Gli 80 anni di Papa Francesco il rinnovatore

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venerdì 16 dicembre 2016, 15:30
L'operato fin'ora
Gli 80 anni di Papa Francesco il rinnovatore
Sabato 17 dicembre festeggiamenti speciali per Papa Francesco
di Redazione
Il 17 dicembre 1936, a Buenos Aires, nasceva Jorge Mario Bergoglio: un uomo destinato ad avere notevole peso nella
storia della Chiesa Cattolica. Nonostante la famiglia Bergoglio, originaria di Piemonte e Liguria, non fosse una famiglia ricca,
come ha avuto a dire il Papa stesso, lui e i suoi quattro fratelli non patirono mai la fame: «Non ci avanzava niente, non
avevamo l'automobile ne' andavamo a fare le vacanze estive, ma non ci mancava niente».
Jorge Bergoglio fu battezzato il giorno di Natale, data che oggi lui considera molto più significativa di quella del suo
compleanno. La sua prima vocazione avviene verso i diciassette anni quando, durante una gita con i suoi compagni di
studio, entrò nella chiesa di San José de Flores e decise di farsi confessare da un prete sconosciuto: è lo stesso Bergoglio a
raccontare questo episodio in una sua intervista. Quando aveva soli ventuno anni (nel 1957) si ammala gravemente di
polmonite e, a causa della scarsità di antibiotici presenti allora in Argentina, gli viene asportata una parte del polmone. È
forse anche a causa di questa malattia, con la sua lunga e dolorosa convalescenza, che il giovane Bergoglio prende la
decisione definitiva di entrare in seminario: è l'11 marzo 1958 e Bergoglio entra come novizio nella Compagnia di
Gesù.
Negli anni della dittatura militare in Argentina, Bergoglio è Padre Provinciale dei Gesuiti: a questo periodo risalgono alcune
critiche mosse nei suoi confronti a riguardo di presunte complicità con quella giunta sanguinaria. Tali accuse,
nel corso degli anni, non hanno trovato alcun riscontro e, ad oggi, solo una esigua minoranza di persone nutre ancora
dei dubbi sulla sua estraneità ai fatti.
È certo che, nonostante la sua netta distanza dai teorici della Teologia della Liberazione, Bergoglio non rifiutò
protezione a quei religiosi che, attratti da queste teorie, entrarono in rotta di collisione con il governo dittatoriale. La sua
carriera all'interno della gerarchia ecclesiastica argentina lo porterà nel 1992 ad essere nominato Vescovo Ausiliario di
Buenos Aires dall'allora Papa Karol Wojtyła.
È sempre Wojtyła che, nel 2001, lo nomina Cardinale del Titolo di San Roberto Bellarmino e, dal 2005, è a capo
dell'intera Chiesa Argentina. Quando l'11 febbraio del 2013 Joseph Ratzinger ha annunciato di voler rinunciare
al proprio incarico rendendo così necessario un nuovo conclave, nessuno si aspettava che la novità per la Chiesa Cattolica
sarebbe arrivata dalla lontana Argentina.
Dopo quattro scrutini andati a vuoto, il 13 marzo 2013, Jorge Bergolgio venne eletto Papa. Fin dalla sua prima
apparizione sul balcone di Piazza San Pietro marcò la sua distanza dal proprio predecessore, che pure egli ammira:
vestito in modo sobrio, senza orpelli o grandi cerimonie, si presentò ai fedeli in attesa con un semplice “buongiorno” e
proseguì chiedendo loro di pregare per lui. In questo sembra seguire quella linea inaugurata nel 1958 da Papa
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Roncalli. Anche nella scelta del nome si distinse subito dal suo predecessore: se Ratzinger aveva scelto di chiamarsi
Benedetto XVI, rimarcando la continuità con la tradizione ecclesiastica, Bergoglio scelse l'inedito nome di Francesco,
riallacciandosi a figure più recenti di Papi riformatori come Albino Luciani che, per primo, scelse il nome di Giovanni
Paolo. Francesco non è solo il primo Papa a portare questo nome, è anche il terzo Papa non italiano dal XVI secolo ad oggi
(l'ultimo prima di Giovanni Paolo II fu l'olandese Adriano VI), il primo extra-europeo dall'VIII secolo (ovvero dai tempi del
siriano Gregorio III), il primo gesuita e, in assoluto, il primo a venire dal continente americano.
Con i suoi modi diretti e con la sua ironia che fuoriesce dalla tradizionale etichetta vaticana, ha impresso alla Chiesa
Cattolica una spinta molto forte e, risultato assai notevole, si è conquistato la simpatia anche di ambienti
tradizionalmente poco affini al clero. Molti laici infatti, da quando Bergoglio è salito sul Soglio di Pietro, hanno
cominciato a rivedere le loro posizioni a riguardo e a riavvicinarsi al mondo cattolico.
Conscio che molte restrizioni che la Chiesa aveva avuto negli ultimi anni avevano creato un distacco con i fedeli, questo
Papa ha spinto l'acceleratore per creare un adattamento delle strutture ecclesiastiche al nostro tempo: un esempio tra tutti
è l'apertura ai divorziati. Secondo la normativa ecclesiastica, il divorzio non è ammesso e, per dichiarare nullo un
matrimonio, è necessario rivolgersi all'Istituto della Sacra Rota: di conseguenza ai divorziati era negata la Comunione.
