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PRIMO PIANO
Giovedì 5 Gennaio 2017
La legge elettorale desiderata da Silvio Berlusconi dovrebbe rispondere a troppe aspettative
Legge caleidoscopio per il Cav
Vuol rilanciare FI ma non vuol sentir parlare di primarie
DI
SEGUE DA PAG. 5
MARCO BERTONCINI
Q
uale percorso Silvio
Berlusconi intenda seguire nelle prossime settimane è chiaro. Meno,
invece, si capisce delle sue intenzioni per rifare, restaurare,
rilanciare il proprio movimento.
Anzi, bisognerebbe asserire che
non nutra nemmeno più simili
intenzioni.
Il Cav intende procacciarsi
una legge elettorale rispondente a molti requisiti: fin troppi,
vien da dire. Dovrebbe consentirgli di correre da solo, senza
vincoli di coalizione. Dovrebbe
permettergli di predeterminare gli eletti, almeno in larga
misura. Dovrebbe essere proporzionale, con una clausola di
sbarramento non insignificante. Dovrebbe favorire le circoscrizioni plurinominali rispetto ai collegi uninominali. Non
dovrebbe consentire preferenze.
Poiché il raggiungimento di simili obiettivi richiederà trattative angoscianti, fra l’altro con
la ricerca di sostegni fra i cespugli centristi (alleati o no con il
Pd), Berlusconi intende tirarla
in lungo, molto in lungo.
Nel frattempo, starà attento a non allontanare da sé
troppo palesemente Matteo
Salvini e Giorgia Meloni,
rinviando però ogni intesa a
dopo approvata la riforma elettorale. Ovviamente qualsiasi
pressione per svolgere primarie sarà respinta: ribadirà la
pregiudiziale sulla verifica per
il sistema che sarà in vigore,
subordinando altresì all’esistenza di norme legislative la
consultazione per indicare il
potenziale candidato a palazzo
Chigi. Quanto alle amministra-
Silvio Berlusconi
tive di giugno (siamo oggi poco
sotto il migliaio di comuni, fra
i quali parecchi capoluoghi,
Palermo e Genova in testa),
pensa di risolvere caso per caso
la questione. Andò così alle ultime amministrative, sia pure
con dissesti clamorosi (Roma,
Torino…). Beninteso, il Cav
aspetta fiducioso l’aiuto dalla
Corte dei diritti dell’uomo.
Dunque, non decidere
nulla è il proposito, diciamo fino all’estate. S’intende,
con l’eccezione della riforma
elettorale ove l’andazzo gli
fosse favorevole, barcamenandosi intanto con gli ex alleati
che potrebbero tornare tali,
ma senza assumere alcun
impegno. D’accordo: e Fi? Berlusconi ha ripreso contatto
con Stefano Parisi, ma non
emerge alcunché di nuovo. Oltre che cercare nomi destinati
a rinfrescare le candidature si
direbbe non intenda procedere.
Questi personaggi sono in larga
parte già acquisiti: eletti negli
enti locali, assessori, consiglieri regionali, dirigenti periferici,
di bella immagine e bravi nella
ne dà fiato immediatamente a Grillo.
D. Lei suggerisce a Renzi di non perD. Per stare a Grillo, non è che cerdersi a fare il salvatore della patria
cherà di lanciare un’opa sull’elettoradai populismi. Però con quelli, prima
to di Matteo Salvini che, su molti temi,
o poi, si dovrà elettoralmente misuraè per così dire limitrofo?
re. E questo attivismo di Beppe Grillo
R. Nessuno dei due può proporre un’alleparrebbe preannunciare un lungo anno
anza all’altro. Potrebbero fare qualcosa sul
elettorale.
modello di Silvio Berlusconi nel 1994,
R. Guardi questo uno-due di Grillo, suma senza dichiararlo.
gli avvisi di garanzia e contro i giornali,
D. Allora il Cavaliere
mi pare totalmente a uso
si alleò a Nord con la
interno.
Lega e al Sud con AlleD. Ossia?
Grillo, per salvare Raganza nazionale.
R. Ossia, col primo, dovegi, ha fatto dietro-front
R. Lui, però, lo fece espliva mettere in sicurezza la
sugli avvisi di garanzia.
citamente, col Polo delle
giunta Raggi a Roma e, col
E
per
poi
rabbonire
libertà e il Polo del buon
secondo, rassicurare la base
i suoi militanti scontenti
governo. I due, Grillo e Salche, di fronte a un certa inha inventato la polemica
vini, non potrebbero fare
coerenza, era scandalizzata.
altrettanto. E non è detto
L’ha distratta subito, infatti.
contro i giornali. Questi
che, però, si torni a votare
Il problema è che se Grillo
ultimi si sono trasformati
col Mattarellum.
fa l’attore da avanspettacosubito
in
spettatori
D. Perché?
lo, i media si trasformano
e
il
Comico
ha
vinto
R. Perché c’è una gran
subito in spettatori, così il
con
titoli
a
tutta
pagina
voglia di proporzionalismo,
comico ottiene sempre i tiin giro. Nel qual caso, ogni
toli a nove colonne.
partito deve provare a fare
D. Il tema della postil pieno dei suoi elettori e, solo dopo, penverità, che lei ha sfiorato prima, non
sare alle alleanze.
è banale, però.
D. Meglio il Mattarellum, maggioriR. Sì, ma mi creda, non si risponde a
tario uninominale e una quota proGrillo con Giovanni Pitruzzella (preporzionale?
sidente Antitrust, ndr), ossia ventilando
R. Certamente sì, anche perché la sfida
regolamentazioni bizantine del web. Tutto
futura di questo Paese, come accennavo priciò è grottesco.
ma, è individuare una nuova classe dirigente.
