafo ha
progressivamente ridotto i ricavi
Tecnigold: 70 milioni nel 2010,
scesi a 52 milioni nel 2014
fascia media. Negli anni
l’azienda, che opera con marchi propri, tra cui il più conosciuto è Oxicolor, si era affermata principalmente sui mercati esteri, a cui era destinata
quasi la totalità della produzione. Il principale mercato di riferimento è l’Asia (per il 65%),
seguita dal Messico. Nel 2010,
Tecnigold aveva raggiunto il
massimo storico di ricavi, pari
a 70 milioni di euro. La crisi
congiunturale del settore orafo, che risente in maniera notevole della concorrenza cinese,
ha ridotto progressivamente i
ricavi. Nel 2014 il fatturato si
era ridotto a 52 milioni di euro
ed erano cresciute le esposizioni verso le banche. Prima di
procedere alla richiesta di concordato in continuità, l’azienda
aveva avanzato nel 2008 e nel
2012 due piani di risanamento e
ristrutturazione del debito.
Il nuovo proprietario indonesiano intende potenziare
l’azienda orafa. Il nuovo piano
di sviluppo prevede un’attenta
analisi della situazione di mercato e il rilancio del marchio attraverso un ambizioso processo di diversificazione e innovazione del prodotto e dei mercati
di riferimento. Tra gli altri
obiettivi, Tecnigold intende riprendersi e ampliare la propria
presenza sui mercati del Nord
Europa e negli Stati Uniti. Nell’operazione di cessione
l’azienda vicentina è stata assistita dall’avvocato Debora Cremasco dello Studio Lambertini
& Associati e da Riccardo Mosele di Bassano del Grappa.
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Marchi&design. Firmato l’accordo sulla quota detassata
Lusso, Ferragamo apripista
nella scelta del «patent box»
Marta Casadei
pLa
Salvatore Ferragamo
Spa, cui fa capo il Gruppo Salvatore Ferragamo, è tra le aziende
italiane, una tra le pochissime
nel settore moda-lusso, che, a
conclusione del 2016, hanno
scelto il “patent box.” Un regime di tassazione agevolata che,
inserito nella legge di Stabilità
2015, determina benefici per le
imprese che producono redditi
attraverso l’uso diretto o indiretto (come la concessione a
terzi: le licenze, ad esempio) di
diritti di proprietà intellettuale.
Le imprese del lusso made in
Italy, apprezzate in tutto il mondo per accessori e dettagli iconici, sono sicuramente tra queste.
Il gruppo Ferragamo, che ha
chiuso i primi 9 mesi del 2016
con ricavi sostanzialmente stabili (-0,7%) poco sopra il miliardo di euro, ha annunciato lo
scorso 29 dicembre l’accordo
siglato dalla propria controllante con l’agenzia delle Entrate al fine di definire il metodo di
Il fiocco. È tra i beni «intangibili»
calcolo della quota di reddito
esente da Ires e Irap ai fini del
patent box.
Nel caso della società fiorentina, quotata a Piazza Affari, per
la base di calcolo delle agevolazioni complessive, alla quota di
reddito relativa all’utilizzo diretto degli intangibili si sommano le royalties percepite attraverso i prodotti in licenza: occhiali, profumi e orologi a marchio Ferragamo sono tra questi.
Gli “intangibili” in questione, infatti, sono marchi e design, inclusi alcuni prodotti figurativi che, nel tempo, si sono affermati come vere e proprie
icone dell’estetica Ferragamo.
Tra questi, l’inimitabile fiocco
in gros grain che nel 1978 personalizzava le Vara, uno dei mo-
Internazionalizzazione. Il piano 2017 di Cosmetica Italia
La bellezza made in Italy
punta sugli Stati Uniti
Marika Gervasio
pRafforzare la conoscenza
del made in Italy cosmetico
negli Stati Uniti, come già avviene per altri settori come la
moda, il design e il food. Un
Paese che l’anno scorso ha assorbito il 6,5% delle esportazioni totali italiane di beauty
per un valore di 326 milioni di
euro, in aumento del 31,2% rispetto al 2014. È l’obiettivo del
progetto speciale presentato
da Cosmetica Italia e IceAgenzia e approvato dal Ministero dello Sviluppo economico: una serie di servizi e attività promozionali innovativi e concreti, pensati su
misura per le aziende cosme-
tiche italiane che saranno
coinvolte nel progetto e con
target mirati: trade, retail,
consumatori.
Stati Uniti, ma non solo, nel
piano 2017 di Cosmetica Italia
a sostegno dell’internazionalizzazione, che prevede attività organizzate in collaborazione con i partner istituzionali, BolognaFiere Cosmo-
326
milioni
Esportazioni
Il valore dell’export italiano di
cosmetica 2015 verso gli Usa
prof, Ice-Agenzia e Promos:
accanto alle ormai consolidate partecipazioni ai Cosmoprof Worldwide di Las Vegas
e Hong Kong, le novità in ambito fieristico riguardano una
collettiva di imprese italiane
alla fiera Iran Beauty & Clean
a Teheran e, per la prima volta, alla fiera Belleza y Salud in
Colombia a Bogotà.
In Campania, sarà organizzata la terza edizione di «La
bellezza made in Sud», mostra autonoma di cosmetica
con operatori selezionati provenienti da vari Paesi nell’ambito del Piano export Sud, per
favorire l’internazionalizzazione e la promozione delle
delli senza tempo della maison
fondata nel ’27. Il medesimo
fiocco, infatti, diventato un segno distintivo della creatività
legata alla maison fiorentina,
oggi personalizza borse e accessori, ma anche profumi. Come Signorina, fragranza femminile ormai iconica.
Nel dettaglio, Salvatore Ferragamo ha esercitato opzione
per gli anni di imposta 2015-2019
e potrà presentare istanza per
un rinnovo quinquennale a partire dal 2020. Il beneficio per
l’anno 2015 – l’azienda non lo comunica, ma in una nota definisce «significativo» l’ammontare dalla somma dell’agevolazione spettante per l’uso diretto ed
indiretto dei propri marchi – è
stato determinato escludendo
dalla base imponibile il 30% del
reddito riconducibile all’utilizzo di “intangibles” agevolabili e
sarà messo a bilancio nel 2016.
La quota detassabile relativa al
2016 sarà invece pari al 40%
mentre per il triennio 2017-2019
salirà al 50%.
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Pmi di Campania, Calabria,
Puglia e Sicilia. Il piano 2017
propone anche la realizzazione di workshop a Varsavia in Polonia, il 30 e 31 maggio, e a Seoul in Corea del Sud
a ottobre.
Cosmetica Italia ha poi ideato un servizio di alert avviato, in collaborazione con la società di consulenza Multiconsult, per informare le imprese
sulle opportunità di internazionalizzazione finanziate a
livello locale nelle varie regioni italiane. E ancora, arriva
il nuovo motore di ricerca Buy
Italian Cosmetics rivolto ai
soci interessati a incrementare la propria visibilità e a potenziare il business all’estero.
Il servizio consente di pubblicare gratuitamente il proprio
profilo aziendale sul sito di
Cosmetica Italia e renderlo
disponibile a operatori esteri
che potranno entrare in contatto diretto con l’impresa.
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10 Impresa & territori
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
LAVORO
In breve
Integrativo. Siglato l’accordo con i sindacati
I tecnici alla prova occupabilità
ESITI OCCUPAZIONALI E FORMATIVI AD UN ANNO DAL DIPLOMA
Condizione occupazionale e formativa (%)
CREDITO
Esuberi Hypo,
regione in campo
La Regione Friuli Venezia
Giulia continuerà a seguire i
lavoratori di Hypo Bank,
sostenendo nei processi di
ricollocamento le persone
licenziate attraverso
percorsi formativi adeguati
alle esigenze delle imprese e
del mercato del lavoro.
L’impegno è stato ribadito
ieri a Udine dalla presidente
della Regione, Debora
Serracchiani, in un incontro
con i rappresentanti
sindacali di Fabi, First Cisl,
Fisac Cgil e Uilca dopo
l’accordo sindacale
sottoscritto al ministero del
Lavoro nella vertenza di
licenziamento collettivo di
103 lavoratori. I primi 94
dipendenti, di cui 34 in Friuli
Venezia Giulia tra le sei
filiali di Trieste, Pordenone
e Udine, e tra i lavoratori
dell’area commerciale della
sede centrale di Tavagnacco
(Udine), sono già stati
licenziati. Di questi 88
hanno firmato il verbale di
conciliazione che permette
loro di usufruire delle tutele
offerte dalla contrattazione
collettiva di settore, mentre
sei non hanno aderito
all’accordo. Gli ultimi nove
dipendenti, ora in malattia o
maternità, dovrebbero
terminare il rapporto di
lavoro entro il 31 marzo. Per
questi i sindacati hanno
chiesto aiuto alla Regione
per individuare un percorso
di reinserimento lavorativo
che, vista la situazione
generale del settore
bancario e finanziario, non
si rivela semplice.
Serracchiani ha confermato
il coinvolgimento operativo
dell’Agenzia regionale per il
lavoro e della struttura
territoriale dei Centri per
l’impiego.
12.885
CARATTERISTICHE DELL'ATTUALE LAVORO
Tipologia dell'attività lavorativa (%)
Studiano all’università
38,0%
Autonomo effettivo
Studiano all’università e lavorano
12,5%
Tempo indeterminato
17,8%
Lavorano e non studiano all'università
30,6%
Totale Stabile
21,4%
Non lavorano, non studiano e cercano lavoro
14,8%
A tutele crescenti
4,1%
Contratti formativi
22,7%
Non standard
25,5%
Diplomati
Non lavorano, non studiano e non cercano lavoro
VALUTAZIONE DELL'ESPERIENZA SCOLASTICA
Dichiarazione prima del diploma: se tornassero indietro, si iscriverebbero ... (%)
Diplomati
Diplomati
12.885
3,6%
1,1%
12.885
Parasubordinato
1,5%
51,7%
Altro autonomo
11,8%
Allo stesso indirizzo/corso, ma in un’altra scuola
9,2%
Senza contratto
16,0%
Presso la stessa scuola, ma ad un altro indirizzo/corso
8,0%
Ad un altro indirizzo/corso in un’altra scuola
31,1%
Allo stesso indirizzo/corso nella stessa scuola
Fonte: Almadiploma
Almadiploma. L’occupazione a un anno dal titolo tocca il 46,9% con punte fino al 57,6% per gli elettronici
Un tecnico su due trova lavoro
Ogni anno sono circa 60mila i profili che le aziende faticano a reperire
Claudio Tucci
pC’è un numero che famiglie e
studenti, alle prese dal 16 gennaio al
6febbraioconleiscrizioniallescuolesuperiori,èbene,forse,chetengano in mente: è quello che ci anticipa
Almadiploma e che continua a confermare come gli istituti tecnici sianounveroeproprio“passepartout”
perillavoro.Aunannodallamaturità, infatti, il tasso di occupazione dei
ragazzi tocca il 46,9% (oltre il 30%
lavora e basta), con punte che arrivano al 57,6% nell’indirizzo «elettronica ed elettrotecnica». A superare il 50% sono anche i periti usciti,
sempre da 12 mesi, dagli «altri indirizzi tecnologici» e pure il percorso
«economico-turistico» si attesta su
un significativo 50,6 per cento.
Numeri che potrebbero essere
ancora più elevati se si considera
che ogni anno ci sono circa 60mila
figure professionali che le aziende
fanno fatica a trovare (sono cioè «di
difficile reperimento»); e che, guar-
da caso, corrispondono proprio ad
altrettanti indirizzi offerti dal nostro sistema d’istruzione tecnica:
dal meccanico al geometra, dall’agroindustriaaltessile-moda,passando per l’informatica e il marketing.Unveroepropriopeccato,con
IL BISOGNO
Brugnoli (Confindustria):
«Con Industria 4.0 la sfida
è trovare competenze
di eccellenza in grado di gestire
il nuovo modello di fabbrica»
untassodidisoccupazionegiovanile che sfiora il 37 per cento.
Riformati nel 2010 dall’ex ministro Mariastella Gelmini, oggi gli
istituti tecnici sono strutturati in
due settori (Economico e Tecnologico)esuddivisiincomplessivi11indirizzi.Esistannoscrollandodidos-
so l’etichetta, sbrigativa, di scuole di
“serie B”: anche gli ultimi dati OcsePisa,presentatigiornifadall’Invalsi,
hanno riconosciuto i buoni livelli di
competenza raggiunti dagli studenti “tecnici”, specie in matematica e nelle regioni settentrionali.
«Non è una novità visto che l’istruzione tecnica offre una preparazione di assoluto rilievo - spiega Carmela Palumbo, dg per gli OrdinamentiscolasticielaValutazionedel
Miur -. Dopo il diploma, l’università
non è mai preclusa, e un’altra peculiaritàdiquestescuoleècherilasciano ai ragazzi una formazione professionalizzante utile alle aziende».
Non c’è dubbio che, con l’avventodiIndustria4.0,lasfidaperiprossimi anni «dovrà essere quelle di
creare competenze di eccellenza
in grado di saper gestire il nuovo
modello di fabbrica - sottolinea il
vice presidente di Confindustria
per il Capitale umano, Giovanni
Brugnoli -. In quest’ottica gli istituti
tecnici hanno un ruolo centrale.
Madevonofareancoraalcunipassi
avanti,peresempio,nelladidattica,
puntandosuunamaggioreflessibilità nei curricula per adattarli meglio ai contesti settoriali e territoriali di riferimento».
«Èladirezionetracciatadallalegge 107 - risponde il sottosegretario,
Gabriele Toccafondi -. Non torniamo indietro: vogliamo una scuola
del sapere e del saper fare, che valorizzi pratica e vera alternanza».
Del resto, l’attuale offerta formativa offre percorsi subito professionalizzanti: «L’approccio didattico è
incentrato sui laboratori, presenti
sia per le discipline scientifiche sia
per quelle tecnologiche - ricorda
Maurizio Chiappa, preside dell’istituto tecnico Marconi di Dalmine
(Bg) -. Anche l’informatica viene
approfondita bene, e si fa tanta formazione on the job: ciò permette di
sviluppare il curriculo del ragazzo
in funzione di ciò che serve real-
menteall’azienda».Insomma,l’istituto tecnico «è oggi la vera scuola
delle competenze - aggiunge Mauro Borsarini, dirigente dell’«Archimede» di San Giovanni Persiceto
(Bo) e numero uno di Almadiploma -. Anche grazie alle nuove tecnologieglistudentisonosubitomotivati e pronti a mettere in pratica
ciò che imparano».
E l’appeal nei confronti dei periti si vede: è un pò trasversale in
quasi tutti i rami dell’attività economica, dall’industria, all’agricoltura, ai servizi. Inoltre, i contratti
offerti ai ragazzi in un caso su cinque sono di natura stabile (a carattere formativo, ma anche a tempo
indeterminato). Certo, lo stipendio, ci dice ancora Almadiploma,
oscilla, a seconda dell’indirizzo,
dagli 800 ai poco più di mille euro.
Ma proprio una maggiore specializzazione, in prospettiva, potrà
portare a buste paga più pesanti.
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Alla Avio Aero
il premio arriva
a 3.900 euro
PIEMONTE
Filomena Greco
TORINO
pUn integrativo con un pre-
mio di produzione che può raggiungere i 3.900 euro all’anno e
che arriva a poche settimane
dalla sigla del contratto nazionale dei metalmeccanici. I 4.800
addetti di Avio Aero nei cinque
stabilimenti italiani – tre in Piemonte, a Rivalta, Borgaretto e
Cameri, gli altri due a Pomigliano e Brindisi – voteranno la prossima settimana per rendere definitivamente operativa l’intesa.
Tre i punti chiave: il premio di
produzione determinato sulla
base di due indicatori, per il 70%
determinato da parametri economici (redditività dell’azienda), per il restante 30% dalle performance industriali dei singoli
siti (produttività); il percorso di
armonizzazione con il contratto
nazionale dei metalmeccanici
sul tema welfare e sanità; la stabilizzazione entro il 2021 di 130
lavoratori, tra contratti a tempo
determinato o in somministrazione, con una appendice di 20
stabilizzazioni su determinate
produzioni a Brindisi e a Rivalta.
«Al raggiungimento degli
obiettivi prefissati, ai lavoratori
potrebbe arrivare un aumento
annuale di 800 euro rispetto al
precedente premio» sottolinea
il segretario della Uilm di Torino Dario Basso. Il premio rappresenta una voce totalmente
variabile come spiega Claudio
Gonzato della Fiom di Torino,
«ma l’accordo stabilisce una
quota uguale per tutti i lavoratori, uno “zoccolo duro” determinato dagli indicatori di redditivi-
tà dell’azienda, a cui si affianca la
parte determinata invece dagli
indicatori delle singole unità
produttive». Inoltre il testo prevede che l’azienda versi una
quota in busta paga – dai 130 euro
del 2017, ai 140 nel 2018-2019 fino
ai 150 del 2020 – a titolo di anticipo del premio stesso, da gennaio
a giugno, e di posticipo, da luglio
a dicembre. Una quota che resta
non assorbilibile in futuri ed
eventuali aumenti e che viene riconosciuta anche ai lavoratori
con contratti in somministrazione. Quanto alla consistenza
economica del Pdr stabilito da
Avio Aero e dalle organizzazio-
LE NOVITÀ
Stabilizzati 130 precari e
introdotte due nuove figure,
il collaudatore e il
conduttore di macchine
a controllo numerico
ni sindacali, Fim, Fiom e Uilm, il
premio può raggiungere i 3.900
euro in caso di raggiungimento
del 100% degli obiettivi raggiunti, sia sul piano della produttività
che della redditività, in quest’ultimo caso, a fronte di permormance aziendali che superino
gli indicatori stabiliti, il premio
può salire a quota 4.446 euro.
Tra le novità valorizzate dall’accordo, aggiunge Claudio Chiarle, segretario della Fim-Cisl di
Torino, «c’è il riconoscimento,
sul fronte dell’inquadramento
professionale, di due figurefondamentali per il controllo di
qualità, il collaudatore e il conduttore di macchine a controllo
numerico con funzioni di autocollaudo».
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EDILIZIA
In breve
PROGETTAZIONE
Bari, concorso
per il waterfront
Un concorso di
progettazione per
rivitalizzare l’affaccio a
mare della città vecchia di
Bari. Uscirà da una
competizione
internazionale tra
progettisti la migliore
soluzione per dare un
nuovo volto al waterfront
del capoluogo pugliese nel
tratto compreso tra Santa
Scolastica, il molo di
Sant’Antonio e il molo san
Nicola. Il bando che dà il via
alla gara di architettura è
stato pubblicato ieri sulla
Gazzetta europea.
Il concorso, a procedura
aperta, prevede
l’attribuzione di 20mila
euro al vincitore e due
rimborsi spesa di 8mila
euro. Oltre alla strategia
urbana e ambientale la
commissione giudicatrice
valuterà anche la fattibilità
tecnica ed economica del
progetto. Il termine per la
partecipazione è fissato al
20 febbraio.
Governo. Studio Ance sulla legge di Bilancio: nel 2017 16,8 miliardi, quasi un quarto in più del 2016
Infrastrutture, risorse a +23%
La spinta da «Fondo premier» e ricostruzione post-terremoto
Alessandro Arona
pPiù risorse per le infrastruttu-
re nel bilancio statale. Secondo i
calcoli dell’Ufficio studi Ance
(Associazione nazionale costruttori edili) grazie alla legge di bilancio 2017 gli stanziamenti effettivamente impegnabili quest’anno per opere pubbliche saliranno
a 16,794 miliardi di euro, il 23,4% in
più in valori reali rispetto al 2016.
Un risultato che deriva dalla
sostanziale conferma delle risorse "a legislazione vigente" per
Anas, ferrovie, edilizia scolastica,
dissesto idrogeologico e gli altri
capitoli di spesa statali su infrastrutture ed edilizia, e dall’aggiunta del nuovo Fondo investimenti della presidenza del Consiglio (1,9 miliardi nel 2017, 8,5 miliardi nel triennio) e dalle risorse
per la ricostruzione dopo i terremoti 2016 in Centro Italia (7 miliardi di euro complessivi, spalmati negli anni).
Il calcolo dei tecnici Ance è
stato quest’anno particolarmente complesso - spiegano - a
seguito della nuova struttura del
bilancio statale introdotta dalla
legge 163/2016, applicata per la
prima volta.
Come sempre l’Ance non fa un
calcolo teorico delle risorse "di
competenza" (impegnabili) in bilancio, ma elabora secondo parametri costanti nel tempo una stima di quanto è effettivamente at-
FONDO COESIONE
Per dare "benzina"
alle delibere Cipe di agosto
e dicembre si anticipa
cassa per il Fondo Fsc
per 2,45 miliardi in tre anni
tivabile ogni anno (nuovi contratti) con tali fondi.
Secondo questo calcolo (in
esclusiva per Il Sole 24 Ore) la manovra di finanza pubblica appena
approvata determinerà un aumento degli stanziamenti per
nuove infrastrutture, nel 2017, del
23,4% in termini reali rispetto al
2016 , circa 3,3 miliardi in più.
Dall’inizio della crisi economica (nel 2008 18,9 miliardi di euro), i fondi statali per le infrastrutture sono scesi al minimo di
12,2 miliardi nel 2015, circa il 50%
in meno in valori reali. Da due anni a questa parte è cominciata la
ripresa: +9,2% reale nel 2016
(13,47 miliardi) e appunto +23,4%
nel 2017, a 16,794.
«Questo risultato - commenta
l’associazione costruttori - consolida la valutazione positiva della manovra di finanza pubblica
per il 2017 effettuata dall’Ance al
momento del disegno di legge da
parte del Governo, per le importanti misure previste a sostegno
degli investimenti infrastrutturali e per il rafforzamento degli incentivi fiscali» (recupero edilizio, eco-bonus e sisma-bonus).
Tre, come si diceva, le spinte. Il
nuovo "Fondo Investimenti" della presidenza del Consiglio, da ripartire con uno o più Dpcm (decreti del premier), prevede fondi
LE STIME
16,794 miliardi
Risorse 2017 in bilancio
Secondo il modello
previsionale dell’Ufficio studi
Ance, dopo l’approvazione
della legge di Bilancio 2017 le
risorse statali effettivamente
impegnabili per opere
pubbliche nell’anno in corso
saranno pari a 16.794 miliardi
di euro, il 23,4% in più (in
valori reali) rispetto al 2016,
oltre il 30% in più rispetto al
2015. Dall’inizio della crisi,
nel 2008, le risorse statali
annue per infrastrutture
erano scese fino al 2015
quasi del 50%.
L’aumento per il 2017 è
dovuto in gran parte al nuovo
Fondo infrastrutture della
presidenza del Consiglio (8,5
miliardi nel 2017-2019) e alla
ricorstruzione post-terremoti
(3,9 miliardi nel triennio).
in competenza per 1,9 miliardi nel
2017, 3,15 nel 2018 e 3,5 nel 2019, e
così via fino a includere già in bilancio 47,5 miliardi di euro fino al
2032 (anticipabili caso per caso
con mutui Bei). Lo stesso bilancio
statale stima una spesa reale di
629 milioni nel 2017, 1,9 nel 2018,
3,5 nel 2019.
Per la ricostruzione post-sisma, con stanziamenti trentennali attivabili con mutui, sono in
bilancio 7 miliardi di euro, che secondo il modello Ance produrranno 1,3 miliardi di euro all’anno
di impegni nei prossimi tre anni
(la spesa effettiva sarà secondo il
governo di 600 milioni quest’anno, 800 nel 2018, 950 nel 2019).
La terza spinta è l’anticipo di
risorse Fsc (fondo coesione)
programmabili, 650 milioni in
più quest’anno, 800 nel 2017, un
miliardo nel 2019. Oltre al fatto,
spiega l’Ance, che la quota di risorse Fsc destinata alle infrastrutture è salita con le ultime delibere Cipe dal 45 al 70%.
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Trasparenza. Il decreto Milleproroghe conferma la necessità di pubblicare gli avvisi di gara sui quotidiani nazionali e locali
Bandi sui giornali, resta l’obbligo
Mauro Salerno
ROMA
pResta l’obbligo di pubblica-
QUOTIDIANO EDILIZIA
E TERRITORIO
Dai bandi alle scuole:
le proroghe dell’edilizia
Sul Quotidiano digitale il testo
del decreto Milleproroghe e il
riepilogo di tutte le nuove scadenze di interesse per l’edilizia.
www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com
re anche sui giornali i bandi di
gara relativi agli appalti pubblici. La conferma del paletto a garanzia della massima trasparenza sull’operato delle amministrazioni arriva con il decreto
Milleproroghe .
Il decreto di fine anno mette
uno stop alla necessità di procedere con proroghe e nuove
scadenze, fissando una volta
per tutte il regime di pubblicità
dei bandi che dovranno seguire tutte le stazioni appaltanti
intenzionate ad affidare un ap-
palto finanziato con fondi pubblici. La scelta è stata quella di
correlare la scadenza del regime di massima diffusione e conoscibilità degli avvisi seguito
finora - e che sarebbe caduto il
primo gennaio - alla riorganizzazione dell’intero sistema che
dovrà avvenire con un decreto
DECRETO MIT
Il vecchio regime
resterà in vigore
fino alla pubblicazione
di un nuovo provvedimento
delle Infrastrutture
del ministero delle Infrastrutture, secondo quanto previsto
dal nuovo codice degli appalti
(Dlgs 50/2016). Fino alla pubblicazione del provvedimento
del Mit continuerà ad applicarsi il sistema stabilito dal vecchio codice degli appalti (Dlgs
163/2006, articolo 66, comma
7) che prevede l’obbligo di
pubblicare i bandi di gara «per
estratto su almeno due dei
principali quotidiani a diffusione nazionale e su almeno
due a maggiore diffusione locale nel luogo ove si eseguono i
contratti». Confermati anche
gli obblighi di pubblicazione
sulla Gazzette ufficiali (quella
italiana e anche quelle europea
se il valore del contratto supera le soglie di interesse transfrontaliero) oltre che sul sito
del ministero delle Infrastrutture e dell’osservatorio dei Lavori pubblici.
Come anticipato, questo regime resterà in vigore fino all’entrata in vigore del provvedimento di attuazione delle disposizioni previste dal nuovo
codice dei contratti pubblici.
Il decreto di Porta Pia è in
avanzata fase di elaborazione
e potrebbe dunque vedere la
luce anche prima della con-
versione in legge del decreto Milleproroghe. Anche il
nuovo codice, peraltro, prevede che si continui a utilizzare
«la stampa quotidiana maggiormente diffusa nell’area interessata» per garantire «la
certezza della data di pubblicazione e adeguati livelli di
trasparenza e di conoscibilità» dell’avvio di una procedura di gara mirata all’assegnazione di un contratto pubblico.Al decreto delle Infrastrutture spetterà anche il compito
di indicare la data entro la quale resterà l’obbligo di pubblicazione dei bandi sulla Gazzetta italiana, i cui costi sono
ora posti a carico degli operatori che si aggiudicano le gare.
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Acqua. Per superare la procedura di infrazione
Depuratori al Sud,
commissario unico
e albo progettisti
Giuseppe Latour
ROMA
pAvrà a disposizione una con-
tabilità speciale che ingloberà
tutte le risorse messe sul piatto
finora per l’adeguamento dei sistemi di fognatura e depurazione, a partire dagli 1,8 miliardi della delibera Cipe n. 60 del 2012. Lavorerà in stretto raccordo con le
società in house del Governo: Invitalia e Sogesid su tutte. E, soprattutto, costituirà un albo nazionale dei progettisti, controllatodall'Anac,dalqualebisognerà passare per ottenere tutti gli
incarichi sotto la soglia del milione di euro. Anche se non è ancora
stato nominato, è già piuttosto
definito l'arsenale di armi che il
nuovo commissario unico per la
depurazione avrà a disposizione
per effetto dell’articolo 2 del decreto per il Sud (Dl n. 243/2016).
Entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto (quindi,
perlafinedigennaio),saràPalazzo Chigi a indicare il nuovo commissario unico con delega alla
realizzazione e all’adeguamento
dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione. La sua
missione è molto precisa: «Garantire l’adeguamento nel minor
tempo possibile alle sentenze di
condanna della Corte di Giustizia Ue pronunciate il 19 luglio
2012 (causa C-565/10) e il 10 aprile
2014 (causa C-85/13), evitando
l’aggravamento delle procedure
di infrazione». Si tratta di una
scelta che segna un’inversione di
tendenza. Lo Sblocca Italia aveva infatti disposto la nascita di
commissari straordinari di livello regionale, che avevano il compito di superare l’inerzia delle
amministrazioni locali. In questa occasione, infatti, più che un
problema di risorse, c’è da anni
un’incapacità di spesa. Un esempio di questa situazione è la delibera Cipe 60/2012: 1,8 miliardi
per 182 opere (soprattutto in Sicilia) destinate al superamento
delle procedure di infrazione,
impegnati a passo di lumaca.
Con la nomina del nuovo
commissario unico, tutti i commissari regionali «cessano dal
proprio incarico». Le risorse
presenti nelle loro contabilità
passano di mano. Andranno girati al commissario anche tutti i
progetti. Proprio la lentezza dei
Comuni nel portare avanti le
progettazioni è stata una delle
cause principali dell’andamento
delle opere. Non è un caso, allora, che il primo intervento concreto del commissario sarà la co-
I FONDI
Il Cipe ha stanziato nel 2012
1,8 miliardi
per 182 opere: proprio
la mancanza di progetti
ha finora frenato la spesa
stituzione di un albo nazionale
dei soggetti ai quali affidare gli
incarichi di progettazione di importo inferiore al milione. Sarà
sottoposto alla verifica dell’Autorità Anticorruzione, che controllerà la correttezza e la trasparenza delle procedure. I progettisti che lavoreranno sulle opere
di depurazione, in sostanza, dovranno ricevere prima il «bollino blu» del commissario unico.
Per svolgere i suoi compiti, il
commissario potrà avvalersi,
tramite convenzioni, di società
in house delle amministrazioni
centrali dello Stato. Il riferimento è soprattutto a due soggetti:
Sogesid, società del ministero
dell’Ambiente e del ministero
dell’Economia specializzata
proprio nel supporto tecnico
per gli interventi ambientali, e
Invitalia, società del Mef, centrale di committenza e stazione appaltante specializzata nella gestione di investimenti.
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Mondo 11
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Strage di Capodanno. Rilasciato il kirghizo che ha dichiarato: «Non ero in Turchia, c’è solo una somiglianza fisica»
È ancora giallo sul killer di Istanbul
Vittorio Da Rold
pÈ sempre più intricata la vicen-
da della gigantesca caccia all’uomo
che nella notte di Capodanno ha
ucciso 39 persone al Reina, la più
esclusivadiscotecadiIstanbul.Dopo che la tv di stato turca Trt aveva
riferitocheilkillererastatoidentificato come il 28enne Iakhe Mashrapov, le autorità del Kirghizistan
hanno escluso il legame di un loro
connazionale con l’attentato. L’immagine di un passaporto kirghiso
era circolata ampiamente sui media turchi e il suo proprietario era
stato indicato dalla tv locale Trt come il possibile attentatore di Capodanno.Mailcapodeiservizidisicurezza kirghisi, Rakhat Sulaimanov,
haspiegatoallaBbcchel’uomo,che
è stato interrogato anche dai sui
colleghi turchi, non è affatto coinvolto nella strage di fine anno.
Inoltre, è stato spiegato, i turchi
non hanno contattato la controparte kirghisa per indagare sulla
persona del passaporto e l’indagine è partita solo in seguito ai report diffusi sui media. Anche le
autorità turche in seguito hanno
escluso ogni coinvolgimento del
sospettato numero uno.
L’uomo sostiene di essere stato
scambiato per l’attentatore per
una somiglianza fisica, ma di essere stato rilasciato dalla polizia tur-
TENSIONE A LONDRA
Ieri pomeriggio un falso
allarme ha spinto
le forze di polizia
a far evacuare
il Victoria and Albert Museum
nel centro della capitale
ca dopo un controllo all’aeroporto
di Istanbul. Secondo l’agenzia Akipress, Mashrapov sarebbe stato in
Turchia per affari tra il 28 e il 30 dicembre e poi di nuovo tra il 1° gennaio e il 3 gennaio, mentre era in
Kirghizistan la notte della strage.
E sempre dalla Turchia, la corrispondente della tv britannica
Itv, Sally Lockwood, aveva riportato - citando fonti della polizia locale - che la moglie del presunto
autore della strage era stata arrestata. La donna, ha chiarito invece
il quotidiano Haberturk, è stata
fermata nella provincia anatolica
di Konya, dove il sospetto sarebbe
giunto anche con i due figli a fine
novembre dal Kirghizistan. La
donna avrebbe detto alla polizia
turca di aver «saputo dell’attacco
dalla tv. Non sapevo che mio marito fosse un simpatizzante di Dae-
sh». Alla luce degli ultimi sviluppi
anche queste dichiarazioni potrebbero essere smentite.
C’è ancora molta confusione tra
gli inquirenti per l’attacco al nightclub Reina.Le poche certezze
finora acquisite sono che il killer
sia arrivato dall’estero con l’obiettivo di fare la strage. La freddezza
manifestata nei video fa pensare a
un livello di addestramento militareelevato.Sitratterebbedunquedi
un militante di elevato livello, tanto che la propaganda jihadista nel
comunicato di rivendicazione lo
definisce «un valoroso soldato
dello Stato islamico», mentre in altri attacchi è stata scelta la dicitura
«soldato» o «sostenitore».
L’Isisharivendicatointurcol’attentato in un comunicato in cui si
legge: «In prosecuzione delle operazioni che lo Stato islamico sta
conducendo contro il protettore
della croce, la Turchia, un soldato
del califfato ha colpito uno dei più
famosi nightclub dove i cristiani
celebrano la loro festività apostata». Poco prima era trapelata l’ipotesi della polizia turca secondo cui
l’autore della strage poteva essere
legato alla stessa cellula che colpì
l’aeroporto Ataturk, provocando
47 morti, e gli inquirenti stanno verificando se è stato lo stesso gruppodifuocoacondurreentrambigli
attentati. Il vice premier Numan
Kurtulmus ha detto che l’identificazione dell’autore della strage sarebbe vicina grazie alle immagini
raccolteeall’analisidelleimpronte
digitali. All’aeroporto di Istanbul
sono stati eseguiti due fermi di cittadini stranieri. Lo stesso Kurtulmus ha ammesso che l’intervento
militare turco in Siria avrebbe in-
nescato la reazione dei gruppi jihadisti, decisi adesso a «creare divisioni nella società turca».
In un breve video diffuso da alcuni media, si vede il presunto attentatore nel centro di Istanbul,
con indosso lo stesso giubbotto
scuroimmortalatodalletelecameredisicurezzalanottediCapodanno. Ma nessuno sa dare ancora un
nome a questo volto. Unica certezza è che il 19 gennaio il parlamento
di Ankara darà il via libera alla proposta di prorogare di tre mesi lo
stato di emergenza entrato in vigore dopo il tentato golpe di luglio.
L’allarme terrorismo resta elevato ovunque. Ieri sera è rientrata
l’allerta sicurezza che nel pomeriggio aveva causato l’evacuazione del Victoria and Albert Museum nel centro di Londra. Sempre la polizia inglese ha ucciso un
sospetto, Yassar Yaqub, 28 anni,
sull’autostrada M62 nei pressi di
Huddersfield. La sua abitazione è
stata perquisita nel corso di
un’operazione nella quale sono
state arrestate cinque persone.
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Gran Bretagna. Il diplomatico era finito nel mirino della May per le posizioni pessimistiche su tempi ed esito dell’uscita
Brexit, lascia l’uomo dei negoziati
Si dimette a sorpresa Ivan Rogers, ambasciatore presso l’Unione europea
Nicol Degli Innocenti
pI cruciali negoziati tra Lon-
dra e Bruxelles partiranno senza la persona considerata il
maggiore esperto britannico di
trattative con l’Unione Europea. Sir Ivan Rogers, l’ambasciatore britannico presso la
Ue, ieri ha dato inaspettatamente le dimissioni. La decisione di lasciare, confermata
dal Foreign Office, ha colto di
sorpresa Downing Street e priva la Gran Bretagna del negoziatore che avrebbe dovuto
avere un ruolo di rilievo nelle
trattative su Brexit.
La spiegazione ufficiale data
dal Governo è che Rogers ha lasciato l’incarico in anticipo per
permettere alla premier Theresa May di nominare un successore prima dell’avvio dei
negoziati formali con Bruxelles in marzo. Il mandato dell’ambasciatore, che non ha voluto fare commenti, sarebbe
scaduto in novembre.
Le ragioni per le dimissioni
a sorpresa però sono altre, secondo fonti non ufficiali ma
bene informate. Rogers avrebbe lasciato perché bersagliato
di critiche dal fronte proBrexit, che lo considera troppo filo-europeo, e perché frustrato dall’indecisione del Governo sulla strategia da adottare e dalla mancanza di
realismo di molti ministri vicini alla premier. Downing Street lo considerava troppo pessimista e sempre più in contrasto con il messaggio volutamente positivo che la May
vuole inviare su Brexit.
In un memorandum riservato scritto in ottobre, Rogers
aveva avvertito Downing
Street che ci sarebbero voluti
dieci anni, non i previsti due
anni, per raggiungere un accordo di libero scambio con la
Ue e che il lieto fine non è affatto garantito. Sottolineando la
complessità e difficoltà dei negoziati, l’ambasciatore aveva
anche avvertito Londra che
l’intesa, una volta raggiunta,
deve essere comunque ratificata da tutti i Parlamenti nazionali dei Paesi membri e potrebbe quindi essere respinta.
In dicembre il memorandum di Rogers era stato girato
alla stampa, probabilmente
per screditarlo e metterlo in
difficoltà. Downing Street
aveva detto che come tutti gli
ambasciatori il diplomatico
britannico non esprimeva
convinzioni proprie ma riportava le opinioni di altri, e aveva
ripetuto il solito mantra: il Governo ha «la massima fiducia
che un accordo positivo sia per
la Gran Bretagna che per la Ue
L’ESULTANZA DI FARAGE
Per l’ex leader dell’Ukip
ora a Bruxelles serve
«un vero brexiteer» e anche
altri diplomatici nel mondo
dovranno dimettersi
possa essere raggiunto nei
tempi previsti».
Il monito di Rogers era però
stato ferocemente criticato
dal fronte pro-Brexit, che già
considerava l’ambasciatore
un nemico. Secondo il quotidiano ultraconservatore Daily Mail, molte persone «avevano chiesto la testa di Sir
Ivan e la sua sostituzione con
un diplomatico più energicamente pro-Brexit».
Ieri, mentre Downing Street
si è limitata a un freddo ringraziamento di prassi a Rogers per
il lavoro svolto negli ultimi tre
anni, i maggiori sostenitori di
Brexit hanno esultato apertamente per quella che considerano una vittoria.
Nigel Farage, leader di Ukip,
ha dichiarato che il filo-europeo Rogers deve ora essere sostituito da un «vero fautore di
Brexit», invitando anche altri
diplomatici britannici nel
mondo a dimettersi perché
rappresentano il vecchio mondo pre-referendum.
Il fronte opposto ha invece
espresso costernazione per la
perdita di un vero esperto in un
momento così delicato. Charles Grant, direttore del Centre
for European Reform, ha dichiarato che «le dimissioni di
Ivan Rogers rendono meno
probabile un compromesso
positivo su Brexit, perchè era
una delle poche persone al vertice che capiscono la Ue e che
dicono la verità». Nick Clegg,
ex vicepremier e leader del
partito liberaldemocratico, ha
dichiarato che se è vero che
Rogers è stato esautorato allora il Governo ha fatto «uno
spettacolare autogol».
L’ambasciatore è un veterano di Bruxelles apprezzato da
leader sia laburisti che conservatori per la sua competenza.
Segretario privato del cancelliere conservatore Kenneth
Clarke, era poi andato a Bruxelles negli anni Novanta come
chief of staff di Lord Brittan, il
commissario Ue al commercio, accumulando una vasta
esperienza. In seguito era stato
segretario privato del premier
laburista Tony Blair. David Cameron lo aveva scelto come
consulente sull’Europa e poi lo
aveva nominato ambasciatore
presso la Ue nel 2013.
Le dimissioni dell’ambasciatore, che seguono quelle del
commissario Ue Jonathan Hill
nel giugno scorso, rafforzano la
sensazione che la premier Theresa May stia puntando sempre
più spedita verso una “hard
Brexit”, un taglio netto con
Bruxelles che prevede anche
l’uscita dal mercato unico. Secondo Grant Rogers «non
avrebbe dato le dimissioni se
non avesse perduto la fiducia di
Downing Street». La sua dipartita è quindi un segnale che «il
Governo May mette la sovranità al di sopra dell’integrazione
economica con la Ue».
AFP
I FOTOGRAMMI DEL MISTERO
AFP
Il volto senza nome
 Secondo una prima ricostruzione
della tv di Stato turca il terrorista
che ha colpito la notte di
Capodanno al Reina si
chiamerebbe Iakhe Mashrapov,
28enne del Kirghizistan. La foto (a
sinistra) diffusa dall’agenzia Dogan
il 2 gennaio mostra il principale
sospettato dell’attentato il giorno
Verso l’uscita dalla Ue
L’ARTICOLO 50
IL MERCATO UNICO
L’ALTA CORTE
Gli elettori britannici, con il
referendum del 23 giugno
2016, hanno deciso di lasciare
l’Unione europea. Per Leave si
è espresso il 52% dei votanti e
per Remain il 48. La
partecipazione, alta, è stata
del 71,8 per cento. Per ora la
Gran Bretagna resta nella Ue
perché, per uscirne, i trattati
istitutivi hanno previsto una
procedura che inizia con
l’attivazione dell’articolo 50
da parte dello Stato membro
che intenda lasciare il club.
Theresa May, che ha sostituito
David Cameron al Governo, ha
assicurato che attiverà la
procedura entro marzo.
Inizieranno solo allora i
negoziati per stabilire le
condizioni dell’uscita.
L’articolo 50 del Trattato di
Lisbona dà alle parti due anni di
tempo per concludere i
negoziati. Questo significa che
entro l’estate del 2019 sarà
pronta la cornice giuridica per
l’uscita della Gran Bretagna dalla
Ue. Anche se i nodi da sciogliere
sono numerosi, i due principali
temi di discussione saranno
l’accesso di Londra al mercato
unico e il trattamento dei
migranti. Una chiusura eccessiva
del governo May su quest’ultimo
fronte potrebbe determinare una
levata di scudi da parte dei
Ventisette. Molte cancellerie, con
Berlino in testa, hanno già detto
che per godere della libera
circolazione di merci e servizi, la
Gran Bretagna non potrà limitare
il movimento delle persone.
A complicare una situazione già
difficile, che rischia di avviarsi
sulla strada della cosiddetta
“hard Brexit”, c’è una sentenza
dell’Alta corte britannica. La
Corte ha infatti stabilito che il
Governo di Theresa May non
può avviare la procedura
dell’articolo 50 senza avere
prima ottenuto il sostegno del
Parlamento attraverso
un’apposita legge. Downing
Street ha presentato un appello
alla Corte suprema contro la
decisione. La sentenza è attesa
a giorni. Se verrà confermata la
necessità di una legge, le
incognite aumenteranno: i
parlamentari, pur rispettando
la volontà popolare di “Leave”,
potrebbero infatti introdurre
limiti o condizioni al negoziato.
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dopo in un video selfie di cui non si
conosce l’origine. Poi compare un
fotogramma (a destra) tratto da un
video di sorveglianza al Reina.
 Ma il principale sospettato
smentisce: «Riconosco che mi
somiglia, ma io non c’entro». E
dopo le conferme dei servizi
kirghizi anche i servizi turchi
hanno fatto dietrofront.
L’ANALISI
Leonardo
Maisano
I fanatici
di Leave
rifiutavano
il suo realismo
“L
Un anno fa. L’ambasciatore britannico alla Ue Ivan Rogers (a destra) con l’ex premier David Cameron
AFP
icenziato” per eccesso
di pessimismo. Il capo
d’imputazione dei
Brexiters non ha lasciato
scampo a uno dei migliori
diplomatici del Foreign Office e
tanto basta per credere che
l’addio di sir Ivan Rogers ancorché atto a tutti gli effetti
formalmente volontario - sia la
conseguenza di una campagna
di disinformazione che sta
riducendo in coriandoli il
sistema di comunicazione
britannico. Da quando la Bbc
aveva fatto sapere che secondo
sir Ivan il negoziato per la Brexit
necessita di molto più dei due
anni immaginati, costringendo i
Ventotto al tavolo per un
decennio, sul diplomatico s’era
levato il tiro incrociato. I media
più euroscettici avevano
abbandonato il fioretto e
imbracciato la clava, mentre i
parlamentari più delicati gli
imputavano «pessimismo».
Concetto che, oscillando fra
scetticismo e disfattismo, è
veleno per l’attore
maggiormente esposto nello
scontro anglo-britannico. Se poi
a scuotere il capo sull’abilità di
un blasonato civil servant sono
personalità vicine a Downing
street, le dimissioni si
tramutano, a tutti gli effetti, in
un licenziamento in tronco.
La “bolla” trascina sul fondo
uno dei più esperti diplomatici
sui temi europei in forza al
Foreign Office. La “bolla” di
una menzogna che nutrendo sé
stessa s’ingigantisce e rotola,
schiacciando tutto. La
presunzione di voler far
credere che la Brexit sarà
rapida e indolore, Nirvana di
una vita che verrà, si alimenta,
infatti, di numeri buttati lì da
mesi in un circo inizialmente
allestito per smontare la
strategia della paura che gli
euroscettici imputavano,
prima del voto, al fronte
Remain. Le parti, in realtà, si
sono rapidamente ribaltate in
un florilegio di statistiche
dirette a convincere l’opinione
pubblica che l’Europa è una
zavorra e solo il librarsi senza
freni, in perfetta solitudine, nel
mondo globalizzato può
restituire al Regno Unito la
gloria del passato.
Anche ieri, mentre Ivan
Rogers formalizzava il suo
addio da Bruxelles, una nuova
ricerca sponsorizzata dagli
euroscettici prometteva
400mila posti di lavoro creati
da immaginarie ricadute di
benefici commerciali. Sogni,
per la stragrande maggioranza
degli economisti. Eppure la
disinformazione buttata là
(dove sono finiti i miliardi di
sterline che dovrebbero
ingrassare il sistema sanitario
britannico con i risparmi delle
quote Ue ? Dissolti come le
chiacchiere, per ammissione
di tutti, Nigel Farage
compreso) lascia il segno
assai più delle successive
correzioni. “Calunniate,
calunniate qualcosa resterà”,
verrebbe da dire appellandosi
a frasi celebri. Menzogne più
che calunnie, ma efficaci
abbastanza per dirottare la
volontà popolare verso l’hard
brexit, ovvero l’uscita dal
mercato interno. Uno strappo
che l’elettorato non ha mai
votato divenuto, oggi più che
mai, terreno di scontro fra
eurofobi e quel che resta
degli eurofili.
Ivan Rogers tuttavia non è
caduto sul campo della battaglia
ideologica – brexiters contro
remainers - ma nello scontro sul
filo del realismo. Quel realismo
che la Londra euroscettica, oggi
in gran forze al governo, s’ostina
a non vedere, vagheggiando
un’Arcadia post europea a
portata di mano. Ipotizzando
che possa essere un’Arcadia – e
non sarà così - certamente non è
a portata di mano. La trattativa
sarà estenuante, lasciando
Londra meno ricca di prima. E a
chi obietta che fino ad ora nulla
è accaduto va sempre la stessa
risposta: lo show è rinviato,
comincerà quando il divorzio
non sarà uno spunto di dibattito,
ma la quotidiana realtà.
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Medio Oriente. I ribelli accusano il regime di Assad di avere attaccato nelle aree a Nord-Ovest di Damasco, in bilico anche la «pax russa» con l’Iran e appoggiata dalla Turchia
Tregua violata in Siria: trattative a rischio
di Alberto Negri
L
a tregua con le fazioni ribelli siriane rischia di naufragare ed è già in bilico anche la “pax russa” ottenuta con
l’Iran e l’assenso decisivo della
Turchia che aveva accettato di
mantenere al potere Assad.
L’accordo per il cessate il fuoco,
il terzo in sei anni di guerra civile, era stato sottoscritto il 29 dicembre, dopo la caduta di Aleppo, con la regia di Putin e sembrava tenere al punto da guadagnarsi l’appoggio di una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,
che si era anche detto favorevole ai negoziati programmati ad
Astana in Kazakhstan, da tenersi in parallelo a quelli sotto l’ombrello delle Nazioni Unite.
In un comunicato le fazioni
ribelli hanno affermato di aver
«rispettato il cessate il fuoco in
tutto il territorio siriano» ma
che il regime e i suoi alleati non
lo hanno fatto, «con significative violazioni nelle regioni di
Wadi Barada e Ghouta». Queste aeree a Nord Ovest di Damasco ospitano le dighe che riforniscono la capitale e si trovano
sulla direttrice strategica della
strada tra Damasco e Beirut: ci
sono quindi stati scontri tra
l’esercito di Assad e gli alleati
Hezbollah, le milizie sciite libanesi, che non intendono lasciare all’opposizione sunnita il
UNA FASE CONFUSA
L’accordo di Putin e Erdogan
con Teheran ha avviato
un riallineamento frenetico
delle fazioni
Difficile mantenere la pace
controllo della zona.
Le violazioni della tregua sono state annunciate dall’Esercito libero siriano (Els), il Freee
Syrian Army, considerato una
formazione moderata ma che
dopo anni di guerra civile e di
conflitto per procura raggruppa
diverse fazioni che fanno, o facevano, riferimento alla Turchia.
Che cosa sta accadendo in realtà? La Turchia in questo momento avrebbe tutto l’interesse
alla tregua perché ha ottenuto la
collaborazione dell’aviazione
russa nell’assedio di Al Bab, roccaforte dell’Isis: un obiettivo importante per la futura offensiva
su Raqqa, capitale del Califfato.
Ma che ora è diventato un bersaglio altamente simbolico dopo
l’attentato di Istanbul al Reina
rivendicato dall’Isis.
Ankara deve insomma prendersi una rivincita sui jihadisti
che un tempo sosteneva e che
adesso ritengono Erdogan un
traditore per l’accordo stipulato con la Russia di Putin che lascia Assad al potere. Chi minaccia di far saltare la tregua in poche parole adesso va anche contro la Turchia che aveva sempre
appoggiato i ribelli.
L’accordo Putin-ErdoganIran ha messo in moto un riallineamento frenetico delle fazioni che potrebbe essere la vera ragione dei dissensi: è in corso infatti una grande operazione di
riciclaggio dei gruppi considerati precedentemente “terroristi” con veti incrociati e improvvise riconversioni tra gli sponsor delle varie milizie.
Al tavolo di Damasco sono
state invitate diverse fazioni oltre all’Els: sono sette e di queste
alcune sono assai importanti
nella galassia dei gruppi islami-
sti radicali come Ahrar al Ah
Sham, il Levante libero e Jaish al
Islam, l’Esercito dell’Islam,
gruppi che Mosca aveva sempre
catalogato tra i terroristi. È da
notare che il Levante Libero
aveva accettato le trattative in
Kazakhstan «con riserva».
Tra i movimenti esclusi dai
negoziati di Astana ci sono Jabath Fateh, il nuovo nome di Al Nusra, formazione legata ad Al Qaida, ovviamente lo Stato Islamico e anche l’Ypg, le forze curde
siriane considerate dalla Turchia dei “terroristi” (ma appoggiate dagli Usa ai quali adesso
Ankara chiede di cambiare politica) e il cui destino è stato lasciato da Putin nelle mani di Erdogan in cambio dei jihadisti.
Ora molti di questi gruppi dell’opposizione, inclusi o esclusi
dal tavolo di Astana, stavano asserragliati nell’assedio di Alep-
po Est dove erano già sorte tra
loro divergenze tattiche oltre
che ideologiche e sono concentrati a Idlib, a 12 chilometri dal
confine con la Turchia.
La stessa direzione della
guerriglia ha difficoltà a controllare i gruppi affiliati a questo o a quel movimento e si è
aperto un dibattito su cosa fare
nei confronti della Turchia e
dell’intesa che tiene in piedi il
regime di Damasco.
La tregua dunque può reggere al Nord della Siria ma è più
complicato attuarla nella zona
centrale del Paese. Non è una
buona notizia per la Siria dopo
cinque anni di massacri, per Putin, che sta giocando la sua più
importante partita diplomatica,
ma soprattutto per Erdogan,
che sta pagando con il terrorismo in casa l’intesa con Mosca.
Non è una buona notizia neppure per la sicurezza in Europa
perché se il jihadismo dei foreign fighters va fuori controllo
non esiterà probabilmente a
colpire di nuovo anche qui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AP
Il bombardamento. Le immagini diffuse da un media siriano d’opposizione
mostrano l’attacco delle forze di Assad nella regione di Wadi Barada,
strategica per l’approvvigionamento idrico e i collegamenti con Beirut
12
Politica e società
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Media. Il Dg Campo Dall’Orto presenterà le nuove linee guida entro metà febbraio: si punta sul digitale
Rai: stop al piano news, si dimette Verdelli
Marco Mele
ROMA
pCarlo
Verdelli, direttore
dell’Informazione Rai, annuncia le proprie dimissioni dopo
che il cda ne “boccia” sostanzialmente il Piano editoriale, senza
metterlo ai voti, evitando la bocciatura formale.
Il comunicato della Rai, concordato in cda, parla di «rivisitazione»: nei fatti il progetto è stato bocciato dalla maggioranza
dei consiglieri, compreso il presidente Monica Maggioni, che
già a settembre prese posizione
contro i ritardi nella sua presentazione. Lo stesso direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, che pure ha cercato di evitare
una sconfessione di Verdelli, temendo un effetto di reazione a
catena sui vertici aziendali, si è
assunto il compito di presentare
al cda, tra fine gennaio e metà
febbraio, le linee guida di un nuovo Piano. Sarà basato su quattro
coordinate: il digitale, che sarà
l’asse centrale della futura informazione pubblica, i Tg di flusso, i
Tg generalisti e le news per
l’estero, punto debole della Rai
(il Piano Verdelli prevedeva un
Tg in lingua inglese).
Nel nuovo Piano saranno inserite anche le compatibilità
economiche, cioè una stima sul-
IL NO DEL CDA
Contrari la maggioranza
dei consiglieri e la presidente
Maggioni - Nel mirino il trasloco
del Tg2 a Milano e la fusione
delle redazioni regionali
la sostenibilità dei relativi costi,
assente nel Piano Verdelli. Questo è stato un punto di debolezza
del progetto, considerata l’attuale congiuntura del servizio pubblico. Con la riduzione del canone da cento a novanta euro e la
mancata riduzione di qualche
tassa sullo stesso canone, che la
Rai si attendeva dal decreto Milleproroghe, al budget 2017 mancano 174 milioni. Da qui, il conseguente ridimensionamento di
diversi progetti, come le fiction
internazionali, ridotte da quattro a due, e la già decisa cancellazione del talent show di RaiDue.
Vanno aggiunti, sempre con il
Milleproroghe, il rinvio della
nuova concessione a fine aprile e la conseguente incertezza su risorse e assetto nei prossimi anni
- e gli effetti dell’inserimento
della Rai nella lista Istat delle
pubbliche amministrazioni,
“congelato” solo per un anno.
Due coordinate di fondo del
Piano di Verdelli e del suo staff
sono state accantonate dall’intero vertice, dg compreso. La prima è lo spostamento del Tg2 a
Milano, ritenuto incompatibile
con la velocità e la pervasività
delle innovazioni necessarie in
questa fase alla Rai e alla sua informazione; ma anche per i costi
che avrebbe comportato. La seconda è l’accorpamento delle
redazioni regionali in cinque
macroregioni, con, tra l’altro, la
Sardegna aggregata al Nord
Ovest, con direzione a Torino e
la Puglia al Centro-Sud, con direzione a Roma.
A non lasciar dubbi su quanto
accaduto ci pensa lo stesso Ver-
delli: «Una persona perbene
prende atto che nella seduta
odierna del cda il piano da lui
messo a punto sarebbe stato bocciato e accantonato, perchè ritenuto pericoloso e irrealizzabile.
Chi lo propone - continua Verdelli - non può che prendere atto
che non gode più della fiducia dei
vertici e rassegnare le dimissioni. Non ci può essere un direttore
che non ha la fiducia del cda».
È il secondo Piano editoriale
a essere “silurato”, dopo quello
approvato sotto la direzione generale di Luigi Gubitosi. Prevedeva la creazione di due newsroom nelle quali unificare le
redazioni giornalistiche della
Rai, con il dimezzamento di vicedirettori e caporedattori e la
riduzione a due dei direttori, risparmi per 70 milioni a regime
Emergenza immmigrazione. Proteste dopo la morte dell’ivoriana nella struttura di Cona - Il Pm: trombo-embolia, nessuna violenza
Rivolta nel centro, trasferiti 100 migranti
Minniti in missione a Tunisi- Salvini: «Con noi espulsioni di massa»
ROMA
pSandrine Bakayoko, ivoria-
na di 25 anni, colpita da una trombosi polmonare è morta in una
doccia del centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di
Venezia. Ed è scattata la rivolta.
Proteste anche a Verona con
blocchi stradali di un gruppo di
migranti contro le condizioni
dell’ostello dove sono ospitati.
L’intervento degli agenti di
polizia a Cona, senza l’uso della
forza, ha rimosso lo sbarramento di un centinaio di immigrati
che aveva sequestrato gli operatori della cooperativa di gestione del centro. La situazione è
tornata sotto controllo. Ma la
tensione è rimasta e si è moltiplicata all’esterno del centro fino a
diventare un caso nazionale.
La ragazza è stata trovata nel
IL VIMINALE
Nei colloqui con il ministro
tunisino la vigilanza
delle frontiere marittime per
prevenire attacchi terroristici
e flussi di clandestini
bagno del campo, nel quale si era
chiusa a chiave. «La causa della
morte - ha chiarito il pm Lucia
D’Alessandro - è stata accertata.
Si tratta di una trombo-embolia
polmonare bilaterale». Il pubblico ministero ha escluso ogni
ipotesi legata a fatti violenti o a
malattie virali. Né ci sarebbe
collegamento con il fatto che circa un mese fa, come ha rivelato il
sindaco di Cona, Roberto Panfilio, Sandrine avesse avuto un
aborto, per il quale era stata seguita da personale medico. Cona è una frazione di 190 abitanti a
fronte di un centro da 1.500 posti.
Il Viminale ha disposto per
oggi il trasferimento di 100 dei
migranti del centro di Cona in
altre strutture di accoglienza in
Emilia Romagna. Ma la polemica politica, nel frattempo, è
esplosa. Il leader della Lega
Matteo Salvini definisce i migranti che hanno causato i disordini «gentaglia» e sottolinea:
«Quando sarò al governo,
espulsioni di massa, chiusura
dei centri e navi della Marina
Militare che, dopo aver soccorso tutti, li riportano indietro. Basta, il 2017 sarà l’anno della riscossa!». Per il governatore del
Veneto Luca Zaia i centri di accoglienza come Cona «devono
chiudere». Zaia ha poi ricordato
che bisogna «espellere i facinorosi e a seguire tutti quelli che
non sono profughi».
Alla Lega replica Marietta Tidei del Pd: «I disordini avvenuti
all’interno del centro di accoglienza di Cona vanno condannati perché ogni forma di violenza è ingiustificabile, ma con
la stessa fermezza va condannata la riprovevole strumentalizzazione di Matteo Salvini,
sempre pronto ad alimentare
un pericoloso clima d’odio nei
confronti dei migranti». Un appello a rivedere le strutture
troppo grandi arriva da monsignor Giancarlo Perego della
Cei: questi maxi-centri «sono
ingestibili e quindi esplosivi»
mentre occorre «un’accoglienza diffusa su tutto il territorio,
con numeri ridotti, accompagnata e affidata a realtà qualificate e con il controllo delle comunità locali, cioè i Comuni».
Ieri il ministro dell’Interno
Marco Minniti è volato a Tunisi in un viaggio di due giorni
che lo porterà anche a Malta.
Nella capitale dello stato nordafricano Minniti ha incontrato il collega Hedi Majdoub. In
un comunicato del ministero
dell’Interno tunisino è stato reso noto che al centro dei c
olloqui c’è stata la necessità
di aumentare il grado di vigilanza delle frontiere, soprattutto
quelle marittime con l’Italia,
per prevenire ogni minaccia
terroristica e ogni tentativo di
immigrazione clandestina.
M.Lud.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AGF
dal terzo anno, ma anche duecento giornalisti in meno (un
centinaio sono usciti a fine 2016
con esodi incentivati).
