La Quiete a rischio chiusura definitiva: oggi incontro

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La Quiete a rischio chiusura
definitiva: oggi incontro in Comune
con Galimberti, Maroni e
rappresentanti sindacali
Galimberti e Maroni
VARESE, 24 dicembre 2016- di GIANNI BERALDOSi prospetta un Natale amaro per le decine di dipendenti della clinica “La
Quiete” di Varese che tra un paio di settimane (il 9 gennaio) potrebbero
trovarsi definitivamente senza lavoro. Nel tentativo (disperato) di
salvaguardare sia i lavoratori che la storica struttura sanitaria varesina,
una volta tra i poli d’eccellenza a livello provinciale, questa mattina si è
tenuto un incontro nella Sala Giunta del Comune tra il sindaco Davide
Galimberti, il presidente della Regione Roberto Maroni, il curatore
fallimentare, alcuni rappresentanti sindacali (tra cui Cinzia Colombo della
Cgil), i capigruppo in Consiglio comunale. All’incontro ha partecipato pure
il consigliere regionale Emanuele Monti rinforzando in tal modo il nutrito
gruppo di rappresentanti politici leghisti presenti oggi.
Un’ora e mezza, tanto è durata questa sorta di tavola rotonda dalla quale è
emerso un quadro inquietante per il futuro della Quiete ora di proprietà del
noto gruppo romano “Angelini”, leader nel campo della sanità privata e senza
mai incappare in una situazione come quella varesina.
Monti con Marco Pinti
La realtà dei fatti è molto semplice: entro il prossimo 9 gennaio sul tavolo
del curatore fallimentare vi devono essere delle proposte economiche concrete
da parte di un possibile acquirente altrimenti la clinica chiuderà i battenti
per sempre mettendo in vendita macchinari medici, immobili e tutto ciò che
potrebbe essere utile nell’acquisizione di fondi necessari per pagare almeno
una parte dei creditori e (forse) anche di stipendi arretrati. Ricordiamo che
tra i creditori vi sono anche diversi professionisti sanitari che hanno
operato all’interno della struttura senza percepire emolumenti da qualche
mese << Alla sottoscritta devono 17.000 euro che on vedrò mai più, oramai
sono rassegnata>>, sottolinea un medico chirurgo dipendente dell’Ospedale di
Circolo di Varese e che operava privatamente anche alla Quiete.
Poi vi sono delle altre adempienze che in ogni caso sarebbe molto difficili
da risolvere. In questo caso stiamo parlando di aspetti strutturali non più
consoni agli stantard sanitari attuali << Negli ultimi anni l’attività della
Quiete è andata avanti sempre a suono di proroghe ora non più ammissibili.
Nessuno può pensare eventualmente di rilevare la Quiete con le stesse
condizioni. Se entra qualcuno di nuovo l’immobile deve essere completamente
ristrutturato>>, sottolinea Maroni, certamente dispiaciuto per quanto sta
accadendo ma concreto e realista per il futuro della clinica << Partendo dal
fatto l’anno scorso gli accreditamenti alla Quiete non erano certamente
ingenti ma meno di 500.000 euro in totale, volessimo ragionare solo in tal
senso l’amministrazione della clinica dovrebbe presentare il piano di
accreditamento entro il 15 gennaio 2017, sempre ovviamente che esista almeno
l’immobile, uno dei requisti fondamentali. In questo caso mi pare davvero
impossibile rientrare in questa tempistica. >>. Il presidente della Regione
evidenzia come <<vorrei inoltre precisare che dal prossimo anno sia per
l’accreditamento diagnostico così come, a maggior ragione, per eventuali
ricoveri, la clinica dovrà essere completamente ristrutturata secondo
determinate caratteristiche previste dalla riforma sanitaria regionale>>.
Maroni evidenzia però che la Regione è
molto interessata al fatto che una
struttura sanitaria possa sviluppare un
percorso di degenza dedicato ai malati
cronici, anche a seguito della riforma
sanitaria che prevede che la cronicità
venga curata sempre più fuori dalle
strutture ospedaliere.
Da questa situazione di crisi della Quiete, paradossalmente potrebbe nascere
un’opportunità. Come, lo spiega il sindaco Galimberti << quella che la
struttura possa puntare a logiche sanitarie moderne come ad esempio quella
dei post acuti di cui c’è una grande necessità e sarebbe opportuno che tutte
le forze politiche e i vari soggetti coinvolti possano fare quadrato dando
una risposta entro la fine dell’anno>>.
Poi la drammatica chiosa del primo cittadino di Varese << se si dà esecuzione
allo sgombero il 9 gennaio il futuro della Quiete è segnato, speriamo vi
siano dei segnali importanti nei prossimi giorni>>.
Un altro incontro però informale è previsto il prossimo 27 dicembre sempre in
Comune, poi rimangono tre giorni per sapere se vi siano in atto delle
proposte concrete altrimenti molte famiglie trascorreranno un Capodanno
all’insegna dell’incertezza lavorativa.
Nel caso si arrivasse all’azione fallimentare, la Lega varesina ha previsto
un insediamento permanente all’interno della Quiete per tenere alta
l’attenzione dell’opinione pubblica sul fatto che tanti lavoratori si
troverebbero senza lavoro.
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