Mercato della CO2 post 2020, la nuova direttiva

Download Report

Transcript Mercato della CO2 post 2020, la nuova direttiva

Mercato della CO2 post 2020, la nuova direttiva ETS prende
Mercato della CO2 post 2020, la nuova direttiva ETS
prende forma
La Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha votato una serie di modifiche al provvedimento
proposto da Bruxelles per la quarta fase dello schema EU-ETS: taglio lineare più netto delle emissioni
annuali di CO2 e maggiore capacità di riserva per assorbire le quote eccedenti. Si spera così di
rialzare il prezzo dei crediti.
Redazione QualEnergia.it
Il mercato europeo del carbonio (EU-ETS, Emissions Trading Scheme) è sempre più vicino alle
ipotesi di riforma avanzate negli ultimi mesi.
La Commissione Ambiente del Parlamento europeo, infatti, ha approvato una serie di emendamenti
alla proposta di direttiva ETS presentata da Bruxelles a luglio 2015.
La direttiva coprirà la quarta fase dello schema (2021-2030) con il principale obiettivo di ridurre
in modo più deciso le emissioni di CO2 e, al contempo, salvaguardare i settori industriali più esposti
al rischio di carbon leakage, cioè lo spostamento delle attività produttive in paesi esteri in cui le
restrizioni ambientali, con relativi costi, sono più blande in confronto a quelle europee.
Ricordiamo che lo scorso ottobre anche la Commissione Industria aveva espresso il suo parere sulle
misure per cambiare il sistema EU-ETS che, negli ultimi anni, ha incontrato molte difficoltà, dovute
soprattutto al surplus di quote di emissione sul mercato.
I due punti chiave della votazione
Vediamo innanzi tutto i due punti più importanti usciti dall’ultima votazione. Innanzi tutto, si legge in
una nota dell’Europarlamento, i membri della commissione hanno concordato di aumentare al
2,4% il “fattore di riduzione lineare” (linear reduction factor) delle emissioni annuali di CO2,
rispetto al 2,2% indicato in origine dall’esecutivo comunitario.
Il secondo punto, prosegue la nota, riguarda la riserva per la stabilità del mercato (MSR, Market
Stability Reserve).
Dal 2019 - questa è l’intesa - la riserva assorbirà fino al 24% dei crediti eccedenti ogni anno, il
doppio di quanto stabilito finora; inoltre, gli europarlamentari hanno deciso di cancellare 800
milioni di permessi dal MSR il primo gennaio 2021.
Le criticità da sanare
Ora facciamo un passo indietro: perché il mercato della CO2 è entrato in crisi? Lo scopo dell’EUETS, è bene precisare nuovamente, è contribuire ad abbattere le emissioni di gas serra puntando ora
al nuovo obiettivo fissato per il 2030 (-40% rispetto ai livelli del 1990). Copre una moltitudine di
settori industriali definiti “energivori”, come centrali termoelettriche, cartiere, stabilimenti chimici,
cementifici eccetera; dal 2012 c’è anche l’aviazione.
Lo schema è di tipo cap and trade perché si basa 1) su un tetto massimo annuale alle emissioni
di CO2 che provengono dalle diverse industrie e 2) sulla compravendita di quote di carbonio.
Ogni credito/permesso (allowance) corrisponde a una tonnellata equivalente di CO2: in altre parole,
assegna il diritto di emettere una tonnellata di gas serra. L’ETS assegna una parte delle quote
tramite aste e una parte gratuitamente alle imprese più soggette al carbon leakage.
Chiaramente, il sistema funziona se c’è un equilibrio tra domanda-offerta, con un segnale di prezzo
capace di orientare gli investimenti delle industrie verso tecnologie più efficienti e meno
Pagina 1 di 2
Mercato della CO2 post 2020, la nuova direttiva ETS prende
inquinanti. Il problema si pone quando il valore di mercato di una singola quota è troppo basso: in
questo caso, è più conveniente acquistare crediti a prezzi stracciati piuttosto che installare
apparecchi e macchinari più “puliti”.
Esattamente quello che è accaduto nella terza fase del mercato ETS: la crisi economica globale, con
il conseguente rallentamento della produzione industriale, ha generato una sovrabbondanza di
crediti invenduti. Di qui un primo tentativo di rilanciare il meccanismo con il backloading: 900
milioni di quote sono state “congelate” anziché essere messe all’asta nel periodo 2014-2016.
Tuttavia, con un prezzo che si aggira intorno a 6 euro/tonnellata di CO2, il mercato è ancora
lontano dall’aver trovato un nuovo slancio. Il prossimo passo sarà il voto dell’Europarlamento sulla
proposta di direttiva emendata dalla Commissione Ambiente, previsto a febbraio 2017.
Briefing dell’Europarlamento sul mercato EU-ETS (ottobre 2016 - pdf)
Redazione QualEnergia.it
URL di origine (Salvata il 21/12/2016 - 13:35):
http://www.qualenergia.it/articoli/20161216-mercato-della-co2-post-2020-la-nuova-direttiva-etsprende-forma
Pagina 2 di 2