Sul Piano, derubricato a “proposta” da Campo Dall’Orto già a
dicembre, la maggioranza dei
consiglieri si è opposta alla fusione tra RaiNews24 e Tgr così
come alla creazione di una testata per il Web e il digitale, con tanto di direttori e vicedirettori. Il
cda, poi, vuol tenere distinte tv e
radio, ciascuna con le sue specificità, mentre il Piano proponeva di unificare le relative redazioni di Raisport.
Tra i politici, sia Salvatore
Margiotta, Pd, sia Altero Matteoli, Fi, affermano come le responsabilità non siano solo di Carlo
Verdelli, ma si allarghino al vertice aziendale. Per l’Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai, «il vertice
Rai deve render conto con urgenza di scelte disastrose: la censura Anac, la sanzione per comportamento antisindacale, ora le
dimissioni di Verdelli».
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L’accoglienza dei migranti sul territorio
Dati aggiornati al 30 dicembre 2016
Territorio
Lombardia
Lazio
Veneto
Piemonte
Campania
Sicilia
Toscana
Emilia Romagna
Puglia
Calabria
Liguria
Sardegna
Friuli Venezia
Giulia
Marche
Abruzzo
Molise
Umbria
Basilicata
Prov. Autonoma
Bolzano
Prov. Autonoma
Trento
Valle d'Aosta
TOTALE
Strutture
temporanee
Centri di
Hot
prima
spot accoglienza
Posti Sprar*
occupati
al 5/12/2016
Totale
Percentuale di
distribuzione
1.527
4.207
524
1.250
1.312
4.336
852
1.198
2.346
2.467
492
201
22.953
14.791
14.194
14.361
14.308
13.852
12.401
12.291
11.832
7.312
5.634
5.679
1.159
355
4.870
3
-
-
719
257
515
403
454
4.676
3.781
3.589
3.158
2.591
3
2
2
2
1
1.494
-
-
-
1.494
1
1.281
-
-
148
1.429
1
289
136.706
547
14.669
23.563
289
175.485
0,2
100
21.426
9.760
10.638
13.111
12.996
4.661
11.549
10.441
6.010
3.627
5.142
5.478
325
222
-
824
3.032
4.530
652
3.254
1.218
-
3.356
-
3.957
3.524
3.074
2.755
2.137
(*) Rete degli enti locali del Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati
13
8
8
8
8
8
7
7
7
4
3
3
Fonte: ministero dell’Interno
I pilastri del piano
Il Piano del direttore dimissionario
Carlo Verdelli (nella foto) aveva
due parole d’ordine: razionalizzare
e modernizzare. Si rivedevano le
attuali 27 edizioni dei Tg Rai, ma si
sarebbe creata una nuova testata,
Rai24, per l’informazione digitale.
Prevista la creazione di RaiItaly, in
lingua inglese. Il Tg2 sarebbe stato
spostato a Milano. Un’altra nuova
testata quotidiana sarebbe stato il
TgSud, realizzato dalle redazioni
meridionali e trasmesso ovunque.
Veniva proposta la creazione di un
redattore “territoriale
multimediale” in tutti i capoluoghi. Il
Piano parlava di “Caporetto
digitale” dell’informazione
Rai sul Web e di perdita di ascolto per
tutti i Tg, tranne il Tg1 delle 20, dal
2011 ad oggi
FOCUS. LA CIRCOLARE DEL VIMINALE PER ATTUARE IL PIANO ANCI
No ai centri troppo grandi
e incentivi per i Comuni
di Marco Ludovico
L
Nel Cpa di Cona. Carabinieri e polizia sono intervenuti nel centro di prima accoglienza di Cona (in provincia di
Venezia), dopo una rivolta scoppiata per la morte all’interno della struttura di un’ivoriana di 25 anni
IL PROGETTO «ACCANTONATO»
a scommessa si fonda su
un principio banale: se
oggi l’Italia accoglie, record assoluto, oltre 200mila
stranieri - 175.485 adulti e
24.929 minori «non accompagnati» - presenti in 2mila600
Comuni, l’impatto sociale sarebbe minimo se i migranti
fossero distribuiti sul totale di
8mila centri urbani.
Una sfida suggellata dal
piano Anci (associazione nazionale Comuni d’Italia),
modello statistico e operativo definito con il ministero
dell’Interno ma ancora ai primi passi. Il ministro Marco
Minniti lo ha convalidato e
confermato - il testo è pronto
da mesi - ma adesso va attuato. E il Viminale, proprio all’indomani dell’incontro di
Minniti con i vertici dell’Anci, due settimane fa, ha diramato una nota a tutti i prefetti
sul territorio per istruire, incoraggiare e stimolare un
processo «che certamente
incontrerà sul suo cammino
ostacoli di natura ideologica
o talvolta tecnica».
Il testo ai prefetti è quantomai attuale dopo la tragedia e
le proteste nel centro di Cona
in provincia di Venezia. Non
nasconde, infatti, che nel sistema di accoglienza ci sono
«strutture particolarmente
stressate». Anzi, sottolinea
«che le maggiori problematiche derivano esattamente da
dimensioni di centri che non
consentono un percorso di
integrazione». Fino a determinare «una sorta di enclave
etnica con numeri troppo alti
di richiedenti asilo».
Proprio sul binomio sindaci-prefetti si fonda la costruzione del progetto di accoglienza diffuso sul territorio.
Un asse, del resto, già sollecitato da Minniti per il contrasto al terrorismo fondamentalista. Dice il Vimina-
le: «Non sembra che ci sia altra strada seria per
proseguire sul terreno dell’accoglienza se non quella di
ridurre l’impatto sui territori
e di convincere, con la ragione e le opportunità che possiamo offrire, i Sindaci a essere protagonisti». La nota ricorda tra l’altro che «a disposizione dei Comuni che
aderiranno (su base volontaria, ndr) sono previsti incentivi di natura economica, e
soprattutto, la garanzia di
una proporzionalità delle
presenze rispetto alla popolazione residente».
Il ministero dell’Interno, in
proposito, sta predisponendo
la fotografia delle presenze
degli immigrati nei Comuni al
24 ottobre scorso, data di pub-
LA NOTA AI PREFETTI
Per spingere i municipi
a offrire accoglienza
c’è la garanzia di una
presenza proporzionale
rispetto agli abitanti
blicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legge in materia fiscale con gli incentivi
ai Comuni che fanno accoglienza immigrati.
Il processo definito dal piano Anci, tuttavia, è complicato. «Nessuno si illude» si legge nel testo ai prefetti del Dipartimento Libertà civili e immigrazione «che l’obiettivo
che ci si è posti, particolarmente ambizioso, possa trovare attuazione immediatamente o in tempi rapidi».
Per forza. Il Viminale non lo
dice, ma c’è una quota molto
ampia di sindaci del tutto privi di qualsivoglia intenzione
di aprire all’accoglienza dei
migranti. Primi cittadini leghisti, di certo, ma anche non
pochi del partito democratico. Certo, se per i Comuni fino
a 2mila abitanti il piano prevede sei immigrati per centro
urbano, l’impatto è proprio
minimo. Ma resta sempre
l’adesione su base volontaria.
Le complicazioni, tuttavia,
sono molte di più e i prefetti
dovranno fare miracoli in
ogni provincia. Il modello
Anci, tarato su ingressi annuali pari a 200mila migranti,
in base alle ripartizioni regionali prevede alla fine una cifra definita spettante a ogni
Comune, provincia per provincia. I prefetti tuttavia devono fare i conti anche con la
cosiddetta clausola di salvaguardia, già sancita da una direttiva dell’allora ministro
Angelino Alfano. L’indicazione di Alfano esclude i centri urbani già aderenti a un
progetto Sprar (sistema di
protezione per richiedenti
asilo e rifugiati) dall’assegnazione di ulteriori quote di
stranieri da accogliere.
Saranno poi numerosi i casi
di località dove i migranti già
presenti sono a un livello superiore, anche di molto, alla
cifra assegnata da Anci. Tanto che l’indicazione del Viminale è chiara: «Nessuno chiede che l’ampliamento si realizzi in pochi giorni, nessuno
potrà chiedere che l’alleggerimento di strutture particolarmente stressate si realizzi
contestualmente».
Lo scenario, insomma, è
quello di un campo minato:
tensioni e difficoltà possono
esplodere in ogni momento,
già accade. E tuttavia al ministero dell’Interno si spera che
l’avviamento del processo
avvenga ora: quando, con
l’inverno, si abbassa la pressione migratoria. Ma l’andamento di novembre e dicembre scorso degli sbarchi ha dimostrato che non si può confidare più neanche sulla
stagionalità dei flussi.
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Politica e società 13
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Cinque Stelle. Ratificate con 37mila voti (il 91%) le nuove regole: niente sanzioni automatiche se indagati - Il Pd: distrazione di massa per coprire la Raggi
Ok al codice etico, Grillo contro stampa-tg
L’ANALISI
Paolo
Pombeni
Trovate
«Giuria popolare contro le balle dei media»: è bufera sul leader M5S - Mentana: trovi un avvocato bislacche
e materiali
Le reazioni
sensibili
p
Odg e Fnsi:
proposta grave
che danneggia
la libertà
Manuela Perrone
ROMA
«Unagiuriapopolareperleballe dei media». Nel giorno del voto
online che ha ratificato con 37.360 sì
(il 91% dei 40.954 partecipanti, su
una platea di 135mila iscritti) il nuovo codice etico del M5S senza automatismi tra avvisi di garanzia e dimissioni, Beppe Grillo ha suggellato con una proposta choc la lunga
seriediintemeratecontrolastampa
che ha costellato la vita del Movimento. Innescando una nuova buferaealzandoulteriormenteillivello dello scontro con gli altri partiti.
Che, a partire dal Pd, lo accusano di
«pericolosa deriva oscurantista».
Chiara la tesi illustrata da Grillo
sul blog: ci si scaglia contro le bufale
sul web, ma «i giornali e i tg sono i
primi fabbricatori di notizie false
nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene. Sono
le loro notizie che devono essere
controllate». Altrettanto drastica la
ricetta. «Propongo - scrive il leader
dei Cinque Stelle - non un tribunale
governativo, ma una giuria popolare che determini la veridicità delle
notizie pubblicate dai media. Cittadini scelti a sorte a cui vengono sottopostigliarticolideigiornalieiservizi dei telegiornali». Se una notizia
risultasse falsa, i direttori dovrebbero «fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta».
Il post, nel quale vengono citati
l’articolo della Stampa sull’account
twitter di Beatrice Di Maio (che poi
sièrivelataessereTittiGiovannoni,
la moglie di Renato Brunetta) e
quello di ieri del Giornale sull’incontro tra Davide Casaleggio e l’Ad
di Widiba con il titolo “Grillo e Casaleggio vogliono farsi una banca”,
ha scatenato una valanga di reazioni negative. Enrico Mentana annuncia una querela per diffamazione: «In attesa della giuria popolare,
Grillo si trovi un avvocato». «Fabbricatori di notizie false - ha spiegato il giornalista durante il tg di La7 di
cui è direttore - è un’offesa non sanabilepertuttiilavoratorideltgche
dirigo, e per me che ne ho la respon-
NO «SVOLTE GARANTISTE»
Di Maio: «Se applichiamo
il nostro codice ai
parlamentari della
maggioranza, non resteranno
neanche le sedie»
sabilità di legge». Prova a smorzare
la tensione il direttore del Fatto
Quotidiano, Marco Travaglio:
quella di Grillo «è un’idea balzana
ma non pericolosa».
«Iforcaiolia5Stellesitravestono
da garantisti?», domanda dal Pd il
renzianoErnestoCarbone:«Quando invochi la mordacchia per la
stampa e la libertà di infangare il
prossimo sei la cosa più lontana dai
fondamentali di una democrazia».
Il vicepresidente della commissione di Vigilanza sulla Rai Francesco
Verducci rincara: «Grillo chieda
scusa per l’ennesima bufala». L’attacco «è un’arma di distrazione di
massa», aggiunge la dem Alessia
Rotta, per «distogliere attenzione
dall’indifendibile prova amministrativa dei 5 stelle, e della sindaca
Raggi in particolare». Sono in molti
a leggere così la doppia mossa di
Grillo. «Riesuma quei tribunali
popolari che tanto male hanno fatto in giro per il mondo», sostiene il
senatore di Forza Italia Renato
Schifani. Pensa alla Turchia Arturo Scotto, capogruppo alla Camera di Sinistra Italiana: «Grillo spieghi se il suo modello è Erdogan».
Ufficialmente dai Cinque Stelle
nessuno osa criticare l’uscita del capo, parte della rodata strategia anticasta che vede nella stampa un ulteriore puntello del sistema da rovesciare (celebre la rubrica “Giornalista del giorno” sul blog, con i
cronisti dati in pasto agli attivisti). I
capigruppo di Camera e Senato,
Vincenzo Caso e Michela Montevecchi, accusano «il Pd e i vecchi
partiti» di usare «due pesi e due misure»:«Prima,conlascusadellalotta alle bufale in rete, provano a imbavagliare internet, e poi accusano
il M5S di oscurantismo se propone
che i media tradizionali rendano
conto delle notizie false diffuse». E
sempre i media finiscono nel mirino di Luigi Di Maio e Alessandro Di
Battista, per come hanno raccontato il nuovo codice etico varato ieri.
«Nessunasvoltagarantista»,precisa Di Maio: «Se applichiamo il nostro codice ai parlamentari della
maggioranza, vedrete che non resteranno neanche le sedie».
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ANSA
u Continua da pagina 1
F
pLa proposta del leader dei 5
All’attacco di giornali e tv. Il leader del M5S, Beppe Grillo
LA VICENDA
L’attacco di Grillo contro il
controllo del web
 Il 30 dicembre Beppe Grillo ha
attaccato il presidente
dell’antitrust Pitruzzella
(parlando di «nuova
inquisizione») che in una
intervista aveva detto: «La postverità in politica è uno dei
catalizzatori del populismo e una
minaccia alle nostre democrazie.
Dobbiamo decidere se lasciare
Internet così com’è, il selvaggio
west, oppure se regolamentarlo»
Una «giuria popolare per le balle
dei media»
 «Una giuria popolare per le
balle dei media». Con questa
proposta Beppe Grillo è passato
ieri al contrattacco: ci si scaglia
contro le bufale sul web, ma «i
giornali e i tg sono i primi
fabbricatori di notizie false nel
Paese con lo scopo di far
mantenere il potere a chi lo
detiene. Sono le loro notizie che
devono essere controllate», ha
spiegato l’ex comico
stelle Beppe Grillo in merito all’istituzione di una «giuria popolare che determini la veridicità
delle notizie pubblicate dai media» ha incassato la replica sia dell’Ordine dei giornalisti che del sindacato della categoria. «Grillo ha
sferrato l’ennesimo attacco alla libertà di stampa avanzando una
proposta grave e sconcertante»,
ha sottolineato in una nota l’Odg,
ricordando che «esiste già un ordinamento che tutela chi si ritiene
danneggiato dagli organi di informazione» . Il segretario generale e
il presidente della Fnsi, Raffaele
Lorusso e Giuseppe Giulietti, invece hanno detto: «Vorremmo
rassicurare Grillo: se fosse approvata la sua proposta l’Italia non occuperebbe più il 77°, ma il 154° posto nella classifica sulla libertà di
stampa nel mondo. Sono le minacce e le intimidazioni, come quelle
che lui velatamente lascia trasparire a far precipitare il Paese nelle
classifiche internazionali».
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Campidoglio. Se dovessero emergere fatti gravi in fase di indagine i garanti potrebbero rimettere la decisione sul futuro della sindaca al voto online degli iscritti
Caso Raggi, l’ipotesi dell’ultima parola al web
ROMA
pSottoporre al voto online de-
gli iscritti al blog la decisione da
assumere sulla sindaca di Roma
Virginia Raggi, se a suo carico
dovessero emergere fatti gravi
già in fase di indagine. Il nuovo
codice etico del M5S non lo prevede, ma compare anche questa
tra le vie che Beppe Grillo e Davide Casaleggio potrebbero scegliere di imboccare in caso di
svolte negative nell’inchiesta
sulle nomine in Campidoglio,
come intercettazioni compromettenti. Perché i vertici del Mo-
vimento, sulla base dei dati a disposizione della Casaleggio Associati, sono certi che gli attivisti
sarebbero comunque con Raggi,
a maggior ragione dopo l’operazione di “pulizia” della giunta
che ha visto allontanare il “rag-
L’INCHIESTA
Oggi il tribunale del riesame
dovrebbe pronunciarsi
sull’istanza di scarcerazione
avanzata dai legali di Raffaele
Marra, arrestato per corruzione
gio magico” e collocare in posizioni chiave persone di fiducia di
Grillo e Casaleggio.
La soluzione della votazione
online è messa nero su bianco
nel contratto fatto firmare alla
sindaca e ai consiglieri prima di
essere eletti, lo stesso che prevede una penale di 150mila euro
in caso di inadempienza. Quell’accordo - che è a rischio nullità: il 13 gennaio si pronuncerà il
tribunale di Roma dopo il ricorso presentato dall’avvocato Venerando Monello, iscritto al Pd contempla già l’obbligo di di-
missioni in caso di condanna di
primo grado e la possibilità dei
garanti di imporle comunque
anche se «in seguito a fatti penalmente rilevanti» lesivi dell’integrità del Movimento si venisse iscritti nel registro degli
indagati, previsioni che adesso
il codice etico ratifica per tutti
gli eletti Cinque Stelle. Ma aggiunge che «l’impegno etico di
dimettersi» scatterebbe anche
in caso di avviso di garanzia se
lo scegliesse «la maggioranza
degli iscritti al M5S mediante
consultazione in rete».
Il voto sul web metterebbe in
sicurezza la sindaca, che potrebbe essere a breve interrogata in
procura, e salverebbe i garanti
dall’accusa di eccessiva discrezionalità. Rispettando la democrazia diretta, vessillo del Movimento, e mettendo a tacere i malumori della base romana contro
Raggi, espressi senza peli sulla
lingua da Annalisa Taverna, sorella della senatrice Paola, che in
un post su Facebook prima di
Natale aveva scritto: «Smettila
defalabambinadeficiente...Datte na calmata, altrimenti t’appendemo pe le orecchie ai fili dei
panni sul balcone». Bombardata
dai commenti negativi, Taverna
si è sfogata sostenendo che i suoi
più acerrimi nemici sono proprio tra i grillini allergici alle critiche e accomunando il trattamento ricevuto a quello dei pentastellati che in passato hanno
osato esprimere forti riserve sull’operato della sindaca, come le
deputate Roberta Lombardi e
Carla Ruocco. Segno che sul
Campidoglio si naviga a vista, in
attesa degli eventi. Oggi, intanto,
il tribunale del riesame dovrebbe pronunciarsi sull’istanza di
scarcerazione avanzata dai legali di Raffaele Marra, l’ex responsabile Personale del comune di
Roma e fedelissimo di Raggi, arrestato per corruzione.
M.Per.
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Legge elettorale. Le resistenze contro la chiusura anticipata della legislatura sono molte e trasversali in tutte le forze politiche, Pd compreso
Renzi pronto a rilanciare ma è stallo sul Mattarellum
Barbara Fiammeri
ROMA
pIl tentativo del Pd di accelerare
i tempi del confronto sulla legge
elettorale per ora non ha sortito effetti. E non tanto e non solo perché
la proposta di un ritorno al Mattarellum rilanciata da Matteo Renzi
trova pochi estimatori. Al di là delle
intenzioni manifestate pubblicamente, le resistenze contro una
chiusura anticipata della legislatura per tornare alle urne entro giugnosonomolteetrasversaliintutte
le forze politiche, Pd compreso.
Una resistenza che peraltro è forte
delle oggettive difficoltà di aprire
un dibattito prima dell’attesa pronuncia sull’Italicum della Corte costituzionale che si riunirà il 24 gennaio prossimo.
AL SENATO
Il partito di Renzi potrebbe
decidere di lasciare
all’opposizione la guida della
commissione Affari
costituzionali
Forza Italia l’ha detto esplicitamente, e ieri lo ha ripetuto attraverso Francesco Paolo Sisto secondo
cui «non è accettabile affrettare la
discussione». Una linea che è condivisa anche dalla minoranza dem.
«Bisogna trovare le convergenze
più larghe possibili in Parlamento», ha sottolineato Roberto Speranza, che invita a mantenere distinto il confronto sulla legge elettorale da quello sulla data del voto
(«Ilgovernovaavantisefacoseutili al Paese»).
Renzi già a partire dai prossimi
giorni tornerà alla carica. E la base
dipartenzasaràovviamenteilMattarellum. Ma si tratta solo di una
proposta iniziale, che è stata rilanciata soprattutto per tenere unito il
Pd dopo la sconfitta sul referendum costituzionale. L’ex premier è
costrettoagiocareindifesa,tentando di far emergere i reali obiettivi
dei suoi avversari interni ed esterni, ovvero di chi punta anzitutto a
rinviare la data del voto e di quanti
stanno già lavorando a future grandi intese. « Se il Pd ritira la minaccia
delMattarellumsiamopiùvicinial-
l’accordodiquantosembra»,diceil
segretario nazionale di Rivoluzione Cristiana, Gianfranco Rotondi,
dando voce al pensiero di molti. Né
i centristi della maggioranza né Fi
sono infatti disposti a tornare a un
sistema maggioritario. «Se la prossima legislatura deve essere costituente non può che avere Camera e
Senato eletti su base fortemente
proporzionale», conferma il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta. Molto, se non tutto, dipenderà da quanto scriverà la Corte costituzionale. Le motivazioni
della Consulta sulle eventuali censure all’Italicum saranno il recinto
entro cui le forze politiche si muoveranno. Questo non esclude ov-
viamente che nel frattempo si infittisca il dialogo tra e dentro i partiti.
A questo proposito un segnale significativo arriverà già nei prossimi giorni con la scelta del nuovo
presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, poltrona lasciata vacante dopo la chiamata al governo della senatrice
dem Anna Finocchiaro. I boatos
parlamentariprimadiNataledavano per molto probabile l’insediamentodiVanninoChiti,esponente
della minoranza dialogante del Pd.
Ma non è da escludere che alla fine
il partito di Renzi decida di rinunciare offrendo all’opposizione la
guida della commissione..
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Sono sceneggiate da
palcoscenico alla cui
realizzabilità
probabilmente non crede
neppure il suo proponente: la
richiesta di vedere direttori
che si scusano a capo chino
così come le accuse generiche
lanciate verso tutti di mentire
per mantenere al potere quelli
che già ci sono lasciano il
tempo che trovano e non
servono a fare passi avanti
verso una informazione di
maggiore qualità, ma solo a
guadagnare prime pagine e
spazi sugli odiati giornali e
telegiornali.
Sembrava invece un Grillo
almeno parzialmente nuova
maniera quello che nel
discorso di fine anno agitava la
bandiera italiana e inneggiava
ad un futuro di rinnovamento
del paese da trovare tutti
insieme (ovviamente sotto la
guida dei Cinque Stelle). Lo si
leggeva come una pre-tattica
in vista della prova del voto,
una consapevolezza che un
movimento che sfiora un terzo
dei consensi elettorali deve
darsi caratteristiche diverse da
quello del “vaffa” delle origini.
Invece tutto si è dissolto nel
giro di pochi giorni. Prima la
pubblicazione di un nuovo
codice etico che presenta
aspetti piuttosto ambigui. Poi
l’attacco a testa bassa a tutto il
sistema dell'informazione
italiana reo di avere condiviso
una banalità come il fatto che
la mitica “rete” possa essere
anche un ricettacolo di bufale.
Il cosiddetto codice etico
può anche avere l’obiettivo di
precostituire una tattica per
non essere travolti da un
avviso di garanzia per la
sindaca Raggi, però decidere a
priori che un avviso di
garanzia non è una
incriminazione è
semplicemente accogliere una
tesi di buon senso, non fosse
che fino a ieri si trattava di una
proposizione impronunciabile
nell’universo iper-giacobino
dei tribunali di salute pubblica
grillini. Così sarebbe se tutto si
fermasse lì e magari si fosse
riconosciuto che in
precedenza si era quantomeno
esagerato. Invece la faccenda è
più complessa, perché in
definitiva per evitare l’accusa
di essersi allineati al buon
senso (cosa poco sopportabile
per un grillino) si è scelto di
accentuare il potere
dittatoriale del “fondatore”, a
cui in ultima istanza si lasciano
tutte le decisioni, come ad un
sovrano assoluto. Perché in
tutto il nuovo codice etico
manca qualsiasi idea di
regolamentare la democrazia
interna nella vita del
movimento, di strutturare
ambiti garantiti di dialettica, di
promuovere confronti.
Sospettiamo che Grillo
abbia poco gradito sia lo
scarso rilievo che
l’informazione ha dato alla
nuova retorica del suo
messaggio di Capodanno sia le
critiche di cui è stato oggetto il
nuovo codice etico. Perciò ha
reagito con l’unica arma che
sembra conoscere: la
delegittimazione
dell’avversario, che
ovviamente non si può
considerare a priori immune
da errori, ma che viene subito
bollato infamandolo come
agente dei poteri forti.
L’attacco al nostro sistema
di informazione, al di là di ogni
singola valutazione di merito,
appare strumentale e per certi
versi “patetico”, se non altro
quando si ricordi quanto
spazio esso ha dato ai
pentastellati non appena
questi si sono degnati di
accettare di usufruirne. La
proposta di costituire tribunali
del popolo con cittadini
estratti a sorte per esaminare e
denunciare quel che appare
sui giornali o nei Tg, così come
l’obbligo di gogna per direttori
e giornalisti ritenuti colpevoli
ricorda solo la cosiddetta
“rivoluzione culturale” cinese
con lo scatenarsi delle Guardie
Rosse: un periodo che neppure
in Cina considerano una bella
pagina della loro storia.
È questo il futuro radioso
che Grillo vuole preconizzare
per l’Italia? Ci sembrerebbe di
far torto se non alla sua
FUOCHI D’ARTIFICIO
L’offensiva contro
l’informazione diversivo
tattico per mantenere
centralità mediatica
e rinserrare le fila
intelligenza al suo indubbio
fiuto politico se non
pensassimo che si tratta di un
diversivo tattico per
mantenere da un lato una
centralità mediatica più
positiva e dall’altro per
rinserrare le fila di un
movimento che mostra
qualche segno di cedimento a
fronte di un buon numero di
disavventure politiche.
Infatti più si discuterà del
modo di sistemare le regole di
comportamento per i
militanti, meno si darà
attenzione ai molti guai in cui
si infilano suoi esponenti di
prima fila, spostando il tema
della discussione da quel che è
oggetto di critica nei loro
comportamenti a quel che si
deve fare o non fare alla luce di
regole che poi alla fine sono
ampiamente discrezionali e
nelle sole mani del “fondatore”
e del collegio dei suoi
“cardinali”. D’altro canto in
movimenti orientati
all’estremismo radicalutopico la battaglia per il
ritorno all'ortodossia delle
origini è sempre una ottima
tattica per contenere le
pulsioni critiche e per
emarginare quelli che
vogliono mantenere uno
spirito critico.
Insomma abbiamo assistito
più che altro a fuochi
d’artificio per tenere vivo uno
spettacolo e al tempo stesso ad
aggiustamenti tattici per far
convivere la blindatura di
personaggi scomodi con il
mantenimento del controllo
nelle mani di un sovrano
assoluto.
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Commenti e inchieste
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Lettere
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VICE PRESIDENTE: Carlo Robiglio
AMMINISTRATORE DELEGATO: Franco Moscetti
Finisce il sogno
neo-ottomano
DOPO L’ATTENTATO A ISTANBUL
di Vittorio Emanuele Parsi
u Continua da pagina 1
I
l Paese brancola nel buio di fronte alla ricerca di chi, con
cadenza regolare, fa strage nelle strade della sua capitale
“storica”. È uno smacco inqualificabile per Erdogan che
ha sempre alimentato l’immagine del Reìs forte, impavido e implacabile con i suoi avversari. È il fallimento di quattordici anni di politica interna ed estera. Quest’ultima era stata
inaugurata sotto l’egida della parola d’ordine “zero problemi
con i vicini”. In questi quattordici anni la Turchia ha avuto problemi con tutti: dalla Siria di Assad a Israele, dalla Russia all’Iraq, dall’Iran all’Unione Europea, agli Stati Uniti. Da ultimo
persino con quello Stato Islamico con il quale lo stesso entourage familiare di Erdogan è sospettato di aver fatto affari (contrabbando di petrolio), e lui stesso di averlo discretamente utilizzatoinfunzioneanticurda.Certo,oralerelazioniconivicini
orientali e meridionali sembrano miracolosamente migliorate. Ma lo sono soprattutto per gentile concessione “dell’amico
ritrovato”, Vladimir Putin, che ha imbarcato la Turchia nella
troika (insieme all’Iran) incaricata di patrocinare una tregua
che non sembri troppo quello che davvero è: la sanzione ufficiale della sopravvivenza del regime di Assad. Per fare ciò, occorreva che “il difensore dei sunniti nel Levante” fosse parte
della rappresentazione. E che cos’altro poteva fare Erdogan,
se non accettare e ringraziare?
Così finisce il sogno neo-ottomano del sultano di Ankara, come era del resto prevedibile: il boccone del Medio Oriente in
fiammedopoleprimaverearabeeratroppodifficiledamasticare,perunaTurchia“dalgrandeappetitomadaidentiguasti”,per
riprendere lo sprezzante giudizio dato da Bismarck alla politica
estera velleitaria dell’Italia liberale. D’altronde il suo fallimento
ripercorrequellodei“GiovaniOttomani”epoidei“Giovaniturchi” che, tra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, tentarono di inventare un patriottismo imperiale, il quale, passando dalla fase costituzionale a quella ultranazionalista, approdò
allasintesiislamico-nazionalista,delcuitragicoepilogoiripetuti pogrom e poi il genocidio finale degli armeni costituiscono
l’epitaffio imperituro. La politica estera dei “Giovani turchi” era
intrinsecamente fusa col tentativo di riformare l’impero.
Da quell’insuccesso nacque la repubblica di Ataturk, ispirata, più che a una visione coerentemente laica, all’idea di porre
l’islam al servizio dell’identità nazionale turca, “mondata” nel
frattempo da ogni minoranza religiosa, invertendo il rapporto
che, nominalmente, faceva del sultanato il braccio politico del
califfato, entrambi incardinati sulla medesima persona.
A ben guardare, Erdogan si è mosso sulla scia degli ultimi riformatori ottomani non solo in politica estera ma anche in
quella interna. Ha preso le mosse dalla lettura, in parte corretta, dell’esaurimento del ciclo vitale della repubblica di Ataturk, già miracolosamente sopravvissuta alla prematura scomparsa del suo fondatore: in parte per il ruolo giocato dai militari
ma soprattutto per la favorevole congiuntura internazionale
determinata dalla Guerra Fredda. Ha cercato di rifondare la
repubblicautilizzandoquellafusionetranazionalismoeislam
che era poi la stessa miscela esplosiva scappata di mano ai suoi
lontani predecessori. Certo, in ossequio allo spirito dei tempi e
al “ritorno del religioso” (che non riguarda solo il mondo islamico), nella visione ideologica di Erdogan non c’è, dall’origine, alcuna opposizione tra islam e nazionalismo turco. Si è così
illuso di poter maneggiare l’islam politico senza particolari timori, mentre nel contempo, col plauso dei generali, impiegava la retorica e il randello nazionalista contro i curdi, dentro e
fuori i confini. Questi ultimi, peraltro, erano stati prima blanditi, nel tentativo di ottenerne il sostegno parlamentare alla riforma presidenzialista della repubblica, e poi scaricati brutalmente. E anche qui è possibile scorgere un triste parallelo con
quanto accadde alla minoranza armena tra ’800 e ’900: prima
attratta e poi massacrata dal riformismo imperiale.
Ma ancora una volta, come i suoi lontani ispiratori, anche
Erdogan non ha fatto i conti con quello che avveniva intorno a
lui. Non si è reso conto che la sua idea di riformare in senso islamista la repubblica era inscritta nel più generale e transnazionale movimento di politicizzazione dell’islam che riguarda
tutto il mondo musulmano, e non viceversa. Non si è accorto
della permeabilità a questo movimento transnazionale anche
di un Paese dalla forte identità nazionale come la Turchia. Non
ha capito, soprattutto, che la radicalizzazione religiosa della
società turca, operata dalla sua legislazione, spalancava la
strada ad altri imprenditori della religione politicizzata, ben
più determinati, violenti ed estremisti di lui, che hanno trovato
terreno fertile in Turchia proprio grazie alle sue politiche.
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Il mondo starà peggio
prima di tornare
a una crescita duratura
C
aro Galimberti,
lo scontento delle attuali
generazioni nasce da un
cocktail micidiale, costituito da una
globalizzazione selvaggia, da una
rivoluzione tecnologia esasperata per
alcuni versi, una recessione
economica profonda e lacerante...
Tali fenomeni si sono mescolati e
hanno prodotto una devastante
deflagrazione “sociale”, diffusasi nei
Paesi avanzati e con l’aggravante di
aver preso alla sprovvista la
“classica” classe dirigente, che non ha
saputo studiare contromisure degne
della gravità del fenomeno. Non si è
costituita una piattaforma comune e
condivisa dove scambiarsi opinioni e
soluzioni per neutralizzare gli effetti
nocivi di fenomeni strutturali come la
globalizzazione dei mercati e lo
sviluppo tecnologico, che di per sé
apportano una migliore qualità della
vita, ma nello stesso tempo
determinano effetti collaterali di
ampia portata, destinati a modificare
lo status quo, economico e sociale.
Gli Usa hanno affrontato con
tempismo e decisionismo gli effetti
destabilizzanti della recessione,
applicando sì politiche di bilancio
espansive, ma senza allargare i
cordoni della borsa fino al punto di
di Luca Ricolfi
u Continua da pagina 1
F
ra aprile e maggio si voterà per
le elezioni presidenziali francesi, e Marine Le Pen, leader
del Fronte Nazionale, è l’unica
candidata ad essere praticamente
certa di arrivare al ballottaggio. È verosimile che la vittoria finale
spetti al candidato della destra liberale ed europeista
François Fillon, su cui dovrebbero convergere i voti
degli altri candidati filoeuropei, ma questo solo perché in Francia il Fronte Nazionale è ancora considerato
una forza politica impresentabile, e
tutte le volte che si arriva allo scontro
finale genera un “sussulto repubblicano” che lo tiene lontano dal potere:
accadde già nel 2002 con Le Pen padre, sconfitto dalla santa alleanza destra-sinistra fra Chirac e Jospin, è successo di nuovo alle elezioni politiche
[email protected]
I media per i 5stelle
Domenico Rosa
Junior, sul Sole 24 Ore. Anche per noi
senior è accattivante formarsi con le
tematiche “domenicali” da lei esposte.
In più, il soffermarsi sui vari
economisti oggetto di premi Nobel è
motivo di forte sollecitazione alla
nostra curiosità. Ci auspichiamo di
leggerla in futuro, con la stessa
periodicità del passato!
Gianluca Caldironi
Caro Caldironi,
non ho molto da aggiungere alla sua
analisi, che mi appare convincente e
centrata. Quest’anno che si apre sarà
la prova della verità, o la cartina di tor-
nasole. Dilagherà ancora il populismo,
un movimento che ha dietro frustrazioni vere ma che non porta terapie efficaci? O i partiti tradizionali sapranno
cambiar pelle ed elaborare soluzioni
per una crescita più equa? Io sono ottimista di natura, ma in questo caso temo che bisognerà stare peggio prima
di stare meglio. Se un protagonista
della politica economica europea sussurra privatamente che solo una crisi
dell’economia in Germania potrebbe
portare o tedeschi a cambiare i loro austeri istinti, c’è poco da stare allegri.
Quanto alla saltuaria periodicità
del Sole Junior, è indipendente dalla
Internet, i social media hanno
allargato la piazza del dibattito.
Tutto bene, più partecipazione al
dibattitto è ricchezza, anche se in
questi anni abbiamo visto che il web
dà spazio e voce a coloro che prima
magari si sfogavano nei bar e fine.
Oggi assurgono a pensatori, ma
pensatori non sono, e magari
diffondono notizie del tutto
infondate. E ora anche Beppe Grillo
getta benzina sul mondo dei media:
“Propongo una giuria popolare che
determini la veridicità delle notizie
pubblicate sui media”. Come dire il
popolo ultimo giudice delle notizie. È
vero, i giornali pubblicano anche
notizie false o tendenziose, nel qual
caso Grillo è libero, come lo è ognuno
di noi, di scrivere al giornale in
questione e chiedere la
smentita. Semplice, no? Senza mettere
in campo altri veleni, altre
nefandezze. Non ne abbiamo bisogno.
Lettera firmata
L’esempio di Bebe Vio
In questi giorni, si moltiplicano le
notizie di persone morte a causa della
meningite. C’è tanta ignoranza sui
vaccini, false credenze. Bebe Vio, con
la famiglia, si è vaccinata davanti alle
tv: speriamo che gesti come questo
convincano anche gli scettici.
Lettera firmata
del 2015, con la figlia Marine Le Pen,
sconfitta al ballottaggio dal fronte repubblicano destra-sinistra guidato da
Sarkozy e Hollande, tradizionalmente rivali ma ora coalizzati per sbarrare
la strada al Fronte nazionale.
A giugno si potrebbe votare in Italia, secondo gli auspici di una parte
delle forze politiche (Pd, Lega e Fratelli d’Italia), saldamente maggioritarie sia alla Camera sia
al Senato. Che si voti in giugno, si voti in settembre, o si
attenda la scadenza naturale della Legislatura (febbraio 2018), la scelta degli italiani non sarà fra forze populiste
e forze anti-populiste, ma fra i
tre tipi di populismo che si contendono il governo del Paese: il populismo
anti-europeo di Salvini, il populismo
anti-tedesco di Renzi, il populismo
anti-tutto di Grillo.
A settembre si voterà in Norvegia
(uno dei tre paesi non Ue, insieme a
Svizzera e Islanda), dove c’è un go-
verno di centro-destra che già include un partito populista di destra (il
Partito del Progresso), fortemente
ostile all’immigrazione.
E infine, a ottobre, si voterà in Germania, dove i partiti più leali con l’Europa (Popolari, Socialdemocratici,
Liberali) rappresentano tutt’ora la
maggioranza degli elettori (oltre il
70% dei consensi alle politiche del
2013), ma rischiano di dover cedere
una parte dei loro voti ad Alternative
für Deutchland, il partito anti-immigrati di Frauke Petry, in netta ascesa
nei sondaggi e nei più recenti appuntamenti elettorali, come le elezioni
regionali dell’anno scorso. In quella
occasione, nel Land del Meclemburgo, lo stesso in cui la cancelliera Merkel ha il suo collegio elettorale, il
partito della Petry, con il 20.8% dei
consensi, arrivò addirittura a superare il partito della Merkel, fermo al
19,0%, divenendo il secondo partito
dopo i socialdemocratici.
La Germania, fra i Paesi europei di
tradizione occidentale, è probabilmente quello meno esposto all’onda
populista, se non altro perché è uno
dei pochissimi passati quasi indenni
dalla lunga crisi iniziata nel 2007. E
tuttavia, dopo l’attentato di Berlino di
dicembre, il quinto dall’inizio dell’anno, tutto fa pensare che il consenso ad
Alternative für Deutchland possa ancora crescere molto.
Di quanto?
Nessuno può saperlo, ma un ordine
di grandezza viene fornito dal modello
matematico-statistico messo a punto
dalla Fondazione David Hume per
spiegare l’avanzata populista nell’Unione Europea fra il 2009 e il 2014
(vedi il dossier pubblicato il 6 novembre scorso sul Sole 24 Ore). Secondo le
equazioni del modello il consenso ai
partiti populisti dipende dall’ampiezza della crisi economica e dalla paura
per immigrazione e terrorismo, che a
sua volta dipende da vari fattori fra cui,
naturalmente, anche il fatto che un paese abbia recentemente subito attac-
chi terroristici. Una stima dell'impatto
degli ultimi attentati (da prendersi ovviamente con la dovuta cautela) suggerisce che lo spostamento di consensi per l’intera Germania possa essere
dell’ordine di 4 milioni di voti, pari al
9% del corpo elettorale. Tenuto conto
che, rispetto al modesto 4,7% del 2013,
il partito della Petry era già cresciuto
molto alle Europee e nelle successive
elezioni regionali non mi stupirebbe, il
prossimo autunno, un risultato prossimo al 20% dei consensi.
Quel che sembra fuori discussione
è che, in Germania, la vera battaglia
sarà fra l’illuminismo cosmopolita di
Angela Merkel e il nazionalismo anti-immigrazione di Frauke Petry.
Una battaglia il cui esito, insieme a
quelli degli altri scontri politici che il
calendario elettorale prevede, ci
permetterà di farci una prima idea
della forza effettiva dell’onda d’urto
che ha colpito l’Europa e l’America in
questo cruciale 2016.
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Da dove ripartire. L’importanza degli investimenti in infrastrutture
L’incognita americana sull’agenda del G20
di Domenico Lombardi
u Continua da pagina 1
U
na probabile iniziativa in tal
senso dell’amministrazione Trump si inserirebbe,
peraltro, sulla scia del governo Trudaeu in Canada, che ha già
stanziato o programmato quasi 100
miliardi di dollari canadesi per nuovi
investimenti infrastrutturali. Insieme, i due cofondatori nordamericani
del G20 possono introdurre una dialettica alternativa rispetto a quella tedesca su questo punto importante
dell’agenda internazionale.
Nella macro area della governance
del sistema finanziario internazionale, il G20 si è concentrato, da un lato,
sull'ampliamento della capacità finanziaria e sulla riforma della governance dell’Fmi e, dall’altro, sul rafforzamento della regolamentazione finanziaria. Rispetto all’Fmi, è ragionevole attendersi il prosieguo
dell'attuale tendenza verso la progressiva marginalizzazione dell'istituzione multilaterale. L’amministrazione Trump e il nuovo Congresso
bloccheranno un ampliamento delle
quote del Fmi. Del resto, tale ampliamento difficilmente si sarebbe mate-
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Crisi e attentati potrebbero pesare sul voto in Olanda, Francia, Norvegia e Germania
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classificare l’intervento come un
qualche cosa di veramente
straordinario (New deal). Il Vecchio
continente ha sposato politiche di
austerity, con nefasti risultati al
limite della sostenibilità della
coesione sociale (si eda l’avanzata del
populismo). Se gli States non hanno
centrato gli obiettivi di una duratura
ripresa, sul Vecchio continente
possiamo stendere un velo pietoso.
Solo le banche centrali hanno osato
vestire abiti non convenzionali,
contrastando il fenomeno recessivo.
Ritornando alla nostra “piattaforma
comune”, non ci sono stati leader
pronti a sacrificare parte del
consenso politico a fronte di
interventi condivisi, non vi è stato il
coraggio di fotografare la realtà dei
“bisogni” come si doveva fare. Ne è
nato uno scollamento sconosciuto
prima tra le istituzioni e il popolo
comune, che ha generato effetti di
rigetto nei confronti di un sistema
Paese. Le genti, sfiduciate da una
sistema multilaterale mal utilizzato,
stanno rifugiandosi in forme
protezionistiche deleterie, che la
storia ci ha insegnato essere il
preambolo di pericolose derive
autoritarie. Possiamo solo auspicare
che chi reggerà le sorti delle
aspettative globali smetta i panni del
populista, per indossare la più
consone veste di custode dei
confronti, dei dialoghi e di una
crescita economica più equa.
Infine, ultimamente evidenzio una
presenza saltuaria della sua rubrica
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
VENERDÌ
SABATO
Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati di uso
redazionale è il direttore responsabile a cui, presso il Servizio Cortesia, presso Progetto Lavoro, via Lario, 16 - 20159 Milano, telefono (02
o 06) 3022.2888, fax (02 o 06) 3022.2519, ci si può rivolgere per i diritti
previsti dal D.Lgs. 196/03.
Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
rializzato dopo le inattese difficoltà
sperimentate con l’ultima iniziativa
promossa dal G20 sulla riforma della
governance del Fmi, bloccata proprio
dal Congresso americano e, poi, ratificata, solo verso la fine della presidenza Obama.
In ogni caso, la nuova amministrazione vedrebbe con esitazione il risultato ultimo di un tale esercizio che
si concluderebbe con un ulteriore raf-
LE SFIDE
Per agganciare la ripresa il G20
lavora su politiche di sviluppo
per l’economia mondiale
e la governance del sistema
finanziario internazionale
forzamento della posizione azionaria
della Cina, di recente già diventata
terzo azionista in seno all’organismo
multilaterale. Un risultato, peraltro,
che entrerebbe in conflitto con la retorica della nuova amministrazione
volta a contenere l’influenza della Cina e a sfidarla sul terreno populista
della retorica del cambio sottovalutato: del resto, il trattato costitutivo del
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Sole 24 ORE S.p.A. - Servizio Abbonamenti - Casella Postale 10592 - 20111 Milano, indicando: NOME / COGNOME / AZIENDA / VIA / NUMERO CIVICO /
Fmi assegna poteri regolamentari e
sanzionatori in materia di (abusi di)
politiche del cambio, che proprio la
nuova amministrazione potrebbe minacciare di invocare contro la Cina.
Per l’Eurozona, questo nuovo equilibrio consentirebbe di preservare
intatto il proprio potere di voto per
un ulteriore lasso di tempo, rinforzandone la tattica passiva e attendista seguita sinora di fronte alla costante erosione a favore delle economie emergenti e dinamiche, ma le imporrebbe l’onere di rafforzare i suoi
argini finanziari, a partire dal Meccanismo europeo di stabilità, poiché
ogni ulteriore intervento finanziario
del Fmi in Europa sarebbe soggetto a
difficoltà politiche aggiuntive rispetto a quelle che l’istituzione sta sperimentando e che ne hanno già prevenuto l’adesione all’ultimo programma di assistenza per la Grecia.
I precedenti programmi di ampia
scala a favore delle economie periferiche in crisi, sanzionati fermamente
dalle economie emergenti, che ne
hanno visto il segno dell’eccessiva
contiguità della sua alta direzione
con l’azionariato europeo, genererebbe un inedito asse tra queste ultime e la nuova amministrazione, la
C.A.P. /LOCALITÀ / TELEFONO e FAX/EMAIL. Altre offerte di abbonato
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Pero (MI). I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all'amministrazione e potranno essere comunicati alle società del Gruppo per le medesime finalità della raccolta e a società esterne per
cui retorica a favore del cittadino
americano abusato dalla globalizzazione mal si sposerebbe con l’assistenza a condizioni non di mercato a
paesi avanzati e con un’elevata base
imponibile come, appunto, le economie dell’Eurozona.
L’esigenza cautelativa di rafforzare gli argini finanziari deriva anche dalle crescenti difficoltà che la
Federal Reserve avrebbe nell’intervenire, in caso di necessità, a favore
dei sistemi finanziari stranieri per
puntellarne le vulnerabilita', come
accaduto a più riprese nell’Eurozona e in altre economie del mondo.
Anche se le dichiarazioni espresse
dalla squadra economica di Trump
sulla Fed non sono riconducibili a
una posizione univoca e coerentemente articolata, risultano in sintonia con quelle della sinistra democratica nel senso di rafforzare la
sorveglianza sull’organo direttivo
dell’istituzione e delimitarne attentamente i margini di manovra.
Ma è nel campo della regolamentazione finanziaria che è presumibile
attendersi un certa discontinuità.
Sembra acclarato che la nuova amministrazione procederà nello smantellamento o, almeno, nella sostan-
la spedizione del quotidiano e per l'invio di materiale promozionale.
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ziale revisione della Legge DoddFrank che, approvata nel 2010, impone maggiore capitale e liquidità a
carico del sistema bancario, una supervisione più intensa per le grandi
banche e, in generale, un rafforzamento della vigilanza a livello federale. Pur non mancando elementi di
distonia, tale impianto ha fornito impeto all’azione del G20 che, tramite il
Financial Stability Board, ha alimentato varie iniziative per rafforzare il
quadro regolamentare nei sistemi finanziari delle economie avanzate.
Ora, un allentamento dell’intensità
regolamentare andrebbe in direzione simmetricamente opposta agli
sforzi compiuti dall’Eurozona nell’ambito dell’Unione bancaria, creando dislivelli competitivi tra i due
sistemi difficilmente colmabili, col
rischio di vanificare il ruolo del FSB.
Nell’Eurozona, poi, il processo dell’Unione bancaria rischierebbe di
rallentare ulteriormente creando incertezze a carico degli intermediari
vigilati ancora maggiori.
Tutti questi sviluppi stanno per
materializzarsi nel contesto di un’Europa distratta dalle sue dinamiche interne che ne accresceranno il senso di
passività rispetto alle iniziative della
nuova amministrazione americana e
ai propri interessi strategici nella governance dell’economia mondiale.
@domeniclombardi
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La tiratura del Sole 24 Ore di oggi 4 Gennaio 2017
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Commenti e inchieste 15
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Scenari 2017
Lo scontro. Via tweet la minaccia alla Gm di una supertassa sugli investimenti
oltre i confini, la moral suasion su Ford: è il nuovo stile del presidente eletto
IL GIGANTE A STELLE E STRISCE
L’era Trump e la politica degli «incidenti»
Il presidente, imprevedibile e pragmatico, scatena il primo braccio di ferro con il Congresso e la «guerra» ai colossi dell’auto
di Mario Platero
u Continua da pagina 1
A
spettiamoci dunque una dialettica
a più sponde e sempre a sorpresa
fra Donald Trump, Parlamento e
mondo degli affari. Aspettiamoci
un dialogo selettivo ora coi repubblicani ora
coi democratici a seconda delle tematiche o
direttamente con gli ad di grandi multinazionali, come è successo ieri con la polemica sulla General Motors che importa una parte dei
modelli Chevy Cruz dal Messico. E aspettiamoci un confronto “muscolare”: dopo gli attacchi alla Boeing per un Air Force One troppo caro e poi alla Lockheed Martin, per i costi
esorbitanti del nuovo caccia F-35, è toccato al
settore dell’auto. Ma tutti, GM inclusa, hanno
risposto a tono. «Sign Presidente, forse non
ha un quadro completo della situazione», è
stata la linea rispettosa ma chiara del “corporate America”. Con la Ford è andata meglio:
gli impianti per la produzione della Lincoln
in Kentucky non andranno in Messico. Di
nuovo Trump ha dato la notizia via twitter:
“Lo dovevo al grande stato del Kentucky che
mi ha dato fiducia”, ha scritto. Sta cambiano
tutto insomma, sul piano dei rapporti, delle
scelte di policy e su quello della comunicazione in un vortice di notizie che si susseguono senza la tradizionale pianificazione per
dare contesto ad ogni azione, ad ogni proposta di legge. E non possiamo immaginare che
dopo la scadenza più attesa, quella del 20 gennaio quando Barack Obama passerà i poteri a
Donald Trump in Campidoglio le cose cambieranno. Sul piano politico il presidente
eletto ha usato un tweet anche per attaccare
la base repubblicana per aver deciso, senza
preavviso e come sua prima azione, di ridimensionare l’ufficio etico del Congresso.
Una decisione presa in segreto alla “conferenza repubblicana” e contro i desiderata
della leadership del partito. Trump ha subito
menato fendenti: «Ci sono cose più urgenti
da fare che ridimensionare l’ufficio etico», ha
scritto. E ha vinto di nuovo: la base ha fatto
marcia indietro. Il messaggio è chiaro l’obiettivo di deputati e senatori in effetti dovrebbe
essere quello di preparare i primi 100 giorni
di Trump, per consentirgli di deregolamentare, cambiare il codice fiscale, nominare un
nuovo giudice per la Corte Suprema, smantellare (almeno in parte) Obamacare. E dunque, sempre più, con l’avvicinarsi dell’ingresso di Donald Trump nell’Ufficio Ovale si
sente a Washington, ma anche a Wall Street,
negli ambienti industriali e dei sindacalisti
una ricorrente domanda di fondo, come sarà
questa nuova presidenza? Efficace? Debole?
Incerta? Maldestra? Ingenua? Pericolosa?
Come abbiamo imparato nel 2016 i campi
magnetici non consentono più alle varie bussole della politica di indicare direzioni chiare e dunque per molti americani (e non!) quel
20 di gennaio sarà solenne anche per l’ingresso formale nell’era delle incertezze e del-
l’ostruzionismo permanente. Incertezze
perché Trump è imprevedibile, mutevole
ma anche pragmatico. Tracciare un percorso preciso sulla base dei suoi programmi e
delle sue promesse diventa difficile quando
basta un tweet per annunciare nuove posizioni inattese, come ha fatto ieri tre volte. Per
l’ostruzionismo abbiamo già visto in azione
Barack Obama, deciso a difendere le sue prerogative e la sua eredità politica. Sappiamo
che da qui ai prossimi giorni introdurrà una
serie di regole, alcune inutili, altre più permanenti, per scoraggiare Trump a cambiare
le decisioni della sua amministrazione ora in
materia di ambiente ora in materia sociale.
Ad esempio, la proibizione di estrazioni minerarie dalle cime delle montagne entrerà in
vigore proprio il 20 di gennaio ma potrà essere annullata dei repubblicani al Senato. Il
blocco di estrazioni petrolifere al largo della
costa atlantica invece sarà di più difficile rimozione. Tutto dipende spesso da oscuri
tecnicismi parlamentari e giuridici.
C’è poi l’ostruzionismo “strisciante” di forte impatto mediatico. Durante l’inaugurazione è previsto un “petardo” “anti inaugurazione” un concerto a Miami con il gotha delle
POLITICA INTERNA
Se per tasse, regole e, in parte,
Obamacare, il pensiero di Trump
corrisponde a quello dei
repubblicani, sul protezionismo
avrà bisogno anche dei democratici
star americane. Titolo: “We the People”. L’organizzatore Mark Ross è deciso ad avere più
ascolti delle dirette da Washington per la cerimonia di giuramento di Donald Trump in
Campidoglio. Anche perché all’inaugurazione di star vere non ce ne saranno. Tutto ok, ma
che nell’era della confusione democratica un
gruppo di cantanti di successo possa pensare
di sostituirsi all’esito (già controverso per
spie e spioni) delle urne, la dice lunga sullo
stato del conflitto politico in America.
Dico questo perché pensando al futuro,
agli scenari economici e geopolitici imprevedibili che porterà l’amministrazione
Trump occorre registrare ma anche ridimensionare questa resistenza strisciante
delle varie “intellighenzie” della sinistra
contro l’esito elettorale. Un altro esempio,
un altro “petardo”, è in programma il giorno
dopo l’inaugurazione, sabato 21 gennaio, è
prevista la marcia di un milione di donne nella capitale americana. Una marcia che per
ora non ha un motivo di protesta identificabile se non quello déjà vu del Trump promotore volgare della donna oggetto. Ma questo
lo sapevamo anche prima delle elezioni e lo
sapevano il 53% delle donne bianche che
hanno votato per lui l’8 novembre scorso. Lo
si sapeva persino dal 6 agosto del 2015, primo
TV A CURA DI LUIGI PAINI
dibattito presidenziale, quando Megyn Kelly di Fox News ricordò a Trump con un fendente inatteso di aver apostrofato le donne
con termini come “maiale, cagne, animali”.
Lo sapevamo anche dal video scandalo diffuso l’8 di ottobre, a un mese dalle elezioni. Eppure Trump ha vinto lo stesso.
Questo contesto è essenziale per poter
distinguere, guardando in avanti, fra i problemi reali e quelli effimeri per Trump. Le
dimostrazioni o i concerti per strada avranno enorme cassa di risonanza anche sulla
stampa nostrana, ma lasceranno il tempo
che trovano. È pensabile intimorire Trump?
No. Sappiamo, come abbiamo visto ieri che
andrà avanti per la sua strada e che anzi capitalizza quando ci sono manifestazioni
contro la sua “scorrettezza politica”. Infatti
molti democratici sono convinti che sarebbe stato meglio aspettare alcune decisioni
politiche concrete per dare più efficacia e
seguito a dimostrazioni.
I problemi per Trump non verranno perciò né dalle velleitarie decisioni dell’ultima
ora di Obama né dalla protesta organizzata in
piazza. Verranno semmai nel contesto istituzionale, verranno dalla minoranza democratica in Parlamento e da alcuni “nemici” nel
partito repubblicano. Cominciamo dal Senato, determinante per alcuni voti. I repubblicani hanno una maggioranza di 52 seggi contro i
46 dei democratici. Ma per alcune decisioni,
ad esempio, per un giudice in Corte Suprema
o per cambiare le regole del Senato occorre
una maggioranza qualificata di almeno 60
voti. Occorre perciò che 6 senatori democratici e 2 indipendenti votino coi repubblicani.
Per le nomine presidenziali per la nuova amministrazione basta invece una maggioranza
semplice. Ma i democratici hanno trovato il
modo per ritardare l’avvio del dibattito sulle
nomine. Non hanno gradito il “congelamento” della scelta di Barack Obama per la Corte
Suprema, Merrick Garland, un moderato,
per sostituire il Giudice Antonin Scalia, deceduto improvvisamente in febbraio, ben
nove mesi prima delle elezioni. Le scuse, i ritardi, persino il rifiuto dei repubblicani di vedere o sentire Garland hanno violato il diritto e il dovere costituzionale di Obama di sostituire un giudice in Corte Suprema. E ora i
democratici faranno lo stesso contro i candidati di Trump per le posizioni di ministro.
«Per ora non ho tempo, ho un’agenda molto
piena», ha detto il senatore Dianne Feinstein
dopo aver cancellato un appuntamento con
il candidato alla guida del dipartimento per
la Giustizia Jeff Session. Obiettivo? Ritardare quanto più possibile l’insediamento dell’amministrazione Trump.
Alcuni problemi per Trump potrebbero
esserci invece in campo repubblicano. A parte la questione dell’ufficio etico di ieri, un tema forte sarà in materia commerciale. Se per
tasse, regole e in parte Obamacare il punto di
vista di Trump dovrebbe coincidere con
quello dei suoi compagni di partito ci saran-
21.15 | SKY CINEMA 1
Film con Chris Pine (nella foto)
13.15 | VOCI IN SCENA
Luciano Ligabue (foto) è uscito a novembre 2016 con l’album «Made in Italy»
21.15 | RETE 4
Argo
di Ben Affleck, con Ben Affleck, Usa
2012 (120'). Ostaggi americani a
Teheran: come salvarli? Ritmo e
azione, alla maniera del cinema
«di una volta».
22.10 | RAI STORIA
Parigi sotto attacco
Gli attacchi terroristici che hanno
insanguinato Parigi tra il 7 e il 9
gennaio 2015.
6.10 | Il cacciatore di libri
6.15 | America 24
6.30 | Storiacce
7.10 | In primo piano
con Giulia Crivelli
8.10 | 24 mattino
con Oscar Giannino
9.05 | Mix 24 - Storie di star
Pino Daniele
21.25 | RAI 5
Soundbreaking
La «svolta elettrica» nella storia
della musica a partire
dallo strumento principe del rock:
la chitarra.
SPETTACOLO
10.05 | Nessuna è perfetta
di Maria Latella
21.15 | PREMIUM CINEMA
Turbo
Film d’animazione, Usa 2013 (96').
Una lumaca con la «fissa»
delle corse. Uno spasso.
10.30 | Cuore e denari
con Debora Rosciani
ATTUALITÀ
22.50 | SKY CULT
Mommy
di Xavier Dolan, con Anne Dorval,
Canada 2014 (139'). Madre single e
figlio con tanti problemi. Ce la faranno?
20.55 | NAT GEO
Megafabbriche
Visita alla fabbrica di motoscafi Riva,
celebre in tutto il mondo per
Scontro con il partito
sull’abolizione
dell’ufficio per l’etica
È
bastato un tweet di Donald Trump contro un’azione della base del partito repubblicano per bloccare una delle decisioni più
infauste per una giornata inaugurale: mettere dei freni potenti all’ufficio per l’etica del
Congresso, un ufficio bipartisan e indipendente il cui unico lavoro è quello di controllare che i politici non si lascino prendere troppo la mano violando regole molto precise sul
conflitto di interesse.
Ieri, giornata in cui l’America ha insediato
il nuovo Congresso a maggioranza repubblicana, un Congresso che avrà «la pesante responsabilità di fare le cose, lavorando finalmente con la Casa Bianca», come ha detto il
capo della maggioranza al Senato, Mitch McConnel, un consistente gruppo di repubblicani dell’ala destra guidato da Roberto Good-
latte, deputato della Virginia, ha pensato bene di guidare una rivolta della base per ridimensionare i controlli etici. I repubblicani
erano convinti che questo ufficio avesse acquisito troppo potere e si muovesse troppo al
di fuori della commissione Etica della Camera. Così nella notte di lunedì c’è stato un voto
segreto alla Conferenza repubblicana riunito per preparare l’insediamento, per abolire
di fatto le funzioni più importanti dell’ufficio.
