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Recensioni cinema e film | Persinsala.it

Simona Ventura 14 dicembre 2016

Alessandro Quadretti firma la regia di Sensibile, il documentario prodotto da Officinemedia che dà voce a coloro che in Italia sono affetti da MCS e EHS: due malattie ambientali – Sensibilità Chimica Multipla ed Elettrosensibilità – che costringono i soggetti che ne soffrono a riorganizzare completamente la propria vita, fin nelle cose più banali. Il documentario di Quadretti porta alla luce quello che molti di noi non sanno, ma per poter arrivare alla realizzazione finale è stata lanciato un crowdfunding sul sito di Eppela. Persinsala ha incontrato Alessandro Quadretti per capire meglio cosa significa oggi, in Italia, portare a compimento un documentario di interesse sociale in modo quasi del tutto autofinanziato.

Nella presentazione del suo documentario lei dichiara di essere venuto a conoscenze dell’esistenza di queste malattie per un caso. Ma qual è stato il percorso che l’ha portata ad approfondire l’argomento e a decidere poi di farne un documentario?

Alessandro Quadretti:«Diciamo che reperire informazioni online su queste patologie è abbastanza semplice, anche se occorre sapersi muovere in mezzo ad un mare di siti, blog, discussioni che racchiudono di tutto; per me è stato fondamentale entrare in contatto con le associazioni e i gruppi cui afferiscono i malati: tramite questi ho conosciuto persone che mi hanno guidato nella ricerca di informazioni e testimonianze serie ed attendibili».

Quali sono state le principali difficoltà, se ci sono state, che ha

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affidamento su finanziamenti pubblici regionali a causa di un problema burocratico/tecnico, per cui si è scelto di procedere comunque con la produzione rischiando un proprio investimento. Questo sicuramente ha comportato delle rinunce, ma anche disponendo di un budget adeguato non avremmo potuto andare oltre la piccola troupe di 3-4 elementi con cui si è lavorato, proprioperché le situazioni e i testimoni che andavamo ad incontrare non potevano tollerare l’invasione dei loro spazi da parte di troppe persone e di mezzi tecnici ingombranti. Ovviamente ognuno di noi doveva essere bonificato, ovvero totalmente privo di profumazioni o strumenti cheemettessero onde elettromagnetiche (fatta eccezione per le

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camere e imonitor), in modo da non creare ulteriori problemi a chi veniva filmato; questo ha comportato alcune difficoltà logistiche, comunque superate con pochi e semplici accorgimenti».

Le persone interessate da queste malattie, come hanno reagito al suo interessamento e quali sono state invece le reazioni della comunità scientifica con la quale si è relazionato?

A. Q.:«Premetto che io non ho incontrato la comunità scientifica in senso lato, ma mi sono confrontato con poche e serie figure di riferimento tra coloro che in Italia curano queste patologie nonostante le grandi difficoltà derivanti dal mancato riconoscimento da parte del sistema sanitario nazionale. Consideravo importante un contributo divulgativo, e non specialistico, di questi medici per creare un quadro di riferimento comprensibile ai più; questa parte del film è però decisamente minoritaria rispetto allo spazio dedicato a coloro che sono affetti da queste patologie, i quali si mostrano con onestà e raccontano esperienze personali molto intense, spesso drammatiche, dando al documentario quello spessore emotivo che un mero reportage scientifico non avrebbe sicuramente trasmesso».

Il reperimento dei fondi tramite crowdfunding è ormai una prassi piuttosto funzionale, almeno per quanto riguarda i paesi esteri. In Italia quale è il riscontro, per quella che è stata la sua esperienza in merito fino ad adesso?

A. Q.:«Questo è il mio secondo crowdfunding a sostegno di un

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affiancarti e sostenerti quotidianamente ma, come loro stessi consigliano, è fondamentale essere capaci di creare un network ampio e sensibile al tema su cui si sta lavorando: anche qui è stato determinante il contributo delle associazioni e dei gruppi che mi hanno sostenuto fin dal principio.

D’altronde, i numeri sono importanti: in Italia le persone che soffrono di Sensibilità Chimica Multipla ed Elettrosensibilità sono almeno il 5% della popolazione e purtroppo il trend è in forte crescita».

Vogliamo entrare più nello specifico nel mestiere del regista: come nasce la decisione di accantonare momentaneamente la http://www.persinsala.it/web 2/3 Recensioni cinema e film | Persinsala.it

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Simona Ventura 14 dicembre 2016 regia propriamente cinematografica per approdare a quella documentaristica? Come descriverebbe questa esperienza a chi volesse intraprendere il suo mestiere?

A. Q.:«In realtà fatico a considerare i due approcci come elementi distinti e diversi: la regia di Sensibile è stata per me totalmente cinematografica.

La narrazione, i ritmi, l’estetica non sono stati quelli del film d’inchiesta; come dicevo prima l’emotività e l’intensità delle storie raccontate vanno ben oltre la denuncia di un problema socio-sanitario da reportage. Un anno fa ho diretto il mio primo lungometraggio di fiction, Espero, e mi sono reso conto che le esperienze accumulate con il cinema del reale condizionano in modo positivo e arricchiscono quella regia che implica direzione degli attori e finzione. Ecco, per me il documentario è cinema, senza se e senza ma».

Per contribuire al crowdfunding:

https://www.eppela.com/it/projects/9946-sensibi le-documentario-su-mcs-e-ehs

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