D. Quale via suggerisce?
E nei collegi uninominali i partiti dovranno
R. Le bufale ci sono sempre state. Si
trovare i migliori.
combattono dimostrandosi forti e credibili.
twitter @pistelligoffr
Anche solo l’ipotesi di una regolamentaziocomunicazione (il modello dichiarato è la coppia grillina Di
Maio-Di Battista). In piccola
parte, inoltre, sono gli stessi che
cerca Parisi, specie nel mondo
imprenditoriale, senza però
l’auspicato successo di pesca.
Altro non si vede. Si direbbe che il Cav abbia per-
cepito l’inanità di ristrutturare
il proprio movimento e si affidi
alla sempre predicata operazione di risalita in campagna
elettorale, per meriti propri. In
buona sostanza: Fi è collocata
intorno al 12%, non sembra a
breve in grado di risalire, recupererà soltanto con le elezioni.
Tramite facce nuove e un’adeguata azione in prima persona
dello stesso Cav, il traguardo è
il 20%. Quand’anche, però, tale
livello restasse un sogno inafferrabile, a Berlusconi basterebbe
di meno, purché decisivo per formare una maggioranza col Pd.
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IL GIUDICE ANNULLA LA DELIBERA DI UN SINDACO BERGAMASCO CHE AVEVA NEGATO LA SALA MATRIMONI
Unioni gay, Tar: si celebrino in un posto adeguato
Dopo il ricorso di una coppia omosssuale le pressioni del Pd
DI
P
FILIPPO MERLI
er loro è uno sgabuzzino.
«Ho visto quella stanzetta
e mi sono indignato: è stata
un’umiliazione». Una coppia
gay s’è rivolta al Tar per contestare
l’amministrazione leghista di Stezzano, in provincia di Bergamo, rea
di aver relegato la celebrazione delle
unioni civili in una sala secondaria
del municipio e non in quella riservata ai matrimoni. Il tribunale ha
dato ragione ai due. Ora, il sindaco
del Carroccio, Elena Poma, dovrà
concedere a Germano Gasparini
e Giuliano Inselvini, entrambi di
56 anni, la stanza principale.
Alla fine di ottobre, il deputato
del Pd, Antonio Misiani, e il consigliere regionale dei dem, Jacopo
Scandella, avevano attaccato il sindaco Poma. Il quale aveva difeso la
sua decisione, formalizzata da una
delibera, di celebrare le unioni omo-
sessuali nell’ufficio anagrafe. «Tengo
a precisare che l’unione civile non è
una celebrazione, a quelle riserviamo la sala al primo piano del palazzo
comunale», aveva spiegato Poma. «Si
tratta, semplicemente, di una dichiarazione congiunta di unione che si fa
davanti a un pubblico ufficiale civile
e non necessita né di fascia tricolore, né di una sala aperta al pubblico.
Lo dice la legge stessa. Non si tratta
certo di discriminazione, stiamo solamente applicando quanto disposto
e, anzi, stiamo offrendo alle coppie
che scelgono l’unione civile qualcosa
in più rispetto a quanto specificato
nel testo della norma».
Dopo le polemiche, Poma aveva sistemato la stanza preposta
alle unioni civili per renderla più
accogliente e funzionale. Per la coppia che ha deciso di sposarsi a Stezzano, però, non lo era abbastanza.
«È una questione di dignità. Siamo
come tutti gli altri: perché dovrem-
mo essere trattati come cittadini di
serie B?». I due, così, si sono rivolti
al Tar di Brescia. Il giudice, la scorsa
settimana, ha annullato la delibera
del Comune perché ha considerato
illegittimo escludere le unioni civili
dalla sala matrimoni. «In tanti anni
non avevamo mai avuto problemi: nel
nostro condominio lo sanno tutti che
stiamo insieme e abbiamo un ottimo
rapporto coi vicini di casa», ha detto
Gasparini al Corriere di Bergamo. «È
la prima volta che incontriamo un
ostacolo. Sarebbe stato più semplice
andare altrove, ma non sarebbe stato
giusto. Abbiamo fatto questa battaglia per noi. Non era giusto darla
vinta a chi aveva deciso di comportarsi in modo diverso rispetto a quel
che dice la legge».
«Volevamo farlo anche per
altre coppie: per qualcun altro
esporsi potrebbe essere un problema», ha proseguito. «Siamo molto
uniti: insieme abbiamo deciso di an-
dare fino in fondo. E ora siamo molto
soddisfatti. Anche perché la sentenza ha una portata che va al di là del
nostro caso e di Stezzano». «Quali
conseguenze avrà questa sentenza?
Il Comune di Stezzano», ha sottolineato il consigliere comunale della
lista civica Stezzano Bene Comune,
Marco Caravita, «dovrà risarcire
alla coppia oltre 4mila euro di spese
legali, alle quali si somma quel che
l’amministrazione dovrà riconoscere
al proprio avvocato. Non solo. Quando sono scoppiate le polemiche, la
giunta ha speso soldi per abbellire
lo sgabuzzino per le unioni civili.
Credo che, nel complesso, tra spese legali e lavori, il Comune abbia
speso circa 10mila euro. Ecco il risultato di una decisione scriteriata
della giunta e della presunzione di
volerla difendere a ogni costo. Un
costo che, però, pagano sempre i cittadini».
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