Decisione non condivisa dalla leadership del
partito e, a sorpresa, dal presidente eletto
Trump che ha deciso di intervenire a gamba
tesa in una questione interna congressuale:
«Forse ci saranno degli abusi, ma mi sembra
che ci siano cose più importanti da fare che
occuparsi dell’ufficio etico». Subito dopo la
marcia indietro. Così, nel primo giorno di riunioni del Congresso, una coalizione di democratici, leader del partito repubblicano e
Trump ha mandato un messaggio chiaro alla
base teapartista, irrequieta e impreparata: il
tempo dei giochi è finito, ora occorre lavorare nell’interesse della Nazione.
12.05 | Melog
di Gianluca Nicoletti
13.10 | Smart City
A pag. 17
M.P.
Approfondimenti su Ford e General Motors-Trump
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Frequenze:800-080408
Per intervenire alle trasmissioni:
800-240024 SMS 349-2386666
I Gr possono essere ascoltati anche su:
www.radio24.it
www.ilsole24ore.com/meteo
Oggi
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08:02
MINIMA
Cuneo
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MASSIMA
Catania
17.05
Focus
economia
LA GIORNATA
ECONOMICO-FINANZIARIA
L’approfondimento dell’attualità
economica e della finanza con i
protagonisti e giornalisti e analisti del
Sole 24 Ore. Debora Rosciani (foto)
analizza e spiega, in termini comprensibili
“ai non addetti ai lavori”, i temi della
giornata. Appuntamento fisso per i
commenti dopo la chiusura della Borsa
13.15 | Voci in scena
di Marta Cagnola
18.05 | Si può fare
di Alessio Maurizi
13.30 | Terra in vista
Il 2017 spiegato a mio figlio - Clima
20.05 | Dylan Dog,
l’indagatore dell’incubo
Ascensore per l'inferno
20.30 | La versione di Oscar
21.05 | Reportage
21.15 | Terra in vista
21.30 | Voci in scena
21.45 | Voci d’impresa
22.05 | Focus Economia
22.45 | America 24
13.45 | America 24
Scenari 2017: Usa e Russia
14.05 | Tutti convocati
di Giovanni Capuano
15.05 | Olympia
15.30 | Il falco e il gabbiano
di Enrico Ruggeri
16.30 | La versione di Oscar
di Oscar Giannino
17.05 | Focus Economia
con Debora Rosciani
Roma
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07:37
16:52
Nord:
bel tempo prevalente salvo passaggio di velature
e nubi in aumento serale in Liguria. Forti venti
da nord sulle Alpi con nevischio sui confini.
Temperature in lieve aumento, massime tra 7 e
10.
14
Centro e Sardegna:
bel tempo prevalente, ma con nubi in aumento
dalla sera su Toscana e Appennino. Temperature
in calo, massime tra 8 e 11.
Sud e Sicilia:
nuvolosità variabile con piogge sparse tra nord
Sicilia e Calabria e neve dai 1200m.
Peggioramento in nottata su Gargano e
Campania. Temperature in lieve calo, massime
tra 11 e 14.
Domani
Milano
ALBA E TRAMONTO:
08:02
MINIMA
GR 24: all’ora
STRADE IN DIRETTA: ai 15’ e ai 45’
BORSE IN DIRETTA: alla mezz’ora
Trento
-5
MASSIMA
Catania
Roma
16:55
07:37
16:53
Nord:
tempo soleggiato, limpido e ventoso. Sulle
Alpi venti tempestosi e gelidi da nord con
nubi e nevischio sui confini, la sera anche in
Romagna. Temperature in calo, massime tra 6
e 8.
14
Centro e Sardegna:
soleggiato sul versante tirrenico, nubi e
piogge sparse su quello adriatico con neve a
quote collinari e la sera fin sulle coste.
Temperature in calo, massime tra 5 e 9.
Sud e Sicilia:
nubi e piogge sparse, ma migliora entro sera
sulla Campania. Neve in calo a quote collinari
in serata. Temperature in calo, massime tra 9
e 14
Temperature
LOTTO
Lotto
Estrazione del 03/01/17
SuperEnalotto Combinazione vincente
Nazionale
76 4 74
32
Bari
27 28 80 42 71
Cagliari
85 70 86 61 26
Firenze
87 20 35 75 10
Genova
61 69 63 17 87
Milano
19 54 15 65 23
Napoli
IL PRIMO GIORNO DEL CONGRESSO
IL TEMPO
Con passione e rabbia
l’inarrivabile eleganza delle sue
imbarcazioni.
no tematiche su cui Trump potrebbe dover
cercare una posizione bipartisan: i repubblicani sono tradizionalmente favorevoli al libero commercio e dunque per concretizzare
certe sue minacce elettorali sul protezionismo Trump potrebbe aver bisogno di una
sponda democratica. Obama, ad esempio,
aveva stretto una rarissima alleanza con i repubblicani per il passaggio del Tpp, il programma di libero scambio nel bacino del Pacifico. E non è detto che i repubblicani siano
pronti a seguire Trump se vorrà davvero
smantellare il Nafta, l’accordo per il libero
scambio con il Messico e il Canada. Lo stesso
vale per i programmi infrastrutturali: non
tutti i repubblicani condividono l’idea keynesiana di spendere danaro dello stato in investimenti per rifare ponti e strade e i dettagli
di Trump per “privatizzare” una parte degli
investimenti infrastrutturali non sono ancora chiari. Un gesto di apertura a Trump era
giunto alcune settimane fa dai senatori Bernie Sanders e Elizabeth Warren, entrambi
molto a sinistra nello schieramento politico,
ma favorevoli a investimenti infrastrutturali
e all’introduzione di penalizzazioni per la Cina o per altri concorrenti che nella percezione popolare hanno “rubato” posti di lavoro
agli Stati Uniti d’America.
Ma al di là di queste ipotesi, immaginare
una navigazione precisa per la prossima amministrazione Trump diventa molto difficile. Possiamo azzardare che Trump si accontenterà di poco per rivendicare il successo
della sua “nuova” azione politica. Basterà
una modifica di poco conto al Nafta per gridare vittoria. Del resto lo abbiamo visto in
azione quando ha rivendicato il merito per le
5mila nuove assunzioni annunciate dalla
Sprint. Cinquemila occupati sono una goccia in un’economia in grado di generare
200mila nuovi salariati dipendenti al mese.
Ma Trump è convinto che alla sua base basteranno: quel che conta è l’attivismo. Oggi insomma possiamo (vogliamo?) immaginare
che Trump, il pragmatico, prevarrà sul
Trump, roboante e bulletto.
Ma quell’elemento “impulsivo”, reattivo,
della personalità “del” Donald resta. Ci sono
perciò davvero quei rischi per la democrazia, quella svolta autoritaria e intollerante
che molti temono per l’America? Sarebbe
un errore giudicare il Paese sulla base di certe fragilità istituzionali che vediamo in Europa. La divisione dei poteri in America è
forte. I “check and balances” funzionano ancora. Il Parlamento non rinuncerà al suo
ruolo e le agenzie federali, a partire dalla Federal Reserve, difenderanno le loro autonomie e prerogative. Anche questo, se non l’ha
già capito, Donald Trump, fra due settimana
45° presidente degli Stati Uniti d’America, lo
imparerà strada facendo.
Donald Trump. Sarà il 45° presidente degli Stati Uniti d’America
RADIO 24
L’ultima tempesta
DA NON PERDERE
AP
2 69
33 77 63 23 68
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22 16 31
9 45 27 77 12 Jolly 3
Numero Superstar 64
Montepremi
4.209.310,20 ¤
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Pioggia Temporali
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Agitato
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Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Mercoledì
4 Gennaio 2017
MEDIA
Mediaset-Vivendi, fondi in manovra
Il gruppo «duplica» il piano
Simone Filippetti u pagina 18 con un’analisi di Andrea Biondi
I grandi azionisti di UniCredit
pronti a sottoscrivere l’aumento
Il ceo Mustier avvia il road show con gli investitori globali
pL’aumento di capitale da
Ferrando u pagina 19
RISPARMIO
Banche salvate,
14mila richieste
di rimborso
Sono 13.859 le pratiche
arrivate a fine 2016 al
Fitd, il Fondo interbancario di tutela dei depositi,
per la richiesta di indennizzo da parte di detentori di obbligazioni
subordinate delle quattro banche salvate a fine
2015. Il 49,8% delle pratiche registrate riguardano Banca Etruria, il 33,1%
Cassa di Risparmio di
Ferrara, l'8,5% Banca
delle Marche e l'8,4%
Cassa di Risparmio di
Chieti. Il termine ultimo
per inviare le richieste
scadeva ieri, ovvero
esattamente sei mesi
dopo l'entrata in vigore
della legge in cui era
stato convertito il Dl 59
del 3 maggio 2016 intitolato ‘Disposizioni urgenti
in materia di procedure
esecutive e concorsuali,
nonché a favore degli
investitori in banche in
liquidazione'. L'indennizzo forfettario è pari
all'80% dell'investimento azzerato. Al 30 dicembre al Fondo interbancario risultavano liquidate
2.648 pratiche per un
valore di 35,1 milioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
t
LISTINI GLOBALI
Lse, accordo per cedere
Lch Clearnet a Euronext
per 510 milioni di euro
Nicol Degli Innocenti u pagina 21
Banche. Assemblea il 12 gennaio per l’operazione da 13 miliardi - Il ruolo di privati e Fondazioni
13 miliardi messo in cantiere
da UniCredit è sempre più
vicino. Con l’assemblea del
12 gennaio prende il via l’impegnativo inizio anno che
vedrà l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier impegnato anche in un roadshow con gli investitori delle principali piazze mondiali.
Dovranno essere definiti
prezzi e tempi.
Calendario alla mano, una
data possibile per l’avvio
dell'aumento è lunedì 13 febbraio, giusto in tempo per integrare nel prospetto i dati
preliminari del bilancio 2016
che saranno esaminati in cda
giovedì 9.
Chiusa l'operazione, si
avrà la mappa aggiornata
dell'azionariato di Piazza
Gae Aulenti: in continuità
con quanto accaduto negli
ultimi anni, l’operazione – il
più grande aumento mai visto da parte di una quotata
italiana – è destinata ad accrescere ulteriormente il peso degli istituzionali.
Si saprà in marzo, un mese
prima dell’assemblea che il
20 aprile approverà il bilancio. Il rinnovo del consiglio,
invece, è previsto per il 2018.
I principali soci - pur in attesa delle condizioni di offerta - hanno già cominciato a
ragionare sul dossier.
www.ilsole24ore.com
@ 24FinMerc
IL GIORNALE DELLA FINANZA
CROCIERISTICA
Fincantieri,
disco verde
di Seul per i cantieri
di Saint-Nazaire
Celestina Dominelli u pagina 22
Auto
FOCUS
Credito
Ecco l’elettrica
di Fiat Chrysler
EMISSIONI
Intesa pronta a
lanciare nuovo bond
Additional Tier 1
Fiat Chrysler ieri sera ha
presentato al Consumer
Electronics Shows di Las Vegas il
prototipo del Chrysler Portal, un
minivan totalmente elettrico con
400 chilometri di autonomia che
incorporerà anche i frutti più
recenti della collaborazione con
Google. Maggiori particolari
sull’auto sul Sole 24 Ore.com.
Nella compagine azionaria
Fondazione
CariVerona
2,73%
Fondazioni
emiliane
2,0%
Fondazione Crt
Del Vecchio
Caltagirone
Dodge&Cox
2,5%
2,5 - 3,0%
1,0%
3,44%
Mercati globali. Il presidente eletto critica chi produce fuori dagli States
Ford, stop a investimenti da 1,6 miliardi
in Messico dopo lo scontro con Trump
Andrea Malan
LAS VEGAS. Dal nostro inviato
BlackRock
Capital Research
Norges Bank
Aabar
Franklin
Vanguard
4,82%
7,0%
1,67%
5,0%
2,65%
2,07%
Salvarisparmio. In Senato la maggioranza ha numeri risicati e servono accordi
Mps, ultimi ritocchi al decreto attuativo
pIl decreto Salvarisparmio,
così come il decreto attuativo
che ne garantirà l’operatività,
affronta i passaggi tecnici e politici. Per far aprire il primo dei
tre ombrelli - quello della liquidità che precede la ricapitalizzazione precauzionale e la
Gacs (garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze)- previsto dal piano del governo per
salvare Rocca Salimbeni, Mps
deve aspettare la messa a punto
definitiva. I tecnici del ministero dell’Economia stanno lavorando alle ultime limature sul
testo - un decreto ministeriale che potrebbe essere licenziato
già in settimana con l’identikit
dei titoli che saranno disegnati
con caratteristiche specifiche e
che saranno accompagnati dal
sostegno pubblico e quindi
avranno un rating uguale a
quello dello Stato garante.
Varato il decreto potrà quindi
partire l’operazione liquidità.
Sono previste due emissioni, la
prima già a gennaio. È stato avviato anche il percorso parlamentare.
Per incassare il via libera a Palazzo Madama, il governo rischia però di dover aprire una
trattativa con fronti dell’opposizione. Con il rischio di possibili «incidenti» visto che al Senato i numeri sono molto incerti.
Fiammeri e Mobili u pagina 19
pDonald Trump non si è
ancora insediato alla Casa
Bianca ma gli effetti della sua
preannunciata politica di
protezionismo si fanno già
sentire: la Ford, più volte
presa di mira da Trump nella
campagna elettorale per i
suoi investimenti in Messico, ha annunciato che rinuncerà al previsto investimento da 1,6 miliardi di dollari
per una nuova fabbrica oltre
confine e ne spenderà invece 700 milioni nello stabilimento di Flat Rock, in Michigan, per produrre veicoli
elettrici e a guida autonoma;
quest'ultimo investimento
porterà alla creazione di 700
nuovi posti di lavoro. La
nuova Ford Focus verrà comunque prodotta in Messico, ma nella fabbrica già esistente di Hermosillo.
Proprio oggi lo stesso
Trump aveva preso di mira
General Motors, un altro dei
colossi di Detroit, minacciando su Twitter una “grossa tariffa” sulle importazioni delle
Chevrolet Cruze prodotte in
Messico. L’azienda si è difesa
precisando che il grosso delle
Cruze vendute negli Usa è
prodotto in Ohio; solo la versione a due volumi, meno popolare qui negli Stati Uniti,
viene assemblata in Messico
«per tutti i mercati mondiali». La decisione annunciata
da Ford arriva abbastanza a
sorpresa: l’amministratore
delegato Mark Fields aveva
detto il mese scorso che
l’azienda «si preparava a lavorare con l'Amministazione
Trump sull’agenda di politica
commerciale», ma aveva indicato che era troppo tardi
per cancellare il progetto di
una nuova fabbrica a sud del
Rio Grande. Già a novembre,
BIG BORDER TAX
Il tweet di Trump contro GM
per la Chevy Cruze prodotta
esentasse in Messico e
venduta negli Usa. La
minaccia di introdurre dazi
peraltro, il gruppo aveva accettato di mantenere in Kentucky la produzione di un piccolo numero di veicoli a marchio Lincoln e di non trasferirli, come inizialmente
previsto, in Messico. «Il mio
amico Bill Ford mi ha informato personalmente» aveva
postato allora un soddisfatto
Trump dando personalmente la notizia.
L’investimento di Ford nella produzione in Michigan
rientra nei piani di sviluppo
delle nuove tecnologie elettriche e di guida autonoma,
piani già annunciati nelle linee generali a fine 2015 e sui
quali il colosso di Dearborn è
allineato alla concorrenza.
Ford ha confermato il lancio
di 13 nuovi veicoli elettrici o
ibridi nei prossimi cinque anni, tra i quali versioni ibride
del furgone Transit e della
sportiva Mustang; ad essi si
aggiungerà un Suv elettrico
con un’autonomia prevista di
300 miglia (480 chilometri).
Alla moda crescente dei
veicoli elettrici si è allineata
anche Fiat Chrysler, che ieri
nella tarda serata italiana ha
presentato qui a Las Vegas il
prototipo Chrysler Portal,
un minivan elettrico da 400
chilometri di autonomia
che incorporerà anche i
frutti più recenti della collaborazione con Google - uno
dei giganti della Silicon Valley (maggiori dettagli su
www.ilsole24ore.com). La
General Motors ha già messo sul mercato una berlina
elettrica - la Bolt - che vanta
un’autonomia di 500 chilometri con una ricarica e che
arriverà nel 2017 anche in
Europa con il nome di Ampera-e. La spinta di tutti i costruttori verso l’auto elettrica e le tecnologie di connettività e assistenza alla guida
ha trasformato da alcuni anni il Consumer Electronics
Show di Las Vegas (Ces),
che apre qui domani al pubblico, in uno degli appuntamenti chiave anche per il
mondo delle quattro ruote.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Intesa Sanpaolo ha
annunciato che intende
emettere prossimamente uno
strumento di capitale
aggiuntivo di classe 1
(Additional Tier 1),
subordinatamente alle
condizioni di mercato.
Ulteriori dettagli in merito
alla possibile emissione,
informa una nota, verranno
debitamente resi noti al
mercato. Intesa Sanpaolo ha
previsto nel proprio Piano di
Impresa l'emissione entro il
2017 di Additional Tier 1 per 4
miliardi di euro al fine di
ottimizzare l'efficienza della
struttura del capitale
avvalendosi delle diverse
classi di capitale. La banca ha
già emesso titoli per un
miliardo di dollari a settembre
2015 e per 1,25 miliardi di euro a
gennaio 2016.
M&A
PETROLIO
Glencore e Qia,
closing per il 19,5%
di Rosneft
Glencore e Qatar Investment
Authority hanno chiuso
l’operazione annunciata il 10
dicembre per l’acquisto del
19,5% del colosso petrolifero
russo Rosneft per 10,5
miliardi di euro.
L’operazione è stata
upportata da Intesa
Sanpaolo con un
finanziamento fino a un
massimo di 5,2 miliardi di euro.
Servizio u pagina 21
Finanza 24
PIAZZA AFFARI
I bilanci, le notizie
e le analisi
sulle società
quotate in Borsa
Le emissioni truccate. Diecimila clienti hanno già aderito all’azione legale
Volkswagen, in Germania al via
prima class action sul Dieselgate
Riccardo Barlaam
p«Volkswagen, Audi, Sko-
da e Seat. Lo scandalo delle
emissioni truccate. Il vostro
diritto è denaro. Vale la pena!
Fino a 5mila euro di danni o il
riacquisto del vostro veicolo
fino a 5mila euro. Nessun rischio, nessuna spesa legale».
Con questi titoli slogan il portale tedesco di consulenza giuridica MyRight.de ha avviato
una chiamata alle armi dei
clienti del gruppo Vw - simbolo dei simboli della corporate
Germany - in difficoltà anche a
casa sua per il Dieselgate.
MyRight che ha avviato la prima class action in terra di Germania contro Volkswagen.
Un esposto in tal senso è stato
presentato oggi al tribunale
della città di Braunschweign fascicolo numero 2010Vw Eos
- per il tramite dello studio legale americano Hausfeld, lo
stesso che ha portato avanti la
class action intentata negli
Stati Uniti dai clienti
Volkswagen. La notizia è stata confermata dal grupo tedesco. Il portale non ha precisato
il numero dei clienti Volkswagen che hanno aderito all’azione legale - c’è chi parla di
10mila, chi di 100mila - «per
non scoprire subito le carte».
Diversamente da quanto avvenuto negli States, la casa tedesca ha finora negato un
qualsiasi indennizzo o il riacquisto delle vetture incriminate ai suoi clienti in Germania e in Europa, avanzando
l’eccezione della diversità delle normative tra Ue e Stati Uniti. Ora il sito tedesco chiede al
gruppo automobilistico di risarcire gli acquirenti coinvolti
con un rimborso di 5mila euro
o di riacquistare le auto “incriminate”. La casa di Wolfsburg
ha replicato «di aver preso atto che MyRight ha annunciato
il 3 gennaio 2017 di aver avviato
un’azione legale» legata al
Dieselgate, ma ha aggiunto di
non poter dire di più in quanto
«non ci hanno ancora inoltrato i documenti e quindi non
possiamo commentarne il
contenuto».
Il gruppo tedesco ha concordato con le autorità Usa un
risarcimento totale pari a quasi 15 miliardi di dollari a causa
del Dieselgate. La class action
avviata in Germania rischia di
essere un caso di scuola per
migliaia di altri automobilisti
interessati in Europa e in Italia.E potrebbe rivelarsi anche
un colossale boomerang per il
più grande produttore di auto
europee considerando gli 8,5
milioni di veicoli diesel, potenzialmente interessati dallo
scandalo emissioni, ancora
circolanti nelle strade del Vecchio C0ntinente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://finanza24.ilsole24ore.com
Le società di oggi
Brunello Cucinelli
Cme Group
Damiani
Deutsche Börse
Fope
Geox
Glencore
Intesa Sanpaolo
Kering
London Stock Exchange
Luxottica
Lvmh
Moncler
Nasdaq
Qatar Inv. Authority
Rosneft
Safilo
Technogym
Tod's
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Finanza & Mercati
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Tv. Verso la presentazione di due progetti industriali a gennaio e marzo
Mediaset, fondi in manovra
nello scontro con i francesi
Il gruppo «duplica» il piano
Lo scenario di Natixis: Spagna a Vivendi, Italia a Berlusconi
Simone Filippetti
pMediaset
va al «raddoppio» del piano industriale. Gennaio è un mese cruciale per la tv
commerciale di Silvio Berlusconi. Finita sotto attacco, inaspettato, del finanziere francese, un
tempo amico, Vincent Bolloré e
del colosso Vivendi, l’azienda è
attesa a Londra per incontrare la
comunità finanziaria: verrà alzato il sipario sulla Mediaset del
futuro (che mai come oggi è apparso così incerto).
Secondo indiscrezioni, però,
il piano verrà diviso in due parti:
tra dieci giorni, nella city, Mediaset svelerà i numeri sul medio termine. La strategia industriale e i dettagli saranno lasciati a un secondo appuntamento,
più avanti, verso marzo. Seguirà
anche un road show negli Usa,
una presentazione agli investitori, i grandi fondi pensione Oltreoceano. Come mai la scelta?
Con Bolloré salito al 28,8%, è
evidente Mediaset è finita in
stallo. I fondi esteri, investitori
istituzionali e soprattutto gli hedge fund, hanno un approccio
molto pragmatico e di mercato:
scelgono con chi schierarsi in
base alle strategie e ai risultati di
un’azienda. E Mediaset ha una
grossa fetta di flottante (anche
dopo il blitz francese), fatta di
investitori stranieri (il 25% circa). Tutti questi azionisti vanno
convinti uno a uno: Fedele Confalonieri e PierSilvio Berlusconi
dovranno offrire una visione industriale credibile e spiegare
perché loro sono in grado di gestire l’azienda meglio di quanto
non possa fare lo scalatore Bolloré. Ovviamente, a Cologno
Monzese, la tempesta di Vivendi ha mandato in fumo tutti i piani, che dovranno essere rivisti.
Allo stesso tempo però Mediaset non può tenere il mercato in
attesa per mesi: il nuovo piano
era previsto per settembre.
Dunque, anche la necessità di
dare delle guidance immediate
e chiare al mercato, per tranquillizzarlo. Poi, in un secondo
momento, un piano industriale
strategico che travalichi l’orizzone dell’anno. Ma per quello, ci
vuole appunto più tempo.
Ieri, intanto, a Piazza Affari
seduta di prese di beneficio, ma
con volumi di scambio significativi per Mediaset: il titolo ha
viaggiato in controtendenza accusando un calo dell’1,2%; mentre sono passati di mano 20 milioni di azioni (l’1,7% del capitale). In questa fase di transizione,
tra l’improvvisa scalata pre-natalizia di Vivendi e lo stallo dovuto al fatto che sia i francesi sia
Fininvest si trovano a detenere
“quote limite” di titoli oltre alle
quali scatterebbe l’offerta obbligatoria, gli analisti delle case di
investimento principali sembrano poco inclini a credere a
un’opa ostile in arrivo da Parigi
ma sono anche titubanti sull’ipotesi che il nuovo socio voglia andare alla prova di forza in
assemblea per ottenere una rappresentanza in cda. In attesa di
capire anche quali potranno essere le strategie industriali di
Mediaset
Andamento del titolo a Milano
4,70
4,44
4,10
20/12/16
03/01/17
4,40
4,10
3,80
Mediaset sia sulla tv in chiaro sia
sulla pay, visto che tra qualche
settimana dovrebbero essere
presentate le linee guida triennali, prendono piede le valutazioni di una separazione delle
attività attualmente in capo a
Mediaset sia - come sottolinea
Mediobanca Securities - nell’ottica di ridurre l’incidenza di Cologno Monzese nel Sistema integrato delle comunicazioni (ad
esempio con la cessione di Premium) in modo da superare gli
ostacoli di concentrazione nel
caso di un asse Vivendi-Mediaset sia - come tratteggia uno scenario degli analisti di Natixis nell’ottica di trovare un equilibrio tra le mire francesi e l’interesse di Fininvest.
In questo senso gli analisti
Jerome Bodin e Pavel Govciyan
di Natixis, ipotizzano un riassetto di Mediaset che passi da
una doppia opa amichevole,
sulla capogruppo e sulla controllata Mediaset Espana, e che
porti successivamente a separare le attività della tv in chiaro
in Italia e in Spagna da quelle di
pay-tv e di produzione televisiva. In sostanza, dopo le due opa
a Milano e Madrid, Vivendi terrebbe per sé il 100% di Premium
e il 100% delle attività di produzione televisiva come Medusa e
Taodue mentre la tv in chiaro finirebbe in un veicolo controllato al 51% da Fininvest e al 49% da
Vivendi. Questo riassetto
avrebbe come corollario un’opzione “call” che permetterebbe
ai francesi di assumere il controllo anche di queste attività
entro 3-5 anni, consentendo a Fininvest di entrare nell'azionariato del gruppo francese come
secondo socio alle spalle di Vincent Bolloré. Il tutto potrebbe
essere bollato come fanta-finanza, se non fosse che Natixis è
una banca ritenuta vicina a Bolloré. Che fosse un segnale indiretto agli italiani?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Telecom Italia, Mediaset e Vivendi e l’intreccio di partecipazioni
Produttori di contenuti
Tv generalista
Telecomunicazioni
23,92%
Banijay
TELECOM
ITALIA
67%
02
VIVENDI
MEDIASET
28,8%
Gameloft
Vincent Bolloré
Activision
6%
52,24%
38,26%
Mediaset Espana
89%
Fininvest
di Andrea Biondi
u Continua da pagina 1
U
nodeicapisaldidell'assetto
normativoèilSistemaintegrato delle comunicazioni
(Sic), paniere individuato dalla legge Gasparri poi recepito dal Testo
unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (cosiddetto Tusmar) per evitare le concentrazioni nel mercato audiovideo, a tutela
del pluralismo con nessun soggetto che può superare il 20% del suo
valore. Ritenuto troppo ampio e
quindi troppo “pro-Mediaset” non
mettendo paletti alle mire espansive della tv di Berlusconi, fu nel dicembre del 2003 fra le cause individuate dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per
motivareilrinvioalleCameredella
legge di riforma del servizio radiotelevisivo. Oggi quelle stesse norme che si rifanno al Sic sono erette
ancora una volta a baluardo per
Mediaset. Questa volta alle prese,
però, con chi al gruppo di Cologno
pensa come preda. Insomma, Sic e
legge Gasparri evergreen, per tutte
le stagioni. La storia è storia. Amen.
Davanti ci sono sfide dettate
dalla globalizzazione del mercato
dei contenuti e dalle nuove tecnologie. Che portano a domande
chiave: come affrontare la convergenza media-telco e il maggior peso assunto dalle piattaforme globali online? Meglio una deregulation o una regolazione più stringente? Meglio segmentare i
mercati o considerare un unico
mercato dell’audiovisivo?
Passata la buriana del caso Mediaset-Vivendi il tema sarà tutto da
affrontare. E anche, se possibile, alla svelta per evitare che si creino
Avviso ai Partecipanti di “Investment Solutions by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 05 2017”, “Investment Solutions by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 06 2017”,
“Investment Solutions by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 07 2017”, “Investment Solutions by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 09 2017” e “Investment Solutions
by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 12 2017”, cinque comparti di “Investment Solutions by Epsilon”, un fondo comune d’investimento disciplinato dalla legge del
Lussemburgo
E
Avviso ai Partecipanti di “Investment Solutions by Epsilon – Cedola x 4 Indexed – 05/2012”, “Investment Solutions by Epsilon – Cedola x 4 Indexed– 07/2012”,
“Investment Solutions by Epsilon – Cedola x 4 Indexed – 09/2012” e “Investment Solutions by Epsilon – Cedola x 4 Indexed – 10/2012”, quattro comparti di
“Investment Solutions by Epsilon”, un fondo comune d’investimento disciplinato dalla legge del Lussemburgo
improprie barriere all’ingresso o
che si blocchino - ab origine e senza
un vero peso di vantaggi e svantaggi - quei movimenti che potrebbero generare campioni nazionali in
grado di affrontare queste sfide.
Nel paniere della Gasparri rientrano le voci: Servizi di media audiovisivi e radio anche sul web,
editoria quotidiana e periodica (e
agenzie di stampa) anche sul web;
editoria annuaristica e altra editoria elettronica anche sul web; pubblicità online; cinema; pubblicità
esterna; iniziative di comunicazione di prodotti e servizi; sponsoriz-
NUOVI SCENARI
La partita tra Mediaset e
Vivendi rischia di oscurare i
temi chiave dal punto di vista
industriale, a partire dalla
convergenza tra telco e tv
zazioni. L’ultimo aggiornamento
di Agcom - l’Authority è tenuta a
valorizzare il Sic ogni anno - è di 17,1
miliardi nel 2014, peraltro in calo.
Nei prossimi giorni si conoscerà il
dato 2015, da cui non si aspettano
grandinovitàechecomunquerappresenta già una fotografia vecchia. Nel 2012 il Sic è stato rimpolpato con la pubblicità online e
quindi con i dati di Google e Facebook, per ora forniti, ma senza essere resi pubblici in forma disaggregata. Nel 2003 Ciampi ritenne
troppo alto il limite del 20% in un
paniere composito. Oggi quel panierecipuòappariretroppoampio
ed eterogeneo se visto in chiave
“tutela del pluralismo”, ma anche
un po’ minimal se lo si vuole consi-
derare come una fotografia del
mercato nell’era di Internet e della
convergenza. Nel complesso gli
Over The top in che misura sono
dentro e quanto restano fuori al Sic
con la loro attività?
Estendere i limiti previsti dal
quadro normativo italiano attuale
anche ai nuovi player e alle nuove
modalità di comunicazione è senz’altro una possibile strada. Se
questo si facesse ampliando il Sic,
la diluizione della quota di Mediaset, qualora il suo peso scendesse
sotto il 10%, renderebbe il gruppo
di Cologno in teoria scalabile da
Vivendi-Telecom (sempre partendo dall’assunto che Vivendi
controlli Telecom o abbia influenza dominante) in base al quadro
normativo dell’attuale Testo unico. Ma la partita tra Mediaset e Vivendi-chehaoraunasuaspecificità e non può che seguire un iter a sé
- rischia di oscurare i temi chiave
dal punto di vista industriale.
Innanzitutto il tema della convergenza telco-tv. Uno degli
aspetti del mercato italiano della
pay tv è l’assenza di un’integrazione strutturale fra le offerte di tv a
pagamento e le offerte di telecomunicazione (voce, fissa e mobile,
connessione Internet).
Dopo l’esperienza pionieristica
di Fastweb (chiusasi nel 2012, con
poco meno di 200mila abbonati)
tale integrazione è stata praticata
solo a livello di iniziative di comarketing e cioè di collaborazione
commerciale fra gli operatori. Solo
ora con Timvision, che rappresenta un’esperienza consolidata, partita peraltro anche nella produzione di contenuti, qualcosa si sta
muovendo. Sul versante dell’offerta c’è da tenere presente anche il
A seguito della richiesta, in data 29 dicembre 2016, di Hitachi Rail Italy Investments
S.r.l., nella sua qualità di azionista della Società con una partecipazione del
50,772% del capitale sociale, ai sensi dell’art. 126-bis del D.lgs. n. 58 del 24
Febbraio 1998 (TUF), l’ordine del giorno dell’Assemblea Ordinaria degli azionisti, già
convocata per il giorno 19 gennaio 2017, alle ore 11:00, in Genova, presso la sede
della “FONDAZIONE ANSALDO – GRUPPO FINMECCANICA”, Corso F.M. Perrone 118
(Villa Cattaneo dell’Olmo), come da avviso di convocazione pubblicato in data 20
dicembre 2016, è integrato come segue
E
ORDINE DEL GIORNO:
Avviso ai Partecipanti di “Eurizon Focus Capitale Protetto – Protezione 06-2016” e “Eurizon Focus Capitale Protetto – Protezione 09-2016”, due comparti di “Eurizon Focus
Capitale Protetto”, un fondo comune d’investimento disciplinato dalla legge del Lussemburgo
1. Dimissioni della società di revisione KPMG S.p.A. e conferimento del nuovo
incarico di revisione legale; e
2. Azione di responsabilità ex articolo 2393 del codice civile nei confronti
dell’amministratore Dott. Giuseppe Bivona. Delibere inerenti e/o
conseguenti.
*****
Per informazioni sul capitale sociale, sulla legittimazione all’intervento ed alla
rappresentanza in Assemblea nonché sul diritto di porre domande prima
dell’Assemblea, si rinvia al testo integrale del presente avviso di convocazione
pubblicato sul sito internet della Società www.ansaldo-sts.com, all’interno della
sezione “Assemblea 19 gennaio 2017” e presso il meccanismo di stoccaggio
http://www.emarketstorage.com.
E
Avviso ai Partecipanti di “Eurizon Opportunità – Flessibile 15”, un comparto di “Eurizon Opportunità”, un fondo comune d’investimento disciplinato dalla legge del Lussemburgo
OPERAZIONI DI FUSIONE
Si rende noto che il Consiglio di Amministrazione della società di gestione di Investment Solutions by Epsilon, Eurizon Focus Capitale Protetto e Eurizon Opportunità (i “Fondi”), Eurizon Capital S.A.
(la “Società di Gestione”), ha deliberato le operazioni di fusione per incorporazione, secondo quanto indicato nella tabella sottostante:
FUSIONE 1
FUSIONE 2
3 marzo 2017
FUSIONE 3
10 febbraio 2017
3 marzo 2017
COMPARTO INCORPORANTE
Investment Solutions by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 06 2017
Classe di Quote R: LU0593572711
Investment Solutions by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 07 2017
Classe di Quote R: LU0593573289
Investment Solutions by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 09 2017
Classe di Quote R: LU0630101037
Investment Solutions by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 12 2017
Classe di Quote R: LU0630103918
Investment Solutions by Epsilon – Cedola x 4 Indexed – 05/2012
Classe di Quote RD: LU0749964697
Investment Solutions by Epsilon – Cedola x 4 Indexed – 07/2012
Classe di Quote RD: LU0778481001
Investment Solutions by Epsilon – Cedola x 4 Indexed – 09/2012
Classe di Quote RD: LU0778481183
Investment Solutions by Epsilon – Cedola x 4 Indexed – 10/2012
Classe di Quote RD: LU0778481266
Eurizon Focus Capitale Protetto – Protezione 06-2016
Classe di Quote R: LU0477237449
Eurizon Focus Capitale Protetto – Protezione 09-2016
Classe di Quote R: LU0477237878
83%
11%
Telefonica Brasil
Mediaset Premium
Vivo
L’incrocio media-tlc e le leggi da riscrivere in Italia
INTEGRAZIONE ORDINE DEL GIORNO DELL’ASSEMBLEA
DEL 19 GENNAIO 2017
Classe di Quote R: LU0593572554
Movistar
Scenari. L’era del web e della convergenza ha modificato il mercato dei media in tutto il mondo ma le normative sono rimaste le stesse
8, avenue de la Liberté
L-1930 Luxembourg
COMPARTI INCORPORATI
TELEFONICA
15%
A Hitachi Group Company
Investment Solutions by Epsilon – Soluzione Attiva Protetta 05 2017
Digital
25,13%
Ubisoft
Sec and Partners
DATA DELLA FUSIONE
100%
Tim Brasil
Classe di Quote R:
LU1209236766
Eurizon Opportunità –
Flessibile 15
Le operazioni di fusione saranno effettuate mediante incorporazione dei Comparti Incorporati nel Comparto Incorporante, nel quale verranno trasferite tutte le attività e passività dei
Comparti Incorporati.
Le fusioni acquisiranno efficacia tra i Comparti e nei confronti delle rispettive terze parti con decorrenza 10 febbraio 2017 per quanto riguarda la Fusione 1 e con decorrenza 3 marzo 2017 per
quanto riguarda la Fusione 2 e la Fusione 3 (individualmente la “Data della Fusione” e collettivamente le “Date delle Fusioni”) come deliberato dal Consiglio di Amministrazione della Società
di Gestione, ai sensi dell’articolo 5.7 dei regolamenti di gestione di Investment Solutions by Epsilon, Eurizon Focus Capitale Protetto ed Eurizon Opportunità.
Le motivazioni delle operazioni di fusione, l’impatto delle stesse sui Partecipanti ai Comparti ed i loro diritti in relazione a tali operazioni, unitamente agli aspetti procedurali, sono illustrati nel
dettaglio negli appositi Documenti di Informazione inviati dalla Società di Gestione a ciascun Partecipante ai Comparti Incorporati ed al Comparto Incorporante nonché nell’avviso pubblicato
per esteso sul sito web della Società di Gestione www.eurizoncapital.lu e su www.fundinfo.com.
Le fusioni saranno esenti da costi e spese per i Partecipanti ai Comparti dal momento che le relative spese legali, di consulenza o amministrative saranno a carico della Società di Gestione.
Le operazioni di fusione non avranno alcun impatto per i Partecipanti al Comparto Incorporante in termini di diluizione dei rendimenti, in considerazione della compatibilità del portafoglio di
tale Comparto con il portafoglio dei Comparti Incorporati.
A decorrere dalla Data della Fusione, i Partecipanti dei Comparti Incorporati diventeranno partecipanti del Comparto Incorporante.
Le fusioni saranno vincolanti per tutti i Partecipanti dei Comparti Incorporati che non abbiano esercitato il proprio diritto a richiedere il rimborso o la conversione delle quote,
senza spese aggiuntive, durante il periodo decorrente dal 5 gennaio 2017 al 3 febbraio 2017 (Fusione 1) e dal 26 gennaio 2017 al 24 febbraio 2017 (Fusione 2 e Fusione 3).
Le sottoscrizioni, i rimborsi e le conversioni relative ai Comparti Incorporati saranno sospese dal 4 febbraio 2017 al 9 febbraio 2017 (Fusione 1) e dal 25 febbraio 2017 al 2 marzo 2017
(Fusione 2 e Fusione 3) (il “Periodo di Sospensione”). Gli ordini ricevuti durante questo lasso temporale saranno rifiutati o processati dopo la Data delle Fusione.
I Partecipanti che non intendano aderire alle operazioni di fusione hanno il diritto di richiedere il rimborso di tutte o parte delle loro quote senza applicazione di spese fino alle ore 16.00 (orario lussemburghese)
del 3 febbraio 2017 (Fusione 1) e del 24 febbraio 2017 (Fusione 2 e Fusione 3).
L’ultima copia del prospetto e del documento contenente le informazioni chiave per gli investitori relativi al Comparto Incorporante saranno disponibili, senza spese, sul sito web della Società
di Gestione www.eurizoncapital.lu.
La documentazione relativa all’Assemblea, ivi compresa la relazione illustrativa del
Consiglio di Amministrazione e la proposta deliberativa sulla materia posta al
primo punto all’ordine del giorno, nonché la Relazione del socio Hitachi Rail Italy
Investments S.r.l. relativa al secondo punto all’ordine del giorno sono messe a
disposizione del pubblico nei termini e con le modalità previsti dalla normativa
vigente, con facoltà degli Azionisti e di coloro ai quali spetta il diritto di voto di
ottenerne copia. Tale documentazione sarà disponibile presso la sede legale
della Società, Via Paolo Mantovani 3-5, 16151 Genova (nei giorni feriali dal
lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00),
nonché sul sito internet della Società all’indirizzo www.ansaldo-sts.com,
all’interno della Sezione “Assemblea 19 gennaio 2017” e presso il meccanismo
di stoccaggio http://www.emarketstorage.com.
Genova, 4 gennaio 2017
debutto di Vodafone Tv.
Nel frattempo su molti mercati
questa integrazione è divenuta
strutturale ed è andata rafforzandosi. In Usa, Uk e Spagna il 100%
degli abbonati a servizi di pay tv sono abbonati di operatori che praticano il cosiddetto triple-play o
quad-play (offerte integrate). Negli Stati Uniti il processo di integrazione fra mercato della pay tv e
mercato delle Tlc ha ora avuto il
suo acme con il takeover di AT&T
su Time Warner. In Gran Bretagna
l’ingresso di BT nella pay tv è stato
la naturale risposta all’ingresso di
Sky nel mercato delle Tlc. In Spagna, dopo l’acquisizione da parte di
Telefonica di Digital+ e l’acquisizione di Ono da parte di Vodafone,
l’interomercatodellapaytvèorain
mano a operatori di telecomunicazione. Il processo è avanzato anche
in Francia e Germania.
Prima o poi, in un modo nell’altro anche la realtà italiana si dovrà
adeguare. Non c’è modo migliore
per le telco di competere sul mercato della banda larga se non con i
servizivideotelevisivi,integratialle stesse offerte di voce e connessione. L’integrazione impatta positivamente sul business: incrementa i ricavi medi per utente
(l’Arpu), riduce i costi di acquisizione degli utenti e soprattutto riduce il tasso di disdetta degli abbonamenti. La customer base risulta
più stabile perché fruisce di servizi
integrati a valore aggiunto.
La base normativa attuale quella che ha impedito e impedisce un’osmosi Mediaset-Telecom
- è dunque al passo? Qualche dubbio c’è anche fra gli esperti. Ernesto Apa, dello studio Portolano
Cavallo, definisce il Sic «privo di
senso». Il suo ragionamento fa leva sul fatto che la legge Gasparri
«ha previsto un sistema di limiti
che è pletorico, quanto inadeguato: alla sovrabbondanza dei divieti
non corrisponde un’efficace tutela del pluralismo».
Altra questione: quella dei contenuti. La globalizzazione dell’industria culturale negli ultimi anni
ha avuto una trasformazione importante. Fino a qualche tempo fa
erano i contenuti a circolare. E
quei film o serie tv made in Usa negli anni ’80 servivano ad alimentare le piattaforme (le tv banalmente) nazionali con prodotti internazionali. Oggi a viaggiare sono le
stesse piattaforme. Quindi quei
prodotti internazionali ora fanno
la fortuna di colossi che li tengono
in casa, come fa Netflix. A questo
punto si capisce bene come la capacità degli operatori nazionali di
produrre e gestire piattaforme distributive forti sia essenziale. Se
questa capacità si indebolisce potremmo avere un mercato audiovisivo culturalmente dominato da
operatori internazionali.
Il quadro di regole oggi a disposizione in Italia mette al riparo da
questa prospettiva? La risposta è
fondamentale: c’è il rischio di minare alla base la possibilità di reazione del sistema impedendo la
creazione di campioni nazionali in
grado di competere nel mondo.
Sarebbe paradossale se questo avvenisse sull’altare del rispetto di
norme che solo in apparenza tutelano il pluralismo, ma in realtà, se
mal congegnate, non servono al
pluralismostessorischiandoinvece di danneggiare lo sviluppo della
nostra industria.
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MINISTERO DELL’INTERNO
PREFETTURA U.T.G. DI CALTANISSETTA
Viale Regina Margherita n. 30 - 93100 Caltanissetta
Punti di contatto: tel. +39093479111 - pec [email protected]
e-mail [email protected]
PROCEDURA DI GARA APERTA PER LA STIPULA DI UN ACCORDO QUADRO CON PIÙ OPERATORI ECONOMICI AI QUALI AFFIDARE
IL SERVIZIO DI ACCOGLIENZA NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA DEI CITTADINI STRANIERI RICHIEDENTI PROTEZIONE INTERNAZIONALE - ANNO 2017 (Servizi di cui all’allegato IX del D. Lgs. n. 50/2016 - Appalti nei servizi sociali)
Sezione I - AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE. Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Caltanissetta - Viale
Regina Margherita n. 30 - 93100 Caltanissetta. Codice NUTS ITG15. Tel. +39093479111; fax +39093479366; pec: [email protected]; e-mail: [email protected]; Indirizzo internet
Prefettura - U.T.G. di Caltanissetta: http://www.prefettura.it/caltanissetta
SEZIONE II - OGGETTO DELL’APPALTO. Procedura di gara aperta per la stipula di un accordo quadro con più operatori economici ai quali affidare il servizio di accoglienza nella provincia di Caltanissetta dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale - anno 2017; Durata dell’appalto dal 30/03/2017 al 31/12/2017; Importo
dell’appalto € 4.556.650,00 oltre I.V.A. CIG [691683/D7F]
SEZIONE III - INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO, FINANZIARIO E TECNICO. Si rinvia all’ Avviso di gara.
SEZIONE IV - PROCEDURA. Procedura aperta. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa.
Termine ricezione offerta: 01/02/2017 ore 13:00. Offerta vincolante per 180 giorni.
SEZIONE VI - ALTRE INFORMAZIONI. L’Avviso integrale di gara, completo della relativa documentazione, è disponibile sul sito internet della Prefettura U.T.G. di Caltanissetta: http://www.prefettura.it/caltanissetta - Amministrazione Trasparente - Sezione Bandi di gara.
Data di trasmissione all’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea: 20/12/2016.
IL PREFETTO F.to Cucinotta
COMUNE DI BERGAMO
AREA SERVIZI GENERALI E SICUREZZA
DIREZIONE CONTRATTI, APPALTI, PATRIMONIO E ACQUISTI MERCATO ELETTRONICO
ESTRATTO DI GARA
Il Comune di Bergamo, Piazza Matteotti n. 27, tel. 035/399111 - telefax 035/399031 indice
una procedura aperta per l’affidamento, tramite co-progettazione, della gestione
associata dei servizi per la domiciliarità dell’Ambito 1 – Bergamo per il periodo dal 01
aprile 2017 al 31 dicembre 2019, pari ad € 5.728.000,00 per il giorno 2 febbraio 2017 alle
ore 9,15.
L’aggiudicazione avverrà ai sensi dell’art. 95 comma 3 del D.Lgs. 50/2016 ossia con il
criterio dell’offerta economicamente vantaggiosa.
Tutte le modalità di partecipazione alla procedura sono contenute nel disciplinare e nel
bando di gara in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Economica
Europea (inviato in data 21 dicembre 2016), sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana e all’Albo Pretorio del Comune e scaricabile dal sito internet del comune di
Bergamo: www.comune.bergamo.it link:gare e appalti – servizi.
Detto bando unitamente al disciplinare e all’altra documentazione di gara possono
essere ritirati presso la locale Direzione Contratti, Appalti, Patrimonio e Acquisti Mercato
Elettronico (piazza Matteotti n. 3) dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 12,00 ovvero
consultati e scaricati dal sito internet del Comune di Bergamo di cui sopra.
L’offerta, completa della documentazione richiesta, dovrà essere presentata al Servizio
Gestione Documentale – Protocollo e Archivio del Comune di Bergamo – Piazza Matteotti
n. 27, entro le ore 12,00 del giorno 31 gennaio 2017 a pena di esclusione.
IL DIRIGENTE Dott.ssa Erminia Renata Carbone
Per il Consiglio di Amministrazione
Il Presidente
(Alistair Dormer)
ANSALDO STS S.p.A. - Sede Legale in Genova, Via Paolo Mantovani 3-5
Capitale Sociale Euro 100.000.000,00 interamente sottoscritto e versato
Numero di iscrizione nel Registro delle Imprese di Genova e CF 01371160662
Soggetta all’attività di direzione e coordinamento da parte di Hitachi Ltd.
SISTEMI TERRITORIALI S.p.A.
AVVISO APPALTO AGGIUDICATO
SETTORI SPECIALI - CODICE CIG 6586062E48
Sez. I: I.1) Denominazione, Indirizzi e punti di contatto: SISTEMI TERRITORIALI S.p.A
- P.zza Zanellato, 5 - 35131 Padova - tel. + 39 49774999 - fax + 39 49774399 - Sig.ra
Sorgato Marina – [email protected] - www.sistemiterritorialispa.it;
Sez. II: II.1.1) Affidamento triennale del servizio di pulizia del materiale rotabile in
dotazione all’Esercizio Ferroviario di Piove di Sacco (PD); II.1.5) CPV 90917000-8; Sez.
IV: IV.1.1) Procedura aperta; IV.2.1) Offerta economicamente più vantaggiosa; Sez. V: V.1)
Aggiudicazione dell’appalto n. 2/2016; V.1.1) Data di aggiudicazione: 21/12/2016; V.1.2)
Offerte ricevute: 5; V.1.3) Aggiudicataria: Sanitecnica S.r.l. - Via Cussignacco, 78/4 33040
Pradamano UD; V.1.4) Valore dell’appalto: l’importo complessivo triennale è pari ad
€ 563.839,44 di cui € 8.954,64 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso + I.V.A. Per
l’eventuale proroga l’importo previsto è pari ad € 187.946,48 di cui € 2.984,88 per oneri
della sicurezza non soggetti a ribasso + I.V.A.; al netto del ribasso del 26,660%; V.I.5)
Subappalto: si; Sez. VI: VI.3.1) Organismo responsabile delle procedure di ricorso: Tribunale
Amministrativo Regionale per il Veneto, Cannaregio 2277, 30121 Venezia, Italia, Tel.
0412403911, Fax: 0412403940/941, Posta elettronica: seggen.ve@giustizia_amministrativa.
it, Indirizzo internet (URL): www.giustizia.amministrativa.it VI.3.2) Presentazione di
ricorso: entro 30 giorni dal provvedimento al T.A.R. per il Veneto.
Padova 21/12/2016 Prot.24053
SISTEMI TERRITORIALI S.P.A.
IL DIRETTORE GENERALE (Dott. Gian Michele Gambato)
ITALMERCATI - RETE D'IMPRESE
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE - FORNITURE
CUP: B99D16004440005 – CIG LOTTO1: 678074609E, CIG
LOTTO2: 6780752590, CIG LOTTO3: 6780755809
Questa Società informa che in data 28.11.2016, è stata aggiudicata la procedura aperta per l’affidamento della fornitura di
Energia Elettrica per le società: Centro Agroalimentare Napoli
C.A.A.N. ScpA, Centro Agroalimentare Roma C.A.R. ScpA,
Centro Alimentare Polivalente di Firenze Mercafir ScpA, Società per l'impianto e l'esercizio dei Mercati Annonari all'ingrosso di Milano SO.GE.M.I. SpA, Veronamercato SpA:
LOTTO 1: Appalto della fornitura di Energia Elettrica — Centro
Agroalimentare Napoli C.A.A.N. ScpA: Asta Deserta. LOTTO
2: Appalto della fornitura di Energia Elettrica — Centro Agroalimentare Roma C.A.R. ScpA + Centro Alimentare Polivalente
di Firenze Mercafir ScpA, alla EGEA Commerciale Srl, Corso
Nino Bixio, 8, 12051 Alba (CN), Codice Fiscale e Partita I.V.A.
02439760162 per un importo di Euro 1.525.469,26 oltre IVA.
LOTTO 3: Appalto della fornitura di Energia Elettrica — Società
per l'impianto e l'esercizio dei Mercati Annonari all'ingrosso di
Milano SO.GE.M.I. SpA + Veronamercato SpA, alla EGEA
Commerciale Srl, Corso Nino Bixio, 8, 12051 Alba (CN), Codice
Fiscale e Partita I.V.A. 02439760162 per un importo di Euro
177.519,11 oltre IVA. Offerte ricevute: lotti 1: 2; lotto 2: 4; lotto
3: 4; bando trasmesso alla G.U.C.E. in data 12/08/2016.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO MASSIMO CALDARI
U.O. ACQUISTI
CENTRALIZZATI - SSR
ESTRATTO DEL BANDO DI GARA
La Regione Veneto – Giunta Regionale – U.O.
Acquisti Centralizzati – SSR, indice gara d’appalto a mezzo procedura aperta per il servizio
di fornitura di plasma per uso clinico di grado
farmaceutico inattivato con metodo solvente/
detergente per i Dipartimenti Interaziendali
di Medicina Trasfusionale della Regione del
Veneto (DIMT). CIG. 6919044FB8. Tutta la documentazione di gara (disciplinare di gara e allegati) è disponibile sul sito internet dell’U.O.
Acquisti Centralizzati - SSR, raggiungibile mediante il link http://www.regione.veneto.it/
acquisticentralizzati. Le spese per la pubblicazione a termini di legge saranno rimborsate alla Stazione Appaltante dalle ditte
aggiudicatarie.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Nicola De Conti
Finanza & Mercati 19
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Banche. Assemblea degli azionisti il 12 gennaio, poi il roadshow internazionale e l’operazione sul capitale da 13 miliardi a metà febbraio
PARTERRE
ppp
Intel scommette sulle mappe
di Audi, Bmw e Mercedes
I
l colosso dei chip Intel è pronto a entrare con il 15% nel capitale del consorzio Here mapping di proprietà di Bmw, Audi e Daimler per ampliare la sua presenza nel mercato dell’elettronica per automotive. Here,
joint venture partecipata dalle Case tedesche, sta cercando di creare un
sistema di mappe per auto ad alta definizione aggiornato in real time.
L’investimento da parte del più grande produttore mondiale di microchip dovrà essere approvato dall’Antitrust tedesco prima di poter essere
effettuato. I termini dell’operazione non sono stati resi noti. Quello che si
sa è che i tre produttori tedeschi di autonel 2015 hanno acquisito Here da
Nokia - fiore all’occhiello della società finlandese - sborsando la cifra
monstre di 2,8 miliardi di euro attirati dalla tecnologia per connettere le
autochepotrebbeessereeventualmenteutilizzatacomebaseperiveicoli
a guida assistita. Here fornisce i dati e le mappe all’80% della automobili
circolantiinEuropaeNordAmerica.L’investimentodiIntelseguequello
annunciato la scorsa settimana dal fondo sovrano di Singapore Gic e da
due produttori cinesi di mappe - NavInfo e Tencent Holdings - per acquistare il 10% della stessa Here. La battaglia per le mappe. (Ri.Ba.)
ppp
Moody’s assegna i rating
e Banco Bpm continua a correre
L
a nuova Banco Bpm continua a correre a Piazza Affari (+7,2%
ieri). E una spinta ai rialzi è arriva da Moody’s, che a seguito
della fusione tra Banco Popolare e Bpm, efficace dal 1° gennaio, ha
assegnato i rating alla nuova entità bancaria Banco Bpm. I rating
di lungo e breve termine sui depositi dell’istituto sono rispettivamente a “Ba1” e “Not Prime”, il rating di lungo termine sul debito
senior a “Ba2” e il rating Baseline Credit Assessment a “b1”. L’outlook sul rating di lungo termine sui depositi è Stabile, mentre
quello sul debito senior è Negativo. Il 20 ottobre scorso Moody’s
aveva già effettuato un upgrade sulle valutazioni di Banco Popolare e Bpm standalone; a seguito della nascita di Banco Bpm, tale
giudizio è stato confermato, anche in relazione al miglioramento
del profilo di credito del nuovo Gruppo bancario. (R.Fi.)
ppp
Twitter, la riorganizzazione
ora tocca la Cina
P
rosegue la riorganizzazione interna di Twitter - che cerca di
dare nuova linfa a introiti e numero di utenti - e cade un’altra
testa ai vertici del social network. Dopo soli otto mesi alla guida
delle attività cinesi, Kathy Chen lascerà l’incarico (pur mantenendo aperto l’ufficio du Hong Kong), come ha annunciato lei stessa
sul sito di microblogging. Vari top manager hanno lasciato la società sulla scia dei licenziamenti annunciati a ottobre (-9% della
forza lavoro, circa 350 posizioni), delle perdite, del rallentamento
della crescita del fatturato e dei costanti problemi di redditività.
Da ricordare che il social network è bloccato in Cina dal 2009, ma
Chen era stata scelta per contribuire a coltivare i rapporti con gli
inserzionisti pubblicitari cinesi. La sua nomina aveva scatenato
non poche critiche, visti i legami con l’esercito cinese. (R.Fi.)
Credito. La liquidazione era a 3,807 euro
Bper, nessuna richiesta
di recesso per la Spa
pBper Banca esce dal processo
di trasformazione da popolare in
società per azioni senza che alcun
socio abbia esercitato il diritto di
recesso. La notizia, comunicata
ieri dalla banca, è in fondo conseguenza (naturale) della valutazione del prezzo di recesso fissato
dall’istituto stesso: la banca modenese ha posto l’asticella del valore di liquidazione delle azioni
oggetto di recesso in 3,807 euro, a
fronte di un titolo che vale 5,42 euro. Fisiologico che a questi livelli
nessuno degli azionisti avesse
convenienza a uscire dal capitale.
L’assenza di richieste di rimborso
evita peraltro a Bper di rimanere
impantanata nelle secche generate dalla valutazione di legittimità costituzionale delle norme di
Bankitalia che limitano la possibilità di recesso.
Nelle scorse settimane Bper ha
comunicato al mercato gli esiti degli esami Srep, che hanno messo in
luce un livello di Cet 1 ratio ppari al
14,47%, significativamente al di sopra del minimo fissato al 7,25%.
Ilcuscinettodicapitalepotrebbe
essere utilizzato per operazioni
straordinarie, che vanno da operazioni diconsolidamento (nel radar
c’è sempre il Creval) a possibili aumenti delle coperture su crediti.
Vasegnalatointantochel’assetto
azionario della banca ha registrato
neigiorniscorsiilrafforzamentonel
capitale del gruppo Unipol (Finsoe), che ha aumentato la propria
partecipazione acquistando il 5,01%
del capitale. UnipolSai, che precedentemente deteneva meno del 2%
di Bper, è prima salita al 3,802% con
un’operazione effettuata in data 12
dicembre 2016 e poi ha raggiunto il
5,01% con un’operazione del 16 dicembre 2016.
UnipolSai ha un’alleanza industriale con Bper in Arca Vita e nei
mesi scorsi erano trapelate indiscrezioni riguardo alla volontà
del gruppo guidato da Carlo Cimbri di puntare a rafforzare l'intesa
con una partecipazione azionaria. Il gruppo Unipol, con questa
partecipazione, è diventato il primosociodiBper,primadiDimensional Fund che detiene il 4,12%
del capitale, e di Vanguard, 2,54%.
R. Fi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Risparmio. Rimborsato al 100% del valore nominale
Pop Vicenza e il bond
subordinato convertibile
pLa Banca Popolare di Vicen-
za ha già provveduto al rimborso del «Prestito Obbligazionario Banca Popolare di Vicenza
31.12.2009/31.12.2016 15.a emissione Subordinato Convertibile» con scadenza al 31 dicembre
2016
(codice
ISIN
IT0004548258), al 100% del valore nominale, oltre alla corresponsione della rispettiva cedola, così come previsto dal relativo documento di offerta, visionabile sul sito internet della
Banca (www.popolarevicenza.it). Non corrisponde, dunque, al vero che «il rimborso
economico dovrebbe oscillare
tra l’85% e il 93%», come scritto
dal Sole 24 Ore ieri. La BpVi precisa inoltre che ai clienti possessori del prestito obbligazionario in questione è stato recapitato esclusivamente un avviso di
scadenza titoli con l’invito di recarsi in filiale per ricevere tutte
le informazioni utili del caso,
potendo altresì scegliere eventuali forme d’investimento. In
mancanza di istruzioni da parte
del cliente la banca ha provveduto al rimborso del titolo.
K.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
UniCredit, grandi soci pronti all’aumento
Del Vecchio sottoscriverà pro-quota, Caltagirone valuta - Le scelte delle Fondazioni
Marco Ferrando
pIl 12 gennaio l'assemblea, un
mese dopo l'avvio dell'aumento
di capitale da 13 miliardi. In mezzo, un road show che porterà il
ceo Jean Pierre Mustier in tutte
le piazze di rito – Londra, gli Usa,
Singapore – ma non lo vedrà trascurare l’Europa e soprattutto
l’Italia: la taglia dell’operazione
è da grandi istituzionali, ma il
ceo di UniCredit auspica che
anche i soci storici facciano la
loro parte. Nonostante uno
sforzo pesantissimo, non è
escluso che accada. Anche perché l’operazione sarà iperdiluitiva, dunque l’alternativa è vedersi marginalizzati e vanificare buona parte degli ingenti
sforzi del passato.
