Rassegna Stampa - Forum delle Associazioni Familiari

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Mercoledì
14/12/2016
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Direttore Responsabile
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Ario Gervasutti
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Al centro di un caso anche sulla sua laurea Fedeli è
già nella bufera I cattolici la attaccano: «Paladina del
gender» II popolo del Family Day l'ha definita «una
dichiarazione di guerra». La nomina di Valeria Fedeli
al dicastero dell'Istruzione non piace ai cattolici che si
sono battuti contro le unioni civili e la diffusione
della teoria del gender a scuola. La considerano «una
vendetta» dopo il loro esplicito «no» al referendum e
«una minaccia» per l'educazione dei figli. Fedeli tra
l'altro si è trovata, sin dalle sue prime ore da ministro,
nell'occhio del ciclone. Per quel titolo di studio che
dichiara nella sua pagina web, innanzitutto: un
«diploma di laurea» in Scienze Sociali conseguito
presso la Scuola per Assistenti sociali Unsas di
Milano, che in realtà è un semplice diploma. Oggi
quel titolo è stato equiparato a una laurea breve, ma
arrivano duri attacchi: «La Fedeli mente sul proprio
titolo di studio, niente male per un neoministro
all'Istruzione», scrive Mario Adinolfi, leader del
Popolo della Famiglia. L'aperto fastidio di una parte
del mondo cattolico per la nomina di Fedeli è legato
al fatto che la sindacalista ha parlato sempre con
favore sulla questione del gender. La sua nomina ha
provocato anche reazioni, non negative questa volta,
nel mondo della scuola, sindacati e studenti in
particolare. Il problema però è la questione gender:
«Questa scelta ha chiaramente i toni Valeria Fedeli
della provocazione.se non della vendetta, verso le
Famiglie del Comitato per il No, colpevoli di aver
vinto il referendum», afferma Massimo Gandolfini,
presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli.
Generazione Famiglia, che è la branca italiana di
«Manif», usa termini ancora più duri: è «una
dichiarazione di guerra», dice Filippo Savarese,
lanciando la proposta di una manifestazione davanti
al ministero. Toni più concilianti invece dal Forum
Famiglie guidato da Gigi De Palo, che esprime la sua
«disponibilità a collaborare» con il ministro. L'Agesc,
l'associazione dei genitori delle scuole cattoliche,
lancia invece un appello sul dossier paritarie. Esulta
l'Arcigay che legge nella nomina un impegno del
governo «contro le discriminazioni» a partire proprio
dai banchi di scuola. I sindacati del comparto scuola
confidano invece molto nel nuovo ministro, dal quale
si aspettano un cambio di passo rispetto alla
precedente amministrazione.
Si parla di Noi
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