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Giovedì, 05 Gennaio 2017
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Precariato: dopo la campagna per recupero scatti, ripartono i
ricorsi per ottenere i risarcimenti
di redazione
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Anief – La determinazione annuale degli
organici è un “giochini” che il Ministero
dell’Istruzione si trascina dietro da anni e che da
anni vede la trasmissione delle esigenze
dichiarate dalle scuole, anche ai ni del
reclutamento del personale per il corretto avvio
dell’anno scolastico, continuamente “edulcorato
al ribasso” con l’individuazione di posti utili per il cosiddetto “organico di fatto” che
non rispettano i parametri normativi e sono giusti cabili solo con la necessità di un
risparmio di spesa posto in essere dall’Amministrazione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “L’Anief ha più volte condannato la procedura di
suddivisione dell’Organico manifestando il proprio dissenso e ribadendo la necessità di
far emergere le effettive esigenze delle scuole dichiarando correttamente tutti i posti
vacanti all’interno dell’unico organico possibile, cioè quello di diritto e facendo “venire allo
scoperto” quelle che sono carenze di organico strutturali e non temporanee delle scuole
in modo da renderle correttamente utili ai fini dell’immissione in ruolo dei lavoratori
ancora precari”. Per questo motivo il giovane sindacato avvia una massiccia procedura
di controllo da effettuare direttamente nelle scuole e invita tutti i docenti e il personale ATA
ancora precari a chiedere alla propria scuola di servizio il riconoscimento della natura del
posto occupato con contratti a termine, presentando l’istanza di accesso agli atti
predisposta dal sindacato (clicca qui per scaricarla) e inviando, contemporaneamente, la
modalità di avvio della procedura, clicca qui.
I posti dichiarati dal MIUR in organico di fatto per questo anno scolastico sono, infatti, più
di 80mila con oltre 35mila cattedre di sostegno, oggi assegnati “in deroga”, cui vanno
aggiunti quasi 30mila posti su materie curricolari, a torto non dichiarati vacanti e che il
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dell’abuso di contratti a tempo determinato su posti vacanti. Per tutte le informazioni sulle
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lettera interruttiva della prescrizione (scaricabile da qui) per contestare il perdurare
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MIUR, come già denunciato dall’Anief, doveva conferire al 31 agosto e non al 30 giugno;
infine, ci sono almeno 20mila posti non coperti e già oggi vacanti che, in buona parte,
riguardano le cattedre perse per la disorganizzazione del concorso a cattedra del 2016.
“L’Anief ha più volte condannato la procedura di suddivisione dell’Organico – commenta
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal –
manifestando il proprio dissenso e ribadendo la necessità di far emergere le effettive
esigenze delle scuole dichiarando correttamente tutti i posti vacanti all’interno dell’unico
organico possibile, cioè quello di diritto e facendo “venire allo scoperto” quelle che sono
carenze di organico strutturali e non temporanee delle scuole e rendendole utili ai fini
dell’immissione in ruolo dei lavoratori ancora precari”.
Il Ministero, però, sembra voler proseguire con la prassi del “gioco al ribasso” sugli
organici; a questo punto, l’Anief ha deciso di avviare le procedure per “smascherare”
l’Amministrazione e invita tutti i lavoratori precari con almeno 36 mesi di servizio prestato
con contratti al 30 giugno ad aderire al ricorso e a chiedere conto al proprio dirigente
scolastico, tramite il modello predisposto dal sindacato, della effettiva natura del posto
che occupano, facendo istanza di accesso agli atti per sapere se il posto occupato è o
meno vacante. “Qualora il posto risultasse libero, e abbiamo già conto che è così nel 7080 per cento delle supplenze annuali assegnate – conclude il presidente Pacifico – i
lavoratori potranno rivolgersi di sicuro al tribunale aderendo allo specifico ricorso per
chiedere conto del fatto che con un servizio prestato su posto vacante, addirittura molto
spesso nel medesimo istituto scolastico, con l’abilitazione intasca e i tre anni di
precariato, deve scattare l’assunzione: i giudici autorizzeranno, comunque, almeno gli
indennizzi previsti, seppur in misura ridotta, dal comma 132 della Buona Scuola, secondo
quanto deciso di recente dalle sezioni unite della Corte di Cassazione”.
L’Anief ricorda, infatti, che dopo 36 mesi di servizio svolto su posto vacante, anche in
modo non continuativo, il lavoratore può legittimamente chiedere all’Amministrazione il
debito risarcimento, oltre al pagamento delle mensilità estive e degli scatti di anzianità
professionale. Sempre più giudici, come dimostrano i recenti successi ottenuti dai nostri
legali, stanno dando ragione ai ricorrenti, condannando il MIUR a corrispondere cospicue
somme risarcitorie in favore dei precari. Il giovane sindacato ha, ora, avviato una
massiccia procedura per porre fine all’abuso di contratti a termine e invita tutti i lavoratori
danneggiati a chiedere alla propria scuola di servizio il riconoscimento della natura del
posto occupato, presentando l’istanza di accesso agli atti predisposta dal sindacato
(clicca qui per scaricarla) e inviando, contestualmente, la lettera interruttiva della
prescrizione (scaricabile cliccando qui) al fine di rivendicare anche il risarcimento del
danno subito. Nel caso di conferma della natura vacante e disponibile del posto, infatti,
gli interessati potranno ricorrere contestando l’illegittimità del termine apposto al
contratto e richiedere la condanna del MIUR per abusiva reiterazione di contratti a
termine su posto vacante.
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5 gennaio 2017 - 16:31 - redazione
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