Formalmente tutti aspettano
di sapere prezzi e condizioni
della manovra, ma gli azionisti Fondazioni in testa - hanno già
approfondito quanto basta il
dossier per definire una linea
d'azione: CariVerona ha fatto il
punto in cda il 16 dicembre, cercherà di seguire pro-quota, salvo tornare a battere sul tasto
della governance, Torino – dove se ne è parlato il 19 - anche.
Per i due enti il vincolo principale è rappresentato dal protocollo Acri-Mef, che non solo
impedisce di superare il 33%
del patrimonio con una sola
partecipazione, ma limita l’utilizzo di derivati e delle classiche attività di trading di copertura; i paletti non riguardano le
fondazioni emiliane, visto che
la quota è in capo a una holding,
Carimonte: la società potrebbe
– per scelta strategica - non sottoscrivere integralmente i 250
milioni necessari a difendere il
proprio pacchetto vicino al 2%,
ma non dovrebbe stare lontana.
E tra i soci privati, dove spiccano Del Vecchio e Caltagirone,
soprattutto il primo avrebbe
già maturato l'intenzione di tenere le posizioni, su una quota
che in passato aveva toccato il 3
per cento. E sulla stessa lunghezza d’onda sarebbe Aabar:
nel 2015, secondo quanto rivelato da Radiocor la settimana
scorsa, il veicolo del fondo sovrano di Abu Dhabi è tornato
all’utile (111 milioni) dopo anni
di pesanti perdite, e anche grazie al mezzo miliardo di plusva-
lenza su opzioni Daimler, un
nuovo investimento di 650 milioni su UniCredit potrebbe essere preso in considerazione,
un po’ perché si crede nel piano
di Mustier e un po' per difendere il valore di una partecipazione pur protetta da un collar.
Ma l’aumento sarà un’occasione importante anche per
sondare l’interesse dei soci di
area tedesca: non a caso il manager francese subito dopo l'assemblea ha in agenda alcuni incontri in Germania e Austria.
Per il resto, si guarderà ai fondi.
Il primo azionista da settembre
è uno di loro: Capital Research,
a un passo dal 7%, ha fatto il suo
ingresso dopo l'approdo (e con
la sponda) di Mustier quando
l'aumento era già nell'aria, dun-
ALL’ESTERO
Sarà un’occasione
importante anche
per sondare l’interesse
dei soci di area tedesca.
Incontri anche in Austria
que è probabile che segua. Ma in
generale tra gli istituzionali nelle ultime settimane c'è stato
movimento (nell'ultimo mese il
titolo è balzato di oltre il 40%),
che in banca e nel nutrito consorzio di (pre)garanzia sull'aumento viene letto come un posizionamento proprio in vista
dell'operazione da 13 miliardi,
con diritto d'opzione; oltre a
Capital Research, la banca dati
di Bloomberg segnalava, al 30
dicembre, altri cinque fondi oltre l'1%: BlackRock (4,82%), Dodge & Cox (3,44), Franklin
(2,65%), Vanguard (2,07%) e
Norges Bank (1,67%).
Nel roadshow Mustier tornerà a presentare il modello di
“banca commerciale paneuropea” lanciato a Londra il 13 dicembre. Il manager francese ha
in testa il modello Bnp, pur riveduto e corretto viste le radici italiane e una presenza molto più
capillare nell'Est Europa: una
rete da mettere anzitutto a disposizione delle imprese, valorizzando il cross selling e i servizi di capital markets, ma alleggerendo la rete delle filiali retail e
le strutture centrali, dove i costi
saranno dimezzati. Un disegno
in cui l'Italia, per lo meno dal
punto di vista commerciale, è
destinata a rimanere centrale: al
riguardo, UniCredit starebbe
studiando il varo di una “social
bank” domestica, pensata per le
piccolissime imprese e le categorie più deboli che più faticano
ad avere accesso al credito bancario; in quest'ottica, un contributo rilevante potrebbe arrivare dal micro-credito, che sul
mercato transalpino vanta una
lunga tradizione, e da altre practice sperimentate personalmente da Mustier a Londra.
Dopo aver raccontato il progetto, si passerà all’aumento.
Calendario alla mano, una data
possibile per l’avvio dell'aumento è lunedì 13 febbraio, giusto in tempo per integrare nel
prospetto i dati preliminari del
bilancio 2016 che saranno esaminati in cda giovedì 9. Chiusa
l'operazione, si avrà la mappa
aggiornata dell'azionariato di
Piazza Gae Aulenti: in continuità con quanto accaduto negli ultimi anni, l’operazione – il più
grande aumento mai visto da
parte di una quotata italiana – è
destinata ad accrescere ulteriormente il peso degli istituzionali. Si saprà in marzo, un mese
prima dell’assemblea che il 20
aprile approverà il bilancio. Il
rinnovo del consiglio, invece, è
previsto per il 2018. Alcuni azionisti, veronesi in testa, sperano
però che – essendocene il tempo
– possano essere valutati alcuni
rimescolamenti già in aprile, in
modo da assicurare una più ampia rappresentanza agli istituzionali. Accadrà? In teoria è possibile, ma non probabile: per fare posto a qualche nuovo consigliere occorre che qualcuno tra
gli attuali si dimetta. E poi, c’è chi
ritiene più ordinato un ricambio
significativo con la fine della legislatura, un anno dopo, quando
si raccoglierà il lavoro svolto
dalla commissione governance
presieduta da Luca Cordero di
Montezemolo: il cda sarà asciugato a 15 componenti e vedrà un
solo vice. Una dieta che inevitabilmente porterà a rivedere pesi
e misure dentro al board.

@marcoferrando77
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BLOOMBERG
Alla guida. L’Ad Jean Pierre Mustier al lavoro per il rilancio del gruppo
Fondazioni, grandi soci privati e fondi nella compagine
Quote in percentuale
Fondazione
CariVerona
2,73%
Fondazioni
emiliane
2,0%
Fondazione
Crt
2,5%
Del Vecchio
Dodge&Cox
Caltagirone
Franklin
2,5 - 3,0%
3,44%
1,0%
2,65%
Aabar
Vanguard
5,0%
2,07%
BlackRock
4,82%
Capital
Research
7,0%
Norges
Bank
1,67%
Credito. Alla Camera la maggioranza può contare su numeri abbondanti mentre a Palazzo Madama non c’è maggioranza - Servono accordi politici con le opposizioni
L’intervento pubblico in Mps al test del voto in Senato
Barbara Fiammeri
Marco Mobili
ROMA
pCamera sì, Camera no. Al-
la fine il decreto legge ribattezzato “salvarisparmio” o
“decreto Montepaschi”, dopo
essere stato ufficialmente presentato dal Governo a Montecitorio _ in una seduta lampo
pomeridiana del 28 dicembre
scorso _ due giorni dopo è stato dirottato a Palazzo Madama. Una decisione sorprendente visto che a Montecitorio
il Governo può contare su una
robusta maggioranza. Al Senato, al contrario, il Governo
rischia non solo in Aula ma anche in commissione, dove il divario tra maggioranza e opposizione è ridottissimo e reso
ancora più incerto dalla pattuglia della minoranza Pd, che
anche sulle banche è intenzionata a farsi sentire.
Ecco perchè la scelta di incardinare a Palazzo Madama il
provvedimento d’urgenza più
delicato varato finora dal Governo Gentiloni lascia aperto
più di un interrogativo. Fonti
interne all’esecutivo minimizzano. La decisione di incardinare inizialmente il decreto a
Montecitorio anziché al Senato sarebbe legata esclusivamente al fatto che alla Camera,
contrariamente a quanto previsto al Senato, non è necessaria la presenza del numero legale. In altre parole, visto che
molti senatori avevano già fatto le valige per le vacanze natalizie, presentarsi direttamente
a Palazzo Madama avrebbe
rappresentato un rischio e
dunque si è preferito incardinare il provvedimento alla Camera per poi trasferirlo a due
giorni di distanza al Senato.
Una spiegazione però che non
convince del tutto. Per incassa-
re il via libera a Palazzo Madama, il governo rischia infatti di
dover aprire una trattativa sia
con fronti dell'opposizione (ad
esempio con i verdiniani di Ala
che non hanno votato la fiducia
a Gentiloni) che con la minoranza dem già nella fase iniziale
del confronto parlamentare.
Qualcuno sospetta che dietro al passaggio al Senato del
decreto banche si nasconda
una decisione politica. Renato
Brunetta, capogruppo di Fi al-
RASSICURAZIONI
La minoranza critica
nel Pd dichiara
che il sostegno al Governo
«non è minimamente
in discussione»
LA PAROLA
CHIAVE
Lcr
7La normativa per l'applicazione
degli accordi bancari di Basilea 3
prevede l'introduzione del
«liquidity coverage ratio» (indice di
copertura della liquidità o Lcr) come
regola di breve termine per far
costituire a ogni singola banca un
“cuscinetto” di liquidità idoneo a
garantire la sopravvivenza
operativa della banca per 30 giorni
in condizioni di stress significativi.
Riguarda il rapporto tra le attività
liquidabili a breve termine (in
genere cassa, riserve presso le
Banche centrali e titoli governativi)
e i flussi netti in uscita, che
dovrebbe essere superiore al 100%
strutturale della banca a un anno.
la Camera, non ci gira attorno
e, dopo aver bollato la mossa
del governo come «anomala e
irrituale», non esclude che in
realtà il vero obiettivo di questa sceltà sia «un tentativo di
forzare la propria maggioranza, o ancora peggio quella di
cercare un incidente di percorso». Quell’incidente che
potrebbe accelerare la fine anticipata della legislatura come
auspicato apertamente dall’ex premier e segretario del
Pd Matteo Renzi.
A dar man forte a questa interpretazione maliziosa sono
del resto i numeri risicati della
maggioranza tanto in Aula che
(soprattutto) nelle commissioni Finanze e Bilancio di Palazzo Madama, dove a breve
comincerà l’esame del Ddl
AS2629 in sede referente. In
particolare, nella commissione Finanze è forte la rappresentanza della minoranza critica del Pd. Cecilia Guerra, che
di quella componente fa parte,
sottolinea però che il sostegno
al Governo non è minimamente in discussione. Anzi, la senatrice dem ricorda che già a
dicembre i senatori avevano
chiesto che i nuovi decreti sulle banche iniziassero il loro
iter di conversione in legge da
Palazzo Madama. Una sorta di
risarcimento per quanto accaduto negli ultimi mesi, visto
che i precedenti provvedimenti, a partire dalla legge di
bilancio , avevano mosso i primi passi a Montecitorio lasciando al Senato il mero compito di ratificare quanto approvato alla Camera. Inoltre,
aggiunge la Guerra, l’assegnazione al Senato va letta anche
come «un richiamo alla maggioranza all’assunzione di responsabilità».
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EPA
Sotto pressione La sede centrale del Montepaschi a Siena
Salvarisparmio. Favorirà, con lo Stato garante, le due emissioni già previste
Ultimi ritocchi al decreto attuativo
pPer Mps la priorità imme-
diata è la liquidità. Il primo passaggio è quello dell’emissione
di 15 miliardi di bond con l’obiettivo di riportare nel 2017 l’istituto ai livelli di cassa di fine 2015. I
tempi non sono ancora definiti
ma, passate le festività, la banca
dovrebbe piazzare questo mese
il primo dei prestiti obbligazionari. Un secondo poi dovrebbe
essere fatto a febbraio.
Ma per far aprire il primo dei
tre ombrelli - quello della liquidità che precede la ricapitalizzazione precauzionale e la Gacs
(garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze) - previsto
dal piano del Governo per salvare Rocca Salimbeni, Mps deve aspettare il decreto attuativo
del «salva risparmio». I tecnici
del ministero dell’Economia
stanno lavorando in questi giorni alle ultime limature sul testo un decreto ministeriale - che
potrebbe essere licenziato già
entro la settimana con l’identikit dei titoli che saranno disegnati con caratteristiche specifiche e che saranno accompagnati dal sostegno pubblico e
quindi avranno un rating uguale
a quello dello Stato garante. Varato il decreto potrà quindi partire l’operazione liquidità.
Fin qui il primo scoglio. Mps è
infatti già al lavoro sul nuovo
piano industriale che sarà riscritto in paio di mesi, ossia entro marzo e con una bozza pronta entro la fine di gennaio. La
strada è stretta anche perché le
nuove linee strategiche dovranno passare attraverso le maglie
del negoziato con Bruxelles a
cui spetterà, peraltro, l’ultima
parola sull'intervento dello Stato. Solo a questo punto potrà
aprirsi l’ombrello della ricapitalizzazione precauzionale con il
Tesoro pronto a diventare, secondo lo schema, azionista della banca al 70% con un investimento nell’ordine di 6,6 miliardi. Il presupposto è che lo Stato
resti nel Monte per un tempo limitato. Ovvero lo stretto necessario per far ripartire nelle migliori condizioni la macchina
permettendo all'istituto di tornare appetibile sul mercato.
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20 Finanza & Mercati
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Le prospettive e i settori. Lo scorso anno i titoli del comparto hanno sofferto, con poche eccezioni, su tutte le piazze internazionali
Il lusso «vede» il rilancio nel 2017
Dopo la flessione del 2016 il mercato punta su una crescita anche se non a due cifre
Giulia Crivelli
pIl 2016 non è stato un anno
felice, in Borsa e non solo, per la
moda e il lusso. O almeno, fatte
alcune eccezioni, i titoli hanno
sofferto su tutte le piazze, da Milano a Hong Kong, passando per
Londra e New York. Si è salvata
Parigi, anche grazie alle performance dei due più importanti
gruppi del lusso al mondo,
Lvmh e Kering. I numeri parlano da soli: a Piazza Affari sono
andati bene Brunello Cucinelli
e Moncler (+24,14% e +27,17%),
ma hanno sofferto Luxottica,
Safilo, Damiani, Tod's e Geox.
Gli andamenti in Borsa rispecchiano in quasi tutti i casi i dati di
fatturato e redditività: nel 2016
la maggior parte dei marchi ha
dovuto fare i conti con crescite
dei consumi di beni di lusso inferiori al passato, soprattutto a
causa del rallentamento della
Cina e dell’Asia in generale, della persistente crisi della Russia e
della ripresa inferiore alle attese del mercato americano.
E per il 2017? Gli analisti sono
cautamente ottimisti, sperando in un atteggiamento più razionale dei mercati finanziari:
le perdite subite dai titoli nello
scorso anno non sono giustificate dai fondamentali, che restano migliori di quelli di molti
altri settori. Forse, come ha sottolineato Claudia D'Arpizio di
Bain&Co., autrice dell'Altagamma Worldwide Luxury
Monitor, dobbiamo tutti capire
di essere entrati in una fase di
crescite «low single digit», che
rappresentano la «nuova normalità», ben diversa dagli aumenti a due cifre di fatturati e
utili ai quali il lusso aveva abituato aziende e investitori.
Tanto, appunto, da arrivare a
considerare il «double digit»
un fatto normale.
In occasione della presentazione a Londra e poi a Milano,
all'inizio dello scorso dicem-
bre, del report The State of
Fashion 2017, realizzato da
McKinsey in collaborazione
con The Business of Fashion (si
veda anche Il Sole 24 Ore del 7
dicembre 2016), Antonio
Achille, senior partner di
McKinsey, ha ipotizzato che
nel 2017 l’industria della moda
crescerà in media del 2,5-3,5% e
che il trend riguarderà tutti i
segmenti, a esclusione del discount. Imran Amed, fondatore e amministratore delegato di
Business of Fashion, ha aggiunto che anche la redditività dovrebbe migliorare, «perché
molte aziende della moda hanno già intrapreso importanti
IL NODO
Il settore continua ad avere
fondamentali solidi
A Piazza Affari attese possibili
Ipo: fra i gruppi attivi nella
moda, 50 sono quotabili
operazioni di ristrutturazione
o di dismissione di brand non
performanti e sono ora pronte
a raccoglierne i frutti».
Attento a sottolineare i cambiamenti in atto ma cautamente
ottimista a sua volta è Roberto
Bonacina, partner EY: «Nonostante la crescita del settore dei
beni di lusso e dei prodotti a
marchio stia vivendo un momento di trasformazione sostanziale del modo di vendere e
di comunicare con i propri
clienti, il settore continua ad
avere fondamentali solidi. Basta guardare ai dati del 2016 e degli anni precedenti: prendendo
in esame un lungo periodo, dal
2008 a oggi, e raffrontando l'indice EY luxury and cosmetics
(che include un panel di 30 società di cui 23 focalizzate nel settore dei beni di lusso e 7 nel settore della cosmetica), con gli in-
dici S&P 500, Stoxx Europe 600
e Ftse Mib, continua a emergere
una sovra-performance dell'indice EY di settore rispetto a
quelli di mercato. Il rendimento
medio annuo – ricorda Bonacina - è stato dell'8%, contro il
4,5% dello S&P 500, la lieve decrescita (-0,7%) dello Stoxx
600 e la forte decrescita
(-8,6%) del Ftse Mib».
Da sottolineare anche lo scenario positivo per Piazza Affari,
che nel 2016, tra le non molte
Ipo, ha visto il debutto di due eccellenze dello stile e delle capacità industriali italiane, Technogym e Fope, azienda specializzata in gioielli, che ha scelto
l'Aim. Quest'anno potrebbero
esserci altre Ipo: secondo l'undicesima edizione dello studio
Pambianco sulle Quotabili della moda sono 50 le aziende che
sarebbero – almeno in teoria –
pronte per la quotazione, prendendo in analisi crescita, ebitda% medio degli ultimi tre anni, notorietà del marchio, dimensione, percentuale di
export, diffusione retail, indebitamento e fascia di mercato.
Last but not least, negli ultimi
anni Milano è diventata un
punto di riferimento per le Ipo
del lusso, anche grazie al successo di Brunello Cucinelli e
Moncler, come ha ricordato di
recente Raffaele Jerusalmi,
amministratore delegato di
Borsa Italiana. «Nel solo comparto Fashion&Design sono 25
le quotate con una capitalizzazione aggregata di oltre 51 miliardi di euro e dal 2011 le Ipo del
settore hanno raccolto sui mercati di Borsa 1,8 miliardi, con richieste che hanno superato i 25
miliardi. Poi c'è Elite, il programma di Borsa Italiana pensato per l'avvicinamento graduale al mercato dei capitali:
moda e design sono rappresentati da 27 società italiane».
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Focus. Atteso un recupero nel corso dell’anno
Il rallentamento
della Cina pesa
sui bilanci dei big
pIl 2016 verrà ricordato come il
La frenata della Cina. Il mall di Shenzhen MixC, tra i più di successo nel 2016
Il peso del lusso in Borsa
Peso del lusso
In milioni di euro
Francia
CAC 40
Italia
Ita Ftse All Share
Stati Uniti
S&P 500
Regno Unito
FTSE 100
Hong Kong
HSI 50
TOTALE
Fonte: EY
N. compagnie
nell’indice
Quota del lusso
nell’indice
260.157
14
14,3%
42.435
16
9,1%
484.256
31
2,6%
89.974
8
3,7%
2
0,4%
8.517
885.339
4,0%
rallentamentodeiconsumidibeni
dilussoinCinae,ancheseinmisura minore, degli acquisti da parte
dicinesiingiroperilmondo.Intesi
come nazionalità, già nel 2015 i cinesi erano diventati i primi consumatori di prodotti di alta gamma a
livello globale e nello scorso anno
è stato lo stesso. A seconda degli
studi, la percentuale di acquisti di
beni di lusso attribuibile ai cinesi
varia dal 30 al 50% del totale mondiale.Masedal2008sieraassistito
a una crescita a due cifre, nel 2015 e
2016 la musica è cambiata, con immediati contraccolpi sui bilanci
delle aziende e dei gruppi del lusso, che in Cina avevano investito
moltissimo e raccolto altrettanto.
L'andamento del 2017 dipenderà
quindi soprattutto dal gigante
asiatico, ma secondo un report di
Euromonitorcitatopochigiornifa
dal quotidiano americano Wwd,
saranno proprio i cinesi, quest'anno, ad aumentare di più i consumi
pro-capite di alta gamma.
Utile l’analisi di Jing Daily, sito di approfondimento sul mercato del lusso, che identifica cinque trend da considerare per il
2017. Il primo è che aumenteranno i consumi interni, che il Governo centrale ha tutto l'interesse a favorire, perché conta sugli
introiti fiscali: stando a un report di ContactLab, nella prima
metà dell'anno i consumi di lusso fatti all'estero dai cinesi è sceso dal 43 al 40% del totale e i dati
annuali dovrebbero confermare la tendenza. Questo potrebbe
a sua volta influenzare le politiche retail dei brand europei e
americani, che nel 2016, per la
prima volta dal 2008, in Cina
hanno chiuso più negozi di
quanti ne abbiano aperti.
Il secondo trend riguarda i
flussi turistici, fortemente influenzati dalle valute. I cinesi (e
non solo) sono partiti in massa
per Londra quando, causa referendum sulla Brexit, la sterlina
ha perso valore. Viceversa, dopo
mesi di viaggi compulsivi, il
Giappone è stato disertato con
l'apprezzamento dello yen.
Il terzo trend segnalato da
Jing Daily è la centralità dell'ecommerce, già reso disponibile
in Cina dall'80% dei marchi della moda e degli acquisti da dispositivi mobili. La concorrenza si giocherà quindi offline e
online e serviranno ingenti investimenti in tecnologia: stando
alle previsioni del ministero cinese dell'Industria e della Information technology, le vendite
via mobile sono cresciute nel
2016 del 51,4% a 505,74 miliardi di
dollari e nel 2017 metteranno a
segno un ulteriore +45,7%, arrivando al 61% del totale dell'ecommerce in Cina.
Il quarto trend riguarda la lotta alla corruzione, iniziata con
forza dal presidente Xi Jinping
nel 2012 con un piano decennale
che ha colpito duramente, specie nel 2012 e 2013 i marchi del lusso che in Cina vendevano soprattutto accessori pregiati e
orologi, ideali per quella neppure tanto sottile forma di corruzione che è il “gift giving” a manager e politici. Jing Daily sottolinea che tutti i marchi del lusso
devono considerare la strada
voluta da Xi Jinping senza ritorno: i nuovi clienti vanno cercati
all'interno della crescente classe media, che chiede prodotti di
lusso accessibile.
Sotto un aspetto, infine, la Cina non è diversa dagli altri mercati: l'importanza dei social media e il crescente ruolo di quelli
che usano in prevalenza immagini. Ma i marchi occidentali devono attrezzarsi a superare barriere linguistiche e culturali, perché il rischio potrebbe essere
quello di perdere quote di mercato, o almeno opportunità di
crescita, a favore di brand locali.
G.Cr.
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Finanza & Mercati 21
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Listini globali. Offerta da 510 milioni sulla cassa di compensazione con sede a Parigi
Lse, accordo per cedere
Lch Clearnet a Euronext
L’operazione
favorisce la chiusura
della fusione
Londra-Francoforte
Nicol Degli Innocenti
LONDRA
pLa fusione tra il London
Stock Exchange e Deutsche
Börse fa un passo avanti che
potrebbe rivelarsi decisivo.
Euronext, che controlla le Borse di Parigi, Amsterdam e Bruxelles, ieri ha ufficialmente offerto 510 milioni di euro in contanti per rilevare il 100% di Lch
Sa, già nota come Clearnet, la
cassa di compensazione con
sede a Parigi controllata dalla
Borsa di Londra.
La prevista fusione da 24 miliardi di euro tra Lse e Deutsche
Börse dovrebbe essere facilitata dalla vendita della clearing
house. La cessione di Lch Sa è
infatti mirata a placare i timori
delle autorità antitrust sulla posizione dominante del nuovo
mega-exchange europeo.
Le obiezioni di Bruxelles alla
fusione, rese note in dicembre,
riguardavano soprattutto le
operazioni di clearing, diven-
tate sempre più importanti con
le riforme introdotte dopo la
crisi finanziaria per gestire i rischi e rendere più trasparente
il trading di derivati.
Euronext, che è uno dei maggiori clienti di Lch Sa, in futuro
non dovrà rivolgersi a un concorrente per le operazioni di
clearing e rafforza la sua posizione in Europa. La cassa di
compensazione offre servizi di
clearing sui mercati di Olanda,
Francia, Belgio e Portogallo.
Anche il Nasdaq e il Cme
Group erano in lizza per acquistare la clearing house europea, che lo scorso anno ha
registrato utili di 36,2 milioni
di euro. Da dicembre Lse aveva avviato trattative esclusive con Euronext e un annuncio ufficiale era quindi atteso
da giorni.
Gli azionisti Euronext voteranno in un’assemblea straordinaria nelle prossime settimane ma la luce verde è data per
scontata. Il gruppo prevede sinergie di 13 milioni di euro
all'anno e un aumento a due cifre degli utili una volta sostenuti i costi one-off di 40 milioni di
euro relativi all'acquisizione.
L’accordo di vendita è però
valido solo se la fusione tra
Lse e Deutsche Borse procederà. «Se la fusione sarà con-
clusa allora questa acquisizione rafforzerà il ruolo di Euronext al cuore dei mercati
dei capitali dell'eurozona, ha dichiarato ieri Stéphane
Boujnah, Ceo di Euronext. Se invece la fusione non è approvata allora ci troveremo in
una situazione diversa». Se
tutto procederà come previ-
LA PAROLA
CHIAVE
Clearing house
7 La Clearing house, o stanza
di compensazione, è
un'agenzia o una società
indipendente responsabile di
assicurare il corretto
funzionamento di una borsa
future. In pratica è una
struttura centralizzata dove
confluiscono i contratti di
compravendita per titoli o
derivati e dove viene
assicurata la corretta
esecuzione dei contratti
stessi: diviene quindi la
controparte delle operazioni
concluse in Borsa.
sto, i due accordi potrebbero
essere finalizzati nello stesso
giorno, nel secondo trimestre
dell'anno.
Resta da vedere se la vendita della divisione clearing di
Parigi, che rappresenta un
quarto dei ricavi del gruppo
Lch, sarà sufficiente a convincere le autorità a dare il via libera al mega-exchange. «La
vendita a Euronext placherà
alcuni dei molti timori delle
autorità Ue, - hanno scritto ieri gli analisti di Numis in una
nota. – Ma restiamo cauti, sapendo quanti ostacoli vanno
ancora superati, dalle autorità
antitrust a problemi di regolamentazione a questioni di orgoglio nazionali, oltre alla
lunga lista di M&A falliti in
questo settore».
Secondo una fonte anonima
coinvolta nella fusione, citata
da Reuters, la Borsa di Londra
potrebbe essere costretta a
vendere anche Borsa Italiana
per placare€ le autorità antitrust, anche se questa possibilità non è stata ancora discussa.
La Commissione Europea
deciderà entro il 13 marzo se
dare il via libera alla nuova
grande Borsa europea in grado
di competere con i concorrenti
americani.
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REUTERS
M&A. Il deal vale 10,2 miliardi $ - Finanziamento Intesa Sanpaolo fino a 5,2 miliardi
Glencore-Qia rilevano il 19,5% di Rosneft
BREVI
Dalla Finanza
GRUPPO GAVIO
Rubegni nominato
presidente di Igli
Prosegue la riorganizzazione
interna al gruppo Gavio,
quarto operatore al mondo
nella gestione di autostrade a
pedaggio con circa 3.320 km di
rete (in Italia ne gestisce circa
1.460). Secondo quanto
appreso da Radiocor Plus,
Alberto Rubegni è stato
nominato a dicembre
presidente di Igli (60% Astm e
40% Sias), holding del gruppo
che custodisce le quote della
brasiliana Primav titolare del
64% del capitale di
Ecorodovias Infraestrutura e
Logistica, società che gestisce
in Brasile circa 1.860 km di rete
autostradale. Nel dicembre
2015, infatti, la famiglia Gavio
ha riacquistato le quote
carioca con i proventi dell'Opa
a un massimo di 5,2 miliardi di euro. Un impegno che «nel rispetto
delle normative internazionali come ha sottolineato un portavoce dell’istituto - supporta e consolida la relazione con due grandi
playersinternazionali,nell’ambito di un’operazione di alto profilo
e significativa redditività nonché
di rilevanza per i mercati finanziari internazionali».
Nell’ambito dell’accordo di
valorizzazione del 19,5% del
gruppo russo, è poi previsto che il
colosso delle materie prime
Glencore acquisti per i prossimi
cinque anni da Rosneft circa
220.000 barili supplementari al
giorno per la sua attività di trading. La vendita della partecipazione nella società petrolifera
russa Rosneft è certamente uno
dei più importanti affari registrati
recentemente nel settore petroliferoedelgas.Loharicordato,ildicembre scorso, lo stesso Vladimir Putin che, come riferito dal
portavoce Dmitri Peskov, ha definito la privatizzazione del 19,5%
«la più grande transazione del
2016 nel mercato mondiale dell’energia». Lo stesso ha fatto il primo ministro russo Dmitry Medvedev che ha aggiunto: «È stata
preparata nel corso di un lungo
periodo di tempo e certamente la
sua configurazione non è casuale». Medvedev, sempre a valle
dell’annuncio dell'intesa con la
cordata Glencore-Qia, aveva poi
riferito che diverse aziende erano state coinvolte nei colloqui
per l’acquisto della quota nella
controllata statale: «Giapponesi,
coreani, mediorientali, compagnie europee». Ed aveva quindi
concluso sottolineando che le
condizioni offerte dal consorzio
di Glencore e del fondo sovrano
del Qatar «si sono rivelate più attraenti». Medvedev aveva inoltre spiegato che «in totale, dalla
vendita delle azioni delle due società petrolifere Rosneft e Bashneft» circa 16 miliardi di euro saranno destinati «al bilancio federale russo». Quanto ai contenuti
dell’intesa, «l’importo concordato è superiore a quello inizialmente previsto» aveva dichiarato Medvedev. Rosneft con quasi
60 miliardi di euro di capitalizzazioneèlaprincipalebluechipdella borsa di Mosca e il governo russo manterrà il controllo di Rosneft con una partecipazione di
poco superiore al 50% .
dei Salini su Impregilo,
collocandole proprio in capo a
quella holding, Igli, che in
precedenza aveva il controllo
(29%) del general contractor.
Rubegni, che già ricopre la
carica di amministratore
delegato di Astm e di ArgoFin,
è salito alla presidenza di Igli
lo scorso 20 dicembre in
seguito alle dimissioni di
Beniamino Gavio per
sopravvenuti impegni di
carattere professionale.
Fenicia. L'emissione è
strutturata in due tranche, di
cui una da 5 milioni di euro con
rendimento del 5,80%
sottoscritta integralmente da
Finint Investments Sgr e l'altra
da 3 milioni di euro con
garanzia Fondo europeo degli
investimenti e rendimento del
5,5% integralmente
sottoscritta dai fondi di
Anthilia. Le due tranche
hanno la stessa scadenza nel
dicembre 2022 e un rimborso
'amortizing' con preammortamento di 24 mesi.
Mps Capital Services ha agito
come arranger dell’operazione.
responsabilità ex art. 2393 del
codice civile nei confronti del
consigliere indipendente
Giuseppe Bivona, espresso dal
socio Elliott. Lo ha reso noto
Sts con un comunicato. Sts
afferma che il cda «ha ritenuto
nella riunione del 19 dicembre
2016 – a maggioranza censurabile, per eccesso di
potere e conflitto di interessi
con la società, la condotta del
consigliere ing. Bivona», con
riferimento in particolare dice Sts - a 31 lettere ed esposti
inviati da Bivona in sette mesi
a vari destinatari (collegio
sindacale, Consob, Procura,
internal audit, un avvocato
esterno e il precedente a.d.),
nei quali tra l'altro segnalava
presunti comportamenti
illeciti del management o
irregolarità nel governo
societario. In una nota il 22
dicembre Bivona aveva
respinto «qualunque addebito
in relazione» a sue presunte
condotte «come
incautamente affermato nel
comunicato della società».
EMISSIONI
Minibond da 8 milioni
per Camicissima
Fenicia, azienda a cui fa capo il
marchio di camiceria e
abbigliamento maschile
Camicissima, ha emesso un
minibond da 8 milioni di euro.
A sottoscrivere il prestito
obbligazionario Anthilia
Capital Partners e Finint
Investments Sgr. L’operazione
permetterà di accelerare gli
investimenti previsti dal piano
industriale 2016 - 2021 di
ANSALDO STS
In assemblea azione
di responsabilità verso
consigliere Bivona
Il gruppo giapponese Hitachi,
azionista di controllo di
Ansaldo Sts con il 50,77%, ha
fatto mettere all'ordine del
giorno dell'assemblea di Sts
del 19 gennaio la proposta di
deliberare azione di
Indici e mercati in diretta su www.ilsole24ore.com/finanza
Titoli di Stato e Obbligazioni
Spread Bund 2Y
A
59
36
R.Fi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Totale
11,906 15,564
13,488
—
— 0,015
—
—
—
—
0,112
0,150
27,597
13,638
Feb-17
Mar-17
12,500 24,447
13,200
—
—
— 11,383
— 7,865
—
—
0,719
48,330
21,785
Apr-17
Mag-17
12,075
— 17,056
12,500 26,392
—
—
—
—
—
—
—
29,131
38,892
— 8,867
—
—
Giu-17
Lug-17
6,500 14,979
6,500
—
—
—
1,820
—
32,166
6,500
Ago-17
Set-17
Ott-17
6,600 22,249
—
— 12,370
6,750
— 15,788
—
—
6,250
—
— 12,975
—
—
0,250
0,091
41,220
22,788
19,316
Titolo
Spread
god./Tipo ind.
— 44,250
3,142 345,613
Prezzo 365 360
Qtà
º
VWAP Rend Rend
03.01 lordo lordo (mlg)
Codice
Isin
Buoni ordinari Tesoro
13.01.17
31.01.17
14.02.17
28.02.17
14.03.17
31.03.17
13.04.17
28.04.17
12.05.17
31.05.17
14.06.17
30.06.17
14.07.17
14.08.17
14.09.17
13.10.17
14.11.17
14.12.17
IT0005160111
IT0005203556
IT0005162620
IT0005211146
IT0005171720
IT0005214850
IT0005176190
IT0005216939
IT0005186397
IT0005219412
IT0005199341
IT0005222143
IT0005203523
IT0005211138
IT0005214843
IT0005216921
IT0005219404
IT0005222135
100,035
100,033
100,048
100,073
100,088
100,172
100,100
100,168
100,115
100,151
100,147
100,159
100,184
100,212
100,259
100,246
100,271
100,307
Titolo
Date Spread
god. Tipo ind.
Codice
ISIN
Ced.
att.
—
—
-0,43
-0,49
-0,47
-0,74
-0,37
-0,54
-0,33
-0,38
-0,34
-0,33
-0,35
-0,35
-0,37
-0,32
-0,32
-0,33
—
—
—
16
-0,42
52
-0,48
—
-0,46 164
-0,73
—
-0,36
88
-0,53
—
-0,33 1115
-0,37 611
-0,34 34405
-0,33 685
-0,35
16
-0,35
33
-0,36
—
-0,32
56
-0,32 110
-0,33 486
Prezzo Rend.
VWAP eff.%
03.01 lordo
Qtà
º
(mlg)
01-03s 1.3.17 +0,15s
IT0004584204 0,03 100,064 -0,36
5364
15-06s 15.06.17 +2,5a
15-04s 15.10.17 +0,8a
15-04s 15.04.18 +1,0a
01-05s 01.11.18 +1,8a
15-05s 15.11.19 +1,2a
15-06s 15.12.20 +0,8a
15-06s 15.06.22 +0,55
15-06s 15.12.22 +0,70
15-01s 15.07.23 +0,70
15-02s 15.02.24 +0,75
IT0004809809
IT0004652175
IT0004716319
IT0004922909
IT0005009839
IT0005056541
IT0005104473
IT0005137614
IT0005185456
IT0005218968
1,15
0,30
0,40
0,80
0,50
0,29
0,17
0,24
0,26
0,29
101,137
100,720
101,198
103,160
103,044
102,171
100,567
101,221
100,712
99,828
-0,26
-0,33
-0,15
-0,13
-0,07
0,04
0,23
0,28
0,38
0,56
288
1253
3597
1382
309
526
5192
832
5924
9088
—
—
—
—
IT0005089955
IT0005126989
IT0005175366
IT0005221285
—
—
—
—
100,047
100,193
100,224
100,190
-0,32
-0,30
-0,18
-0,10
252
186
442
459
IT0004164775
IT0004793474
IT0005023459
IT0004820426
IT0003242747
IT0004867070
IT0005058463
IT0004273493
IT0005106049
IT0004907843
IT0004361041
IT0005139099
4,00
4,75
1,15
4,75
5,25
3,50
0,75
4,50
0,25
3,50
4,50
0,30
100,321
101,640
100,548
102,066
103,183
103,115
101,000
105,056
100,569
105,151
107,354
100,791
—
-0,36
-0,38
-0,36
-0,29
-0,29
-0,22
-0,20
-0,17
-0,16
-0,17
-0,14
443
30
141
17
173
176
7539
169
216
880
158
405
Certificati credito Tesoro
Certificati credito Tesoro - 6mEuribor
Certificati Tesoro zero coupon
27.2.17
30.8.17
28.3.18
28.12.18
01-02s 1.2.2017
01-05s 1.5.2017
15-05s 15.5.2017
01-06s 1.6.2017
01-02s 1.8.2017
01-05s 1.11.2017
15-01s 15.1.2018
01-02s 1.2.2018
15-05s 15.5.2018
01-06s 1.6.2018
01-02s 1.8.2018
15-04s 15.10.2018
Cambi e tassi
¤/$
A
-0,76
-4,71
Tassi del 03.01 . Valuta 05.01
Scad.
Tasso 360 Tasso 365
1w
-0,374
2w
-0,374
1m
-0,370
2m
-0,338
3m
-0,319
6m
-0,221
9m
-0,140
1a
-0,084
Media % mese Dicembre
1m
-0,371
2m
-0,337
3m
-0,315
6m
-0,218
1a
-0,080
-0,379
-0,379
-0,375
-0,343
-0,323
-0,224
-0,142
-0,085
-0,376
-0,342
-0,319
-0,221
-0,081
LIQUIDITÀ (TASSO 360)
Eonia (03/01/17)
-0,3480
e-Mid/Atic (03/01/17)
O/N Euro
-0,3935
O/N Usd
IT0004085210
IT0004890882
IT0004380546
IT0004604671
IT0005188120
IT0004243512
IT0005004426
IT0004735152
IT0005138828
IT0003745541
IT0004545890
2,10
1,70
2,35
2,10
0,10
2,60
2,35
3,10
1,25
2,35
2,55
102,238
104,588
108,478
111,470
100,743
117,057
114,732
123,074
105,442
125,033
127,420
-0,97
-0,61
-0,34
0,14
0,29
0,53
0,89
1,14
1,39
1,41
1,77
36
40
240
286
371
—
775
1518
1743
1016
1946
Usa
un mese fa
Giappone
un mese fa
Regno Unito
un mese fa
22-04s 22.4.2017
12-05s 12.11.2017
23-04s 23.4.2020
27-04s 27.10.2020
20-04s 20.04.2023
11-04s 11.04.2024
24-04s 24.10.2024
IT0004917958
IT0004969207
IT0005012783
IT0005058919
IT0005105843
IT0005174906
IT0005217770
2,25
2,15
1,65
1,25
0,50
0,40
0,35
100,855
102,405
105,339
104,729
101,952
100,906
100,328
-0,19
-0,51
0,10
0,10
0,28
0,37
0,42
7093
24597
26574
5503
2303
4581
14312
Ieri
Una sett. fa
Un mese fa
Due mesi fa
Buoni Tesoro Poliennali - Inflazione Italia
Den.
Lett.
-0,23
-0,17
-0,11
-0,02
0,08
0,21
0,34
0,47
0,58
0,70
0,79
0,89
1,06
1,22
1,28
1,28
1,29
1,23
-0,18
-0,16
-0,08
0,00
0,11
0,23
0,35
0,48
0,61
0,72
0,82
0,90
1,11
1,26
1,29
1,31
1,30
1,24
03.01
1,541
1,391
03.01
190,150
387,640
286,880
332,460
757,570
129,790
528,300
147,390
03.01
86,070
174,030
113,840
230,170
38,260
107,080
160,580
03.01
390,480
Var.%
0,01
0,04
Var.%
-1,23
0,64
0,84
-0,17
2,64
-0,73
-1,51
-0,09
Var.%
-1,65
-1,65
-0,33
-0,33
-4,60
-0,94
1,39
Var.%
-1,94
In.Anno
0,25
0,27
In.Anno
-1,23
0,64
0,84
-0,17
2,64
-0,73
-1,51
-0,09
In.Anno
-1,65
-1,65
-0,33
14,77
-4,60
-0,94
1,39
In.Anno
-1,94
variaz. %
var. % ann.
In.Anno
Mondo
47629,27
861,88
1753,09
1365,72
-0,05
-0,05
0,11
0,11
-0,05
-0,05
0,11
0,11
19881,76
2257,83
5429,08
6917,33
657,32
9023,86
4911,33
541,64
15403,03
907,58
0,60
0,85
0,85
0,22
-0,35
-0,22
0,98
0,66
0,76
0,84
0,60
0,85
0,85
0,22
-0,35
-0,22
0,98
0,66
0,76
0,84
17911,22
46122,53
61813,83
2,32
0,94
3,73
5,87
1,05
2,63
51020,66
0,72
0,72
America Latina
Africa
Johannesburg All Share
2370,560
228,770
03.01
2594,540
03.01
5328,270
03.01
2639,300
-1,93
-1,94
Var.%
0,61
Var.%
0,57
Var.%
-0,76
L
variaz. %
var. % ann.
-1,93
-1,94
In.Anno
—
In.Anno
-10,12
In.Anno
-0,76
Rilevazione Mensile
dic-16
gen-17
feb-17*
19,63
19,28
20,29
MAGI ¤/MWh
Rilevazione Trimestrale
Q3-16
Q4-16
Q1-17
MAGI-Q ¤/MWh
14,99
16,82
19,66
Per ulteriori dettagli www.magindex.org, www.albasoluzioni.com, www.itec.refe.com , www.tfsbrokers.com. * Media progressiva.
variaz. %
var. % ann.
S&P 500
2257,83
0,85
12,18
Indici
L
variaz. %
var. % ann.
03.01
Nasdaq 100
0,98
9,19
Var.%
Mumbai Sensitive
Hong Kong Hang Seng
Seul Kospi
Shanghai Composite
Singapore Straits Tim.
Taipei Taiwan Weighted
Tokyo Nikkei 225 #
Nikkei 500 #
Topix #
0,35
0,68
1,00
1,05
0,63
0,21
-0,16
0,14
0,01
0,24
0,68
1,14
1,05
0,63
0,21
0,42
-0,52
-1,85
5784,63
1,15
1,15
353,89
3315,02
3044,64
365,71
1661,11
2854,30
1476,15
487,99
656,61
0,25
0,19
0,84
0,70
0,87
0,63
0,47
0,33
1,55
1,04
0,74
1,13
1,19
1,22
1,14
0,47
1,00
2,02
Australia
Sydney All Ordinaries
Europa
D.J. EuroStoxx
D.J. EuroStoxx (50)
D.J. Stoxx (50)
D.J. Stoxx (600)
D.J. Stoxx Sel. Div. 30
FTSE EuroTop (100)
MSCI Europe #
Amsterdam Amst. Exch.
Atene Athens General
-1,65
-1,58
-0,59
-0,50
-0,89
-0,92
-2,00
-1,83
-0,59
-0,52
-0,90
-0,81
-2,26
-2,04
-0,60
-0,48
-0,92
-0,85
-2,40
-0,52
-0,53
-0,40
-1,05
-0,94
-2,48
-2,22
-0,41
-0,27
-1,08
-0,96
7a 10a
-2,41
-2,26
-0,11
-0,01
-0,91
-1,02
-2,21
-2,05
0,21
0,31
-1,06
-1,07
-0,98
-0,93
-0,86
-0,76
-0,92
-0,82
-0,78
-0,73
-0,80
-0,82
-0,79
-0,69
-0,77
-0,82
-0,71
-0,63
-0,76
-0,78
-0,64
-0,61
4a
5a
-0,67
-0,68
-0,52
-0,52
-0,55
-0,56
-0,38
-0,41
7a 10a
-0,22
-0,19
-0,07
-0,27
0,19
0,20
0,34
0,16
Irs 10y/6m
L
0,70
7,42
-24,84
variaz. %
var. % ann.
Valute
Irs 20y/6m
1,22
4,45
-18,41
L
variaz. %
var. % ann.
Dati al
03.01
Var.%
giorn
Iniz
anno
N. Zelanda
Nzd
1,5016
-0,576
-0,94
Norvegia
Nok
9,0013
-0,585
-0,94
Polonia
Pln
4,3934
-0,428
-0,38
Rep. Ceca
Czk
27,0200
-0,004
—
Rep.Pop.Cina
Cny
7,2285
-0,557
-1,25
Romania
Ron
4,5228
-0,357
-0,36
Russia
Rub
62,9125
-1,864
-2,16
Singapore
Sgd
1,5061
-0,790
-1,14
Sud Corea
Krw
1253,4300
-0,824
-1,25
Sudafrica
Zar
14,2840
-0,578
-1,20
Svezia
Sek
9,5348
-0,094
-0,19
Thailandia
Thb
37,2870
-0,531
-1,16
Turchia
Try
3,7261
0,477
0,51
Ungheria
Huf
308,9400
-0,165
-0,29
m Corona islandese: l'ultima rilevazione BCE pari a 290,00 è
avvenuta il 3.12.2008; a partire da lunedì 2.11.2009 Banca
d'Italia ha ripreso la quotazione della valuta sulla base di
rilevazioni di mercato.
Zucchero raff.
542,90
4,10
29,63
L
variaz. %
var. % ann.
Cacao
L
2166,00
1,36
-30,73
variaz. %
var. % ann.
Denaro
245,72
247,56
247,56
196,24
193,72
193,72
193,72
192,42
242,73
590,94
596,77
1101,24
1127,63
480,88
1032,91
635,24
1033,19
1207,76
Lettera
286,94
290,83
290,83
225,17
223,98
223,98
223,45
222,61
283,07
625,46
636,83
1237,97
1264,85
523,06
1182,69
688,03
1211,11
1394,70
A cura di Confinvest F.L.
variaz. %
26689,18
22150,40
262,97
3136,28
2898,97
9272,88
19114,37
1744,48
1518,61
-1,54
-1,39
-0,61
-0,49
-1,17
-0,89
Milano - 03.01 (º)
Sterlina v.c.
Sterlina n.c.
Sterlina post 74
Marengo italiano
Marengo svizzero
Marengo francese
Marengo belga
Marengo austriaco
20 marchi
10 $ liberty
10 $ indiano
20 $ liberty
20 $ St. Gaudens
4 ducati Austria
100 corone Austria
100 pesos Cile
Krugerrand (SA)
50 pesos Messico
var. % ann.
In.Anno
-1,35
-1,33
-0,46
-0,48
-1,07
-0,96
MONETE D'ORO
L
4911,33
97,05 1,11
103,53 3,89
99,95 0,20
95,34 3,30
95,68 3,98
98,90 9,25
99,00 4,13
100,05 0,98
102,63 3,58
55,96 10,78
98,51 10,27
94,33 8,34
100,75 9,60
99,42 10,97
94,59 10,22
93,62 10,47
100,62 10,34
99,11 2,64
92,27 6,81
94,07 2,71
106,24 9,01
92,12 7,05
91,06 2,75
99,22 8,17
169,53 0,84
151,96 0,95
137,00 0,96
99,34 0,37
77,18 2,62
75,07 2,61
98,70 2,32
99,80 2,58
95,54 6,92
105,01 9,21
108,28 1,03
110,29 2,19
107,79 2,72
99,70 3,11
102,81 3,39
105,01 1,37
99,75 0,52
95,78 4,30
108,02 4,72
116,94 4,02
95,89 4,41
97,74 5,56
94,40 3,63
90,81 4,69
92,60 3,81
95,69 3,59
98,53 2,34
97,04 2,32
105,97 2,50
108,09 0,65
Fonte Ufficio Studi de Il Sole 24Ore su dati Thomson-Reuters
-1,48
-0,53
-1,23
-0,34
-1,43
-1,13
—
-1,59
0,08
—
-0,96
-1,46
-0,83
-1,23
-0,28
-0,80
-1,34
-1,28
var. % ann.
B. Imi 16-26 Tf/Tv
XS1490787113
B. Popolare 13-20 LT II
IT0004966823
B.Imi 10-17 TV
IT0004611932
B.Imi 10.20 Tf/Tv
IT0004966229
B.Imi 14-21 3% Usd Op. V
IT0005068116
B.Imi 16-18 8,5% Rub
XS1435073512
B.Imi 16-21 3,9% Aud
XS1522284659
B.Imi 16-26 Tf/Tv
XS1379091546
B.Popolare 15-22 tv
IT0005120313
Bei 07-22 ZC Try
XS0318345971
Bei 11-18 9,25% BondsD.Try XS0648456167
Bei 12-19 6% Bonds
XS0848049838
Bei 14-17 10,5% Bonds due XS1014703851
Bei 14-19 10,75% Bonds
XS1053090665
Bei 14-21 8,75% Try
XS1075219763
Bei 14-24 9,25% Try
XS1115184753
Bei 14-24 10,5%
XS1059896016
Bei 14-24 2,5% Usd
US298785GQ39
Bei 15-20 4% Mxn
XS1190713054
Bei 15-25 1,875% Note D.
US298785GS94
Bei 16-19 12% Brl
XS1347819390
Bei 16-21 Mxn 4,75%
XS1342860167
Bei 16-26 Minimum Usd Call XS1398573136
Birs 16-19 TF 7,6% Brl
XS1488416329
Bund 07-39 4,25%
DE0001135325
Bund 10-42 3,25%
DE0001135432
Bund 12-44 2,50%
DE0001135481
CassaDP 15-22 tf/tv
IT0005090995
Comit 97-27 zc
IT0000966017
Comit 98-28 zc
IT0001200390
Cr. Suisse 16-26 Tf/Tv
XS1396632504
GE 14-20 2,5%
XS1042118106
HellenicRep. 14-19 4,75% GR0114028534
Ifc 16-19 12% Brl
XS1349365764
Med.Lombardo 99-19 3 tf/tv IT0001307286
Mediobanca 10-20 sub LowT.2IT0004645542
Mediobanca 11-21 Tv
IT0004720436
Mediobanca 14-19 Dollaro 3% IT0005056483
Mediobanca 16-26 3,75%
IT0005188351
Obligaciones 16-26 1,95% ES00000127Z9
Rbs 10-19 6%
NL0009062215
Rep. Portogallo 14-30 3,875% PTOTEROE0014
Rep.Italy 03-33 5,375%Usd US465410BG26
Rep.Italy 06-23 6,875% D.Usd US465410AH18
Rep.Portogallo 06-37 4,10% PTOTE5OE0007
Rep.Portogallo 14-24 5,125% UsdXS1085735899
Rep.Portogallo 15-25 2,875% PTOTEKOE0011
Rep.Portogallo 15-45 4,10% PTOTEBOE0020
Rep.Portogallo 16-26 2,875% PTOTETOE0012
Socgen 15-25 3%
XS1212158965
Ubi 09-19 Lower Tier Fix m IT0004457070
Ubi 11-18 Lower Tier II
IT0004767742
Ubi 12-19 6%
IT0004842370
Unicredit 12-18 5,65%
IT0004825029
Calcolati sui titoli benchmark dell'area Euro
Data
3m 6m 1a 2a 3a
-0,764
-0,138
-0,675
-0,084
-1,283
-1,019
—
-0,768
0,142
-0,011
-0,023
-0,771
-0,431
-1,120
-0,253
-0,414
-0,620
-0,980
1,33
20,00
Prezzo Rend.
VWAP eff.%
03.01 lordo
Codice
ISIN
Titolo
Rendimenti per scadenze
1,0385
122,7500
0,8457
1,0702
1,4387
3,3916
1,9558
1,3962
7,5655
7,4341
51,7650
8,0554
71,0010
13998,4600
118,6115
4,0155
4,6655
21,4935
variaz. %
a ieri
a un anno
Calcolati sui titoli benchmark delle diverse aree valutarie
Paese
3 m 6 m 1a 2a 3a 4a 5a
Iniz
anno
5574,0000
30
-5
a ieri
a un anno
B
Differenziali tra l'Euro e i principali Paesi
var. % ann.
Rame A/LME
32
Dati anagrafici e calcolo dei rendimenti a cura di Skipper Informatica
variaz. %
MAGI - INDICI GAS ITALIA Dati al 03.01.2017
L
28-09
18-11
30-06
18-10
27-11
06-07
23-11
10-05
30-01t
—
20-07
21-10
21-12
15-11
18-09
03-10
29-04
15-04s
25-02
10-02s
27-06
19-01
31-05
26-03t
04-07
04-07
04-07
20-03t
—
—
13-07
28-03s
17-04
29-01
18-02
15-11
13-03t
02-10
16-06
30-04
08-01t
15-02
15-06s
27-03s
15-04
15-04s
15-10
15-02
21-07
05-08
13-03s
18-02t
08-04s
24-08
Var.%
giorn
L
Spread Bonos 5Y
B
Obbligazioni - MOT ed EuroMOT
Dati al
03.01
16,28
2,17
17,55
-0,68
14,57
Asia
America Settentrionale
Buenos Aires Merval Idx
Città Messico Ipc Index
San Paolo Brsp Bovespa
Usd
Jpy
Gbp
Chf
Aud
Brl
Bgn
Cad
Hrk
Dkk
Php
Hkd
Inr
Idr
Isk
Ils
Myr
Mxn
Date
God.
B
0,8457
Costo termoelettrico
gen-17* feb-17** mar-17**
ITEC12/REF-E ¤/MWh
42,63
43,46
43,41
48,61
50,49
51,70
ITEC/REF-E ¤/MWh
49,55
52,01
54,54
ITECccgt/REF-E ¤/MWh
Per ulteriori dettagli http://itec/ref-online.it. * Valore consuntivo costruito da
REF-F su dati Platts. ** Valore forward calcolato da REF-E su dati di mercato.
0,85
10,73
New York Dow J. industr.
S&P 500
Nasdaq C.
Dow J. 65 stocks
Dow J. serv.
Dow J. trasp.
Nasdaq 100
S&P industr.
Toronto 300 Compos
Toronto Tse 60
var. % ann.
¤/£
INDICI ITEC / REF-E Dati al 03.01.2017
A
MSCI em.mk free loc. #
MSCI em.mk free Usd #
MSCI world Usd #
MSCI world val. loc. #
variaz. %
Argento Spot
Total Return
Excess Return
Reuters
Reuters
Moody's
Moody
LME Index
Lmex
5429,08
Var.%
Stati Uniti
Giappone
G. Bretagna
Svizzera
Australia
Brasile
Bulgaria
Canada
Croazia
Danimarca
Filippine
Hong Kong
India
Indonesia
Islanda m
Israele
Malaysia
Messico
B
52,41
03.01
-0,14
-5,42
*Alle 17.10 sul circuito Thomson-Reuters
Nasdaq Co.
Indici
B
122,7500
RILEVAZIONI BCE
Mercati Azionari mondo
INDICI BORSE
¤/Y
Valute
A
13
3
15-03s 15.9.2017
15-03s 15.9.2018
15-03s 15.9.2019
15-03s 15.9.2021
15-05s 15.05.2022
15-03s 15.9.2023
15-03s 15.9.2024
15-03s 15.9.2026
15-03s 15.09.2032
15-03s 15.9.2035
15-03s 15.9.2041
Buoni Tesoro Poliennali - Inflazione Eurostat
var. % ann.
-2,49
42,38
17
Rend.
Qtà
º
eff.%
lordo (mlg)
-0,17 1680
-0,10
335
-0,08
49
-0,05 1229
0,02
927
0,02
593
0,01 2163
0,05 1991
0,11
482
0,13 1701
0,13
168
0,20 2330
0,23 2653
0,34 2100
0,44 1865
0,45 12077
0,50 4114
0,54 11214
0,58 19751
0,62 7683
0,74 7025
0,77 10736
0,85 3238
0,86 3508
0,92 9301
1,03 5173
1,04 4202
1,05 1240
1,17 5696
1,15 3180
-0,39
—
1,30 1998
1,42 4238
1,45 3184
1,47 2432
1,56 17840
1,68 4520
1,74 7503
1,72 17957
1,76 3869
1,82 39777
1,90 1625
2,02 12599
2,10 4508
2,15 6241
2,23 1987
2,18 36154
2,35
259
2,47 3051
2,48 34591
2,56 27753
2,74 2514
2,83 6891
2,92 5922
2,93 24293
2,94 63102
3,29 103638
variaz. %
WTI
a ieri
a un anno
Spread Bonos 2Y
Prezzo
VWAP
03.01
107,000
109,029
109,874
105,912
103,816
111,214
100,115
102,903
113,451
112,953
101,891
113,802
101,606
114,068
114,142
100,005
114,688
119,338
98,891
107,444
121,509
102,967
125,606
103,249
125,935
99,523
121,095
123,474
96,643
151,317
162,690
121,840
116,821
107,848
127,057
99,555
102,688
123,273
98,977
149,389
94,893
144,863
128,294
135,324
115,498
146,182
93,323
145,416
136,078
96,601
122,761
138,177
137,658
135,034
106,672
95,554
88,628
Tassi del 03.01*
1Y/6M
2Y/6M
3Y/6M
4Y/6M
5Y/6M
6Y/6M
7Y/6M
8Y/6M
9Y/6M
10Y/6M
11Y/6M
12Y/6M
15Y/6M
20Y/6M
25Y/6M
30Y/6M
40Y/6M
50Y/6M
-72
-70
L
Ced.
att.
3,50
4,25
4,50
2,50
1,50
4,25
0,05
1,05
4,50
4,25
0,70
4,00
0,65
3,75
3,75
0,45
3,75
4,75
0,35
2,15
5,00
1,35
5,50
1,45
5,50
0,95
4,50
4,75
0,65
9,00
8,50
4,50
3,75
2,50
5,00
1,50
2,00
4,50
1,60
7,25
1,25
6,50
4,75
5,25
3,50
6,00
1,65
5,75
5,00
2,25
4,00
5,00
5,00
4,75
3,25
2,70
2,80
IRS
Scad.
-59
Codice
ISIN
IT0004957574
IT0003493258
IT0004423957
IT0004992308
IT0005030504
IT0004489610
IT0005217929
IT0005069395
IT0003644769
IT0004536949
IT0005107708
IT0004594930
IT0005142143
IT0004634132
IT0004966401
IT0005175598
IT0004009673
IT0004695075
IT0005216491
IT0005028003
IT0004759673
IT0005086886
IT0004801541
IT0005135840
IT0004848831
IT0005172322
IT0004898034
IT0004356843
IT0005215246
IT0000366655
IT0000366721
IT0004953417
IT0005001547
IT0005045270
IT0004513641
IT0005090318
IT0005127086
IT0004644735
IT0005170839
IT0001086567
IT0005210650
IT0001174611
IT0004889033
IT0001278511
IT0005024234
IT0001444378
IT0005094088
IT0003256820
IT0003535157
IT0005177909
IT0003934657
IT0004286966
IT0004532559
IT0004923998
IT0005083057
IT0005162828
IT0005217390
B
Commodities
INDICI
NE Nomisma Energia
Benzina (self,¤/lit)
Gasolio (self,¤/lit)
CRB Index
Generale
Industriale
Cereali
Bestiame
Metalli Preziosi
Valuta
Energia 77
Tassi d'interesse
Bloomberg Commodity
Commodity
Commodity TR
Commodity Eur
Commodity EurTR
Energy
Industrial
Precious Metals
Goldman Sachs
Spot
a ieri
a un anno
Spread Treas. 10Y
Titolo
Date Spread
god. Tipo ind.
01-06s 1.12.2018
01-02s 1.2.2019
01-03s 1.3.2019
01-05s 1.5.2019
01-02s 1.8.2019
01-03s 1.9.2019
15-04s 15.10.2019
01-06s 1.12.2019
01-02s 1.2.2020
01-03s 1.3.2020
01-05s 1.5.2020
01-03s 1.9.2020
01-05s 1.11.2020
01-03s 1.3.2021
01-05s 1.5.2021
01-06s 1.6.2021
01-02s 1.8.2021
01-03s 1.9.2021
01-05s 1.11.2021
15-06s 15.12.2021
01-03s 1.3.2022
15-04s 15.4.2022
01-03s 1.9.2022
15-03s 15.9.2022
01-05s 1.11.2022
15-03s 15.3.2023
01-05s 1.5.2023
01-02s 1.8.2023
15-04s 15.10.23
01-05s 1.11.2023
22-06s 22.12.2023
01-03s 1.3.2024
01-03s 1.9.2024
01-06s 1.12.2024
01-03s 1.3.2025
01-06s 1.6.2025
01-06s 1.12.2025
01-03s 1.3.2026
01-06s 1.6.2026
01-05s 1.11.2026
01-06s 1.12.2026
01-05s 1.11.2027
01-03s 1.9.2028
01-05s 1.11.2029
01-03s 1.3.2030
01-05s 1.5.2031
01-03s 1.3.2032
01-02s 1.2.2033
01-02s 1.8.2034
01-03s 1.9.2036
01-02s 1.2.2037
01-02s 1.8.2039
01-03s 1.9.2040
01-03s 1.9.2044
01-03s 1.9.2046
01-03s 1.3.2047
01-03s 1.3.2067
1,0385
EURIBOR
109
64
a ieri
Dic-16
Gen-17
B
116
a un anno
Dati al 30-11-2016 in Mld di º. Fonte: Ministero del Tesoro
CcT
CTz
D.Est.
