Migranti, nuova emergenza: in Italia 100mila

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GENTE VENETA | Attualità
Venerdi, 30 Dicembre 2016
Migranti, nuova emergenza: in Italia 100mila
"parcheggiati"
«L'Italia si trova per obblighi europei a trattare tutti i migranti come richiedenti asilo, per cui il
70% delle domande verrà poi respinto. E così seguiranno poi ricorsi e controricorsi e si protrarrà
la permanenza nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), coordinati dai prefetti e che in
Italia dispongono di circa 100.000 posti».
Si capisce da queste parole di Gianfranco Bonesso, responsabile del Servizio Immigrazione del
Comune di Venezia, qual è l'emergenza dietro l'angolo: folle di persone "parcheggiate" in Italia.
Basterà dire, d'altronde, che dal 1° gennaio al 30 novembre di quest'anno (secondo i dati Unhcr
più recenti), sono entrate nel nostro Paese 172mila persone. Se il 70% di esse non riceverà lo
status di rifugiato, significherà che più di centomila donne, uomini e bambini saranno allo
sbando. Da rimpatriare, ma non è facile pensare a un controesodo organizzato di queste
proporzioni; oppure da lasciar vagare nel territorio.
Il dato di questo potenziale esercito di centomila sbandati emerge dall'articolato intervento di
Bonesso sul fenomeno migratorio all'incontro promosso dal coordinamento vicariale dei consigli
pastorali delle otto parrocchie di Marghera, svoltosi mercoledì 14 dicembre nella sala della
parrocchia di Sant'Antonio.
Un incontro organizzato per dare continuità alla Domenica a tempo pieno del 2 ottobre scorso, il
cui tema "Siamo tutti migranti: ti accolgo, non ti respingo" ha visto la testimonianza personale e
diretta del cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e di Lampedusa.
«Abbiamo voluto quest'incontro - spiega il vicario foraneo don Giuseppe Volponi - per
sensibilizzare le comunità su emergenza immigrazione e accoglienza, facendo il primo passo,
quello di conoscere il fenomeno e, in particolare, la situazione a Marghera».
Tra i profughi, chiarisce Bonesso, ci sono i richiedenti la protezione internazionale, perché
fuggono da persecuzione politica o religiosa o per altri motivi. Se la domanda viene accolta,
viene rilasciato un permesso di soggiorno per cinque anni; altrimenti viene dato un permesso di
soggiorno per due anni per motivi umanitari: «Per motivi di lavoro adesso in Italia entrano in
pochi, perché i cosiddetti flussi non ci sono più ormai da cinque anni, mentre la maggior parte
sono immigrati per ricongiungimento familiare».
E chi invece ottiene il riconoscimento di rifugiato? Entro una settimana deve lasciare il CAS
(Centro di Accoglienza Straordinaria) e potrà essere ospitato per altri sei mesi in uno dei centri
SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), che dispongono di 20.000
posti, di cui 500 in Veneto e 106 a Venezia, gestiti dal Comune. Terminato questo semestre
dovrà cavarsela da solo. (G.C.)
Tratto da GENTE VENETA, n.49/2016
Articolo pubblicato su Gente Veneta
http://www.genteveneta.it/public/articolo.php?id=8939
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