Rassegna Stampa - Forum delle Associazioni Familiari

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Mercoledì
14/12/2016
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Direttore Responsabile
Diffusione Testata
Diego Minonzio
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Laurea e idee pro-gender: bufere su Valeria Fedeli
La polemica Adinolfi: il titolo
dichiarato non esisteva ai tempi
della sua frequenza. Il Family
Day: una dichiarazione di
guerra «Valeria Fedeli, neo
ministro dell'Istruzione,
avrebbe mentito sul titolo di
studio. Dichiara di essere
laureata in Scienze Sociali, in
realtà ha solo ottenuto il
diploma alla Scuola per
Assistenti sociali Unsas di
Milano». «Il problema non è
neanche che non è laureata, è
che mente spudoratamente. Per
un atto del genere in qualsiasi
Pae
se del mondo dovrebbe
dimettersi seduta stante o essere
costretta a farlo», attacca con un
post Facebook del giornalista
Mario Adinolfi. La prova della
falsa laurea è, sempre secondo
Adinolfi, contenuta in
valeriafedeli.it (leggi). «Sono
nata - ha scritto nel suo blog il
neo ministro - a Treviglio (Bg) il
29 luglio 1949. Sono cresciuta in
provincia, in un territorio
operoso e attivo. Finite le scuole
mi sono trasferita aMilano per
iscrivermi dove ho conseguito il
diploma di laurea in Scienze
Sociali, presso Unsas. In quegli
anni ho incontrato il mo
vimento studentesco, il
femminismo e poi la Cgil. La
passione politica, la vogua di
battersi per le donne e per il
cambiamento democratico erano
già parte di me». Sono proprio
queste affermazioni a creare un
mare di problemi a Fedeli: il
diploma di laurea in Scienze
Sociali è stato istituito - in via
sperimentale a Trieste e Roma nel 1998, quando il neo-ministro
era segretario nazionale del
sindacato dei tessili. Conclude
Adinolfi: «In qualunque
democrazia seria, una balla come
questa sarebbe da dimissioni». La
scelta di Valeria Fedeli non
l'educazione dei figli. Più cauti
i commenti in generale da parte
del mondo cattolico sulla
soluzione in tempi record della
crisi di governo dopo il voto del
4 dicembre con la nomina del
nuovo esecutivo. Se
Avvenire fa notare che «molto
sembra uguale» a quello
precedente «eppure tutto è
cambiato perché siamo passati
da un « governo dei poteri» a
un «governo dei doveri»»,
Famiglia Cristiana definisce il
nuovo esecutivo «quasi un
Renzi-bis», ma sottolinea tra le
novità quella dell'istituzione di
un ministero per il
Mezzogiorno. «Il tempo dirà se
è solo un simbolo o qualcosa di
più», commenta il giornale dei
paolini. Ma lo scontro aperto di
una parte del mondo cattolico è
per la nomina di Fedeli che ha
parlato sempre con favore sulla
que
stione del gender. Nomina che ha
provocato anche reazioni, non
negative questa volta, nel mondo
della scuola, sindacati e studenti
in particolare. Il problema però è
la questione gender: «Questa
scelta ha chiaramente i toni della
provocazione, se non della
vendetta, verso le Famiglie del
Comitato per il No, colpevoli di
aver vinto il referendum»,
afferma Massimo
Gandolfini,presidente del
Comitato Difendiamo i Nostri
Figli. Toni più concilianti invece
dal Forum Famiglie guidato da
Gigi De Palo, che esprime la sua
« disponibilità a collaborare» con
il ministro. L'Agesc,
l'Associazione dei genitori delle
scuole cattoliche, lancia invece
un appello sul dossier paritarie.
è andata giù al Popolo del Family
Day che l'ha definita «una
dichiarazione di guerra». La
nomina della Fedeli al dicastero
dell'Istruzione non piace ai
cattolici che si sono battuti contro
le unioni civili e la diffusione
della teoria del gender a scuola.
La considerano «una vendetta»
dopo il loro esplicito «no» al
referendum e «una minaccia» per
Si parla di Noi
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