Scad.
BoT
BTpBTpº+Ita
Nov-17
6,000 15,978 22,272
—
—
Totale 114,269 119,611 55,116 29,723 23,754
Spread Bund 5Y
B
65
TITOLI IN SCADENZA
Buoni Tesoro Poliennali
Il riassetto
dei listini
globali.
La Borsa di
Parigi, gestita
da Euronext.
Il gruppo ha
fatto
un’offerta da
510 milioni
per rilevare
Clearnet dal
London Stock
Exchange
pGlencore e Qatar Investment Authority hanno annunciato ieri di aver «completato
l’accordo definitivo e di aver
chiuso l’operazione annunciata il
10 dicembre» scorso per l’acquisto del 19,5% del big petrolifero
russo Rosneft. La transazione è
avvenuta a un prezzo di 10,2 miliardi di euro e la parte cash è stata
parzialmentefinanziatadaunpool di banche. In particolare, il fondo sovrano del Qatar sborserà 2,5
miliardi di euro, mentre Glencore 300 milioni in azioni. La fetta
restante arriverà sotto forma di
prestito concesso dalle banche,
in primis da Intesa Sanpaolo.
La banca, già tra gli advisor della cessione, ha concesso un finanziamento (che sarà oggetto di sindacazione ed è coperto da un robusto pacchetto di garanzie) fino
LA GIORNATA
Shanghai C.
3136,28
1,05
-4,85
L
variaz. %
var. % ann.
Indici
Bruxelles Bel. 20 In.
Dublino Irish SE Idx
Francoforte Dax (Xetra)
Helsinki Omxh General
Madrid Ibex 35
Parigi Cac 40
Londra FTSE 100
Istanbul Ise-Nation. 100
Mosca Micex Comp. Idx
Zurigo Swiss Market In.
Indice VIX
12,95
-7,76
-37,44
B
variaz. %
var. % ann.
03.01
Var.%
In.Anno
3657,05
6525,07
11584,24
9012,50
9494,70
4899,33
7177,89
76618,20
2285,43
8316,18
0,74
0,12
-0,12
-0,03
0,81
0,35
0,49
-1,46
2,36
1,17
1,41
0,12
0,90
1,25
1,52
0,76
0,49
-1,95
2,36
1,17
13551,00
13426,00
0,77
0,76
1,89
1,81
Indici Calcio
Il Sole 24 Ore Goal Idx
Premier Index
DATI AGGREGATI
Piazze
Totali
Rialzo
Ribasso
Invariati
Tokyo
3654
1986
1256
412
Vol.mln
1947
Shanghai
1496
1171
275
50
16565
New York
3107
2297
708
102
986
Londra
1107
563
318
226
1527
Parigi
981
567
336
78
202
Francoforte
866
515
329
22
143
22
Finanza & Mercati
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
Crocieristica. La corte distrettuale coreana ha approvato l’offerta per il 66,7% di Stx France
Fincantieri: disco verde di Seul
per i cantieri di Saint-Nazaire
Via al negoziato in esclusiva per definire prezzo e futuro assetto
Celestina Dominelli
pNon è ancora la chiusura del
cerchio. Ma il via libera arrivato ieri dalla Corea e confermato nel pomeriggio da una nota di Fincantieri,conlacortedistrettualecentrale
chehagiudicatoilgruppotriestino
come «miglior offerente» per l’acquisizione del 66,7% di Stx France,
spiana la strada verso i cantieri di
Saint-Nazaire, la prestigiosa “dote” del braccio transalpino di Stx
Offshore&Shipbuilding, la holdingcoreanaallepreseconunadelicatissima procedura fallimentare. Per il gruppo guidato da Giuseppe Bono è sicuramente un passo avanti importante, ma la partita
vera si apre adesso perché le prossime settimane, in cui andrà in scena il negoziato in esclusiva con i
venditori avviato dal disco verde
di Seul, saranno cruciali per raggiungere un accordo definitivo
conilconvitatodipietradeldeal:lo
Stato francese che detiene una minoranza di blocco nel capitale dell’azienda transalpina con annesso
diritto di prelazione sulle azioni
dei coreani, ma che soprattutto
può stoppare, in virtù della legge
sulle società strategiche che protegge asset come i gloriosi ex cantieri dell’Atlantique, qualsiasi operazionesuscettibiledilederegliinteressi nazionali.
A giudicare dalle dichiarazioni
rilasciate nelle ultime settimane
dal ministro dell’industria, ChristopheSirugue,edavariesponenti
dell’esecutivod’Oltralpe,Parigiha
deciso però di non erigere alcuna
barricata contro l’azienda triestina. Anzi, davanti alla possibilità
che Saint-Nazaire e l’annessa
expertise potessero finire nelle
mani di temutissimi concorrenti
extra-europei (tra i gruppi in lizza
figurava anche la malese Genting,
poiritiratasiaunpassodaltraguar-
Giganti dei mari. Una delle navi costruite da Fincantieri
LO STEP SUCCESSIVO
Prossime settimane cruciali
per giungere a un accordo
con lo Stato francese che
detiene una minoranza di
blocco nell’azienda in vendita
do), la pista che portava al gruppo
italiano, peraltro già in campo nel
2014 quando ci fu un primo tentativo di Stx di vendere la sua filiale
francese, ha finito per prendere
quota. E i numerosi contatti registratisitraleduesponde-conilceo
Bonochehaincontratopiùvoltein
questi mesi lo stesso ministro, come pure il management della società, a cominciare dall’ad Laurent
Castaing-,sonoservitiaconvincereifrancesidellabontàdelpianodi
Fincantieri e del disegno strategico dell’ad, che va rimarcando da
tempo la necessità di creare un
campione europeo dei mari.
Il contesto dell’operazione,
quindi, è stato chiarito. Ma, per
chiudere ora il deal, andranno
UN ASSET STRATEGICO
Il polo è considerato
un presidio irrinunciabile
per la difesa transalpina
data la capacità di costruire
portaerei e navi militari
riempite le ultime due caselle: il
prezzo definitivo che, secondo le
stime degli analisti, oscilla in un
range tra 100 e 200 milioni) e, soprattutto, l’assetto futuro di Stx
France. Partendo da qualche punto fermo come Parigi si è premurata di far capire in più occasioni, ribadendo che non intende rinunciare alla sua minoranza di blocco
e che Dcns, gruppo militare francese controllato dallo Stato (cui fa
capo il 62,5% del suo capitale), dovrà essere della partita. Come? Le
ultime dichiarazioni di Sirugue,
raccolte la scorsa settimana dal
quotidiano francese “Les Echos”,
lascianopresagireuningressodell’azienda transalpina nel capitale
di Stx France con una quota di mi-
noranza (15%), che consenta ai
francesi di preservare l’interesse
generale. Una posizione che potrebbe anche essere ulteriormente consolidata se lo Stato, che detiene il 33,3% di Stx France attraverso Bpifrance, la banca pubblica
d’investimento, decidesse di trasferire parte delle sue azioni a Dcns. Andando poi a puntellare il
quadro con un nuovo “patto parasociale”, sul modello di quello sottoscrittoconicoreaninel2008,che
consenta a Parigi di far valere le
proprie esigenze e di rassicurare
anche i sindacati, preoccupati che
un simile gioiello possa finire alla
concorrenza.
I numeri di Saint-Nazaire, d’altro canto,certificano l’eccellenza
di questi cantieri, unica attività
redditizia della holding coreana
Stx. Mentre la controllante ha accusato per anni crescenti perdite
causate da una cattiva gestione e
appensantite dalla lunga crisi che
ha attraversato il settore, il braccio
francese è riuscito, grazie alle mega-commesse firmate da Royal
Caribbean e Msc, a invertire la rotta e ad assicurarsi un portafoglio di
ordini pieno fino al 2026. Da lì sono
uscite navi famose come il Normandie (il più grande transatlantico all’atto del suo varo nel 1932), il
France (la più lunga nave passeggeri mai ultimata fino al 2004), la
Queen Mary II e, soprattutto, a
marzo, l’Harmony of the Seas, la
più grande nave da crociera costruita finora. Ma gli ex cantieri
dell’Atlantiquesonoancheunpresidio cruciale per la difesa, dal momento che sono gli unici nel paese
in grado di realizzare, alla bisogna,
portaerei di ultima generazione e
navimilitari.Quantobasta,insomma,pergiustificarelaguardiaaltissima di Parigi.
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CAMBI E TASSI
RILEVAZIONI BANCA D'ITALIA
03.01
Africa
Algeria dinaro
Angola new kwanza
Botswana pula
Burundi franc.
C. Avorio fran. cfa
Capo Verde esc.
Comore franc.
Egitto sterl. com.
Eritrea nakfa
Etiopia bir
Gambia dalasi
Ghana cedi
Gibuti franco
Guinea franco
Kenya scellino
Lesotho loti
Liberia $
Libia dinaro
Madagascar ariary
Malawi kwacha
Marocco dirham
Mauritania ougulya
Mauritius rupia
Mozambico metical
Namibia $
Nigeria naira
Rep. Congo franco
Rwanda franco
Sant'Elena sterlina
Sao Tome dobra
Seychelles rupia
Sierra Leone leone
Somalia scellino
Sudan sterlina
Swaziland lilageni
Tanzania scellino
Togo franco
Tunisia dinaro
Uganda scellino
Zambia kwacha
¤ % in.an.
115,1370
172,2117
11,0834
1748,4333
655,9570
110,2650
491,9678
19,0142
16,1475
23,3896
45,7667
4,3619
184,5633
9585,4212
106,7046
14,2840
87,7533
1,4977
2665,0208
753,5244
10,5749
371,3157
37,4194
73,9827
14,2840
322,6594
1227,6164
852,5683
0,8457
24500,0000
14,0257
5725,7700
600,7723
6,8482
14,2840
2268,2107
655,9570
2,4231
3745,3908
10,2973
Euro
Stati Uniti
Giappone
Gr. Bretagna
Danimarca
Canada
Svizzera
Norvegia
Svezia
Australia
N. Zelanda
Rep. Ceca
Snam Rete Gas S.p.A., Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di
Snam S.p.A., con sede legale in San Donato Milanese (MI), Piazza Santa Barbara n° 7, ed
uffici in Dalmine (BG), Viale Locatelli n° 118, il 09.03.16 ha inoltrato istanza corredata
dalla relativa documentazione tecnica alla Provincia di Bergamo (prot. Provincia 16740
del 10.03.16) al fine di ottenere, ai sensi dell’art. 52-sexies del d.p.r. 08.06.2001, n° 327
e s.m.i., l’autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio, l’accertamento della
conformità urbanistica, l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e la
dichiarazione di pubblica utilità, del metanodotto “Potenziamento Boltiere - Bergamo
ed opere connesse” DN 400 (16”)/Vari - DP 24 bar, nei Comuni di Osio Sopra, Osio
Sotto, Dalmine, Levate, Stezzano e Lallio in Provincia di Bergamo.
Il progetto in oggetto consiste nella realizzazione di una nuova condotta DN 400
(16”) per circa 5,9 km, e del ricollegamento e rifacimento di alcune reti derivate per
ulteriori 2,4 km circa. Il progetto consentirà di incrementare la capacità di trasporto
della rete regionale interessata al servizio del bacino d’utenza sopra descritto,
ripristinando assetti di trasporto in linea con gli standard di affidabilità e flessibilità
richiesti. Consentirà inoltre di disporre di adeguati margini di capacità per far fronte
ad eventuali sviluppi del mercato locale del gas, nel medio-lungo periodo. Le nuove
realizzazioni permetteranno infine di sostituire le strutture esistenti, realizzate tra il
1961 ed il 1971.
Atteso quanto sopra
Premesso che
in data 10 maggio 2016 con avviso pubblicato sui quotidiani “L’Eco di Bergamo”
e “Il Sole 24 Ore” ed affisso all’albo dei comuni interessati e con avviso in data 18
maggio 2016 pubblicato sul B.U.R.L. della Regione Lombardia è stato dato avvio al
procedimento per l’accertamento della conformità urbanistica, l’apposizione del
vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità del metanodotto
su richiamato.
in data 22.07.2016 con protocollo Provincia n. 49752 Snam Rete Gas S.p.A., a seguito
di verifiche catastali ed ad una errate corrige, ha proceduto ad un aggiornamento delle
mappe catastali ed ha trasmesso documentazione integrativa.
Atteso quanto sopra
SI COMUNICA CHE
il presente avviso costituisce comunicazione di avvio dei procedimenti amministrativi volti:
1- all’accertamento della conformità urbanistica, all’apposizione del vincolo preordinato
all’esproprio ed alla dichiarazione di pubblica utilità, per il rilascio dell’autorizzazione alla
realizzazione dell’opera;
2-al conseguente asservimento/occupazione temporanea di aree di proprietà privata.
Gli atti di tale progetto, completi di relazione tecnica, elaborati grafici ed elenco dei
proprietari catastali, oltre all’istanza, nonché la dichiarazione ex art. 31 del d.lgs. 164/2000
e il relativo “schema di rete”, a norma della legge 241/1990, resteranno depositati per
trenta giorni consecutivi, decorrenti dalla data di pubblicazione del presente avviso:
• presso gli uffici tecnici dei Comuni interessati;
• presso la Provincia di Bergamo - Settore Viabilità - Servizio Espropri della Provincia
di Bergamo, sito in Bergamo, Via G. Sora, 4 (tel. 035/387.877); ove potranno essere
esaminati in orario d’ufficio, previo appuntamento telefonico.
• Il Responsabile del procedimento per l’accertamento della conformità urbanistica,
l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica
utilità, per il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione dell’opera è il dott. Claudio
Confalonieri, Dirigente del Settore Ambiente - Servizio Produzione e Trasporto di
Energia, mentre il tecnico assegnatario dell’istruttoria è il geom. Paolo Gamba, il cui
recapito telefonico è 035/387.546, al quale ci si potrà rivolgere per notizie o visione
degli atti.
• Il Responsabile del procedimento di asservimento/occupazione temporanea delle aree è
l’Arch. Daniele Sari, Responsabile del Servizio Espropri.
• Il referente della Società promotrice è l’ing. Claudio Pazzini (tel. 035/4157535),
domiciliato per la carica presso la Snam Rete Gas S.p.A. con sede in Viale Locatelli, 118 24044 - Dalmine (BG).
• Le eventuali osservazioni, ove pertinenti al procedimento in essere, dovranno essere
presentate/inoltrate dagli interessati con memorie scritte e documenti alla Provincia
di Bergamo - Settore Viabilità - Servizio Espropri (fax 035/387.294 - PEC protocollo@
pec.provincia.bergamo.it), entro il termine perentorio di 30 (trenta) giorni dalla data di
scadenza del termine di pubblicazione del presente avviso, per essere successivamente
valutate nella apposita Conferenza di Servizi che sarà tenuta fra le Amministrazioni, Enti
e Società competenti ad esprimersi sull’opera.
Con il presente avviso, da valere anche ai sensi e per gli effetti degli artt. 7 e 8 della legge
7.8.1990, n. 241, si integra la fase istruttoria del procedimento di approvazione del progetto
e dichiarazione di pubblica utilità, relativamente alle nuove aree interessate dai lavori
suddetti. Il presente avviso, viene affisso in data 04 gennaio 2017 per 30 giorni consecutivi
all’Albo Pretorio dei Comuni di Osio Sopra, Osio Sotto, Dalmine, Levate, Stezzano e Lallio,
viene inoltre pubblicato sui quotidiani “L’ECO DI BERGAMO” e “IL SOLE 24 ORE” e sul sito
informatico della Regione Lombardia.
Il presente avviso integra infine a tutti gli effetti, anche la comunicazione personale ai sensi
dell’art. 8, comma 3, della legge 7.8.90 n. 241, in quanto è stato accertato che il numero
dei proprietari dei terreni interessati dall’esecuzione dell’opera è superiore a cinquanta.
Di seguito, si riporta l’elenco delle particelle non informate dall’apposizione del vincolo
preordinato all’esproprio e/o oggetto di variazioni di superfici del vincolo preordinato
all’esproprio (terreni soggetti ad imposizione di servitù), delle nuove aree interessate
dall’occupazione temporanea (terreni non soggetti ad imposizione di servitù) e altresì
l’elenco delle particelle, precedentemente erroneamente informate, non più interessate
dall’intervento:
Potenziamento Metanodotto “Boltiere - Bergamo” ed opere connesse” DN 400 (16”)
DP 24 bar.
COMUNE DI DALMINE
AREE DA ASSERVIRE
Fg. 208 mappale 2196 ICCREA Bancaimpresa S.p.A., Benedetti Mario, UBI Leasing S.p.A.
COMUNE DI LEVATE
AREE DA ASSERVIRE
Fg. 903 mappale 400 GDS s.r.l., Vegagest S.G.R. S.p.A.; mappale 418 GDS s.r.l.; mappale
2781 Ferrandi Fulvio; mappale 341 Immobiliare Valle Serio S.r.l. Fg. 904 mappale 1324
Old Mill Holding S.p.A. Fg. 901 mappale 2334 Old Mill Holding S.p.A.; 2335-2337 F.M.B.
Fabbrica Macchine Bergamo S.r.l., Utensili Fratelli Magoni S.p.A.; 2727 Facani Daris,
Facani Matteo, Faccani Gian Luca, Faccani Roberto; 2726 Degli Innocenti Giuliano, Degli
Innocenti Suellen; 1775-1776-1778-560-451-488-486-492-462-494-749-464-485
Coccioli Nicola, Signorelli Angela.
AREE DA ASSERVIRE non più interessate dal tracciato per il quale il procedimento è
concluso
Fg. 901 mappali 557-452-467-559-466-474-465-484 Coccioli Nicola, Signorelli Angela.
AREE DA OCCUPARE TEMPORANEAMENTE
Fg. 903 mappale 400 GDS s.r.l., Vegagest S.G.R. S.p.A.; mappale 418 GDS s.r.l.; mappale
2781 Ferrandi Fulvio; mappale 341 Immobiliare Valle Serio S.r.l. Fg. 901 mappale 2334 Old
Mill Holding S.p.A.; 2726 Degli Innocenti Giuliano, Degli Innocenti Suellen; mappali 17751776-1778-555-462-749-485-464-484-478-451-488-1804-486-492-494-701-477481-482-560-462 Coccioli Nicola, Signorelli Angela;
AREE DA OCCUPARE TEMPORANEAMENTE non più interessate dal tracciato per il
quale il procedimento è concluso
Fg. 901 mappali 557-452-467-559-466-474-465-470-475-472-476-558 Coccioli
Nicola, Signorelli Angela;
COMUNE DI OSIO SOPRA
AREE DA ASSERVIRE
Fg. 908 mappali 3709-3711 Quistini Maria; mappale 5623 Autostrade per l’Italia S.p.A.;
mappali 5634-4615-4617-4619-4621-3828 Comune di Osio Sopra; mappale 5630
Raimondi Elsa; mappale 5919 Betelli Adelmo, Betelli Alessandro, Raimondi Elsa, Società
Agricola La Quercia; mappale 3979 Comune di Osio Sotto; mappale 753 Campos Maurizio.
AREE DA ASSERVIRE non più interessate dal tracciato per il quale il procedimento è
concluso
Fg. 908 mappale 2329 Bonini Enrico, Bonini Francesca, Bonini Luigi, Bonini Maria Pia,
Bonini Paolo; mappali 2389-4611-5624-5626-5633-5634 Comune di Osio Sopra;
mappale 3709 Quistini Maria; mappale 2330 Cappelli Pietro; mappale 2331 Rossi Gian
Lorenzo; mappali 5632 Autostrade per l’Italia S.p.A.; mappale 5918 Raimondi Elsa, Società
Agricola La Quercia.
AREE DA OCCUPARE TEMPORANEAMENTE
Fg. 905 516 Viola Marino, Viola Piergaetano. Fg. 908 mappali 3709-3711 Quistini Maria;
mappale 5623 Autostrade per l’Italia S.p.A.; mappali 4611-5624-5633-4615-4617-46194621-3828 Comune di Osio Sopra; mappali 4620-4622 Pinotti Gemma; mappale 3979
Comune di Osio Sotto; mappale 753 Campos Maurizio.
AREE DA OCCUPARE TEMPORANEAMENTE non più interessate dal tracciato per il
quale il procedimento è concluso
Fg. 908 mappale 2329 Bonini Enrico, Bonini Francesca, Bonini Luigi, Bonini Maria Pia,
Bonini Paolo; mappale 2330 Cappelli Pietro; mappale 2331 Rossi Gian Lorenzo; mappale
5632; mappale 5918 Raimondi Elsa, Società Agricola La Quercia; mappale 5919 Betelli
Adelmo, Betelli Alessandro, Raimondi Elsa, Società Agricola La Quercia.
COMUNE DI OSIO SOTTO
AREE DA ASSERVIRE
Fg. 903 mappali 224-225-8357-8358-8354 Comune di Osio Sotto; mappale 5653
Amministrazione Provinciale di Bergamo; mappale 3931 Amadei Mario; mappale 8359
Carminati Alberto Emilio, Carminati Anna Maria, Carminati Daniela, Carminati Santino;
mappale 5512 Italcogim Reti S.p.A.
AREE DA ASSERVIRE non più interessate dal tracciato per il quale il procedimento è
concluso
Fg. 903 mappali 6089-3927 Carminati Alberto Emilio, Carminati Anna Maria, Carminati
Daniela, Carminati Santino.
AREE DA OCCUPARE TEMPORANEAMENTE
Fg. 903 mappali 224-225-8357-8358-8354-1781 Comune di Osio Sotto; mappale 5653
Amministrazione Provinciale di Bergamo; mappale 3931 Amadei Mario; mappale 8359
Carminati Alberto Emilio, Carminati Anna Maria, Carminati Daniela, Carminati Santino;
mappale 5512 Italcogim Reti S.p.A.
AREE DA OCCUPARE TEMPORANEAMENTE non più interessate dal tracciato per il
quale il procedimento è concluso
Fg. 903 mappali 6089-3927 Carminati Alberto Emilio, Carminati Anna Maria, Carminati
Daniela, Carminati Santino.
Dalmine (BG) lì, 04.01.2017
Sam Rete Gas S.p.A.
Ingegneria & Costruzioni - Progetto Nord Orientale - Manager Investimenti Nord Est
(ing. Claudio Pazzini)
OPZIONI
America
Antille Oland. fiorino
Argentina peso
Aruba fiorino
Bahamas $
Barbados $
Belize $
Bermuda $
Bolivia boliviano
Cayman $
Cile peso
Colombia peso
Costarica colon
Cuba peso
Dominicana R. peso
El Salvador colon
Falkland pound
Giamaica $
Guatemala quetzal
Guyana $
Haiti gourde
Honduras lempira
Nicaragua cordoba
Panama balboa
Paraguay guar.
Perù sol
St.Kitts & Nevis $
Suriname $
Trinidad $
Uruguay peso
Venezuela bolivar
Asia
Afghanistan afghni
Arabia S. rial
Armenia dram
Azerbaidjian manat
Bahrain dinaro
Bangladesh taka
Birmania kyat
Brunei $
Buthan ngultrum
Cambogia riel
110,8686
165,8274
0,0937
1683,6142
631,6389
106,1772
473,7292
18,3093
15,5489
22,5225
44,0700
4,2002
177,7210
9230,0637
102,7488
13,7545
84,5000
1,4422
2101,4200
725,5892
10,1829
357,5500
36,0321
71,2400
13,7545
310,6975
1182,1053
820,9613
1,2281
23591,7188
13,5057
5513,5003
578,5000
6,5944
13,7545
2184,1220
631,6389
2,3332
3606,5391
9,9156
1,8589
16,4833
1,8589
1,0385
2,0770
2,0865
1,0385
7,1760
0,8620
697,2474
3101,8760
573,6546
1,0385
48,4750
9,0869
0,8457
132,8870
7,8306
215,1876
70,2238
24,2479
30,4660
1,0385
5963,4824
3,4973
2,8040
4,1851
6,9975
29,9036
10,3720
-1,48
-1,59
-1,48
-1,48
-1,48
-1,47
-1,48
-1,48
-1,48
-1,09
-2,13
-1,23
-1,48
-1,45
-1,48
-1,23
-1,50
-1,30
-1,48
-1,50
-2,08
-1,43
-1,48
-1,90
-1,21
-1,48
-1,99
-1,79
-3,40
-1,48
1,7900
15,8722
1,7900
1,0000
2,0000
2,0091
1,0000
6,9100
0,8300
671,3985
2986,8811
552,3876
1,0000
46,6779
8,7500
1,2281
127,9605
7,5403
207,2100
67,6204
23,3490
29,3365
1,0000
5742,4000
3,3676
2,7000
3,3000
6,7381
28,7950
9,9875
69,5016
3,8953
502,6652
1,8389
0,3905
81,8445
1404,9174
1,5061
71,0010
4199,9248
-1,34
-1,50
-1,67
-1,48
-1,48
-1,39
-2,09
-1,14
-0,83
-1,30
66,9250
3,7509
484,0300
1,7707
0,3760
78,8103
1352,8333
1,4503
68,3688
4044,2222
Corea Del Nord won
Georgia lari
Giordania dinaro
Irak dinaro
Iran rial
Kazakistan tenge
Kirghizistan som
Kuwait dinaro
Laos kip
Libano sterlina
Macao pataca
Maldive rufiyaa
Mongolia tugrik
Nepal rupia
Oman rial
Pakistan rupia
Qatar rial
Siria sterlina
Sri Lanka rupia
Tagikistan somoni
Taiwan $
Turkmenistan N.man.
U.A.E. dirham
Uzbekistan sum
Vietnam dong
Yemen rial
Europa
Albania lek
Bielorussia rublo
Bosnia Erz. marco
Gibilterra pound
Macedonia denar
Moldavia leu
Serbia dinaro
Ucraina hryvnia
Oceania
Fiji $
I. Tonga pa anga
Papua Guinea kina
Polinesia Fr. franco
Samoa tala
Solomon $
Vanuatu vatu
Usd
¤
Jpy
1,0385
1,0000
0,8460
1,2280
1,3969
0,7438
0,9704
1,1537
1,0892
0,7218
0,6916
3,8434
1,0000
0,9629
0,8147
1,1825
1,3452
0,7162
0,9344
1,1110
1,0488
0,6951
0,6660
3,7010
122,7500
118,1993
100,0000
145,1546
165,1175
87,9172
114,6982
136,3692
128,7389
85,3201
81,7461
454,2931
Gbp
Dkr
0,8457
0,8143
0,6889
1,0000
1,1375
0,6057
0,7902
0,9395
0,8869
0,5878
0,5632
3,1297
Cad
7,4341
7,1585
6,0563
8,7910
10,0000
5,3245
6,9465
8,2589
7,7968
5,1672
4,9508
27,5133
Chf
1,3962
1,3444
1,1374
1,6510
1,8781
1,0000
1,3046
1,5511
1,4643
0,9705
0,9298
5,1673
Nok
1,0702
1,0305
0,8719
1,2655
1,4396
0,7665
1,0000
1,1889
1,1224
0,7439
0,7127
3,9608
9,0013
8,6676
7,3330
10,6442
12,1081
6,4470
8,4109
10,0000
9,4405
6,2566
5,9945
33,3135
Scadenza
Base
Volatil.
Call¤
Put¤
1 mese
2 mesi
3 mesi
6 mesi
12 mesi
1,0452
1,0462
1,0462
1,0462
1,0462
9,8880
10,0750
10,4980
10,9130
10,6000
0,0124
0,0174
0,0218
0,0320
0,0436
0,0124
0,0174
0,0218
0,0319
0,0434
1,3200
2,0100
2,6200
4,1300
5,4100
1,5300
2,3600
3,1100
5,1700
7,6900
1,4200
2,1300
2,6200
3,5900
4,5300
1,6200
2,4700
3,0900
4,6000
6,7400
2,2847
2,7497
0,7363
1209,8525
33620,3990
346,2203
72,0084
0,3180
8502,1995
1565,5388
8,2968
15,9825
2587,4020
113,6016
0,3993
108,8028
3,7801
535,1391
155,4425
8,1794
33,5154
3,6348
3,8123
3347,8125
23626,4375
259,9500
-1,48
-1,44
-1,48
-1,48
-1,49
-1,51
-1,45
-1,31
-1,44
-1,48
-1,46
-1,22
-1,40
-0,83
-1,48
-1,51
-1,48
-1,48
-1,50
-1,48
-1,42
-1,48
-1,48
-1,51
-1,52
-1,44
2,2000
2,6478
0,7090
1165,0000
32374,0000
333,3850
69,3389
0,3062
8187,0000
1507,5000
7,9893
15,3900
2491,4800
109,3901
0,3845
104,7692
3,6400
515,3000
149,6798
7,8762
32,2729
3,5000
3,6710
3223,7000
22750,5417
250,3130
133,2084
—
1,9558
0,8457
61,1787
20,8519
123,0787
28,3133
-1,79
—
—
-1,23
-0,93
-1,00
-0,26
-1,48
128,2700
—
1,8833
1,2281
58,9107
20,0789
118,5159
27,2636
2,2157
2,3128
3,2968
119,3317
2,6888
8,3953
116,7600
-1,11
1,63
-1,48
—
-1,48
-1,56
-2,03
0,4687
0,4490
0,3150
114,9078
2,5891
0,1237
112,4314
1M
2M
3M
6M
12 M
Czk
1M
2M
3M
6M
12 M
Sek
Aud
9,5348
9,1813
7,7677
11,2751
12,8258
6,8291
8,9094
10,5927
10,0000
6,6274
6,3498
35,2879
Nzd
1,4387
1,3854
1,1721
1,7013
1,9353
1,0304
1,3443
1,5983
1,5089
1,0000
0,9581
5,3246
1,5016 27,0200
1,4459 26,0183
1,2233 22,0122
1,7757 31,9518
2,0199 36,3460
1,0755 19,3525
1,4031 25,2476
1,6682 30,0179
1,5749 28,3383
1,0437 18,7808
1,0000 17,9941
5,5574 100,0000
Opzioni ¤/Usd dati al 29.12
Opzioni ¤/Jpy dati al 22.12
1 mese
2 mesi
3 mesi
6 mesi
12 mesi
03.01.17
Scadenze
Libor
Usd
Jpy
Gbp
RENDIMENTI MEDIOBANCA
Indicizzati:
Media mobile
A tasso fisso:
Indicizzati:
Cibor
Dkr
Nibor
Nok
Stibor
Skr
Pribor
Czk
Wibor
Pln
—
-0,34500
-0,31750
-0,26500
-0,22250
-0,05000
0,15250
—
0,68000
0,90000
0,97000
1,15000
1,29000
—
—
-0,59700
-0,68800
-0,64800
-0,59800
-0,42300
—
0,12000
0,13000
0,20000
0,23000
0,28000
0,35000
0,44000
1,58000
1,60000
1,66000
—
1,73000
1,81000
1,85000
Chf
O/N
-0,41071 -0,41641 0,69544 -0,05157 0,22500 -0,78600
1w
-0,39429 -0,39977 0,72333 -0,06257 0,24063 -0,79880
1m
-0,37929 -0,38456 0,77333 -0,06443 0,25813 -0,78500
2m
-0,35557 -0,36051 0,82000 -0,04443 0,31688 -0,75280
3m
-0,33571 -0,34037 0,99872 -0,02943 0,37025 -0,72720
6m
-0,22800 -0,23117 1,31767 0,02107 0,53613 -0,65920
12m
-0,08643 -0,08763 1,68900 0,12771 0,77975 -0,49820
I dati del Cibor e Stibor sono relativi alla giornata precedente (Fonte:Nasdaq OMX)
Titoli di Stato
e Obblig. (Mot)
Media settimanale
A tasso fisso:
9,6500
10,7300
11,7100
13,4500
13,3500
Opzioni Usd/Jpy dati al 22.12
117,4900
117,4900
117,4900
117,4900
117,4900
10,7900
11,8000
12,1900
12,3500
11,9700
DEPO, OIS E FRA
Scad.
Depo
Ois
Den. Lett. Den. Lett.
Fra
Scad. Den. Lett.
Euro dati al 29.12
-0,40
-0,40
-0,30
-0,30
-0,10
-0,30
-0,20
-0,20
-0,20
—
-0,30
-0,30
-0,30
-0,30
-0,30
-0,20
-0,30
-0,30
-0,30
-0,30
3x6
6x9
9x12
6x12
12x18
-0,32
-0,30
-0,28
-0,19
-0,14
-0,29
-0,27
-0,25
-0,17
-0,12
0,63
0,64
0,65
0,70
0,84
0,65
0,66
0,67
0,72
0,86
3x6
6x9
9x12
6x12
12x18
1,07
1,24
1,40
1,53
1,82
1,08
1,26
1,41
1,57
1,86
-0,04
-0,04
-0,04
-0,04
-0,04
-0,03
-0,03
-0,03
-0,03
-0,03
3x6
6x9
9x12
6x12
12x18
-0,01
-0,01
—
0,02
0,03
0,01
0,01
0,01
0,04
0,06
Usd dati al 22.12
0,77
0,69
0,88
1,09
1,57
0,80
0,82
1,01
1,21
1,70
Jpy dati al 22.12
1M
2M
3M
6M
12 M
-0,26
-0,17
-0,19
-0,10
-0,15
-0,14
0,08
0,06
—
0,10
TASSI BCE
¤ 365
¤
122,8200
122,8200
122,8200
122,8200
122,8200
1 mese
2 mesi
3 mesi
6 mesi
12 mesi
TASSI INTERBANCARI
Operazioni
Durata residua (anni)
3-5
5-7
Oltre 7
Settim.
Media
Settim.
30.12.16
23.12.16
30.12.16
23.12.16
2,817
3,270
1,664
1,618
2,901
5,622
1,715
1,747
1,650
1,810
1,491
1,297
2,978
3,016
2,638
2,655
30.12.16
23.12.16
30.12.16
23.12.16
2,902
2,878
1,726
1,725
2,656
2,553
2,010
2,054
1,961
1,962
1,358
1,333
3,022
3,001
2,799
2,815
Indice
WGBI European
EGBI
EGBI 1-3 Yrs
EGBI 3-7 Yrs
EGBI 7-10 Yrs
Eurobig
¤ giorn.
593,00 -0,37
232,38 -0,35
171,69 -0,01
217,78 -0,08
257,96 -0,28
229,93 -0,26
¤
Data
oper. mld
16.03.16
16.03.16
10.09.14
04.01.17
28.12.16
22.12.16
21.12.16
01.12.16
34
39
3
62
3
MUTUI PUBBLICI
(Tasso massimo da applicare su mutui a carico degli
Enti locali)
Scadenza
T. fisso(*)
T. variabile
Var%
Chiusura
Durata tasso
Operazioni su iniziativa controparti
Tasso di rifin. marginale
0,25
Tasso di deposito
-0,40
Main Refinancing Fix Rate
0,05
Operazioni di mercato aperto
7gg 0,00
Pronti/termine settimanale 7gg 0,00
Pronti/termine mensile 98gg 0,00
1456gg 0,00
84gg 0,00
CITI FIXED INCOME INDICES
Rendimenti odierni: fisso 2,755; indicizz. 1,595
mese in.an.
0,20 12,39
0,62 4,91
0,23 1,04
0,63 3,48
0,87 5,62
0,54 4,35
Rend.
1,06
0,53
-0,38
0,11
0,79
0,50
Prezzo Preced.
Merce
Dur.
7,66
7,41
1,98
4,59
7,77
6,64
fino a 10 anni
fino a 15 anni
fino a 20 anni
fino a 25 anni
oltre 25 anni
IRS 7yrs+0,90%
IRS 10yrs+1,50%
IRS 12yrs+1,70%
IRS 15yrs+1,80%
IRS 20yrs+2,30%
Euribor 6m+0,90
Euribor 6m+1,50
Euribor 6m+1,65
Euribor 6m+1,80
Euribor 6m+2,35
(*) Per IRS si intende il tasso lettera verso Euribor
a 6 mesi fissato a Francoforte alle h.11,00 del
giorno precedente alla stipula del contratto.
COMMODITIES
Merce
Mercato Mese Data
Energia e Combustibili
Brent Dated(Usd/bbl)
Brent Crude Oil(Usd/bbl)
Carbon Emiss(Euc/t)
Gasoline Rbob(Usd/gal)
Heating Oil(Usd/gal)
Nafta(Usd/t)
Natural Gas(Usc/mbtu)
AREE DA ASSERVIRE non più interessate dal tracciato per il quale il procedimento è
concluso
Fg. 206 mappali 150-151-149-241 Esposito Rosangela, Sorti Angelo Daniele, Sorti Francesco,
Sorti Miriam, Sorti Felice, Taramelli Felicia; mappale 2239 Ongis Danilo; mappali 1014-1492
Maffioletti Lucia, Ongis Domiziano; mappale 144 Allegrini Emilia, Betelli Maria Assunta,
Viviani Antonio, Viviani Luigi Angelo, Viviani Severo, Zambelli Assunta; mappale 1587
Arnoldi Maria, Ongis Barbara, Ongis Emanuela, Ongis Fausto, Ongis Felicita Giacomina,
Ongis Giacomo, Ongis Michelangelo, Zanni Elisa; mappale 2470 Ongis Tarcisio; mappale
1494 Ongis Antonio, Ongis Carla, Ongis Giacomina, Ongis Roberto Andrea.
AREE DA OCCUPARE TEMPORANEAMENTE non più interessate dal tracciato per il
quale il procedimento è concluso
Fg. 206 mappali 150-151-149-241 Esposito Rosangela, Sorti Angelo Daniele, Sorti
Francesco, Sorti Miriam, Sorti Felice, Taramelli Felicia; mappale 2239 Ongis Danilo; mappali
1014-1492 Maffioletti Lucia, Ongis Domiziano; mappale 144 Allegrini Emilia, Betelli
Maria Assunta, Viviani Antonio, Viviani Luigi Angelo, Viviani Severo, Zambelli Assunta;
mappale 1587 Arnoldi Maria, Ongis Barbara, Ongis Emanuela, Ongis Fausto, Ongis Felicita
Giacomina, Ongis Giacomo, Ongis Michelangelo, Zanni Elisa; mappale 2470 Ongis Tarcisio;
mappale 1494 Ongis Antonio, Ongis Carla, Ongis Giacomina, Ongis Roberto Andrea.
-1,07
-2,02
-1,43
-1,81
—
—
—
-1,02
-1,47
-1,45
-0,81
-1,03
-1,48
-1,43
-1,24
-1,20
-1,48
-1,18
-8,36
-1,73
-0,77
-1,45
-1,45
-1,62
-1,20
-2,90
-2,24
-1,09
-1,23
—
-1,48
-1,63
-1,48
-1,48
-1,20
-1,34
—
-1,10
-1,40
-1,30
(¤)
(Usd)
(Jpy)
(Gbp)
(Dkk)
(Cad)
(Chf)
(Nok)
(Sek)
(Aud)
(Nzd)
(Czk)
Gas Oil(Usd/t)
SNAM RETE GAS S.p.A. - AVVISO AL PUBBLICO
Integrazione Avvio del procedimento
ai sensi dell’art. 52-ter del d.p.r. 08.06.2001 n. 327 e s.m.i.
$
CAMBI - CROSS RATES - RILEVAZIONI BCE
Etanolo Mais(Usd/gal)
avviso al pubblico
Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/indicienumeri
WTI Cushing(Usd/bbl)
WTI(Usd/bbl)
ICE
IPE
IPE
IPE
ICE
ICE
NYMEX
NYMEX
NYMEX
IPE
IPE
IPE
NYMEX
NYMEX
NWE
NYMEX
NYMEX
CME
NYMEX
NYMEX
Spot
Mar
Apr
Mag
Set
Dec
Gen
Feb
Mar
Gen
Feb
Mar
Feb
Feb
Spot
Feb
Mar
Spot
Feb
Mar
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
Settl
Spot
3m
15m
Spot
3m
15m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
15m
Spot
3m
15m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
03.01 325,00 325,00
03.01 325,00 325,00
03.01 325,00 325,00
03.01 320,00 320,00
03.01 325,00 325,00
03.01 325,00 325,00
03.01 320,00 320,00
03.01 1550,00 1550,00
03.01 1550,00 1550,00
03.01 1565,00 1570,00
03.01 1546,00 1551,00
03.01 1565,00 1570,00
03.01 1702,00 1713,50
03.01 1702,00 1713,50
03.01 1693,00 1701,50
03.01 1688,00 1709,50
03.01 1679,00 1698,00
03.01 10205,00 10010,00
03.01 10205,00 10010,00
03.01 10270,00 10095,00
03.01 9970,00 9995,00
03.01 10025,00 10050,00
03.01 2007,00 1985,00
03.01 2007,00 1985,00
03.01 2022,00 1996,00
03.01 1990,00 1980,50
03.01 2006,00 1998,00
03.01 5574,00 5501,00
03.01 5574,00 5501,00
03.01 5584,00 5520,00
03.01 5492,50 5533,00
03.01 5505,00 5546,00
03.01 21300,00 21100,00
03.01 21300,00 21100,00
03.01 21080,00 20935,00
03.01 20680,00 20555,00
03.01 21065,00 21085,00
03.01 20975,00 21000,00
03.01 20555,00 20595,00
03.01 2552,50 2563,00
03.01 2552,50 2563,00
03.01 2570,00 2580,00
03.01 2517,50 2580,50
03.01 2535,00 2597,00
ASSOM
NWE
NWE
ASSOM
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
PAR
NWE
NWE
NWE
NWE
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
03.01 7494,23 7298,51
03.01 7300,00 7500,00
03.01
4,60
4,60
03.01 8033,45 7830,28
03.01
0,75
0,70
03.01
0,75
0,72
03.01
14,45
14,20
03.01
2,15
1,85
03.01 170,00 150,00
03.01 900,00 1000,00
03.01 650,00 650,00
03.01 230,00 230,00
03.01 21652,00 21344,00
03.01 2400,00 2300,00
27.10 800,00 800,00
25.11
17,25
17,25
25.11
6,80
6,80
LME - London Metal Exchange
Acciaio Bill Md(Usd/t)
Acciaio Bill Md 1ª(Usd/t)
Acciaio Bill Md 2ª(Usd/t)
Alluminio Alloy(Usd/t)
Alluminio Alloy 1ª(Usd/t)
Alluminio Alloy 2ª(Usd/t)
Alluminio HG(Usd/t)
Alluminio HG 1ª(Usd/t)
Alluminio HG 2ª(Usd/t)
Nickel(Usd/t)
Nickel 1ª(Usd/t)
Nickel 2ª(Usd/t)
Piombo(Usd/t)
Piombo 1ª(Usd/t)
Piombo 2ª(Usd/t)
Rame grado A(Usd/t)
Rame grado A 1ª(Usd/t)
Rame grado A 2ª(Usd/t)
Stagno HG(Usd/t)
Stagno HG 1ª(Usd/t)
Stagno HG 2ª(Usd/t)
Zinco SHG(Usd/t)
Zinco SHG 1ª(Usd/t)
Zinco SHG 2ª(Usd/t)
Altri metalli
Alpacca Cu64Ni18(Eur/t)
Antimonio 99,65%(Usd/t)
Bismuto 99,99%(Usd/lb)
Bronzo Lega B6(Eur/t)
Cadmio 99,95%(Usd/lb)
Cadmio 99,99%(Usd/lb)
Cobalto catodi(Usd/lb)
Cromo Fe LoCarb(Usd/lb)
Gallio ling 99,9%(Usd/kg)
Germanio met(Usd/kg)
Germanio bioss.(Usd/kg)
Indio ling 99,97%(Usd/kg)
Iridio(Eur/kg)
Manganese 99,7%(Usd/t)
Manganese Ferro(Usd/t)
Molibdeno Ferro(Usd/kg)
Molibdeno Ossido(Usd/lb)
Prezzo Preced.
54,89
55,47
56,14
56,71
5,44
5,44
1,57
1,53
1,53
493,75
498,50
502,25
1,62
1,68
473,30
3,33
3,32
52,31
52,33
53,29
54,89
56,82
57,49
58,04
6,14
6,14
1,61
1,56
1,56
501,00
504,75
507,50
1,67
1,73
471,80
3,72
3,68
53,70
53,72
54,66
Merce
Mercato Mese Data
Ottone base barra(Eur/t)
Ottone 63(Eur/t)
Ottone 67(Eur/t)
Rame(Usc/lb)
Rame catodi(Eur/t)
Rame coils(Gbp/q)
Rame elettrol(Eur/qle)
Rame filo 8mm(Gbp/q)
Rame merchant(Usc/lb)
Rame semilav.(Eur/t)
Rodio sp. 99,99%(Usd/oz)
Selenio 99,5%(Usd/lb)
Silicio blocchi(Usd/t)
Silicio Ferro(Usd/t)
Titanio Ferro(Usd/kg)
Titanio spugna(Usd/kg)
Tungsteno Ferro(Usd/kg)
Vanadio Ferro(Usd/kg)
Vanadio Pentoss.(Usd/lb)
Zinco elettrol.(Eur/t)
Metalli preziosi
Argento Spot(Usc/oz)
Argento(Usd/oz)
Oro Londra fixing(Usd/oz)
Oro AM(Eur/gr)
Oro PM(Eur/gr)
Oro(Usd/oz)
Palladio PM fix(Usd/oz)
Palladio(Eur/gr)
Palladio(Usd/oz)
Platino PM fix(Usd/oz)
Platino(Eur/gr)
Platino(Usd/oz)
ASSOM
ASSOM
ASSOM
COMEX
COMEX
COMEX
PAR
NWE
FFT
NWE
COMEX
ASSOM
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
PAR
Spot
Spot
Spot
Gen
Feb
Mar
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
23.12
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
30.12
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
4980,00
5471,21
5588,66
2,48
2,49
2,49
5245,00
506,40
548,01
507,05
253,55
6557,68
760,00
9,00
1800,00
1100,00
3,10
8,20
26,75
23,00
5,00
3230,00
4980,00
5350,23
5462,49
2,50
2,50
2,51
5245,00
505,51
533,68
506,16
255,25
6388,59
760,00
8,50
1600,00
1100,00
3,25
8,20
26,75
24,00
4,90
3230,00
LBMA
NYMEX
NYMEX
NYMEX
LBMA
ASORL
ASORL
NYMEX
NYMEX
NYMEX
LBMA
ASORL
NYMEX
NYMEX
NYMEX
LBMA
ASORL
NYMEX
NYMEX
NYMEX
Spot
Gen
Feb
Mar
Spot
Spot
Spot
Gen
Feb
Mar
Spot
Spot
Gen
Feb
Mar
Spot
Spot
Gen
Feb
Mar
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
22.12
22.12
03.01
03.01
03.01
30.12
22.12
03.01
03.01
03.01
30.12
22.12
03.01
03.01
03.01
16,27
16,36
16,38
16,41
1151,00
35,17
35,08
1160,40
1162,00
1163,20
676,00
21,39
709,30
709,95
709,90
907,00
29,66
939,30
939,90
942,00
15,93
15,94
15,96
15,99
1159,10
35,17
35,08
1150,00
1151,70
1152,90
676,00
21,39
682,65
683,30
683,25
907,00
29,66
901,60
903,80
904,70
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
Mar
Mag
Lug
Gen
Mar
Mag
Mar
Mag
Lug
Mar
Mag
Lug
Gen
Mar
Mag
Gen
Mar
Mag
Gen
Mar
Mag
03.01 235,50 228,50
03.01 235,00 228,50
03.01 236,25 229,75
03.01 308,30 312,90
03.01 312,10 316,60
03.01 315,00 319,20
03.01 406,50 408,00
03.01 418,00 420,50
03.01 431,50 434,25
03.01 355,75 352,00
03.01 361,50 357,50
03.01 368,25 364,25
03.01
34,57
34,42
03.01
34,81
34,66
03.01
35,05
34,92
03.01
9,37
9,36
03.01
9,61
9,61
03.01
9,85
9,86
03.01 986,75 996,50
03.01 995,00 1004,00
03.01 1003,50 1012,50
CBOT - Chicago Board of Trade
Avena(Usc/bu)
Farina di soia(Usd/t)
Frumento(Usc/bu)
Granoturco(Usc/bu)
Olio soia(Usc/lb)
Riso grezzo(Usc/cwt)
Semi di soia(Usc/bu)
Altri cereali, olii e semi oleosi
Copra Filippine(Usd/t)
Far. pesce Cile(Usd/t)
Far. pesce Danish(Usd/t)
Far. pesce Islanda(Usd/t)
Far. pesce Perù(Usd/t)
Farina di soia HP(Usd/t)
Frumento tenero(Eur/t)
Granoturco(Eur/t)
Olio Cocco Filipp.(Usd/t)
Olio colza canola(Cad/t)
Olio colza crude(Eur/t)
Olio girasole UE(Usd/t)
Olio lino(Usd/t)
NWE P1 03.01 873,00
NWE P1 03.01 1650,00
NWE P1 03.01 1520,00
NWE P1 03.01 1505,00
NWE P1 03.01 1550,00
NWE P1 03.01 366,00
MATIF Mar 03.01 169,25
MATIF Mag 03.01 171,75
MATIF Set 03.01 173,00
MATIF Gen 03.01 175,00
MATIF Mar 03.01 169,00
MATIF Giu 03.01 171,75
NWE P1 03.01 1745,00
ICE-CA Spot 03.01 510,10
NWE P1 03.01 885,00
NWE P2 03.01 862,00
NWE P1 03.01 820,00
NWE P2 03.01 820,00
NWE P1 03.01 792,50
871,50
1650,00
1510,00
1495,00
1550,00
369,00
168,00
170,50
172,25
167,50
168,50
171,00
1735,00
514,00
875,00
853,00
820,00
820,00
795,00
Mercato Mese Data
Olio palma crude(Usd/t)
Olio palmkernel(Usd/t)
Olio ricino(Usd/t)
Olio soia crude(Eur/t)
Olio tung crude(Usc/lb)
Semi di colza(Eur/t)
Semi soia Usa 2(Usd/t)
Coloniali
Caffè arabica(Usc/lb)
Caffè robusta(Usd/t)
Cacao(Usd/t)
Cacao(Gbp/t)
Ico caffè Comp(Usc/lb)
Icco cacao Index(Usd/t)
Isa zucch Index(Usc/lb)
Succo arancia(Usc/lb)
Zucchero grezz 11(Usc/lb)
Zucchero raffin(Usd/t)
ICE-US
ICE-US
ICE-US
LIFFE
LIFFE
LIFFE
ICE-US
ICE-US
ICE-US
LIFFE
LIFFE
LIFFE
ICO
ICCO
ISA
ICE-US
ICE-US
ICE-US
ICE-US
ICE-US
ICE-US
LIFFE
LIFFE
LIFFE
Bestiame
Suini macellati(Usc/lb)
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
02.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
137,40
139,70
142,00
2137,00
2124,00
2131,00
2166,00
2152,00
2150,00
1757,00
1774,00
1798,00
131,36
2148,21
19,20
197,00
194,45
192,35
20,51
20,12
19,58
542,90
536,30
524,50
137,05
139,40
141,70
2159,00
2138,00
2144,00
2126,00
2113,00
2114,00
1732,00
1750,00
1779,00
135,04
2213,49
19,20
198,10
193,85
191,70
19,51
19,25
18,85
524,20
518,00
509,50
CME Feb 03.01
CME Apr 03.01
CME Mag 03.01
CME Giu 03.01
63,50
66,90
71,70
75,93
66,15
68,08
72,90
76,50
Cotone e Lane autraliane
Cotone(Usc/lb)
Northern Index(Auc/kgcl)
17,5 micron(Auc/kgcl)
18 micron(Auc/kgcl)
18,5 micron(Auc/kgcl)
19 micron(Auc/kgcl)
19,5 micron(Auc/kgcl)
20 micron(Auc/kgcl)
21 micron(Auc/kgcl)
22 micron(Auc/kgcl)
Southern Index(Auc/kgcl)
17,5 micron(Auc/kgcl)
18 micron(Auc/kgcl)
18,5 micron(Auc/kgcl)
19 micron(Auc/kgcl)
19,5 micron(Auc/kgcl)
20 micron(Auc/kgcl)
21 micron(Auc/kgcl)
22 micron(Auc/kgcl)
Eastern Index(Auc/kgcl)
Western Index(Auc/kgcl)
Varie industria
Gomma Rss 3(Usc/kg)
Gomma Rss 3(Usc/kg)
Gomma Smr CV(Usc/kg)
Gomma Smr L(Usc/kg)
Gomma Smr 5(Usc/kg)
Gomma Smr 10(Usc/kg)
Gomma Smr 20(Usc/kg)
Gomma Tsr 20(Usc/kg)
Legname d'opera(Usd/bft)
Prezzo Preced.
NWE P1 03.01 810,00 790,00
NWE P2 03.01 795,00 785,00
NWE P1 03.01 1670,00 1650,00
NWE P1 03.01 1410,00 1410,00
NWE P1 03.01 840,00 830,00
NWE P2 03.01 835,00 825,00
NWE Spot 30.12 170,00 170,00
MATIF Feb 03.01 414,75 409,75
MATIF Mag 03.01 412,25 408,25
MATIF Ago 03.01 383,25 380,75
NWE P1 03.01 405,40 408,70
Mar
Mag
Lug
Gen
Mar
Mag
Mar
Mag
Lug
Mar
Mag
Lug
Spot
Spot
Spot
Gen
Mar
Mag
Mar
Mag
Lug
Mar
Mag
Ago
ICE-US
ICE-US
ICE-US
ICE-US
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
Mar
Mag
Lug
Ott
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
03.01
03.01
03.01
03.01
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
15.12
71,78
72,12
72,46
70,74
1412,00
1764,00
1732,00
1692,00
1624,00
1564,00
1496,00
1415,00
1381,00
1318,00
1740,00
1714,00
1667,00
1620,00
1563,00
1485,00
1410,00
1374,00
1355,00
1421,00
70,65
71,02
71,38
69,72
1412,00
1764,00
1732,00
1692,00
1624,00
1564,00
1496,00
1415,00
1381,00
1318,00
1740,00
1714,00
1667,00
1620,00
1563,00
1485,00
1410,00
1374,00
1355,00
1421,00
SICOM
SICOM
SICOM
TOCOM
TOCOM
TOCOM
MRE
MRE
MRE
MRE
MRE
SICOM
SICOM
SICOM
CME
CME
CME
Feb
Mar
Apr
Gen
Feb
Mar
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Feb
Mar
Apr
Gen
Mar
Mag
03.01
03.01
03.01
30.12
30.12
30.12
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
230,00
230,50
231,00
262,00
260,80
259,00
231,10
222,40
208,60
206,35
205,90
201,50
203,00
202,50
315,40
329,10
336,60
227,50
229,50
229,50
262,00
260,80
259,00
229,90
221,10
199,70
197,45
197,00
199,80
202,40
201,60
316,60
329,40
337,90
LEGENDA: Mercati: ASORL Associazione Orafa Lombarda. ASSOM Assomet. CBOT Chicago Board Of Trade. CME Chicago Mercantile Exchange. COMEX COmmodity Mercantile EXchange New York. CWB Canadian Wheat Board. FFT
Francoforte. ICE Inter Continental Exchange, -US United States, -EU EUrope, -CA Canada. ICO International Coffe Organization. ICCO International CoCoa Organization. ISA International Sugar Agreement. IPE International
Petroleum Exchange. LBMA London Bullion Market Association. LIFFE Euronext Londra. LME London Metal Exchange. MATIF Euronext Parigi. MRE Malaysian Rubber Exchange. NWE North West Europe (Rotterdam e Londra per i
Metalli). NYMEX New York Mercantile EXchange. PAR Parigi. PVE Productschappen Vee, vlees en Eieren, Utrecht. SICOM SIngapore COMmodity exchange. TOCOM TOkyo COMmodity exchange. W-AUS Wool Australia. Sigle: bbl
barile. bu bushel. cwt hundred weight. gal gallone. GBp Uk pence. gr grammo. kg chilo. kg cl kg clean - kilogram of clean yield. lb libbra. mbtu million british termal unit. oz oncia. ston short ton.
BORSE ESTERE
FRANCOFORTE
(¤)
Airbus Group
Allianz
Basf
Bayer
Bmw
Daimler
Deutsche Telek
SAP Se
Siemens
Volkswagen Pref.
HELSINKI
(¤)
Fortum
Kone Corp
Neste
Nokia
Nordea Bank
Sampo
Stora Enso R
Telia Company AB
Upm-Kymmene
Wartsila B
03.01
63,57
159,55
87,70
100,75
90,83
72,10
16,36
82,89
116,20
140,45
Prec.
62,86
157,30
88,70
100,20
89,98
71,18
16,43
83,54
117,95
137,75
Var %
1,13
1,43
-1,13
0,55
0,94
1,29
-0,37
-0,78
-1,48
1,96
03.01
14,78
43,29
36,41
4,57
10,80
43,58
10,27
3,87
23,59
43,09
Prec.
14,91
42,84
37,19
4,63
10,62
43,18
10,26
3,88
23,48
43
Var %
-0,87
1,05
-2,10
-1,34
1,69
0,93
0,10
-0,26
0,47
0,21
Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/indicienumeri
LONDRA
(Pence GB)
Astrazeneca
Bhp Billiton
Bp
Brit Am Tobacc
Glaxosmithklin
Hsbc Holdings
Rio Tinto
Royal Dtch Shl A
Royal Dtch Shl B
Unilever
03.01
4439
1331
517,30
4612
1562
665,80
3136,50
2256
2371,50
3275
NEW YORK-NYSE
(Usd)
At&T
Bank Of America
Berkshre Cl B
Exxon Mobil
General Elec Co
Johnson Johnson
Jpmorgan Chase
Philip Morris
Procter & Gamble
Wells Fargo & Co
03.01
43,02
22,53
163,83
90,89
31,69
115,84
87,23
91,23
84,20
56
Prec.
4437,50
1306,50
509,60
4621,50
1562
656,90
3158,50
2242,50
2354
3292,50
Var %
0,03
1,88
1,51
-0,21
—
1,35
-0,70
0,60
0,74
-0,53
Prec.
42,53
22,10
162,98
90,26
31,60
115,21
86,29
91,49
84,08
55,11
Var %
1,15
1,95
0,52
0,70
0,28
0,55
1,09
-0,28
0,14
1,62
NEW YORK-Nasdaq 100
(Usd)
Alphabet C
Alphabet A
Amazon Com
Amgen
Apple Inc
Cisco Systems
Comcast Corp A
Facebook
Intel Corp
Microsoft Cp
PARIGI
(¤)
Air Liquide
Airbus Group
Axa
Bnp Paribas
Danone
Hermes Intern.
L Oreal
L.V.M.H.
Sanofi
Total
03.01
786,14
808,01
753,67
150,73
116,15
30,54
69,05
116,86
36,60
62,58
Prec.
771,82
792,45
749,87
146,21
115,82
30,22
69,05
115,05
36,27
62,14
Var %
1,86
1,96
0,51
3,09
0,28
1,06
—
1,57
0,91
0,71
03.01
105,65
63,50
24,43
61,92
60,04
392,45
170,15
179,70
78,30
48,93
Prec.
105,40
62,82
24,14
60,35
60,24
394,15
173,45
181,80
77,84
48,80
Var %
0,24
1,08
1,20
2,60
-0,33
-0,43
-1,90
-1,16
0,59
0,27
Nella sezione Indici e Numeri del nostro sito internet sono pubblicati i titoli sottostanti agli indici delle principali Borse estere
SEUL
(Krw)
Cheil Industries
Hynix Semicon
Hyundai Mobis
Hyundai Motor
Korea Elec Pow
Nhn
Posco
Samsung Electr
Samsung Life
Shinhan Financ
SHANGHAI
(Cny)
Agri Bank Of C
Bank of China
Bank Of Comm
China Life
China Petroleum & Chem
Cn Ping An Insurance
Icbc
Merchants Bank
Moutai
Petrochina
Borse chiuse: Tokio
03.01
129000
47250
275500
153000
44100
767000
256000
1824000
110000
46450
Prec.
125500
45800
271500
150000
43900
777000
260500
1805000
110000
45300
Var %
2,79
3,17
1,47
2
0,46
-1,29
-1,73
1,05
—
2,54
03.01
3,13
3,46
5,80
25,25
5,52
35,66
4,42
17,95
334,56
7,99
Prec.
