Piccoli soci Parmalat contro l`opa

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Giovedì 29 Dicembre 2016
MERCATI
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IL TITOLO IN BORSA È SALITO DEL 2,3% A QUASI 2,9 EURO. OLTRE IL PREZZO DELL’OFFERTA
Piccoli soci Parmalat contro l’opa
I broker consigliano per lo più di aderire alla proposta di Lactalis. Ma gli azionisti di minoranza
non la ritengono congrua. Il fondo Amber, che detiene il 3%: Collecchio vale almeno 4 euro
di Francesca Gerosa
N
scorso di eventuali perdite e ritardi nella ristrutturazione del
business brasiliano. Inoltre «il
prezzo offerto è di circa il 17%
al di sopra del nostro fair value,
che prevede circa 80 milioni di
euro di ebitda nel 2018 derivante dalla numerose acquisizioni effettuate negli ultimi
due anni, e implica un multiplo
enterprise value/ebitda 20162017 di 11 e 9,5 volte, rispettivamente, multiplo allineato
al settore delle small cap», ha
precisato una nota della banca
milanese che ha concluso: vi-
onostante la giornata
opaca di Piazza Affari
(-0,8%), il titolo Parmalat ha guadagnato
ieri il 2,3% chiudendo a 2,896
euro. Ovvero ben oltre il prezzo dell’opa lanciata l’altroieri
da Lactalis a 2,80 euro per
azione con l’obiettivo di delistare il titolo della controllata
italiana. Il colosso italiano dal
2011 controlla Parmalat con
l’87,74% del capitale e ha ora
rotto gli indugi per arrivare al
100%.
Il prezzo offerto rapPARMALAT
presenta un premio
quotazioni in euro
2,9
dell’8,5% rispetto
IERI
alla chiusura del ti2,896 €
tolo del 23 dicembre,
2,7
2,33%
dell’11,2% su un mese, del 14,8% su tre
2,5
mesi, del 17,3% su
sei mesi e del 17,8%
su un anno. L’offerta,
2,3
inoltre, è condizionata
28 set ’16
28 dic ’16
al raggiungimento del
90,5% del capitale,
ma si tratta di una condizione
rinunciabile. Infatti, se al ter- sta «la molto scarsa visibilità
mine dell’offerta Lactalis avrà sulle prospettive del gruppo,
in mano una partecipazione in particolare sui ritorni attesi
compresa tra il 90,5% e il 95% su più di 1 miliardo di euro
del capitale non ripristinerà il investito in operazioni di m&a
consigliamo agli investitori di
flottante e riaprirà l’offerta.
Secondo i broker, l’opera- aderire all’opa». In un report
zione potrebbe rappresentare Banca Akros dal canto suo
un’opportunità per i piccoli so- ha invece fatto notare che il
ci. Banca Imi ieri ha spiegato prezzo offerto è più alto del
che per Parmalat le aspettative loro target price a 2,40 euro
sono impostate al ribasso: la (rating neutral).
società ha avvertito il mese Nonostante questo dopo la pre-
Bluenergy entra in Rettagliata e sbarca a Milano
di Nicola Carosielli
luenergy Group (da poco entrata a far parte
B
della piattaforma Elite di Borsa Italiana),
multiutility leader nella fornitura di luce e gas,
con sede a Udine e in forte espansione nel Veneto orientale e in Lombardia, ha formalizzato
l’ingresso nel capitale sociale di Rettagliata
Gas e Luce Spa. Con questa mossa, tre famiglie storiche del settore energetico, Curti e
Busca per l’azienda udinese e Rettagliata per
quella milanese, si trovano ai vertici di una
compagine che intende consolidare un nuova
direttrice nel
mercato delle
multiutility
italiane. «In
pochi anni
Bluenergy si
è affermata sul
suo territorio
di riferimen-
Emmanuel Besnier
sa di posizione dell’associazione dei piccoli azionisti che l’altro ieri ha definito non congruo
il prezzo dell’opa, ieri anche il
fondo Amber (che possiede il
3% del capitale) ha spiegato
che non aderirà all’offerta della famiglia Besnier. «Non consegneremo le nostre azioni, il
prezzo dell’opa è molto basso
e non riflette il vero valore della
società» ha spiegato Arturo Albano, rappresentante del fondo
to conquistando la fiducia di oltre 170 mila
clienti» ha affermato il fondatore dell’azienda,
Gianfranco Curti, sottolineando come il «nostro piano di espansione prevede di legare i
nostri due luoghi d’elezione: il Friuli-Venezia
Giulia e l’Oltrepò, attraverso una maggiore
presenza in Veneto e Lombardia». Il Gruppo
Rettagliata, fondato nel 1908 e molto presente
su Milano e il suo hinterland, nel tempo ha
aggiunto alla commodity i servizi tecnici di
assistenza e gestione di impianti termici, offrendo soluzioni tese al risparmio energetico
e ampliando la gamma dei prodotti offerti
alla clientela con il gas e l’energia elettrica,
quest’ultimi commercializzati proprio tramite la Rettagliata Gas e Luce. Alberta Gervasio, direttore generale di Bluenergy Group,
ha precisato come l’operazione rappresenti
«un’opportunità speciale per applicare a
una realtà storica e riconosciuta il modello
vincente già sperimentato per Bluenergy».