Questa posizione, notava Bergoglio, ha allontanato dalla Chiesa non solo i diretti interessati, ma anche i loro figli: per questo,
nella sua opera di nuova evangelizzazione, questo Papa si è espresso, contro gli ambienti più conservatori della
Chiesa, per la concessione della Comunione ai divorziati.
Un'altra importante apertura, si è avuta riguardo la questione dell'omosessualità: il Papa non è arrivato a considerare
accettabili le pratiche omosessuali, ha però sostenuto la necessità del rispetto per le persone che si trovano
nella condizione di omosessualità. Si trova invece su posizioni di maggior continuità per quanto riguarda
argomenti come contraccezione, aborto ed eutanasia.
Molti dei suoi interventi più eclatanti riguardano questioni di politica estera. Dalle esortazioni per la pace in Siria a quelle per
l'accoglienza dei profughi che premono ai confini dei paesi più ricchi, dalle prese di posizione sui conflitti nel Caucaso o in
Africa a quelle sul massacro degli Armeni fino a giungere al contrasto con il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America
Donald Trump, le posizioni di Bergoglio balzano spessissimo sulle prime pagine dei giornali e fanno discutere.
Altro punto forte della missione del Papa argentino è quella del dialogo con le altre fedi. Il dialogo con il mondo ebraico è una
costante della Chiesa Cattolica fin dai tempi del dopoguerra; quello con il mondo islamico, invece, ha avuto alti e bassi. In
quest'ottica, Bergoglio ha deciso di intraprendere diversi viaggi in paesi islamici, primi tra tutti Turchia ed Arzebaigian, e di
rivolgersi senza tregua ai capi del mondo mussulmano perché vengano rispettate le libertà delle minoranze
cristiane in quei paesi e si intraprenda un cammino fianco a fianco in nome della pace tra le fedi.
È però soprattutto ai cristiani di altre dottrine che il Papa si è rivolto maggiormente: lo scopo è sempre lo stesso, riportare il
mondo cristiano ad una vera unità. È dai prime secoli che il mondo cristiano si divide ed è scosso da conflitti interni spesso
anche violenti: a partire dai primi secoli pelagiani, nestoriani, ariani, manichei, monofisisti e poi più avanti catari, valdesi,
hussiti e molti altri eretici sono entrati in conflitto tra loro; attorno all'anno 1000 si ebbe la spaccatura tra ortodossi (dal
greco: “coloro che seguono la giusta via”) e cattolici (dal greco: “universali”); nel XVI secolo quella con la Riforma
Protestante che portò alla Guerra dei Trent'Anni, uno degli eventi più catastrofici della storia d'Europa.
A queste differenti fedi cristiane Bergoglio si è rivolto fin da subito tentando di portare a compimento un
processo di riunificazione che, seppur difficile, viene visto come un risultato fondamentale. L'incontro con il Patriarca
Russo Kiril e la visita in Georgia si inseriscono in quel dialogo quasi millenario che è finalizzato a riportare all'unione tra
cattolici ed ortodossi. Ancor più innovativa è l'apertura verso il mondo protestante: proprio di recente il Papa è tornato da un
viaggio in Svezia, paese protestante dove a capo della Chiesa c'è una donna, dove non è previsto il celibato per i sacerdoti e
dove anche le persone omosessuali possono prendere i voti. L'incontro, a detta di tutti, è stato positivo e costruttivo
nonostante restino molte differenze. Bergoglio ha inoltre fatto di recente delle considerazioni positive sull'opera di Martin
Lutero e si tratta della prima volta dai tempi della Riforma che un Papa Cattolico si esprime in questi termini.
Altro capitolo importante, di cui si è ampiamente trattato, è quello della grande vittoria diplomatica sulla
questione cubana. Di certo il canale diplomatico tra Cuba e lo Stato della Città del Vaticano era stato aperto da Fidel
Castro e da Karol Wojtyła già molti anni fa e, altrettanto certamente, le condizioni economiche e geopolitiche spingevano da
tempo nella direzione di una riapertura dei rapporti tra L'Havana e Washington. Il ruolo della diplomazia vaticana è però
stato quello di ammorbidire le posizioni di due paesi abituati a guardarsi con grande diffidenza e divisi da uno
scontro ideologico radicato negli anni.
L'elezione alla Presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump rischia ora di far saltare l'accordo raggiunto dal suo predecessore
Barak Obama ma, che l'accordo abbia seguito oppure no, si è trattato di un grande risultato nel curriculum politico di questo
Papa. Nonostante i successi personali e l'alto livello di gradimento di cui gode a livello internazionale, il Papa argentino non
si accontenta e punta avanti.
Sabato prossimo compirà ottant'anni e ai giornalisti che gli facevano gli auguri ha risposto, come fa spesso, con una
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battuta: «Grazie tanto, ma vi dirò una cosa che vi farà ridere: nella mia terra fare gli auguri in anticipo porta jella». Questo è
uno degli elementi che lo ha reso così popolare: la capacità di mostrarsi come una persona qualsiasi, di scherzare su sé
stesso e di ridimensionare l'adulazione altrui. Questo ed un sapiente utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione che,
fino a poco tempo fa, sarebbe stato inimmaginabile per la Chiesa Cattolica.
Il largo utilizzo dei social-network introdotto da questo Pontefice è perfettamente coerente con l'immagine che cerca di
dare alla nuova Chiesa: una Chiesa aperta, non chiusa in stretti vincoli identitari, una Chiesa che scenda tra la gente per
diffondere al meglio il proprio messaggio evangelico.
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