3,10
3,44
5,77
24,09
5,41
35,43
4,41
17,60
334,15
7,95
Var %
0,97
0,58
0,52
4,82
2,03
0,65
0,23
1,99
0,12
0,50
TOKYO
(Jpy)
Honda Motor
Japan Tobacco
Kddi
Mitsub Ufj Fg
Mizuho Financi
Nissan Motor C
Ntt
Ntt Docomo
Smfg
Toyota Motor C
ZURIGO
(Chf)
Abb Ltd
Lafargeholcim
Nestle Sa
Novartis
Richemont I
Roche Holding Ag
Swiss Re
Syngenta
Ubs Group
Zurich Fin
30.12
Prec.
3415
3443
3844
3854
2959,50 2970,50
720,20 718,40
209,80 209,20
1175,50 1180,50
4912
4917
2663 2665,50
4460
4470
6878
6838
03.01
21,73
53,45
72,70
75,05
67,25
236
97,55
408,30
16,70
286
Prec.
21,48
53,65
73,05
74,10
67,45
232,60
96,50
402,50
15,95
280,40
Var %
-0,81
-0,26
-0,37
0,25
0,29
-0,42
-0,10
-0,09
-0,22
0,58
Var %
1,16
-0,37
-0,48
1,28
-0,30
1,46
1,09
1,44
4,70
2
Risparmio gestito 23
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANE - LUSSEMBURGHESI STORICI
tel.0332-251411
AAE 8a+ Eiger
AAE 8a+ Eiger Q
FLE 8a+ Gran Paradiso
FLE 8a+ Gran Paradiso Q
FLE 8a+ Latemar
FLE 8a+ Latemar Q
tel.800-893989
AAM AcomeA America A1
AAM AcomeA America A2
APA AcomeA Asia Pac. A2
APA AcomeA Asia Pacifico A1
OEB AcomeA Breve Term. A1
OEB AcomeA Breve Term. A2
FLE AcomeA Etf Attivo A1
FLE AcomeA Etf Attivo A2
OEM AcomeA Eurobb. A1
OEM AcomeA Eurobb. A2
AEU AcomeA Europa A1
AEU AcomeA Europa A2
AIN AcomeA Globale A1
AIN AcomeA Globale A2
AIT AcomeA Italia A1
AIT AcomeA Italia A2
MAE AcomeA Liquidita' A1
MAE AcomeA Liquidita' A2
AEM AcomeA Paesi Em. A1
AEM AcomeA Paesi Em. A2
FLE AcomeA Patr. Aggr. A2
FLE AcomeA Patr. Aggr.A1
FLE AcomeA Patr. Dinam.A1
FLE AcomeA Patr. Dinam.A2
FLE AcomeA Patr. Prud. A1
FLE AcomeA Patr. Prud. A2
OMI AcomeA Perform. A1
OMI AcomeA Perform. A2
tel.06-68809919
FLE Agora 4 Invest
FLE Agora Balanced
OFL Agora Bond
AAS Agora Materials
OFL Agora Safe
FLE Agora Stars #
FLE Agora Valore Protetto
FLE Agoraflex Q m
FLE Agoraflex R
02.01 6,728
02.01 100,946
02.01 5,152
02.01 97,614
02.01 5,970
02.01 100,152
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
tel.800-337602
FLE Gestielle Absolute R
FLE Gestielle AbsRet Defensive
FLE Gestielle Best Sel.Ced AR #
FLE Gestielle Best Sel.Eq 20 #
FLE Gestielle Best Sel.Eq.50
FLE Gestielle Best.Sel.Eq.20 E
OEB Gestielle BT Cedola A
OEB Gestielle BT Cedola B m
FLE Gestielle Ced Multima Qual
FLE Gestielle Ced. Best Sel.
FLE Gestielle Ced. Corp Plus
OFL Gestielle Ced. Corp Prof m
OFL Gestielle Ced. Corporate
OFL Gestielle Ced. Fissa III
OFL Gestielle Ced. O.B.Prof. m
FLE Gestielle Ced. Target HD
FLE Gestielle Ced.Dual Brand
FLE Gestielle Ced.Em.Mkts.Op
FLE Gestielle Ced.EuroItalia
OFL Gestielle Ced.Fissa II A
OFL Gestielle Ced.Fissa II B m
OFL Gestielle Ced.Fissa Prof. m
FLE Gestielle Ced.For.Opp Usd
FLE Gestielle Ced.Ita.Opp
OMI Gestielle Ced.Multi Tar
OMI Gestielle Ced.Multi Tar2
OMI Gestielle Ced.Multi Tar3
FLE Gestielle Ced.MultiAss II
FLE Gestielle Ced.MultiAsset
FLE Gestielle CedMMan SmartBeta
FLE Gestielle CedMultiTargetIV
OFL Gestielle Cedola Fissa
OFL Gestielle Cedola Più
OMI Gestielle Cedola Più Ita
FLE Gestielle Dual Brand Eq30
OPE Gestielle Em Mkts Bond A
OPE Gestielle Em Mkts Bond B
OEM Gestielle MT Euro Cl.A
OEM Gestielle MT Euro Cl.B
FLE Gestielle Ob. America
FLE Gestielle Ob. Brasile
FLE Gestielle Ob. Cina
FLE Gestielle Ob. East Europe
FLE Gestielle Ob. Em. Mkt
FLE Gestielle Ob. Europa
FLE Gestielle Ob. India
FLE Gestielle Ob. Internaz.
FLE Gestielle Ob. Italia
FLE Gestielle Ob. Risp A
FLE Gestielle Ob. Risp B
OAS Gestielle Obbl. Corp. A
OAS Gestielle Obbl. Corp. B
OIG Gestielle Obbl. Intern. A
OIG Gestielle Obbl. Intern. B
FLE Gestielle Profilo Cedola
FLE Volterra Absolute R
FLE Volterra Dinamico
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
tel.0230370513
FLE Alkimis Cap Ucits Acc.
FLE Alkimis Cap Ucits Coup.
FLE Alkimis Capital Ucits I
30.12
30.12
30.12
tel.02-87047000
AAM Allianz Azioni America
AEU Allianz Azioni Europa
AIT Allianz Azioni Ita All Stars
APA Allianz Azioni Pacifico
AEM Allianz Azioni Paesi Emer
FLE Allianz Global Strategy 15
FLE Allianz Global Strategy 30
FLE Allianz Global Strategy 70
MAE Allianz Liquidita' A
MAE Allianz Liquidita' B
BOB Allianz Multi20 #
BBI Allianz Multi50 #
AIN Allianz Multi90 #
OFL Allianz Obbligaz. Flessibile
OEM Allianz Reddito Euro
OIG Allianz Reddito Glob
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
FLE
FLE
FLE
FLE
AAM
AAM
AAM
OFL
OFL
OEM
OEM
OEM
BOB
BOB
OMI
BOB
BOB
BOB
BAZ
BAZ
BAZ
BOB
BOB
BOB
BOB
AEM
AEM
AEM
AEU
AEU
AEU
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
OAS
OAS
OEB
OEB
OEB
OEH
OEH
OEC
OEC
OEB
OEB
OIG
OIG
OEM
OEM
FLE
FLE
OAS
OAS
OAS
OAS
OAS
OAS
BOB
BOB
BOB
BBI
BBI
BBI
BAZ
BAZ
BAZ
AAM
AAM
APA
APA
AEU
AEU
AEU
AEU
AIN
AIN
AIT
AIT
AEM
AEM
FLE
FLE
FLE
AEU
AEU
AEU
AIT
AIT
AIT
AIT
AIT
AIT
MAE
MAE
MAE
OEC
OEC
OEC
OPE
OPE
OPE
OEM
OEM
OEH
OEH
OEH
BOB
APA
APA
APA
OIG
OIG
FLE
BOB
BOB
BOB
BOB
BOB
BOB
BBI
BOB
OAS
OFL
OFL
OFL
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
OFL
OFL
OFL
ODB
ODB
ODB
OAS
OAS
OBI
OAS
OAS
OFL
OFL
OFL
OFL
FLE
FLE
OEB
OEB
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
OMI
OMI
OMI
1,14
1,16
-0,06
-0,03
0,52
0,54
19,153
20,226
5,766
5,484
15,056
15,339
4,810
5,051
17,440
17,827
13,886
14,605
12,865
13,734
18,948
19,960
8,943
8,944
7,206
7,613
4,373
4,116
5,466
5,703
6,312
6,561
22,487
23,151
-0,14
-0,13
0,03
0,04
0,05
0,05
0,82
0,82
0,07
0,08
1,53
1,54
0,38
0,39
2,34
2,35
0,01
0,02
0,06
0,07
0,23
0,22
0,16
0,18
0,10
0,11
0,10
0,11
5,166
5,279
5,998
5,695
5,949
3,862
6,904
7,846
7,324
-0,02
-0,23
0,15
-0,02
0,05
-0,03
0,04
0,03
0,01
16,352
5,049
5,355
5,763
5,382
5,784
6,009
6,158
5,000
4,896
5,166
5,000
5,000
5,074
5,122
4,994
5,121
5,021
5,600
5,021
5,266
5,072
5,109
5,087
5,296
5,111
5,059
5,289
5,121
5,048
5,000
5,272
5,326
5,423
5,491
14,035
15,270
17,093
17,930
12,247
4,545
10,422
16,417
16,522
8,520
5,909
23,596
13,246
8,412
8,692
10,299
10,798
7,820
8,415
5,072
6,285
5,761
0,22
0,12
0,07
0,16
0,34
0,16
0,07
0,08
—
0,20
-0,02
—
—
0,04
-0,27
0,12
0,23
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0,05
0,04
0,04
0,12
-0,10
0,85
0,23
0,39
0,14
0,27
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—
0,02
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0,02
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0,04
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0,21
0,20
0,44
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0,37
0,39
0,76
0,27
0,50
1,57
0,06
0,07
-0,02
-0,02
0,33
0,33
-2,08
0,19
0,19
Alkimis SGR SpA ___________________________
6,104 -0,41
5,039 -0,42
4,995 -0,40
Allianz Global Investors __________________
26,569
27,438
5,032
7,171
11,176
5,872
5,910
36,316
5,653
5,897
7,824
7,076
6,137
16,782
41,284
19,669
-0,02
0,59
1,84
0,11
0,11
0,05
0,08
0,18
-0,02
—
0,15
0,21
0,15
-0,04
0,05
0,02
Alpi Fondi __________________________________
tel.015-4508235
FLE Alpi Multi-Strategy A
OFL Alpi Soluzione Prudente A
tel.800-388876
FLE Active Currency Flex m
FLE Active Discovery Flex m
FLE Active Global Flex m
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
6,064 0,17
7,650 0,01
5,059 0,10
5,076 0,10
5,076 0,10
Active Income Flex m
Active Opport. Flex m
Anima Alto Pot. Globale A
Anima Alto Pot. Globale F
Anima America A
Anima America B
Anima America F
Anima BlueBay Reddito Em. A
Anima BlueBay Reddito Em. AD
Anima Cap. Piu Obbl. A #
Anima Cap. Più Obbl. F #
Anima Cap. Più Obbl. N #
Anima Capitale Più 15 A #
Anima Capitale Più 15 F #
Anima Capitale Più 15 N #
Anima Capitale Più 30 A #
Anima Capitale Più 30 F #
Anima Capitale Più 30 N #
Anima Capitale Più 70 A #
Anima Capitale Più 70 F #
Anima Capitale Più 70 N #
Anima Ced. A. P. 2021
Anima Ced. A. P. 2021 II
Anima Ced. A. P. 2021 III
Anima Ced. A. P. 2022 I
Anima Emergenti A
Anima Emergenti B
Anima Emergenti F
Anima Europa A
Anima Europa B
Anima Europa F
Anima Evoluzione 2017 I
Anima Evoluzione 2019 I
Anima Evoluzione 2019 II
Anima Evoluzione 2019 III
Anima Evoluzione 2019 IV
Anima Evoluzione 2020 I
Anima Evoluzione 2020 II
Anima Evoluzione 2020 III
Anima Evoluzione 2020 IV
Anima Evoluzione 2021
Anima Evoluzione 2021 II
Anima Evoluzione 2021 III
Anima Fix Emergenti A #
Anima Fix Emergenti Y #
Anima Fix Euro A
Anima Fix Euro I
Anima Fix Euro Y m
Anima Fix High Yield A
Anima Fix High Yield Y
Anima Fix Imprese A
Anima Fix Imprese Y
Anima Fix Obbl. BT A
Anima Fix Obbl. BT Y
Anima Fix Obbl. Glob A
Anima Fix Obbl. Glob Y
Anima Fix Obbl. MLT A
Anima Fix Obbl. MLT Y
Anima Fondo Trading A
Anima Fondo Trading F
Anima Forza 1 A
Anima Forza 1 B
Anima Forza 1 Y
Anima Forza 2 A
Anima Forza 2 B
Anima Forza 2 Y
Anima Forza 3 A #
Anima Forza 3 B #
Anima Forza 3 Y #
Anima Forza 4 A #
Anima Forza 4 B #
Anima Forza 4 Y #
Anima Forza 5 A #
Anima Forza 5 B #
Anima Forza 5 Y #
Anima Geo America A
Anima Geo America Y
Anima Geo Asia A #
Anima Geo Asia Y #
Anima Geo Euro Pmi A
Anima Geo Euro Pmi Y
Anima Geo Europa A
Anima Geo Europa Y
Anima Geo Globale A
Anima Geo Globale Y
Anima Geo Italia A
Anima Geo Italia Y
Anima Geo PaesiEm. A #
Anima Geo PaesiEm. Y #
Anima Gl.Macro Divers. A
Anima Gl.Macro Divers. AD
Anima Gl.Macro Divers. YD m
Anima Iniz. Europa B
Anima Iniziativa Europa A
Anima Iniziativa Europa F
Anima Iniziativa Italia A
Anima Iniziativa Italia AD
Anima Iniziativa Italia YD m
Anima Italia A
Anima Italia B
Anima Italia F
Anima Liquidita Euro A
Anima Liquidita Euro F
Anima Liquidita Euro I
Anima Obbl. Corporate A
Anima Obbl. Corporate AD
Anima Obbl. Corporate F
Anima Obbl. Emergente A
Anima Obbl. Emergente AD
Anima Obbl. Emergente F
Anima Obbl. Euro A
Anima Obbl. Euro F
Anima Obbl. High Yield A
Anima Obbl. High Yield AD
Anima Obbl. High Yield F
Anima Obiettivo Ced 2022
Anima Pacifico A
Anima Pacifico B
Anima Pacifico F
Anima Pianeta A
Anima Pianeta F
Anima Portfolio America
Anima Pr Dinamico 2022
Anima Pr Dinamico 22 II
Anima Pr Dinamico 22 III
Anima Pr Dinamico 22 Mu-As
Anima Pr Flessibile 2020
Anima Pr Flessibile 2021
Anima Prog Eur. 2021 Ced
Anima Prog Glob. 2022 Ced
Anima Prontodeposito X
Anima Redd. Flessibile A
Anima Redd. Flessibile AD
Anima Redd. Flessibile F m
Anima Reddito 2021
Anima Reddito 2021 II
Anima Reddito 2021 III
Anima Reddito 2021 IV S
Anima Reddito 2021 S
Anima Reddito 2022
Anima Rend.Ass.Obbl. H
Anima Rend.Ass.Obbligaz. A
Anima Rend.Ass.Obbligaz. Y
Anima Riserva Dollaro A
Anima Riserva Dollaro F
Anima Riserva Dollaro I
Anima Riserva Emerg. A
Anima Riserva Emerg. F
Anima Riserva Emergente H
Anima Riserva Globale A
Anima Riserva Globale f
Anima Risparmio A
Anima Risparmio AD
Anima Risparmio F
Anima Risparmio H
Anima Russell Multi-Asset A
Anima Russell Multi-Asset AD
Anima Salvadanaio A
Anima Salvadanaio F
Anima Sel. Dinam. 2020 II
Anima Sel. Dinam. 2020 III
Anima Sel. Dinam. 2020 IV
Anima Sel. Dinamica 2020
Anima Sel. Dinamica 2021
Anima Selection A
Anima Selection AD
Anima Sforzesco A
Anima Sforzesco AD
Anima Sforzesco F
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
PENSIONE APERTI
A ean a A
m
m
u a on
M
M
M
m
m
AXA MPS A
0,09
0,10
0,18
0,20
-0,01
-0,02
-0,01
-0,02
-0,02
0,02
0,02
0,02
0,02
0,03
0,02
0,07
0,08
0,05
-0,11
-0,10
-0,11
-0,05
-0,21
-0,33
-0,21
0,01
0,01
0,05
0,50
0,51
0,52
—
0,02
—
0,02
0,02
—
0,02
0,02
0,02
—
0,04
0,04
0,04
0,05
0,01
0,01
0,01
0,04
0,05
0,03
0,04
0,01
0,01
0,08
0,11
0,07
0,08
0,20
0,21
—
—
—
—
—
—
-0,09
-0,09
-0,07
-0,02
-0,02
-0,01
-0,05
-0,05
-0,05
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-0,01
-0,01
0,01
0,56
0,57
0,50
0,52
0,22
0,23
1,79
1,80
—
0,02
0,04
0,06
0,04
0,56
0,57
0,57
2,50
2,50
2,50
1,76
1,76
1,77
-0,01
-0,03
-0,03
0,02
0,03
0,03
0,05
0,04
0,05
0,04
0,04
0,04
0,04
0,05
-0,08
—
-0,01
—
0,06
0,10
-0,02
-0,10
-0,06
-0,04
-0,10
-0,06
-0,08
-0,02
-0,18
0,02
0,04
0,04
0,04
—
—
0,07
0,05
0,04
—
0,02
0,05
0,05
—
0,02
0,02
0,07
0,09
0,09
0,06
0,06
0,04
0,03
0,04
0,03
—
—
0,01
0,02
0,01
—
—
0,01
-0,01
-0,23
-0,23
0,13
0,12
0,13
m
m
5,117
5,118
5,146
2,845
3,041
6,067
6,445
6,434
5,007
5,032
9,641
5,500
4,942
5,272
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5,055
4,937
5,041
5,072
5,141
5,125
5,108
5,077
4,939
5,146
5,614
5,612
5,276
5,177
5,147
5,043
5,245
5,366
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5,155
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5,300
5,163
5,205
5,603
6,363
6,362
6,737
39,530
39,308
40,630
45,689
44,447
46,754
5,291
5,291
5,325
tel.02-480971
OFL Arca 19 Red. Multiv. P
OFL Arca 19 Red. Multiv. R
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FLE Arca 20 Red.Multival.VII R
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FLE Arca 21 Red.Multiv.IX R
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FLE Arca 22 Red.Multival.XII R
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FLE Arca 22 Red.Val.Glob.II R
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AEU Arca Azioni Europa
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AIN Arca Azioni Internaz.
AIT Arca Azioni Italia
AEM Arca Azioni Paesi Emerg.
BBI Arca BB
OEC Arca Bond Corporate
FLE Arca Bond Flessibile
OIG Arca Bond Globale
OPE Arca Bond P.Em. Val. Loc
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OFL Arca Ced.20 Ob.Att.XII R
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AIT Arca Eco. Reale Eq. It P
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OFL Arca Risparmio Previdenza
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30.12
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02.01
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ODM Azimut Reddito Usa
FLE Azimut Scudo
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m
m
m
P onee nve men Mgm
X
Gene a
m
m
m
M
m
m
m
m
M
M
m
m
M
m
X
BAP V a e P ev den a
Azimut Solidity
Azimut Str. Trend
Azimut Trend
Azimut Trend America
Azimut Trend Europa
Azimut Trend Italia
Azimut Trend Pacifico
Azimut Trend Tassi
Formula 1 Absolute
Formula Target 17 Eq.Opt.
m M
m
m M
m
m M
m
m M
m
m M
m
tel.800-900900
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FLE BNL Assetto Dinamico #
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02.01
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30.12
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tel.059-221311
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FLE Consultinvest Plus A
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—
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BOB Com. Maria Letizia Verga I m
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FLE Diversified Income C m
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—
—
—
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—
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Duemme SGR ______________________________
0,95
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—
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0,06
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Epsilon _____________________________________
m
X
m
X
m
X
m
X
Ca
m
m
m
m
m
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—
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M
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INDICI E CERTIFICATI
Zu
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m
m
m
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FLE Symphonia Fortissimo
FLE Symphonia Mult Emer Fle #
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Sella Gestioni _____________________________
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M
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V o a o mu a Lavo o
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X
tel.02-4344691
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FLE Cristallo
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M
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OAS
OAS
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m
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m
m
m
m
6,835 -0,03
tel.00352-262076651
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ETFplus - Mercato Telematico
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E e A e Managemen SGR
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tel.02-88101
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AEN Eurizon Az.EnMatPrime
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AIT Eurizon Az.Italia
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AAM Eurizon Az.PMI Amer.
AEU Eurizon Az.PMI Europa
AIT Eurizon Az.PMI Italia
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ODB Eurizon Br.Ter.Dollaro $
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OFL Eurizon Ced. Doc 04/19
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FLE Eurizon Ced.Att. 04/20
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M
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tel.02-67071422
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Eurizon MAsset Red. 12/19
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Eurizon Obbl. Euro Corp. BT
Eurizon Obbl. Euro HY
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Eurizon Obbl.Strat.Fle A
Eurizon Obbl.Strat.Fle D
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Eurizon Profilo Fle Dif. #
Eurizon Profilo Fle Equi #
Eurizon Profilo Fle Svil #
Eurizon Rend.Ass 2anni #
Eurizon Rend.Ass 3anni #
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Eurizon Rendita D
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Eurizon Soluzione 10
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Eurizon Soluzione 60
Eurizon Stra Pro 1tri13 #
Eurizon Stra. Flessib 15
Eurizon Stra.Pro 1tri12 #
Eurizon Stra.Pro 2tri12 #
Eurizon Stra.Pro IIITr11 #
Eurizon Team 1 A #
Eurizon Team 1 G #
Eurizon Team 2 A #
Eurizon Team 2 G #
Eurizon Team 3 A #
Eurizon Team 3 G #
Eurizon Team 4 A #
Eurizon Team 4 G #
Eurizon Team 5 A #
Eurizon Team 5 G #
Eurizon Tesor.Euro A
Eurizon Tesor.Euro B
Passadore Riserva 2 Anni
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tel.011-5520306
BBI Fondersel
FLE Fondersel Active Sel. #
OEM Fondersel Euro
AEU Fondersel Europa
OIG Fondersel Int. #
APA Fondersel Oriente #
AIT Fondersel P.M.I.
OEB Fondersel Reddito
OAS Fondersel Sh. Term Asset
FLE Fondersel World All. #
AIN Talento Global Equity #
Ersel A. M. __________________________________
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M
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27.12
27.12
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02.01
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02.01
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02.01
02.01
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Epsilon Fle Forex C 02/20
Epsilon Fle Forex C 02/21
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Epsilon Fle Forex C 04/20
Epsilon Fle Forex C 04/21
Epsilon Fle Forex C 06/20
Epsilon Fle Forex C 07/19
Epsilon Fle Forex C 09/18
Epsilon Fle Forex C 09/19
Epsilon Fle Forex C 09/20
Epsilon Fle Forex C 11/19
Epsilon Fle Forex C 11/20
Epsilon Fle Forex C 12/18
Epsilon Fles Az Eu 02/21
Epsilon Fles Az Eu 04/21
Epsilon Fles Az Eu 09/20
Epsilon Fles Az Eu 11/20
Epsilon Italy Bo.Sh.Term A
Epsilon Italy Bo.Sh.Term B
Epsilon Italy Bo.Sh.Term I
Epsilon QEquity
Epsilon Qincome
Epsilon QReturn
Epsilon QValue
SPECULATIVI AUTORIZZATI
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FLE
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9,290
7,252
39,009
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18,705
8,905
10,078
6,914
7,586
tel.02-430281
OAS Aureo Cedola I - 2016
OAS Aureo Cedola II - 2017
OAS BCC Cedola Attiva Dic 18
OAS BCC Cedola Attiva Dic 19
OAS BCC Cedola Attiva Mar 19
OAS BCC Cedola Attiva Set 19
OAS BCC Cedola Dicembre 18
OAS BCC Cedola III - 2017
OAS BCC Cedola III Op - 2017
OAS BCC Cedola IV - 2018
OAS BCC Cedola IV Op - 2018
OAS BCC Cedola Marzo 19
FLE BCC Cedola Più Set 19
FLE BCC Cedola Più Set 20
FLE BCC Cedola Piu' Dic 19
FLE BCC Cedola Piu' Mar 20
OAS BCC Cedola Reale Dic 19
OAS BCC Cedola Reale Mar 20
OAS BCC Cedola Reale Set 19
OAS BCC Cedola Reale Set 20
OAS BCC Cedola V - 2018
OAS BCC Cedola V Op - 2018
FLE BCC Crescita Bilanciato
FLE BCC Investimento Azion.
MAE BCC Monetario
OFL BCC Risparmio Obbligaz.
FLE BCC Selez. Crescita #
FLE BCC Selez. Investimento #
FLE BCC Selez. Opportunità #
FLE BCC Selez. Risparmio #
OAS Investiper Ced.Dic 20
OAS Investiper Ced.Mar 21
OAS Investiper Ced.Mar 22
FLE Investiper Ced.Piu' Dic 20
OAS Investiper Ced.Reale Dic 20
OAS Investiper Ced.Reale Mar 21
Ae
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02.01
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OAS
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-0,02
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X
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30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
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30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
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30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
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02.01
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02.01
BNP PARIBAS Inv.Partners SGR SpA _____
m
u a on V a
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Anima Sforzesco Plus A
Anima Sforzesco Plus AD
Anima Sforzesco Plus F m
Anima Star Eu AltoPot A
Anima Star Eu AltoPot Y
Anima Star It AltoPot A
Anima Star It AltoPot Y
Anima Star It AltoPot YD
Anima Sviluppo Europa 2022
Anima Sviluppo Globale 2022
Anima Target Cedola 2022
Anima Trag. 2016 CED.3
Anima Trag. 2017 CED.4
Anima Trag. 2017 CED.4 II
Anima Trag. 2017 CED.4 III
Anima Trag. 2017 MultiCed
Anima Trag. 2018
Anima Trag. 2018 Alto Pot.
Anima Trag. 2018 Ced. Sem.
Anima Trag. 2018 Eu. A. P.
Anima Trag. 2018 Eu. A. P. II
Anima Trag. 2018 Eu. A. P. III
Anima Trag. 2018 IT. A. P.
Anima Trag. 2018 IT. A. P. II
Anima Trag. 2018 IT. A. P. III
Anima Trag. 2018 MultiCed II
Anima Trag. 2018 Target Ced.
Anima Trag. 2019 Cre. Sost.
Anima Trag. 2019 Cre. Sost. II
Anima Trag. 2019 Flex
Anima Trag. 2019 Flex II
Anima Trag. 2019 Globale
Anima Trag. 2019 Globale II
Anima Trag. 2019 MultiAss
Anima Trag. 2019 Plus
Anima Trag. 2019 PLUS II
Anima Trag. 2021 Globale
Anima Trag. Ced. America
Anima Trag. Ced. Europa
Anima Trag. Cre. Italia
Anima Trag. Dinamico
Anima Trag. II 2016
Anima Tricolore A
Anima Tricolore AD
Anima Tricolore F
Anima Valore Globale A
Anima Valore Globale B
Anima Valore Globale F
Anima Visconteo A
Anima Visconteo AD
Anima Visconteo F
Anima Visconteo Plus A
Anima Visconteo Plus AD
Anima Visconteo Plus F m
m
M
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OMI
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FLE
FLE
FLE
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OMI
OMI
OMI
OMI
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OBI
OBI
AIN
AIN
AIN
BOB
OMI
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BOB
BOB
BOB
www ilsole24ore com/fondi24
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m
m
5,291
5,076
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16,394
20,330
19,931
21,084
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6,040
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7,388
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9,993
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6,414
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9,692
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4,885
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5,143
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5,142
5,176
10,191
10,184
10,073
10,100
10,190
10,000
5,890
5,848
6,084
5,918
6,006
5,985
5,461
5,503
5,683
5,091
5,156
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7,211
7,558
7,608
5,166
5,164
12,177
12,348
10,002
10,312
10,199
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10,498
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13,007
Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/fondi24
M
M
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W
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M
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W
W
24
Risparmio gestito
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
FONDI ASSICURATIVI UNIT LINKED
Alleanza Assicurazioni ___________
Alleata Azionaria P
Alleata Bilanciata P
Fix
Garantita Alleanza 06-16
Garantita Alleanza 06-21
Garantita Alleanza 06-26
Garantita Alleanza 06-31
Mix
Stock
Top
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
10,764
12,318
6,612
10,872
12,251
12,216
12,343
7,313
5,834
6,095
AIV Global Private 10
AIV Global Private 30
AIV Global Private 50
AIV Rainbow 10
AIV Rainbow 4
AIV Rainbow 7
Armonico
Armonico 2007
Attivo
Attivo 2007
AZ Azionario
AZ Best in Class
AZ Best in Class A
AZ Flex I01
AZ Obbligazionario
AZ Orizzonte 10
AZ Orizzonte 10 cl.A
AZ Orizzonte 10 cl.B
AZ Orizzonte 10 cl.C
AZ Orizzonte 20
AZ Orizzonte 20 cl.A
AZ Orizzonte 20 cl.B
AZ Orizzonte 20 cl.C
AZ Orizzonte Azionario
AZ Orizzonte Azionario cl.A
AZ Orizzonte Azionario cl.B
AZ Orizzonte Azionario cl.C
AZ Orizzonte Azionario cl.D
AZ Orizzonte Bilanciato
AZ Orizzonte Bilanciato cl.A
AZ Orizzonte Bilanciato cl.B
AZ Orizzonte Bilanciato cl.C
AZ Orizzonte Bilanciato cl.D
AZ Orizzonte Flessibile
AZ Orizzonte Flessibile cl.A
AZ Orizzonte Flessibile cl.B
AZ Orizzonte Flessibile cl.C
AZ Orizzonte Flessibile cl.D
AZ Orizzonte Monetario
AZ Orizzonte Monetario cl.A
AZ Orizzonte Monetario cl.B
AZ Orizzonte Monetario cl.C
AZ Orizzonte Obblig.B.T.
AZ Orizzonte Obblig.B.T. cl.A
AZ Rendimento Italia 2018
AZ Rendimento Italia 2020
AZ Rendimento Italia 2030
AZ Selezione Reddito
AZ Squadra Vincen.M.Stanley
AZ Squadra Vincente AGI
AZ Squadra Vincente BlackR.
AZ Squadra Vincente Pictet
AZ Squadra Vincente Pimco
AZ Sviluppo
AZ Sviluppo cl.A
AZ Sviluppo cl.B
Az. Specializzato
AZB Monetario
AZB Rendimento Italia 2018
AZB Rendimento Italia 2020
AZB Rendimento Italia 2030
Azion. Globale
Azionario
AZS Obbligaz.Protetto
Bilan. Globale
Bilanciato Euro
Dinamico
Equilibrato
Euromoneta
Exclusive 25
Exclusive 50
Formula Attiva
Formula Attiva Cl.A
Formula Equilibrata
Formula Equilibrata Cl.A
Formula Moderata
Glob. Assic. GPA 14
Glob. Assic. GPA 15
Glob. Assic. GPA 7
Glob. Assic. GPA 8
Glob. Assic. GPA 9
Glob. Assic. GPA B Glob.
Glob. Assic. GPA b10
Glob. Assic. GPA b30
Glob. Assic. GPA b50
Glob. Assic. GPA b70
Glob. Assic. GPA b90
Glob. Assic. GPA Gz
Glob. Assic. GPA S Em.
Glob. Assic. GPA S Glob.
LA BilanciatoPiù
LA Capitale Prudente
LA GarantitoPiù
LA InternazionalePiù
LA ProtettoPiù
LA Vita Avanzato
LA Vita Bilanciato
LA Vita Cash
LA Vita Convertibile
LA Vita Focus
LA Vita Integro
LA Vita Ponderato
LA Vita Prudente
LA Vita Scudo
Linea Equilibrio
Linea Risparmio
Linea Sviluppo
Monetario
Obblig. Euro
Obblig. Misto
Obbligazionario
Protetto
Protetto 2007
Ras Obblig.Protetto
Ras Oriente
RB Vita America
RB Vita Bilanciato
RB Vita Capital - Unit 30
RB Vita Capital - Unit 60
RB Vita Capital - Unit 90
RB Vita Europa
RB Vita Forza 1
RB Vita Forza 2
RB Vita Forza 3
RB Vita Forza 4
RB Vita Forza 5
RB Vita Forza 6
RB Vita Globale
RB Vita Obbl. Protetto
RB Vita Oriente
RB Vita Settoriale
Sicuro
Trend
Trend Dinamico
Trend Equilibrato
Trend Plus
Trend Protetto
30.12
5,741
30.12
5,899
30.12
5,861
30.12
5,454
30.12
5,257
30.12
5,410
28.12
14,213
28.12
12,711
28.12
15,571
28.12
11,609
28.12
19,50
28.12
9,410
28.12
9,651
28.12
10,925
28.12
11,749
28.12
10,035
28.12
10,103
28.12
10,186
28.12
10,303
28.12
11,263
28.12
11,604
28.12
11,680
28.12
11,826
28.12
13,643
28.12
13,966
28.12
13,979
28.12
14,294
28.12
14,547
28.12
12,740
28.12
12,916
28.12
12,881
28.12
13,157
28.12
13,424
28.12
11,844
28.12
12,072
28.12
11,548
28.12
11,727
28.12
11,809
28.12
9,768
28.12
9,817
28.12
9,855
28.12
10,007
28.12
9,850
28.12
10,083
28.12
12,467
28.12
13,740
28.12
18,296
28.12
10,165
28.12
12,838
28.12
11,855
28.12
12,157
28.12
11,620
28.12
10,535
28.12
11,675
28.12
12,234
28.12
12,465
28.12
14,702
28.12
9,707
28.12
12,247
28.12
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28.12
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30.12
6,422
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28.12
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28.12
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28.12
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28.12
12,141
30.12 1349,307
30.12 1272,077
28.12
6,215
28.12
11,282
28.12
6,142
28.12
10,946
28.12
5,855
30.12
2,583
30.12
5,425
30.12
5,402
30.12
5,422
30.12
6,235
30.12
4,958
30.12
5,824
30.12
5,807
30.12
6,011
30.12
6,005
30.12
5,054
30.12
4,949
30.12
10,167
30.12
5,829
28.12
16,224
28.12
14,642
28.12
13,592
28.12
15,807
28.12
16,290
28.12
10,870
28.12
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28.12
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28.12
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28.12
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28.12
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28.12
11,447
AGL Allianz Short Term Bd
AGL Allianz Strategy Sel. 50
Allianz Strategy 15
Allianz Strategy 15-IT
Allianz Strategy 50
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Liquidity
Portfolio 0-20
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T4L Asia Pacific ex Jap Eq.
T4L Asian Equities
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30.12
10,000
30.12
10,015
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30.12
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30.12
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30.12
10,000
30.12
10,000
30.12
10,000
30.12
10,072
30.12
10,372
30.12
10,000
30.12
9,880
30.12
10,000
30.12
9,482
30.12
10,000
30.12
10,000
30.12
9,781
30.12
9,644
30.12
11,484
30.12
10,082
30.12
10,000
30.12
9,662
30.12
10,000
30.12
10,000
30.12
10,000
Gestilink Aran. Dinamica
Gestilink Blu Moderata
Gestilink Verde Prudente
Rosa dei Venti F.Levante
Unitpiù Deciso
Unitpiù Equilibrato
Unitpiù Misurato
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
6,483
7,548
8,249
5,514
6,084
5,747
5,218
Aggr. classe Sprint
Aggressive
AV Total Return
Bal. classe Moderate
Balanced
Capital Tutor
Cons. classe Comfort
Conservative
Dyn. classe Fast
Dynamic
Flex. classe Active
Flexible
Gold Fund
MultiAzionario
MultiMonetario
Pension Control
Pension Medium
Pension Power
Percorso 18 Cl. A
Percorso 40 Cl. A
Percorso 61 Cl. A
Percorso 83 Cl. A
R.Est. classe D. Property
Real Estate
SinergiKa Azionario
SinergiKa Oro
Valore Bilanciato Cl. B
Valore Dinamico Cl. B
Valore Ponderato Cl. A
Valore Ponderato Cl. B
Valore Prudente Cl.A
27.12
27.12
28.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
28.12
28.12
28.12
30.12
30.12
30.12
28.12
28.12
28.12
28.12
27.12
27.12
28.12
28.12
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
4,977
9,526
11,860
6,692
8,076
10,852
6,719
7,120
5,186
8,607
6,347
9,062
8,513
13,062
11,382
14,369
15,387
14,185
13,864
14,559
14,622
13,997
10,968
11,767
16,261
6,628
10,178
10,535
10,231
10,143
10,100
Em. Mkt Equities
Euro Bonds
Europ. Equities
Force 25
Force 50
Force 90
Internat. Bonds
Japan Equities
Money Box
UK Equities
US Equities
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
18,023
14,559
10,396
12,594
11,408
8,865
13,369
5,298
11,265
8,426
8,280
Balance 2001
Balance 2001 - PIP
Best World
Best World - PIP
Brick & Share - PIP
Bull & Bear
Bull & Bear - PIP
Bull & Bear Equity
Dynamic
European Defensive
Saving Units Note
Trend 2001
Value 2001
Value 2001 - PIP
World Bond
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
28.12
28.12
30.12
29.12
29.12
29.12
29.12
10,350
7,040
8,260
8,280
9,790
5,480
7,080
5,480
4,330
9,800
10,800
10,130
10,320
8,470
5,750
Multichance Moderato
Multichance Vivace
23.12
23.12
75,390
84,860
European Equity FP
30.12
5,299
Bond Strategy
Global Opportunities
Sustainable Investments
Sustainable Opportunities
03.01
03.01
03.01
03.01
51,108
52,749
53,668
53,829
Aviva D Az. Pacifico
Aviva D Bond Mix
Aviva E Az. Am. Latina
Aviva E Az. America
Aviva E Az. Europa
Aviva E Az. Internaz.
Aviva E Az. Pac. e Giapp.
Aviva E Az.Em. EU e Med.
Aviva E Azionario Cina
Aviva E Azionario India
Aviva E Inflazione Più
Aviva E Obblig. Euro 1-3
Aviva E Obblig. Euro Corp.
Aviva E Obblig. Euro Oltre 3
Aviva E Obblig. Misto
Aviva E Obblig. US
Aviva E Strategia 20
Aviva E Strategia 30
Aviva E Strategia 40
Aviva E Strategia 50
Aviva E Strategia 70
Aviva F Inflazione Stars
Aviva Life Active 1
Aviva Life Active 2
Aviva Life Active 3
29.12
30.12
29.12
30.12
30.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
5,350
6,230
6,370
12,970
9,970
10,630
10,260
9,670
10,920
12,090
6,510
5,070
5,980
6,520
6,200
7,020
5,390
5,470
6,030
6,540
7,130
4,750
5,490
5,810
6,330
Allianz ____________________________
Allianz Global Life dac ____________
Amissima Vita ____________________
Arca Vita __________________________
Arca Vita International ___________
Area Life __________________________
Aspecta Assurance Intern. _______
Assicurazioni Generali SpA ______
Atlanticlux Lebensversicherung S.A.
Aviva ______________________________
Aviva Life Flessibile
Aviva Obiettivo Inflaz.3/2018
Aviva Oppurtunità Az.
Aviva Pip Azionario
Aviva Pip Bilanciato
Aviva Pip Flessibile
Aviva Pip Obbligazionario
Aviva Prev. Equity Pip
Aviva UniAttiva 06/2017
Aviva UniAttiva 12/2017
CU A Bilanciato
CU A Bilanciato Più
CU A Cauto
CU A Dinamico
CU A Flessibile
CU A Mix
CU A Monetario
CU A Prudente
CU A Prudente Più
CU A Total
CU A1
CU A2
CU A3
CU A4
CU A6
CU Credit Alfa II
CU Credit Beta IV
CU Credit Delta VIII
CU Credit Gamma VI
CU Credit Garanzia
CU Credit Omega X
CU CRT B1
CU CRT B3
CU CRT B4
CU CRT B6
CU CRT D1
CU CRT D10
CU CRT D2
CU CRT D3
CU CRT D4
CU CRT D5
CU CRT D6
CU CRT D7
CU CRT D8
CU CRT D9
CU CRT Euro 10
CU CRT Euro 2
CU CRT Euro 5
CU CRT Euro 6
CU CRT Euro 8
CU CRT Fip 2
CU CRT Fip 5
CU CRT Fip 6
CU CRT Fip 8
CU CRT G2
CU CRT G5
CU CRT G6
CU CRT G8
CU D Az. America
CU D Az. Europa
CU D Az. Internazionale
CU D Obbligaz. Internaz.
CU D Prudente
CU D Prudente Più
CU Diamante
CU Equity Growth
CU Giada
CU Mixed Growth
CU Moderate Growth
CU New Rubino
CU New Smeraldo
CU New Zaffiro
CU Rubino
CU Smeraldo
CU Vita Balanced
CU Vita Cronos 1
CU Vita Cronos 2
CU Vita Cronos 3
CU Vita EB Dollar Bond
CU Vita EB Dutch Equity
CU Vita EB Emu Bond
CU Vita EB European Eq.
CU Vita EB I. T. Fund
CU Vita EB Japanese Eq.
CU Vita EB NorthAm. Eq.
CU Vita Eurofinancial Eq.
CU Vita Europe Click
CU Vita European Eq.
CU Vita Global Bond
CU Vita Global Equity
CU Vita Japan Click
CU Vita Liquidity Fund
CU Vita Mosso
CU Vita Prestige Equity
CU Vita Protected 70
CU Vita Protected 80
CU Vita Protected 90
CU Vita Technology Eq.
CU Vita Usa Click
CU Zaffiro
Equity Growth Plus
F. Az. America Stars
F. Az. Emergenti Stars
F. Az. Europa Stars
F. Crescita Stars
F. Obbl. Euro BT Stars
F. Obbl. Euro Stars
F. Obbl. US Stars
F. Reddito Stars
F. Strategia Stars
F.I.I. 102
F.I.I. 109
F.I.I. 110
F.I.I. 111
F.I.I. 115
F.I.I. 116
F.I.I. 117
F.I.I. 138
F.I.I. 148
F.I.I. 161
F.I.I. 162
F.I.I. 163
F.I.I. 164
F.I.I. 173
F.I.I. 195
Mixed Growth Plus
Moderate Growth Plus
RV CRT Azione
RV CRT Bilancia
RV CRT Euro Azione
RV CRT Euro Bilancia
RV CRT Euro Moneta
RV CRT Moneta
30.12
27.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
27.12
30.12
30.12
30.12
27.12
30.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
27.12
30.12
27.12
30.12
29.12
30.12
29.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
23.12
27.12
27.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
5,040
5,250
8,240
4,680
5,970
5,050
6,470
6,660
5,190
5,370
6,750
6,800
5,700
6,870
5,150
6,680
4,990
6,460
6,720
5,080
6,24
5,810
7,61
8,36
9,48
8,540
9,100
9,920
10,040
7,090
9,770
6,310
6,970
7,150
6,850
6,430
6,580
5,630
6,800
6,650
6,290
10,390
6,350
6,160
6,670
5,470
6,260
6,300
5,880
5,200
6,300
7,020
7,210
7,410
7,180
7,250
6,930
6,110
7,020
5,460
5,730
6,060
6,340
6,630
6,210
6,440
7,030
6,190
5,650
6,500
6,490
5,890
17,050
19,790
7,130
7,830
7,420
7,590
7,960
4,730
9,240
5,950
2,910
4,010
6,300
5,500
31,080
8,420
6,340
7,360
28,780
5,350
7,230
8,520
5,590
5,710
5,820
3,540
29,980
15,210
5,720
7,840
5,450
6,360
6,000
4,980
5,470
6,100
5,450
5,330
9,300
7,220
6,200
6,960
8,860
8,860
8,840
8,020
7,110
8,580
7,750
9,780
10,270
6,940
5,570
6,080
5,790
7,880
8,310
5,340
6,910
7,950
7,800
Aviva Life _________________________
Armonia
Av. New BDM Corallo
Av. New BDM Stella Marina
Av. New BDM Tritone
Aviva BNI Balanced Trend
Aviva BNI Bond
Aviva BNI Flexi Dynamic
Aviva BNI Flexi Equity
Aviva BNI Flexi Moderate
Aviva BNI Trend
Azimut Aggressivo
Azimut Dinamico
Azimut Moderato
CU Azimut Accr.Int.
CU Azimut Accr.Italia
CU Azimut Conserv.
CU Azimut Equilibrato
CU BDM Conchiglia
CU BDM Corallo
CU BDM Giove
CU BDM Marte
CU BDM Mercurio
CU BDM Stella Marina
CU BDM Tritone
CU BDM Urano
CU Bond
CU BPL Azionario
CU BPL Bilanciato
CU BPL Futuro Az.
CU BPL Futuro Bil.
CU BPL Futuro Obbl.
CU BPL Gemini
CU BPL Lyra
CU BPL Obbl.
CU BPL Orion
CU BPL Pegasus
CU BPL Taurus
CU Cash
CU Equity
CU New Gemini
CU New Lyra
CU New Taurus
CU Previd. Cronos 1
CU Previd. Cronos 2
CU Previd. Cronos 3
Flex Aggressivo
Flex Dinamico
Flex Moderato
Ouverture
30.12
30.12
30.12
30.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
30.12
30.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
28,140
5,750
6,010
6,360
3,730
4,480
4,990
3,520
4,280
3,070
5,000
5,020
5,090
5,800
5,940
6,580
6,490
6,370
5,480
7,550
8,660
8,030
6,300
6,320
8,450
12,010
5,160
5,410
5,870
5,900
5,720
7,150
6,980
5,390
5,890
6,600
6,680
8,480
14,150
6,080
5,490
6,170
5,840
5,860
5,860
5,110
5,060
4,990
19,450
Aviva BPU 1
Aviva BPU 10
Aviva BPU 11
Aviva BPU 2
Aviva BPU 3
Aviva BPU 4
Aviva BPU 5
Aviva BPU 6
Aviva BPU 7
Aviva BPU 8
Aviva BPU 9
Aviva Sol. Inv. Glb M.Manager
Aviva Str.Gl.M.ManagerUbi Ed.
Aviva Strategy UBI Edition
Aviva UBI 1
Aviva UBI 2
Aviva UBI 3
Aviva UBI 4
Aviva UBI Aggressivo A
Aviva UBI Aggressivo B
Aviva UBI Dinamico A
Aviva UBI Dinamico B
Aviva UBI Moderato A
Aviva UBI Moderato B
E-Link Evoluz. 2005
E-Link Increm. 2005
E-Link Stabilità 2005
E-Link Sviluppo 2005
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
27.12
27.12
27.12
27.12
5,910
6,040
6,120
6,540
6,710
6,640
6,100
6,170
5,800
6,240
6,230
10,450
5,640
6,080
6,240
6,270
6,620
6,670
4,880
4,940
4,900
4,930
4,910
4,920
15,030
14,420
12,670
15,420
AXA Azionario Italia
AXA Exclusive Azionaria
AXA Exclusive Progressive
AXA Exclusive Prudente
AXA Investimento Assoluto
AXA Investimento Europa
AXA Investimento Internaz.
DM Emerging Equity
DM Global Equity
DM Global Income
DM Global Small Cap
DM VOLCAP 3%
DM VOLCAP 5%
DM VOLCAP 8%
Easy Plan Az. High Dividend
Easy Plan Obb. Dinamico
Gestiplus
Linea Dinamica
Linea Equilibrata
Linea Globale
Linea Innovazione
Linea Italia
Linea Prudenziale
Previdenza Assoluto FIP
Previdenza Euro Small Cap
Previdenza Europa FIP
Previdenza Internaz. FIP
Previdenza Megatrend
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
16,839
13,769
13,129
12,280
12,025
13,997
15,073
10,661
10,349
9,881
13,253
9,993
10,004
9,990
10,295
8,420
16,205
11,509
10,632
11,249
12,251
12,594
8,128
12,017
11,595
13,009
15,891
10,775
AXA Excellence Azionaria
AXA Excellence Progressive
AXA Excellence Prudente
AXA Global Ass. b30
AXA Global Ass. b50
AXA Global Ass. b70
Life Absolute Value
Life Az. Innovazione
Life Az. Internazionale
Life Az. Nord America
Life Az. Paesi Emerg.
Life Azion. Giappone
Life Azionario Asia
Life Azionario Europa
Life Azionario Italia
Life Azionario Svizzera
Life Monetario Euro
Life Multif. Flessibile
Life Obbligaz. Europa
Life Profilo Dinamico
Life Profilo Equilibrato
Life Profilo Prudente
30.12
30.12
10.07
30.12
30.12
30.12
30.12
02.03
30.12
30.12
02.10
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
9,483
8,954
9,228
11,650
12,018
12,566
8,663
13,038
8,180
11,599
13,415
8,125
13,024
11,536
12,215
10,000
9,352
7,660
15,708
10,972
10,601
8,480
Accumulator Best Mix
Accumulator Best Perform.
Accumulator Best Save
30.12
30.12
30.12
14,013
13,228
13,971
Alternative Strategies
Alternative Strategies 2.0
AXA MPS Balanced
AXA MPS Conservative
AXA MPS Dynamic
AXA MPS Euro U. VPB90
AXA MPS PC 01 Europ.Equity
AXA MPS VP 01 Germania
AXA MPS VP 02 U.K.
AXA MPS VP 03 Svizzera
AXA MPS VP 04 Sel. Ger.
AXA MPS VP 05 Stati Uniti
AXA MPS VP 06 Eurozone C.
AXA MPS VP 07 UK CH SE
AXA MPS VP 08 Nord America
AXA MPS VP 09 Am. Latina
AXA MPS VP10 P. Euro Core
AXA MPS VP11 U. Europee
01.01
01.01
29.12
29.12
29.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
8,977
10,079
13,139
13,182
13,069
86,110
9,849
119,040
112,880
117,910
119,090
115,400
114,260
112,090
112,970
102,590
112,300
112,340
Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/fondi24
AXA MPS VP12 Imp Eurozona
AXA MPS VP13 Salute
AXA MPS VP14 Opp Europa
AXA MPS VP15 Resp. Soc.
AXA MPS VP16 Progresso
AXA MPS VP17 Ob.Europa
AXA MPS VP18 Ba.Comunic.
AXA MPS VP19 Targ.Europa
AXA MPS VP20 Foc.Globale
AXA MPS VP21 Italia Spagna
AXA MPS VP22 Mix Europa
AXA MPS VP23 Small Caps Eu
AXA MPS VP24 Strat. Glob.
AXA MPS VP25 Dir. Eur.
AXA MPS VP32 Eu Ut.
AXA MPS VPB90 Eu Div.
AXA MPS VPB90 Eu Oil&Gas
AXA MPS VPB90 Eu Tar.
AXA MPS VPB90 Eu Tar. 2
AXA MPS VPB90 Eu Utility
AXA MPS VPB90 Eu Utility 2
AXA MPS VPB90 Sust.
Az. Internazionale
Azionario Top Ten
Balanced 2.0
Balanced Plus A
Balanced Plus B
China Equity
Commodiities B
Commodities
Defensive 2.0
Defensive A
Defensive B
DPI - Large Caps 2019
DPI Asia 2018
DPI Emerging Mkts 2018
DPI Health Care 2019
DPI Real Asset 2018
DPI U.S. High Div. 2019
Dynamic 2.0
Dynamic A
Dynamic B
Em. Mkt Debt
Emerging Markets Eq. A
Emerging Markets Eq. B
Euro Credit
Euro Govern.Bonds A
Euro Govern.Bonds B
European Equity A
European Equity B
Global Bond
Global Real Estate
Global Real Estate B
Liquidity 2.0
Liquidity A
Liquidity B
Obbligazionario Top Ten
Pacific Equity A
Pacific Equity B
PC02 Europe & South Eur.
PC03 Italian Eq.
PC04 Dyn. Europe
PC05 Alto Div. Glob.
Protetto AXA 80 Sett. Europei
Secure 2.0
Secure A
Secure B
Secure Plus
Usa Equity A
Usa Equity B
World Bonds Opportunities
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
21.12
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
21.12
21.12
21.12
21.12
30.12
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
01.01
106,590
113,080
116,050
103,700
106,980
101,420
103,850
100,920
102,340
100,570
102,390
101,120
99,590
100,604
94,641
96,160
95,950
87,868
85,610
92,030
89,807
93,952
18,354
18,353
10,938
16,400
15,940
11,520
9,559
13,083
10,680
14,573
14,306
118,820
114,030
111,910
129,760
111,910
124,530
11,092
17,598
17,924
11,193
26,511
16,884
10,225
13,012
12,897
21,639
20,733
9,829
24,323
11,917
9,776
9,713
9,467
15,225
19,177
18,200
10,282
10,286
10,289
9,989
9,990
10,357
15,596
12,350
10,086
12,782
27,991
15,979
Arianna 2003
Attivo Europa
Base 75
Base 8
Base 85
Base Progressiva
Conservativo
Coupon 8%
Dinamico
Double Engine Aggressivo
Double Engine Aggressivo B
Double Engine Difensivo
Double Engine Difensivo B
Double Engine Equilibrato
Double Engine Equilibrato B
Equilibrato
Flessibile
Global Income
Opera 13
Previdenza Aggessivo
Previdenza Equilibrato
Progr. Europa
Quadrifoglio 7+7
Sereno Europa
Suite II
Target 48
Trend Globale
VOLCAP 3%
VOLCAP 5%
VOLCAP 8%
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
29.12
29.12
29.12
29.12
30.12
30.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
146,049
14,764
11,939
15,924
126,032
12,866
15,193
13,323
10,550
12,341
18,270
13,056
14,565
13,076
15,844
13,148
9,701
10,037
13,689
16,584
14,705
10,524
15,631
15,392
19,465
12,620
12,581
9,994
10,000
10,014
AXA MPS Vita _____________________
Alternative
Artico 1
Artico 2
Artico 3
Atlantico 1
Atlantico 2
Atlantico 3
AZ STYLE Blue I
AZ STYLE Blue II
AZ STYLE Blue III
AZ STYLE Green I
AZ STYLE Green II
AZ STYLE Green III
AZ STYLE Red I
AZ STYLE Red II
AZ STYLE Red III
Conservative
Equilibrium
Growth
Pacifico 1
Pacifico 2
Pacifico 3
Private Selection
Quasar
Star B Equity
Star F Equity
Star Infinity Aggressive
Star Infinity Balanced
Star Infinity Conservative
Star Infinity Income
Star J Bond
Star P Bond
Star T Bond
Star T Equity
Style Money Market
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
5,036
5,010
5,032
4,978
5,140
5,237
4,991
5,830
6,064
6,241
5,005
4,997
4,958
5,685
6,201
6,467
5,571
5,507
5,610
5,001
5,012
5,012
5,076
5,120
6,289
7,043
4,483
4,872
4,986
5,304
5,275
5,392
5,564
6,236
5,000
BFI Euro Target Vol 5%
02.01
102,570
Baloise Luxembourg _____________
Azionario Gl. Flessibile
Equity America
Equity America PIP
Equity Asia
Equity Asia PIP
Equity Europa
Equity Europa PIP
Obbligazionario Gl. Flessibile
World Global Bond
World Global Bond PIP
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
4,761
11,785
10,421
7,922
7,260
6,825
6,094
5,008
6,260
5,914
Berica Vita ________________________
B.V. Azionario
B.V. Flessibile
B.V. Obbligazionario
30.12
30.12
30.12
7,618
9,396
8,301
Bim Vita Allegro
Bim Vita Andante
Bim Vita Moderato
Bim Vita Plus
28.12
28.12
28.12
28.12
12,450
14,830
14,090
10,760
Azionario B
Bilanciato B
Fondo Fortune 33
Fondo Fortune 36
Fondo Fortune 7
MF 10036200
Obbligazionario B
27.12 203,690
27.12 244,235
27.12 1728,421
27.12 263,053
27.12 240,704
27.12 146,285
27.12 250,315
BIM Vita __________________________
Cardif Vita ________________________
Aviva Vita _________________________
AXA _______________________________
AXA Interlife _____________________
AXA Life Europe __________________
AXA MPS Financial _______________
Carismi Bil. Prudente
Carismi Bilanciato
Carismi Conservativo
Carismi Flessibile
Carismi Vivace
Cattolica Azionario
Cattolica Bilanciato
Cattolica Obbligazionario
Cp Flex Garantito 2020
Cp Flex Garantito 2025
Cp Flex Garantito 2030
Cp Flex Garantito 2035
Cp Unico Aggressivo
Cp Unico Bilanciato
Cp Unico Prudente
Duomo Unit Moderate
Ev Strategia Int.le
Formula L In seconda
Formula Life Az.
Fuoriclasse Balanced
Ges. Obbligazionario
Gestivita Azionario
Gestivita Bilanciato
Linea Azionaria Globale
Linea Obbligaz. Globale
Nuove Rotte
Previdenza Azionario
Previdenza Bilanciato
Progetto Attivo Equity
Protezione Valore
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
27.12
27.12
27.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
27.12
29.12
30.12
27.12
27.12
30.12
30.12
30.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
09.12
12,438
10,951
8,090
15,600
8,699
6,033
6,018
5,866
12,184
14,504
13,242
11,950
14,879
13,974
13,858
6,422
17,312
14,458
6,101
6,645
13,344
13,105
15,379
11,226
11,779
7,343
14,337
12,865
5,815
10,000
Duet Azionario Europa
Duet Monetario
ETF Bilanciato & Prudente
ETF Conservativo
ETF Dinamico
ETF Vivace
Flex Azionario Europa
Flex Monetario
Guida Life America
Guida Life Brillante
Guida Life Commodities
Guida Life Dinamico
Guida Life Europa
Guida Life Flex Active
Guida Life Flex Defensive
Guida Life Forex
Guida Life High Yield
Guida Life Pacifico
Guida Life Paesi Emergenti
Guida Life Prudente
Guida Life Tesoreria
Guida Life Wealth
Life Bilanciato & Prudente
Life Conservativo
Life Dinamico
Life Protezione III/2018
Life Vivace
New Life Aggressivo
New Life Bilanciato
New Life Dinamico
New Life Monetario
New Life Prudente
Priv. Insurance Linea Azzurra
Protezione I/2017
Protezione I/2018
Protezione I/2019
Protezione I/2020
Protezione I/2021
Protezione II/2017
Protezione II/2018
Protezione II/2019
Protezione II/2020
Protezione II/2021
Protezione III/2016
Protezione III/2017
Protezione III/2019
Protezione III/2020
Protezione IV/2017
Protezione IV/2018
Protezione IV/2019
Protezione IX/2018
Protezione V/2017
Protezione V/2018
Protezione VI/2017
Protezione VI/2018
Protezione VII/2017
Protezione VII/2018
Protezione VIII/2017
Protezione VIII/2018
Protezione X/2018
20.12
20.12
30.12
30.12
30.12
30.12
20.12
20.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.11
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
22.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
13,409
10,497
4,672
4,732
5,274
5,574
13,593
10,662
10,899
7,619
4,588
7,012
9,239
5,549
4,406
5,130
6,767
8,356
5,307
6,719
5,355
10,320
10,270
10,010
12,091
10,023
14,294
5,313
6,821
6,123
7,231
7,394
5,414
10,095
9,850
10,367
10,962
10,209
9,993
9,791
9,577
10,641
9,722
10,300
10,136
9,574
10,714
9,931
10,757
10,376
10,792
10,025
10,324
10,901
9,857
10,422
10,741
11,601
11,999
10,481
Blue E.M.
CNP A Bilanciato
CNP A Bilanciato Più
CNP A Cauto
CNP A Dinamico
CNP A Flessibile
CNP A Monetario
CNP A Prudente
CNP A Prudente Più
CNP Abs Return Stars
28.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
14,648
6,754
6,790
5,745
6,912
5,056
4,762
6,478
6,769
5,104
Cattolica Life DAC ________________
CNP UniCredit Vita _______________
CNP Accumulo 03/2019
CNP D Az. America
CNP D Az. Europa
CNP D Az. Internazionale
CNP D Az. Pacifico
CNP D Bond Mix
CNP D Protection 80
CNP D Prudente
CNP D Prudente Più
CNP E Az. America Latina
CNP E Az. Internazionale
CNP E Az.Em.Eu Mediterraneo
CNP E Az.Pacifico e Giappone
CNP E Azionario America
CNP E Azionario Cina
CNP E Azionario Europa
CNP E Azionario India
CNP E Inflazione più
CNP E Obblig. Euro 1-3
CNP E Obblig. Euro Corp.