(riproduzione riservata)
Amber in Italia. «Se si prende
in considerazione quanto è
cresciuta Parmalat in questi
anni e le attuali prospettive di
crescita il prezzo dell’opa non
può valere meno di 4 euro», ha
aggiunto Albano. «Nel 2011
Parmalat aveva un fatturato
di 4,5 miliardi e 374 milioni
di ebitda e il cda di Parmalat
aveva affermato che il prezzo
di 2,60 euro per azione offerto allora dai francesi non era
fair anche sulla base di una
fairness opinion di Goldman
Sachs che le valutava 3,17
euro», ha aggiunto Albano.
«Oggi Parmalat è un gruppo
molto più grande, con un fatturato atteso di 6,5 miliardi nel
2016 e un ebitda di 460 milioni. Saremmo assai sorpresi
se il cda (che dovrà esprimersi sulla congruità del prezzo
dell’opa, ndr) dovesse dire che
oggi 2,8 euro per azione siano
un prezzo congruo», ha concluso il rappresentante di Amber
ricordando uno studio di Kepler
stima per Parmalat un ebitda al
2018 superiore a 600 milioni.
(riproduzione riservata)
Quotazioni, altre news e analisi su
www.milanofinanza.it/parmalat
All’azienda bolognese andrà il 70% dell’argentina Mai Sa per 7,7 mln di dollari. Entro il 2021 potrebbe possedere il 100%
La Ima di Vacchi confezionerà il tè sudamericano
di Nicola Carosielli
D
opo il consolidamento nel settore del caffè, avvenuto lo scorso
22 dicembre con l’acquisizione dell’80% di Mapster e del 49%
di Petroncini Impianti (con sede rispettivamente a Parma e Ferrara), il
gruppo Ima si rafforza nel confezionamento di tè e tisane in sacchetti
filtro. L’azienda bolognese, attiva
nella progettazione e produzione di
macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti
(farmaceutici, cosmetici e alimentari), ha infatti sottoscritto, con Guillermo Mai, un accordo per l’ingresso nella società Mai Sa. L’azienda
produce e commercializza macchine
per il confezionamento di tè e tisane
in sacchetti filtro, ha sede a Mar del
Plata in Argentina e permetterà alla
famiglia Vacchi il rafforzamento della
presenza industriale anche in Sudamerica. A seguito dell’operazione,
Ima entrerà in possesso del 70% delle da di circa 1,5 milioni. Prospettive
quote della società argentina con un che l’azienda quotata nel segmento
intervento finanziario pari a circa 7,7 Star di Borsa Italiana vede in ultemilioni di dollari. Di questi, un primo
versamento di 5,7 milioni di dollari
avverrà al closing, previsto
IMA
per l’inizio del
60
quotazione in euro
2017, mentre i
rimanenti 2 mi58
lioni di dollari
saranno versati
56
in tre tranche
IERI
54
annuali. Entro
57,8 €
aprile 2021,
-0,43%
52
inoltre, la socieAlberto
tà italiana potrà
28 set ’16
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Vacchi
esercitare l’opzione di acquisto dell’intera quota di Mai. Probabilmente a far gola ad Alberto Vacchi, riore miglioramento grazie al suppresidente e amministratore delegato porto complessivo che potrà fornire
di Ima, sono anche le prospettive di alla società di Guillermo Mai tramite
crescita dell’azienda sudamericana l’integrazione della stessa nell’orgache nel 2016 prevede un fatturato di nizzazione del gruppo. Vacchi ha
circa 7 milioni di dollari e un ebit- infatti sottolineato come «l’acquisi-
zione di Mai consentirà di rafforzare
la leadership del nostro gruppo nel
confezionamento di tè, ampliando
la gamma prodotti e creando significative opportunità sia produttive sia
commerciali con le altre società del
gruppo». Il presidente ha poi concluso: «Con questa operazione Ima continua il percorso di valorizzazione di
marchi leader di mercato, rafforzando
la propria presenza industriale anche
in Sudamerica».
Il gruppo Ima conta oltre 5 mila dipendenti, di cui oltre 2.600 all’estero,
e si avvale di 38 stabilimenti di produzione tra Italia, Germania, Francia,
Svizzera, Spagna, Regno Unito, Stati
Uniti, India, Malesia e Cina (il 90%
degli 1,1 miliardi di fatturato del 2015
è stato prodotto all’estero). Nei nove
mesi dell’anno ha registrato ricavi per
875,2 milioni (che per fine anno dovrebbero toccare quota 1,27 miliardi),
in ripresa del 19,6% sullo stesso periodo del 2015, con un ebitda di 99,2
milioni. (riproduzione riservata)