Perché la Siria non diventi il terreno di un
Download
Report
Transcript Perché la Siria non diventi il terreno di un
19/12/2016
Perché la Siria non diventi il terreno di un conflitto endemico, è necessario affrontare il nodo di Assad | AgenSIR
Direttore Domenico Delle Foglie
ervizio Informazione Religioa
GURRA FINITA?
Perché la iria non diventi il
terreno di un conflitto
endemico, è neceario
affrontare il nodo di Aad
19 dicemre 2016
tefano Cotalli
enza la cotruzione di una vera legittimità, la violenza paata darà luogo a un rientimento che prima o poi tornerà ad
affiorare. Nel cao di Aleppo, pare lecito duitare che il regime di Aad poa garantire l’incluione e lo viluppo
neceari per conquitare inceramente la fedeltà di una popolazione coì profondamente vittimizzata. Intanto da
Aleppo i allontana la popolazione civile di origine unnita, un tentativo di omogeneizzare la geografia etno-religioa
dell’area e di realizzare una partizione "de facto" della iria. Ma non è garanzia di pace per il futuro
Nessuno sa esattamente cosa sia successo e cosa stia ancora succedendo ad Aleppo. Le
informazioni sono poche, le fonti affidabili ancora meno. Da una parte l’opinione
pubblica mondiale, Europa in primis, segue il dramma della città siriana
distrattamente, preoccupata principalmente per le crisi politiche interne a molti Paesi,
per l’economia balbettante, al massimo per i flussi migratori e i rischi di attentati
terroristici. Aleppo non riesce a bucare lo schermo e a catturare l’attenzione come era
invece riuscita a fare Sarajevo venti anni fa. Questa città patrimonio dell’umanità
ormai ridotta a un cumulo di macerie non si è neppure meritata una canzone degli U2.
Dall’altra parte il regime di Assad, rafforzato dal sostegno russo, è riuscito a imporre un
controllo sul flusso di notizie come non erano in grado di fare le parti che si
combattevano in Bosnia. Le truppe di Assad hanno riconquistato Aleppo, ma gli inviati dei maggiori quotidiani occidentali sono
stati tenuti alla larga.
erviranno dunque mei per capire ea
amente come ia
tata uata la violenza ad Aleppo e nelle ue immediate vicinanze durante queti ei mei di
aedio.
In assenza di informazioni affidabili e precise sulla violenza contro i civili, che rappresenta un tratto tipico delle guerre civili, è
necessario concentrarsi sulle poche cose certe. Sul piano militare, le truppe di Assad, sostenute dall’aviazione russa, dalle milizie
sciite irachene, iraniane e da Hezbollah hanno riconquistato il controllo della città. I ribelli sunniti, compresi alcuni gruppi legati
http://agensir.it/mondo/2016/12/19/perchelasirianondiventiilterrenodiunconflittoendemicoenecessarioaffrontareilnododiassad/
1/2
19/12/2016
Perché la Siria non diventi il terreno di un conflitto endemico, è necessario affrontare il nodo di Assad | AgenSIR
ad Al Qaeda, sono stati sconfitti con una strategia basata su pesanti bombardamenti e, alla fine, sulla possibilità di scegliere fra la
morte e l’abbandono della città attraverso un’unica via di uscita controllata. In mezzo a tutto ciò stavano i civili, di cui non
sappiamo molto ma che certamente sono stati bombardati senza pietà, usati come scudi umani, vessati da molteplici ricatti e
violenze per assicurarsi la loro fedeltà o per estrarre da loro le poche risorse ancora disponibili.
Secondo lo Stato Maggiore russo e il portavoce del governo di Assad, la missione è stata compiuta e la fine della battaglia di Aleppo
rappresenta una conquista storica per la Siria.
Proailmente aree il cao di uare toni meno trionfalitici, per almeno un paio di motivi.
Prima di tutto, perché Aleppo è una città completamente distrutta, dove sono morti migliaia di innocenti e in cui sono stati
compiuti atti di barbarie per mesi. In secondo luogo perché nel lungo termine l’esito della battaglia potrebbe essere meno netto di
quanto i vincitori non vogliano ammettere. Prendere una città che il nemico considera di vitale importanza non è un’impresa
semplice. Aleppo non è stata la prima città a essere conquistata dopo un bombardamento sistematico, ma scelte di questo tipo non
sono prive di conseguenze. Quando si conquista una città dopo aver inflitto danni incalcolabili alle sue strutture e alla sua
popolazione, è necessario mostrare a chi rimane che lo si è fatto per evitare alla città un futuro peggiore. In altre parole,
e i vuole veramente conquitare e mantenere la ci
motrare la di
à nel lungo periodo è fondamentale
erenza fra chi controllava prima la ci
à e i nuovi conquitatori.
Senza la costruzione di una vera legittimità, la violenza passata darà luogo a un risentimento che prima o poi tornerà ad affiorare.
Nel caso di Aleppo, pare lecito dubitare che il regime di Assad possa garantire l’inclusione e lo sviluppo necessari per conquistare
sinceramente la fedeltà di una popolazione così profondamente vittimizzata. Inoltre, l’evacuazione dei civili in atto negli ultimi
giorni nasconde un lato poco osservato. La maggior parte di loro sono sunniti, e infatti si dice che in molti casi i componenti maschi
adulti delle famiglie vengano prelevati dalle forze governative e fatti sparire. Lasciando pure da parte questo ulteriore problema,
l’evacuazione di civili prevalentemente appartenenti a una data comunità rappresenta anche un atto politico. Si tratta del tentativo
di omogeneizzare la geografia etnoreligiosa dell’area e di realizzare una partizione “de facto” della Siria, per tentare di rendere più
semplice il controllo del territorio e della popolazione che lo abita. È un tentativo comprensibile, che a prima vista appare razionale,
ma importanti studi sulle conseguenze delle guerre civili hanno mostrato che questo tipo di soluzioni sono illusorie e non
garantiscono la pace se non sono accompagnate da reali forme di partecipazione alla gestione del potere da parte delle comunità
coinvolte. Dunque, in prospettiva è indispensabile affrontare il nodo rappresentato dal regime di Assad, o la Siria potrebbe
diventare una regione di confitto endemico.
Argomenti
GURRA IN IRIA
Perone ed nti
AAD
Luoghi
ALPPO
19 dicemre 2016
© Riproduzione Riervata
ocietà per l’Informazione Religioa - .I.R. pa — Copright © 2016 - P.Iva 02048621003 - Via Aurelia 468 ·
00165 Roma - tel. 06.6604841 · fax 06.6640337
http://agensir.it/mondo/2016/12/19/perchelasirianondiventiilterrenodiunconflittoendemicoenecessarioaffrontareilnododiassad/
2/2