CNP E Obblig. Euro Oltre 3
CNP E Obbligazionario Misto
CNP E Obbligazionario US
CNP E Strategia 20
CNP E Strategia 30
CNP E Strategia 40
CNP E Strategia 50
CNP E Strategia 70
CNP Equity&Credit Stars
CNP F Az. America Stars
CNP F Az. Emergenti Stars
CNP F Az. Europa Stars
CNP F Crescita Stars
CNP F Inflazione Stars
CNP F Obbl. Euro BT Stars
CNP F Obbl. Euro Stars
CNP F Obbl. US Stars
CNP F Reddito Stars
CNP F Strategia Stars
CNP Life Income 360
CNP Obiettivo Inflaz.03/2018
CNP Opportunità Az.
CNP Patrimonio Stars
CNP Previdenza Equity
CNP Uniattiva (scad.06/2017)
CNP Uniattiva- scad 12/2017
Green G.E.
L. Dinamica
L. Dinamica Plus
L. Protetta 01 Gennaio
L. Protetta 02 Febbraio
L. Protetta 03 Marzo
L. Protetta 04 Aprile
L. Protetta 05 Maggio
L. Protetta 06 Giugno
L. Protetta 07 Luglio
L. Protetta 08 Agosto
L. Protetta 09 Settembre
L. Protetta 10 Ottobre
L. Protetta 11 Novembre
L. Protetta 12 Dicembre
Profilo Attivo
Profilo Bilanciato
Prog. Opportunity
Progetto Azionario
Progetto Medium
Progetto Obbligazion.
Progetto Smart
Progetto Sprint
Red I.E.
Risparmio Attivo
Risparmio Bilanciato
Risparmio Obbligaz.
Yellow E.B.
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
28.12
30.12
30.12
28.12
30.12
30.12
28.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
5,143
8,362
5,267
6,129
5,868
6,179
5,219
6,432
6,746
3,868
8,529
4,864
7,475
10,914
7,514
7,818
7,130
5,584
4,996
5,968
6,354
5,874
6,805
5,108
5,137
5,565
5,803
6,132
5,419
7,871
5,346
6,418
5,877
4,744
4,957
5,503
6,054
5,468
5,324
5,535
5,214
8,485
5,054
6,776
5,192
5,355
10,197
7,260
5,399
5,412
5,458
5,496
5,472
5,440
5,331
5,405
5,273
5,253
5,483
5,594
5,530
7,328
9,965
12,183
15,102
12,789
13,951
11,913
11,364
11,690
6,415
8,370
11,657
14,304
Credemvita _______________________
Crescendo+Base
Crescita
Global View 2
Global View 3
Global View 4
Global View 5
Global View Convertible Bond
Global View Dream Team
Global View Europe Equity
Global View Flex Emerging
Global View Global Bond
Global View Global Equity
Global View Liquidity
Risparmio
Sicurezza
Soluzione 97
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
12,747
12,493
10,019
10,549
11,043
12,449
9,993
10,018
10,200
10,413
10,105
10,862
9,985
10,322
14,532
10,724
CA Vita Top Selection
Do
Duemme Flex1
Duemme Flex2
Duemme Flex3
Duemme Flex4
Fa 2009
Flex EZ
Flex FT
Flex JP
Flex PT
Flex SC
Global Selection
La 2007
MI 2009
PIP Progetto Previdenza 2025
PIP Progetto Previdenza 2030
PIP Progetto Previdenza 2035
PIP Progetto Previdenza 2040
PIP Progetto Previdenza 2045
Progetto Domani 2015
Protezione 90 Dicembre 2022
Protezione 90 Giugno 2022
Protezione 90 Marzo 2022
Protezione 90 Settembre 2022
Protezione Agosto 2019
Protezione Agosto 2021
Protezione Aprile 2020
Protezione Dicembre 2019
Protezione Maggio 2021
Protezione Ottobre 2021
Protezione Settembre 2020
RE 2009
Si 2007
Sol 2009
30.12
28.12
30.12
30.12
30.12
30.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
30.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
10,240
10,670
10,290
10,250
10,000
10,000
8,980
12,590
13,500
14,060
12,880
12,380
10,140
10,150
12,450
11,230
11,860
11,890
12,040
12,030
10,030
10,680
10,440
9,640
10,160
12,900
10,360
11,730
12,030
10,470
10,340
10,640
8,970
8,450
13,620
Crédit Agricole Vita ______________
Creditras Vita _____________________
2RV B1
30.12
6,176
2RV B3
30.12
6,973
2RV B4
30.12
7,068
2RV B6
30.12
7,062
2RV D1
30.12
5,749
2RV D10
30.12
6,920
2RV D2
30.12
5,904
2RV D3
30.12
6,476
2RV D4
30.12
6,634
2RV D5
30.12
6,904
2RV D6
30.12
—
2RV D7
30.12
6,431
2RV D8
30.12
5,792
2RV D9
30.12
5,433
2RV Dinamica
30.12
5,933
2RV Eurounit 1
30.12
5,918
2RV Eurounit 2
30.12
6,241
2RV Eurounit 3
30.12
6,157
2RV Eurounit 4
30.12
5,205
2RV Eurounit Plan 1
30.12
6,141
2RV Eurounit Plan 2
30.12
6,187
2RV Eurounit Plan 3
30.12
5,965
2RV Eurounit Plan 4
30.12
5,158
2RV Fip2
30.12
6,744
2RV Fip5
30.12
7,068
2RV Fip6
30.12
7,411
2RV Fip8
30.12
7,120
2RV Invest 1
30.12
6,096
2RV Invest 2
30.12
6,057
2RV Invest 3
30.12
5,920
2RV Invest 4
30.12
5,220
2RV Invest 5
30.12
5,925
2RV Plan 1
30.12
2,990
2RV Plan 2
30.12
5,366
2RV Plan 3
30.12
5,643
2RV Plan 4
30.12
4,440
2RV Serena
30.12
6,581
2RV Sicura
30.12
6,726
2RV Tranquilla
30.12
6,638
2RV VPP Riccardo
30.12 1253,124
2RV VPP Sequoia
30.12 1245,336
2RV VPP Vitiano
30.12 1194,806
CGV Futuroro Azione
30.12
7,857
CGV Futuroro Bilancia
30.12
8,362
CGV Futuroro Euro Azione
30.12
6,002
CGV Futuroro Euro Bilancia
30.12
6,558
CGV Futuroro Euro Moneta
30.12
5,986
CGV Futuroro Moneta
30.12
8,189
Creditras A Bilanc. Più
30.12
6,784
Creditras A Bilanciato
30.12
6,725
Creditras A Cash
30.12
4,836
Creditras A Cauto
30.12
5,775
Creditras A Dinamico
30.12
6,876
Creditras A Flessibile
30.12
5,175
Creditras A Mix
30.12
6,637
Creditras A Monetario
30.12
4,704
Creditras A Prudente
30.12
6,468
Creditras A Prudente Più
30.12
6,768
Creditras A Total
30.12
5,260
Creditras A2
30.12
6,057
Creditras Absolute Return Stars 30.12
5,120
Creditras Accumulo 03/2019 30.12
5,143
Creditras China Equity
30.12
9,855
Creditras D Az. America
30.12
7,540
Creditras D Az. Europa
30.12
5,756
Creditras D Az. Intern.
30.12
6,271
Creditras D Az. Pacifico
30.12
5,603
Creditras D Bond Mix
30.12
6,243
Creditras D Obbl. Intern.
30.12
6,104
Creditras D Prudente
30.12
6,376
Creditras D Prudente Più
30.12
6,644
Creditras Dynamic Prot. 80
30.12
5,137
Creditras E Az. America
30.12
13,289
Creditras E Az. CIna
30.12
10,831
Creditras E Az. Em.EU e Med. 30.12
9,519
Creditras E Az. Giappone
30.12
10,408
Creditras E Az. India
30.12
11,814
Creditras E Az.Am.Latina
30.12
6,678
Creditras E Azion. Europa
30.12
10,154
Creditras E Azion. Internaz.
30.12
10,735
Creditras E Inflaz. Più
30.12
6,462
Creditras E Obbl. Euro 1-3
30.12
5,046
Creditras E Obbl. Euro Corp. 30.12
5,986
Creditras E Obbl. Euro Oltre 3 30.12
6,503
Creditras E Obbl. Misto
30.12
6,268
Creditras E Obbl. US
30.12
6,917
Creditras E Strategia 20
30.12
5,425
Creditras E Strategia 30
30.12
5,515
Creditras E Strategia 40
30.12
6,139
Creditras E Strategia 50
30.12
6,529
Creditras E Strategia 70
30.12
7,132
Creditras Em. Economy Eq.
30.12
4,505
Creditras Em.Europe&Med.Eq 30.12
6,819
Creditras Equity & Credit Stars 30.12
5,393
Creditras Euro B. Enhanced
30.12
6,467
Creditras Euro B. Over 3
30.12
7,352
Creditras Euro Bond 1-3
30.12
5,490
Creditras Euro Cash
30.12
4,858
Creditras Europe Equity
30.12
5,288
Creditras Income
30.12
5,791
Creditras Income Clock
30.12
8,262
Creditras India Equity
30.12
11,335
Creditras Intern. Equity
30.12
6,283
Creditras LatinAmerica Eq
30.12
5,458
Creditras Life Active1
30.12
5,709
Creditras Life Active2
30.12
5,757
Creditras Life Active3
30.12
5,988
Creditras Life Az. America
30.12
7,663
Creditras Life Az. Europa
30.12
5,583
Creditras Life Az. Internaz.
30.12
6,143
Creditras Life Az. Pacifico
30.12
5,335
Creditras Life Bond Selec.
30.12
6,122
Creditras Life Dinamico
30.12
6,585
Creditras Life Flessibile
30.12
5,096
Creditras Life Prudente
30.12
6,336
Creditras M1
30.12
4,493
Creditras M10
30.12
10,624
Creditras M2
30.12
6,520
Creditras M3
30.12
6,939
Creditras M4
30.12
5,952
Creditras M5
30.12
8,187
Creditras M6
30.12
8,929
Creditras M7
30.12
7,572
Creditras M8
30.12
10,890
Creditras M9
30.12
7,668
Creditras North A. Equity
30.12
8,288
Creditras Opportunità Az.
30.12
8,281
Creditras Pacific Equity
30.12
5,751
Creditras Patrimonio Stars
30.12
5,067
Creditras Total Return
30.12
5,158
Creditras Us Bond
30.12
8,481
CRV 2K
30.12
7,203
CRV 4K
30.12
7,261
CRV 5K
30.12
6,886
CRV 6K
30.12
6,469
CRV 8K
30.12
5,465
CRV A1
30.12
6,230
CRV A3
30.12
7,587
CRV A4
30.12
8,390
CRV A6
30.12
9,558
CRV B1
30.12
6,537
CRV B3
30.12
6,969
CRV B4
30.12
7,082
CRV B6
30.12
6,856
CRV Balanced
30.12
6,417
CRV Bond
30.12
4,807
CRV D1
30.12
6,597
CRV D10
30.12
6,522
CRV D2
30.12
5,747
CRV D3
30.12
6,874
CRV D4
30.12
6,760
CRV D5
30.12
6,100
CRV D6
30.12
10,741
CRV D7
30.12
6,300
CRV D8
30.12
6,251
CRV D9
30.12
6,708
CRV Equilibrio
30.12
8,256
CRV Equity
30.12
5,342
CRV Euro 10
30.12
5,706
CRV Euro 2
CRV Euro 5
CRV Euro 6
CRV Euro 8
CRV Eurodue
CRV Eurotre
CRV F Az.America Stars
CRV F Az.Emergenti Stars
CRV F Az.Europa Stars
CRV F Crescita Stars
CRV F Inflazione Stars
CRV F Obbl.Euro BT Stars
CRV F Obbl.Euro Stars
CRV F Obbl.US Stars
CRV F Reddito Stars
CRV F Strategia Stars
CRV Fip2
CRV Fip5
CRV Fip6
CRV Fip8
CRV Five
CRV Four
CRV G2
CRV G5
CRV G6
CRV G8
CRV Income 360
CRV Large
CRV Medium
CRV Ob.Inflazione 03/2018
CRV One
CRV Previdenza Equity
CRV Sicurezza
CRV Small
CRV Sviluppo
CRV Three
CRV Two
CRV Uniattiva(scad. 06/2017)
CRV Uniattiva(scad. 12/2017)
Exclusive Beta
Exclusive Cisles
Exclusive F40
Exclusive Fusine
Exclusive Futuro
Exclusive Giuliano
Exclusive Granata
Exclusive Michele
Exclusive Risparmio Attivo
Exclusive Romano
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
28.12
30.12
28.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
6,485
6,456
6,201
5,441
—
4,866
7,743
5,415
6,393
5,925
4,758
4,994
5,473
6,058
5,452
5,323
7,035
7,361
7,573
7,341
7,252
8,069
5,556
7,068
7,007
6,232
5,593
3,771
6,067
5,244
7,326
6,652
6,425
—
7,705
8,168
7,987
5,186
5,363
2048,680
1023,475
1023,323
2024,376
1249,025
1188,783
1237,468
1228,391
1011,993
1787,000
Advam Alarico Re
30.12
AGI Capital Plus
30.12
AGI Fund Strat
30.12
AGI Strategy Plus
30.12
Agora Dynamic
30.12
Alkimis Capital
30.12
Allianz Liquid Alternative
30.12
AllianzGl Special Capital Plus 30.12
Ch F Flex Bond
30.12
Ch F Megatrend
30.12
Ch OT Equity
30.12
Ch OT New Talent
30.12
Ch OT USD
30.12
Ch Q Gold
30.12
Ch Q-Selection
30.12
Ch Q-Stone
30.12
Ch Tg Ret Bond
30.12
Challenge Formula SRI
30.12
China CSOP HY Bond
30.12
Darta Ch Team Invesco
30.12
Darta Challenge OpenTeam
30.12
Darta Challenge Tesoreria
30.12
Darta ChallengeFormula100 30.12
Darta ChallengeFormula15
30.12
Darta ChallengeFormula30
30.12
Darta ChallengeFormula70
30.12
Darta ChallengeTeam GAM
30.12
Darta Obiettivo Crescita
30.12
Darta PIMCO Inc. Bond
30.12
Darta PIMCO Inc. Eq. Focus
30.12
Darta PIMCO Inc. Plus
30.12
Darta Target Diamond
30.12
Darta Target Emerald
30.12
Darta Target Gold
30.12
Darta Target Platinum
30.12
Darta Target Silver
30.12
Darta Target Stone
30.12
Darta Target Titanium
30.12
Darta Team Blackrock
30.12
Darta Team Carmignac
30.12
Darta Team JPMorgan AM
30.12
Darta Team Morgan Stanley
30.12
Darta Team Pictet
30.12
Darta Team Pimco
30.12
Darta Team Schroders
30.12
Darta Team Templeton
30.12
Darta Total Return100
30.12
Darta Total Return50
30.12
OT Alpha
30.12
OT Em Mkts
30.12
Pimco Credit Navigator
30.12
Pimco Special Strat. Income 30.12
Selezione Reddito
30.12
T Ret Bond US HY
30.12
Team Allianz Gl. Investors
30.12
Team Kairos
30.12
Team M&G
30.12
Team Pioneer
30.12
TR Bond EM
30.12
X Agi Eur Eq.Select
30.12
X Agi Inc&Gr.
30.12
X Agi Strat 50
30.12
X Bgf Eur Eq.Inc.
30.12
X Bgf Fix Inc. Gl.Opp.
30.12
X Bgf Glob.All.
30.12
X Carm Gl.Eq.
30.12
X Carm. Flex Bal.
30.12
X Carm. Stab.
30.12
X Inv. Eur Corp. Bond
30.12
X Inv. Ibra
30.12
X Inv. Paneur HI
30.12
X Jpm Eur Eq.Plus
30.12
X Jpm Glob.Inc.
30.12
X Jpm Inc.Opp.
30.12
X Kairos It.
30.12
X Kairos Multi Strat.
30.12
X Kairos Sel.
30.12
X MS Dap
30.12
X MS GBaR
30.12
X Pict. Eur Sh.T. HY
30.12
X Pict. Mago
30.12
X Pict. Megatrend
30.12
X Pimco Div. Inc.
30.12
X Pimco Gmaf
30.12
X Pimco Tot.Ret.
30.12
X Pioneer Abs Ret. Bond
30.12
X Pioneer Strat.Inc.
30.12
X Pioneer Top Eur Pl.
30.12
X Schr. Eur Divid.Max
30.12
X Schr. Front.Mkts
30.12
X Schr. MA Inc.
30.12
X Templ. Africa
30.12
X Templ. GF Strat.
30.12
X Templ. Gl.Tr.
30.12
X-TEAM AGI GMAC
30.12
X-TEAM AGI HI Inc SD$
30.12
X-TEAM AGI Select GL HY
30.12
X-TEAM ALGEBRIS M Cred
30.12
X-TEAM BNYM Gbl Real Ret
30.12
X-TEAM BSF Eur Sel Str
30.12
X-TEAM CARMIGNAC Comm 30.12
X-TEAM CS Abs Ret Bond
30.12
X-TEAM CS Asia Corp Bond
30.12
X-TEAM CS Glob Sec Equity
30.12
X-TEAM CS Portf Reddito
30.12
X-TEAM DNCA Eur Growth
30.12
X-TEAM FIDELITY Sharper Eur 30.12
X-TEAM FRANKLIN Conserv
30.12
X-TEAM GAM H Inc Credit
30.12
X-TEAM GS Em Mkts Equity
30.12
X-TEAM INVESCO Gl Mkt Strategy 30.12
X-TEAM JANUS Intech US Core 30.12
X-TEAM JPM Glob Macro Bal
30.12
X-TEAM KAIROS Pentagon
30.12
X-TEAM M&G Optimal Income 30.12
X-TEAM MS Glb Brands
30.12
X-TEAM MS Global HY
30.12
X-TEAM PICTET Robotics
30.12
X-TEAM PIMCO Glob High Yield 30.12
X-TEAM PIMCO RAE Glob Develop 30.12
X-TEAM PIONEER Eur Strat Bond 30.12
X-TEAM SCHRODER Strat. Credit 30.12
XT AGI Agricultural
30.12
XT AGI Big Japan
30.12
XT AGI Conv
30.12
XT AGI EM Def
30.12
XT AGI Intellectual
30.12
XT AGI Strat 15
30.12
XT Algebris Allocation
30.12
XT Algebris Fin. Cred.
30.12
XT Algebris Fin. Eq.
30.12
XT Algebris Fin. Income
30.12
XT BGF Gl Ma Inc
30.12
XT BNY EM Debt
30.12
XT BNY Gl Opp
30.12
XT BNY SmallCap Eur
30.12
XT BSF Fix Inc Str
30.12
XT Carmignac Conserv
30.12
XT Carmignac Gl Bond
30.12
XT DNCA Eurose
30.12
XT DNCA Evolutif
30.12
XT DNCA Miuri
30.12
XT Fidelity China Cons
30.12
XT Fidelity Glb Div
30.12
XT Fidelity GMAI
30.12
XT GAM Abs. Return
30.12
XT GAM EM Opp
30.12
XT GAM Health Innov
30.12
XT GAM L/S Equity
30.12
XT GAM Luxury
30.12
XT GS Gl. Equity Long Short
30.12
XT GS Gl. Income Builder
30.12
XT GS Strat. Inc. Bond
30.12
XT GS Strategic Macro Bond
30.12
XT INV America
30.12
XT INV Fless
30.12
XT INV PiazzAffari
30.12
XT Invesco Gl Tgt Ret
30.12
XT Invesco PanEur Eq Inc
30.12
XT Janus Bal
30.12
XT Janus Gl Flex Inc
30.12
XT Janus Gl Life Sc
30.12
XT JPM EM Strat Bond
30.12
XT JPM Gl Bond Opp
30.12
XT Kairos Bond Plus
30.12
XT Kairos Key
30.12
XT M&G Eur Div
30.12
XT M&G G1 F R HY
30.12
XT M&G Pr All
30.12
XT MS Frontier EM Mkts
30.12
XT MS Gl Fixed Inc Opp
30.12
XT Pictet Em Loc Debt
30.12
XT Pictet High Div
30.12
XT Pimco Cap Sec
30.12
XT Pimco Div Inc&Build
30.12
XT Pimco Gl B
30.12
XT Pimco Income
30.12
XT Pimco Strat. Income
30.12
XT Pioneer Eur Eq Inc
30.12
XT Pioneer Multi Asset Inc
30.12
XT Schroder Alpha Abs
30.12
XT Schroder Italian Eq
30.12
XT Schroder S US L/S
30.12
XT Templeton Gl Inc
30.12
XT Templeton Str Inc
30.12
7,437
9,951
10,337
10,065
9,336
9,549
9,973
11,353
9,864
12,605
12,585
11,750
11,154
9,598
11,026
11,687
11,312
12,139
8,308
11,616
12,332
9,827
8,549
11,135
11,057
10,302
12,172
9,884
10,191
10,529
11,152
7,335
6,133
7,046
6,923
6,511
7,043
5,943
13,538
12,565
13,704
15,798
13,352
12,588
12,938
12,935
5,796
5,627
9,865
10,271
10,177
11,206
10,385
9,797
13,152
11,698
10,732
11,089
10,220
12,277
10,570
12,191
11,391
9,973
9,829
11,245
11,084
9,812
10,404
10,628
10,974
11,900
10,791
9,839
10,470
9,669
9,357
7,996
11,577
10,289
10,994
9,779
10,711
10,825
10,013
9,018
13,171
11,013
10,412
11,409
9,754
7,729
12,691
9,783
10,040
10,566
10,046
10,024
9,572
9,896
11,170
9,966
9,737
10,377
10,107
10,072
9,734
9,947
10,063
9,714
10,200
10,409
9,529
9,987
10,088
10,623
10,072
10,563
10,058
11,181
10,080
10,050
9,125
12,272
10,662
9,767
10,588
10,117
9,914
10,643
10,364
9,820
9,830
9,210
10,216
13,173
10,054
9,991
11,393
10,429
10,882
10,452
11,533
11,311
12,595
9,537
9,105
12,068
9,596
10,815
8,675
10,534
9,918
10,072
13,201
10,312
10,908
10,180
11,363
9,993
8,840
9,856
9,690
10,265
11,082
10,998
9,994
11,103
10,663
10,136
9,727
7,866
11,155
10,453
9,007
10,256
10,567
10,427
10,404
12,558
10,594
10,825
9,982
9,384
9,569
Fondo Attivo
Fondo Azionario
Fondo Azione Più
Fondo Bilanciato
Fondo Dinamico
Fondo Dinamico Cl. A
Fondo Prima Base
Fondo Seconda Base
Fondo Terza Base
29.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
14,433
14,105
10,749
14,255
14,025
13,163
14,236
18,586
23,144
Ifis G.Dynamic Allocation
Ifis G.Selective Allocation
30.12
30.12
111,183
97,570
Life Dinamico
Life Obbligazionario
28.12
28.12
4,521
3,941
Az. Globale(Augusta)
Az.Globale(Toro,L.Italico)
Bilanciato Globale
Cash
Dynamic
Euro Blue Chips
European Equity P
Fondo Ina Valore Attivo
Fondo Valore Azione
Fondo Valute Estere
Global Bond
Global Equity
Il Meglio Azionario
Il Meglio Bilanciato
Il Meglio Obbligaz.
INA F. Blunit Forza5
INA F. Blunit Forza6
INA F. Blunit Forza7
Italian Equity
Nuovo Fondo Ina
Target 2010 - 2025
Target 2011 - 2021
29.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
27.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
27.12
27.12
27.12
30.12
30.12
30.12
30.12
12,888
15,936
15,282
6,406
3,467
7,284
4,968
4,839
14,343
1,263
7,990
7,505
5,979
6,771
6,421
11,604
13,689
12,705
9,648
9,901
7,615
6,776
Adria Equilibrio
Aptus I
Aptus II
Aptus III
BG 2011-2016
BG 2011-2017
BG 2011-2020
BG 2011-2021
BG 2011-2022
BG 2011-2025
BG 2011-2026
29.12
30.12
30.12
30.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
6,785
5,312
5,277
4,672
10,605
11,169
12,735
12,900
13,556
14,353
14,638
Darta Saving Life A. ______________
Ergo Previdenza __________________
Euresa-Life _______________________
Fata Vita di Genertellife __________
Generali Italia ____________________
Genertellife ______________________
BG 2011-2027
BG 2011-2030
BG 2011-2031
BG 2011-2032
BG A 2018
BG A 2023
BG A 2028
BG A 2033
BG Azionario I
BG Azionario II
BG Bilanciato I
BG Bilanciato II
BG Dinamico
Espansione
Espansione Duemila
GLIFE Income Bond (Acc)
GLIFE Income Bond (Dis)
GLIFE Income Equity (Acc)
GLIFE Income Equity (Dis)
GT Bond 2023
GT Bond 2028
GT Bond 2033
GT Bond 2038
LVA Az. Previdenza P
LVA Din Previdenza P
LVA Din. Azionario
LVA In Azione
LVA Ob. Obbligazion.
Premium Portfolio Model
Stg Model Portfolio
Sviluppo
Sviluppo Duemila
Tirreno Unit Equilibrio
Tirreno Unit Protezione
Tirreno Unit Sviluppo
Valore
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
29.12
30.12
30.12
29.12
29.12
29.12
29.12
23.12
23.12
23.12
23.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
14,796
14,974
14,897
14,837
12,612
16,536
17,221
17,245
2,978
3,381
4,563
5,459
10,124
3,566
3,419
10,291
10,272
10,887
10,374
14,375
15,612
16,121
16,860
6,809
10,208
4,749
4,706
3,752
10,838
11,387
4,754
4,346
7,228
5,680
6,896
6,495
Groupama Bilanciato I
Groupama Bilanciato N
Groupama Dinamico I
Groupama Dinamico N
Groupama Prudente I
Groupama Prudente N
ValorePiù Azionario Cl.A
ValorePiù Azionario Cl.B
ValorePiù Azionario Prev.
ValorePiù Bilanciato Cl.A
ValorePìù Bilanciato Cl.B
ValorePiù Quota Medium
ValorePiù Quota Small
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
27.12
27.12
31.12
27.12
27.12
27.12
27.12
75,500
14,440
75,120
12,340
76,940
19,320
14,496
15,777
9,839
15,926
13,809
10,097
13,757
ING ClearFuture Euro Sh.T
ING Global Bonds
ING Pioneer Corp. Bonds
ING Pioneer Eur. Equities
ING Pioneer Euro Bonds
ING Pioneer Glb Equities
ING Pioneer Jap. Equities
ING Pioneer US Equities
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
97,700
174,050
140,870
131,040
139,880
176,540
139,680
240,210
Groupama Assicurazioni _________
ING Life Luxembourg ____________
Alpha Mix7-Classe Deluxe
28.12
Alpha Mix7-Classe Exclusive 28.12
Alpha Mix7-Superior
28.12
Az. America
28.12
Az. America MM
28.12
Az. America SPIF
28.12
Az. Econ. Em. MM
28.12
Az. Econ. Em. SPIF
28.12
Az. Euro
28.12
Az. Europa MM
28.12
Az. Europa SPIF
28.12
Az. Flessibile
28.12
Az. Flessibile 7 anni
28.12
Az. Giappone
28.12
Az. Internazionale
28.12
Az. Italia
28.12
Az. Italia MM
28.12
Az. Italia SPIF
28.12
Az. Pacifico MM
28.12
Az. Pacifico SPIF
28.12
Az. Settoriale MM
28.12
Az. Settoriale SPIF
28.12
Base Target 04/2022
28.12
Base Target 04/2022 val. prot. 28.12
Base Target High Divid.
28.12
Base Target High Divid. val. prot. 28.12
Cap. Attivo Base 2
28.12
Cap. Attivo Plus 2
28.12
Cap. Attivo Standard 2
28.12
Dinamico
28.12
Dinamico MM
28.12
Dinamico SPIF
28.12
EL Base 24
28.12
EL Base 24 val.prot.
28.12
EL Base Più Bonus val.prot.
28.12
EL Base Più val.prot.
28.12
EL Base Piu'
28.12
EL Base Piu' Bonus
28.12
EL Capitale Attivo Base
28.12
EL Capitale Attivo Plus
28.12
EL Capitale Attivo Standard
28.12
EL Prosp. Az. Italia
28.12
EL Prosp. Conservativa
28.12
EL Prosp. Dinamica
28.12
EL Prosp. Moderata
28.12
EL Prosp. Ob. High Yield
28.12
EL Prosp. Obblig. Corpor.
28.12
EL Prosp. Prot. Val. Prot.
28.12
EL Prosp. Protetta
28.12
EL Prosp. Prot.V.Prot.2010
28.12
EL Prosp. Protetto 2010
28.12
Equilibrato
28.12
Equilibrato MM
28.12
Equilibrato SPIF
28.12
Excludive Base
28.12
Exclusive Plus
28.12
Exclusive Protetto
28.12
Exclusive Protetto val.prot.
28.12
Exclusive Standard
28.12
Extra
28.12
Extra MM
28.12
Extra SPIF
28.12
Far East
28.12
Forziere Dinamico
28.12
Forziere Equibrato
28.12
Forziere Prudente
28.12
Forziere Quota 90
28.12
Inv. con Me Att.Forte
28.12
Inv. con Me iFlex
28.12
Inv. con Me Obbl.Fless.
28.12
Invest Dinamico
28.12
Invest Equilibrato
28.12
Invest Prudente
28.12
Invest. Private 0-15
28.12
Invest. Private 0-30
28.12
Invest. Private 0-40
28.12
Invest. Private 20-60
28.12
ISPL Power
28.12
ISPL Power 2
28.12
Linea Conservativa
28.12
Linea Dinamica
28.12
Linea Equilibrata
28.12
Linea Moderata
28.12
Linea Molto Dinamica
28.12
Liquidita SPIF
28.12
Monet.
28.12
Monet. America SPIF
28.12
Monet. Euro SPIF
28.12
Multinvest Az. America
28.12
Multinvest Az. Econ. Em.
28.12
Multinvest Az. Europa
28.12
Multinvest Az. Italia
28.12
Multinvest Az. Pacifico
28.12
Multinvest Az. Settoriale
28.12
Multinvest Obb. America
28.12
Multinvest Obb. Euro
28.12
Multinvest Obb. Giappone
28.12
Multinvest Obb. Merc. Em.
28.12
Obb. America
28.12
Obb. America MM
28.12
Obb. America SPIF
28.12
Obb. Corpor. MM
28.12
Obb. Corpor. SPIF
28.12
Obb. Euro
28.12
Obb. Euro MM
28.12
Obb. Euro SPIF
28.12
Obb. Giappone MM
28.12
Obb. Giappone SPIF
28.12
Obb. Internazionale
28.12
Obb. M. Emerg.
28.12
Obb. Merc. Em. MM
28.12
Obb. Merc. Em. SPIF
28.12
Obb. Mercati Emergenti
28.12
Optima 12 - Classe Deluxe
28.12
Optima 12 - Classe Exclusive 28.12
Optima 12 - Superior
28.12
Optima 5 - Classe Deluxe
28.12
Optima 5 - Classe Exclusive
28.12
Optima 5 - Classe Superior
28.12
Optima 8 - Classe Deluxe
28.12
Optima 8 - Classe Exclusive
28.12
Optima 8 - Superior
28.12
Private Style Equity
28.12
Private Style Flexible
28.12
Private Style Income
28.12
Profilo 15
28.12
Profilo 30
28.12
Profilo 50
28.12
Profilo 70
28.12
Profilo 90
28.12
Profilo Base
28.12
Profilo Monetario
28.12
Profilo Obbligazionario
28.12
28.12
Profilo Plus
Profilo Protetto10-01/2017 28.12
Profilo Protetto10-09/2016 21.09
Profilo Standard
28.12
Prosp. Az. America
28.12
Prosp. Az. Europa
28.12
Prosp. Az. Giappone
28.12
Prosp. Az. Globale
28.12
Prosp. Az. Pac.exGiap
28.12
Prosp. Az. Paesi Emer.
28.12
Prosp. Monetario Euro
28.12
Prosp. Obbl. Corp. Cl.A
28.12
Prosp. Obbl. H.Y. Cl.A
28.12
Prosp. Obblig. Dollaro
28.12
Prosp. Obbligaz. Euro
28.12
Protetto
28.12
Protezione Dinamica
28.12
Protezione Dinamica val. prot. 28.12
Prudente
28.12
Prudente SPIF
28.12
Small Caps
28.12
9,024
9,236
8,817
1,233
1,326
1,213
2,261
1,883
1,037
1,469
1,012
10,473
10,593
0,714
1,042
0,976
1,022
0,802
1,211
0,985
1,409
1,142
9,596
8,013
9,929
8,003
10,338
11,134
10,822
1,505
1,503
1,240
14,194
12,433
10,556
10,005
12,237
12,042
10,755
12,121
11,610
8,411
12,287
14,782
13,491
20,819
13,031
9,458
10,041
9,562
11,100
1,625
1,494
1,368
10,209
10,638
10,366
8,293
10,433
1,004
1,292
1,107
2,173
0,948
0,993
0,955
0,996
10,328
9,980
10,007
1,146
1,466
1,427
11,411
11,751
11,927
12,978
1,098
1,076
1,278
1,289
1,429
1,445
1,212
1,192
1,150
0,880
1,144
1,132
1,611
1,183
0,860
1,146
1,166
0,862
1,272
0,689
1,560
1,680
1,243
1,220
1,730
2,131
1,874
1,626
1,746
0,762
0,864
1,345
2,819
1,915
2,057
10,992
11,117
11,387
10,855
10,798
11,021
10,555
11,387
11,664
11,120
12,835
10,235
10,792
1,434
1,545
1,583
1,579
1,504
10,646
1,142
1,387
12,099
1,008
1,027
11,283
20,168
12,845
14,535
15,946
12,649
11,276
10,227
10,428
13,635
16,090
13,858
1,245
10,112
8,091
1,458
1,316
1,716
ISV Prosp. Protetta val.corr.
ISV Prosp. Protetta val.prot.
ISV Prosp.Conservat.Reddito
ISV Prosp.Conservativa
ISV Prosp.Moderata
ISV Prosp.ModerataReddito
IV Prosp. Protetta2010 v.corr.
IV Prosp. Protetta2010 v.prot.
Lungo Termine
LV Cap, Att. Base Reddito
LV Cap. Att. Base
LV Cap. Att. Plus
LV Cap. Att. Standard
LV Cap. Att. Standard Redd.
LV Prosp. Prot.2010 Val.Corr.
LV Prosp. Prot.2010 Val.Prot.
LV Prosp. Protetta Val.Corr.
LV Prosp. Protetta Val.Prot.
LV Prospettiva Conservativa
LV Prospettiva Dinamica
LV Prospettiva Moderata
Medio Termine
Multiasset Flex 10
Multiasset Flex 5
Mutiasset Flex 15
Obbligaz. Blue
Obbligaz. Plus
Obbligazionario
Obbligazionario Flex
ProtezAttiva 2010 val. corr.
ProtezAttiva 2010 val. prot.
ProtezAttiva set05 val.corr
ProtezAttiva set05 val.prot
ProtezAttiva val.corrente
ProtezAttiva val.protetto
SPV P.Protetta 2010 val.corr.
SPV P.Protetta 2010 val.prot.
Synthesis Mix 10
Synthesis Mix 20
Synthesis Mix 30
Synthesis Multiasset 15
Synthesis Multiasset 30
Synthesis Multiasset Flex
Synthesis Protetto
Synthesis Protetto Val.Prot.
Total Return
Unit Linea 1
Unit Linea 2
Unit Linea 3
Unit Linea 4
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
02.01
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
02.01
03.01
03.01
03.01
27.12
27.12
27.12
03.01
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
29.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
30.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
10,075
9,494
10,789
12,426
13,560
11,391
11,058
9,547
12,276
96,318
107,067
119,312
115,383
100,660
107,939
93,186
101,267
95,928
124,608
155,387
139,273
10,956
9,425
10,015
9,380
146,754
253,389
227,712
9,492
11,070
9,640
9,995
9,598
12,430
11,685
11,111
9,576
10,150
9,794
9,795
10,047
10,077
9,699
10,067
8,068
9,105
14,985
15,427
14,752
10,160
EV Strategia 15 P
EV Strategia 30 P
EV Strategia 40 P
EV Strategia 55 P
EV Strategia 70 P
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
12,105
11,904
11,451
11,535
11,114
Azionario Internazionale
Bilanciato Euro
Conservativo
Dinamico
Equilibrato
Obbligazionario Euro
Specializzato
Valore Aggiunto
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
13,408
14,068
14,162
11,541
12,971
14,393
11,276
152,031
Global Equity
Global Equity Plus
Global Equity Previ P
02.01
02.01
02.01
17,950
15,198
14,030
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
13,025
11,410
16,711
16,23
10,254
13,462
8,663
9,926
11,330
9,586
15,783
9,962
12,410
12,040
9,680
12,926
10,010
9,997
Formula Bilanciata
Previ Bilanciato
Previ Dinamico
27.12
27.12
27.12
10,037
13,691
16,506
Adb Dyn.Asset Allocation
Alba Prof. Balanced
Alba Prof. Dynamic
Alba Prof. Prudent
Asfalia Custodia-Crescita
Bgb Flex Alpha
Bgb Multistrategy
Bgb My Fund
ELF Absolute Ret. Bond C
Marigian Fund
Neul Az. Europa
Neul Az. Giappone
Neul Az. Globale
Neul Az. Tattico-Eur.
Neul Az.Nord-America
Neul Azionario UK Growth
Neul Obblig. Europa
Neul Obblig. Globale
Neul Prof. Bilanciato
Neul Prof. Dinamico
Neul Prof. Prudente
Ser Uk Equity Growth F. A
Ser. American A
Ser. Euro Bond
Ser. Europe Tactical A
Ser. Global Balanced
Ser. Global Bond
Ser. Global Equity
Ser. Japan A
Ser. Prof.Conservative
Ser.Cash Fund
16.12
28.12
28.12
28.12
16.12
16.12
16.12
16.12
16.12
17.04
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
28.12
1309,430
9,026
7,793
10,832
1062,500
1038,800
964,710
1235,680
1111,250
730,980
4,948
3,092
3,870
4,100
4,611
5,068
9,520
7,004
6,213
4,909
6,044
5,205
4,472
11,193
4,213
10,429
11,409
9,650
3,245
8,756
5,
6,724
139,858
165,792
160,216
178,995
151,445
165,299
83,614
9,600
85,443
204,277
203,867
238,848
7,059
6,348
4,928
6,576
6,651
7,140
123,087
128,607
119,157
132,869
130,963
765,600
723,480
650,730
545,480
721,560
627,860
763,730
705,580
825,080
707,090
557,470
815,390
727,200
34,044
20,365
24,076
19,661
16,837
11,314
10,547
14,784
10,786
9,748
12,137
11,611
10,200
19,714
12,740
13,889
15,418
8,139
12,519
11,191
14,722
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13,038
15,779
13,549
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23.12
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Azionaria Indici
Conservativa
Dinamica Protetta
Dinamica Protetta 2
FP Azionaria Indici
Investire Emergenti
Investire Italia
Investire Mondo
Italiana Linea Equilibrio P
Italiana Linea Futuro P
Italiana Linea Prudente P
Italiana Unit 80+
L. Bilanciata Aggressiva
L. Bilanciata Vivace
L. Garantita
L. Obbligazionaria
L. Stabile
L. Trasformazioni
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Intesa Sanpaolo Vita L.Noricum _
Med o anum V a
Accumulazione
Anni 40
Anni 50
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Azionario
Azionario Blue
Azionario Flex
Azionario Green
Azionario Plus
Bilanciato
Bilanciato Plus
Crescita
Dinamica
Eurounit Azionario
Eurounit Dinamico
Eurounit Equilibrato
Eurounit Prudente
Fondo Antonietta
Fondo Brunello
Fondo Ponti
Fondo Tito
Fourten Fund
GpA Accordo
GpA Accordo 2
GpA Acuto
GpA Acuto 2
GpA Armonia
GpA Armonia 2
GpA Motivo
GpA Motivo 2
GpA Private Bond
GpA Private Global Guar.
GpA Private Global High
GpA Private Global Low
GpA Private Global Medium
Intesa Vita Az Cina
Intesa Vita AzAmerGrowth
Intesa Vita AzAmerValue
Intesa Vita AzEuropa Gr.
Intesa Vita AzEuropa Value
Intesa Vita Monet Dollaro
Intesa Vita Monet Euro
Intesa Vita Obblig Euro
ISV CapAttivoBase
ISV CapAttivoBaseReddito
ISV CapAttivoPlus
ISV CapAttivoStandard
ISV CapAttivoStandardRedd.
ISV Prosp. Az. America
ISV Prosp. Az. Europa
ISV Prosp. Az. Giappone
ISV Prosp. Az. Internazionale
ISV Prosp. Az. Italia
ISV Prosp. Az. Pacif. ex Giapp.
ISV Prosp. Az. PaesiEmergenti
ISV Prosp. Dinamica
ISV Prosp. Mon. Euro
ISV Prosp. Obblig. Corporate
ISV Prosp. Obblig. Dollaro
ISV Prosp. Obblig. Euro
Av va
—
Intesa Sanpaolo Vita L.Fideuram
Intesa Sanpaolo Vita L.Sanpaolo
—
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FONDI ASSICURATIVI INDEX LINKED
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31 12 2015 V o p
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30 06 2016
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Risparmio gestito 25
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 4 Gennaio 2017 - N. 3
FONDI COMUNI E SICAV ESTERI
ARMONIZZATI UE
Cat. Fondo
Data
www.animasgr.it Tel. 800.388.876
Anima Funds
FLE Am.Lat.Ced.Plus2017Silver 30.12
FLE An. Ced.BRIC2018 Silver
30.12
FLE Anima Active Selection(7) 29.12
FLE Anima Att.Ced.Plus2018 I 30.12
OEC Anima ShortT.Corp. Bd I(7) 30.12
APA Asia Pacific Eq. I(7)
30.12
APA Asia Pacific Eq. Prest.
30.12
APA Asia Pacific Eq. Silver
30.12
OFL Bd 2015 Multic. Din. Silver 16.03
OFL Bd 2015 Multic. Silver
16.03
OFL Bd 2016 Multic. Silver
30.12
OFL Bd 2017 Crescita Imprese 30.12
ODMBond Dollar I(7)
30.12
ODMBond Dollar Prest.
30.12
ODMBond Dollar Silver
30.12
--- Bond2020 Opportunity I
30.12
FLE Ced.P.Scandin.2017Silver 30.12
FLE Cedola Italia 2017 Silver
30.12
OAS Credit Opportunities I(7)
30.12
FLE Crescita Europa Silver
28.12
AEM Emerging Mkts Eq. I(7)
30.12
AEM Emerging Mkts Eq.Prest.
30.12
AEM Emerging Mkts Eq.Silver
30.12
AAE Euro Equity I
30.12
OEM Euro Government Bomd I(7) 30.12
AEU Europe Eq. I(7)
30.12
AEU Europe Eq. Prestige
30.12
AEU Europe Eq. Silver
30.12
FLE Flex 50 I(7)
30.12
OFL Flexible Income I
30.12
OIG Global Bond I(7)
30.12
OIG Global Bond Prest.
30.12
OIG Global Bond Silver
30.12
OAS Global Currencies I(7)
30.12
OAS Global Currencies Prest.
30.12
AIN Global Equity I(7)
30.12
AIN Global Equity Prest.
30.12
AIN Global Equity Silver
30.12
--- Global Macro
30.12
OEC Hybrid Bond I
30.12
--- Italian Bond I
30.12
--- Italian Bond Silver
30.12
--- Italian Equity Silver
30.12
OEB Life Short Term Silver
30.12
MAE Liquidity A
30.12
30.12
MAE Liquidity I(7)
MAE Liquidity Prestige
30.12
MAE Liquidity Silver
30.12
OEM Medium Term Bd I(7)
30.12
OEM Medium Term Bd Prest.
30.12
OEM Medium Term Bd Silver
30.12
FLE Pro 100 Cedola BRIC/2
28.12
OEB Short Term Bd I(7)
30.12
OEB Short Term Bd Prest.
30.12
OEB Short Term Bd Silver
30.12
--- Short Term Corp Bd Silver
30.12
FLE Smart Dividends Europe I
30.12
FLE Smart Volatility Europe I
30.12
FLE Smart Volatility Global I
30.12
FLE Smart Volatility Italy I
30.12
--- Solution 2022 III
29.12
OFL Star Bond Classic A
30.12
OFL Star Bond Classic B
30.12
OFL Star Bond I
30.12
OFL Star Bond I Dist(7)
30.12
OFL Star Bond Prestige
30.12
OFL Star Bond Silver
30.12
FLE Star High Potent. Eur. B
30.12
FLE Star High Potent. Eur. I(7) 30.12
FLE Star High Potent. Eur.Classic A 30.12
FLE Star High Potent. Eur.Prest. 30.12
FLE Star High Potent. Eur.Silver 30.12
FLE Star High Potent. Glb Classic A 30.12
FLE Star High Potent. Glb Classic B 30.12
FLE Star High Potent. Glb I(7)
30.12
FLE Star High Potent. Glb Silver 30.12
FLE Star High Potent. Italy Classic A 30.12
FLE Star High Potent. Italy Classic B 30.12
FLE Star High Potent. Italy I(7) 30.12
FLE Star High Potent. Italy Prestige 30.12
FLE Star High Potent. Italy Silver 30.12
FLE Tesoreria Imp. Prestige
30.12
OFL Traguardo III 2016
30.12
OFL Traguardo2017Gl.Bd Silver 30.12
30.12
AAM U.S. Equity I(7)
AAM U.S. Equity Prest.
30.12
AAM U.S. Equity Silver
30.12
OAS Var Rate Bond I
30.12
Nav
Risc.
5,117
5,240
5,284
110,220
5,637
12,468
14,175
8,741
5,049
5,082
5,141
5,279
7,454
7,328
7,411
5,006
5,287
5,2769
4,964
5,984
5,583
5,470
5,263
7,556
5,164
11,331
8,370
7,220
5,376
5,119
6,796
7,787
6,735
4,813
4,673
11,767
8,429
9,256
5,001
5,218
4,941
4,928
5,602
5,043
6,405
5,702
5,064
5,462
7,192
9,435
6,997
4,997
5,679
6,231
5,706
4,980
4,822
5,091
5,016
4,905
1,000
5,086
4,973
5,591
5,086
5,572
5,519
4,847
7,417
5,733
8,323
6,034
4,891
5,111
5,154
4,988
4,716
4,628
4,997
4,958
4,842
5,307
5,086
5,41
14,913
11,646
8,932
5,199
Emis.
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
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—
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—
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—
—
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—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
FLE BlackR- Multi A.Infl F
03.01
AIN Columbia Thread. - Gl. Eq. Alpha 03.01
FLE DNCA Navigator
03.01
AEM Eastern Europe Eq
03.01
FLE Eurizon - Concerto
03.01
FLE Flexible Europe
03.01
BBI Franklin T. - Multi Alpha F. 03.01
FLE GAM Flexible Strategy
03.01
FLE Generali Inv. Eur - Div. Solution 03.01
BAZ Global Dynamic
03.01
FLE Global Real Assets
03.01
FLE Global Risk Managed
03.01
AEM Greater China Eq
03.01
BAZ HSBC - Em. Mkts Solution
03.01
AEM India&So.East Asia Eq
03.01
APA Invesco - Asia Gl. Opps
03.01
AEU Invesco - Europe Eq.
03.01
FLE Invesco - Real Ass Ret
03.01
FLE JPM - Best Ideas
03.01
FLE JPM Global MultiAsset Inc.F 03.01
FLE Kairos - Blend
03.01
FLE Kairos Real Return
03.01
MAE Liquidity
03.01
FLE M&G - Multi Asset Allocation Fund 03.01
FLE Morgan Stanley - Act.All.
03.01
FLE Morgan Stanley Real A.Port 03.01
AAM Morgan Stanley-N.Am.Eq. 03.01
AEM Next 11 Equities
03.01
AEU Oddo AM Expertise Eu
03.01
--- Pictet - Dynamic Advisory
03.01
ASE Pictet World Opportun.
03.01
FLE Pimco - Smart Invest Flex All 03.01
FLE Schroder Multi Asset
03.01
FLE Short Strategies
03.01
AIN Smaller Companies
03.01
AIN T-Cube
03.01
FLE UBS - Top Em Mark Fund
03.01
AIN Vontobel - Gl. Elite
03.01
106,61
108,15
120,27
51,11
109,13
97,79
120,82
116,33
109,88
116,56
104,13
128,89
92,56
98,24
122,81
155,39
103,50
100,25
119,67
95,64
112,42
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106,87
105,16
136,71
112,05
152,55
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123,79
104,42
181,84
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103,61
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111,58
93,90
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Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/fondi24
—
—
—
—
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—
—
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—
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—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
BG Sicav ___________________________________________________
FLE Algebris Best Ideas
03.01
FLE Amundi Absolute Forex
03.01
OAS Amundi Glob Inc Bond
03.01
OFL BlackRock Glb Opp Bd
03.01
FLE Controlfida Global Macro
03.01
AEU Controlfida Low Vol Eur Eq 03.01
FLE EurizonMult.OptimalDiv.Appr. 03.01
OEM Euro Debt
03.01
OFL Euro Income Bond
03.01
AEU European Equities
03.01
FLE Flexible Global Eq
03.01
AEU Gen Inv Eur Eq Recovery F 03.01
OIG Global Supranational
03.01
OAS HSBC Euro Credit Opportun 03.01
OAS Invesco Fin. Credit Bond
03.01
BOB JP Morgan - Capital Struct. Opp 03.01
AAS MS Gl Real Est&Infr Eq
03.01
OFL Muzinich Credit Alternative F 03.01
APA Pictet Japanese Eq
03.01
OAS Schroder Conv Bond Opp
03.01
AEU Schroder High Div Eu
03.01
FLE Short Equities
03.01
AAE Small Mid Cap Eu Eq
03.01
AIN Tenax Gl F Eq Long Short
03.01
OIH UBS Dyn Cred High Yield
03.01
AAS UBS Global Long Short
03.01
AAM US Equities
03.01
OPE VONT New Front Debt
03.01
OFL Vontobel Glb Active Bd
03.01
FLE Vontobel Pure Strategy
03.01
www.bnpparibas-ip.it - tel. 800009944
OEC Bond Euro Corp
02.01
OAS Bond Europe Plus
02.01
OAS Bond World Plus
02.01
OAS Conv Bd Best Sel Eur
02.01
OMI Convertible Bond World
02.01
BBI Diversified World Balanced 30.12
BAZ Diversified World Growth
30.12
BOB Diversified World Stability 30.12
AAE Equity Euro
02.01
AEU Equity Europe
02.01
AAM Equity USA Core
30.12
AEM Equity World Emerging $
30.12
BOB Sustainable Active All
30.12
Fondi comuni di diritto francese
OFL BNPP ABC3
02.01
ASE BNPP Aqua
02.01
FLE BNPP Rend. 1 Anno
01.01
OFL BNPP Seicedole
02.01
OFL Euro Flexi Bond Inc
02.01
OFL FQ Bond Opp.
29.12
FLE FQ Patrimoine
30.12
Cl. D
102,81
100,99
100,61
98,72
96,58
96,23
93,30
130,31
106,56
83,44
107,11
108,63
96,90
108,88
115,84
100,21
126,63
99,86
89,57
101,61
103,10
46,32
102,09
87,50
94,36
86,55
188,06
109,02
108,99
86,65
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
109,81
426,90
1671,30
80,92
110,73
197,76
205,03
189,75
331,82
30,96
230,70
94,83
419,31
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
99,50
320,68
101,59
98,21
101,96
1405,10
107,28
—
—
—
—
—
—
—
BPVN Strategic Inv. Fund _________________________________
FLE VIS in EUR
27.12
11,88
—
CoRe Series _______________________________________________
Gruppo Azimut
Cl. AZ Fund (ACC)
FLE Active Selection
02.01
FLE Active Strategy
02.01
OIG Aggregate Bond Euro Plus 02.01
FLE American Trend
02.01
FLE Arbitrage
02.01
FLE Arbitrage Plus
02.01
FLE Asia Absolute
02.01
FLE Asset Dynamic
02.01
BOB Asset Plus
02.01
BBI Asset Power
02.01
BBI Asset Timing
02.01
FLE Bd Target 2018 Eq. Opt.
02.01
FLE Bond Target 2017 Eq.Opt. 02.01
FLE Bond Target 2019 Eq. Opt. 02.01
FLE Bond Target 2020 Eq.Opt. 02.01
FLE Carry Strategies
02.01
MAE Cash 12 mesi
02.01
MAE Cash Overnight
02.01
FLE Cat Bond Fund Plus
30.12
OMI Cgm Opport. Corp. Bond
02.01
FLE Cgm Opport. European
02.01
FLE Cgm Opport. Global
02.01
OMI Cgm Opport. Gov. Bond
02.01
BOB Conservative
02.01
FLE Convertible Bond
02.01
AEU Core Brands
02.01
FLE Corporate Premium
02.01
OIH Credit
02.01
FLE Dividend Premium
02.01
OPE Em Mkts Hard Ccy Bd Hed
02.01
OPE Em Mkts Hard Ccy Bd NonHed 02.01
OPE Em Mkts Local Ccy Bd
02.01
OPE Em Mkts Local Ccy Bd
02.01
OPE Em Mkts Local Ccy Bd
02.01
OPE Em Mkts Local Ccy Bd
02.01
AEM Em. Market Asia
02.01
AEU Em. Market Europe
02.01
AEM Em. Market Latin America
02.01
FLE Equity Option
02.01
BBI European Dynamic
02.01
FLE European Trend
02.01
FLE Formula 1 - Absolute
02.01
FLE Formula 1 - Alpha Plus
30.12
FLE Formula 1 - Conservative
02.01
FLE Formula Com. Trading
02.01
FLE Formula Macro Dyn.Trading 02.01
AEM Gl. Emerg. Mkt Eq
02.01
AIN Gl. Growth Sel.
02.01
OFL Global Currencies&Rates
02.01
AEM Global EmMkts Dividend
02.01
FLE Global Equity
02.01
FLE Global Macro
02.01
OPE Global Sukuk
02.01
OFL High Income
02.01
OAS Hybrid Bonds
02.01
OEM Income
02.01
FLE Institutional Target
02.01
OFL International Bond
02.01
FLE Italian Trend
02.01
FLE Japan Champion
02.01
FLE Japan Champion
02.01
AEM Lira Plus
02.01
AIN Long Term Value
02.01
FLE Macro Volatility
02.01
FLE Market Neutral
02.01
OEM Patriot
02.01
FLE QBond
02.01
FLE QInternational
02.01
FLE QProtection
02.01
FLE QTrend
02.01
OAS Real Plus
02.01
OAS Renminbi Opp. Hedge
02.01
OAS Renminbi Opp.Fix.Inc.Hdg 02.01
OAS Renminbi Opp.NoHdg
02.01
OAS RenminbiOp.Fix.Inc.NoHdg 02.01
MAE Reserve Short Term Euro
02.01
OIH Short Term Glb High Yield 02.01
AEU Small Cap Europe
02.01
OBI Solidity
02.01
FLE Strategic Trend
02.01
BOB Top Rating
02.01
FLE Trend
02.01
OIG US Income
02.01
Cl. AZ Fund (DIS)
FLE Active Selection
02.01
FLE Arbitrage
02.01
FLE Arbitrage Plus
02.01
FLE Bond Target 2017 Eq.Opt. 02.01
FLE Bond Target 2018 Eq. Opt. 02.01
FLE Bond Target 2019 Eq. Opt. 02.01
FLE Bond Target 2020 Eq.Opt. 02.01
FLE Carry Strategies
02.01
FLE Cat Bond Fund Plus
30.12
FLE Convertible Bond
02.01
AEU Core Brands
02.01
FLE Corporate Premium
02.01
FLE Dividend Premium
02.01
OPE Em Mkts Hard Ccy Bd Hed
02.01
OPE Em Mkts Hard Ccy Bd NonHed 02.01
FLE Equity Option
02.01
BBI European Dynamic
02.01
FLE Formula 1 - Alpha Plus
30.12
FLE Formula 1 Absolute
02.01
OFL Global Currencies&Rates
02.01
AEM Global EmMkts Dividend
02.01
OPE Global Sukuk
02.01
OFL High Income
02.01
OAS Hybrid Bonds
02.01
OEM Income
02.01
FLE Institutional Target
02.01
FLE Italian Trend
02.01
AEM Lira Plus
02.01
OEM Patriot
02.01
OAS Real Plus
02.01
OIH Short Term Glb High Yield 02.01
OBI Solidity
02.01
BOB Top Rating
02.01
Cl.D AZ Fund (DIS)
FLE Bond Target 2018 Eq.Opt. 02.01
FLE Bond Target 2019 Eq.Opt. 02.01
Az Multi Asset
FLE Algo Equity Strategies
02.01
OEM BTPortfolio
02.01
OEM BTPortfolio dis
02.01
OAS CGM Valor Bd Strateg.F.(7) 02.01
BBI CGM Valor Flex. Strat.F.(7) 02.01
FLE Flex
02.01
OAS Renminbi Opportunities
02.01
FLE Sustainable Equity Trend A Euro
FLE World Trading(7)
02.01
Az Multi Asset
OAS CGM Inv Grade Opport Euro Ret 02.01
FLE Global Value
02.01
FLE Sust. Equity Trend A Euro Ret 02.01
FLE Sust. Equity Trend A Euro Ret Dis 02.01
FLE World Trading
02.01
FLE World Trading Z
02.01
Gruppo Azimut
OBI 5 Years Global Bd (euro retail dis)
OBI 5 Years Global Bd (euro retail) 02.01
OBI Renaissance Opp Bd (euro retail) 02.01
Cl. A
5,550
5,015
7,130
3,873
5,028
5,074
3,847
4,149
5,919
6,306
4,803
4,925
5,411
6,316
5,652
5,076
5,440
5,320
5,303
6,294
6,943
6,806
5,756
6,555
5,060
5,827
5,741
5,460
6,350
5,282
5,486
4,847
4,763
5,121
5,314
7,882
3,385
4,653
5,016
5,607
3,542
5,346
5,667
5,205
2,641
6,181
4,745
7,335
4,624
5,855
6,302
4,062
6,442
5,732
5,568
6,294
5,833
5,816
3,511
4,757
4,873
4,537
8,492
4,367
4,686
7,867
5,364
5,051
5,133
4,963
5,375
4,704
4,943
5,773
6,086
6,281
5,364
6,165
6,383
6,545
5,419
8,059
6,646
Cl. A
5,426
4,927
5,036
5,040
4,713
5,386
5,027
4,977
5,172
5,060
5,527
5,146
5,063
5,077
5,415
5,015
5,338
5,522
5,177
3,970
5,595
5,767
4,888
4,993
5,635
5,423
3,300
3,546
6,529
5,185
4,963
5,663
5,340
Cl. D
4,988
5,073
Cl. A
4,723
5,747
5,163
5,003
4,908
5,708
4,968
—
5,401
Cl. A Ret
5,000
5,116
5,321
5,317
5,267
5,284
Cl.A
—
5,000
5,000
Cl. B
5,550
5,015
7,130
3,874
5,028
5,074
3,847
4,149
5,919
6,306
4,803
4,925
5,411
6,316
5,652
5,076
5,440
5,320
5,303
6,294
—
—
—
6,555
5,060
5,827
5,741
5,460
6,351
5,256
5,437
4,847
4,872
5,121
5,314
7,882
3,385
4,653
5,016
5,607
3,542
5,346
5,667
5,205
2,641
6,181
4,745
7,335
4,624
5,855
6,302
4,062
6,442
5,732
5,568
6,294
—
5,816
3,511
4,757
4,873
4,537
8,492
4,367
4,686
7,867
5,364
5,051
5,133
4,963
5,375
4,704
4,943
5,773
6,086
6,281
5,364
6,165
6,383
6,545
5,419
8,059
6,646
Cl. B
5,426
4,927
5,036
5,040
4,713
5,386
5,027
4,977
5,172
5,059
5,527
5,146
5,063
5,052
5,432
5,015
5,338
5,522
5,177
3,970
5,677
5,767
4,888
4,993
5,635
—
3,300
3,546
6,529
5,185
4,963
5,663
5,340
—
—
Cl. B
4,712
5,682
5,445
—
—
5,284
5,474
—
—
Cl. B Ret
—
5,119
—
—
5,222
5,253
Cl.B
—
—
—
BG Selection Sicav ________________________________________
OPE Aberdeen EM Bd&CurrOpp
AEM Aberdeen Lat Am Eq
AEM Africa&Middle East Eq
FLE Anima - Club
AIT Anima - Italy Equities
FLE ARC
FLE ARC 10
FLE Black Rock - GL MA
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
Cl.A
96,98
83,95
79,93
115,56
66,97
109,79
121,96
127,25
—
—
—
—
—
—
—
—
AEU CoRe All Europe E
FLE CoRe Alternative E
BOB CoRe Bal. Cons. E
BOB CoRe Bal. Opport. E
MAE CoRe Cash E
BBI CoRe Champ. Em. Mark. E
BBI CoRe Champions E
OMI CoRe Coupon E
OMI CoRe Coupon E Dis
AIN CoRe Dividend E
AIN CoRe Dividend E Dis
OPE CoRe Em. Mark. Bond E
OPE CoRe Em. Mark. Bond E Dis
AEM CoRe Em. Mark. Equity E
OIG CoRe Global Curr. E
OFL CoRe Global Opp. E
OMI CoRe Income Opport. E Acc
OMI CoRe Income Opport. E Dis
BAZ CoRe Multi Ass. Aggr. E Acc
BBI CoRe Multi Ass. Inc. E
BBI CoRe Multi Ass. Inc. E Dis
BBI CoRe Target All. 100 (II)
BOB CoRe Target All. 25 (II)
BOB CoRe Target All. 50 (II)
AAM CoRe US Strategy E
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
7,558
4,692
5,306
5,923
5,020
5,741
6,675
5,327
5,219
6,665
6,746
5,791
4,256
5,844
5,206
4,847
5,124
4,999
5,428
5,226
5,010
4,989
4,984
4,983
8,967
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Credit Suisse ______________________________________________
http://multiconcept.credit-suisse.com
Umbrella White Fleet IV
AIN IndexBlink B(7)
02.01
AIN Londinium Global Bds B
02.01
AIN Londinium Global Eq B
02.01
132,62
24,53
15,13
—
—
—
Ersel Gestion Internationale _____________________________
FLE Globersel Active Strategies 02.01
OEC Globersel Corp. Bond
02.01
AIN Globersel Equity A
02.01
AIN Globersel Equity B
02.01
AIT Globersel P.M.I. H.D.
02.01
AEN Globersel Pact Nat Res A
02.01
AEN Globersel Pact Nat Res B
02.01
AAM Globersel US Eq. Sel. Cl.A
02.01
AAM Globersel US Eq. Sel. Cl.B
02.01
BBI Leadersel Balanced
02.01
AEN Leadersel Diver.Strategies 02.01
AEM Leadersel Em. Market Mult. 30.12
OPE Leadersel Em.Bond Opp.
02.01
FLE Leadersel Event Driven
30.12
FLE Leadersel Flex Mult.
30.12
FLE Leadersel Tot. Ret.Strategies 30.12
OMI Leadersel Total Ret
02.01
FLE Systematica Global Trend 02.01
103,73
297,95
674,26
140,91
102,12
93,76
89,79
152,400
155,55
114,18
102,30
153,09
106,44
100,54
98,50
98,33
119,35
101,76
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Esperia Funds Sicav ______________________________________
Duemme
FLE Alkimis Absolute
03.01
AIN Alkimis Special Value C
03.01
AIN Alkimis Special Value I(6,7) 03.01
OPE C-Quadrat Asian Bd Op.(6) 03.01
OPE C-Quadrat Asian Bd Op.I(6) 03.01
BOB C-Quadrat Effic. Cl. I(6,7)
03.01
BOB C-Quadrat Efficient Cl. C
03.01
OEC C-Quadrat Eu I. Plus Cl. C
03.01
OEC C-Quadrat Eu I.Pl. Cl. I(6,7) 03.01
OMI C-Quadrat Gl. C. Pl. Cl. I(6) 03.01
OMI C-Quadrat Gl. C. Plus Cl. C
03.01
OEM Duemme Bond Euro C
03.01
OEM Duemme Bond Euro I(6,7) 03.01
OMI Duemme Corpor. Bd Euro C 03.01
OMI Duemme Corpor. Bd Euro I(6,7) 03.01
AAE Duemme Euro Equities C
03.01
AAE Duemme Euro Equities I(6,7) 03.01
MAE Duemme Money Market C
03.01
MAY Duemme Money Market I(6,7) 03.01
AIN Duemme Private Eq.Str.I(6,7) 03.01
AIN Duemme Private Eq.Strat C 03.01
FLE Duemme Strategic Portf. I(6,7) 03.01
FLE Duemme Total Return C
03.01
FLE Duemme Total Return I(6,7) 07.09
AAS Russell Global Equity C
03.01
AAS Russell Global Equity I(6,7) 03.01
FLE Syst. Diversific. C
03.01
FLE Syst. Diversific. I(6,7)
03.01
116,90
113,320
115,15
106,68
107,79
128,37
120,80
134,13
143,01
110,98
107,85
159,50
120,24
152,12
133,10
126,08
181,53
108,99
103,10
226,54
168,01
166,63
114,03
112,67
151,85
194,66
120,36
120,78
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Help desk c/o Eurizon Capital Sgr; Gruppo Intesa Sanpaolo; tel. 02
88101
Eurizon Focus Capitale Protetto
Cl. R
FLE Protezione 03/2017
02.01
123,41
—
FLE Protezione 06/2016
02.01
119,08
—
FLE Protezione 09/2016
02.01
117,15
—
FLE Protezione 12/2016
02.01
120,18
—
Eurizon Manager Selection Fund
Cl. R
OMI MS 10
02.01
149,74
—
BOB MS 20
02.01
150,30
—
BBI MS 40
02.01
147,83
—
BAZ MS 70
02.01
161,76
—
Eurizon MM Collection Fund
APA Daiwa Eq. Japan Cl.I
29.12
204,80
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.I
30.12
127,39
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.IS
30.12
129,75
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.R
30.12
124,84
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.RD
30.12
113,53
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.RU
30.12
99,68
—
Eurizon MM Stars Fund
Cl. R
Cl. I
FLE Private Style Equity
02.01
135,06
—
FLE Private Style Flexible
02.01
105,90
—
FLE Private Style Total Return
27.12
103,41
108,28
Cl.R1
Cl.R2
FLE Private Style Flexible
02.01
107,22
106,68
Cl.RD1
Cl.RD2
FLE Private Style Income
02.01
101,24
102,01
Cl.RD
FLE Private Style Income
02.01
100,46
—
Eurizon Opportunità
Cl. RD
Cl. I
OFL Global Bond Cedola 06/2021 29.12
99,97
—
OFL Global Bond Cedola 07/2021 29.12
98,51
—
OFL Global Bond Cedola 10/2021 29.12
99,07
—
OFL Global Bond Cedola 12/2021 29.12
99,81
—
OFL Obbligazioni Flessibile
02.01
101,94
109,33
Cl. R
FLE Flessibile 15
02.01
100,11
—
FLE Sparkasse Prime Fund cl R 02.01
96,50
—
Cl. IDY
Cl. IDZ
OFL Obbligazioni Flessibile
02.01
100,20
100,20
Epsilon Fund
Cl. R
Cl. I
FLE Absolute Q-Multistrategy
02.01
— 100,420
OFL Em. Bond Total Return
02.01
132,43
138,86
FLE Enhanced C.Risk Contr.
02.01
—
105,01
OEM Euro Bond
02.01
166,70
173,89
MAE Euro Cash
02.01
110,09
111,41
AAE Euro Q-Equity
02.01
110,93
119,67
AEU European Q-Equity
02.01
118,34
127,40
FLE Q-Flexible
02.01
135,12
146,08
Cl. RA
MAE Euro Cash
02.01
99,76
—
Cl. S
Cl. SD
OFL Emerging Bond Total Return 02.01
100,82
100,74
AAE Euro Q-Equity
02.01
102,44
—
Investment Solutions by Epsilon
Cl. R
Cl. RD
OFL Cedola X 4 Ind.05/2012
02.01
—
101,46
OFL Cedola X 4 Ind.07/2012
02.01
—
100,57
OFL Cedola X 4 Ind.09/2012
02.01
—
101,28
OFL Cedola x 4 Ind.10/2012
02.01
—
101,55
FLE Dynamic Inc. Multit. 01/2016 29.12
—
100,48
FLE Dynamic Preservat. 01/2016 29.12
102,53
—
FLE Equity Coupon 02/2014
29.12
—
105,87
FLE Equity Coupon 04/2014
29.12
—
102,48
OFL Flexible Eq.Coupon 2017-1 27.12
—
131,65
OFL Forex Coupon 2016
27.12
—
96,45
OFL Forex Coupon 2017
27.12
—
93,14
OFL Forex Coupon 2017-2
27.12
—
96,72
OFL Forex Coupon 2017-3
27.12
—
95,39
OFL Forex Coupon 2017-4
27.12
—
95,90
OFL Forex Coupon 2017-5
27.12
—
93,21
OFL
OFL
OFL
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
Forex Coupon 2017-6
27.12
Forex Coupon 2017-7
27.12
Forex Coupon 2018-1
27.12
Glb Dyn. Multitrend. 06/2015 29.12
Global Absolute Strat. 05/2016 29.12
Global Coupon 06/2014
29.12
Global Coupon 10/2013
29.12
Global Coupon 11/2014
29.12
Global Div. Allocat. 02/2015 29.12
Global Flexible Strat. 04/2016 29.12
Global Inc. Multitrend. 09/2015 29.12
Multiasset Absolute 3anni 04/2016 29.12
Multiasset Cedola Glob. 02/2016 27.12
Multiasset Cedola Glob. 12/2015 27.12
Soluzione Attiva Pr12 2017 02.01
Soluzione Attiva Pr5 2017 02.01
Soluzione Attiva Pr6 2017 02.01
Soluzione Attiva Pr7 2017 02.01
Soluzione Attiva Pr9 2017 02.01
Soluzione Fless. Pr2 2014 02.01
Soluzione Fless. Pr4 2014 02.01
Valore Cedola Glob. 02/2015 27.12
Valore Cedola Glob. 04/2015 27.12
Valore Cedola Glob. 07/2015 27.12
Valore Cedola Glob. 09/2015 27.12
Valore Cedola X5 02/2013 27.12
Valore Cedola X5 02/2014 27.12
Valore Cedola X5 04/2013 27.12
Valore Cedola x5 04/2014 27.12
Valore Cedola X5 06/2013 27.12
Valore Cedola X5 07/2013 27.12
Valore Cedola X5 10/2013 27.12
Valore Cedola X5 11/2014 27.12
Valore Cedola X5 12/2012 27.12
Valore Cedola X5 12/2013 27.12
FLE Global Inc. Multitrend. 09/2015 29.12
FLE Multiasset Absolute 3anni 07/2016 29.12
Rossini Lux Fund
AAE Az. Euro
02.01
APA Az. Giapp.
02.01
AIN Az. Internat.
02.01
AAM Az. N. America
02.01
BBI Bilanciato
02.01
MAE Euro Monetario
02.01
OIG Obb. Dollari
02.01
OEB Obb.Euro B-T
02.01
OEM Obb.Euro L-T
02.01
OEM Obb.Euro M-T
02.01
OEB Obbligaz. TV
02.01
Soluzioni Eurizon
OFL Cedola DOC 05/2017
02.01
OFL Cedola DOC 07/2017
02.01
OFL Cedola DOC 09/2017
02.01
OBI Cedola DOC It. 11/2017
02.01
FLE Strategia I 02/2020
27.12
FLE Strategia I 08/2019
27.12
FLE Strategia I 10/2019
27.12
FLE Strategia I 12/2019
27.12
—
—
—
98,49
102,81
—
—
—
—
102,59
99,76
99,67
100,82
102,58
127,48
113,54
117,35
120,12
117,49
104,26
103,16
—
—
100,08
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Cl. RD1
96,51
—
Cl. R
133,24
131,07
182,04
201,29
154,48
116,93
166,41
123,12
167,86
139,99
123,49
Cl. RD
106,860
106,180
105,660
107,110
—
—
—
—
91,76
94,70
96,81
96,96
—
97,52
103,67
98,62
97,75
102,59
96,73
—
100,82
102,58
—
—
—
—
—
—
—
96,83
98,97
—
101,60
101,92
102,60
102,15
101,00
102,50
101,99
104,74
99,03
103,90
105,34
Cl. R1
—
99,91
Cl. I
145,97
143,49
199,37
220,43
—
119,65
176,74
127,96
176,75
145,54
127,07
Cl. R
—
—
—
—
125,460
134,070
132,420
129,600
Eurizon EasyFund _________________________________________
MAE Cash EUR
Limited Tracking Error
OAS Bond EUR Float.Rate LTE
OEM Bond EUR Long T. LTE
OEM Bond EUR Medium T. LTE
OEB Bond EUR Short T. LTE
OAS Bond GBP LTE
OAS Bond International LTE
OAY Bond JPY LTE
ODMBond USD LTE
MAE Cash EUR
ABC Eq. Cons.Discretionary LTE
ABC Eq. Consumer Staples LTE
AEM Eq.Em.MktsN.Frontiers LTE
ATE Eq.Telecommunication LTE
APS Equity China LTE
AEM Equity Em. Mkts Asia LTE
AEM Equity Em. Mkts EMEA LTE
AEM Equity Em. Mkts LTE
AEN Equity En. & Materials LTE
AAE Equity Euro LTE
AEU Equity Europe LTE
AFI Equity Financial LTE
AIF Equity High Tech LTE
AID Equity Industrials LTE
AIT Equity Italy LTE
APA Equity Japan LTE
AEM Equity LatinAmerica LTE
AAM Equity N.America LTE
APA Equity Oceania LTE
ASA Equity Pharma LTE
APU Equity Utilities LTE
MAD Treasury USD
Active Market cop.rischio cambio
OPE Bond Emerging Mkts
Active Market
OPE Bd Em.Mkts Local Curr
OFL Bond Corporate EUR
OPE Bond Emerging Mkts
OFL Bond Flexible
OAS Bond High Yield
OAS Bond Inflation Linked
OMI BondCorp.Eur ST
AEM Equity Eastern Europe
AEU Equity Europe
AIT Equity Italy
AEU Equity Small Cap Europe
AIT Equity Small Mid Cap Italy
AAM Equity Usa
AEU Top European Research
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
OPE Bd Em.Mkts LocalCurr
02.01
OFL Bond Flexible
02.01
OEC Bond Corporate EUR Short T.
OPE Bond Emerg. Mkts local c.
OAS Bond High Yield
AIT Equity Italy
AAM Equity Usa
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
OFL Bond Corporate EUR
OPE Bond Emerging Markets
OAS Bond High Yield
OAS Bond Inflation Linked
AIT Equity Italy
AEU Top European Research
Active Strategy
FLE Absolute Attivo
OFL Absolute Prudente
FLE Azioni Strategia Flessibile
FLE Dynamic Asset All.
FLE Equity Absolute Return
FLE Flexible Beta Tot.Return
FLE Flexible Multistrategy
FLE Focus Az.StratFlessRL
FLE Multiasset
OFL Securitized Bond Fund
FLE SLJ Global FX
FLE SLJ Global Liquid Macro
Active Strategy
OFL Securitized Bond Fund
Active Strategy
FLE Absolute Attivo
OFL Absolute Prudente
FLE Azioni Strategia Flessibile
FLE Flexible Beta Total Return
FLE Flexible Multistrategy
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
28.12
02.01
02.01
CL. A
116,02
CL. R
130,28
236,44
341,79
142,87
162,39
159,73
115,07
184,24
112,76
292,14
251,85
109,85
82,90
108,20
184,59
148,50
209,96
161,89
108,95
118,49
81,04
120,58
255,53
80,87
84,56
281,53
128,72
246,34
148,79
142,29
118,29
CL. RH
341,57
CL. R
91,36
100,13
360,40
99,05
218,50
137,11
68,29
—
147,03
91,01
609,41
—
116,78
100,47
CL. Z
97,26
CL.RD
96,81
CL. SD
99,44
98,25
103,64
128,44
—
CL. S
98,75
108,35
105,13
99,29
117,37
107,29
CL. R
119,17
119,22
150,88
91,43
—
105,35
99,86
154,31
104,03
—
—
—
28.12
—
CL. Z
137,61
258,79
376,07
155,81
180,26
171,14
127,49
204,67
119,30
334,18
288,40
131,55
94,92
119,67
209,91
168,95
230,45
185,55
124,81
135,47
92,95
138,02
292,28
92,94
96,10
322,01
147,48
284,16
170,23
162,79
126,37
CL. ZH
373,78
CL. Z
—
128,32
395,26
101,15
240,73
148,06
74,72
112,37
158,52
98,87
683,06
107,96
124,21
110,09
CL. Zu
74,82
CL.ZD
98,29
CL. RH
—
—
—
—
102,51
—
—
—
—
—
—
CL. Z
129,84
126,89
163,65
570,45
96,98
740,42
101,18
—
106,11
100,03
100,07
99,25
Cl. ZD
99,95
Cl. SD
—
—
107,15
—
100,16
—
Cl. S
100,01
100,130
104,82
109,30
—
Cl.RD
FLE Multiasset
02.01
102,94
—
Linea LTE cop. rischio cambio
CL. RH
CL. ZH
OAS Bond GBP
02.01
181,02
201,61
OAS Bond International
02.01
158,01
169,27
OAY Bond JPY
02.01
160,69
217,50
ODMBond USD
02.01
204,01
226,41
ABC Equity Cons.Discretionary 02.01
247,80
285,92
ABC Equity Consumer Staples
02.01
228,26
262,77
AEN Equity Energy & Materials 02.01
135,29
156,04
AEU Equity Europe
02.01
115,01
134,10
AFI Equity Financial RH
02.01
70,02
80,36
AIF Equity High Tech
02.01
103,73
119,14
AID Equity Industrials
02.01
227,61
259,74
APA Equity Japan
02.01
101,66
115,97
AAM Equity North America
02.01
144,74
165,23
APA Equity Oceania
02.01
170,48
198,33
ASA Equity Pharma
02.01
134,12
153,84
ATE Equity Telecommunication 02.01
78,33
89,80
APU Equity Utilities
02.01
128,34
147,38
Le Classi I, Z e ZH sono riservate a investitori istituzionali..
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
Eurizon Investment Sicav ________________________________
OFL Euro Reserve
FLE Flexible Beta 1 I1
FLE Flexible Beta 2 I1
FLE Flexible Beta 4 I
FLE Flexible Beta 5
OFL Flexible Duration 1 I1
OFL Flexible Duration 2 I1
OFL Flexible Duration 5 I
FLE Flexible Eq.Strategy I1
OEM Ins Unit Europe Bds I
OEB Ins Unit Europe S/Trm I
OFL Ins Unit Tot Ret ID
FLE Tactical Em. Exposure I
FLE Tactical US&Vol Exposure I
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
FLE
OFL
OFL
OFL
OFL
FLE
FLE
FLE
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OIC
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OBI
OEC
FLE
OFL
OFL
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
27.12
02.01
02.01
02.01
02.01
Flexible Beta 3
Flexible Duration 3
Flexible Duration 4
Flexible Duration 6
Flexible Duration 7
Flexible Plus
Flexible Plus 2
Flexible Plus 3
Ins. Unit Bond Strategy 1
Ins. Unit Bond Strategy 2
Ins. Unit Bond Strategy 3
Ins. Unit Bond Strategy 4
Ins. Unit Bond Strategy 5
Ins. Unit Bond Strategy 6
Ins. Unit Bond Strategy 7
Ins. Unit Bond Strategy 8
Ins. Unit Bond Strategy 9
Ins. Unit Corp Bond 2022
Ins. Unit High Yield 2018-1
Ins. Unit High Yield 2020-1
Ins. Unit High Yield 2020-2
Ins. Unit High Yield 2022-1
Ins. Unit Inv.Grade 2018-1
Ins. Unit Inv.Grade 2020-1
Ins. Unit Inv.Grade 2020-2
Ins. Unit Inv.Grade 2022-1
Ins. Unit Italian Bond 2022
PB Bond Corporate EUR
PB Flexible Macro
PIP Flexible 1
PIP Flexible 2
Eurofundlux
OFL Alto Rendimento 2017 A
03.01
OFL Alto Rendimento 2017 B
03.01
OFL Alto Rendimento 2019 A
03.01
OFL Alto Rendimento 2019 B
03.01
OFL Alto Rendimento 2019 Plus B 03.01
OFL Alto Rendimento 2019 Plus D 03.01
OFL Cedola 2017 B
03.01
OFL Cedola 2017 D
03.01
AIN Dynamic Multimanager A
03.01
AIN Dynamic Multimanager B
03.01
OPE Emerging Mkt Bond B
03.01
FLE Equity Returns Absolute A 03.01
FLE Equity Returns Absolute B 03.01
FLE Equity Returns Absolute G 03.01
FLE Equity Returns Absolute P 03.01
OEB Euro Cash A
03.01
OEB Euro Cash B
03.01
AAE Euro Equity B
03.01
AAE Euro Equity D
03.01
OEM Euro Govern. Bond B
03.01
OEC Europe Corp. Bond B
03.01
FLE Flex High Vol B
03.01
BAZ Gl. Enhanced Div.-GEDI A
03.01
BAZ Gl. Enhanced Div.-GEDI B
03.01
BAZ Gl. Enhanced Div.-GEDI D
03.01
BAZ Gl. Enhanced Div.-GEDI P
03.01
OFL Global Bond D
03.01
BBI IPAC Balanced A
03.01
OFL Multi Income F4 A
03.01
OFL Multi Income F4 B
03.01
OFL Multi Income F4 D
03.01
OFL Multi Income I4 A
03.01
OFL Multi Income I4 B
03.01
OFL Multi Income I4 D
03.01
OFL Obiettivo 2017 A
03.01
OFL Obiettivo 2019 B
03.01
APA Pacific Eq. A
03.01
APA Pacific Eq. B
03.01
496,74
625,54
587,60
516,60
457,20
564,29
577,05
510,24
520,52
553,39
555,19
526,04
460,56
507,20
Cl.A
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
11,340
11,485
9,825
10,152
11,064
10,631
8,705
8,096
12,320
13,702
12,861
12,313
10,272
10,055
9,777
11,888
12,297
13,060
9,410
11,344
11,046
9,451
11,942
13,368
9,482
9,979
11,200
9,224
9,865
11,067
9,303
11,454
11,358
10,302
11,624
10,104
21,916
24,468
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Cl.I
744,85
594,85
503,85
507,45
514,82
716,56
580,18
509,28
510,07
491,96
511,20
490,87
526,82
520,65
484,73
468,16
486,80
509,98
604,47
693,48
619,28
513,86
568,66
650,99
579,72
511,13
506,99
606,22
513,70
662,85
559,34
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
OFL
OFL
OFL
FLE
FLE
FLE
FLE
QBond Absolute Return A
QBond Absolute Return B
QBond Absolute Return D
TR Flex Aggressive A
TR Flex Aggressive B
TR Flex Aggressive G
TR Flex Aggressive P
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
03.01
11,818
12,489
9,887
9,764
10,110
10,012
9,885
—
—
—
—
—
—
—
European & Global Investments _________________________
FLE Diadema Algorithmic R
30.12
OMI Diadema Cap. Plus P
30.12
FLE Diadema Global Sel R
29.12
MAV JRC Inst EUR(7)
30.12
MAV JRC Ret EUR
30.12
FLE Plur. Apuano DE Inst(7)
30.12
FLE Plur. Apuano DE Ret Plus
30.12
FLE Plur. Apuano DE Ret Prem
30.12
OMI Plur. Apuano FB Ret Inst(7) 30.12
OMI Plur. Apuano FB Ret Plus
30.12
OMI Plur. Apuano FB Ret Prem
30.12
OMI Plur. Apuano FB Ret Ret
30.12
AIN Plur. Apuano Romulus Inst Prem(7) 30.12
AIN Plur. Apuano Romulus Inst(7) 30.12
AIN Plur. Apuano Romulus Ret Plus 30.12
AIN Plur. Apuano Romulus Ret Prem 30.12
AEM Plur. CSV China Inst. USD(7) 29.12
BAZ Plur. Eur AbsRet Inst(7)
30.12
BAZ Plur. Eur AbsRet NL
30.12
BAZ Plur. Eur AbsRet Ret
30.12
BAZ Plur. Eur AbsRet S2
30.12
FLE Plur. Fra.AlphaStr I(7)
29.12
FLE Plur. Fra.AlphaStrat
29.12
FLE Plur. Fra.AlphaStrChf
29.12
FLE Plur. Fra.AlphaStrNL
29.12
FLE Plur. Fra.AlphaStUsd
29.12
FLE Plur. Fra.AlphaStUsdI(7)
29.12
FLE Plur. Gamma Abs Inst(7)
30.12
FLE Plur. Gamma Abs Ret A EUR 30.12
FLE Plur. Gamma Abs Ret CHF
30.12
FLE Plur. Gamma Abs Ret P EUR 30.12
FLE Plur. Gamma Abs Ret USD
30.12
MAV Plur. Gamma Dynamic Inst(7) 30.12
MAV Plur. Gamma Dynamic Ret 30.12
AEN Plur. Junior Resources Prem 29.12
FLE Plur. LS Alpha Inst(7)
14.11
FLE Plur. LS Alpha Ret
30.12
BBI Plur. MultiAlphaPlusB
30.12
BBI Plur. MultiAlphaPlusI(7)
30.12
BBI Plur. MultiAlphaPlusR
30.12
FLE Plur. Pairst. Selection R
30.12
MAV Plur. Pairstech Strategy Ret 30.12
FLE Plur. Theorema ACE Ret
30.12
FLE Plur. Theorema ACE Seed Inv(7) 30.12
AEU Plur. Theorema Europ LS B Inst EUR(7) 30.12
AEU Plur. Theorema Europ LS Inst EUR(7) 30.12
AEU Plur. Theorema Europ LS Inst USD(7) 30.12
AEU Plur. Theorema Europ LS Mng EUR 30.12
AEU Plur. Theorema Europ LS Ret EUR 30.12
AEU Plur. Theorema Europ LS Ret USD 30.12
FLE Plur. Unifortune GS E(7)
30.12
MAV Plur. VB TR Bond Inst(7)
30.12
MAV Plur. VB TR Bond Ret
30.12
MAV Plur. VB TR Bond RetP
30.12
OMI Plur. Wave GS I(7)
30.12
OMI Plur. Wave GS Inst(7)
30.12
OMI Plur. Wave GS Ret
30.12
65,983
92,006
86,322
7,558
7,686
95,926
95,531
95,536
105,795
103,449
104,558
100,804
100,459
100,402
100,272
100,259
9,511
6,235
5,532
7,555
6,131
6,271
4,825
5,402
6,014
6,145
5,534
7,410
7,004
7,074
9,711
6,896
7,605
7,395
7,189
4,600
2,874
8,185
8,519
8,336
10,885
8,715
99,593
99,688
94,326
108,874
112,250
118,625
104,307
92,870
4,941
9,670
9,541
9,457
8,085
7,684
7,774
OFL Abs Ret Credit Strat
03.01
FLE Abs Ret Multi Strat
03.01
OAS AR Convertible Bond
03.01
OPE Asian Bond
03.01
OPE Central&East Eur. Bonds
03.01
AEM Central&Eastern Europ. Eq 03.01
OEM Euro Bond
03.01
OEB Euro Bond 1-3 years
03.01
OEM Euro Bond 3-5 years
03.01
OEC Euro Corporate Bond
03.01
OEC Euro Corporate Short Term Bd 03.01
OEC Euro Covered Bond
03.01
AAE Euro Equity
03.01
--- Euro Equity Controlled Volatility 03.01
AAE Euro Equity Mid Cap
03.01
OEB Euro Short Term Bond
03.01
AAE European Equity Recovery 03.01
FLE Garant 1
03.01
FLE Garant 2
03.01
FLE Garant 3
03.01
FLE Garant 4
03.01
FLE Garant 5
03.01
FLE Global Equity
03.01
AEM Greater China Equity
03.01
AAE SRI Ageing Population
03.01
AEU SRI European Equity
03.01
OEH Total Return Euro High Yield 03.01
Generali Investments Global Solutions Fund
OFL GIGS Fund-Bridge 11-2021 RA2 30.12
OFL GIGS Fund-Bridge 11-2021 RD 30.12
OFL GIGS Fund-Bridge 11-2021 RD2 30.12
OFL GIGS Fund-Bridge 2021 ID(7) 30.12
OFL GIGS Fund-Bridge 2021 RA2 30.12
OFL GIGS Fund-Bridge 2021 RD 30.12
OFL GIGS Fund-Bridge 2021 RD2 30.12
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Cl. D
106,48
113,34
109,03
92,73
163,39
195,21
166,97
119,86
135,55
156,11
112,50
124,68
104,41
106,37
131,81
122,89
92,46
118,67
109,56
117,18
106,23
105,43
125,94
159,92
101,41
158,00
204,46
Cl. E
104,14
110,53
110,19
91,41
159,51
183,14
162,39
117,81
134,00
152,04
110,88
124,59
—
105,91
126,24
119,55
91,03
—
—
—
—
—
117,23
155,42
104,72
147,75
179,92
101,15
101,15
101,15
105,00
104,50
104,51
104,50
—
—
—
—
—
—
—
Gestielle Inv. Sicav _______________________________________
Banco Popolare Società Cooperativa; www.bancopopolare.it
OEM Bond Euro (I)(7)
02.01 161,670
OEM Bond Euro (R)
02.01 148,180
OFL Cedola Europlus
02.01
5,340
OFL Cedola Plus
02.01
5,220
OFL Cedola Sicura
02.01
5,080
OFL Cedola Sicura II
02.01
5,300
AEU Value Equity Europe (I)(7) 02.01 137,500
AEU Value Equity Europe (R)
02.01 122,220
—
—
—
—
—
—
—
—
Hedge Invest _____________________________________________
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
Hi Africa Opp Fund Eur D(7) 30.12
Hi Africa Opp Fund Eur DM(7) 30.12
Hi Africa Opp Fund Eur I(7) 30.12
Hi Africa Opp Fund Usd D
30.12
Hi Africa Opp Fund Usd DM(7) 30.12
Hi Core Ucits F. Eur DM
29.12
Hi Core Ucits F. Eur I
29.12
Hi Core Ucits F. Eur R
29.12
Hi Core Ucits F. Usd DM(7) 29.12
Hi Core Ucits F. Usd R
29.12
Hi Numen Cr. F. Eur I Initial 30.12
Hi Numen Credit F. Eur D
30.12
Hi Numen Credit F. Eur DM(7) 30.12
Hi Numen Credit F. Eur DM2(7) 30.12
Hi Numen Credit F. Eur I
30.12
Hi Numen Credit F. Eur I2
30.12
Hi Numen Credit Fund Eur R 30.12
Hi Principia Fund Eur DM(7) 30.12
Hi Principia Fund Eur I
30.12
Hi Principia Fund Eur R
30.12
Hi Principia Fund Usd R
30.12
Hi Sibilla Macro F. Eur DM(7) 30.12
Hi Sibilla Macro F. Eur R
30.12
Hi Sibilla Macro F. Usd R
30.12
94,380
95,760
98,74
94,87
95,150
107,760
105,500
102,300
96,45
105,440
117,27
94,83
109,39
96,48
112,46
95,48
109,94
122,05
119,99
119,17
120,69
104,45
101,66
103,13
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
HSBC Global Investment Funds __________________________
AEM HGIF BRIC Eq. ICEUR(7)
AAM KIS - America D
AAM KIS - America P
AAM KIS - America P Usd
AAM KIS - America X
OAS KIS - Bond D
OAS KIS - Bond P
OAS KIS - Bond P Usd
OFL KIS - Bond Plus D
OFL KIS - Bond Plus D Dist
OFL KIS - Bond Plus P
OFL KIS - Bond Plus P Dist
OFL KIS - Bond Plus P Usd
OFL KIS - Bond Plus X
OFL KIS - Bond Plus Y
OAS KIS - Bond Y
OAS KIS - Bond Y USD
OAS KIS - Bond Z
APA KIS - Em. Markets D
APA KIS - Em. Markets P
APA KIS - Em. Markets P Usd
AEU KIS - Europa D
AEU KIS - Europa P
AEU KIS - Europa X
AEU KIS - Europa Y
OAS KIS - Global Bond D
OAS KIS - Global Bond P
OAS KIS - Global Bond P Usd
FLE KIS - Italia D
FLE KIS - Italia J
FLE KIS - Italia P
FLE KIS - Italia X
FLE KIS - Italia X Dist
FLE KIS - Italia Y
AAS KIS - Key D
AAS KIS - Key D Dist
AAS KIS - Key J
AAS KIS - Key P
AAS KIS - Key P Dist
AAS KIS - Key X
AAS KIS - Key Y
FLE KIS - Multi Strategy X
FLE KIS - Multi-St.UCITS D
FLE KIS - Multi-St.UCITS P
FLE KIS - Multi-St.UCITS P Usd
FLE KIS - Pagasus P
FLE KIS - Pagasus X
FLE KIS - Pegasus D
FLE KIS - Pegasus J
FLE KIS - Pegasus P Usd
FLE KIS - Pegasus Y
AIT KIS - Real Return D
FLE KIS - Real Return D Dist
FLE KIS - Real Return J
AIT KIS - Real Return P
FLE KIS - Real Return X
FLE KIS - Real Return Y
AIT KIS - Risorgimento D
AIT KIS - Risorgimento P
AIT KIS - Risorgimento X
FLE KIS - Selection D
FLE KIS - Selection P
FLE KIS - Selection P Usd
FLE KIS - Selection X
FLE KIS - Selection Y
FLE KIS - Selection Y Usd
AIT KIS - Target Italy Alpha S
AIN KIS - World P
AIN KIS - World X
AIN KIS - World Y
08.12
30.12
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
19.12
02.01
02.01
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
30.12
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
20.10
20.10
20.10
20.10
20.10
20.10
02.01
30.12
30.12
30.12
11,550
208,10
213,94
308,00
218,00
124,55
130,82
179,85
133,75
97,98
139,09
121,93
103,83
103,66
103,07
101,26
102,76
101,31
114,96
119,32
162,45
135,08
141,70
144,08
112,45
97,32
102,66
142,90
103,37
106,55
143,31
145,04
99,87
108,18
110,01
105,09
104,28
160,30
146,47
162,70
115,21
105,00
112,69
117,00
156,69
102,69
103,21
104,79
107,44
106,41
99,29
95,61
97,17
98,67
96,71
101,47
98,44
104,50
139,36
138,07
121,55
125,63
174,57
127,97
102,28
103,65
99,99
110,45
109,71
108,74
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
AEU European Eq. S
30.12
9,162
—
AFI Financial Eq. L
30.12
3,836
—
AFI Financial Eq. S
30.12
7,414
—
FLE Flexible L-A
30.12
4,585
—
FLE Flexible S-A
30.12
8,801
—
APS Germany Eq. L
30.12
6,208
—
APS Germany Eq. S
30.12
11,821
—
OIG Intern Bd L-A
30.12
6,576
—
OIG Intern Bd L-A Cop
30.12
8,644
—
OIG Intern Bd L-B
30.12
6,126
—
OIG Intern Bd L-B Cop
30.12
6,526
—
OIG Intern Bd S-A
30.12
12,938
—
OIG Intern Bd S-A Cop
30.12
14,881
—
OIG Intern Bd S-B
30.12
12,068
—
OIG Intern Bd S-B Cop
30.12
12,236
—
OIG Intern Inc L-A
30.12
5,704
—
OIG Intern Inc L-A Cop
30.12
6,700
—
OIG Intern Inc L-B
30.12
5,520
—
OIG Intern Inc L-B Cop
30.12
5,040
—
OIG Intern Inc S-A
30.12
11,227
—
OIG Intern Inc S-A Cop
30.12
11,755
—
OIG Intern Inc S-B
30.12
10,876
—
OIG Intern Inc S-B Cop
30.12
9,834
—
AIN International Eq L
30.12
8,317
—
AIN International Eq L cop
30.12
8,491
—
AIN International Eq S
30.12
10,686
—
AIN International Eq S cop
30.12
16,491
—
AIT Italian Eq. L
30.12
4,416
—
AIT Italian Eq. S
30.12
7,598
—
MAD Liquid. US$ L
30.12
5,021
—
MAD Liquid. US$ S
30.12
10,045
—
MAE Liquidity Euro L
30.12
6,774
—
MAE Liquidity Euro S
30.12
12,512
—
AAM North Amer Eq L cop
30.12
9,924
—
AAM North Amer Eq S cop
30.12
19,465
—
AAM North Amer. Eq. L
30.12
9,196
—
AAM North Amer. Eq. S
30.12
11,896
—
APA Pacific Eq L cop
30.12
6,511
—
APA Pacific Eq S cop
30.12
12,749
—
APA Pacific Eq. L
30.12
6,881
—
APA Pacific Eq. S
30.12
9,039
—
FLE Solidity& Return S-A
30.12
11,397
—
FLE Solidity& Return S-B
30.12
9,864
—
APS Spain Eq. L-A
30.12
7,321
—
APS Spain Eq. S-A
30.12
15,837
—
AIF Technology Eq. L
30.12
3,946
—
AIF Technology Eq. S
30.12
9,392
—
Legenda proventi: A = accumulazione; B = distribuzione
Mediolanum Best Brands
AIN BlackRock Glb L
30.12
7,356
—
AIN BlackRock Glb L cop
30.12
5,922
—
AIN BlackRock Glb S
30.12
14,199
—
AIN BlackRock Glb S cop
30.12
11,400
—
OEM Convertible Strat Col LA
30.12
5,913
—
OEM Convertible Strat Col LB
30.12
5,612
—
OEM Convertible Strat Col LHA
30.12
5,469
—
OEM Convertible Strat Col LHB
30.12
5,193
—
OEM Convertible Strat Col SA
30.12
11,699
—
OEM Convertible Strat Col SB
30.12
11,105
—
OEM Convertible Strat Col SHA
30.12
10,808
—
OEM Convertible Strat Col SHB
30.12
10,267
—
FLE Coupon Strat. Coll LA
30.12
6,861
—
FLE Coupon Strat. Coll LA cop
30.12
5,996
—
FLE Coupon Strat. Coll LB
30.12
5,435
—
FLE Coupon Strat. Coll LB cop
30.12
4,731
—
FLE Coupon Strat. Coll SA
30.12
13,414
—
FLE Coupon Strat. Coll SA cop
30.12
11,689
—
FLE Coupon Strat. Coll SB
30.12
10,628
—
FLE Coupon Strat. Coll SB cop
30.12
9,246
—
AIN DWS MegaTrend Sel L
30.12
6,290
—
AIN DWS MegaTrend Sel L cop 30.12
5,663
—
AIN DWS MegaTrend Sel S
30.12
12,248
—
AIN DWS MegaTrend Sel S cop 30.12
10,984
—
BBI Dynamic Coll L
30.12
6,972
—
BBI Dynamic Coll L cop
30.12
6,822
—
BBI Dynamic Coll S
30.12
11,975
—
BBI Dynamic Coll S cop
30.12
13,185
—
AIN Dynamic Int Val Opp LA
30.12
5,843
—
AIN Dynamic Int Val Opp LHA
30.12
5,685
—
AIN Dynamic Int Val Opp SA
30.12
11,663
—
AIN Dynamic Int Val Opp SHA
30.12
11,320
—
AEM Em Mkts Coll L
30.12
10,235
—
AEM Em. Mkts Coll S
30.12
16,557
—
AAS Eq. Power Coup. Coll L
30.12
7,054
—
AAS Eq. Power Coup. Coll L cop 30.12
6,159
—
AAS Eq. Power Coup. Coll S
30.12
10,920
—
AAS Eq. Power Coup. Coll S cop 30.12
11,733
—
AAS Eq. Power Coup. Coll. L B
30.12
5,488
—
AAS Eq. Power Coup. Coll. LH B 30.12
5,074
—
AAS Eq. Power Coup. Coll. S B
30.12
10,776
—
AAS Eq. Power Coup. Coll. SH B 30.12
9,975
—
OFL Equilibrium LA
30.12
4,834
—
OFL Equilibrium LAH
30.12
4,789
—
OFL Equilibrium LB
30.12
4,717
—
OFL Equilibrium LBH
30.12
4,669
—
OFL Equilibrium SA
30.12
9,624
—
OFL Equilibrium SAH
30.12
9,534
—
OFL Equilibrium SB
30.12
9,392
—
OFL Equilibrium SBH
30.12
9,303
—
FLE Euro Coup Strat Coll LA
30.12
5,185
—
FLE Euro Coup Strat Coll LB
30.12
5,123
—
FLE Euro Coup Strat Coll LHA
30.12
5,228
—
FLE Euro Coup Strat Coll LHB
30.12
5,171
—
FLE Euro Coup Strat Coll SA
30.12
10,346
—
FLE Euro Coup Strat Coll SB
30.12
10,224
—
FLE Euro Coup Strat Coll SHA
30.12
10,433
—
FLE Euro Coup Strat Coll SHB
30.12
10,311
—
OEM Euro Fixed Income L A
30.12
4,700
—
OEM Euro Fixed Income L B
30.12
6,000
—
OEM Euro Fixed Income S A
30.12
9,125
—
OEM Euro Fixed Income S B
30.12
11,570
—
AEU European Coll L
30.12
6,582
—
AEU European Coll L cop
30.12
7,063
—
AEU European Coll S
30.12
9,803
—
AEU European Coll S cop
30.12
13,251
—
FLE F.Templeton EM Sel L
30.12
5,582
—
FLE F.Templeton EM Sel S
30.12
10,871
—
OAS Financial Inc Strat LA
30.12
5,076
—
OAS Financial Inc Strat LB
30.12
4,833
—
OAS Financial Inc Strat SA
30.12
10,106
—
OAS Financial Inc Strat SB
30.12
9,624
—
OIH Glb High Yield cop L A
30.12
7,631
—
OIH Glb High Yield cop L B
30.12
4,928
—
OIH Glb High Yield cop S A
30.12
14,628
—
OIH Glb High Yield cop S B
30.12
9,429
—
OIH Glb High Yield L A
30.12
12,444
—
OIH Glb High Yield L B
30.12
5,889
—
OIH Glb High Yield S A
30.12
18,365
—
OIH Glb High Yield S B
30.12
9,268
—
AIF Glb Tech Coll L
30.12
2,713
—
AIF Glb Tech Coll L cop
30.12
8,523
—
AIF Glb Tech Coll S
30.12
8,056
—
AIF Glb Tech Coll S cop
30.12
16,400
—
AAS Infrastruct Opp Col LA
30.12
5,972
—
AAS Infrastruct Opp Col LB
30.12
5,606
—
AAS Infrastruct Opp Col LHA
30.12
5,561
—
AAS Infrastruct Opp Col LHB
30.12
5,214
—
AAS Infrastruct Opp Col SA
30.12
11,773
—
AAS Infrastruct Opp Col SB
30.12
11,056
—
AAS Infrastruct Opp Col SHA
30.12
10,966
—
AAS Infrastruct Opp Col SHB
30.12
10,280
—
AIN JPMorgan Glb L
30.12
7,575
—
AIN JPMorgan Glb L cop
30.12
6,092
—
AIN JPMorgan Glb S
30.12
14,620
—
AIN JPMorgan Glb S cop
30.12
11,758
—
FLE Long Short Strat Coll LA
30.12
4,927
—
FLE Long Short Strat Coll SA
30.12
9,827
—
FLE Med Carmignac Str Sel LA
30.12
5,612
—
FLE Med Carmignac Str Sel SA
30.12
11,103
—
FLE Med FidelityAsian Sel LA
30.12
5,414
—
FLE Med FidelityAsian Sel LB
30.12
5,334
—
FLE Med FidelityAsian Sel LHA 30.12
5,184
—
FLE Med FidelityAsian Sel LHB 30.12
5,101
—
FLE Med FidelityAsian Sel SA
30.12
10,802
—
FLE Med FidelityAsian Sel SB
30.12
10,645
—
FLE Med FidelityAsian Sel SHA 30.12
10,333
—
FLE Med FidelityAsian Sel SHB 30.12
10,174
—
FLE Med Invesco B Risk CS LA
30.12
5,551
—
FLE Med Invesco B Risk CS LB
30.12
5,090
—
FLE Med Invesco B Risk CS SA
30.12
10,984
—
FLE Med Invesco B Risk CS SB
30.12
10,072
—
FLE Med Pimco Inf Str Sel LB
30.12
4,505
—
FLE Med Pimco Inf Str Sel SB
30.12
8,916
—
AIN MStanley Glb L
30.12
8,246
—
AIN MStanley Glb L cop
30.12
6,925
—
AIN MStanley Glb S
30.12
15,917
—
AIN MStanley Glb S cop
30.12
13,338
—
FLE New Opportunity C. LAcop 30.12
5,491
—
FLE New Opportunity C. SAcop 30.12
10,752
—
FLE New Opportunity Coll. LA
30.12
6,146
—
FLE New Opportunity Coll. SA
30.12
12,053
—
APA Pacific Coll L
30.12
6,811
—
APA Pacific Coll L cop
30.12
5,813
—
APA Pacific Coll S
30.12
9,800
—
APA Pacific Coll S cop
30.12
10,981
—
FLE Pimco Inflat Strat Sel L
30.12
5,294
—
FLE Pimco Inflat Strat Sel S
30.12
10,380
—
BOB Premium Coup.Coll L
30.12
6,587
—
BOB Premium Coup.Coll L B
30.12
5,274
—
BOB Premium Coup.Coll L cop
30.12
6,207
—
BOB Premium Coup.Coll LH B
30.12
5,002
—
BOB Premium Coup.Coll S
30.12
12,853
—
BOB Premium Coup.Coll S B
30.12
10,491
—
BOB Premium Coup.Coll S cop
30.12
12,091
—
BOB Premium Coup.Coll SH B
30.12
9,886
—
AIN Socially Resp Coll LA
30.12
4,926
—
AIN Socially Resp Coll LAH
30.12
4,823
—
AIN Socially Resp Coll SA
30.12
9,798
—
AIN Socially Resp Coll SAH
30.12
9,559
—
AAM US Collection L
30.12
6,117
—
AAM US Collection L cop
30.12
6,422
—
AAM US Collection S
30.12
9,580
—
AAM US Collection S cop
30.12
12,162
—
FLE US Coupon Strat Coll LA
30.12
5,626
—
FLE US Coupon Strat Coll LB
30.12
5,544
—
FLE US Coupon Strat Coll LHA
30.12
5,272
—
FLE US Coupon Strat Coll LHB
30.12
5,190
—
FLE US Coupon Strat Coll SA
30.12
11,227
—
FLE US Coupon Strat Coll SB
30.12
11,063
—
FLE US Coupon Strat Coll SHA
30.12
10,536
—
FLE US Coupon Strat Coll SHB
30.12
10,343
—
Portfolio Fund - Classi Mediolanum
OMI Active 10 S
30.12
10,717
—
AIN Active 100 S
30.12
11,847
—
BOB Active 40 S
30.12
11,228
—
BBI Active 80 S
30.12
10,732
—
AIN Aggressive Plus S
30.12
12,513
—
AIN Aggressive Plus SH
30.12
11,036
—
AIN Aggressive S
30.12
12,391
—
AIN Aggressive SH
30.12
10,739
—
BBI Balanced S
30.12
11,911
—
BBI Balanced SH
30.12
11,231
—
BAZ Dynamic S
30.12
12,136
—
BAZ Dynamic SH
30.12
11,035
—
MAE Liquidity S
30.12
11,081
—
MAE Liquidity SA
30.12
11,238
—
BOB Moderate S
30.12
11,417
—
BOB Moderate SH
30.12
11,007
—
Le quote esposte si riferiscono ai prezzi di chiusura del giorno
lavorativo precedente quello sopra indicato
myNEXT ___________________________________________________
OFL
AAS
BBI
BBI
myNEXT Bond E
myNEXT Equity E
myNEXT Multi Asset E
myNEXT Plan
02.01
02.01
02.01
02.01
5,171
6,116
5,672
5,268
—
—
—
—
New Millennium Sicav ____________________________________
Banca Finnat Euramerica; tel. 06 699 33 1
Website - www.mandgitalia.it. Email - [email protected]
M&G Dynamic Allocation Fund
FLE Dynamic Allocation ¤A
03.01
15,42
M&G Investment Funds (7)
OIH Gl.l Floating Rate High Yield F. 03.01
10,53
M&G Investment Fund (14)
BBI Income Allocation Fund A
03.01
12,35
BOB Prudent Allocation
03.01
10,31
M&G Investment Funds (3)
OPE Emerging Market Bond F. A 03.01
15,71
—
—
—
—
—
Mediolanum International F. _____________________________
www.bancamediolanum.it; tel. 800 107107
CH - Challenge Funds - Classi Mediolanum
ASE Counter Cycl Eq L
30.12
ASE Counter Cycl Eq S
30.12
ASE Cyclical Eq L
30.12
ASE Cyclical Eq S
30.12
AEM Emerg. Mkts Eq. L
30.12
AEM Emerg. Mkts Eq. S
30.12
AEN Energy Eq. L
30.12
AEN Energy Eq. S
30.12
OEM Euro Bd L-A
30.12
OEM Euro Bd L-B
30.12
OEM Euro Bd S-A
30.12
OEM Euro Bd S-B
30.12
OEB Euro Income L-A
30.12
OEB Euro Income L-B
30.12
OEB Euro Income S-A
30.12
OEB Euro Income S-B
30.12
AEU European Eq L cop
30.12
AEU European Eq S cop
30.12
AEU European Eq. L
30.12
5,303
10,949
6,825
13,719
8,000
17,722
7,485
14,470
10,212
6,757
17,806
12,775
7,341
4,834
12,944
9,373
7,611
14,685
5,397
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
OEC Augustum Corporate Bond
OEB Augustum High Qual. Bond
OBI Augustum Italian Div. Bond
--- Augustum Mkt Timing
BOB Balanced World C.
OEB Euro Bonds Short Term
AAE Euro Equities
--- Extra Euro HQB
AIN Global Equities (Eur Hdg)
OEM Inflation Lkd Bd Eur.
OEC Large Europe Corporate
FLE Total Return Flexible
FLE VolActive
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
Cl.A
201,63
147,67
117,41
105,64
139,98
139,39
52,48
107,62
77,38
107,69
139,59
123,34
91,71
www.pioneerinvestments.com; tel. 800551552
Pioneer Funds
FLE Absolut Ret. Bond E
02.01
4,936
FLE Absolut Ret. M.Str. E
02.01
6,146
FLE Absolut Ret. M.Str.Gr. E
02.01
6,638
OFL Absolut Return Curr. E
02.01
5,701
OFL Absolut Return Curr. F
02.01
5,415
FLE Absolute R.Eur.Eq. EH($)
02.01 103,418
FLE Absolute Ret. As. Eq. E
02.01
5,727
FLE Absolute Ret. Eur. Eq. E
02.01 106,284
FLE Absolute Ret. M. Str. F.
02.01
5,432
APA Asia (ex Japan) Eq. E
02.01
8,579
APA Asia (ex Japan) Eq. F
02.01
7,565
APA China Eq. E
02.01
12,527
APA China Eq. F
02.01
10,975
Cl.I
211,55
152,11
121,65
109,26
147,63
142,80
55,89
108,35
82,36
111,37
144,83
—
94,88
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
FLE Commodity Alpha E
FLE Commodity Alpha E Hed
FLE Commodity Alpha F
AEU Core Europ. Eq. E
AEU Core Europ. Eq. F
AEM Em. Eur. Med. Eq. E
AEM Em. Eur. Med. Eq. F
OPE Em. Mark. Bond E DT
OPE Em. Mark. Bond F DT
OPE Em. Mark. Bond LC E
OPE Em. Mark. Bond LC E D.
OPE Em. Mark. Bond LC E DT
OPE Em. Mark. Bond LC F
OPE Em. Mark. Bond LC F D.
OPE Em. Mark. Bond LC F DT
OPE Em. Mark. Bond ST E
OPE Em. Mark. Bond ST E D
OPE Em. Mark. Bond ST E DT
OPE Em. Mark. Bond ST E Hed
OPE Em. Mark. Bond ST F DT
OPE Em. Mark. Cor. HY B. E
OPE Em. Mark. Cor. HY B. E DT
OPE Em. Mark. Corp. B. 2016 E
OPE Em. Mark. Corp. B. 2016 F
OPE Em. Mkts B.E Hed.
OPE Em. Mkts Bond E
OPE Em. Mkts Bond F
AEM Em. Mkts Eq. E
AEM Em. Mkts Eq. F
OAS Euro Aggr. Bond E
OAS Euro Aggr. Bond E D.
OAS Euro Aggr. Bond F
OAS Euro Aggr. Bond F D.
OAS Euro Aggreg. Bond E DT
OEM Euro Bond E
OEM Euro Bond E DT
OEM Euro Bond F
OAS Euro Cash Plus E
OAS Euro Cash Plus E DT
OEC Euro Corp. Short T. E
OEC Euro Corp. Short T. F
OEC Euro Corpor. Bond E DT
OEC Euro Corporate Bond E
OEC Euro Corporate Bond F
OEH Euro H. Y. E
OEH Euro H. Y. F
OEH Euro H. Y. F DT
OEH Euro High Yield E DT
MAE Euro Liquidity E
OAS Euro Short T. E
OAS Euro Short T. F
OFL Euro Strat. Bond E D.
OFL Euro Strat. Bond E DT
OFL Euro Strat. Bond F D.
OFL Euro Strat. Bond F DT
OFL Euro Strategic Bond E
OFL Euro Strategic Bond F
AAE Euroland Equity E
AAE Euroland Equity F
AEU Europ. Eq Income ED
OAS Europe Rec.Inc. 2017 E
AEU European Eq. Value E
AEU European Eq. Value F
AEU European Potential E
AEU European Potential F
AEU European Research E
AEU European Research F
FLE Flexible Opportunities E
FLE Flexible Opportunities EH
FLE Flexible Opportunities F
OAS Gl. Sub. Bond E
AIN Glb Eq. Tar. Income E
AIN Glb Eq. Tar. Income E DT
AIN Glb Eq. Tar. Income F
AIN Glb Eq.Tar. Income ED
OIG Glb GDP Weig. Gov. Bd E DT
OIG Glb GDP Weig. Gov. Bd F DT
OIG Glb GDP Weig. Gov. Bond E
OIG Glb GDP Weig. Gov. Bond F
FLE Glb M.Asset TI E Hed. DS
FLE Glb Multi Asset TI E DS
FLE Glb Multi Asset TI E DT
OAS Glb Sub. Bond Cl. E
OAS Global Aggr. Bond E
OAS Global Aggr. Bond E DT
OAS Global Aggr. Bond F
ASE Global Ecology E
ASE Global Ecology F
OIH Global High Yield E
OIH Global High Yield E DT
OIH Global High Yield F
OIH Global High Yield F DT
OPE Global High Yield F DT
OAS Global Inflation Lkd STerm
BOB Global Multi Asset Cons. E
BOB Global Multi Asset Cons. F
BAZ Global Multi Asset E
BAZ Global Multi Asset F
AIN Global Select E
AIN Global Select F
AEM Indian Equity E
AEM Indian Equity F
AIT Italian Equity E
AIT Italian Equity F
APA Japanese Eq. E
APA Japanese Eq. E Hed
APA Japanese Eq. F
AEM Latin Am. Equity E
AEM Latin Am. Equity F
AAM North Am. Bas. V. E Hed.
AAM North American Bas. Val. E
AAM North American Bas. Val. F
FLE Real Assets TI E
FLE Real Assets TI F
FLE Real Assets TI E Hed DS
APS Russian Equity E
APS Russian Equity F
OFL Strategic Income E
OFL Strategic Income E D.
OFL Strategic Income E DT
OFL Strategic Income E Hed.
OFL Strategic Income E Hed. D.
OFL Strategic Income F
OFL Strategic Income F D.
OFL Strategic Income F DT
OFL Strategic Income F Hed.
OFL Strategic Income F Hed. D.
AEU Top Europ. Play. E
AEU Top Europ. Play. F
ODMU.S. Dollar Aggregate Bd E
ODMU.S. Dollar Aggregate Bd F
ODB U.S. Dollar Short T. E
ODB U.S. Dollar Short T. F
AAM U.S. Fundam. Growth E
AAM U.S. Fundam. Growth E H
AAM U.S. Fundam. Growth F
AAM U.S. Pioneer Fund E
AAM U.S. Pioneer Fund E Hed.
AAM U.S. Pioneer Fund F
AAM U.S. Res. Value E
AAM U.S. Res. Value F
AAM U.S. Research E
AAM U.S. Research E Hed.
AAM U.S. Research F
ODH Us High Yield E
ODH Us High Yield E Hed.
ODH Us High Yield F
AAM Us Mid Cap Value E
AAM Us Mid Cap Value F
Pioneer Fund Solution
BBI Balanced E
BBI Balanced F
BOB Conservative E
BOB Conservative F
BAZ Diversified Growth E
BAZ Diversified Growth F
Pioneer SF
OAS Diver. Sub. Bond 2018 E
OAS Diversified Short Term Bd E
OPE Em. Mkts Bd 2019 E DA
OPE Em. Mkts Bd 2019 E Hd DA
BBI Equity Plan 60 E
FLE EUR Commodities E
FLE EUR Commodities F
OEB Euro Curve 1-3y E
OEB Euro Curve 1-3y F
OEM Euro Curve 10+y E
OEM Euro Curve 10+y F
OEM Euro Curve 10+year E Dis.
OEM Euro Curve 3-5y E
OEM Euro Curve 3-5y F
OEM Euro Curve 5-7year E
OEM Euro Curve 5-7year E Dis.
OEM Euro Curve 7-10y E
OEM Euro Curve 7-10y F
OEM Euro Curve 7-10year E Dis.
OAS Euro Fin. Rec. 05/2018 E
OAS Euro Finan. Rec. 18 E Dis.
OAS HY & Em.Mkts Bd Opp. 2021
FLE Saving Box I E
FLE Saving Box I U
FLE Saving Box II E
FLE Saving Box II U
FLE Saving Box III E
FLE Saving Box III F
OAS US Doll. DCB B 17 E Dis.
OAS US Doll. DCB B 17 E Dis.H
Pioneer SSF
FLE America AD 12/12/17 E
FLE America AD 20/12/17 E P
FLE Cina 07/2018 E
FLE Cina 09/2018 E
FLE Crescita Europa 05/2018 E
FLE Crescita Europa 06/2018 E
FLE Dividendo 07/11/2018 E
FLE Europa 07/11/2018 E
FLE Europa 07/2018 E
FLE Europa 10/12/18 E P
FLE Europa 19/12/18 E
FLE Europa 26/11/2018 E
FLE Europa 30/11/2020 E
FLE Europa 6/11/2020 E P
FLE Europa Dic. 2017 E P
FLE Europa Giugno 2019 E P
FLE Europa Lu. 2019 E P
FLE Europa Maggio 2019 E P
FLE Europa Nov. 2017 E P
FLE Europa Set. 2018 E
FLE Europa Set. 2019 E P
FLE Glob. Div. 11/12/2020 E P
FLE Glob. Div. 18/12/2020 E P
FLE Glob. Giugno 2021 E P
FLE Glob. Giugno 2022
FLE Glob. Luglio 2021 E
FLE Glob. Maggio 2021 E
FLE Glob. Ottobre 2021 E
OAS Obb. Cedola 11/2019 E
OEC Obb. Euro 02/2017 E
OEC Obb. Euro 03/2017 E
OAS Obb. Euro 03/2018 E
OEC Obb. Euro 05/2017 E
OEC Obb. Euro 06/2017 E
OEC Obb. Euro 07/2017 E
OEC Obb. Euro 08/2017 E
OEC Obb. Euro 09/2017 E
OEC Obb. Euro 11/2017 E
OEC Obb. Euro 12/2017 E
OAS Obbligazionario 11/2018 E
OEC Obbligazionario 2/2018 E
OAS Obbligazionario 5/2018 E
OAS Obbligazionario 6/2018 E
FLE Progetto Cedola 02/2020 E
FLE Progetto Cedola 02/2021 E
FLE Progetto Cedola 03/2020 E
FLE Progetto Cedola 03/2021
FLE Progetto Cedola 05/2020 E
FLE Progetto Cedola 05/2021 E
FLE Progetto Cedola 06/2020 E
FLE Progetto Cedola 06/2021
FLE Progetto Cedola 08/2020 E
FLE Progetto Cedola 08/2021
FLE Progetto Cedola 09/2020 E
FLE Progetto Cedola 09/2021
FLE Progetto Cedola 11/2020 E
FLE Progetto Cedola 11/2021
FLE Progetto Cedola 12/2019 E
FLE Progetto Cedola 12/2020 E
FLE Progetto Cedola 12/2021
FLE S&P 12/2017 E
FLE S&P 18/12/2017 E P
FLE Sel. Div. 05/19 E
FLE Sel. Div. 06/19 E P
FLE Sel. Div. 07/19 E
FLE Sel. Div. 09/19 E P
FLE Sel. Div. 17/12/18 E
FLE Sel. Div. 26/11/18 E P
FLE Sel. Div. 6/12/18 E P
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
30.12
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
02.01
30.12
02.01
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